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    "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo

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    "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo - Pagina 5 Empty "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo

    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 13, 2014 10:38 am

    Promemoria primo messaggio :

    C'è una discussione che è di valore assoluto che rischia di finire confinata ed archiviata in un 3d destinato all'oblìo.
    Chiedo agli attori di questa discussione di parlarne qua, perché è un argomento troppo importante ed interessante.
    Di seguito riporto alcuni post fondamentali.

    prof ha scritto:
    Lemond ha scritto:Infatti, dopo la Liegi di quest'anno con settanta corridori ai piedi di Ans (s.s.s.c.), avevo proposto a Ben (*) di organizzare un incontro a Milano con Magro/Berton/Aiello/Saligari/Martinello, Morris e quanti altri potessero andare, perché la crisi è grave e, se continua così, con le nuove tecnologie e i gregari sempre più forti, lo scenario rischia di essere lo stesso in quasi tutte le corse su asfalto.  Evil or Very Mad 

    (*) L'idea, partita da lui, sarebbe stata di un dibattito a tema sul forum, ma, se possibile, l'altra avrebbe tutt'altro spessore.
    Quanto mai auspicabile suscitare un incontro tra persone all'altezza di affrontare queste tematiche. In fondo anche noi tifosi siamo stakeholders di tutto rispetto ed è innegabile che chi scrive su di un forum abbia anche un qualche diritto di rappresentanza, essendo di fatto un'avanguardia e per di più' "pensante".

    Un solo appunto: non sono i gregari ad essere sempre più' forti ma, direi, i capitani che non sono dei draghi. Questo per sostenere che, forse, trattasi di situazione temporanea (in attesa di nuovi capitani più' forti).

    prof ha scritto:Posto che noi italiani vogliamo che la ns. corsa abbia i corridori migliori al via, i percorsi più' belli, lo svolgimento più' avvincente e la miglior copertura tv possibile, credo sarebbe nell'interesse di tutti suscitare la nascita di un qualcosa che assomigli molto ad un "Progetto salva-Giro e salva-Ciclismo". Avanti come ora si va al disastro.

    identificazione e dialogo tra gli stakeholders sarebbe la prima e più' logica azione da intraprendere, se non altro per verificare se fra tutti quanti è presente questa consapevolezza o se è soltanto frutto della fantasia malata di qualche fanatico e nostalgico follower oppure se vi sono interessi in campo tali da pregiudicare la salvaguardia della tradizione ciclistica (ciclismo europeo) a favore di progetti "altri" più' remunerativi e ricchi per una più' vasta platea di stakeholders.

    BenoixRoberti ha scritto:
    prof ha scritto:Quanto mai auspicabile suscitare un incontro tra persone all'altezza di affrontare queste tematiche. In fondo anche noi tifosi siamo stakeholders di tutto rispetto ed è innegabile che chi scrive su di un forum abbia anche un qualche diritto di rappresentanza, essendo di fatto un'avanguardia e per di più' "pensante".
    Caspita, che osservazione pentastellata Laughing
    Scherzi a parte, non è solo un diritto, ma anche una grossa opportunità per chi organizza e per i principali "shareholders" (così resto nel tuocampo Wink) delle società organizzatrici.
    Un amico, genitore di due ragazzi di scuola media, mi ha detto che da quando sono i genitori ed i ragazzi ad imbiancare i locali della scuola, questi sono più puliti e curati, senza scritte e danneggiamenti in genere. Il lato negativo (economico) lo sappiamo, ma quello positivo è che la condivisione fa percepire come loro le cose importanti (pubbliche) alle persone.
    Vale anche per il Giro ed il ciclismo nei confronti degli appassionati.
    Condivido completamente il concetto di radicale novità e buon senso.

    prof ha scritto:Un solo appunto: non sono i gregari ad essere sempre più' forti ma, direi, i capitani che non sono dei draghi. Questo per sostenere che, forse, trattasi di situazione temporanea (in attesa di nuovi capitani più' forti).
    Credo che i valori atletici abbiano un loro naturale andamento, un po' sopra, un po' sotto la media e che in questo momento si sia probabilmente un po' sotto. Ma non mi convincono mai le ipotesi di repentine cadute generazionali, lo dico sistematicamente e statisticamente.
    Ieri pensavo tra me dopo l'arrivo della Dunkerque.
    http://www.ciclopassione.com/t813p275-altre-corse-2014#6998
    Se Zingle avesse avuto la radiolina, la gara sarebbe finita allo stesso modo? O forse il suo ds lo avrebbe telecomandato su cosa fare?
    Io so che con quell'errore e senza la radiolina mi sono goduto il gesto atletico e l'esperienza "maturata" di Engoulvent.
    Al Fiandre, senza radioline, Kristoff sarebbe rientrato sul trio di testa e la corsa sarebbe esplosa nel finale piatto con massimo gusto per lo spettacolo. Le fughe del Giro sono letteralmente castrate dalle disposizioni delle ammiraglie, che ti dicono i secondi al chilometro da recuperare in funzione del percorso, con tutta la potenzialità di calcolo dall'ammiraglia, messa a disposizione in tempo reale ai corridori.
    Una volta si diceva "la corsa la fanno i corridori", adesso si potrebbe tranquillamente dire "la corsa la fanno i direttori sportivi". E questa cosa non mi piace per nulla. Il ds deve comandare alla mattina o urlando lungo il percorso. Stop.
    Ieri sentivo di Cecchinel che è uscito alla morte per rientrare sulla fuga, "costretto" da Scinto. Tutto bello, ma preferivo che Cecchinel lo facesse di sua sponte.

    Il sistema attuale del ciclismo è nemico dello spettacolo ed è un motore di indiscriminato livellamento verso la mediocrità, intesa proprio come suicida tendenza matematica alla media (un po' di corridori a tutti gli organizzatori, un po' di spettacolo, un po' poco di tutto ... insomma NIENTE.
    I correttivi li sappiamo, non ultimo quello di limitare o proprio impedire l'invasione tecnologica (pensiamo ai Google Glass) come detto da Lemond.

    Ps. Carlo parlane con il Magro e cominciamo dal virtuale. Il Magro, oltre che ciclista/commentatore è anche un buongustaio conoscitore di varie altre discipline, un enorme eclettico insomma.

    salvatore ha scritto:
    prof ha scritto:Un solo appunto: non sono i gregari ad essere sempre più' forti ma, direi, i capitani che non sono dei draghi. Questo per sostenere che, forse, trattasi di situazione temporanea (in attesa di nuovi capitani più' forti).
    In bicicletta negli ultimi anni si corre più forte e quindi anche la fisica ci insegna che stare al vento costa di più, quindi stare in gruppo il più a lungo possibile è sicuramente una cosa utile. I gregari aiutano a questo, inoltre permettono di ricucire sulle fughe e poi staccarsi cedendo il posto ad altri gregari altrettanto forti per fare il lavoro nel finale.

    Inoltre i gregari spesso sono capitani in altre gare o capitanti di altre squadre gli anni precedenti che, per compensi maggiori, vanno a lavorare per altri.

    Prima corridori forti erano 7/8, 2 italiani, 2 belgi, 1 francese, 1 olandese, 1 spagnolo e pochi altri ed andavano forte su tutti i percorsi. Ora a questi aggiungi lussemburghesi, svizzeri, tedeschi, cechi, russi, australiani, americani, britannici ecc, quindi corridori di livello ce ne sono di più e questo porta ad un livellamento fra capitani.

    Tranne alcune eccellenze, vanno forte tutti allo stesso modo. Questo è un problema per il ciclismo spettacolare.

    Lemond ha scritto:
    BenoixRoberti ha scritto:Infatti preferisco proprio per questo, al di là dello sbattimento per un reale convegno, un disimpegnato evento online, dove in tanti possano esplicitare le proprie idee.
    Ad un convegno ci possono partecipare qualche decina, max centinaia di persone. Una iniziativa online rimane, viene letta ed approfondita invece da molti altri.
    Abbiamo avuto già ampia prova della efficacia comunicativa ormai enorme della rete.
    E' uno strumento da mettere a frutto anche nel ciclismo.

