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    "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo

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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 13, 2014 10:38 am

    C'è una discussione che è di valore assoluto che rischia di finire confinata ed archiviata in un 3d destinato all'oblìo.
    Chiedo agli attori di questa discussione di parlarne qua, perché è un argomento troppo importante ed interessante.
    Di seguito riporto alcuni post fondamentali.

    prof ha scritto:
    Lemond ha scritto:Infatti, dopo la Liegi di quest'anno con settanta corridori ai piedi di Ans (s.s.s.c.), avevo proposto a Ben (*) di organizzare un incontro a Milano con Magro/Berton/Aiello/Saligari/Martinello, Morris e quanti altri potessero andare, perché la crisi è grave e, se continua così, con le nuove tecnologie e i gregari sempre più forti, lo scenario rischia di essere lo stesso in quasi tutte le corse su asfalto.  Evil or Very Mad 

    (*) L'idea, partita da lui, sarebbe stata di un dibattito a tema sul forum, ma, se possibile, l'altra avrebbe tutt'altro spessore.
    Quanto mai auspicabile suscitare un incontro tra persone all'altezza di affrontare queste tematiche. In fondo anche noi tifosi siamo stakeholders di tutto rispetto ed è innegabile che chi scrive su di un forum abbia anche un qualche diritto di rappresentanza, essendo di fatto un'avanguardia e per di più' "pensante".

    Un solo appunto: non sono i gregari ad essere sempre più' forti ma, direi, i capitani che non sono dei draghi. Questo per sostenere che, forse, trattasi di situazione temporanea (in attesa di nuovi capitani più' forti).

    prof ha scritto:Posto che noi italiani vogliamo che la ns. corsa abbia i corridori migliori al via, i percorsi più' belli, lo svolgimento più' avvincente e la miglior copertura tv possibile, credo sarebbe nell'interesse di tutti suscitare la nascita di un qualcosa che assomigli molto ad un "Progetto salva-Giro e salva-Ciclismo". Avanti come ora si va al disastro.

    identificazione e dialogo tra gli stakeholders sarebbe la prima e più' logica azione da intraprendere, se non altro per verificare se fra tutti quanti è presente questa consapevolezza o se è soltanto frutto della fantasia malata di qualche fanatico e nostalgico follower oppure se vi sono interessi in campo tali da pregiudicare la salvaguardia della tradizione ciclistica (ciclismo europeo) a favore di progetti "altri" più' remunerativi e ricchi per una più' vasta platea di stakeholders.

    BenoixRoberti ha scritto:
    prof ha scritto:Quanto mai auspicabile suscitare un incontro tra persone all'altezza di affrontare queste tematiche. In fondo anche noi tifosi siamo stakeholders di tutto rispetto ed è innegabile che chi scrive su di un forum abbia anche un qualche diritto di rappresentanza, essendo di fatto un'avanguardia e per di più' "pensante".
    Caspita, che osservazione pentastellata Laughing
    Scherzi a parte, non è solo un diritto, ma anche una grossa opportunità per chi organizza e per i principali "shareholders" (così resto nel tuocampo Wink) delle società organizzatrici.
    Un amico, genitore di due ragazzi di scuola media, mi ha detto che da quando sono i genitori ed i ragazzi ad imbiancare i locali della scuola, questi sono più puliti e curati, senza scritte e danneggiamenti in genere. Il lato negativo (economico) lo sappiamo, ma quello positivo è che la condivisione fa percepire come loro le cose importanti (pubbliche) alle persone.
    Vale anche per il Giro ed il ciclismo nei confronti degli appassionati.
    Condivido completamente il concetto di radicale novità e buon senso.

    prof ha scritto:Un solo appunto: non sono i gregari ad essere sempre più' forti ma, direi, i capitani che non sono dei draghi. Questo per sostenere che, forse, trattasi di situazione temporanea (in attesa di nuovi capitani più' forti).
    Credo che i valori atletici abbiano un loro naturale andamento, un po' sopra, un po' sotto la media e che in questo momento si sia probabilmente un po' sotto. Ma non mi convincono mai le ipotesi di repentine cadute generazionali, lo dico sistematicamente e statisticamente.
    Ieri pensavo tra me dopo l'arrivo della Dunkerque.
    http://www.ciclopassione.com/t813p275-altre-corse-2014#6998
    Se Zingle avesse avuto la radiolina, la gara sarebbe finita allo stesso modo? O forse il suo ds lo avrebbe telecomandato su cosa fare?
    Io so che con quell'errore e senza la radiolina mi sono goduto il gesto atletico e l'esperienza "maturata" di Engoulvent.
    Al Fiandre, senza radioline, Kristoff sarebbe rientrato sul trio di testa e la corsa sarebbe esplosa nel finale piatto con massimo gusto per lo spettacolo. Le fughe del Giro sono letteralmente castrate dalle disposizioni delle ammiraglie, che ti dicono i secondi al chilometro da recuperare in funzione del percorso, con tutta la potenzialità di calcolo dall'ammiraglia, messa a disposizione in tempo reale ai corridori.
    Una volta si diceva "la corsa la fanno i corridori", adesso si potrebbe tranquillamente dire "la corsa la fanno i direttori sportivi". E questa cosa non mi piace per nulla. Il ds deve comandare alla mattina o urlando lungo il percorso. Stop.
    Ieri sentivo di Cecchinel che è uscito alla morte per rientrare sulla fuga, "costretto" da Scinto. Tutto bello, ma preferivo che Cecchinel lo facesse di sua sponte.

    Il sistema attuale del ciclismo è nemico dello spettacolo ed è un motore di indiscriminato livellamento verso la mediocrità, intesa proprio come suicida tendenza matematica alla media (un po' di corridori a tutti gli organizzatori, un po' di spettacolo, un po' poco di tutto ... insomma NIENTE.
    I correttivi li sappiamo, non ultimo quello di limitare o proprio impedire l'invasione tecnologica (pensiamo ai Google Glass) come detto da Lemond.

