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    "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo

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    "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo - Pagina 6 Empty "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo

    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 13, 2014 10:38 am

    Promemoria primo messaggio :

    C'è una discussione che è di valore assoluto che rischia di finire confinata ed archiviata in un 3d destinato all'oblìo.
    Chiedo agli attori di questa discussione di parlarne qua, perché è un argomento troppo importante ed interessante.
    Di seguito riporto alcuni post fondamentali.

    prof ha scritto:
    Lemond ha scritto:Infatti, dopo la Liegi di quest'anno con settanta corridori ai piedi di Ans (s.s.s.c.), avevo proposto a Ben (*) di organizzare un incontro a Milano con Magro/Berton/Aiello/Saligari/Martinello, Morris e quanti altri potessero andare, perché la crisi è grave e, se continua così, con le nuove tecnologie e i gregari sempre più forti, lo scenario rischia di essere lo stesso in quasi tutte le corse su asfalto.  Evil or Very Mad 

    (*) L'idea, partita da lui, sarebbe stata di un dibattito a tema sul forum, ma, se possibile, l'altra avrebbe tutt'altro spessore.
    Quanto mai auspicabile suscitare un incontro tra persone all'altezza di affrontare queste tematiche. In fondo anche noi tifosi siamo stakeholders di tutto rispetto ed è innegabile che chi scrive su di un forum abbia anche un qualche diritto di rappresentanza, essendo di fatto un'avanguardia e per di più' "pensante".

    Un solo appunto: non sono i gregari ad essere sempre più' forti ma, direi, i capitani che non sono dei draghi. Questo per sostenere che, forse, trattasi di situazione temporanea (in attesa di nuovi capitani più' forti).

    prof ha scritto:Posto che noi italiani vogliamo che la ns. corsa abbia i corridori migliori al via, i percorsi più' belli, lo svolgimento più' avvincente e la miglior copertura tv possibile, credo sarebbe nell'interesse di tutti suscitare la nascita di un qualcosa che assomigli molto ad un "Progetto salva-Giro e salva-Ciclismo". Avanti come ora si va al disastro.

    identificazione e dialogo tra gli stakeholders sarebbe la prima e più' logica azione da intraprendere, se non altro per verificare se fra tutti quanti è presente questa consapevolezza o se è soltanto frutto della fantasia malata di qualche fanatico e nostalgico follower oppure se vi sono interessi in campo tali da pregiudicare la salvaguardia della tradizione ciclistica (ciclismo europeo) a favore di progetti "altri" più' remunerativi e ricchi per una più' vasta platea di stakeholders.

    BenoixRoberti ha scritto:
    prof ha scritto:Quanto mai auspicabile suscitare un incontro tra persone all'altezza di affrontare queste tematiche. In fondo anche noi tifosi siamo stakeholders di tutto rispetto ed è innegabile che chi scrive su di un forum abbia anche un qualche diritto di rappresentanza, essendo di fatto un'avanguardia e per di più' "pensante".
    Caspita, che osservazione pentastellata Laughing
    Scherzi a parte, non è solo un diritto, ma anche una grossa opportunità per chi organizza e per i principali "shareholders" (così resto nel tuocampo Wink) delle società organizzatrici.
    Un amico, genitore di due ragazzi di scuola media, mi ha detto che da quando sono i genitori ed i ragazzi ad imbiancare i locali della scuola, questi sono più puliti e curati, senza scritte e danneggiamenti in genere. Il lato negativo (economico) lo sappiamo, ma quello positivo è che la condivisione fa percepire come loro le cose importanti (pubbliche) alle persone.
    Vale anche per il Giro ed il ciclismo nei confronti degli appassionati.
    Condivido completamente il concetto di radicale novità e buon senso.

