Ho spostato qua gli ultimi post relativi all'annuncio di Aso. Questo 3d si popolerà certamente di novità nei prossimi mesi e, soprattutto, è più interessante per i puristi sportivi di quello più "politico" relativo all'Uci. Qua in effetti si discute del futuro sostanziale, sempre chi vi sarà, dello sport del ciclismo professionistico. Come nel quadro politico mondiale, anche in quello micro-ciclistico siamo di fronte al rischio di un conflitto irreversibile.
Mi avevano colpito nelle scorse settimane le uscite da "spam filo-Uci" di Czeslaw "Ceslao" Lang.
Era tutto un lecchinaggio di ringraziamento all'Uci per l'anticipazione del Tour de Pologne al mese di luglio per la concomitanza olimpica in calendario.
http://www.cyclingnews.com/news/tour-de-pologne-supports-worldtour-reforms/
http://www.tuttobiciweb.it/?page=news&cod=85509
Quella di Lang è stata una vera e propria sbrodolata.
In quelle ore fra Uci e Aso deve essere successo qualcosa che ha poi dato il là alla reazione di Aso.
02.07.2016 | 24.07.2016 | Tour de France | 2.UWT | FRA | | |
12.07.2016 | 18.07.2016 | Tour de Pologne | 2.UWT | POL | | |
Quanto c'era sotto a quelle frasi? Mi ero chiesto: ma è possibile che Aso accetti un simile affronto di sovrapposizione World Tour?
E le altre prove francesi che già sono ricalcate da analoghe prove concomitanti?
E cosa diranno i francesi della riforma WT che rischia di compromettere ulteriormente il calendario di cui i galletti sono così gelosi?
I francesi non sono come gli italiani, o come i piccoli martoriati investitori toscani e laziali di Banca Etruria, non è gente che sta tanto a prenderle. Quando gli pesti i piedi tirano fuori il peggior sciovinismo e/o il loro radicale giacobinismo (es. latte e vino stranieri rovesciati sulle strade).
Avevo creduto che Lappartient, alleato di Cookson a Firenze come l'ingombrante Makarov fosse riuscito a tessere una trama complessissima per tenere assieme l'impossibile. Lappartient è presidente della FFC, come pure dell'UEC. Oltre a tutto questo, da presidente FFC (finanziato anche da Aso) non può permettersi di non assecondare lobbisticamente gli interessi del gruppo editoriale francese. Il Tour era, è e resterà il Tour ... almeno per i francesi.
Sono questi tutti ruoli delicati nello scacchiere Uci mondiale, sono equilibri geopolitici da toccare come nel gioco del Shangai.
Ebbene l'altro giorno abbiamo scoperto che non è più un gioco, ma semmai un risiko complesso prodromico ad un possibile conflitto dall'esito incertissimo.
La risposta di Cookson è stata a dir poco sprezzante: "L'Uci prosegue lungo la sua strada di riforme".
A differenza del passato, questa volta l'Uci è leggermente più forte di Aso. La share azionaria di Aso sul totale della torta ciclistica è leggermente minore rispetto al passato, rispetto al conflitto con McQuaid di una decina di anni fa, e a scompaginare i piani francesi potrebbero intervenire in aiuto di Cookson eventuali capitali asiatici o europei dell'est, come quelli del milionario e latifondista ex gregario di Beppe Saronni.
In tutta questa storia c'è da annotare il silenzio assordante di un convitato di pietra.
Rispetto alla guerra Aso-Uci di un decennio fa c'è una importante differenza. Allora gli attori GT erano tre. Oggi è uno solo più il convitato di pietra.
Di quest'ultimo, al secolo Rcs Sport, non si conosce nulla della posizione assunta.
Il manipolo milanese comandato dal romano mentalmente filo-governativo a prescindere non si è ancora espresso e forse nemmeno lo farà in modo chiaro.
Rcs è vittima dell'accerchiamento Aso-Unipublic (controllata al 100%) e forse dal "declassamento" 2.HC di Vuelta e Tour può ricavare un po' di ossigeno per ridare valore al Giro degli italiani (così si diceva una volta), dove i ciclisti italiani scompaiono progressivamente anno dopo anno per fare spazio a disinteressati e sconosciuti stranieri di vari lidi del mondo, parcheggiati controvoglia dai loro team nel duro toboga alpino-appenninico.
Potrà resistere il Giro, restando la corsa faro del WT (se le cose non muteranno), con una sparuta pattuglia azzurra a correrlo, e mantenendo il rapporto con Cookson con l'ambizione di far crescere la corsa rosa anche all'estero (Cina ...) per poi permettere alla disastrata holding Rcs di vendere meglio tutta la baracca, magari alla Wanda Sport (ex Infront)?
O forse è meglio seguire l'Aso e fare un patto di sindacato coi francesi contro la debordante Uci per poi godere di un maggiore interesse di Aso e magari sperare in un ingresso di Aso in Rcs Sport con l'apporto utile di capitale alla holding?
Il silenzio di Rcs sull'argomento indica che in Rcs Sport si brancola nel buio e si vive alla giornata, evitando accuratamente gli ambiziosi discorsi di scenario del tanto vituperato (ma in questo caso più positivamente visionario) Acquarone.
Vegni non è tipo da sporcarsi pubblicamente le mani in politica, non è tipo che prende partito e la scuola di Trilussa ben si confà al priore del convento ciclistico del gruppo milanese.
Ner modo de pensà c'è un gran divario:
mi' padre è democratico cristiano,
e, siccome è impiegato ar Vaticano,
tutte le sere recita er rosario;
de tre fratelli, Giggi ch'er più anziano
è socialista rivoluzzionario;
io invece so' monarchico, ar contrario
de Ludovico ch'è repubbricano.
Prima de cena liticamo spesso
pe' via de 'sti principî benedetti:
chi vò qua, chi vò là... Pare un congresso !
Famo l'ira de Dio ! Ma appena mamma
ce dice che so' cotti li spaghetti
semo tutti d'accordo ner programma.