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    Libri non di ciclismo - religione ed altro

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    Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 9 Empty Libri non di ciclismo - religione ed altro

    Messaggio Da Lemond Ven Nov 15, 2013 5:10 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Ho letto che Nino ha una notevole passione per la Commedia (come la mia amica Baccella, anche lei scrittrice) e allora gli propongo questo http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/testimoni-del-tempo-lezioni-sulla-divina-commedia-1-puntata/22082/default.aspx
    A me queste puntate sono piaciute molto, spero anche a qualcun altro.


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    Messaggio Da Lemond Gio Mar 06, 2014 9:26 am

    C'è ragione e ragione

    La ragione (nel senso della filosofia) è stata "inventata" da Socrate/Platone, definendola come un insieme di regole, soprattutto il principio di identità e non contraddizione, seguendo le quali si limita il significato delle cose e ci si può più facilmente intendere. Il mondo occidentale ha imparato a ragionare, parlare e pensare secondo queste regole e, ancor oggi, dobbiamo rendere omaggio a questi nostri maestri. La ragione appartiene all'uomo ed è una dimensione che gli serve per uscire dal sacro-> separato, perché la prima tende a distinguere, il secondo invece è il luogo dell'indifferenziato, come ci ricorda Eraclito: il Dio è giorno e notte, guerra e pace, fame e sazietà. La ragione è anche un modo per contenere la follia insita nell'uomo, come si vede quando non siamo in piena coscienza: sogni, ubriacature, bambini prima di arrivare all'età (della raggione appunto). I bambini non hanno paura di niente, ma sono angosciati da tutto, perché non sanno distinguere ad es. il buio provvisorio da quello definitivo. Altro esempio di follia è la violenza, specchio di ciò che portiamo con noi.

    I mostri che abbiamo dentro
    che vivono in ogni uomo
    nascosti nell'inconscio
    sono un atavico richiamo.

    I mostri che abbiamo dentro
    che vagano in ogni mente
    sono i nostri oscuri istinti
    e inevitabilmente
    dobbiamo farci i conti.

    I mostri che abbiamo dentro
    silenziosi e insinuanti
    sono il gene egoista
    che senza complimenti
    domina e conquista.

    I mostri che abbiamo dentro
    ci spingono alla violenza
    che quasi per simbiosi
    si è incollata
    alla nostra esistenza.

    La nostra vita civile
    la nostra idea di giustizia e uguaglianza
    la convivenza sociale
    è minacciata
    dai mostri che sono la nostra sostanza.

    I mostri che abbiamo dentro
    i mostri che abbiamo dentro.

    I mostri che abbiamo dentro
    ci fanno illanguidire
    di fronte a quella cosa
    che spudoratamente
    noi chiamiamo amore.

    I mostri che abbiamo dentro
    sono insaziabili e funesti
    sono il potere a tutti i costi
    ma anche chi lo odia
    soltanto per invidia.

    I mostri che abbiamo dentro
    ci ispirano il grande sogno
    di un Dio severo e giusto
    col mitico bisogno
    di Allah e di Gesù Cristo.

    I mostri che abbiamo dentro
    ci inculcano idee contorte
    e il gusto sadico e morboso
    di fronte a immagini di morte.

    La nostra vita cosciente
    la nostra fede nel giusto e nel bello
    è un equilibrio apparente
    che è minacciato
    dai mostri che abbiamo nel nostro
    cervello.

    I mostri che abbiamo dentro
    crescono in tutto il mondo
    i mostri che abbiamo dentro
    ci stanno devastando.

    I mostri che abbiamo dentro
    che vivono in ogni mente
    che nascono in ogni terra
    inevitabilmente
    ci portano alla guerra.  Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 9 2998811260
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    Messaggio Da Lemond Gio Mar 06, 2014 9:43 am

    Nera luce, parte Quinta (V)

    Sottopongo alla discussione due linee argomentative a sostegno della tesi che la violenza istituzionale cristiana non è stata solo un incidente di percorso di un'essenza non violenta, travisata dai cristianesimi reali. Faccio, per così dire, il pubblico ministero. Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 9 Wink
    La prima linea argomentativa concerne la violenza intrinseca del "genus" cristianesimo, la seconda riguarda la "species" cattolicesimo romano.
    Tutti conoscono il Gesù mite, non violento e misericordioso, ma accanto ad esso non mancano tratti psicologici e teologici di violenza che accenno brevemente, servendomi del solo Matteo.
    Violenta è la sua polemica con gli "scribi", i "farisei", i "sadducei", i "dottori della legge" e i "grandi sacerdoti". Nessuno nella chiesa odierna oserebbe invettivare e insultare chi la pensa diversamente, come ha fatto lui.
    Violenta è la sua polemica con i trafficanti del tempio! Non oso pensare che cosa farebbe oggi davanti a coloro che gestiscono santuari, luoghi di apparizioni, figure agiografiche offerte alla devozione di massa, giubilei, etc.
    Violenta è la sua furia contro quelle città che, pur avendo ascoltata la sua parola e visto i suoi miracoli, non hanno fatto penitenza: esse precipiteranno nell'inferno! (nota mia: eterno e con le pene che sappiamo) Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 9 Muro
    Violenta è la sua morale sessuale: se l'occhio o la mano ti scandalizzano sessualmente, devi tagliarli, perché il rischio è l'inferno; desiderare una donna è adulterio, sposare una ripudiata è adulterio, divorziare e risposarsi è adulterio ed anche qui la pena è l'inferno.
    Violento è, sempre, il tono, lo stile delle sue drastiche condanne; delle sue drastiche richieste in campo morale e vocazionale.
    Violenta è la sua morte, nel senso non banale per cui essa sarebbe stata cercata da Gesù stesso in angosciosa obbedienza ad un padre divino offeso, che l'avrebbe esigita (o esatta) come prezzo per rinunciare ad una vendetta spaventosa, estesa a tutti gli uomini!!! Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 9 Mad
    Ma violento, fino all'irrappresentabile, è soprattutto l'inferno! Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 9 MuroE gli oltre venti passi di Matteo sono talmente fondamentali e differenziati da escludere che esso sia un'invenzione successiva delle comunità e non risalga a Gesù. La sua mente sembra completamente dominata dalla visione che alla fine dei tempi una parte consistente dell'umanità verrà precipitata da dio nelle tenebre, nello stridore dei denti, nel fuoco eterni.
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    Messaggio Da Lemond Ven Mar 07, 2014 8:06 am