    Secondo me la rete può essere preparatoria, per avere spunti di discussione, ma per un cambiamento vero, occorre altro. Qualcuno dovrebbe essere capace di presentare le idee di "Salvatore" Smile  attraverso una proposta concreta e quindi non da leggere, ma da attuare. E chi meglio dei telecronisti, che sono al centro dello spettacolo (o no) potrebbe farlo?[/quote]

    prof ha scritto:
    salvatore ha scritto:
    prof ha scritto:Un solo appunto: non sono i gregari ad essere sempre più' forti ma, direi, i capitani che non sono dei draghi. Questo per sostenere che, forse, trattasi di situazione temporanea (in attesa di nuovi capitani più' forti).
    In bicicletta negli ultimi anni si corre più forte e quindi anche la fisica ci insegna che stare al vento costa di più, quindi stare in gruppo il più a lungo possibile è sicuramente una cosa utile. I gregari aiutano a questo, inoltre permettono di ricucire sulle fughe e poi staccarsi cedendo il posto ad altri gregari altrettanto forti per fare il lavoro nel finale.

    Inoltre i gregari spesso sono capitani in altre gare o capitanti di altre squadre gli anni precedenti che, per compensi maggiori, vanno a lavorare per altri.

    Prima corridori forti erano 7/8, 2 italiani, 2 belgi, 1 francese, 1 olandese, 1 spagnolo e pochi altri ed andavano forte su tutti i percorsi. Ora a questi aggiungi lussemburghesi, svizzeri, tedeschi, cechi, russi, australiani, americani, britannici ecc, quindi corridori di livello ce ne sono di più e questo porta ad un livellamento fra capitani.

    Tranne alcune eccellenze, vanno forte tutti allo stesso modo. Questo è un problema per il ciclismo spettacolare.

    Ti confesso che il primo argomento da te citato (materiali nuovi, velocità piu' elevate) mi ha colpito.
    Se ci rifletto pero', ci sono argomenti anche per ribattere a questa obiezione (incidentalmente vorrei anche dirti che lo faccio in veste di avvocato del diavolo, non voglio che tu abbia l'impressione che sia qui a tutti costi a sostenere una mia tesi preconcetta).
    E' vero che la resistenza aerodinamica è  funzione del quadrato della velocità e pertanto, minimi aumenti di quest'ultima fanno si' che lo sforzo necessario per vincere la resistenza siano sensibilmente elevati. Se questo si applica certamente in pianura a 40 all'ora, non è però altrettanto vero in salita a 20 all'ora, dove rimanere a ruota arreca pochissimo o meglio quasi nessun vantaggio.


    Se rimaniamo al caso della LBL, ma possiamo tranquillamente estenderci a tutte le classsiche ed a tutte le gare, una Redoute corsa allo spasimo, già di per sè, avrebbe tagliato le gambe a tutti i velocisti (seppur atipici alla Gerrans) rendendo problematico il loro recupero. Fino a non molto tempo fa, i capitani mandavano i gregari a tirare alla morte sulla Redoute, col proposito di vedere chi c'era e chi non c'era e di stanare quelli che erano al gancio. Una volta fatta chiarezza, in tutti i sensi, poichè potevi immediatamente capire da chi dovevi guardarti e da chi no, cominciava la gara e i piu' forti se ne andavano senza che nessuno rientrasse piu'. Nota bene che è ciò che poi continua ad accadere tra Fiandre e Roubaix dove il divario tra Cancellara/Boonen ed il resto è fisicamente palpabile.

    Sarebbe anche doveroso obiettare che le medie di oggi (con biciclette che non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle di solo 20 anni fa) non sono tanto piu' elevate delle medie di ieri. Addirittura io ricordo del primo Fiandre, vinto da Magni nel 1949,

    (http://www.ilmiovideosport.it/individuali/ciclismo/giro-delle-fiandre/player/144/1828.html)
    con una bici di un peso quasi doppio se rapportato ad oggi e con cambio a bacchette posteriori (significa che per cambiare dovevi smettere di pedalare e dare due colpi di pedale all'indietro)
    "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo - Pagina 5 Bartal10
    alla media di oltre 36 km/hr.

    Allorchè il cambio diventò a comando posto sul tubo obliquo senza la necessità della contropedalata,, le medie iniziarono subito a salire per arrivare ai 40 km/hr quando ancora il rapporto minimo ammesso era il 49x23 poichè non era tecnicamente possibile averne di piu' agili - il 46 venne introdotto solo verso il '60. Da quegli anni le medie hanno sempre viaggiato sul filo dei 40/42, come oggi. 
    Sono considerazioni che, volenti o nolenti, hanno un loro peso.


    E poi, francamente, si tratta di una discussione che esiste da quando esiste il ciclismo. Ora, io non dico di prendere per oro colato quanto vado dicendo ma, quantomeno, diamo tempo al tempo. Intanto però sarebbe giusto dare corso a quelle modifiche che andiamo propugnando da tempo: una su tutte, squadre di 6/7 corridori e, perchè no, via le radioline.

    salvatore ha scritto:Le cause sono concomitanti. Il fatto che in salita si va più piano è che i corridori non hanno le palle, anche perchè dopo le salite ci sono tratti di discesa e soprattutto pianura e quindi un gruppetto con qualche gregario è molto più confortevole. Però manca il coraggio, questo è sicuro, la Liegi 2014 è un esempio. Pozzovivo e Caruso avevano il coraggio e anche le gambe, Valverde e Gerrans avevano i gregari.

    Poi se le tappe di salita dei grandi giri le fanno tutti insieme fino a 2 km dall'arrivo, non vedo soluzione.

    Forse fra le varie cause c'è anche una carenza di bagaglio tattico di alcune squadre. Capita spesso che si corre al rovescio.

    prof ha scritto:
    Lemond ha scritto:
    salvatore ha scritto:Le cause sono concomitanti. Il fatto che in salita si va più piano è che i corridori non hanno le palle, anche perchè dopo le salite ci sono tratti di discesa e soprattutto pianura e quindi un gruppetto con qualche gregario è molto più confortevole. Però manca il coraggio, questo è sicuro, la Liegi 2014 è un esempio. Pozzovivo e Caruso avevano il coraggio e anche le gambe, e Gerrans aveva i gregari.

    Poi se le tappe di salita dei grandi giri le fanno tutti insieme fino a 2 km dall'arrivo, non vedo soluzione.

    Forse fra le varie cause c'è anche una carenza di bagaglio tattico di alcune squadre. Capita spesso che si corre al rovescio.

    Forse la soluzione è nel proporre qualcosa di rovesciato, perché se la salita importante è posta alla fine, è chiaro (o quasi) che tutti aspetteranno quella e poi, per essere tranquilli, gli ultimi km. della stessa.
    Ah, sono d'accordissimo ! Il problema sta anche in chi ha il manico in questo momento, organizzatori e rai in primis (io li chiamo "stakeholders" che è una figura fondamentale in tutti i progetti: gli stakeholders sono coloro che hanno un qualche interesse nel progetto, dai corridori, agli organizzatori, alla rai, alle squadre con i loro sponsor, ai giornalisti, al cittadino che si trova la strada bloccata dal passaggio di una gara e, forse i piu' importanti di tutti, gli appassionati). I percorsi, primariamente dei GG, vanno adattati alla realtà del momento: se sai che ponendo un arrivo in salita non si muoverà nessuno fino ai - 2 km, dovresti evitare di farlo: le gare dovrebbero arrivare nei paesi a fondovalle, dopo una bella discesa e, magari, dopo un bel tappone di oltre 200 km con 4 o 5 bei passi di 1a cat.
    Se lo spirito dei tempi viene recepito financo dall'unico che non dovrebbe assolutissimamente mai esserne condizionato per definizione (Papa Francesco), dovrebbe essere invece come il faro nella notte per gli organizzatori di un Giro.

