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    Messaggio Da Lemond Ven Nov 15, 2013 5:10 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Ho letto che Nino ha una notevole passione per la Commedia (come la mia amica Baccella, anche lei scrittrice) e allora gli propongo questo http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/testimoni-del-tempo-lezioni-sulla-divina-commedia-1-puntata/22082/default.aspx
    A me queste puntate sono piaciute molto, spero anche a qualcun altro.


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    Messaggio Da Lemond Ven Ago 01, 2014 9:00 am

    San Zosimo (417-418)

    Il suo pontificato fu pieno di difficoltà, causate dal pelagianesimo che, nonostante la condanna estrema di Innocenzo, non era scomparso, anzi ... Celestio, il discepolo di Pelagio si presentò a Roma per aver modo di discolparsi da false accuse e pronto a ripudiare tutto ciò che il Concilio di Innocenzo aveva condannato. Il risultato fu che venne riconosciuto da Zozimo pienamente ortodosso e comunicò la notizia ad Agostino e agli altri vescovi. Essi supplicarono Zozimo di non abolire le decisioni di Innocenzo sul Pelagianesimo, facendogli capire che era stato ingannato, ma il papa non se la sentì di riconoscere di aver fatto una magra figura e tutto rimase in sospeso. Il chiarimento venne dal Concilio di Cartagine (maggio 418) che condannò di nuovo i seguaci di Pelagio e l'imperatore Onorio, da Ravenna, emetteva un rescritto nel quale dichiarava tale dottrina perturbatrice dell'ordine pubblico. Celestio non si sentì più tranquillo e scappò da Roma.
    Riparato in qualche modo il primo comportamento imprudente, Zozimo ne commise subito un secondo: un prete, scomunicato dal vescovo Urbano di Sicca, aveva proposto appello a Roma; cosa impossibile secondo il diritto canonico africano. Zozimo invece accettò, senza rendersi conto di commettere un grosso errore diplomatico che poteva portare anche a uno scisma, ma per fortuna tutto si risolse con la morte del papa. Wink
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    Messaggio Da Lemond Dom Ago 03, 2014 9:14 am

    Nera luce, parte Ottava (XXXVI)

    Serve dio in etica?


    Riformulo in sintesi i due argomenti principali contro la molto diffusa opinione che dio serva.
    Il primo trae le conseguenze dall'asserto che l'etica è un sistema di proposizioni dotate di verità/validità intrinseca in base al loro contenuto e quindi sembra, per essenza, sottratta ad ogni autorità. Il "logos", se esiste, lo è per necessità intrinseca, non perché lo pensa o lo crea qualcuno. L'esempio migliore è la matematica, che è la parte più ricca e più nota del logos protologico.
    La matematica sarebbe quella che è sia se dio ... e neppure i più fanatici religiosi (nota mia: anche se si fa per dire, perché dai Binetti-Roccella-Buttiglione non si sa mai cosa ci si può aspettare ) asserirebbero che dio è il creatore libero e il signore onnipotente della matematica!
    Dio, come il Re de "Il Piccolo Principe" può solo, nella sua saggezza, ordinare alla matematica di essere quella che è.
    Le scritture sono irrilevanti in matematica e il logos protologico è "God-free e Bible-free" su questo dovrebbe eserci accordo generale.

    (segue)
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    Messaggio Da Lemond Lun Ago 04, 2014 8:30 am

    San Bonifacio I

    Non erano ancora finiti i funerali di Zosimo che due folle tumultuanti si radunarono in due basiliche contrapposte: in una si eleggeva Eulalio e nell'altra Bonifacio. Il primo era appoggiato anche da Onorio, ma i sostenitori di Bonifacio posero un'istanza all'imperatore nella quale si faceva presente che solo Bonifacio era stato eletto con la maggioranza necessaria. L'imperatore decise di risolvere la cosa con un Concilio, ma che intanto i due stessero lontano da Roma. Eulalio non obbedì e, il giorno di Pasqua, celebrò la messa in Laterano. Onorio non gliela perdonò: lo fece bandire dalla città e riconobbe Bonifacio come papa. La sua elezione è la cosa che più resta di lui, per il resto fu preso, come il predecessore, dall'eresia pelagiana e di quest'ultimo rispettò le decisioni che, a sua volta aveva seguito Innocenzo. Si complicarono ancora, invece, i rapporti con la chiesa africana e bisognerà aspettare Celestino per avere un clima più disteso.
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    Messaggio Da Lemond Mar Ago 05, 2014 9:24 am