    Fede e ragione XII

    L'uomo sa di vover morire (cfr "Non ci resta che piangere, allorché Troisi risponde "Mo, me lo segno" Very Happy) e questa consapevolezza lo obbliga al pensiero del dopo, che gli propone una sola alternativa: o Dio o il Nulla. L'uomo, come scriveva Nietzsche è un'animale non stabilizzato e la cui essenza è nell'oltrepassamento di siffatta situazione e cioè dell'angoscia segreta (o no?) per il Nulla che ci precede e ci attende. E allora forse qualcuno (direi molti) ha pensato che è meglio esistere per Dio. Ecco che cosa è la fede e che Dio esista o no (qualcuno direbbe "o meno" e allora sarebbe tutto da ridere) è ininfluente, quel che conta è che si è instaurato sulla terra da secoli il vissuto religioso, che altro non è che la differenza fra la specie umana e tutti gli altri animali e che ha fondato la storia. Perché per storia si intende, non il ripetersi ciclico delle stagioni, ma un insieme di atti/fatti in direzione di un senso e Dio, in questo modo, rappresenta un grande/piccolo balsamo versato sulla miseria umana.
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    Messaggio Da Lemond Ven Mar 07, 2014 8:25 am

    Nazionalismo

    Questo concetto è un altro modo di definire l'amor proprio: amo me stesso e di conseguenza la mia famiglia, il mio borgo e ... la mia patria.  Certo è che, comunque, più ci si indirizza verso un numero maggiore di persone, più l'amore si affievolisce. E' impossibile, se non in modo retorico, amare chi non riusciamo neppure a conoscere. La patria poi ci rende più sicuri con le leggi che impediscono a chi volesse danneggiarci di farlo impunemente e quindi quando auspichiamo che viva la Repubblica, in altre parole facciamo voti per noi stessi. Ma per essere buoni patrioti bisognava e ancora bisogna essere nemici del resto degli uomini: dio benedica l'america si sente dire sulla bocca di certi politici statunitensi e già Catone il censore è passato alla storia soprattutto per il suo "Cartago delenda est". Oppure, tutti noi sappiamo che il benessere del primo mondo è stato costruito sull'economia di puro sostentamento degli altri, perché in un pianeta dalle risorse ben limitate non sarebbe possibile altrimenti ed infatti il futuro ormai si prospetta molto buio per l'Occidente, di fronte alla potenza cinese che, prima o poi, diventerà ... (Già ora possiede una gran parte del debito pubblico americano).
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    Messaggio Da Lemond Ven Mar 07, 2014 8:41 am

    Nera luce, parte Quinta (VI)

    Se come ipotesi di lavoro si prova ad ammettere le due premesse:
    a) il terrore genera terrore e la violenza, violenza;
    b) le cose avvengono "sicut in coelo et in terra"; non dovrebbe essere diffcile inferirne:
    c) non possono esserci terrore e violenza più totali di quelli promanati da un dio dell'inferno eterno.
    Allora si può anche accettare, almeno come non manifestamente infondata, l'ipotesi che la endo- ed eso-violenza cristiana possa risalire all'insostenibile e irrappresentabile terrore che l'idea evangelica, agostiniana e romana di dannazione eterna, ha fatto ardere e baluginare tutto intorno alle muraglie dell'occidente.
    Nel "Dies irae" di Dreyer, la strega viene bruciata viva per risparmiarle, con il supplizio terreno, il rogo eterno e forse lo stesso tipo di misericordia presiedeva al rogo degli ebrei, dei "lapsi", degli omosessuali e di tutti gli eretici. Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 9 Mad
    E' lecito dunque, almeno ipotizzare che un dio violento (nota mia: possiamo aggiungere, prima del cristianesimo le vigorose gesta di Giosuè che, secondo il libro, operò un vero e proprio genocidio (ispirato da ...) nei confronti delle popolazione di Gerico, Ai e Betel) generi in qualche modo (il "quodammodo" tanto caro a san Tommaso!) uomini violenti. E può darsi non avesse tutti i torti Sade, quando sosteneva: "Voi cristiani condannate i miei seviziatori, ma cosa sono essi, paragonati al vostro dio?"
    Non si può allora neppure escludere che le sevizie infernali attribuite all "giustizia" di dio possano aver ispirato, almeno indirettamente, prima il cattolicesimo inquisizionale e poi il suo "rovesciatore" Sade. Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 9 Muro
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    Messaggio Da Lemond Sab Mar 08, 2014 6:10 am