    Ps. Carlo parlane con il Magro e cominciamo dal virtuale. Il Magro, oltre che ciclista/commentatore è anche un buongustaio conoscitore di varie altre discipline, un enorme eclettico insomma.

    salvatore ha scritto:
    prof ha scritto:Un solo appunto: non sono i gregari ad essere sempre più' forti ma, direi, i capitani che non sono dei draghi. Questo per sostenere che, forse, trattasi di situazione temporanea (in attesa di nuovi capitani più' forti).
    In bicicletta negli ultimi anni si corre più forte e quindi anche la fisica ci insegna che stare al vento costa di più, quindi stare in gruppo il più a lungo possibile è sicuramente una cosa utile. I gregari aiutano a questo, inoltre permettono di ricucire sulle fughe e poi staccarsi cedendo il posto ad altri gregari altrettanto forti per fare il lavoro nel finale.

    Inoltre i gregari spesso sono capitani in altre gare o capitanti di altre squadre gli anni precedenti che, per compensi maggiori, vanno a lavorare per altri.

    Prima corridori forti erano 7/8, 2 italiani, 2 belgi, 1 francese, 1 olandese, 1 spagnolo e pochi altri ed andavano forte su tutti i percorsi. Ora a questi aggiungi lussemburghesi, svizzeri, tedeschi, cechi, russi, australiani, americani, britannici ecc, quindi corridori di livello ce ne sono di più e questo porta ad un livellamento fra capitani.

    Tranne alcune eccellenze, vanno forte tutti allo stesso modo. Questo è un problema per il ciclismo spettacolare.

    Lemond ha scritto:
    BenoixRoberti ha scritto:Infatti preferisco proprio per questo, al di là dello sbattimento per un reale convegno, un disimpegnato evento online, dove in tanti possano esplicitare le proprie idee.
    Ad un convegno ci possono partecipare qualche decina, max centinaia di persone. Una iniziativa online rimane, viene letta ed approfondita invece da molti altri.
    Abbiamo avuto già ampia prova della efficacia comunicativa ormai enorme della rete.
    E' uno strumento da mettere a frutto anche nel ciclismo.

    Secondo me la rete può essere preparatoria, per avere spunti di discussione, ma per un cambiamento vero, occorre altro. Qualcuno dovrebbe essere capace di presentare le idee di "Salvatore" Smile  attraverso una proposta concreta e quindi non da leggere, ma da attuare. E chi meglio dei telecronisti, che sono al centro dello spettacolo (o no) potrebbe farlo?[/quote]

    prof ha scritto:
    salvatore ha scritto:
    prof ha scritto:Un solo appunto: non sono i gregari ad essere sempre più' forti ma, direi, i capitani che non sono dei draghi. Questo per sostenere che, forse, trattasi di situazione temporanea (in attesa di nuovi capitani più' forti).
    In bicicletta negli ultimi anni si corre più forte e quindi anche la fisica ci insegna che stare al vento costa di più, quindi stare in gruppo il più a lungo possibile è sicuramente una cosa utile. I gregari aiutano a questo, inoltre permettono di ricucire sulle fughe e poi staccarsi cedendo il posto ad altri gregari altrettanto forti per fare il lavoro nel finale.

    Inoltre i gregari spesso sono capitani in altre gare o capitanti di altre squadre gli anni precedenti che, per compensi maggiori, vanno a lavorare per altri.

    Prima corridori forti erano 7/8, 2 italiani, 2 belgi, 1 francese, 1 olandese, 1 spagnolo e pochi altri ed andavano forte su tutti i percorsi. Ora a questi aggiungi lussemburghesi, svizzeri, tedeschi, cechi, russi, australiani, americani, britannici ecc, quindi corridori di livello ce ne sono di più e questo porta ad un livellamento fra capitani.

    Tranne alcune eccellenze, vanno forte tutti allo stesso modo. Questo è un problema per il ciclismo spettacolare.

    Ti confesso che il primo argomento da te citato (materiali nuovi, velocità piu' elevate) mi ha colpito.
    Se ci rifletto pero', ci sono argomenti anche per ribattere a questa obiezione (incidentalmente vorrei anche dirti che lo faccio in veste di avvocato del diavolo, non voglio che tu abbia l'impressione che sia qui a tutti costi a sostenere una mia tesi preconcetta).
    E' vero che la resistenza aerodinamica è  funzione del quadrato della velocità e pertanto, minimi aumenti di quest'ultima fanno si' che lo sforzo necessario per vincere la resistenza siano sensibilmente elevati. Se questo si applica certamente in pianura a 40 all'ora, non è però altrettanto vero in salita a 20 all'ora, dove rimanere a ruota arreca pochissimo o meglio quasi nessun vantaggio.


    Se rimaniamo al caso della LBL, ma possiamo tranquillamente estenderci a tutte le classsiche ed a tutte le gare, una Redoute corsa allo spasimo, già di per sè, avrebbe tagliato le gambe a tutti i velocisti (seppur atipici alla Gerrans) rendendo problematico il loro recupero. Fino a non molto tempo fa, i capitani mandavano i gregari a tirare alla morte sulla Redoute, col proposito di vedere chi c'era e chi non c'era e di stanare quelli che erano al gancio. Una volta fatta chiarezza, in tutti i sensi, poichè potevi immediatamente capire da chi dovevi guardarti e da chi no, cominciava la gara e i piu' forti se ne andavano senza che nessuno rientrasse piu'. Nota bene che è ciò che poi continua ad accadere tra Fiandre e Roubaix dove il divario tra Cancellara/Boonen ed il resto è fisicamente palpabile.