    prof ha scritto:Un solo appunto: non sono i gregari ad essere sempre più' forti ma, direi, i capitani che non sono dei draghi. Questo per sostenere che, forse, trattasi di situazione temporanea (in attesa di nuovi capitani più' forti).
    Credo che i valori atletici abbiano un loro naturale andamento, un po' sopra, un po' sotto la media e che in questo momento si sia probabilmente un po' sotto. Ma non mi convincono mai le ipotesi di repentine cadute generazionali, lo dico sistematicamente e statisticamente.
    Ieri pensavo tra me dopo l'arrivo della Dunkerque.
    http://www.ciclopassione.com/t813p275-altre-corse-2014#6998
    Se Zingle avesse avuto la radiolina, la gara sarebbe finita allo stesso modo? O forse il suo ds lo avrebbe telecomandato su cosa fare?
    Io so che con quell'errore e senza la radiolina mi sono goduto il gesto atletico e l'esperienza "maturata" di Engoulvent.
    Al Fiandre, senza radioline, Kristoff sarebbe rientrato sul trio di testa e la corsa sarebbe esplosa nel finale piatto con massimo gusto per lo spettacolo. Le fughe del Giro sono letteralmente castrate dalle disposizioni delle ammiraglie, che ti dicono i secondi al chilometro da recuperare in funzione del percorso, con tutta la potenzialità di calcolo dall'ammiraglia, messa a disposizione in tempo reale ai corridori.
    Una volta si diceva "la corsa la fanno i corridori", adesso si potrebbe tranquillamente dire "la corsa la fanno i direttori sportivi". E questa cosa non mi piace per nulla. Il ds deve comandare alla mattina o urlando lungo il percorso. Stop.
    Ieri sentivo di Cecchinel che è uscito alla morte per rientrare sulla fuga, "costretto" da Scinto. Tutto bello, ma preferivo che Cecchinel lo facesse di sua sponte.

    Il sistema attuale del ciclismo è nemico dello spettacolo ed è un motore di indiscriminato livellamento verso la mediocrità, intesa proprio come suicida tendenza matematica alla media (un po' di corridori a tutti gli organizzatori, un po' di spettacolo, un po' poco di tutto ... insomma NIENTE.
    I correttivi li sappiamo, non ultimo quello di limitare o proprio impedire l'invasione tecnologica (pensiamo ai Google Glass) come detto da Lemond.

    Ps. Carlo parlane con il Magro e cominciamo dal virtuale. Il Magro, oltre che ciclista/commentatore è anche un buongustaio conoscitore di varie altre discipline, un enorme eclettico insomma.

    salvatore ha scritto:
    prof ha scritto:Un solo appunto: non sono i gregari ad essere sempre più' forti ma, direi, i capitani che non sono dei draghi. Questo per sostenere che, forse, trattasi di situazione temporanea (in attesa di nuovi capitani più' forti).
    In bicicletta negli ultimi anni si corre più forte e quindi anche la fisica ci insegna che stare al vento costa di più, quindi stare in gruppo il più a lungo possibile è sicuramente una cosa utile. I gregari aiutano a questo, inoltre permettono di ricucire sulle fughe e poi staccarsi cedendo il posto ad altri gregari altrettanto forti per fare il lavoro nel finale.

    Inoltre i gregari spesso sono capitani in altre gare o capitanti di altre squadre gli anni precedenti che, per compensi maggiori, vanno a lavorare per altri.

    Prima corridori forti erano 7/8, 2 italiani, 2 belgi, 1 francese, 1 olandese, 1 spagnolo e pochi altri ed andavano forte su tutti i percorsi. Ora a questi aggiungi lussemburghesi, svizzeri, tedeschi, cechi, russi, australiani, americani, britannici ecc, quindi corridori di livello ce ne sono di più e questo porta ad un livellamento fra capitani.

    Tranne alcune eccellenze, vanno forte tutti allo stesso modo. Questo è un problema per il ciclismo spettacolare.

    Lemond ha scritto:
    BenoixRoberti ha scritto:Infatti preferisco proprio per questo, al di là dello sbattimento per un reale convegno, un disimpegnato evento online, dove in tanti possano esplicitare le proprie idee.
    Ad un convegno ci possono partecipare qualche decina, max centinaia di persone. Una iniziativa online rimane, viene letta ed approfondita invece da molti altri.
    Abbiamo avuto già ampia prova della efficacia comunicativa ormai enorme della rete.
    E' uno strumento da mettere a frutto anche nel ciclismo.

