Segnalo questo interessantissimo e argomentato articolo del Berlingske Tidende.
http://www.bt.dk/cykling/anti-doping-danmark-advarer-om-finaleflasker-i-post-danmark-rundt
In maccheronico è tradotto un po' così, anche se è molto meglio e fedele la traduzione inglese.
ITALIANO
INGLESE
Senza la solita caccia alle streghe si spiega l'utilizzo di alcuni farmaci e di alcune pratiche nel ciclismo odierno.
E a parlare vi sono anche alcuni direttori sportivi fra i quali l'estone Jan Kirsipuu, attuale ds dell'Astana.
Apprezzabile in questo articolo è la trasparenza con cui le problematiche di medicalizzazione vengono affrontate con franchezza e spirito di confronto aperto.
Si parla diffusamente dell'uso di alcuni prodotti come il Tramadol o come la caffeina e dell'uso diffuso nell'ultimo periodo degli analgesici.
La riduzione della sensazione del dolore sembra essere divenuta la nuova frontiera prestazionale.
La responsabile di Antidoping Danimarca parla apertamente dei rischi per la salute nell'uso di alcuni prodotti con un approccio di confronto, ben aldilà del discorso sulle sostanze proibite.
I DS replicano dicendo la loro. Mi sembra che questa sia finalmente la strada giusta da imboccare con confronti seri orientati alla salute dei ciclisti e non alla caccia alle streghe ed alla diffusione dei sospetti.
In questo modo il confronto fra ragioni scientifiche, etica ed esigenze di equità sportiva hanno modo di confrontarsi molto molto positivamente (e stavolta il positivo è finalmente da intendersi come qualcosa di veramente positivo ).
Il più pragmatico è rigorosamente realista è il ds della Riwal, squadra continental danese, che afferma che:
"C'è una lista doping e ci si mantiene sul lato corretto. Tutto ciò che non è nella lista, è permesso. Naturalmente si dovrebbe usare il buon senso, perché se c'è una sostanza che è proibita e si scopre un farmaco che ha lo stesso effetto, allora è probabilmente anch'esso vietato. Il tramadolo non è vietato, ma non è qualcosa che usiamo. La caffeina è già stata nella lista doping, ma non lo è più così non è per nulla sbagliato il suo utilizzo."
http://www.bt.dk/cykling/anti-doping-danmark-advarer-om-finaleflasker-i-post-danmark-rundt
In maccheronico è tradotto un po' così, anche se è molto meglio e fedele la traduzione inglese.
ITALIANO
INGLESE
Senza la solita caccia alle streghe si spiega l'utilizzo di alcuni farmaci e di alcune pratiche nel ciclismo odierno.
E a parlare vi sono anche alcuni direttori sportivi fra i quali l'estone Jan Kirsipuu, attuale ds dell'Astana.
Apprezzabile in questo articolo è la trasparenza con cui le problematiche di medicalizzazione vengono affrontate con franchezza e spirito di confronto aperto.
Si parla diffusamente dell'uso di alcuni prodotti come il Tramadol o come la caffeina e dell'uso diffuso nell'ultimo periodo degli analgesici.
La riduzione della sensazione del dolore sembra essere divenuta la nuova frontiera prestazionale.
La responsabile di Antidoping Danimarca parla apertamente dei rischi per la salute nell'uso di alcuni prodotti con un approccio di confronto, ben aldilà del discorso sulle sostanze proibite.
I DS replicano dicendo la loro. Mi sembra che questa sia finalmente la strada giusta da imboccare con confronti seri orientati alla salute dei ciclisti e non alla caccia alle streghe ed alla diffusione dei sospetti.
In questo modo il confronto fra ragioni scientifiche, etica ed esigenze di equità sportiva hanno modo di confrontarsi molto molto positivamente (e stavolta il positivo è finalmente da intendersi come qualcosa di veramente positivo ).
Il più pragmatico è rigorosamente realista è il ds della Riwal, squadra continental danese, che afferma che:
"C'è una lista doping e ci si mantiene sul lato corretto. Tutto ciò che non è nella lista, è permesso. Naturalmente si dovrebbe usare il buon senso, perché se c'è una sostanza che è proibita e si scopre un farmaco che ha lo stesso effetto, allora è probabilmente anch'esso vietato. Il tramadolo non è vietato, ma non è qualcosa che usiamo. La caffeina è già stata nella lista doping, ma non lo è più così non è per nulla sbagliato il suo utilizzo."