    Sarebbe anche doveroso obiettare che le medie di oggi (con biciclette che non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle di solo 20 anni fa) non sono tanto piu' elevate delle medie di ieri. Addirittura io ricordo del primo Fiandre, vinto da Magni nel 1949,

    (http://www.ilmiovideosport.it/individuali/ciclismo/giro-delle-fiandre/player/144/1828.html)
    con una bici di un peso quasi doppio se rapportato ad oggi e con cambio a bacchette posteriori (significa che per cambiare dovevi smettere di pedalare e dare due colpi di pedale all'indietro)
    "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo Bartal10
    alla media di oltre 36 km/hr.

    Allorchè il cambio diventò a comando posto sul tubo obliquo senza la necessità della contropedalata,, le medie iniziarono subito a salire per arrivare ai 40 km/hr quando ancora il rapporto minimo ammesso era il 49x23 poichè non era tecnicamente possibile averne di piu' agili - il 46 venne introdotto solo verso il '60. Da quegli anni le medie hanno sempre viaggiato sul filo dei 40/42, come oggi. 
    Sono considerazioni che, volenti o nolenti, hanno un loro peso.


    E poi, francamente, si tratta di una discussione che esiste da quando esiste il ciclismo. Ora, io non dico di prendere per oro colato quanto vado dicendo ma, quantomeno, diamo tempo al tempo. Intanto però sarebbe giusto dare corso a quelle modifiche che andiamo propugnando da tempo: una su tutte, squadre di 6/7 corridori e, perchè no, via le radioline.

    salvatore ha scritto:Le cause sono concomitanti. Il fatto che in salita si va più piano è che i corridori non hanno le palle, anche perchè dopo le salite ci sono tratti di discesa e soprattutto pianura e quindi un gruppetto con qualche gregario è molto più confortevole. Però manca il coraggio, questo è sicuro, la Liegi 2014 è un esempio. Pozzovivo e Caruso avevano il coraggio e anche le gambe, Valverde e Gerrans avevano i gregari.

    Poi se le tappe di salita dei grandi giri le fanno tutti insieme fino a 2 km dall'arrivo, non vedo soluzione.

    Forse fra le varie cause c'è anche una carenza di bagaglio tattico di alcune squadre. Capita spesso che si corre al rovescio.

    prof ha scritto:
    Lemond ha scritto:
    salvatore ha scritto:Le cause sono concomitanti. Il fatto che in salita si va più piano è che i corridori non hanno le palle, anche perchè dopo le salite ci sono tratti di discesa e soprattutto pianura e quindi un gruppetto con qualche gregario è molto più confortevole. Però manca il coraggio, questo è sicuro, la Liegi 2014 è un esempio. Pozzovivo e Caruso avevano il coraggio e anche le gambe, e Gerrans aveva i gregari.

    Poi se le tappe di salita dei grandi giri le fanno tutti insieme fino a 2 km dall'arrivo, non vedo soluzione.

    Forse fra le varie cause c'è anche una carenza di bagaglio tattico di alcune squadre. Capita spesso che si corre al rovescio.

    Forse la soluzione è nel proporre qualcosa di rovesciato, perché se la salita importante è posta alla fine, è chiaro (o quasi) che tutti aspetteranno quella e poi, per essere tranquilli, gli ultimi km. della stessa.
    Ah, sono d'accordissimo ! Il problema sta anche in chi ha il manico in questo momento, organizzatori e rai in primis (io li chiamo "stakeholders" che è una figura fondamentale in tutti i progetti: gli stakeholders sono coloro che hanno un qualche interesse nel progetto, dai corridori, agli organizzatori, alla rai, alle squadre con i loro sponsor, ai giornalisti, al cittadino che si trova la strada bloccata dal passaggio di una gara e, forse i piu' importanti di tutti, gli appassionati). I percorsi, primariamente dei GG, vanno adattati alla realtà del momento: se sai che ponendo un arrivo in salita non si muoverà nessuno fino ai - 2 km, dovresti evitare di farlo: le gare dovrebbero arrivare nei paesi a fondovalle, dopo una bella discesa e, magari, dopo un bel tappone di oltre 200 km con 4 o 5 bei passi di 1a cat.
    Se lo spirito dei tempi viene recepito financo dall'unico che non dovrebbe assolutissimamente mai esserne condizionato per definizione (Papa Francesco), dovrebbe essere invece come il faro nella notte per gli organizzatori di un Giro.

    prof ha scritto:
    salvatore ha scritto:
    Lemond ha scritto:Per quanto riguarda sempre la Liegi, per scremare il gruppo Valverde i gregari non li aveva, altrimenti l'avrebbe fatto, mentre Gerrans poteva essere protetto tranquillamente dai suoi e riportato in gruppo. Infatti sulla Redoute erano rimasti in pochi, ma poi ...
    Valverde ha pensato di giocarsi la vittoria in una volata ristretta ma non si aspettava Gerrans così in palla anche alla Liegi. Se fosse scattato magari in un gruppetto avrebbe dovuto correre contro tutti. Dopo tutto ha scelto la tattica migliore, salvo trovarsi un Gerrans nel finale.
    A proposito di gregari , cade a fagiolo ricordare com'era anche ai tempi di Merckx, in cui giornalisti e appassionati (non estimatori del belga) erano concordi nell'affermare che Eddy e tutta la sua squadra stavano uccidendo il ciclismo. Si diceva che Eddy avesse la squadra migliore, con gregari che avrebbero tranquillamente potuto essere capitani in altre formazioni. Era difficile dar loro torto. Il problema consisteva proprio nel fatto che, quando costoro aprivano le danze sulla Redoute di turno, davanti rimanevano solo Merckx, Gimondi, Pollentier, Janssen e, a volte, pochissimi altri. I gregari di Eddy erano campioni a loro volta, capaci di operare selezioni che nemmeno ce le sognamo e vedi allora, ancora una volta, che  tutto si tiene: se i gregari sono deboli, è inutile averli, cosi' come se il campione non è tale, non bastano i gregari a farlo diventare.