    Nera luce, parte Ottava (XXXVIII)

    L'etica è invece frequentemente considerata anche da persone avvedute dal punto di vista scientifico e filosofico (nota mia: e da quasi tutti i politici) come un territorio soggetto alla signoria di dio.  
    Per il "luogo comune" la credenza che dio condanni all'inferno i cattivi teologi (gli eretici) sembra molto meno bizzarra che se condanna alla stessa pena i cattivi matematici. Nessuno, nemmeno in Italia (sic) distinguerebbe fra una matematica "laica" e ... Non per questo essa è povera ed incerta, anzi è la sua ricchezza e forza. Lo stesso dovrebbe valere, a mio parere, per l'etica.
    In altre parole, l'alternativa è una ed una soltanto:
    a) Non esiste un'etica universale ed allora la verità etica *di dio* è solo una fra la tante.
    b) Esiste un'e.u. e allora dio, come tutti, può solo riconoscere quella stessa verità, senza nulla aggiungere o sottrarre.
    Naturalmente può darsi che un particolare dio riveli l'etica vera, ma solo perché la sa, la conosce, non perché l'à resa vera lui.  

    (segue)
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    Messaggio Da Lemond Mer Ago 06, 2014 9:27 am

    San Celestino I (422-432)

    Questa volta la sua elezione fu tranquilla, perché era amico di Agostino e questo facilitò sia l'elezione che la risoluzione delle vertenze con la chiesa d'Africa. Celestino riaffermò il principio dell'autonomia delle chiese negli affari disciplinari, anche se si doveva mantenere il primato romano (un colpo al cerchio e uno alla botte Wink ). Gli avvenimenti che accaddero di lì a poco risolsero però definitivamente la questione, perché la terribile invasione dei Vandali ridusse la chiesa africana quasi al niente.
    Celestino I va principalmente ricordato per la parte avuta nelle controversie cristologiche. Nel 428, Nestorio, patriarca di Costantinopoli, si schierò  contro il titolo "madre di Dio" dato alla Madonna, preferendogli quello di "madre di Cristo". Si riunì un Concilio ad Efeso nel giugno 431 che, con Cirillo alla presidenza, decise in gran fretta di condannare Nestorio. Quest'ultimo promosse appello all'imperatore Teodosio II, ma la condanna fu confermata e Nestorio si ritirò dalle scene. Quel momento fu celebrato dai romani come un trionfo, ma non ci rendeva conto che in realtà l'Oriente sfuggiva di mano a Roma e si stava costituendo in chiesa nuova.
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    Messaggio Da Lemond Ven Ago 08, 2014 8:41 am

    Nera luce, parte Ottava (XXXIX)

    Il secondo argomento, quello storico, è che ogni dio a noi noto tramite rivelazione ha fatto cose, sostenuto opinioni, irrogato (dopo averle comminate) sanzioni che contraddicono alcuni dei nostri più solidamente fondati valori e princìpi etici. Lo Y. del Pentateuco è inaccettabilmente spietato, conosce solo la pena di morte ed annuncia che se non saranno eseguiti (alla lettera) i suoi comandamenti, distruggerà i peccatori lui personalmente. Anche nei rapporti con i "gentili" è ... arrivando fino al genocidio
    Anche il Gesù dei Vangeli, che rispetto all'antico testamento è avanti "anni luce", annuncia un'estrema severità in etica sessuale e nella giustizia, che prevede, per una serie impressionante di peccati commissivi ed omissivi, la pena dell'inferno eterno. Chi ritiene eticamente ingiustificabile una pena retributiva assoluta non potrà desolidarizzare, su questi punti importantissimi, dall'etica del nazareno.
    Lo spirito santo del cattolicesimo romano è il garante dell'infallibilità del papa in materia di etica, essa ha ad. es. come cardine l'abbruciamento degli eretici (solennemente proclamato dai papi), ma che contrasta con i princìpi fondamentali di un'etica razionalmente giustificabile.
    Se alla fine dei due argomenti si arriva alla conclusione che l'etica è "God-free", non rimane che accettare il fatto, con buona pace dei fondamentalisti, che le sole autorità vere, in etica, come in matematica, sono ... i buoni argomenti.
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    Messaggio Da Lemond Sab Ago 09, 2014 8:38 am