    Fede e ragione XIII

    Come tutti sanno, la fede, per le religioni, è il fondamento della verità, ma che cos'è la fede? Ce lo dice con chiarezza Tommaso d'Aquino: "L'assenso fideistico non è determinato dalla cogitazione, ma dalla volontà, come dice Paolo la fede riduce in schiavitù ogni intelletto che in questo modo si sente in uno stato di infermità e di grande timore e tremore."
    L'inconciliabilità fra fede e ragione era stata anticipata in modo radicale da Tertulliano con il suo famosissimo "credo quia absurdum est" e ritorna con il motivo della scommessa di Pascal, secondo il quale non possiamo dimostrare l'esistenza di Dio, ma solo scommettere su di lui. Non diversamente Kierkegaard che considera la fede come un paradosso, se non addirittura un assurdo: il paradosso della verità cristiana dipende dal fatto che si usa un criterio sovrumano e come principio bisogna dire che la fede nobn si può comprendere, perché di un Assoluto non si possono dire ragioni, al massimo si può argomentare che non ci sono ragioni.
    Dunque, per ammissione dei filosofi cristiani ragione e fede sono "sacre" cioè separate *dia- dis-*, ma nonostante ciò per la chiesa, dagli albori ai giorni nostri, i contenuti di fede sono una verità che supera tutte le altre, perché quando tra fede e ragione c'è contraddizione, a cedere deve essere comunque la ragione.  angel-emoticon
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    Messaggio Da Lemond Sab Mar 08, 2014 6:33 am

    Questioni su Saulo

    Sarà vero che fosse cittadino romano, cosa della quale lui si vantava? Se era di Tarso, in Cilicia, questa città fu colonia romana solo centanni dopo di lui, se invece era nato nella piccola città di Giscala, come sostiene San Gerolamo, essa si trovava in Galilea e di certo i galilei non erano cittadini. Sarà vero che Saulo entrò nella comunità cristiana solo perché Gamaniel, di cui era stato discepolo, rifiutò di dargli sua figlia in sposa? Vassapé.
    Negli atti di santa Tecla si trova una descrizione del Nostro e Luciano nel suo Filopatri lo conferma: "Era grosso, corto, largo di spalle, grosse sopracciglia su di una naso aquilino, gambe arcuate e testa calva."
    Possiamo scusare Saulo di aver rimproverato Pietro perché giudaizzava, quando poi lui fece altrettanto? E fece bene a circoncidere il suo discepolo Timoteo, dopo aver scritto ai galati: "Se vi fate circoncidere, Gesù non vi servirà a nulla"? E fece bene a scrivere ai Corinzi che non avrebbe perdonato nessuno? E infine è verosimile la storiella della conversione sulla via di Damasco e non piuttosto quanto detto prima intorno al rifiuto di Gamamiel? Mah, vassapé.  confused
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    Messaggio Da Lemond Sab Mar 08, 2014 6:47 am

    Confrontando l'inferno, commentato da Nera Luce, chi è misericordioso: l'ateo o il religioso?

    Lascia che sia fiorito
    Signore, il suo sentiero
    quando a te la sua anima
    e al mondo la sua pelle
    dovrà riconsegnare
    quando verrà al tuo cielo
    là dove in pieno giorno
    risplendono le stelle.

    Quando attraverserà
    l'ultimo vecchio ponte
    ai suicidi dirà
    baciandoli alla fronte
    venite in Paradiso
    là dove vado anch'io
    perché non c'è l'inferno
    nel mondo del buon Dio.

    Fate che giunga a Voi
    con le sue ossa stanche
    seguito da migliaia
    di quelle facce bianche
    fate che a voi ritorni
    fra i morti per oltraggio
    che al cielo ed alla terra
    mostrarono il coraggio.

    Signori benpensanti
    spero non vi dispiaccia
    se in cielo, in mezzo ai Santi
    Dio, fra le sue braccia
    soffocherà il singhiozzo
    di quelle labbra smorte
    che all'odio e all'ignoranza
    preferirono la morte.

    Dio di misericordia
    il tuo bel Paradiso
    lo hai fatto soprattutto
    per chi non ha sorriso
    per quelli che han vissuto
    con la coscienza pura
    l'inferno esiste solo
    per chi ne ha paura.

    Meglio di lui nessuno
    mai ti potrà indicare
    gli errori di noi tutti
    che puoi e vuoi salvare.

    Ascolta la sua voce
    che ormai canta nel vento
    Dio di misericordia
    vedrai, sarai contento.

    Dio di misericordia
    vedrai, sarai contento.