    Personalmente ho la convinzione, da qualche tempo, che il panorama attuale sia abbastanza sconfortante: corridori in genere di non eccelsa levatura, capitani e gregari che siano. Ci sono anche delle cause molto precise: demotivazione nel far crescere le categorie giovanili (anche qui vi sono responsabilità precise e ben identificabili), una UCI privatizzata che, guardando ai paesi emergenti, si sta lasciando indietro l'Europa, organizzatori forse non all'altezza del momento.

    E' possibile che mentre abbiamo le strade percorse da migliaia e migliaia di cicloturisti over 40, abbiamo di converso meno di un migliaio di ragazzini e ragazzi tra esordienti, juniores e dilettanti, quando pochi anni fa questa cifra era 3 volte tanto e piu' ?

    E' possibile in quanto è esattamente quel che accade e sappiamo anche tutti quanti perchè accade.


    Ultima modifica di BenoixRoberti il Sab Lug 26, 2014 3:38 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 13, 2014 11:19 am

    Ammetto di essere rimasto molto colpito, per non dire assolutamente sorpreso dal post di Prof riguardo le medie dei Fiandre di Magni.
    Quante volte è capitato di sentire "Eh ma le medie di una volta non erano quelle di adesso". In effetti le osservazioni fatte smontano un poco questo punto di vista moderno.

    Nel contempo va detto che i corridori sino agli 80-90 avevano più libertà d'esercizio della professione rispetto a quelli odierni. La fantasia dipende anche dalla libertà, una cosa che non può essere telecomandata.
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    Messaggio Da salvatore Mar Mag 13, 2014 2:37 pm

    Confrontare le medie di tanti anni fa con quelle di oggi è complicato. A occhio credo sia evidente che decenni fa si correva a tutta e forse le medie erano più elevate (ponderate con le bici di allora, l'alimentazione di allora e il progresso medico ecc).
    Questo non credo sia proprio una causa diretta del malessere del ciclismo, cioè il fatto che ora si va più piano è perchè l'aspetto tattico-attendista ha una componente maggiore. Già rispetto ai primi anni novanta, ormai tutto si decide sull'ultima salita. Indurain, Chiappuci e altri ancora, invece non hanno disdegnato azioni importanti su salite lontane. Ora si ragiona troppo, e si corre di squadra un po' troppo, per cui siamo di fronte già ad una proposta:
    ridurre la forza delle squadre magari riducendone il numero di corridori in gara.
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    Messaggio Da Lemond Mer Mag 14, 2014 8:05 am

    salvatore ha scritto: per cui siamo di fronte già ad una proposta:
    ridurre la forza delle squadre magari riducendone il numero di corridori in gara.
    Su questo credo che non ci sia nessuno ad essere contrario e ci sono stati anche un paio di esperimenti, e la conseguente vittoria di Phinney in una tappa al Giro di Polonia, ma ...
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    Messaggio Da apache Dom Mag 18, 2014 3:38 pm

    Oggi guardavo su RS2 la tappa del Tour 2000 del Mont Ventoux.
    Dopo una serie di scatti di Pantani, prontamente rintuzzati, c'è lo scatto a cui il resto del gruppetto non risponde.
    Appena dopo lo scatto, viene inquadrato Armstrong che parla con l'ammiraglia via radiolina.
    Poi tutti sanno come andò a finire.
    Ho pensato: "Armstrong aveva il tour già in mano con vantaggio netto, ne aveva più di tutti in quella salita, scatta uno fuori classifica, e ha bisogno di chiamare l'ammiraglia?"
    Le radioline sono il primo male del ciclismo moderno.
    Tra l'altro, le radioline per le granfondo sono vietate? Chiedo perché so che alcuni team le usano (legalmente o illegalmente?) anche nelle granfondo.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 20, 2014 12:10 am

    La tappa odierna del Giro (Modena-Salsomaggiore) è una di quelle tappe che io ridisegnerei completamente.
    Non è una tappa di trasferimento cosiddetta, perché da Modena si potrebbe tutti andare in scioltezza al traguardo di Salsomaggiore in Graziella.
    Perché far perdere una giornata allo spettacolo televisivo? Perché non valorizzare allora i territori attraversati? Non solo le montagne devono avere il diritto di scrivere la storia e lo spettacolo del Giro?
    Dobbiamo eliminare il concetto di "tappe di trasferimento" alla radice. Lo spettacolo deve essere quotidiano e non sintetizzati in pochi minuti concitati fra sprint e cadute da affollamento.

    Perché non inserire in un tracciato come quello di domani (tappa Modena-Salsomaggiore del Giro) alcuni tratti tranquilli sterrati che possano dare dignità anche a questi territori agricoli di pianura lungo bellissimi campi coltivati e splendidi antichi cascinali?
    Questo è, ad esempio, un tratto di sterrato nei pressi di Sorbolo alle porte di Parma, località ove il Giro oggi transiterà.
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    Perché non andare a cercare tratti di strada acciottolata come il seguente per stemperare lo stress delle ultravelocità generate dai treni delle squadre schierate lungo gli stradoni dove 50 corridori (compresi quelli di classifica) vogliono stare davanti?
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    Ogni giorno il Giro dell'Italia deve mostrarci una diversa Italia, anche l'Italia profonda, quella delle stradine e dei cascinali. Il Giro è sempre andato fra la gente ed è quello che lo ha reso grande, andando con totale disinvoltura dalle aie con gli stronzi di gallina sui cortili sterrati alla Piazza Duomo di Milano.
    Era ed è quella l'Italia vera, l'Italia del lavoro, delle eccellenze agricole e paesaggistiche.
    Lo è ancora e quello deve tornare a fare il Giro.