    San Sisto III (432-440) con questo nome, spesso usato nella chiesa delle origini, ci siamo fermati al quinto, perché nessun papa ha avuto il coraggio di chiamarsi Sisto Sesto. Very Happy

    Sacerdote romano e pelagiano in gioventù, sotto il suo pontificato furono composte le ultime vertenze, che avevano generato il Concilio di Efeso: la natura umana e divina del Cristo e il riconoscimento di Maria come "madre di Dio". Ma questo papa va ricordato soprattutto per avere incrementato/restaurato le chiese di Roma. L'opera più grandiosa riguardò la basilica Liberiana, danneggiata durante i tumulti per l'elezione di Damaso e che Sisto dedicò  alla Madonna e da allora si chiamò Santa Maria Maggiore.
    Roma si fece in quegli anni bella e sontuosa, ma tutto quel lusso era poi un segno di autentico spirito cristiano? Girolamo, ad es. lo condannava: " I veri servi di Cristo si tengono lontani dal lusso e poiché il Signore fece della povertà il suo tempio, noi dobbiamo pensare alla croce e considerare la ricchezza nient'altro che fango". Ma il vanitoso clero di Roma la pensava diversamente.
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    Messaggio Da UribeZubia Sab Ago 09, 2014 5:14 pm

    Carlo, sono molto interessato a questa storiografia dei papi. Mi potresti indicare il libro (se è uno solo)
    al quale fai riferimento ?

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    Messaggio Da Lemond Dom Ago 10, 2014 7:40 am

    UribeZubia ha scritto:Carlo, sono molto interessato a questa storiografia dei papi. Mi potresti indicare il libro (se è uno solo)
    al quale fai riferimento ?

     study

    Claudio Rendina "I Papi, storia e segreti" Newton Compton Editori
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    Messaggio Da Lemond Dom Ago 10, 2014 8:24 am

    Nera luce, parte ottava (XL)

    Riassumendo, sarei piuttosto scettico sulla possibilità di affermare dio come un qualcosa di reale, al di fuori, cioè, delle proiezioni mentali umane ed il mio orizzonte di sentimento di realtà si sta continuamente spostando verso un *a-teismo prescissivo*, non facilmente distinguibile dall'ateismo.
    Rispetto a quanto detto in precedenza (anche se poche pagine fa, sono passati nove anni) non chiamerei più *minimalismo deista* l'atteggiamento teorico di chi afferma un assoluto non personale, oggi lo chiamerei (con riferimento a Zaehner) *monismo*.
    Sempre in questo anno 2000 tendo a pensare che la linea divisoria importante non è fra chi nega e chi afferma, ma fra chi è conscio e chi no. Anche un teista può essere intelligente, basta che sia consapevole dei problemi enormi che il suo modo di pensare comporta ed allora si può anche "arruolare" fra gli apofatici, perché un virtuale manifesto apofatico risuonerebbe così :" Consci di tutto il mondo ... unitevi!"  
    Detto questo, non mi esprimo tuttavia a favore della parità fra le due posizioni (nota mia: cosa che fanno sempre e comunque i politicamente corretti  ), perché ritengo che la scelta del versante a-teo/ateo sia preferibile in quanto più responsabilizzante, sia sul piano della ricerca teorica che su quello della riflessione etica, se è vero che dio è irrilevante in entrambi i casi.
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    Messaggio Da UribeZubia Dom Ago 10, 2014 12:32 pm

