Ma per piacere Lemond ...
E chi dovrebbe riconoscere il vero? Quattro leccaculo nominati dall'Uci?!
Vi prego abbandoniamo gli esercizi accademici e guardate alla effimera realtà della situazione.
Poi capisco che non tutti abbiano percezione del livello di questa dirigenza (e soprattutto del livello della loro corruzione).
O forse dobbiamo lasciare anche in questo caso il tutto ad un "giudizio equitativo"
Stop, ferma. Fermiamoci prima di trascendere nel ridicolo.
Siamo in un contesto dove arbitrio (sì quello tanto caro alla tua normale retorica carissimo Lemond) e discrezionalità (deroghe a gogo) la fanno da padrone.
Siamo nel contesto dei commissari internazionali dominati dal "sistema Italia di Renato Di Rocco, dove le decisioni devono "tenere conto del contesto", leggasi rapporti politici ed equilibri nella mediazione degli interessi degli amici, con decisioni diverse fra chi siano i soggetti interessati.
Prof non ho capito il tuo penultimo post dove parli di "espulsione nel caso dell'incidente". Non ho capito cosa intendi e quale dei due fatti intendi (la gomitata dove l'espulsione era una opzione regolamentare e l'incidente dove invece le decisioni possibili erano di altro tipo).
Il rispetto e l'applicazione del regolamento sono una garanzia per tutti.
Con ciò che ho scritto, e che credo tu abbia letto molto sommariamente
, non avevo alcuna intenzione (l'ho anche precisato) di scadere nella contrapposizione di tifo o di gusti.
L'unico mio appunto a Froome è stato in merito alla corsa a piedi, una cosa inguardabile, perché anche uno juniores (prima tra le categorie in cui il cambio bici può essere permesso) sa che non si può correre senza la bici. Ivan quella pagliacciata è la negazione del ciclismo stesso.
Come si può negare che sia stato un gesto solamente plateale ad uso mediatico?
Agonisticamente è irreale. Se non vi fosse stata la neutralizzazione la sanzione per quella azione sarebbe stata una inevitabile quanto deprimente (per il Tour) espulsione.
A prescindere. Stiamo attenti a quando diciamo che la giuria ha fatto bene ad "interpretare" il regolamento!
Il compito di una giuria non è interpretare, anche se è invece giusto utilizzare il buon senso.
Da quando il nostro Di Rocco ha preso in mano la Commissione delle Giurie Uci si assiste a continue deroghe ed interpretazioni.
Dicevo che non hai letto bene il mio post, in quanto in merito alla gomitata, io, dovendo prendere per buona la scusa della difesa (dall'asta della bandiera del tifoso), non avrei applicato alcuna sanzione.
Sanzionare Froome con 200 CHF significava ammettere l'infrazione e conseguentemente non applicare il regolamento. E' come il caso dell'arbitro che dà il rigore per fallo da ultimo uomo e dispensa solo l'ammonizione a questo (e non l'espulsione), ovvero l'arbitro si inventa il regolamento. O non dai il rigore o espelli il giocatore che ha fatto il fallo.
Un caso analogo è successo all'ultimo Giro nella tappa conclusiva. La giuria si è inventata una deroga anche lì. La giuria ha tolto la vittoria a Nizzolo, ma non ha applicato la relativa sanzione (non interpretabile). O Nizzolo lo ammonivi e gli lasciavi la vittoria, o lo retrocedevi e gli toglievi anche 25 punti ulteriori della classifica della maglia rossa, come previsto dal regolamento.
Siccome senza quei punti Nizzolo avrebbe perso la maglia rossa, la giuria ha deciso da par suo per una deroga salomonica a suo arbitrio.
Tutti sanno dell'amicizia che intercorre fra il procuratore.ombra di Nizzolo (dirigente federale lombardo e organizzatore del campionato italiano 2016) ed il presidente federale Di Rocco.
E tutti hanno pensato che quella deroga fosse stata "telefonata".