    Fabrizio De Andrè
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    Messaggio Da Lemond Dom Mar 09, 2014 7:57 am

    Fede e ragione XIV

    Ma che cos'è la verità? Il concetto è stato elaborato dalla filosofia greca, definendola, sul piano logico formale come principio di non contraddizione, perché, come ci dice Aristotele "chi si contraddice afferma e nega e quindi non rimane niente". A differenza dei sapienti, però i filosofi, cioè coloro che amano la sapienza, sono ben consci di non possederla e sono appunto alla ricerca di quello che Socrate sosteva dovesse essere un'idea che sta in piedi da sé, quindi esente da contraddizioni. Per intanto occorre accontentarsi di sapere che il logos è guerra (Eraclito), contesa fra opinioni diverse e un esempio essoterico del metodo applicato al concetto di Eraclito è il dialogo che, come tutte le parole che cominciano con dia- segnalano la massima distanza fra due posizioni (cfr. dia-metro). Dialogare, per Socrate, significa mettere fuori gioco le opinioni infondate e, massimamente fra queste si possono cercare e trovare quelle religiose. Infatti la fede non ha il conforto della messa alla prova, non è capace di togliere le proprie contraddizioni e quindi identificare la fede con il sapere è solo appropriarsi di una prerogativa, l'intolleranza, che spetta solo alla verità.  Twisted Evil
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    Messaggio Da Lemond Dom Mar 09, 2014 8:15 am

    Peccato originale

    Ecco una delle cose più assurde inventate da una qualunque religione, ma quale? Perché non si trova neppure una parola su questa favola né nel Pentateuco, né nei libri dei profeti e neppure nei vangeli, siano essi canonici o apocrifi. Nel Genesi si legge ad esempio che Iddio disse ad Adamo che sarebbe morto certamente il giorno in cui avrebbe mangiato da quell'albero, ma evidentemente si sbagliava, perché poi, sempre il Genesi ci racconta che Adamo vive altri novecentotrentanni, dopo quello spuntino criminale.  Laughing D'altra parte, invece, gli animali e le piante, che non avevano peccato contro dio, morirono molto prima di Adamo, cioè nel tempo prescritto loro dalla natura. Insomma chi ha studiato con particolare cura il genesi, come gli ebrei, sono rimasti all'oscuro di un simile peccato e allora? Fu un certo Agostino di Ippona uomo di notevole intelligenza e cultura, ma bugiardo quasi patologico, ad accreditare questa strana fantasia del tutto degna di quest'uomo manicheo e cristiano, indulgente e persecutore, che ha passato la sua vita a contraddire sé stesso.  Mad
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    Messaggio Da Lemond Dom Mar 09, 2014 8:24 am

    Nera luce, parte Quinta (VII)

    La seconda linea argomentativa concerne la violenza intrinseca della "species" cattolicesimo romano, ovverosia della maggiore, meglio organizzata e più longeva centrale di violenza istituzionale cristiana. Le spiegazioni di questo "primato" sono molteplici e seguono in ordine di ovvietà decrescente.
    a) Roma è la cosa cristiana più grossa e quindi anche nella repressione dell' "altro"
    b) Roma si è attribuita il primato assoluto nella definizione della verità cristiana e umana e ciò le ha conferito, nei secoli, quella tipica, brutale intrattabilità sui piani politico, giuridico, teologico-ecumenico, filosofico, scientifico. Nel DNA del primato di violenza, c'è il cromosoma del primato pontificio autoritariamente interpretato. (nota mia: confronta i patti non negoziabili).
    c) Da un lato quasi tutti i passi neotestamentari in materia di persone divine, trinità, peccato originale, etica, sacramenti, diceologia, escatologia sono stati presi nel senso più letterale, più pesantemente ontologico e più contrario alla ragione. Dall'altro si è trionfalisticamente asserito che proprio i dogmi così formulati godevano del più pieno appoggio della ragione. Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 9 Bigsmile
    Sono noti a tutti i danni prodotti dal fideismo religioso e dal razionalismo presi separatamente, meno nota (e peggiore) è invece la loro fusione, quella per cui l'arroganza dell'uno si congiunge a quella dell'altro. Secondo questa terza spiegazione, una forte dose di violenza verso il "diverso" intellettuale sarebbe connaturata al cattolicesimo per gli stessi motivi per cui la nonviolenza è connaturata alla fede non fideista ed alla razionalità realistica e non razionalista, ai primati intellettuali non autoasseriti, ma esibiti e mai sottratti a verifica critica.
    Termina qui il mio lavoro, dichiaratamente unilaterale, di pubblico ministero.

    (nota mia: e la Quinta parte di Nera Luce)
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    Messaggio Da Lemond Lun Mar 10, 2014 7:53 am

    Fede e ragione XV

    La fede, proprio perché non ha la struttura della verità, non è in grado di escludere la sua negazione e, in più, occupandosi di cose che non si vedono, è per sua natura costretta a considerare sullo stesso piano tutte le altre fedi (ivi comprersa quella fondata sulle virtù magiche del toccare ferro o fare le corna!) Ma così poi non è, da Tommaso d'Aquino ai giorni nostri, nonostante che il primo abbia sempre ammesso che la fede si fonda sull'assenso della volontà, senza nessuna certezza che non sia la speranza (infatti i due termini fede/speranza vanno sempre insieme). Pertanto tutte le volte che la chiesa e i *fedeli* dimostrano la propria intolleranza mentale nei confronti di altri (ad es. principii non negoziabili) siamo di fronte a ciò che Nietzsche chiama "Wille sur Macht" (volontà di potenza). Evil or Very Mad
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    Messaggio Da Lemond Mar Mar 11, 2014 7:36 am