    Ne guadagnerà lo spettacolo, ne guadagnerà l'audience tv, ne guadagnerà la raccolta pubblicitaria del Giro e della Rai per il Giro, ne guadagnerà l'Italia vera, ne guadagnerà il ciclismo italiano.
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    Messaggio Da eliacodogno Mar Mag 20, 2014 8:41 am

    Tu hai ragione Benoix, una specie di Tro Bro Leon al posto di una tappa di pianura senza molto da raccontare...ma non è che vedremmo un altro giorno di sciopero?
    Forse però riducendo di un 30% il gruppo anche i rischi sarebbero minori e allora si potrebbe osare di più... (ecco l'altra vera riforma, meno corridori per squadra, senza necessariamente aggiunta di altre squadre)
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    Messaggio Da prof Mar Mag 20, 2014 9:36 am

    La strada è palesemente quella: 6 corridori per squadra, 120 corridori in gruppo (i migliori, selezionati con un criterio da definire assieme tra Giro e Tour, che devono diventare le due gare clou della stagione). Niente radioline.
    La costituzione di World Team cosi' com'è stata concepita sino ad ora è assurda: 30/40 corridori per team non hanno senso: costi altissimi per gli sponsor e qualità bassissima tra i corriodri (e ci meravigliamo che arrivino sempre tutti assieme, chiamando questo come "ciclismo moderno")
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 20, 2014 10:53 am

    eliacodogno ha scritto:Tu hai ragione Benoix, una specie di Tro Bro Leon al posto di una tappa di pianura senza molto da raccontare...ma non è che vedremmo un altro giorno di sciopero?
    Forse però riducendo di un 30% il gruppo anche i rischi sarebbero minori e allora si potrebbe osare di più... (ecco l'altra vera riforma, meno corridori per squadra, senza necessariamente aggiunta di altre squadre)
    Certamente tappe di questo genere andrebbero concordate e preparate, anche con il dovuto supporto tecnico (cambio ruota su moto, ecc. come nelle tappe su strade bianche già corse al Giro).
    Insomma credo fermamente che le riforme non vadano imposte, ma ragionate e concordate.
    Certo, una riduzione del gruppo di 200 sarebbe necessaria.

    Però vogliamo mettere la noia che avvolge un tracciato come quello odierno, rispetto ad un tracciato come quello proposto? Ne avrebbero tutti da guadagnare:

    - GLI ORGANIZZATORI
    Che avrebbero uno strumento di incentivo maggiore per il marketing territoriale, rispetto ad insipide tappe che poi nessuno ricorda. Questo vorrebbe dire maggiori introiti pubblicitari ed anche maggior pubblico sul percorso.

    - I CORRIDORI E LE SQUADRE
    A cascata le maggiori entrate ad organizzatori e media porterebbe (anche in assenza di condivisione dei diritti tv) comunque ad un allargamento di interesse complessivo che li riguarderebbe, anche per il fascino sportivo di tappe simili. A vincerle sarebbero probabilmente comunque dei velocisti, ma con un tasso tecnico che vien loro riconosciuto ben maggiore.

    I COMITATI LOCALI E LE CITTA' DI TAPPA
    Una località di pianura sostiene dei costi che non gli dànno ad oggi gli stessi ritorni delle sedi di tappa di montagna. Innovazioni come quella proposta riequilibrerebbero la situazione.

    LA TV E GLI SPETTATORI (compresi i TELESPETTATORI)
    Ne guadagnerebbe lo spettacolo. E quindi ci sarebbe più interesse a vedere il passaggio dei corridori all'ingresso, lungo ed all'uscita delle stradine sterrate, che non lungo le grandi carreggiate indistinte di oggi. Ci sarebbe più interesse in tv, più alte audience e quindi maggiori possibili introiti pubblicitari. La gran parte delle anonime località attraversate da una tappa sarebbero valorizzate in funzione della specificità mostrata pubblicamente del loro territorio.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 20, 2014 11:01 am

    Ho un'altra innovazione che frulla da un po' tra i pensieri.

    Perché non introdurre due verifiche totali a tempo in una tappa?
    Esiste il problema della corsa che si infiamma solo all'ultimo km.
    Bene, per smuovere le acque e far emergere i valori in campo, prevedere traguardi con aggiornamento della generale (un po' come le speciali del rally) anche su traguardi intermedi (di montagna o di pianura), magari in prossimità dell'inizio del collegamento tv (con tolleranza di 30' circa).
    In questo modo la diretta partirebbe con un tema forte e tremendamente intrigante che tiene lo spettatore attaccato al filo della narrazione in divenire.
    Ovviamente, in assenza eventuale di radioline, andrebbero utilizzate apposite lavagne per aggiornare le classifiche e comunicarle ai corridori.
    Da un punto di vista tecnico ci sarebbe ovviamente un maggior costo per la doppia struttura dei cronometristi, ma in questo caso sarebbero tre località a contribuire alla tappa e, questo, è un argomento molto molto forte.

    So che questa proposta stuzzicherà parecchio gli animi e le fantasie.
    Spero che il Giro possa essere il primo ad apportare questa innovazione.
    Farebbe furore e lo rilancerebbe come giustamente merita.
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    Messaggio Da eliacodogno Mar Mag 20, 2014 11:23 am

    Interessante innovazione, gli effetti potrebbero essere sorprendenti...da provare su tappe vallonate e sufficientemente lunghe naturalmente
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 20, 2014 11:29 am

    eliacodogno ha scritto:Interessante innovazione, gli effetti potrebbero essere sorprendenti...da provare su tappe vallonate e sufficientemente lunghe naturalmente
    Bravoooo! Vedo che hai subito individuato il grimaldello e sei entrato nel meccanismo. La tappa lunga avrebbe il suo perché rispetto a quella breve. Naturalmente il meccanismo andrebbe messo a punto e ben bilanciato, ma la logica è quella. E chi vuole la tappa breve con tutta l'attenzione su di sé paga di più rispetto ai due traguardi magari consorziati.
    Diciamo che aumenterebbe lo spettacolo sportivo ed in più sarebbe una soluzione per le comunità locali dissanguate in tempi di crisi. A Rcs la soluzione consorziata porterebbe alla fine più entrate da due comuni o comitati che singolarmente pagherebbero meno che per una tappa con singolo traguardo.
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    Messaggio Da Lemure Mar Mag 20, 2014 12:25 pm

    Laddove (parlo di altri sport) vi fosse uno spettacolo spaccapalle come nel ciclismo di adesso, sarebbero già ricorsi a drastiche misure
    Qua ci vuole un secolo per veder cambiare cosette semplici semplici e vedere tante buone idee mi rende ancor più forte la rabbia per le occasioni mancate.

