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    L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI

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    Messaggio Da Admin Lun Lug 29, 2013 8:39 pm

    Promemoria primo messaggio :

    "L'Angolo de' Ristori Ciclointellettuali" by CarLemond.
    Apro questo 3D da dedicare in gran parte ad un amico conosciuto in rete, nella rete che non ha età, nazionalità e sempre meno barriere linguistiche. A parte quelle che il bischero Lemondaccio ci imporrà con la sua verve franco-empolese.
    Lemond, come tutti i personaggi, ha idee sue originali e discutibili (mi focalizzo su discutibili) e quindi apriamo la ... discussione.flower


    Ultima modifica di Admin il Dom Ago 04, 2013 1:00 pm - modificato 3 volte.

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    Messaggio Da Lemond Sab Set 06, 2014 9:24 am

    diario

    19-3-2000 S.Giusepppe
    M.F Monteriggioni
    Ognuno ha il suo maestro. Il mio oggi ha superato, credo, il limite : 135 km senza mangiare, bevendo un solo sorso dalla sua borraccia che conteneva acqua a dir poco puzzolente. (Stagnava lì da due settimane). Il tutto condito da tanta ironia perché non mi ricordavo le parole di una canzone. Pedalata piacevole in compagnia di persone veramente squisite. Arrivati a Monteriggioni c'è stato l'arrembaggio al bar. Oggi ho giocato un po', da sola , pedalando tondo, tondo nella piazza delle 14 torri mentre loro mangiavano. Uscendo da una delle stradine che vi si immettono, ho fatto finta di non conoscerli e li ho, da lontano, scrutati uno ad uno. Seduti davanti al bar, erano loro i padroni della piazza. Uno, il più grosso, era in piedi e, con fare agitato, cercava di far tornare i conti. Altri due, forse non mangiavano da mesi, stavano divorando del pane con prosciutto. Li affianca un ragazzone di giallo vestito le cui cosce sono leggermente più larghe del panino che tiene in mano. Zitti e buoni, ma mangianti, altri due smilzi ciclisti gareggiano a questa competizione di ganasce. Un altro invece rumina qualcosa che da lontano sembra un biscotto. Gravita un alone di mistero attorno ad un tiratissimo ciclista seduto un po’ in disparte. Perché lui non mangia? Mah, penso, forse ha già mangiato ed è stato il più ingordo di tutti.
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    Messaggio Da Lemond Dom Set 07, 2014 8:24 am

    Ricevo dal mio amico Gigi Feruglio, ex ciclista di Udine, e ...

    "Le Grand Fusil"

    Mi chiedevo perché venisse Geminiani chiamato così: "le grand fusil".

    Ho fatto un paio di ricerche ed ho trovato qualcosa di divertente.
    Forse tu gusti meglio certe storie perché sono in francese.

    Qui www.liberation.fr/sports/1997/07/18/raphael-geminiani-conteur-a-gros-braquet-l-ami-de-fausto-coppi-suit-cette-annee-sa-cinquantieme-gran_210543 dicono:
    "Le cyclisme est la dernière jouvence de cet homme qui se tient en arrière de peur que son ventre ne l'emporte vers l'avant. Raphaël Géminiani a 73 ans et fait toujours cap vers la vitalité. Dans sa rondeur il a enfermé à jamais le bestiaire du vélo: cinquante ans de contes et légendes des forçats de la route. Autrefois champion, aujourd'hui polisseur de mots sur le Tour de France. La grande boucle se comporte avec lui comme une maîtresse qui lui mentirait. Elle nous montre chaque année son vieil amant rieur" ... "Il reste aujourd'hui celui que Louison Bobet surnomma «le Grand Fusil»: un griot blanc qui vous hypnotise de ses yeux qui roulent. Mais les proies sont aujourd'hui rares. Pourtant Géminiani ne raconte jamais deux fois la même histoire. La trame est la même, mais le conte cycliste exige des pastels différents. Et ce diable s'y entend pour mélanger les couleurs. L'artisanat du récit est un art qui se transmet".