    Lemond ha scritto:
    UribeZubia ha scritto:Carlo, sono molto interessato a questa storiografia dei papi. Mi potresti indicare il libro (se è uno solo)
    al quale fai riferimento ?

     study

    Claudio Rendina "I Papi, storia e segreti" Newton Compton Editori

    Merci beaucoup !
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    Messaggio Da UribeZubia Dom Ago 10, 2014 7:53 pm

    Lemond ha scritto:San Sisto III (432-440) con questo nome, spesso usato nella chiesa delle origini, ci siamo fermati al quinto, perché nessun papa ha avuto il coraggio di chiamarsi Sisto Sesto. Very Happy

    Certo che anche papa Lino...con la papa...lina  :lingua linguaccia:

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    Messaggio Da Lemond Lun Ago 11, 2014 9:56 am

    San Leone I (Magno) 440-461 (prima parte)

    Toscano, di Volterra fu eletto all'unanimità e il suo regno ha lasciato davvero il segno, riguardo il primato di Roma sulle altre chiese. Per questo in genere, fra gli storici, è invalsa la definizione che lo riguarda: il primo papa; però la chiesa non può desacralizzare la propria istituzione da divina a umana e allora l' aggettivazione che preferisce è *Magnus*. Very Happy
    (Nota mia, da laicista inveterato preferisco la prima)
    Il nostro Leone comunque affrontò, come nessuno prima, le due minacce del tempo: l'eresia e i barbari.
    Appena eletto s'impegnò contro i manichei, ottenendo dall'imperatore Valentiniano leggi severissime, poi pretese dai pelagiani una ritrattazione scritta per essere riammessi in comunione e fece anche condannare i seguaci del priscillianesimo. Ma l'eresia che lo impegnò maggiormente fu quella monofisita di Eutiche, che non riconosceva la natura umana del Cristo. (Posizione eguale nel nome, ma opposta, nella sostanza, all'arianesimo)
    Dopo la scomunica, Eutiche presentò appello a Leone che, con tutto l'affetto paterno possibile, confermò la condanna. Ma Teodosio II era favorevole a Eutiche e, volendo riabilitarlo, indisse un Concilio a Efeso nel 449, dove i legati del papa furono addirittura minacciati. Eutiche fu assolto e i vescovi rimasti nell'assemblea, dopo la fuga dei papalini, firmarono gli atti di quello che Leone non tardò a definire: "Il ladrocinio di Efeso". Very Happy (segue)
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    Messaggio Da Lemond Mer Ago 13, 2014 8:18 am

    Nera luce, parte Ottava (XLI)

    C'è almeno un senso in cui l'a-teismo prescissivo sembra consigliabile proprio come più religioso, alla stesso credente in *Dio*.
    Il modo più sicuro per conoscere un agente è conoscere i suoi atti, perché neppure il più onnipotente può aver fatto andare le cose diversamente da come sono andate. Ora, il modo più sicuro per sapere come sono andate le cose è la scienza e quindi, per sillogismo, il modo migliore per conoscere *Dio* è ...
    Qualunque asserto teologico contraddetto da sicuri accertamenti scientifici, mènte, anche per il credente, su *Dio*. Tra il testo "sacro" e la scienza, se si contraddicono, il credente desideroso di sapere chi è realmente il suo dio, non può che scegliere la scienza. Un buon teologo è a-teo, nel senso che, per conoscere dio, prescinde il più possibile dalla teologia. Infatti la storia dell'interpretazione dei testi sacri, biblici e pontifici, è storia di un impressionante smantellamento e quindi è storia dell'ininterrotto progredire dell'a-teismo apofatico.
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    Messaggio Da Lemond Gio Ago 14, 2014 8:30 am

    San Leone I (Magno) 440-461 (seconda parte)

