Gigi ha scritto: Cinghiale Madonita ha scritto:Chi all'inizio di tour poteva pensare ad un Nibali in maglia gialla dopo la tappa del pavè e con un vantaggio così considerevole sugli avversari? Credo neanche il più ottimista o il più sognatore. Si sarebbe parlato di fantaciclismo. E Vincenzino ha fatto diventare realtà l'imponderabile/razionale rendendo onore a questo sport che molti tendono ad accomunare ad una disciplina matematica.
Applausi, anzi chapeau!
Da suo tifoso ovvio che sono felice come non mai
Io ho fatto un pensierquando ha sparato la fucilata, mi son detto "Come Indurain a Liegi, questo ha fame, ha la determinazione e la condizione. Sul pavé non avrà paura"
Ora, io me l'aspettavo in difesa, marcatore - invece questo ha morso, e morso sul serio. Senza i guai dei Lotto davano almeno un altro minuto ar Contador. Grande Vincenziello, godo godo godo
Io questa sensazione dell'Indurain di Liegi (fu Seraing per la precisione come faceva notare Meazza) l'avevo avuta subito dopo Sheffield, con tutti i distinguo di corsa.
In un momento in cui il ciclismo italiano è in tremendo declino (più politico ed economico che sportivo) ci voleva una impresa come questa.
E' una impresa di forza che è arrivata in pianura e non a cronometro.
Quante volte ci è capitato di sentire dubbi tremendi, i soliti, legati al doping dopo una impresa in montagna?
Di converso per altri sport, per i giochi, per il calcio non si dubita mai perché comunque, si dice, il doping non basta, servono comunque i piedi buoni. Non è vero per me, tutt'altro, ma oggi questa discriminante di destrezza ed abilità non dopabile vale anche per il ciclismo. Per stare in piedi sulle pietre serve una destrezza ed una fame non dopabili.
Ed ora non si dovrà ricordare ulteriormente che questo sport resta comunque, nonostante i suoi difetti storici, il più controllato.
OGGI E' STATA VERA IMPRESA incontestabile.
Contador avrebbe reso meglio sulle pietre asciutte, ma si sapeva che sul bagnato il siciliano avrebbe fatto faville.
Nessuno però poteva immaginare una tale superiorità e quella ... fame, la fame di un ciclismo italiano fatto ormai solo da soldati di ventura al soldo di eserciti stranieri.
Il ciclismo italiano vale di più del carniere vuoto di questi anni. I suoi soldati sono stati umiliati spesso, bistrattati, derisi e considerati alla stregua di criminali proprio che da coloro che dovrebbero tutelarli e che dirigono la politica ciclistica italiana.
La misura era colma, ci voleva un levata di scudi, una Disfida di Barletta per ridare orgoglio e dignità ai nostri.
Sì, perché oggi non è stata solo la giornata enorme di Vincenzo Nibali, ma anche in piccolo di Matteo Trentin, di un generoso Scarponi e, consentitemelo, pure del vecchio Bennati, al soldo dell'esercito avversario.
Oggi si è giocata una scommessa importante per questo sport e la sorte ha voluto che un leader sia finito fuori gara prima della battaglia delle pietre, probabilmente anche prima della tappa odierna. Ciò spiegherebbe il fatto che Froome sia salito in macchina subito, senza nemmeno provare a reinforcare la bici.
E' la corsa, è il ciclismo, è lo sport.
UNA BELLA GIORNATA DI SPORT