    Fede e ragione XVI

    Creduto e saputo sono due termini che si contrappongono, ma al credere si può concedere anche la sua non assurdità se si accompagna con la categoria dellla sospensione, nel senso che il creduto può essere ciò che non rientra nell'orizzonte temporale attuale della verità. La consapevolezza di ciò ci consente di distinguere fra fede filosofica e fede religiosa: entrambe si protendono oltre il tempo, solo che al di là, la verità per la filosofia non è garantita, perché non ha l'Autorità con la *A*, propria dell'altra. La filosofia sa che il potere apodittico appartiene solo alla ragione e non all'"ipse dixit" e per questo motivo *non scomunica* e *non dichiara eretici* i dissenzienti*, *non dispone roghi* etc. ed è ben conscia che ogni fede può aprirsi alla trascendenza, ma anche al suo contrario attraverso l'irrigidimento, che, può addirittura occultarla. E ciò appunto accade quando ci si dimentica l'enigma che accompagna sempre ogni indicazione che non è suscettibile, direbbe Socrate, di *stare in piedi da sé*.  Smile 
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    Messaggio Da Lemond Mar Mar 11, 2014 7:54 am

    Peccato originale II

    Al di là di Agostino il motivo per il quale èstato inventato il p.o. è per fare in modo che i fanciulli (appena nati) venissero a loro.  Embarassed Nei vangeli però non c'è mai scritto che i non battezzati, specie quelli nati dopo .., saranno dannati, che altrimenti tal Gesù per quale ragione sarebbe venuto sulla terra? Pelagio addirittura trattò l'opinione del p.o. come mostruosa, infatti se Dio perdonò Adamo, dopo che aveva mangiato il frutto proibito, perché non avrebbe dovuto fare altrettanto con i suoi "discendenti"? E aggiungeva "Se tutti gli uomini nascessero già colpiti dalla collera divina, se essi fossero già colpevoli, prima di poter pensare, sarebbe un atroce delitto generarli!" Ma Agostino, che conosceva bene il manicheismo, trattò Pelagio come il male assoluto e arrivò al punto di pronunziare la sentenza di condanna contro tutti i bambini nati e ancora da nascere dell'universo-mondo e questa sua condanna è diventata un dogma di fede.  cheers
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    Messaggio Da Lemond Mar Mar 11, 2014 8:07 am

    Nera luce, parte Sesta (I)

    Sul significato di eventi non accaduti

    Ai fini di questa riflessione penso sia utile distinguere fra eventi narrati non in vista del loro significato ed eventi narrati proprio a tal fine. La distinzione è solo approssimativa, ma, mi sembra, sufficientemente chiara.
    La mia ipotesi è che fra gli eventi narrati in vista del loro significato, alcuni lo conservano, anche se non sono veramente accaduti, altri invece l'ànno solo a condizione di essere effettivamente accaduti.
    Faccio due esempi: ad una fiaba o parabola non occorre, perché abbiano senso, che gli eventi ... Il principe e Cenerentola, il figliol prodigo, il buon pastore esprimono tesi importanti anche se non sappiamo se i fatti sono accaduti.
    In questi tre racconti conta quello che dicono sull'amore in generale. A ben guardare un qualche rapporto con eventi effettivamente accaduti sarebbe desiderabile, perché se non fossero mai esistiti episodi d'innamoramento a prescindere dalle convenzioni sociali, se nessun padre avesse mai gioito del ritorno di un figlio, se non ci fossero mai stati pastori ansiosi alla ricerca della pecora smarrita, il loro sarebbe un significato smentito dai fatti. Tuttavia il significato dei racconti, ripeto, prescinde dal caso singolo.
    Secondo esempio: "Se non c'è resurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto. Ma se Cristo non è risorto, allora la nostra predicazione è vuota è vuota è anche la vostra fede." (san Paolo, lettera ai Corinzi).
    Che dire? Demitizzarlo, per poter salvare un testo che la realtà e la scienza giudicano non accettabile? Ma perché volerlo salvare ad ogni costo? Non è meglio e più onesto, lasciarlo per quel che è e, se non si può, non accettarlo?
    Interpretazioni del tipo Gesù è risorto per la fede mi sono sempre sembrate incompatibili con la fede di san Paolo.
    Pertanto qui il significato è che l'effettiva resurrezione di Gesù fonda la nostra speranza di risorgere ed allora il significato dei fatti sta precisamente nella loro effettività. Chi nega la fattualità e salva un significato diverso, nega, per san Paolo, il significato.
    In questo secondo esempio il significato del racconto sta e cade con il fatto.
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    Messaggio Da Lemond Mer Mar 12, 2014 8:15 am

    Fede e ragione XVII


    Al contrario delle fede filosofica, la fede religiosa non cerca, ma *aderisce* ad un contenuto che *assume* come VERITA' (ipse dixit). In questo modo esclude tutto il resto e traduce in certezza ASSOLUTA ciò che per la ragione invece è dubbio. Adesione e ubbidienza sono le parole fondamentali (cfr. la regola dei gesuiti) e all'inquietudine dell'intelletto si toglie la *in-*, ma il credente (credino) convinto di essere già accampato nella verità, si preclude la possibilità di giungervi. cheers 

    P.S.