    Secondo me la rete può essere preparatoria, per avere spunti di discussione, ma per un cambiamento vero, occorre altro. Qualcuno dovrebbe essere capace di presentare le idee di "Salvatore" Smile  attraverso una proposta concreta e quindi non da leggere, ma da attuare. E chi meglio dei telecronisti, che sono al centro dello spettacolo (o no) potrebbe farlo?[/quote]

    prof ha scritto:
    salvatore ha scritto:
    prof ha scritto:Un solo appunto: non sono i gregari ad essere sempre più' forti ma, direi, i capitani che non sono dei draghi. Questo per sostenere che, forse, trattasi di situazione temporanea (in attesa di nuovi capitani più' forti).
    In bicicletta negli ultimi anni si corre più forte e quindi anche la fisica ci insegna che stare al vento costa di più, quindi stare in gruppo il più a lungo possibile è sicuramente una cosa utile. I gregari aiutano a questo, inoltre permettono di ricucire sulle fughe e poi staccarsi cedendo il posto ad altri gregari altrettanto forti per fare il lavoro nel finale.

    Inoltre i gregari spesso sono capitani in altre gare o capitanti di altre squadre gli anni precedenti che, per compensi maggiori, vanno a lavorare per altri.

    Prima corridori forti erano 7/8, 2 italiani, 2 belgi, 1 francese, 1 olandese, 1 spagnolo e pochi altri ed andavano forte su tutti i percorsi. Ora a questi aggiungi lussemburghesi, svizzeri, tedeschi, cechi, russi, australiani, americani, britannici ecc, quindi corridori di livello ce ne sono di più e questo porta ad un livellamento fra capitani.

    Tranne alcune eccellenze, vanno forte tutti allo stesso modo. Questo è un problema per il ciclismo spettacolare.

    Ti confesso che il primo argomento da te citato (materiali nuovi, velocità piu' elevate) mi ha colpito.
    Se ci rifletto pero', ci sono argomenti anche per ribattere a questa obiezione (incidentalmente vorrei anche dirti che lo faccio in veste di avvocato del diavolo, non voglio che tu abbia l'impressione che sia qui a tutti costi a sostenere una mia tesi preconcetta).
    E' vero che la resistenza aerodinamica è  funzione del quadrato della velocità e pertanto, minimi aumenti di quest'ultima fanno si' che lo sforzo necessario per vincere la resistenza siano sensibilmente elevati. Se questo si applica certamente in pianura a 40 all'ora, non è però altrettanto vero in salita a 20 all'ora, dove rimanere a ruota arreca pochissimo o meglio quasi nessun vantaggio.


    Se rimaniamo al caso della LBL, ma possiamo tranquillamente estenderci a tutte le classsiche ed a tutte le gare, una Redoute corsa allo spasimo, già di per sè, avrebbe tagliato le gambe a tutti i velocisti (seppur atipici alla Gerrans) rendendo problematico il loro recupero. Fino a non molto tempo fa, i capitani mandavano i gregari a tirare alla morte sulla Redoute, col proposito di vedere chi c'era e chi non c'era e di stanare quelli che erano al gancio. Una volta fatta chiarezza, in tutti i sensi, poichè potevi immediatamente capire da chi dovevi guardarti e da chi no, cominciava la gara e i piu' forti se ne andavano senza che nessuno rientrasse piu'. Nota bene che è ciò che poi continua ad accadere tra Fiandre e Roubaix dove il divario tra Cancellara/Boonen ed il resto è fisicamente palpabile.

    Sarebbe anche doveroso obiettare che le medie di oggi (con biciclette che non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle di solo 20 anni fa) non sono tanto piu' elevate delle medie di ieri. Addirittura io ricordo del primo Fiandre, vinto da Magni nel 1949,

    (http://www.ilmiovideosport.it/individuali/ciclismo/giro-delle-fiandre/player/144/1828.html)
    con una bici di un peso quasi doppio se rapportato ad oggi e con cambio a bacchette posteriori (significa che per cambiare dovevi smettere di pedalare e dare due colpi di pedale all'indietro)
    "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo - Pagina 6 Bartal10
    alla media di oltre 36 km/hr.

    Allorchè il cambio diventò a comando posto sul tubo obliquo senza la necessità della contropedalata,, le medie iniziarono subito a salire per arrivare ai 40 km/hr quando ancora il rapporto minimo ammesso era il 49x23 poichè non era tecnicamente possibile averne di piu' agili - il 46 venne introdotto solo verso il '60. Da quegli anni le medie hanno sempre viaggiato sul filo dei 40/42, come oggi. 
    Sono considerazioni che, volenti o nolenti, hanno un loro peso.