    prof ha scritto:
    salvatore ha scritto:
    Lemond ha scritto:Per quanto riguarda sempre la Liegi, per scremare il gruppo Valverde i gregari non li aveva, altrimenti l'avrebbe fatto, mentre Gerrans poteva essere protetto tranquillamente dai suoi e riportato in gruppo. Infatti sulla Redoute erano rimasti in pochi, ma poi ...
    Valverde ha pensato di giocarsi la vittoria in una volata ristretta ma non si aspettava Gerrans così in palla anche alla Liegi. Se fosse scattato magari in un gruppetto avrebbe dovuto correre contro tutti. Dopo tutto ha scelto la tattica migliore, salvo trovarsi un Gerrans nel finale.
    A proposito di gregari , cade a fagiolo ricordare com'era anche ai tempi di Merckx, in cui giornalisti e appassionati (non estimatori del belga) erano concordi nell'affermare che Eddy e tutta la sua squadra stavano uccidendo il ciclismo. Si diceva che Eddy avesse la squadra migliore, con gregari che avrebbero tranquillamente potuto essere capitani in altre formazioni. Era difficile dar loro torto. Il problema consisteva proprio nel fatto che, quando costoro aprivano le danze sulla Redoute di turno, davanti rimanevano solo Merckx, Gimondi, Pollentier, Janssen e, a volte, pochissimi altri. I gregari di Eddy erano campioni a loro volta, capaci di operare selezioni che nemmeno ce le sognamo e vedi allora, ancora una volta, che  tutto si tiene: se i gregari sono deboli, è inutile averli, cosi' come se il campione non è tale, non bastano i gregari a farlo diventare.

    Personalmente ho la convinzione, da qualche tempo, che il panorama attuale sia abbastanza sconfortante: corridori in genere di non eccelsa levatura, capitani e gregari che siano. Ci sono anche delle cause molto precise: demotivazione nel far crescere le categorie giovanili (anche qui vi sono responsabilità precise e ben identificabili), una UCI privatizzata che, guardando ai paesi emergenti, si sta lasciando indietro l'Europa, organizzatori forse non all'altezza del momento.

    E' possibile che mentre abbiamo le strade percorse da migliaia e migliaia di cicloturisti over 40, abbiamo di converso meno di un migliaio di ragazzini e ragazzi tra esordienti, juniores e dilettanti, quando pochi anni fa questa cifra era 3 volte tanto e piu' ?

    E' possibile in quanto è esattamente quel che accade e sappiamo anche tutti quanti perchè accade.


    Ultima modifica di BenoixRoberti il Sab Lug 26, 2014 3:38 pm - modificato 1 volta.

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    Messaggio Da angelo francini Lun Lug 28, 2014 3:13 pm

    Continuo a meravigliarmi.
    Cosa cavolo c'entra l'UCI con le leggi nazionali!
    L'UCI dovrebbe preoccuparsi di regolamentare solo l'aspetto tecnico/normativo dello sport che gestisce.
    Ma in quale altro sport avviene che la Federazione europea o mondiale intervenga con regole che alterano le Leggi di uno Stato sovrano!
    Quindi l'UCI non ci ha danneggiato: siamo noi che abbiamo contribuito prima e poi concesso all'UCI di arrivare a questo: ed il primo responsabile di questo sfascio in campo internazionale é italiano ed é stato per oltre 20 anni presidente del Consiglio Professionistico dell'UCI.
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    Messaggio Da meazza Lun Lug 28, 2014 7:52 pm

    angelo francini ha scritto:
    Vent'anni fa ogni 350 tesserati esordienti del 1° anno SOLO UNO arrivava a passare professionista come corridore, non come campione.
    Completamente d'accordo con quello che hai scritto sopra
    e su quest'ultima frase (la stat io la facevo sugli juniores pero' ero arrivato alla tua stessa conclusione), sara' il problema futuro (ormai attuale) del nostro ciclismo
    Una Federazione seria come primo obiettivo si dovrebbe porre di aumentare la base , le gare , aiutare gli organizzatori ecc
    Da 1000 giornate gare d'inizio anni 90 i dilettanti son arrivati a poco piu' di 200..
    Le Juniores non ne parliamo
    Muoiono le gare.. muoiono le societa'.. si perdono futuri campioni
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    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Ago 09, 2014 8:24 pm

    Tra le idee di riforma del ciclismo era stato avanzata da Prof la messa al bando dei telai in carbonio.
    E' una cosa "impossibile" da effettuare per tutta una serie di ragioni economiche, ma il problema c'è.

    eliacodogno ha scritto:
    prof ha scritto:
    No, Ben, la cosa non andrebbe passata sotto silenzio e meriterebbe una indagine molto piu' approfondita e, soprattutto, lo stop ai telai in carbonio.
    Mi sembra una battaglia persa, se Agnoli, che non sarà una personalità nel gruppo ma è certamente uno che si gioca la pelle lì sopra, ha accolto la proposta di trattare l'argomento con una sonora risata

    Quest'anno abbiamo visto la caduta di Dan Martin. Ma anche questo video apre alcuni dubbi sulla risposta inerziale agli urti di questi telai e ... ruote.

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    Messaggio Da cauz. Mar Ago 12, 2014 7:31 pm

    più che sui telai bisognerebbe tornare a ragionare sulle ruote, che penso siano anche più facilmente "limitabili" anzichè andare a toccare un mercato ormai assolutista come quello del carbonio (addirittura me lo sono comprato pure io...).
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Ott 01, 2014 12:59 pm

    prof ha scritto:
    Lemond ha scritto:
    prof ha scritto:
    Lemond ha scritto:Eh, eh. Sono sessant'anni circa che vado in bici al posto dell'auto, però se mi giro intorno vedo che quella libertà l'apprezzo solo io e qualche donnina che vedo alla coop, ma che probabilmente non ha la patente. Very Happy
    E' possibile che io sia un illuso, però, se avessi una ciclabile che mi evitasse la statale, in città ci andrei in bicicletta: sono 14 km e impiegherei all'incirca lo stesso tempo che in automobile.

    Non sei un illuso, ma solo uno dei pochi. Wink
    No, Carlo, non credo proprio. L'esperienza che mi viene da altri paesi è proprio quella che ti ho descritto. Dovresti vedere e ti renderesti immediatamente conto. Avevo un collega che arrivò in aeroporto, una mattina alle 6 sotto una nevicata improvvisa, con 30 cm di neve fresca, in biciccletta, dietro lo spartineve. Montava pneumatici chiodati (spiked), molto diffusi in quel paese. La mattina alle 7, in piena notte, in tutti i giorni della settimana e spesso sotto acqua e vento, le strade sono piene di ciclisti attrezzatissimi che si recano al lavoro e a scuola. Gli sfigati sono quelli che vanno in automobile.
    Credimi, lo sai che non sono politicamente corretto nè, tampoco, ambientalista. Ho capito che, se solo si avesse la possibilità di scegliere, un esercito di giovani e meno giovani, opterebbe per la bicicletta. Ed è logico, se ci rifletti un attimo.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Ott 01, 2014 1:01 pm

    prof ha scritto:Per questi motivi occorre avere immaginazione per crearci un habitat che sia rispettoso delle esigenze di tutti. Riaprire le città a tutti significa soltanto restituire i centri storici alla vita (togliendoli alla mala-vita), evitandone la vetrinizzazione, che non serve proprio a nessuno. Tanti bei negozi di biciclette e di meccanici, come era un tempo, quando ci si ritrovava tutti li', la sera, dopo il lavoro o la scuola.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Ott 01, 2014 1:03 pm

    cauz. ha scritto:
    prof ha scritto:Credimi, lo sai che non sono politicamente corretto nè, tampoco, ambientalista. Ho capito che, se solo si avesse la possibilità di scegliere, un esercito di giovani e meno giovani, opterebbe per la bicicletta. Ed è logico, se ci rifletti un attimo.