    L'altro, http://goelano.free.fr/3-Instruado/Doss-Geminiani/Coupdefusil.htm, te lo riporto integralmente sotto.

    Ciao

    Gigi

    ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^


    Plusieurs fois, Raphaël Géminiani a fait équipe avec Louison Bobet. Alors que Raphaël était un optimiste impénitent, Louison était d'un naturel inquiet et se faisait souvent beaucoup de soucis pour l'étape du lendemain. Etant dans la même équipe, Raphaël et Louison partageaient souvent la même chambre à l'hôtel, et la même table après l'étape du jour. Les journalistes mangeaient aussi avec eux.

    Pendant un tour de France, Louison Bobet discutait souvent au cours du repas du soir avec Raphaël Géminiani et trouvait mille raisons pour craindre que ses adversaires gagnent de précieuses minutes au classement général :

    "Tu vas voir les italiens, ils vont nous faire un barrage ...

    Et puis les hollandais vont nous grignoter dans la plaine ... "

    - Mais t'en fais pas, répondait Raphaël, je vais t'y mettre un coup de fusil là-dedans !

    - Oui, mais dans le col, les espagnols sont de bons grimpeurs ...

    - Te fais pas de soucis, Louison, j'y mettrai un coup de fusil !

    - Mais le peloton va suivre de prés ...

    - Mais j'y mettrai un coup de fusil là-dedans !"

    Etc ... et ces dialogues revenaient régulièrement tout au long du Tour.



    Or un jour l'action de Raphaël Géminiani dans le peloton a permis non seulement à Louison Bobet de remporter l'étape, mais aussi de faire perdre à ses successeurs immédiats au classement une bonne dizaine de minutes, ce qui n'était plus rattrapable avant l'arrivée à Paris. Le soir, en arrivant au restaurant pour manger avec Raphaël, les autres coureurs et les journalistes, Louison Bobet, heureux d'avoir remporté l'étape et entrevoyant la possibilité de gagner le tour, s'est exclamé en voyant Raphaël :

    "Ah, sacré grand coup de fusil, tu nous les as passés par la fenêtre !"

    Les journalistes de l'époque l'ont noté et les autres coureurs aussi. Depuis Raphaël Géminiani s'entend souvent appelé : le grand fusil !


    Page faite par Samuel GAILLARD, instituteur de la classe de CM2.


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    Messaggio Da Lemond Mer Set 10, 2014 10:36 am

    diario

    16-4.2000 San Isidoro
    Cavriglia e…voglia di esserci a tutti i costi!
    Il rumore del vento in discesa mi levava dalla mente le negatività e aveva un effetto purificatore. Oggi mi sentivo leggera e libera, quasi volavo. Le curve mi aiutavano a danzare con la mia blu Cannondale. A Castelnuovo dei Sabbioni ì Nucci e ì Chiarugi mi hanno fatto notare la casa del cruciverba. Naturalmente mi è venuto in mente “il Tardivo”. Quel suo modo di essere diverso lo rendeva unico come ... li rende unici il loro modo di essere famelici. Credevo fosse una sola volta l’anno (vedi Tinti) invece, se andiamo avanti di questo passo, temo diventi un’abitudine. Il rientro è stato veramente bello: voglia di chiacchierare, essere vicini, pedalare a pancia piena (loro!) ma soprattutto attaccarli sull’ultima salita dal momento che i loro fegati sono in tilt. Solo ì Nucci non cede: sarà il più bravo di tutti?



    MACEDONIA DI " FRUTTA ESOTICA "
    Mi piace annotare frasi di autori più o meno celebri se queste mi procurano una certa emozione. E’ venuto fuori un puzzle o una macedonia di frutta esotica come il mio maestro ha detto, che mi ha fatto pensare a un gruppo che pedala incurante della fatica, del vento, della pioggia. Naturalmente anch’io fo parte del gruppo.