    E poi, francamente, si tratta di una discussione che esiste da quando esiste il ciclismo. Ora, io non dico di prendere per oro colato quanto vado dicendo ma, quantomeno, diamo tempo al tempo. Intanto però sarebbe giusto dare corso a quelle modifiche che andiamo propugnando da tempo: una su tutte, squadre di 6/7 corridori e, perchè no, via le radioline.

    salvatore ha scritto:Le cause sono concomitanti. Il fatto che in salita si va più piano è che i corridori non hanno le palle, anche perchè dopo le salite ci sono tratti di discesa e soprattutto pianura e quindi un gruppetto con qualche gregario è molto più confortevole. Però manca il coraggio, questo è sicuro, la Liegi 2014 è un esempio. Pozzovivo e Caruso avevano il coraggio e anche le gambe, Valverde e Gerrans avevano i gregari.

    Poi se le tappe di salita dei grandi giri le fanno tutti insieme fino a 2 km dall'arrivo, non vedo soluzione.

    Forse fra le varie cause c'è anche una carenza di bagaglio tattico di alcune squadre. Capita spesso che si corre al rovescio.

    prof ha scritto:
    Lemond ha scritto:
    salvatore ha scritto:Le cause sono concomitanti. Il fatto che in salita si va più piano è che i corridori non hanno le palle, anche perchè dopo le salite ci sono tratti di discesa e soprattutto pianura e quindi un gruppetto con qualche gregario è molto più confortevole. Però manca il coraggio, questo è sicuro, la Liegi 2014 è un esempio. Pozzovivo e Caruso avevano il coraggio e anche le gambe, e Gerrans aveva i gregari.

    Poi se le tappe di salita dei grandi giri le fanno tutti insieme fino a 2 km dall'arrivo, non vedo soluzione.

    Forse fra le varie cause c'è anche una carenza di bagaglio tattico di alcune squadre. Capita spesso che si corre al rovescio.

    Forse la soluzione è nel proporre qualcosa di rovesciato, perché se la salita importante è posta alla fine, è chiaro (o quasi) che tutti aspetteranno quella e poi, per essere tranquilli, gli ultimi km. della stessa.
    Ah, sono d'accordissimo ! Il problema sta anche in chi ha il manico in questo momento, organizzatori e rai in primis (io li chiamo "stakeholders" che è una figura fondamentale in tutti i progetti: gli stakeholders sono coloro che hanno un qualche interesse nel progetto, dai corridori, agli organizzatori, alla rai, alle squadre con i loro sponsor, ai giornalisti, al cittadino che si trova la strada bloccata dal passaggio di una gara e, forse i piu' importanti di tutti, gli appassionati). I percorsi, primariamente dei GG, vanno adattati alla realtà del momento: se sai che ponendo un arrivo in salita non si muoverà nessuno fino ai - 2 km, dovresti evitare di farlo: le gare dovrebbero arrivare nei paesi a fondovalle, dopo una bella discesa e, magari, dopo un bel tappone di oltre 200 km con 4 o 5 bei passi di 1a cat.
    Se lo spirito dei tempi viene recepito financo dall'unico che non dovrebbe assolutissimamente mai esserne condizionato per definizione (Papa Francesco), dovrebbe essere invece come il faro nella notte per gli organizzatori di un Giro.

    prof ha scritto:
    salvatore ha scritto:
    Lemond ha scritto:Per quanto riguarda sempre la Liegi, per scremare il gruppo Valverde i gregari non li aveva, altrimenti l'avrebbe fatto, mentre Gerrans poteva essere protetto tranquillamente dai suoi e riportato in gruppo. Infatti sulla Redoute erano rimasti in pochi, ma poi ...
    Valverde ha pensato di giocarsi la vittoria in una volata ristretta ma non si aspettava Gerrans così in palla anche alla Liegi. Se fosse scattato magari in un gruppetto avrebbe dovuto correre contro tutti. Dopo tutto ha scelto la tattica migliore, salvo trovarsi un Gerrans nel finale.
    A proposito di gregari , cade a fagiolo ricordare com'era anche ai tempi di Merckx, in cui giornalisti e appassionati (non estimatori del belga) erano concordi nell'affermare che Eddy e tutta la sua squadra stavano uccidendo il ciclismo. Si diceva che Eddy avesse la squadra migliore, con gregari che avrebbero tranquillamente potuto essere capitani in altre formazioni. Era difficile dar loro torto. Il problema consisteva proprio nel fatto che, quando costoro aprivano le danze sulla Redoute di turno, davanti rimanevano solo Merckx, Gimondi, Pollentier, Janssen e, a volte, pochissimi altri. I gregari di Eddy erano campioni a loro volta, capaci di operare selezioni che nemmeno ce le sognamo e vedi allora, ancora una volta, che  tutto si tiene: se i gregari sono deboli, è inutile averli, cosi' come se il campione non è tale, non bastano i gregari a farlo diventare.