    prof, fortunatamente il mondo sta cambiando, e talvolta più velocemente di quanto immaginiamo (o forse accade sempre così).
    il numero di ciclisti per le strade è in aumento vertiginoso, e in tanti stanno optando per questa scelta (che in alcuni luoghi è ormai diventata moda, e ahime' vivo nella città più adatta per capire questi fenomeni in italia). non è più "possibilità" di scegliere, quella aiuterebbe ma quantomeno nelle generazioni medio-giovani (diciamo gli under45, che mi rifiuto di considerare tutti giovani, me incluso) la possibilità è diventata un optional e la scelta è già stata compiuta.
    le possibilità servirebbero molto di più per le età più avanzate o per i giovanissimi. citavi come ottimo esempio l'andare al lavoro in bici. è un esempio perfetto per descrivere quanto sia spesso il salame sugli occhi di chi amministra questo paese, dove "l'infortunio in itinere" sulla via del lavoro è riconosciuto per tutti i mezzi di trasporto più comuni TRANNE la bicicletta...
    (qui qualche info, ma è il primo link che ho trovato e ci sarà di meglio, mi fido al volo giusto perchè c'è il marchio ECF: http://www.bici-initinere.info/).

    sotto questo punto di vista, direi che mi andrebbe bene pure la santillata, che ha evidentemente ben altri scopi:
    BenoixRoberti ha scritto:La Fci ha in progetto (è una idea di Santilli) di tesserare anche i ciclisti quotidiani casa-lavoro, dando servizi in cambio di tipo associativo e da convenzione. Inutile dire che lo scopo dei virtuosi dirigenti sia semplicemente quello di affiliare migliaia di persone, avviarli al ciclismo maratonoriale (sul modello delle maratone aperte a tutti, A PAGAMENTO) e fare cassa (privatamente) con gli eventi da loro organizzati. Con quei numeri passerebbero poi all'incasso dal Coni.
    Il problema pertanto non è avvicinare la gente alla bici e fargli comprendere i fondamentali dell'esercizio, ma come i boss di questo sport (da sostituire democraticamente al più presto) sfrutteranno questo processo ineluttabile.
    una copertura associativa/assicurativa, legata magari ad accessi convenzionati all'intermodalità o ad acquisti specifici, andarebbe piu' che bene. in fondo è cio' che fanno anche tutte le altre associazioni e federazioni ciclistiche, da FIAB a UISP...
    il problema è che qui si guarda soltanto ad una parte della medaglia, ovvero ai ciclisti (facili da mungere), mentre un'attività del genere dovrebbe accompagnarsi forzatamente ad un attività di lobbying che favorisca i ciclisti nella discussione politica e amministrativa. da quel versante invece FCI si scopra agnellino silente e non fa altro che parlare di uso del casco (e dio ci scampi dall'obbligatorietà che in quei pochi paesi del mondo dove si è provata si è rivelata piu' che deleteria).

    e dire che la Fiat forse (speremmu) ce l'abbiamo fatta a togliercela dai coglioni, ma gli effetti nefasti della politica-fiat ce li dovremo sorbire ancora a lungo...
    non a caso siamo il paese che produce più biciclette in italia (e se restringiamo alle bici di qualità saliamo al vertice mondiale) eppure sempre su scala europea siamo decimi per il numero di bici ogni cento abitanti...
    http://www.coliped.com/docs/issuu/European%20Bicycle%20Market%20&%20Industry%20Profile%20-%20Edition%202013.pdf

    riguardo alla "bicicletta de sinistra", fortunatamente il circo della piccola politica è assai indietro rispetto alla società anche in questo campo e ormai non ci crede più nessuno. anzi, sono proprio quei sindaci di pseudosinistra che si sono fatti le loro belle campagne elettorali in bicicletta (nelle foto, ovviamente) a pagare questo paradosso, a partire dal pupazzo che ci ritroviamo a milano (ma pure marino a roma pare sia nelle stesse acque). e questo perchè chi pedala per strada tutti i giorni ha l'abitudine a tenere gli occhi ben più aperti, e ci mette poco ad accorgersi di quando lo stanno prendendo per il culo, almeno per quanto riguarda le strade che ha sotto le ruote.

    ps- è una discussione interessante e mi sembra strano che sia finita nelle pagine del mondiale. forse sarebbe pure più opportuno collocarla altrove, ma in fondo la storia e l'attualità ci dicono che ANCHE questo è il suo posto.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Ott 01, 2014 1:31 pm

    prof ha scritto:Perchè a Londra, a Zurigo, a Lugano, a Innsbruck e in tutto il Nord Europa posso parcheggiare nel centro piu' centro della città, in un multipiano, e a Milano no? Non vi sembra che ci sia qualcosa che puzza? Perchè in queste città ed anche fuori, posso circolare in bicicletta in piena sicurezza?
    Prof non ti seguo. Non c'è alcuna differenza fra queste città e Milano, o almeno fra Zurigo (l'unica paragonabile e Milano). In entrambe si va in centro con l'auto PAGANDO. Avendo lavorato per anni nel centro della "camera a gas", posso dirti che l'Area C è stata una necessaria innovazione, ma alla fine un mero palliativo a vantaggio di alcuni ed a danno di altri. Milano non ha affrontato il problema nodale del piano del traffico.
    L'Area C si è sostanziata in una gabella e, passata la gabella, la politica non ha più parlato di progetti per rivedere la mobilità. Non sono per la chiusura del Centro alle auto, ma ad una sua radicale riduzione e modificazione assolutamente sì, come tantissimi milanesi. Nessuno ha la bacchetta magica, ma i nuovi sistemi vanno testati.
    Dico la mia esperienza diretta. Vivere a Milano in centro con traffico e smog era ormai impossibile, anzi proprio insostenibile. Il Comune è intervenuto e ha monetizzato l'intervento, ahinoi.
    Il problema è che quel traffico e quello smog si sono ricoagulati ai bordi dell'Area C.
    Devi sapere che i milanesi avevano votato un referendum consultivo per l'Area C e per le sue modalità. Era stato un buon momento della politica quello, ma si sperava che la discussione e la sperimentazione di una nuova mobilità venissero attuate progressivamente, anche sull'onda degli stimoli urbanistici (non solo speculativi) legati all'Expo. Niente, totale assenza di progettualità.
    Non puoi mettere sullo stesso piano di analisi Milano e Lugano o Milano e Innsbruck.
    Innsbruck, sta facendo un investimento economico sul ciclismo per creare un turismo sportivo da 12 mesi all'anno. In Austria e Svizzera fanno arrivare americani, canadesi ed inglesi in aereo e gli danno tutto il necessario per l'attività MTB e cicloamatoriale/turistica. Fra qualche anno il turismo ciclistico supererà di slancio quello sciistico/snowboardistico invernale. Lo mostrano i dati del turismo svizzero.
    Non per nulla Inssbruck si è candidata per ospitare i mondiali di ciclismo.
    Noi i mondiali, invece, li faremo a Vicenza per asfaltare un po' di Colli Berici con asfalto speciale fonoassorbente e soldo-assorbente.

    prof ha scritto:Ci vuole piu' coraggio e meno ideologia, molto semplice. Se la bicicletta diventa un pezzo da museo, senza piu' alcuna utilizzazione pratica, fatalmente poi il ciclismo va a morire. Ciò che mi aspetterei da una Federazione di persone normali, è proprio che ragionassero in questi termini; che si battessero per queste cose con tutto il potere di lobbying di cui sono capaci. Che non è poco.
    Io sono uno di quelli che non si è mai fatto problemi a parlare di rappresentanza politica del movimento ciclistico. Qualcuno storceva il naso ... sempre la politica ...
    Io questa rappresentanza di interessi la vivo all'americana, ovvero come moto positivo e manifestazione di legittimi e prospettivi interessi.
    In America i visionari vengono riempiti di risorse economiche, da noi i visionari vengono ricoverati per trattamenti sanitari obbligatori.
    Per fortuna noi al nord abbiamo l'amata/odiata Svizzera dove potere vivere ciclisticamente un taumaturgico "Yes we can", but why not in Italy?
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Dic 28, 2014 5:03 pm

    Una notizia bomba. Molto, molto importante.