    E' autentica solo quella fede che conosce, sperimenta, sopporta la sua negazione, si mette a dura prova con essa e mette in conto (sempre) la possibilità di essere sconfessata.  Smile
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    Messaggio Da Lemond Mer Mar 12, 2014 8:27 am

    Peccato originale III

    Il nostro manicheo Agostino argomenta che, siccome le anime di tutti gli uomini erano con Adamo, si inferisce che fossero tutti còmplici. cheers 
    Ma la chiesa stessa sconfessò l'ipponate (se si chiamano così ...) decretando che le anime erano create insieme al corpo.  Wink [La storia dell'anima è proprio bella, perché il concetto è stato introdotto da Platone, per motivi filosofici di conoscenza, non religiosi,  e non se ne parla mai, invece nei c.d. libri sacri]
    In conclusione, dopo aver letto tutto quanto è stato scritto su di esso dai cristiani (e che vi risparmio), l'unico suggerimento che potrei dare loro è che mai come in questo caso, la miglior cosa sarebbe stato ... il tacer.  angel-emoticon
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    Messaggio Da Lemond Mer Mar 12, 2014 8:57 am

    Nera luce, parte Sesta (II)

    Si trovano nelle fonti bibliche numerose narrazioni di eventi che quasi tutti gli esegeti cattolici dànno per non accaduti; mi liliterò ad elencarne alcuni, sufficienti ad una visione d'insieme, avvertendo che ciò che interessa qui non è tanto il rapporto evento-realtà, quanto la relazione fra quanto, per ipotesi, non è accaduto e il suo significato.
    Supponiamo che non sia esistito, nella preistoria empirica, un uomo perfetto, invulnerabile e non sottoposto ad alcun tipo di morte, alla fatica della lotta per la sopravvivenza e ad ogni altro limite della condizione umana e che quest'ultima non sia la conseguenza del "mangiamento" di un frutto vietato. (Genesi 3)
    Supponiamo che non siano esistiti uomini di età quasi millenaria, come Matusalemme (969 anni) o altri.
    Supponiamo che Noè non abbia compattato in un'arca di 300x50x30 cubiti una coppia di tutte le specie di animali della Terra e che tutti gli uomini, salvo Noè e la sua famiglia, non siano morti annegati.
    Supponiamo che le lingue umane siano più di una, non perché il dio dell'antico testamento, impaurito dalla possibilità che nessun progetto fosse irrealizzabile per gli uomini, ha voluto impedire la costruzione della torre di Babele.
    Supponiamo che Sodoma e Gomorra.
    Supponiamo che le dieci piaghe d'Egitto.
    Supponiamo che il mare non si sia prosciugato davanti agli Israeliti e che poi non abbia (la muraglia d'acqua) inghiottito il Faraone, con tutto il suo esercito.
    Supponiamo che gli Israeliti nel deserto non si siano nutriti di manna, quaglie ed acqua miracolose.
    Supponiamo che il sole non si sia fermato nel centro del cielo al grido di Giosuè, ritardando di circa un intiero giorno il suo tramonto, affinché gli Israeliti potessero sterminare i nemici.
    Supponiamo che questi eventi narrati nel libro sacro non lo siano stati a scopo puramente cronachistico, ma in vista del loro significato e che appartengano alla categoria degli eventi non accaduti; il nostro peculiare problema è quello di stabilire se appartegono agli eventi il cui significato si difende abbastanza bene anche se non sono accaduti oppure invece ...
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    Messaggio Da Lemond Gio Mar 13, 2014 7:33 am

    Fede e ragione XVIII

    La fede talvolta si appropria delle caratteristiche che competono al logos e in questo modo (qui pro quo) invece di condurre gli uomini su una delle possibili vie che conducono alla verità, preclude loro l'accesso e ne arresta bruscamente il cammino. Un simile atteggiamento possiamo definirlo *totalitarismo* e, con più parole volontà che esige, oltre la fede nel contenuto, anche *la fede nella fede*, posta a fondamento di ogni contenuto.  Evil or Very Mad Si riporta un esempio illuminante avvenuto il 9 novembre 1938.
    Uno studente aveva preso parte, come capo delle S.A. al pogrom dei Giudei. Sua madre, saputolo, gli disse: "Figlio mio, ma tu non credi a tutto questo!" E lui, dopo un istante di smarrimento: "No, non lo credo, ma bisogna crederlo".
    Questi signori si sono serviti di Tommaso d'Aquino, laddove sosteneva che la fede "eccede le capacità dell'umana ragione" coniugandola con l'impossibilità della ragione a raggiungere le vette della fede e quindi altro non può essere se non serva (ancilla fidei).
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    Messaggio Da Lemond Gio Mar 13, 2014 7:49 am