    Personalmente ho la convinzione, da qualche tempo, che il panorama attuale sia abbastanza sconfortante: corridori in genere di non eccelsa levatura, capitani e gregari che siano. Ci sono anche delle cause molto precise: demotivazione nel far crescere le categorie giovanili (anche qui vi sono responsabilità precise e ben identificabili), una UCI privatizzata che, guardando ai paesi emergenti, si sta lasciando indietro l'Europa, organizzatori forse non all'altezza del momento.

    E' possibile che mentre abbiamo le strade percorse da migliaia e migliaia di cicloturisti over 40, abbiamo di converso meno di un migliaio di ragazzini e ragazzi tra esordienti, juniores e dilettanti, quando pochi anni fa questa cifra era 3 volte tanto e piu' ?

    E' possibile in quanto è esattamente quel che accade e sappiamo anche tutti quanti perchè accade.


    Ultima modifica di BenoixRoberti il Sab Lug 26, 2014 3:38 pm - modificato 1 volta.

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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Gen 19, 2016 10:54 am

    Aggiungo anche io un argomento di valutazione.
    Una curiosità che potrebbe stravolgere tutto il ciclismo in circuito in futuro.
    Nella tappa di chiusura del Santos Women's Tour Down Under la corsa non aveva un chilometraggio specifico, bensì era stabilito che le ragazze corressero per un'ora e transitate dal traguardo a quel punto avrebbero dovuto compiere due giri.
    "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo - Pagina 6 Final_10
    Il sistema garantirebbe l'inserimento in palinsesto televisivo con margini di errore ridottissimi.
    Trattandosi di gara Uci mi sono chiesto se le regole della stessa permettano questa cosa.
    Sono rimasto senza risposta, perché non vi ho trovato cenno. Probabile una deroga alla organizzazione.
    Ma cosa succederebbe se questa cosa venisse proposta per le gare in circuito in futuro?
    Anzi potrebbe valere anche per le gare in linea con finale in circuito, ovvero a quella da data ora al transito dal traguardo ancora due giri.
    Come cambierebbe la psicologia del ciclismo? confused
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    Messaggio Da Lemond Mar Gen 19, 2016 1:16 pm

    A me, che sono il contrario del *tradizionalista*, le innovazioni piacciono quasi sempre. Wink
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Gen 19, 2016 2:56 pm

    Non sono ideologicamente contrario, anche perché in alcune gare minori potrebbe anche starci.
    In fondo il tie-break nel tennis e il nuovo sistema di gara dei match di pallavolo hanno introdotto dei calmieratori di durata dell'evento, ben spalleggiati dalle esigenze televisive.

    Ciò che temo è una radicale introduzione anche nel ciclismo, ovvero anche per le gare più importanti (es. mondiale).
    Mi chiedo come questo possa modificare geneticamente questo sport. Un conto è fare una fuga di 100 Km e un altro è fare una fuga di 2 e 20 minuti.
    La psicologia tra le due cose è radicalmente diversa.
    Non dico altro, lascio a voi.
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    Messaggio Da leonzi Mar Gen 19, 2016 4:07 pm

    è lo stesso meccanismo della corsa a tempo su pista, tipo di gara non olimpica-non mondiale né regolamntata Uci, ma regolamentata da alcune federazioni (mi sembra anche al nostra), oppure del mezzofondo-derny, che l'Uci ammette anche in forma di corsa sulla "distanza" di 1 ora.
    Ritengo la pista, soprattutto nelle specialità meno note, un'ottimo luogo da cui pescare idee per rinnovare alcune corse (ad esempio le staffette tipo Madison al posto delle noiosissime cronosquadre dei GT), anche se va fatto tutto con la consapevolezza che si tratta comunque di uno sport diverso. La proposta avanzata in Australia non mi dispiace e va incontro ad una forma di promozione, ma senza dubbio se cambi le regole cambierà anche il modo di interpretare la corsa. Gli esiti staranno certamente nell'atteggiamento di chi fa la corsa (se vuoi farti 100km di fuga li potrai ancora fare: parti presto e vai forte), ma penso che le prime volte vedrebbero il verificarsi di svarioni da parte di chi insegue.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Gen 19, 2016 4:19 pm