    L'Uci ha cambiato il proprio regolamento di gara ed ha introdotto il divieto totale all'uso delle comunicazioni radio in corsa, anche per le gare WT.
    http://www.uci.ch/mm/Document/News/Rulesandregulation/16/11/53/2roa-E_English.pdf
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    La regola sopra sulle gare World Tour non è più in vigore.
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    Messaggio Da angelo francini Dom Dic 28, 2014 5:38 pm

    BenoixRoberti ha scritto:Una notizia bomba. Molto, molto importante.

    L'Uci ha cambiato il proprio regolamento di gara ed ha introdotto il divieto totale all'uso delle comunicazioni radio in corsa, anche per le gare WT.
    http://www.uci.ch/mm/Document/News/Rulesandregulation/16/11/53/2roa-E_English.pdf
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    La regola sopra sulle gare World Tour non è più in vigore.

    Credo che chi ha messo in giro questa "anteprima" abbia preso un granchio!
    Sul sito della UCI alla voce Regolamenti - Titolo II - Gare su strada, sono pubblicate le modifiche che andranno in vigore dal 01 gennaio 2015, modifiche che sono state pubblicate dall'UCI il 12.12.2014:

    http://fr.uci.ch/mm/Document/News/Rulesandregulation/16/69/09/Colonnededroite-20150101-ModificationsTitre2-FRA-20141212_French.pdf


    Come si vede non vi é nessuna modifica all'articolo 2.2.024 sopra indicato.

    Quando vedrò le modifiche pubblicate ne prenderò atto. Non é che forse con l'avvento all'UCI del gran maestro le cose potrebbero essere cambiate anche li?


    Ultima modifica di angelo francini il Dom Dic 28, 2014 5:51 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da angelo francini Dom Dic 28, 2014 5:47 pm

    angelo francini ha scritto:
    BenoixRoberti ha scritto:Una notizia bomba. Molto, molto importante.

    L'Uci ha cambiato il proprio regolamento di gara ed ha introdotto il divieto totale all'uso delle comunicazioni radio in corsa, anche per le gare WT.
    http://www.uci.ch/mm/Document/News/Rulesandregulation/16/11/53/2roa-E_English.pdf
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    La regola sopra sulle gare World Tour non è più in vigore.

    Credo che chi ha messo in giro questa "anteprima" abbia preso un granchio!


    Credo caro Ben che chi ha messo in giro questa "anteprima" abbia preso un granchio!


    Sul sito della UCI alla voce Regolamenti, al Titolo II - Gare su strada, sono pubblicate le modifiche che andranno in vigore dal prossimo 1° gennaio 2015, modifiche che sono state pubblicate dall'UCI il 12.12.2014:

    http://fr.uci.ch/mm/Document/News/Rulesandregulation/16/69/09/Colonnededroite-20150101-ModificationsTitre2-FRA-20141212_French.pdf

    Come si vede non vi é nessuna modifica all'articolo 2.2.024 sopra indicato.
    Quando vedrò le modifiche pubblicate ne prenderò atto, o forse con l'avvento all'UCI del gran maestro le cose potrebbero essere cambiate anche li?
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Dic 28, 2014 5:49 pm

    Precisazione sulla interpretazione dell'immagine sopra postata.
    Nelle modifiche relative al 2015 è stato aggiunto quel 2014 colorato in rosso.
    Ciò dovrebbe significare che nel 2015 quella deroga per le prove WT non sarà più valida.

    Avevo pensato anche io ad uno scherzo per il "Día de los Santos Inocentes", il giorno dei santi innocenti, che è il pesce d'aprile degli spagnoli. Due anni fa avevano annunciato le dimissioni (false) di McQuaid.
    Ma basta consultare il sito Uci e vedere che è tutto vero.
    E tutti i ds dei team WT stanno twittando in massa contro questo provvedimento.
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    Messaggio Da angelo francini Dom Dic 28, 2014 6:07 pm

    BenoixRoberti ha scritto:Precisazione sulla interpretazione dell'immagine sopra postata.
    Nelle modifiche relative al 2015 è stato aggiunto quel 2014 colorato in rosso.
    Ciò dovrebbe significare che nel 2015 quella deroga per le prove WT non sarà più valida.

    potresti far parte della commissione che interpreta i regolamenti!
    Ogni tanto non capisco.

    Quel 2014 in rosso era così nella pubblicazione delle modifiche apportate in data 01.10.2013.
    ti allego immagine di quelle modifiche:
    "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo - Pagina 5 Aa10

    Semmai é solo un errore materiale della segreteria dell'UCI che non ha modificato il 2014 in 2015.


    Quindi ripeto: ad oggi non vi é nessuna modifica alle regole in essere.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Dic 28, 2014 6:19 pm

    Può essere che tu abbia ragione.
    L'interpretazione non è mia. Mi sono limitato a leggere e riportare la notizia.
    http://inrng.com/2014/12/race-radios-banned-2015/
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    Messaggio Da angelo francini Dom Dic 28, 2014 6:29 pm

    BenoixRoberti ha scritto:Può essere che tu abbia ragione.
    L'interpretazione non è mia. Mi sono limitato a leggere e riportare la notizia.
    http://inrng.com/2014/12/race-radios-banned-2015/

    Sono immodesto: "può essere" é sbagliato perché semplicemente é.

    E non avevo detto che era tua l'interpretazione: difatti ho parlato di granchio con chi ha messo in giro questa bufala.....
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    Messaggio Da leonzi Dom Dic 28, 2014 7:52 pm

    però la regola dice che le radioline sono proibite sempre, eccetto i 2 casi seguenti: le crono e le prove di world tour e coppa del mondo femminile DEL 2014. Quindi quell'eccezione non vale per il 2015, vale a dire che nel 2015 le radioline saranno vietate. In realtà occorrerebbe una modifica al regolamento per ammetterle, se il regolamento rimane così saranno vietate.
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    Messaggio Da angelo francini Dom Dic 28, 2014 7:58 pm

    leonzi ha scritto:però la regola dice che le radioline sono proibite sempre, eccetto i 2 casi seguenti: le crono e le prove di world tour e coppa del mondo femminile DEL 2014. Quindi quell'eccezione non vale per il 2015, vale a dire che nel 2015 le radioline saranno vietate. In realtà occorrerebbe una modifica al regolamento per ammetterle, se il regolamento rimane così saranno vietate.
    Questo é il testo pubblicato il 01.10.2013 che valeva nella stagione 2014.
    L'UCI ha pubblicato le modifiche che andranno in vigore nel 2015 e non vi é modifica per l'art. 2.2.024: ha solo dimenticato di modificare l'anno. Ossia scrivere 2015 anziché 2014.

    Anche perché se la volontà dell'UCI fosse stata quella di non permettere l'uso delle radioline nel 2015, l'art. 2.2.024 sarebbe stato cancellato completamente o sostituito con un articolo di una sola riga:

    2.2.024 In tutte le gare ciclistiche é proibito l'uso delle radio rice-trasmittenti.


    Che siano strani all'UCI va bene, ma non sino al punto di lasciare un articolo che descrive in 50 righe l'uso di un attrezzo, di cui vieta l'uso!!!
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    Messaggio Da leonzi Dom Dic 28, 2014 9:26 pm

    angelo francini ha scritto:
    leonzi ha scritto:però la regola dice che le radioline sono proibite sempre, eccetto i 2 casi seguenti: le crono e le prove di world tour e coppa del mondo femminile DEL 2014. Quindi quell'eccezione non vale per il 2015, vale a dire che nel 2015 le radioline saranno vietate. In realtà occorrerebbe una modifica al regolamento per ammetterle, se il regolamento rimane così saranno vietate.
    Questo é il testo pubblicato il 01.10.2013 che valeva nella stagione 2014.
    L'UCI ha pubblicato le modifiche che andranno in vigore nel 2015 e non vi é modifica per l'art. 2.2.024: ha solo dimenticato di modificare l'anno. Ossia scrivere 2015 anziché 2014.