    E' DOMENICA OGGI E L'ARIA SA DI MIELE (P.J TOULET)
    Pedalo e sono felice
    LA MIA GIOIA E' UNA MARMOTTA CHE DANZA (C. GOVONI)
    Peccato! Oggi non c'è il sole e
    LA PIOGGERELLA BIANCA DEL MATTINO E' UN PICCOLO PIANTO (D. VALERI)
    Comincia la fatica, si dà il via alla bagarre
    LE VOSTRE FACCE SONO PUGNI DI RUGHE (PALAZZESCHI)
    E
    IL MIO CUORE E' UNA PALLA DI GOMMA: RIMBALZA (N.OXILIA)
    Arriva il vento...
    IL VENTO E' UN ENORME VENTAGLIO (J.COMES)
    E
    DUE NUVOLE..DUE NUVOLE BIANCHE SPENNELLATE NEL CIELO TURCHINO (G.PASCOLI)
    Mi fanno sorridere, di un
    SORRISO COME ACQUA CHE D'IMPROVVISO SCOPPIA NELLA TUA GIOIA (P.NERUDA)
    E' per questo che siete
    TUTTI PRIMI AL TRAGUARDO DEL MIO CUORE (A.GATTO)


    La mia ignoranza-dimenticanza in materia geografica è conosciuta da molti. Pochi ne sanno però il vero motivo. L'importante per me è esserci e vivere momenti di vita….proprio lì. Poi, che sia Parigi, Città del Capo, Cigoli o la Tinaia, per me è lo stesso. Fisso nella mia mente i particolari del luogo: colori, forme, odori. Mi rimane però difficile, forse indifferente, curarmi del nome del luogo.
    Leggendo per caso questa poesia l'ho fatta subito mia e l'ho riportata sul mio diario.

    LA GEOGRAFIA
    Cos'è la geografia?
    La geografia è dove stanno gli amici,
    le strade con la bici,
    i posti felici.
    L'aritmetica siamo io e te
    più tutti
    i belli insieme ai brutti,
    le radici più le foglie più i frutti.
    R.Piumini

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    Messaggio Da Lemond Sab Set 13, 2014 9:04 am

    Diario

    GIRO D'ITALIA 2000
    Venti ruote, venti pedali, dieci pensieri.
    C'è uno strano silenzio questa mattina.Non è tipico del gruppo tutto ciò, ma evidentemente ognuno vuol trovare quell'energia che sarà necessaria per i km a venire. Anche se nessuno fiata avverto lo stesso allegria. Ognuno dunque nei propri pensieri, dentro il suo mondo impenetrabile agli altri. Nel mio c'era posto per quelli carichi di gioia, c'era voglia di serenità di stare con tutti loro, indistintamente.
    C'e Claudio, grande amico di sempre, depositario dei miei problemi ma anche partecipe di tante mie gioie. Vicino a lui pedala Alessandro il cui pensiero è rivolto sicuramente a una bella tavolata con grigliate, salumi e pastasciutta. Alessandro però non è solo questo: è di una simpatia e di una bontà che lo distinguono sempre. Massimiliano ci ha raggiunto da poco e spero che il gruppo lo faccia sentire tranquillo e a suo agio. Lorenzo per me è stata una rivelazione. L'ho visto ridere spesso e mi è apparso felice come non mai. E' stato molto bello l'abbraccio sul Gavia. Non è di molte parole ma con quel gesto mi ha trasmesso tutta la sua felicità per la piccola, grande impresa fatta insieme.
    Andrea non si smentisce mai: ha perso mezzo milione, l'ha ritrovato nel giro di poche ore e la sua mimica facciale non si è mossa di un solo millimetro. Il giro 2000 ha sancito un'accoppiata vincente. Davanti a me pedalano Marco e Paolo due goderecci di buon ordine. Si fermerebbero ad ogni bar e, dopo un pranzo di Natale avrebbero il coraggio di dire: " Però un cappuccino e un cornetto quasi, quasi....." Troppo forti!
    I' Chiarugi pedala dietro di me, lo riconoscerei fra mille perché ha uno strano scricchiolio di bici. Non oso dirgli che secondo me sono le scarpe o il deragliatore, perché, anche se avessi ragione, non lo ammetterebbe mai. E' il personaggio per eccellenza e la sua alimentazione è l'antitesi di quella sportiva: è cosa rara vederlo mangiare o bere in bici. Scansa inoltre, come lebbrosi, tutti coloro che gli propongono di farlo. Ma non è questo il vero Paolo. Quello nascosto, quello che lui tiene dentro le pieghe di quella benedetta corazza, è un Paolo che sa fare il viso rosso e che diventa improvvisamente gentile con un gesto o con una frase. Naturalmente queste sono meteore, sono attimi. Ma, quando e se li sai cogliere, sono delle delizie assicurate.
    Accanto a me c'è ì Nucci. Cosa dire di lui? Che sia diventato un grande amico? Che sia diventato un bravo gran fondista che vive insieme a me l'esperienza del Master? Certo è che pedalava vicino a me Roberto e grazie alla sua presenza e a quella di tutti gli altri io, in quel momento, ero la donna più felice del mondo!
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    Messaggio Da Lemond Dom Set 14, 2014 9:49 am