    Leone si rifiutò di riconoscere valida la decisione di una simile assemblea,
    ma Teodosio II fu irremovibile. Nel 450 arriva a Roma l'imperatore
    d'occidente Valentiniano III, con la moglie Placidia, e il papa lo supplica
    di intervenire per indire un Concilio in Italia, ma le cose non cambiano
    fino alla morte di Teodosio (nel luglio di quell'anno). Pulcheria allora
    abroga le leggi del marito, manda in esilio Eutiche ed è favorevole a un
    nuovo Concilio. Però l'Italia non è il luogo adatto, perché Attila, con i
    suoi Unni preme ai confini; Ezio lo ha battuto in Gallia, ma rimane un
    pericolo costante. meglio l'Oriente e in particolare si sceglie Calcedonia e
    la data sarà ottobre 451. Vi prendono parte 500 vescovi e Leone è
    rappresentato da tre legati, ai quali va la direzione dell'assemblea. Ivi
    sono prese due decisioni fondamentali: un decreto sull'Incarnazione,
    ricalcato dal Credo di Nicea e il riconoscimento del primato di Roma.
    Il pericolo Attila diventa una realtà per l'Italia nel 452, perché è
    arrivato ad Aquileia e sembra intenzionato ad avanzare verso Roma, dove si è
    rifugiato Valentinano III. Però "il flagello di Dio " esita, forse perché
    quest'uomo superstizioso è rimasto impressionato dalla morte improvvisa di
    Alarico, subito dopo il "sacco di Roma". Mentre Attila è in questo stato
    d'anima a Roma si discute e la cosa più logica sarebbe richianare Ezio, ma
    la gelosia trova in Valentiniano un fiero oppositore e si sceglie di
    parlamentare, inviando al re unno un'ambasceria composta dal vecchio console
    Avenio, il prefetto Tricezio e il papa. Si ignora che cosa abbiano detto i
    tre a Peschiera, ma è un fatto che Attila decise di ritirarsi.
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    Messaggio Da Lemond Ven Ago 15, 2014 9:23 am

    Nera luce, parte Ottava (XLII)

    Termino (nota mia: questa parte ottava) con una proposta semiseria di una teologia semiassiomatizzata, che chiamerei *Assenzialismo*.
    Dato di fatto: Dio, se esiste, si comporta come se non esistesse, vedi ad es. Scienza, cancro, Auschwitz etc.
    Dato di fatto mentale: l'idea di un essere onnipotente e perfettamente buono che ha creato il mondo e ora lo guida in modo che alla fine tutto torni è un'idea necessaria.
    Combinando i due dati si ottiene che dio è altrettanto assente, quanto necessariamente presente. In altre parole dio è un grande assente, intendendo con questo nome uno che dovrebbe assolutamente esserci e non c'è. (nota mia: avete presente il dilemma di Moretti in "Ecce bombo": "Mi si nota di più ...."?). Come l'invitato importante ad un convegno, che telefona di non poter venire e tutti pensano a lui.
    Dio quindi è il sommo presente per assenza, ma la sua assenza non è casuale, bensì essenziale (assente per essenza), così come pure presente per essenza (anche quando è assente). Si può inferire che l'esistere nel modo dell'essere-presente-per-assenza è il modo essenzialmente divino dell'esistere ed "ergo" dio è allora l'unico Alcunché in cui l'Assenza, l'Essenza e l'Esistenza coincidono.
    Questo è appunto quello che chiamo *Assenzialismo*
    Chi l'accetta si trova a raccogliere come pere mature tutti i fatti dell'esperienza: basta ammettere che dio non esiste materialmente, ma non può non esistere mentalmente e ogni cosa va a posto.

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    Messaggio Da Lemond Sab Ago 16, 2014 9:08 am

    San Leone I (Magno) 440-461 (terza parte)

    E' probabile che gli ambasciatori abbiano risolto la cosa come capiterà poi a Gregorio (Magno) con Agilulfo, cioè pagando un forte tributo in oro, sacrificando le casse di San Pietro. E a questo forse si deve la leggenda dell'esaltazione della figura dell'apostolo. Leone, tornato dall'ambasceria, per ringraziare il primo papa (ovvero le casse) avrebbe fatto fondere la statua di Giove capitolino, utilizzandone il bronzo per quella di San Pietro, che ora si trova nella navata centrale della basilica vaticana. Leggende a parte però, è un dato di fatto che i cittadini romani, passato il pericolo, finirono gradatamente per non partecipare alle numerose funzioni religiose istituite da Leone in onore di S. Pietro, per commemorare la salvezza della città; essi preferivano andare a vedere i giochi nel circo. Very Happy Leone li rimproverò aspramente, ma ormai la società romana era poco propensa a fare penitenza e lo stesso imperatore, ormai ritornato a Roma, non dava certo il "buon esempio". Wink (come vedremo nell'ultima parte)
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    Messaggio Da Lemond Lun Ago 18, 2014 9:34 am