    Ritorniamo sui martiri

    Questa parola (martirio) è associata, come per antonomasia, al suo contrario e cioè sembrerebbe che a subirlo siano stati i cristiani, mentre ... Cominciando da Diocleziano, egli fu per diciotto anni protettore di quella setta e, se negli ultimi tempi non li salvò dalle ire di Galerio, fu solo per debolezza. Traiano e gli Antonini non furono certo persecutori, ma allora come si possono definire costoro? Per me la "parola magica" è: chi pensa che l'altro, il diverso da sé (come credenza) meriti solo la morte. I Giudei facevano lapidare dal popolo chi osava bestemmiare o "profanare" il Tempio e quando in Francia si mise mano alla questione protestante, la persecuzione fu cominciata da un certo numero di preti che riuscirono a sollevare i pregiudizi dei magistrati e interessarono la politica dei ministri. Se questi ultimi non fossero stati ingannati e se avessero potuto prevedere i cinquant'anni di guerre civili, avrebbero spento di sicuro i primi roghi che avevano lasciato innalzare.
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    Messaggio Da Lemond Gio Mar 13, 2014 8:07 am

    Nera luce, parte Sesta (III)

    Per affrontare la questione, mi sembra corretto cominciare con un secondo inventario: quello dei significati attribuiti agli eventi da esegeti che riconoscono nel narratore sacro un'ispirazione divina. Mil limito a un'esegesi cattolica e senza alcuna pretesa di completezza. Comincio da "significati" generalissimi, validi per l'intiero antico testamento nelle sue parti storiche, passando poi a "significati" più specifici.
    1) Gli storici ispirati ravvisano nella storia principalmente l'azione di dio. Essi mettono in risalto la presenza di Jahvé, signore e guida della storia.
    2) La storia biblica è essenziamente storia della rivelazione, della religione, del patto, del sacro.
    3) Gli storici intendevano scrivere la storia della salvezza, l'azione di dio e la risposta dell'uomo. Quel che è indubbio è che essi vogliono narrare veri fatti e narrarli per il rapporto che essi hanno con la storia della salvezza. Quel che nel testo bisogna cercare è dunque il valore salvifico, cioè quel che il fatto significa nel concerto dei rapporti fra dio e uomini.
    Questi significati generalissimi vengono ripresi e modulati in rapporto a singole narrazioni e ne do qualche esempio.
    a) Paradiso terrestre, caduta: mostrare che la condizione umana di miseria non è voluta da Y. è bensì conseguenza del peccato dell'uomo
    b) Superlongevità dei patriarchi antidiluvio: suscitare l'impressione che la divina provvidenza vegliava con cura speciale sugli eventi della "promessa".
    c) Diluvio: punizione totale verso il peccato
    d) Salvezza di Noè: il giusto è protetto da Y. (Ma perché poi non si comporta allo stesso modo con Giobbe  confused )
    e) Confusione delle lingue: è l'impossibilità di fondare regni mondani che, essendo in contrapposizione a dio, rimangono vittime della rovina che portano in se stessi.
    f) Miracoli in Esodo e Giosuè: Y. è signore della natura e signore della storia.
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    Messaggio Da Lemond Sab Mar 15, 2014 8:31 am

    Fede e ragione XIX

    Per la verità filosofica l'unica forma di progresso è il dialogo, la disponibilità incondizionata alla comunicazione, perche essa (la verità) nasce ... (vedi Hegel e Socrate). Per la filosofia, tutto ciò che interrompe la comunicazione con il diverso, o tenta di farlo, è male. Interrompere la comunicazione è imvece la risposta unica di chi sacrifica il pensiero al contenuto dogmatico, anche il più incredibile! Evil or Very Mad 
    Costoro affermano di possedere il sapere totale con garanzie oggettive e con sicurezza e da qui il termine cattolico, che significa *universale*.  Twisted Evil Il cattolicesimo (in questo senso) diventa il giardino della chiesa, al cui interno i credenti (credini) si sentono rassicurati, senza rendersi conto che la loro fede è già venuta meno nel momento in cui l'accettazione non è avvenuta in vista della ricerca della verità, ma per una sicura garanzia da opporre alla propria ansia esistenziale (come il Tavor, per dormire meglio).  Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Sab Mar 15, 2014 8:52 am

    David il grande Re d'Israele



    Secondo i testi sacri egli fu Grande per aver riunito seicento vagabondi, carichi di delitti, aver depredato i suoi compatrioti alla testa di questi banditi e tante altre cose... Fece sgozzare Nabal e tutta la sua famiglia, perché non aveva accettato di pagare le sue imposte; dipoi andò ad offrire i suoi servigi al re Achis, nemico di Israele, ma una volta che costui aveva accettato, tradì il suo benefattore e si mise a saccheggiare i villaggi, alleati di Achis e massacrò persino i bambini, temendo che qualcuno in un giorno futuro potesse aver ricordo dei suoi misfatti. In altri villaggi si diverti a far segare in due gli abitanti o cuocendoli nei forni (Hitler non è stato il primo). Fra le altre imprese, si legge che usurpò il trono a Isboseth, figlio di Saul, fece morire Miphiboset, nipote di Saul e figlio del suo amico e proptettore Gionata. Infine consegnò ai gabaoniti, per impiccarli, due altri figli e cinque nipoti di Saul e assassinò di persona Uria.