    ma io è proprio perché non è prevista modifica che dicevo quel che ho detto

    angelo francini ha scritto:Anche perché se la volontà dell'UCI fosse stata quella di non permettere l'uso delle radioline nel 2015, l'art. 2.2.024 sarebbe stato cancellato completamente o sostituito con un articolo di una sola riga:

    2.2.024 In tutte le gare ciclistiche é proibito l'uso delle radio rice-trasmittenti.


    Che siano strani all'UCI va bene, ma non sino al punto di lasciare un articolo che descrive in 50 righe l'uso di un attrezzo, di cui vieta l'uso!!!
    e qui ti do ragione
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    Messaggio Da leonzi Dom Dic 28, 2014 9:44 pm

    e comunque, tanto per riprendere il filo di questa discussione, io sono tra quelli che propendono per il no alle radioline. La sempre ribadita questione della sicurezza è solo una scusa dei DS, perché comunque si potrebbero ammettere le radioline per la comunicazione tra corridori e direzione dela corsa, escludendo i DS.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Dic 28, 2014 10:28 pm

    Sull'argomento c'è stato anche uno scambio di impressioni diretto con Inner Ring:
    https://twitter.com/FRANCINIANGELO/status/549253378430492672

    Giusto per avere più ragguagli.
    A questo punto si può dire che alla versione di Francini manchi solo lo 0,01%.

    Personalmente, concordo con Leonzi, speravo che quella regola venisse rifatta, togliendo le radio per le comunicazioni sportive e di tattica dei ds, riservandone l'uso per la sicurezza.
    E' vero che faranno anche colore, gli interventi dei DS, ma io preferisco mille volte una battaglia aspra dove i corridori possano anche sbagliare. Occasione persa.
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    Messaggio Da angelo francini Lun Dic 29, 2014 9:21 am

    Radio rice-trasmittenti team-corridori.

    Ho voluto fare una piccola indagine consultando un paio di amici Commissari UCI che di solito fanno i Presidenti nelle gare WorlTour.

    Ho posto la seguente domanda:
    "Oggi Inrng ha scritto che dal 01.01.2015 é vietato l'uso delle radioline anche nel WTour. Ti risulta?: a me pare che l'UCI abbia solo dimenticato di modificare l'anno (2015) nrll'art. 2.2.024".

    Ecco le loro risposte:
    "Ciao Angelo, si credo che non ci sia stato l'aggiornamento anche perché nelle modifiche apportate per il 2015 non vedo riscontro di cancellazione inerenti tale articolo",

    "Credo anch'io.... non penso che sull'argomento tornino indietro ..... Comunque nessuno ne ha parlato o scritto .... noi avremo la riunione dei Commissari designati nelle WT solo a fine gennaio, ma ti ripeto nessuno ne ha più accennato....
    Comunque per scrupolo e onde evitare che ci fosse stato qualche blitz ... natalizio .... sono andato a vedere sul sito UCI e come sempre l'aggiornamento ci sarà a far data dal 1° gennaio (quindi pubblicato dopo le feste). Siamo fermi al 24 settembre 2014, ma come si può vedere nelle modifiche al 1° gennaio ci sono altre cosette ...omesso....".

    Credo proprio che stavolta questa uscita di Inrng sia un grande abbaglio.
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    Messaggio Da leonzi Gio Gen 01, 2015 7:13 pm

    BenoixRoberti ha scritto:... ma io preferisco mille volte una battaglia aspra dove i corridori possano anche sbagliare.
    e soprattutto dove dimostrino di saper pensare, perché per vincere serve anche quello. Che significa saper sempre chi c'è in fuga, quanto hanno, come sta evolvendo il vantaggio o l'inseguimento ecc (informazioni che comuque potrebbero essere fornite dalla direzione di corsa) e saper prendere le decisioni giuste. Che implica quindi un diverso modo di stare in gruppo, spesso faticoso, ma anche da questo si misurerebbe lo spessore di un vincitore.
    Per quanto riguarda i DS, faccio un parallelo col calcio. Ho sempre pensato che uno dei migliori allenatori di calcio del mondo sia stato Lobanowsky, quello dell'URSS e della Dinamo Kiev degli anni '80. Si sedeva in panchina e guardava la partita senza aprire bocca, al massimo ondiggiava avanti e indietro. E la sua squadra andava come un orologio. Perché il bravo allenatore è quello che manda in campo una squadra che sa già tutto quello che deve fare, e che non se lo deve far dire da qualcun altro. Quando un allenatore si alza per dire qualcosa alla squadra, significa che ha sbagliato a preparare la partita.
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    Messaggio Da leonzi Gio Gen 01, 2015 7:22 pm

    eliacodogno ha scritto:... se 3-4 team sovrastano economicamente tutti gli altri messi assieme (che è poi la polarizzazione cui si assiste oggi nel mondo, più in generale), è facilmente intuibile che avremo sempre più campioni costretti alla convivenza in gabbie dorate, perché chi muove i fili colleziona campioni come figurine e se non ha almeno 3 corridori da GT di prima-seconda fascia, 2-3 per ogni tipologia di classica, qualche velocista, si sente nudo

    riprendo questo post dalla discussione su Nibali perché si ricollega all'opportunità di limitare il numero dei corridori per ogni team nelle corse, ad esempio a 6, come si era già auspicato in precedenza.
    Questo limite (cui si dovrebbe associare anche una netta diminuzione delle rose delle squadre), infatti, a mio avviso porterebbe ad evitare la concentrazione di più "capitani" in una stessa squadra, e favorire il confronto tra un numero maggiore di corridori potenzialmente vincenti.
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    "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo - Pagina 5 Empty Re: "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo

    Messaggio Da Lemond Mar Lug 14, 2015 8:19 am

    prof ha scritto:La strada è palesemente quella: 6 corridori per squadra, 120 corridori in gruppo (i migliori, selezionati con un criterio da definire assieme tra Giro e Tour, che devono diventare le due gare clou della stagione). Niente radioline.
    La costituzione di World Team cosi' com'è stata concepita sino ad ora è assurda: 30/40 corridori per team non hanno senso: costi altissimi per gli sponsor e qualità bassissima tra i corriodri (e ci meravigliamo che arrivino sempre tutti assieme, chiamando questo come "ciclismo moderno")
    Per una volta sono d'accordo con il mio amico prof, però anche questa a me sembra una specie di W.T. sia pure più selezionato. Per il resto, a parte Mercks, parlavo di tappe "addormentasuocere" quelle lunghe quanto volete, ma tutte di pianura. Assolutamente da evitare, perché sono il contrario del ciclismo: trasferimento per fare gli ultimi km. da pistard. Sad
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    Messaggio Da leonzi Mar Lug 14, 2015 10:41 pm

    riporto qui i post che erano stati pubblicati nella discussione sul tour 2015 ma che sono più pertinenti in questa discussione e che giustificano il "risveglio" di Lemond appena sopra.
    giuro che poi partecipo anch'io, ma ora sono stanco e vo a letto