    leonzi ha scritto:La proposta avanzata in Australia non mi dispiace e va incontro ad una forma di promozione, ma senza dubbio se cambi le regole cambierà anche il modo di interpretare la corsa. Gli esiti staranno certamente nell'atteggiamento di chi fa la corsa (se vuoi farti 100km di fuga li potrai ancora fare: parti presto e vai forte), ma penso che le prime volte vedrebbero il verificarsi di svarioni da parte di chi insegue.
    Interessante osservazione. Non voglio però interpretare troppo la cosa, percui ti chiedo una spiegazione con esempi.

    In effetti io ho evidenziato solo dei contro, mentre questo sarebbe un pro non da poco.
    Avere delle corse col tie-break in effetti permetterebbe ad alcuni di testarsi con le fughe ragionando su parametri a tempo. Mi alleno a restare in fuga per 30 minuti ... giusto per fare un esempio.

    Credo che i pistard e l'allenamento in pista verrebbe in effetti valorizzato, come pure sarebbe valorizzata l'esperienza endurance su pista nel caso delle staffette a cronometro da te proposte.

    In generale, una cosa credo si possa affermare. Introdurre meccanismi di gara diversi, sulla distanza, a tempo + distanza breve, crono variegate (tradizionale, a squadre complete, mini-squadre, staffette) renderebbe più vario lo sforzo e renderebbe più arduo il mettere a fuoco dei punti di riferimento, perché il ciclismo non deve prescindere dalla "avventura".
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    Messaggio Da leonzi Mar Gen 19, 2016 4:49 pm

    In uno sport come il ciclismo, la modalità di svolgimento di una corsa è uno simolo ad adottare certi comportamnti. se lo sprint su pista (in velodromo) si svolgesse sui 100 metri da fermo, la gara sarebbe analoga ai 100 metri di atletica: uno scatto e una accelerazione a chi arriva primo, senza starsi troppo a guardare. Siccome si svolge su tr giri di pista, allora vedi un comportamento di "gatto che gioca col topo", una gara totalmente diversa.
    Analogamente su strada, se cambi il riferimento da distanza a tempo, si svilupperanno atteggiamenti diversi, immagino nelle tempistiche di andare in fuga e suprattutto nelle modalità di controllo. Andare in fuga presto significherà ancora volontà di fare corsa dura, ma nel senso che pedaleremo per più tempo, non il contrario. 
    Sui tuoi timori di vedere questa modalità allargata a gare importanti, si potrebbero comunque mantenere le durate tipo: se un modiale dura generalmente 7 ore e passa, puoi impostare la corsa sulle 6 ore e 30 + 2 giri di circuito da 15 km ognuno, ed ecco che sei oltre le 7 ore. Il problema sarebbe l'intensità a cui verrebbero corse le 6 ore e 30. Ma questo problema ce l'abbiamo anche ora: se un modiale "programmato" per durare 7 ore e 20 alla fine dura 8 ore, significa che sono andati a spasso. A questo punto la domada è: è più dura una corsa di 8 ore su 270 km o una di 260 (scaturenti dalle 6 ore e 30 + 2 giri) che però è durata quasi un'ora di meno?
    Sulla questione di introdurre elementi che rendano difficile individuare punti di riferimento sono pienamente d'accordo con te.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mar 29, 2016 3:03 pm

    Quali riforme sono più necessarie al ciclismo di quelle che potrebbero portare ad una maggiore sicurezza?!