    P.S. Lasciamo da parte la storia con Betsabea.   
    La morale della Bibbia è comunque semplice: "Oh prìncipi della Terra, imitate quest'uomo che era il predilettto del Signore Iddio". Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Sab Mar 15, 2014 9:02 am

    Nera luce, parte Sesta (IV)

    Il panorama che si presenta a un laico(ista) è impressionante: una storia della salvezza, fatta tutta di eventi e non costituita forse da un solo evento effettivamente accaduto. Il significato transitivo, come detto, sarebbe nullo e rimarrebbe forse il significato immanente, derivante dagli stati d'animo di Y. desumibile, però, sempre dalle singole narrazioni di fatti eclatanti che però fatti non sono e quindi equivalgono, né più, né meno che alle parole. Ma è chiaro che l'origine divina delle parole risuonate solo nella mente di un uomo, senza alcun fenomeno esterno, è molto più difficile da corroborare dell'origine di catastrofi come l'uccisione in una sola notte di tutti (e soli) i primogeniti maschi egiziani.
    Il fondamentalismo non ha tutti i torti. Lo ha quando pensa che Noè abbia realmente compattato nell'arca ... ma non lo ha quando pensa che un significato del tipo "Y. salva dalle grandi catastrofi il giusto" possa reggersi in assenza di eventi prodigiosi effettivamente accaduti. Che fondamentalista sarebbe se non pensasse che i fatti per i significati non occorrono. Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 9 Wink. Per lui i fatti che corroborano l'asserto "Y. ha parlato, E' Parola di Y." si riducono tutti alla convinzione intima di costui o all'affermazione ufficiale del clero. Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 9 Muro
    Il nostro specifico percorso ermeneutico sarebbe terminato, ma la necessitata equiparazione dei fatti a parole rende indispensabile fare ancora un piccolo passo. Se restano solo (equivalenti di) parole, come non scrutare anche i contenuti della "parola di Yhwh", il suo valore intrinseco? Ed allora ci accorgiamo che i dubbi non sono minori di quelli sulla fattualità dei fatti. Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 9 Bigsmile
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    Messaggio Da Lemond Dom Mar 16, 2014 7:55 am

    Tragedie ebraiche

    Marzo 597 (meno).  Secondo alcuni calcoli archeologici e biblici in questa data Gerusalemme fu conquistata dai Babilonesi di Nabuccodonosor (prima conquista, cui dopo una ribellione ne seguirà un’altra). Anche se prima avevano venerato varii dei, gli Ebrei tratti in  schiavitù a Babilonia interpretarono la disfatta come castigo divino e divennero per rivalsa orgogliosi monoteisti.  Fra i deportati da Nabuccodonosor  il re Ioachim, il profeta Daniele allora giovanissimo, e numerosi nobili della classe sacerdotale. Dopo aver messo Mattania, zio di Ioiachim, sul trono di Gerusalemme col nome di Sedecia, Nabucodonosor II tornò a Babilonia. Gerusalemme e il suo tempio, stavolta, furono risparmiati  Gerusalemme ed il Tempio furono invece distrutti dieci anni dopo,  nel -587 . Nella Bibbia l’evento risulta dal Secondo libro dei  Re cap. 24: 1-17. Risulta anche dal Secondo libro delle Cronache 36:5-8. ed anche da Geremia, ma ha riscontri anche in fonti Babilonesi che confermano senza ombra di dubbio la deportazione e successiva  prigionia degli ostaggi, la cosiddetta “cattivita’”Babilonese. Al contrario  la   “cattivita’ egiziana e relativa fuga dall’Egitto narrate nel libro dell’Esodo non hanno riscontri storici archeologici o linguistici e sono da considerare inventate di sana pianta. A che scopo? Per rafforzare il potere dei nobili sacerdoti tramite frottole religiose quando rientreranno da Babilonia una settantina di anni dopo la deportazione, verra’ inventato un dio unico  “specializzato”in salvataggi dopo periodi di schiavitu’ all’estero, e verso il quale dunque ci sarebbe stato anche un debito di riconoscenza e paura di nuove punizioni se non si fossero ubbiditi i suoi portavoce in terra, appunto la classe sacerdotale!    
     
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    Messaggio Da Lemond Dom Mar 16, 2014 8:21 am

    Fede e ragione XX

    Se accettassimo che la religione è solo un insieme di simboli pre-razionali di cui ogni popolo e cultura primitiva ha avuto bisogno per formarsi una propria identità e appartenenza, il conflitto fra fede e ragione sarebbe immediatamente risolto. La religione troverebbe il suo unico fondamento in quei sentimenti *irrinunciabili* che precedono ogni discorso razionale. Irrinunciabili perché non possiamo proprio liberarci dai pre-giudizi che ci sono stati inculcati da bambini (vedi Vallauri e il suo "la religione, ai tempi nostri, dovrebbe essere vietata ai minori!"  Evil or Very Mad ) E allora i bambini, diventati adulti in questo modo, possono stare in questa "cultura" nel modo giusto, solo sapendo di non abitare la verità, ma un tentativo di dare un senso di identità e di appartenenza al fedele. Pure il teologo Mancuso argomenta che oggi il cristiano non può fare a meno di sentire dentro di sé il dubbio di essere intolleranre, settario e chiuso (in una parola dogmatico) e quindi si trova di fronte ad un'aporia: non può rinunciare alla superiorità della sua fede, ma appena la dichiara, sente in coscienza che c'è qualcosa che non va. confused

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