    Ci si lamenta sempre che alla gente (agli italiani) non piace il ciclismo ma se non piace più a noi perchè lo dovrebbero gradire gli altri? Va da sè.
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    Messaggio Da vallelvo Mar Mag 20, 2014 1:04 pm

    ....e andando per stradine sterrate, anche asfaltate o cubettate, forse la velocità non sarebbe tale da provocare le cadute viste a danno di tanti ciclisti anche di classifica.
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    Messaggio Da eliacodogno Mar Mag 20, 2014 1:11 pm

    BenoixRoberti ha scritto:
    eliacodogno ha scritto:Interessante innovazione, gli effetti potrebbero essere sorprendenti...da provare su tappe vallonate e sufficientemente lunghe naturalmente
    Bravoooo! Vedo che hai subito individuato il grimaldello e sei entrato nel meccanismo. La tappa lunga avrebbe il suo perché rispetto a quella breve. Naturalmente il meccanismo andrebbe messo a punto e ben bilanciato, ma la logica è quella. E chi vuole la tappa breve con tutta l'attenzione su di sé paga di più rispetto ai due traguardi magari consorziati.
    Diciamo che aumenterebbe lo spettacolo sportivo ed in più sarebbe una soluzione per le comunità locali dissanguate in tempi di crisi. A Rcs la soluzione consorziata porterebbe alla fine più entrate da due comuni o comitati che singolarmente pagherebbero meno che per una tappa con singolo traguardo.
    Come riproporre le semitappe ma con un meccanismo potenzialmente più spettacolare. Un'idea che mi viene di getto per unire anche ciò che hai proposto prima: prima parte da un centinaio di km vallonata con qualche salita importante a ridosso del primo traguardo e seconda da 70-80 km su strade secondarie (ove possibile strade bianche), in modo da impedire o rendere difficili ricompattamenti di massa e conseguenti inseguimenti. L'idea è buona, si potrebbe provare a rischiarla...
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 20, 2014 1:25 pm

    vallelvo ha scritto:....e andando per stradine sterrate, anche asfaltate o cubettate, forse la velocità non sarebbe tale da provocare le cadute viste a danno di tanti ciclisti anche di classifica.
    Brava. Hai scritto una cosa importante che avevo pensato e che mi ero proprio scordato di netto.
    Le cadute viste quest'anno hanno mostrato proprio come le cadute avvenissero in gran parte su strade veloci in occasione di restringimenti. L'inserimento di stradine ed anche di sterrati avrebbe esattamente quella conseguenza positiva. Prima delle tappe su strade bianche si diceva che lo stress per il posizionamento dei leaders avrebbe provocato delle cadute. Chi ha seguito quelle gare ricorderà come invece avvenne esattamente il contrario.

    eliacodogno ha scritto:Come riproporre le semitappe ma con un meccanismo potenzialmente più spettacolare. Un'idea che mi viene di getto per unire anche ciò che hai proposto prima: prima parte da un centinaio di km vallonata con qualche salita importante a ridosso del primo traguardo e seconda da 70-80 km su strade secondarie (ove possibile strade bianche), in modo da impedire o rendere difficili ricompattamenti di massa e conseguenti inseguimenti. L'idea è buona, si potrebbe provare a rischiarla...
    L'effetto principale credo sia proprio quello di togliere ai corridori dei facili punti di riferimento, che sono poi il vero limite del ciclismo attuale, dove le sorprese sono purtroppo solo le cadute.
    Oggi abbiamo gare molto politicamente corrette e grandi cadute, per nulla spettacolari per gli appassionati.
    Rendendo il percorso più difficile da leggere (e quindi non solo con le salite) ed aperto a strategie variegate si dà la possibilità ai coraggiosi ed ai fantasiosi di emergere. Naturale che questo valga in primis per i campioni, che sono il patrimonio sportivo da valorizzare.
    In tal modo si riuscirebbe ad uscire dalla solita discussione:
    gara facile ---> mettiamo più salite

    L'inflazione di salite e di pendenze non ha assolutamente reso più spettacolare il ciclismo.
    Il vero spettacolo è la polivalenza, la varietà di percorso, la riduzione dei punti di riferimento e la valorizzazione del coraggio.
    Perseguendo questi obiettivi escono solo i campioni.[/quote]
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    Messaggio Da Lemure Mar Mag 20, 2014 3:51 pm

    Sto vedendo la tappa dalle parti di Guastalla e Brescello e qualche passaggio sterrato non ci sarebbe stato davvero male.
    Chissà se qualcuno vorrà accogliere questa idea...perchè sarebbe bella
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 20, 2014 4:00 pm

    Lemure ha scritto:Sto vedendo la tappa dalle parti di Guastalla e Brescello e qualche passaggio sterrato non ci sarebbe stato davvero male.
    Chissà se qualcuno vorrà accogliere questa idea...perchè sarebbe bella
    Sono compiaciuto della "popolarità" riscontrata Very Happy
    Peraltro vorrei fare notare come sarebbe bella la verde campagna primaverile vista durante l'attraversamento lungo dei viali sterrati. Finché si corre in queste zone solo per "spostarsi" da una sede all'altra lungo stradoni asfaltati lo spettatore non fa altro che augurarsi che arrivino quanto prima le colline. Lo sterrato darebbe invece grande dignità a questi luoghi che riscuoterebbero un rinnovato interesse dal sapore antico.
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    Messaggio Da vallelvo Mar Mag 20, 2014 4:16 pm

    Davvero bello sarebbe vedere lo sterrato alla Rosa.
     