    angelo francini ha scritto:
    Lemond ha scritto:
    BenoixRoberti ha scritto:
    Lemond ha scritto:Perché? E' stata l'unica tappa dove tutto si è svolto secondo le previsioni: c'erano tre squadre sopra le altre e tutto si è deciso per 4 secondi e soprattutto perché, da una parte, Froome ha sbalestrato la sua, tirando troppo forte, mentre alla Movistar non so che è successo di preciso, ma lì hanno perso.
    Carlo ce n'era un'altra di squadra in corsa ad inizio Tour.
    Mi spiace anche per Barguil in tutta franchezza. Ma spero che il risultato di oggi sia uno sprone per dare battaglia.
    Se fai riferimento alla Orica. mi dispiace per loro, però a me fa più arrabbiare l'assenza di Bouhanni e di Kittel, ma che vuoi, cadute e malattie fanno parte del ciclismo e della vita, anche se si potrebbe fare molto per prevenirle e al contempo vivacizzare la corsa: ne rammento solo tre: squadre di sei elementi. una salita nei primi cento km. che divida il gruppo almeno in due e neutralizzazione degli ultimi tre km. nelle tappe senza strappo finale. Perché i buchi, se ci sono, si formano per caso, non certo perché alcuni sono più forti di altri. Sad
    Io farei la proposta che, considerato che un grande giro lo possono solo vincere i grandi campioni che oggi sono uno o due per squadra, che le quadre siano alla partenza con solo due corridori: in tal modo si garantirebbe la presenza a tutte le Proteam, a tutte le professional ed anche alle prime 20/30 continental. Poi quando devo fare la tappa MI-Bologna in pianura Padana, dopo 80 km gli faccio fare la salita del p.sso Maniva (val Camonica), in modo che diventi una tappa di 300 km. Poi nei giorni del Giro d'Italia (in Francia il Tour é meglio digerito) chiedo anche al governo di fare come durante l'austerity di 40 anni fa: blocco totale del traffico. Poi nelle discese metterei degli ostacoli artificiali che improvvisamente riducono la sede stradale, in modo che vadano giù con più testa.
    Cosa aumenta nell'interesse generale della manifestazione squadre di 6 corridori?

    Ironia a parte.
    Perché il ciclismo di una volta era cosi bello ed entusiasmava la gente. 
    Oggi invece vogliamo vedere quello che scoppia sulla salita, una caduta in volata o come quella dell'altro giorno (massimo per i curiosi), ed un dopato al giorno. Tornare all'antico per affrontare il futuro: il ciclismo é quello di una volta. Non quello di oggi.
    Basta ProTour che da il diritto a quelle squadre di correre anche se si presentano al via con Sgarbozza, Lelli o Malabrocca. Ti prendo a correre in base alla squadra che mi garantisci di portare altrimenti stai a casa. Ed allora si che vedrai i corridori tornare a correre tutta la stagione o buona parte della stessa e non puntare solo su un obbiettivo all'anno. Oggi possono farlo solo perché hanno la certezza che al Tour andranno solo perché sono in una delle 17 squadre Protour e non perché la squadra lo meriti per quello che ha fatto in quella stagione..... Ricordiamoci come era la situazione prima dell'avvento del ProTour: i corridori facevano due giri a stagione e correvano metà delle classiche ogni anno. Oggi Nibali, credo all'8° anno di professionismo, non ha mai partecipato ad una Roubaix.....

    Fra le cose che scrivi condivido quella sugli ultimi 3 km nelle tappe considerate piatte (velocisti) con i tempi rilevati al passaggio ai -3 km all'arrivo: é un vecchio mio pallino.
    Ma questo non passa perché vorrebbe permettere ai big di estraniarsi dall'arrivo già ai -3 km levando quella suspence che il pubblico si aspetta. In poche parole non viene accettata perché vorrebbe dire meno soldi dagli arrivi di tappa.......
    I buchi si formano solo per mancanza di gambe al 90% e solo al 10% per casualità o errori del corridore.

    Lemond ha scritto:
    angelo francini ha scritto:

    Ironia a parte.
    Perché il ciclismo di una volta era cosi bello ed entusiasmava la gente. 
    Oggi invece vogliamo vedere quello che scoppia sulla salita, una caduta in volata o come quella dell'altro giorno (massimo per i curiosi), ed un dopato al giorno. Tornare all'antico per affrontare il futuro: il ciclismo é quello di una volta. Non quello di oggi.
    Basta ProTour che da il diritto a quelle squadre di correre anche se si presentano al via con Sgarbozza, Lelli o Malabrocca. Ti prendo a correre in base alla squadra che mi garantisci di portare altrimenti stai a casa. Ed allora si che vedrai i corridori tornare a correre tutta la stagione o buona parte della stessa e non puntare solo su un obbiettivo all'anno. Oggi possono farlo solo perché hanno la certezza che al Tour andranno solo perché sono in una delle 17 squadre Protour e non perché la squadra lo meriti per quello che ha fatto in quella stagione..... Ricordiamoci come era la situazione prima dell'avvento del ProTour: i corridori facevano due giri a stagione e correvano metà delle classiche ogni anno. Oggi Nibali, credo all'8° anno di professionismo, non ha mai partecipato ad una Roubaix.....

    I buchi si formano solo per mancanza di gambe al 90% e solo al 10% per casualità o errori del corridore.
    Al solito non mi viene il "quote" per rispondere punto per punto e allora mi arrangio!

    1) Sei corridori per squadra, intanto porterebbero il totale a 132 e una salita a dividere, farebbe 66, e cadere in queste condizioni, sarebbe meno facile, ma non solo, perché chi potrebbe controllare la corsa? Le fughe dopo sarebbero pane quotidiano e la suspense ci sarebbe in ogni tappa.
    Poi che il ciclismo di Saronni e Moser fosse entusiasmante o quello di prima, dove si compravano le corse a tutto spiano, ne sei convito? Meglio per te, ma d'altra parte che si stava meglio prima (anche quando si stava peggio) lo dicono quasi tutti. Wink 
    Poi vorrei sapere quale grande squadra è stata lasciata a casa in questo Tour, semmai è il contrario ce ne sono alcune (non W.Tour) che sono qui solo per farsi vedere in TV, ma non vinceranno nulla, nonostante le tappe e le classifiche siano molte, c'è anche quella per il più combattivo finale, ma probabilmente Quemeneur (grande corridore?) non la vincerà. Wink 
    Quando Lemond cominciò a fare il Giro solo per allenamento e poi solo Tour e mondiali il pro-tour non esisteva e mi pare che Saronni non abbia mai partecipato né a Roubaix, né al Fiandre e credo che nemmeno Bitossi abbia mai brillato fuori di Italia e Svizzera, benché ne avesse tutte le capacità! Sad Ed è andato poco anche al Tour, anche se, a parere di Anquetil l'avrebbe potuto vincere, mentre si è limitato alla classifica a punti. Sad

    angelo francini ha scritto:Idem per me @Lemond, ti rispondo arrangiandomi.
    Ho scritto che é stata lasciata a casa dal Tour qualche grande squadra? Non mi pare, poiché ho scritto che trovo assurdo che al Giro, al Tour o alla Vuelta abbiano il diritto di partecipare solo 17 squadre a prescindere da chi schierano al via (ossia in mancanza di un valore sportivo, ma sulla base di aver solo INGRASSATO le casse dell'UCI acquistando per cinque anni la licenza PRO TOUR). 
    Sarebbe come dire che nel calcio Juve, Milan e Inter avendo i soldi comperano per cinque anni il diritto della Champions League e chi vince il campionato in Italia sta a casa).......
    Ma siccome l'UCI questa é, senza fare la caccia alle motivazioni che riportano alle decisioni del Fondo Monetario come fa sovente Ben porcazozza ,  capisci che quello che fa pendere le scelte tecniche da una parte o dall'altra é solamente la bilancia BUSINESS.
    Io non dico che un corridore debba fare la Roubaix per essere un corridore: ci mancherebbe perché so benissimo che ci sono corridori di grandissimo livello che in una Roubaix farebbero solo presenza al via come la potrei fare io a 64 anni.
    Ma se tu svincoli la partecipazione al WorldTour, oggi garantita ai ProTeam, forse vedrai che i grossi calibri non si limiteranno più ad una corsa a stagione.
    La tua logica dei 6 corridori a squadre é quella che, per motivi diametralmente opposti, persegue la riforma UCI ed il gruppo di saggi (????) che la scrive ai quali interessa solo il BUSINESS: infatti la guerra AXO/UCI da cosa nasce? Guarda la composizione di quel tavolo di lavoro e lo capisci.....
    Ove non si parla di ciclismo, ma solo degli interessi delle parti sedute attorno a quel tavolo.