    Nera luce, parte Nona (I)

    Neuroni, Mente, Anima, Algoritmo: Quattro ontologie



    Il segreto è qui con me, e me. Così reale che posso toccarlo anche in questo momento, basta che porti una mano alla testa, tocco la scatola ossea. Nella scatola sta chiuso quel piccolo cavolfiore di carne speciale; nel cavolfiore c'è la mia mente, in essa c'è il mondo.
    E' stato lui a farmi scrivere questo libro.

    Neuroni

    Il cervello a prima vista non è molto diverso da un fegato, entrambi se il sangue non arriva ... Il fegato pesa il triplo del cervello, entrambi sono strutture e fanno cose altamente sofisticate, ma la differenza inconcepibile è che dalle cellule epatiche, oltre ai liquidi, non esce niente, mentre dalle cellule celebrali, oltre ai liquidi, esce qualcosa che non è osservabile in alcuna parte del corpo e dello spazio esterno, però ... Qualcuno la può chiamare soggettività, io, coscienza, mente, pensiero.
    Il solo indizio che candidi i neuroni ad un rapporto privilegiato con la mente è che sono rintracciabili, sull'albero porfiriano, solo molto in alto e precisamente a partire dal livello dei viventi senzienti (cioè degli animali) e che la loro presenza aumenta in proporzione ai gradi di libertà di comportamento degli animali stessi. Nel cervello di alcuni mammiferi e dell'uomo i neuroni celebrano al più alto grado la loro unificazione reciproca e questa unità non può essere separato dalla complessità. Il cervello è forse il sistema più complesso dell'universo finora esplorato.
    Nella storia della filosofia è problema ricorrente quello dell'unificazione del molteplice: ontologicamente è il più impressionante protendersi della materia plurale-dispersa-estesa a superare, con se stessa, se stessa. E lo fa quasi riflettendosi. Riuscirà nei secoli il cervello a capire completamente il cervello?
    Ultima osservazione: nel cervello si può leggere attività interna, ma in nessun modo vi si può leggere mente. (Capiremo meglio quest'ultima asserzione, chiarendo appunto l'ontologia della mente).
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    Messaggio Da Lemond Mar Ago 19, 2014 8:29 am

    San Leone I (Magno) 440-461 (ultima parte)

    Valentiniano III (infatti) fu assassinato dal senatore Petronio Massimo
    perché l'imperatore aveva recato oltraggio a sua moglie Anicia. Il senatore
    divenne anche imperatore e riuscì poi a sposare Eudossia (la moglie di
    Valentiniano III che era ignara dei fatti). Una volta, però, venutone a
    conoscenza, l'orgogliosa figlia di Teodosio si vendicò nel peggiore dei
    modi, invocando di nascosto l'intervento di Genserico, re dei Vandali, il
    quale non si fece pregare e arrivò nel 455. Petronio Massimo non sapeva che
    fare e consigliò tutti di fuggire e fu ucciso, mentre Leone si accinse a
    salvare la città come aveva fatto con Attila, ma il Vandalo non si
    accontentò di un semplice tributo e concesse al papa solo di salvare le tre
    più grandi basiliche della città. La spoliazione fu condotta in maniera
    sistematica in ogni parte della città e Genserico trascinò in Africa, come
    schiavi, migliaia di Romani e, tra essi, la stessa Eudossia, colei che aveva
    causato tutta quella rovina. Dopo che i Vandali ebbero ripreso il mare ci fu
    un altro periodo di ricostruzione, seppure lenta e Leone fu in prima fila,
    perché ormai gli imperatori stavano diventando figure sbiadite: La leggenda
    gli procura anche il nome di "Defensor urbis", non certo i romani coevi, il
    cui comportamento si rivelà quello tipico dei romani di sempre: "tiriamo a
    campa", senza tanti ringraziamenti per nessuno. Leone fu il primo papa a
    poterlo constatare di persona e probabilmente a capirlo, da autentico romano
    qual era. Wink
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    Messaggio Da UribeZubia Mar Ago 19, 2014 5:57 pm