    Mi ha entusiasmato Le Strade Bianche, sei sul percorso, lontano una nuvola  bianca, pian piano si avvicina, sono i girini che pedalano, arrivano c'è vento forte,  respiri quella polvere al loro passaggio, vivi la poesia del pedale, loro faticano come sempre, poi svaniscono, dietro al gruppo ancora il profumo di quella nuvola di  terra sollevata dalle due ruote e sogni l'arrivo a Piazza del Campo.

    Questa si  che è una buona idea! Che qualcuno legga il desiderio degli appassionati del ciclismo, per farlo ancor più grande. Evviva!
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    Messaggio Da Lemond Mer Mag 21, 2014 8:13 am

    La proposta di Ben potrebbe essere l'uovo di Colombo e assomiglia un po' al traguardo intermedio a punti unico per la maglia verde al Tour, ma state tranquilli che un progetto del genere forse potrà vedere la luce quando molti di noi saranno morti o, secondo i perfetti ottimisti, passati a miglior vita. Very Happy
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    Messaggio Da angelo francini Mer Mag 21, 2014 3:00 pm

    Alcune proposte ci sembrano aprire delle nuove possibilità: ma in realtà poi non é così.
    Il rovescio della medaglia cosa ci pone: perché un comune intermedio dovrebbe sobbarcarsi degli oneri, quando la gara transita gratis nel suo territorio?
    Ma con questo non voglio dire che Ben ha detto una stupidata, tutt'altro.
    Però, come nel calcio, le innovazioni sono molto difficili: quante se ne potrebbero fare in serie A, ma poi si é in grado di estendere il metodo alle categorie inferiori?
    Al Tour non hanno inventato quasi mai nulla, sono sempre stati i più fermi osservatori delle regole, partendo da buoni francesi dalla loro "grandeur".
    Quello che sembra un'innovazione (traguardo a punti intermedio) deriva dal regolamento UCI, che lo prevede da almeno 20 anni.
    Senza contare le grandi difficoltà, per l'organizzatore, di attuare un servizio di rilevazione dei tempi a metà corsa. 
    Cosa produrrebbe tale innovazione sul piano concreto: poco, lo ha dimostrato qualche anno fa la Gazzetta con qualcosa di simile: non ha avuto presa poiché il ciclismo, pur essendo uno sport individuale, alla fine é uno sport di squadra ove il 95% dei corridori che partecipa ad un grande giro partecipa per aiutare quel 5% rimanente.
    Comunque la discussione é giusta per porsi domande e trovare soluzioni che diano nuovo interesse: ma il poco interesse forse non dipende anche dal momento di sofferenza di valori di primo piano che il movimento offre? Insomma il convento oggi passa questo: a noi ciclofili va bene, ma bisogna capire che questo al grande pubblico non basta!
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Mag 21, 2014 5:27 pm

    angelo francini ha scritto:Alcune proposte ci sembrano aprire delle nuove possibilità: ma in realtà poi non é così.
    Il rovescio della medaglia cosa ci pone: perché un comune intermedio dovrebbe sobbarcarsi degli oneri, quando la gara transita gratis nel suo territorio?
    Angelo, un traguardo del genere avrebbe una rilevanza diversa dal vecchio Intergiro. Avrebbe dignità di traguardo senza assegnazione della tappa, quindi varrebbe una presenza notevole di spettatori. Non è vero poi che la corsa passerebbe per forza da quella località. Per fare un esempio, ieri il Giro è passato da Sorbolo, ma avrebbe potuto deviare verso sud appena dopo Brescello bypassando la cittadina suddetta per puntare verso Cadelbosco o Reggio Emilia, avendo lì il traguardo intermedio (o traguardo speciale) magari una quindicina di Km dopo un tratto sterrato.

    angelo francini ha scritto:Ma con questo non voglio dire che Ben ha detto una stupidata, tutt'altro.
    Però, come nel calcio, le innovazioni sono molto difficili: quante se ne potrebbero fare in serie A, ma poi si é in grado di estendere il metodo alle categorie inferiori?
    Al Tour non hanno inventato quasi mai nulla, sono sempre stati i più fermi osservatori delle regole, partendo da buoni francesi dalla loro "grandeur".
    Quello che sembra un'innovazione (traguardo a punti intermedio) deriva dal regolamento UCI, che lo prevede da almeno 20 anni.
    Ribadisco, non è il traguardo a punti intermedio, ma proprio un traguardo a tempo che, al momento, non mi pare ricompresi nel novero delle possibilità offerte dal regolamento Uci, ma non ne ho certezza che li escluda (penso di no).

    angelo francini ha scritto:Senza contare le grandi difficoltà, per l'organizzatore, di attuare un servizio di rilevazione dei tempi a metà corsa.
    Corretto, infatti ho legato la presenza del traguardo intermedio ad un oggettivo ulteriore introito per la tappa. Altrimenti è ovvio, come anticipato già in ipotesi, il dispendioso aggravio di spesa per l'organizzatore.

    angelo francini ha scritto:Cosa produrrebbe tale innovazione sul piano concreto: poco, lo ha dimostrato qualche anno fa la Gazzetta con qualcosa di simile: non ha avuto presa poiché il ciclismo, pur essendo uno sport individuale, alla fine é uno sport di squadra ove il 95% dei corridori che partecipa ad un grande giro partecipa per aiutare quel 5% rimanente.
    Beh prima bisogna testare, non penso che si possa liquidare la cosa con un punto di vista viziato dalla visione, assolutamente reale, dell'ingessatissimo ciclismo attuale.
    Nessuno nega che la realtà attuale del ciclismo sia questa, ma togliere punti di riferimento ed inserire incertezze aiuterebbe parecchio (senza per forza pensare alle sole salite da aggiungere, che abbiamo visto non essere la soluzione).