Ennesimo precedente creato da questa gestione dissennata.
Nel caso di ieri, la decisione "a seguito di eventi eccezionali" è stata presa dalla commissione di giuria, ma è stata una investitura oltre i normali e massimi termini attribuibili a giudici sul campo.
Nessuno può negare che talvolta possa necessitare una interpretazione in una logica superiore di buon senso, ma questa non può essere lasciata ad una giuria.
L'interpretazione delle norme, come avviene nell'amministrazione giuridica ordinaria, andrebbe lasciata ad un organo superiore, una specie di "corte costituzionale" del ciclismo, che possa venire interrogata in due-tre ore, con consultazione online fra i componenti, il tutto previo poi una modifica ed integrazione del regolamento (in modo che non rimanga una azione discrezionale).
Oggi una cosa così è possibile.
Come fate a non comprendere il pericolo che si apre lasciando spazio a deroghe e decisioni discrezionali? Come ci si può fidare della gente di questa squallida e squalificata Uci, dopo le numerose nefandezze che abbiamo visto in questi decenni?!
Ieri ho letto un post bellissimo di uno storico e bravissimo commissario internazionale, Francesco Cenere, che quest'anno avrebbe dovuto presiedere il Giro d'Italia ed invece si è dimesso prima in totale disaccordo con la gestione nazionale ed internazionale dei commissari di giuria. Cenere è uno degli uomini di maggior esperienza, capacità decisionale e previsionale che il nostro ciclismo aveva. Se ne è andato sbattendo la porta per non avere più nulla a che spartire con questo schifo e col degrado dirigenziale del ciclismo.
La legge, il regolamento devono essere una garanzia per tutti. Oltre la legge c'è l'arbitrio per poco e poi solo giungla infinita.
Qua di seguito alcuni dialoghi su questi argomenti fra dirigenti del ciclismo, ex dirigenti ed ex ciclisti famosi, sorpresi dalle decisioni prese in modo extra-regolamentare.
www.facebook.com/angelo.francini.3/posts/1225658310786039
Questo è invece il post chiarissimo del bravissimo Francesco Cenere.
www.facebook.com/francesco.cenere/posts/10207013343432311
Qua alcuni articoli incentrati su questi argomenti:
http://www.ciclismo-online.it/2016/07/10/d...andava-espulso/
http://www.ciclismo-online.it/2016/07/14/c...galo-a-cookson/
http://www.ciclismo-online.it/2016/06/02/i...a-della-giuria/
www.ciclismo-online.it/2016/05/31/regole-queste-sconosciute/
Faccio una provocazione. Se in una prossima tappa Mollema, Porte, Aru, Quintana, lo stesso Froome, o chi per loro dovessero trovarsi in difficoltà sull'ultima salita consiglio vivamente di scattare dal gruppetto in cui si è resistito sino a quel punto e tamponare una moto per poi richiedere la deroga applicata allo Chalet. E' una provocazione naturalmente, ma a questo porta la "arbitraria" interpretazione regolamentare, non regolamentata.
Altro che creazionismo, permettimi Lemondaccio, questo delle giurie Uci è "cazzonismo" all'ennesima.
Quanto accaduto è un TTIP dello sport, un sancire che le multinazionali hanno diritti diversi e superiori alle comuni aziende.
Poi non insisto, perché se strumentalmente ad una visione "politica" si passa sopra alle regole basilari di convivenza sportiva, allora fa bene Renzi a farsi la sua Costituzione e la sua legge elettorale di volta in volta a seconda della bisogna.
E poi i cattivi sono sempre i giudici e coloro che chiedono il rispetto della legge.
Del common sense non è previsto l'utilizzo nello sport. Basterebbe il buon senso, la buona misura e la buona creanza, quella che la dirigenza ciclistica mondiale ha perso da un pezzo.
Questo ciclismo non è più sport, è solo teatro, interpretazione di ruoli, fra politica, business, marketing e fuffa. Lo sport sta scomparendo.