    Lemond ha scritto:San Leone I (Magno) 440-461 (ultima parte)

    Valentiniano III (infatti) fu assassinato dal senatore Petronio Massimo
    perché l'imperatore aveva recato oltraggio a sua moglie Anicia. Il senatore
    divenne anche imperatore e riuscì poi a sposare Eudossia (la moglie di
    Valentiniano III che era ignara dei fatti). Una volta, però, venutone a
    conoscenza, l'orgogliosa figlia di Teodosio si vendicò nel peggiore dei
    modi, invocando di nascosto l'intervento di Genserico, re dei Vandali, il
    quale non si fece pregare e arrivò nel 455. Petronio Massimo non sapeva che
    fare e consigliò tutti di fuggire e fu ucciso, mentre Leone si accinse a
    salvare la città come aveva fatto con Attila, ma il Vandalo non si
    accontentò di un semplice tributo e concesse al papa solo di salvare le tre
    più grandi basiliche della città. La spoliazione fu condotta in maniera
    sistematica in ogni parte della città e Genserico trascinò in Africa, come
    schiavi, migliaia di Romani e, tra essi, la stessa Eudossia, colei che aveva
    causato tutta quella rovina. Dopo che i Vandali ebbero ripreso il mare ci fu
    un altro periodo di ricostruzione, seppure lenta e Leone fu in prima fila,
    perché ormai gli imperatori stavano diventando figure sbiadite: La leggenda
    gli procura anche il nome di "Defensor urbis", non certo i romani coevi, il
    cui comportamento si rivelà quello tipico dei romani di sempre: "tiriamo a
    campa", senza tanti ringraziamenti per nessuno. Leone fu il primo papa a
    poterlo constatare di persona e probabilmente a capirlo, da autentico romano
    qual era. Wink

    Romano d'adozione comunque...essendo nato a Volterra. Smile
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    Messaggio Da Lemond Mer Ago 20, 2014 8:52 am

    Giusto Uri, si vede che il mio inconscio aveva rigettato il fatto che fosse toscano. Wink
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    Messaggio Da Lemond Gio Ago 21, 2014 9:26 am

    S. Ilario (461-468)

    Quel diacono sardo era uno dei legati fuggiti dal Concilio di Efeso ed è stato classificato da alcuni come una modesta controfigura del predecessore. Sul giudizio negativo espresso nei confronti di questo papa influisce l'inconsulta passione "mecenatizia" per la decorazione dei templi cristiani, con "spreco" enorme di oro e argento. Mentre Roma precipitava nella miseria, come stigmatizza il Gregorovius, le chiese si coprivano di pietre preziose e le basiliche traboccavano di ... davanti a un popolo che si era dissanguato nel tentativo di armare un esercito e una flotta contro i vandali. Evil or Very Mad 
    E' di fronte a questi eccessi che perde valore la persona di Ilario, proprio perché viene meno quell'aspetto sociale che la figura di un papa dovrebbe avere. L'uso della ricchezza per il solo aspetto esteriore del culto diventa un atto di accusa che il tempo non ha potuto non lanciare contro papi dello stampo di Ilario. E poi in quei tempi si doveva pensare soprattutto ad accantonare tanta "provvidenza" per le eventualità più sinistre che, purtroppo chiunque poteva veder ingigantire all'orizzonte!
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    Messaggio Da Lemond Sab Ago 23, 2014 8:46 am

    Nera luce, parte Nona (II)

    La mente, come si coglie per autocoscienza è un "quid" completamente diverso da qualsiasi oggetto accessibile alla fisica latamente intesa. Questo non scalfisce l'interesse delle linee di ricerca quali le neuroscienze, ma impone un dualismo fenomenologico.
    L'immaterialità della mente può essere accertata almeno a quattro livelli:
    a) sensi esterni: percezione
    b) sensi interni: immaginazione-fantasia
    c) intellezione: concetto, giudizio, ragionamento
    d) autocoscienza.