    angelo francini ha scritto:Comunque la discussione é giusta per porsi domande e trovare soluzioni che diano nuovo interesse: ma il poco interesse forse non dipende anche dal momento di sofferenza di valori di primo piano che il movimento offre? Insomma il convento oggi passa questo: a noi ciclofili va bene, ma bisogna capire che questo al grande pubblico non basta!
    A me ciclofilo non va bene diavoletto Ancor peggio per il pubblico generico, eh già.
    Non credo, come ho più volte scritto, alle cadute generazionali, ma solo ad alti e bassi. Mancano semmai grandi personaggi, quello sì. Ma in teatro, se uno spettacolo non funziona si pensa a cosa cambiare, a togliere le parti morte dal copione. Qua le parti morte ce le conserviamo come feticisti. Crying or Very sad

    Comunque, vedendo che anche un ciclo-costituzionalista (depositario del verbo statutario e dei regolamenti) come Francio non ha cassato le idee, mi ritengo ampiamente soddisfatto. Very Happy
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    Messaggio Da angelo francini Mer Mag 21, 2014 6:37 pm

    Ben ha scritto:
    Comunque, vedendo che anche un ciclo-costituzionalista (depositario del verbo statutario e dei regolamenti) come Francio non ha cassato le idee, mi ritengo ampiamente soddisfatto.
    = = = = = = = = 
    Ho solamente detto che discutere con il fine di migliorare la "spettacolarizzazione" del prodotto ciclismo é un discorso valido.
    Non ho detto che sia poi quella, da te indicata, la strada giusta: la corsa rimarrà sempre ancorata agli interessi di quei pochi che punteranno alla vittoria finale assoluta!
    Ripeto negli anni passati al Giro fu sperimentato un traguardo intermedio ove venivano rilevati i tempi e si redigeva una classifica generale a tempi di, diciamo, "metà giro": non riscosse interesse ne nei corridori ne nel pubblico e fu abbandonata.
    Alla MI-Sanremo quando si arriva ai piedi dell'Appennino vi é sempre una fuga con decine di minuti di vantaggio, ma a Sanremo questi corridori non arrivano quasi mai neanche sull'ammiraglia.
    In Francia avevano, per un certo periodo, invitato al Tour le squadre "continental" francesi con la funzione di movimentare la corsa: beh sappiamo tutti come é finita! Richiamati all'ordine dai potenti e finiti poi col passare al loro servizio.
    Le "continental" che, la nostra federazione cerca di proporre, potranno mai assurgere a questo livello? Sinceramente e con tutto il rispetto dell'attività di queste squadre, dico NO: stiamo parlando di una gara di tre settimane.....
    Sarebbe come proporre nel calcio di aggiungere alla classifica i punti che fai alla fine dei primi tempi.
    Tale classifica vedrebbe alla pari Juve e Roma con 75 punti e terzo il Napoli con 70 che sta a significare nessun cambiamento nella classifica generale finale.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Mag 21, 2014 6:50 pm

    angelo francini ha scritto:Ben ha scritto:
    Comunque, vedendo che anche un ciclo-costituzionalista (depositario del verbo statutario e dei regolamenti) come Francio non ha cassato le idee, mi ritengo ampiamente soddisfatto.
    = = = = = = = =
    Ho solamente detto che discutere con il fine di migliorare la "spettacolarizzazione" del prodotto ciclismo é un discorso valido.
    Non ho detto che sia poi quella, da te indicata, la strada giusta: la corsa rimarrà sempre ancorata agli interessi di quei pochi che punteranno alla vittoria finale assoluta!
    Ripeto negli anni passati al Giro fu sperimentato un traguardo intermedio ove venivano rilevati i tempi e si redigeva una classifica generale a tempi di, diciamo, "metà giro": non riscosse interesse ne nei corridori ne nel pubblico e fu abbandonata.
    Il caso dell'Intergiro è fuorviante. In quel caso era una classifica a parte e ai fini della rosa portava solo gli abbuoni.
    In ogni caso quella maglia delle conseguenze alla classifica generale le aveva portate. Oggi non c'è nemmeno quella.
    Altra cosa sarebbe far correre i leader su due traguardi a tempo per tappa.

    angelo francini ha scritto:Le "continental" che, la nostra federazione cerca di proporre, potranno mai assurgere a questo livello? Sinceramente e con tutto il rispetto dell'attività di queste squadre, dico NO: stiamo parlando di una gara di tre settimane.....
    Sarebbe come proporre nel calcio di aggiungere alla classifica i punti che fai alla fine dei primi tempi.
    Tale classifica vedrebbe alla pari Juve e Roma con 75 punti e terzo il Napoli con 70 che sta a significare nessun cambiamento nella classifica generale finale.
    Questo strazio continental, stando almeno ai regolamenti attuali (ma alla follia non si pongono limiti), ci verrà risparmiato, anche se mi piacerebbe vedere il fuoco di sbarramento del Francio in una così disgraziata evenienza. Laughing
    Sull'esito scontato del campionato ciclistico non sarei così tranchant, non è calcio.
    Credo che sia importante sperimentare, perché le soluzioni a volte vanno provate, a parte la riduzione dei corridori per squadra che sarebbe semplicemente una soluzione ormai emergenziale di buon senso.
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    Messaggio Da Lemure Mer Mag 21, 2014 7:08 pm

    Per me la proposta di Roberti è molto valida e mi convince sopratutto l'idea di differenziare i percorsi. Penso che questo Giro avrà alla fine troppe tappe da volata e non ho capito perchè quest'anno ne hanno messe così tante, quando anche al Tour hanno cambiato con tante tappe più aperte ed una particolare con il pavè. Il Giro negli ultimi vent'anni, da quando lo seguo, è sempre stato migliore per i percorsi.
    In Italia ci sono tante strade diverse, ciottolate, pavé, strappi duri di salita corta, bianche...insomma una varietà enorme. Anche per me è questa la via da imboccare.

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