San Leone I (Magno) 440-461 (ultima parte)Valentiniano III (infatti) fu assassinato dal senatore Petronio Massimo
perché l'imperatore aveva recato oltraggio a sua moglie Anicia. Il senatore
divenne anche imperatore e riuscì poi a sposare Eudossia (la moglie di
Valentiniano III che era ignara dei fatti). Una volta, però, venutone a
conoscenza, l'orgogliosa figlia di Teodosio si vendicò nel peggiore dei
modi, invocando di nascosto l'intervento di Genserico, re dei Vandali, il
quale non si fece pregare e arrivò nel 455. Petronio Massimo non sapeva che
fare e consigliò tutti di fuggire e fu ucciso, mentre Leone si accinse a
salvare la città come aveva fatto con Attila, ma il Vandalo non si
accontentò di un semplice tributo e concesse al papa solo di salvare le tre
più grandi basiliche della città. La spoliazione fu condotta in maniera
sistematica in ogni parte della città e Genserico trascinò in Africa, come
schiavi, migliaia di Romani e, tra essi, la stessa Eudossia, colei che aveva
causato tutta quella rovina. Dopo che i Vandali ebbero ripreso il mare ci fu
un altro periodo di ricostruzione, seppure lenta e Leone fu in prima fila,
perché ormai gli imperatori stavano diventando figure sbiadite: La leggenda
gli procura anche il nome di "Defensor urbis", non certo i romani coevi, il
cui comportamento si rivelà quello tipico dei romani di sempre: "tiriamo a
campa", senza tanti ringraziamenti per nessuno. Leone fu il primo papa a
poterlo constatare di persona e probabilmente a capirlo, da autentico romano
qual era.