    La sensazione/percezione non è, in quanto sentita, un fatto fisico, ma intenzionale. Non ha estensione o figura o volume, è estranea alle scienze fisiche ed è inaccessibile agli strumenti scientifici. Solo la mente conosce la mente ed è fondamentale qui la differenza fra sensazione e registrazione, che questa sì è un fenomeno fisico accertabile dall'esterno della mente.

    (segue)
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    Messaggio Da Lemond Sab Ago 23, 2014 8:49 am

    Nera luce, parte Nona (III)

    La caratteristica della immaginazione o fantasia è che io mi rappresento degli enti sensibili, anche in loro assenza: posso "vedere" ad occhi chiusi" o "udire" nel silenzio. Però l'immaginazione è solo di oggetti materiali, accessibili ad uno almeno dei sensi: ci possiamo fare immagini di oggetti fisici assenti o inesistenti, ma non abbiamo immagini di universali.
    Se poi si va la di là della mente sensitiva e cioè al concetto, la tesi dell'eterogeneità si rafforza, perché il livello intellettivo supera essenzialmente tutti i sensi. Per fare un es. (la scrittura) è evidente che il segno grafico (significante) non ha niente a che vedere con il significato, il concetto è cosa totalmente diversa dal grafismo *CONCETTO*.
    Al livello dell'autocoscienza o dell'io umani, l'eterogeneità, rispetto alla materia, si esalta ancora di più. La coscienza umana è:
    a) trascendentale, nel senso che va al di là del mondo empiricamente dato, per quanto immane
    b) riflessiva, nel senso che esercita azione non-transitiva su sé medesima.
    Ergo la mente possiede tutta una serie di caratteristiche ontologiche opposte a quelle della materialità e, nel riassumerle, non vedo perché non usare il termine spiritualità.
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    Messaggio Da Lemond Dom Ago 24, 2014 8:36 am

    San Simplicio (468-483)

    Sotto il suo regno si verificarono tre eventi drammatici nella storia di Roma:
    a-b) il saccheggio di Ricimero e la peste nel 472 (quest'ultima stroncò anche il primo)
    c) la caduta dell'impero d'occidente

    Odoacre il 23 agosto 476 assumeva il tiolo di re d'Italia, confermato in carica dal Senato e l'imperatore d'Oriente Zenone finì per riconoscerlo come "patricius" e confermare che l'Italia era ormai in mano ai barbari.
    Il papa non poté che accettare tale situazione, nonostante che Odoacre fosse ariano, perché tutto sommato la caduta dell'impero faceva diventare la chiesa di Roma come unica fonte del potere tradizionale. La Chiesa, con il riconoscimento della cittadinanza a quei tenaci germani che avevano distrutto l'impero, gettò il ponte che avrebbe unito l'antico (Roma) al nuovo (impero romano-germanico. (segue)
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    Messaggio Da Lemond Lun Ago 25, 2014 10:27 am

    Nera luce, parte Nona (IV)

    Avvertenza


    Riguardo la definizione di mente, devo precisare che il punto cruciale è non tanto la consapevolezza come oggetto separato, quanto le esperienze consapevoli. Un sonno senza sogni, una pulsione inconscia, un comportamento abitudinario (come camminare, parlando) sono non-mente; l'accorgersi del fuoco o del leone, da parte della gazzella vigile, che sceglie una linea di fuga, è invece mente. Quindi ai nostri fini c'è consapevolezza anche in assenza dell'io che riflette o, in altre parole, c'è coscienza, anche senza autocoscienza e quindi si può attribuire mente anche agli animali superiori. Non solo: non è nemmeno sicuro che la coscienza più "alta" sia la più "iica" (o riflessiva); proprio le "peak experiences" (Maslow) estetiche, ontologiche, erotiche, contemplative, sapienziali vengono regolarmente descritte come accompagnate da una minimizzazione dell'egoità.

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