    PS 
    Saronni ha fatto la Roubaix, ha vinto una Freccia Vallone, é arrivato 2° ad una Liegi-Bastogne-Liegi.
    poi il brillare é un altro discorso, anche perché il calendario a quell'epoca era molto, ma molto differente dall'attuale.
    Pensa che la Vuelta si correva prima del Giro, mentre oggi la si corre alla vigilia del Mondiale che oggi e a fine settembre mentre a quell'epoca era a fine agosto.

    Bitossi, i numeri del campione li aveva, ma un grande Giro non lo poteva vincere per il suo problema..... perché una crisi che gli faceva perdere troppo l'ha avuta in tutti i grandi giri che ha fatto. Franco dal 1963 al 1978 ha partecipato sempre al Giro d'Italia, ma nello stesso periodo ha fatto solo due Tour e mai una Vuelta.
    L'introduzione del ProTour e della Classifica individuale a punti UCI sono stati il principale motivo della rovina del ciclismo.

    Lemond ha scritto:
    angelo francini ha scritto:
    Ma se tu svincoli la partecipazione al WorldTour, oggi garantita ai ProTeam, forse vedrai che i grossi calibri non si limiteranno più ad una corsa a stagione.
    La tua logica dei 6 corridori a squadre é quella che, per motivi diametralmente opposti, persegue la riforma UCI ed il gruppo di saggi (????) che la scrive ai quali interessa solo il BUSINESS: infatti la guerra AXO/UCI da cosa nasce? Guarda la composizione di quel tavolo di lavoro e lo capisci.....
    Ove non si parla di ciclismo, ma solo degli interessi delle parti sedute attorno a quel tavolo.

    PS 
    Saronni ha fatto la Roubaix, ha vinto una Freccia Vallone, é arrivato 2° ad una Liegi-Bastogne-Liegi.
    poi il brillare é un altro discorso, anche perché il calendario a quell'epoca era molto, ma molto differente dall'attuale.
    Pensa che la Vuelta si correva prima del Giro, mentre oggi la si corre alla vigilia del Mondiale che oggi e a fine settembre mentre a quell'epoca era a fine agosto.

    Bitossi, i numeri del campione li aveva, ma un grande Giro non lo poteva vincere per il suo problema..... perché una crisi che gli faceva perdere troppo l'ha avuta in tutti i grandi giri che ha fatto. Franco dal 1963 al 1978 ha partecipato sempre al Giro d'Italia, ma nello stesso periodo ha fatto solo due Tour e mai una Vuelta.
    L'introduzione del ProTour e della Classifica individuale a punti UCI sono stati il principale motivo della rovina del ciclismo.
    Tu ripeti come un "mantra" che "Carthago delenda est", è anche possibile ma non offri nessuna prova
    per risponderti: "d'accordo", perché, permetti che se Saronni ha fatto una Roubaix, nessuno, a parte te e lui se n'è accorto, così come al Tour, dove probabilmente è andato di nascosto. Wink Quanto alle crisi di Bitossi non è vero che .., ce lo disse proprio lui, quando lo intervistammo per cicloweb (su tale sito ci dovrebbe essere ancora, anche se non so come fare a trovarla, ma se vuoi mi informo): nel Tour del 1968, quando arrivò VIII poteva benissimo battere Jannsen e Van Springel ma ... non rammento il perché, il cuore matto, però, non c'entrava. (Ripeto posso cercare di ritrovare l'intervista). La rovina del ciclismo è dovuto al fatto invece che i ragazzi vanno sempre meno in bicicletta e sempre più in motorino e ritornano alla bici da grandi, per motivi di salute. E poi, tu non vuoi capire, ma vedere una tappa tutta di pianura con 198 uomini che sono d'accordo per aspettare la volata, secondo me è peggio che vedere un G.P. di F1 in versione integrale! In ogni modoabbassoilW.Telaclassifica individuale! cheers

    angelo francini ha scritto:
    Lemond ha scritto:
    angelo francini ha scritto:
    Ma se tu svincoli la partecipazione al WorldTour, oggi garantita ai ProTeam, forse vedrai che i grossi calibri non si limiteranno più ad una corsa a stagione.
    La tua logica dei 6 corridori a squadre é quella che, per motivi diametralmente opposti, persegue la riforma UCI ed il gruppo di saggi (????) che la scrive ai quali interessa solo il BUSINESS: infatti la guerra AXO/UCI da cosa nasce? Guarda la composizione di quel tavolo di lavoro e lo capisci.....
    Ove non si parla di ciclismo, ma solo degli interessi delle parti sedute attorno a quel tavolo.

    PS 
    Saronni ha fatto la Roubaix, ha vinto una Freccia Vallone, é arrivato 2° ad una Liegi-Bastogne-Liegi.
    poi il brillare é un altro discorso, anche perché il calendario a quell'epoca era molto, ma molto differente dall'attuale.
    Pensa che la Vuelta si correva prima del Giro, mentre oggi la si corre alla vigilia del Mondiale che oggi e a fine settembre mentre a quell'epoca era a fine agosto.

    Bitossi, i numeri del campione li aveva, ma un grande Giro non lo poteva vincere per il suo problema..... perché una crisi che gli faceva perdere troppo l'ha avuta in tutti i grandi giri che ha fatto. Franco dal 1963 al 1978 ha partecipato sempre al Giro d'Italia, ma nello stesso periodo ha fatto solo due Tour e mai una Vuelta.
    L'introduzione del ProTour e della Classifica individuale a punti UCI sono stati il principale motivo della rovina del ciclismo.
    Tu ripeti come un "mantra" che "Carthago delenda est", è anche possibile ma non offri nessuna prova
    per risponderti: "d'accordo", perché, permetti che se Saronni ha fatto una Roubaix, nessuno, a parte te e lui se n'è accorto, così come al Tour, dove probabilmente è andato di nascosto. Wink Quanto alle crisi di Bitossi non è vero che .., ce lo disse proprio lui, quando lo intervistammo per cicloweb (su tale sito ci dovrebbe essere ancora, anche se non so come fare a trovarla, ma se vuoi mi informo): nel Tour del 1968, quando arrivò VIII poteva benissimo battere Jannsen e Van Springel ma ... non rammento il perché, il cuore matto, però, non c'entrava. (Ripeto posso cercare di ritrovare l'intervista). La rovina del ciclismo è dovuto al fatto invece che i ragazzi vanno sempre meno in bicicletta e sempre più in motorino e ritornano alla bici da grandi, per motivi di salute. E poi, tu non vuoi capire, ma vedere una tappa tutta di pianura con 198 uomini che sono d'accordo per aspettare la volata, secondo me è peggio che vedere un G.P. di F1 in versione integrale! In ogni modoabbassoilW.Telaclassifica individuale! cheers
    Una bellissima tappa del Tour: Mercks in fuga per 170 km con 4/5 compagni di squadra ad oltre 45 orari e dietro il gruppo a pancia a terra.
    Puoi mettere ( salite di fila: vanno a spasso fino alla penultima o ultima.
    PS ti mando un MP
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Gen 19, 2016 10:54 am

    Aggiungo anche io un argomento di valutazione.
    Una curiosità che potrebbe stravolgere tutto il ciclismo in circuito in futuro.
    Nella tappa di chiusura del Santos Women's Tour Down Under la corsa non aveva un chilometraggio specifico, bensì era stabilito che le ragazze corressero per un'ora e transitate dal traguardo a quel punto avrebbero dovuto compiere due giri.
    "De iure condendo" ovvero: Le Riforme necessarie al Ciclismo - Pagina 5 Final_10
    Il sistema garantirebbe l'inserimento in palinsesto televisivo con margini di errore ridottissimi.
    Trattandosi di gara Uci mi sono chiesto se le regole della stessa permettano questa cosa.
    Sono rimasto senza risposta, perché non vi ho trovato cenno. Probabile una deroga alla organizzazione.
    Ma cosa succederebbe se questa cosa venisse proposta per le gare in circuito in futuro?
    Anzi potrebbe valere anche per le gare in linea con finale in circuito, ovvero a quella da data ora al transito dal traguardo ancora due giri.
    Come cambierebbe la psicologia del ciclismo? confused

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