    PROPOSTE PER UN CICLISMO IN SICUREZZA
    - RIDUZIONE DEL NUMERO TOTALE DEI PARTENTI PER LE GARE IN LINEA - MAX 180 PARTENTI
    - RIDUZIONE DEL NUMERO PARTENTI PER SINGOLA SQUADRA (7 per GARE A TAPPE, 6 per GARE IN LINEA)
    - UTILIZZO DELLE COMUNICAZIONI RADIO RISERVATO ALLE DIREZIONI DI GARA PER LA SOLA SICUREZZA ED IL SERVIZIO ASSISTENZA
    - ELIMINAZIONE DELLA PERICOLOSA E ANTIQUATA ZONA DEL RIFORNIMENTO - RIFORNIMENTO SOLO DALL'AUTO E IN ZONE SICURE INDICATE DALL'ORGANIZZAZIONE
    - MAGGIORE REGIMENTAZIONE DELLA PRESENZA IN GARA DEI FOTOGRAFI E DEI CINEOPERATORI
    - COINVOLGIMENTO ANCHE DEL COLLEGIO COMMISSARI NEL FISSARE DISPOSIZIONE E NUMERO DELLE MOTO DI SERVIZIO PRESENTI NELLA PROSSIMITA' DELLA CORSA
    - DISTANZA OBBLIGATORIA DI ALMENO 20 METRI FRA I CORRIDORI E MEZZI CHE SEGUONO
    - NORME DECISAMENTE STRINGENTI CIRCA IL SORPASSO DELLA CORSA (MAX 20 Km/h PIU' VELOCI DELLA CORSA)
    - RIPRISTINARE UNA AUTOREVOLE DIREZIONE DI CORSA PER LA GESTIONE ED IL CONTROLLO DEL SEGUITO CORSA E DEI SORPASSI
    - SANZIONI PESANTI PER LE AMMIRAGLIE CHE NON TENGONO LA DESTRA (O LA SINISTRA in alcuni paesi ove è prescritto ciò)
    - STABILIRE UNA LARGHEZZA MASSIMA PER LE MOTO (es. eliminare pericolosi portapacchi)
    - DIVIETO DI SEGUITO A SUV E CROSSOVER
    - DIVIETO DI UTILIZZO IN CORSA DI POWERMETER E DI OGNI STRUMENTO CHE TOLGA ATTENZIONE ALLA CORSA ED ALLA SICUREZZA
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    Messaggio Da vallelvo Mar Mar 29, 2016 3:41 pm

    Auspico che qualcuno ti ascolti. Very Happy
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mar 29, 2016 6:13 pm

    vallelvo ha scritto:Auspico che qualcuno ti ascolti. Very Happy

    Come no ...


    Aprire con videolan:
    http://vod.stream.vrt.be/deredactie/_definst_/2016/03/1210160329563803421_864.mp4/playlist.m3u8


    Ultima modifica di BenoixRoberti il Mar Mar 29, 2016 8:09 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da vallelvo Mar Mar 29, 2016 7:57 pm

    Almeno anche oggi in tanti hanno reclamato per le troppe moto e macchine in corsa che mettono a repentaglio la salute dei ciclisti. 
    Questi mezzi sfrecciano a grande velocità sulle stradine del Belgio da far paura anche ai tifosi.
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    Messaggio Da leonzi Mar Mar 29, 2016 10:36 pm

    d'accordo su quasi tutti i punti.
    Ridurrei ancora di un componente  la numerosità delle squadre da te proposta.
    Non sono comunque sicuro che la ragione delle molte cadute sia attribuibile alla numerosità totale del gruppo, anche se comunque rende più difficile la gestione della corsa.
    Per quanto riguarda l'uso della tecnologia, si potrebbe utilizzar un sistema di avviso in caso di sorpasso da parte di una macchina/moto (hai presente il sistema di Garmin come "specchietto retrovisore"? Una cosa del genere)
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    Messaggio Da vallelvo Mar Mar 29, 2016 10:56 pm

    Ho riguardato gli ultimi km della corsa: non sono da meno i corridori, anche loro sono indisciplinati. Al km.19, salgono sul marciapiede, zigzagano tra i tifosi:  più disciplina anche da parte loro non sarebbe male. Ne va di mezzo  la salute.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Mar 30, 2016 12:02 am

    Questa sera ho avuto uno scambio "vivace" via twitter con il presidente della fedrazione belga di ciclismo. Quello che Tom Van Damme ha scritto per giustificare l'invasione dei marciapiedi da parte dei corridori è assolutamente inaccettabile e, mi sia permesso, anche irresponsabile.
    Peraltro vige una specifica regola dell'Uci che vieta espressamente tale infrazione.
    Embarassed pale IMBARAZZANTE

    https://twitter.com/TomVanDamme/status/714897131434348545
    https://twitter.com/TomVanDamme/status/714899798390882305
    https://twitter.com/TomVanDamme/status/714911303811395584
    https://twitter.com/inrng/status/714918554894802944

    Il presidente belga si esprime così:


    Peccato che vi sia la regola Uci che vieta tutto ciò espressamente:
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Mar 30, 2016 12:18 am

    La vita dei ciclisti è nella mani di questi irresponsabili che nemmeno conoscono le regole che approvano per pura ipocrisia.
    Adesso si capiscono anche le origine del caos che regna sovrano.
    Il ciclismo ha una classe dirigenziale che definire infima è un eufemismo generoso. capa sul muro
    Il calcio è pieno di disonesti, ma i nostri sono dei dementi, rubagalline, irresponsabili, e pure inspiegabilmente presuntuosi, gente a cui non affiderei un gatto.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Mar 30, 2016 12:28 am

    leonzi ha scritto:Per quanto riguarda l'uso della tecnologia, si potrebbe utilizzar un sistema di avviso in caso di sorpasso da parte di una macchina/moto (hai presente il sistema di Garmin come "specchietto retrovisore"? Una cosa del genere)
    La cosa che mi avvilisce è che gli appassionati ci mettono l'anima, si scervellano per trovare soluzioni e poi leggi quello che scrivono i boss del ciclismo e ti cadono le palle.
    Non male questa soluzione, resta il fatto che il corridore rimarrebbe comunque in balìa della tecnologia e ci sarebbe da chiedersi quanto possa essere efficace nel distinguere fra veicoli ed altri concorrenti in gara.
    Stante quella presenza tecnologica, comunque, why not?!
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    Messaggio Da vallelvo Mer Mar 30, 2016 9:53 am

    Ben, le persone come te rompono le scatole, ce ne fossero.
    Infastidiscono, chissà che i boss non aprano gli occhi e intervengano per far rispettare le regole: utopia?
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    Messaggio Da vallelvo Mer Mar 30, 2016 11:02 am

    Ieri il Presidente Cookson ha pubblicato una lettera aperta affrontando i tanti problemi sulla sicurezza nelle corse.

    Come si dice se son rose fioriranno.
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    Messaggio Da vallelvo Mer Mar 30, 2016 3:31 pm

    Su Velomag  intervista a Roberto Bettini sulla sicurezza nelle cose.

    In poche parole invita gli organizzatori a non pensare solo a incassare i soldi delle tessere ma a far entrare in gruppo motociclisti con esperienza consolidata...
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    Messaggio Da leonzi Mer Mar 30, 2016 9:39 pm

    BenoixRoberti ha scritto:
    leonzi ha scritto:Per quanto riguarda l'uso della tecnologia, si potrebbe utilizzar un sistema di avviso in caso di sorpasso da parte di una macchina/moto (hai presente il sistema di Garmin come "specchietto retrovisore"? Una cosa del genere)
    La cosa che mi avvilisce è che gli appassionati ci mettono l'anima, si scervellano per trovare soluzioni e poi leggi quello che scrivono i boss del ciclismo e ti cadono le palle.
    Non male questa soluzione, resta il fatto che il corridore rimarrebbe comunque in balìa della tecnologia e ci sarebbe da chiedersi quanto possa essere efficace nel distinguere fra veicoli ed altri concorrenti in gara.
    Stante quella presenza tecnologica, comunque, why not?!
    ovviamente intendo "una cosa del genere", nel senso che dovrebbe esser eun sistema che mette in gioco solo i mezzi al seguito, dotati di una sorta di "trasmettitore di presenza" che, nel momento in cui il mezzo si avvicina da dietro, attiva un segnale acustico/luminoso presso un dispositivo ricevitore a disposizione dei ciclisti, che verrebbero avvertiti tutti, anche quelli dal lato opposto del passaggio del mezzo e che comunque possono essere interessati per via dei normali movimenti nel gruppo che in frangenti del genere si innestano e coinvolgono tutti (fermo restando che il mezzo dorebbe comunque dare il colpetto di clacson e che i corridori devono comunque prestare attenzione).
    Hai ovviamente ragione circa la frustrazione derivante dall'inerzia totale che viene dalla testa dello sport: certe idee dovrebbero venire da loro, non da me. E sottolineo che la mia potrebbe anche essere, alla prova dei fatti, un'idea inapplicabile (per vari motivi), ma almeno una sperimentazione andrebbe fatta.
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    Messaggio Da vallelvo Gio Mar 31, 2016 9:35 am

    Sarebbe un "sistema" come quello montato sulle automobili/bus per la marcia indietro.

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