    Diario

    11-6-2000 Pentecoste
    Andrea, Paolo, Roberto ed io siamo seduti su uno scalino di piazza Matteotti. Passa suor Enrica, grande amante di Dante Alighieri e, come se lo sapesse, si rivolge al Chiarugi e con fare beffardo dice: " Piove !! ". Le nostre bici sono al muro, il nostro sguardo è fisso sulla pioggia che cade. Attendiamo con malcelata pazienza che smetta. Ma va bene anche così.......tanto sabato ci sarà l'Empoli-Roma! L'impresa del secolo da fare tutti insieme. Ma ì Bagnoli verrà? " Abbiate fiducia: verrà, verrà, eccome se verrà!!!"
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 20, 2014 9:43 am

    diario

    MARATONA DELLE DOLOMITES
    Sabato 8-7-2000
    Insolito arrivo. Generalmente ì Goti ed io partiamo di venerdì per goderci più a lungo delle bellezze della Alpi e il piacere di pedalare un giorno in più sui passi che circondano Corvara. Ci possiamo tuttavia permettere un Campolongo sull'orlo della pioggia perché, appena scesi dalla bici e guadagnato il garage dell'albergo di Colfosco, viene giù il diluvio universale.. Pioverà per tutto il pomeriggio. Al ritiro pacchi-gara avrò il piacere di incontrare un sacco di persone. Fra queste saluto cordialmente Marco Poier (sempre più affascinante) e Hildegard (sempre più buffa). La scarsa motivazione nei confronti della gara e la mancanza di Elia mi afflosciano un po'. Tuttavia il tempo passa alla svelta, siamo già al dopo cena e ….buona notte.
    Notte un corno! Ho dormito poco e male: sognavo che non suonava la sveglia e che tutti ormai erano già sul Campolongo. Goti riportami a casa!!
    Domenica ore 4,45. Suona la sveglia. Facciamo colazione insieme a due ragazzi di Firenze che ci ospiteranno, insieme alle nostre bici, sulla loro ammiraglia fino a Corvara. Saluto tutti e mi avvio verso la Villa:
    Manicotti, maglietta estiva, gilet paravento pantaloncini corti, k-way, guantini dell'Empolitour....questo è tutto e, ignara di quello che dovrà succedere, mi avvio alla partenza. Sono in leggera discesa, il freddo è pungente ma penso fra me " Sono appena le 6,15, c'è un bel sole, è sicuramente tutto passeggero. Dopo scoppierà un caldo atroce" Me tapina! Già non sento più le mani e alla partenza tutti bubbolano dal freddo. Intanto io penso alla discesa e ai miei piedi che sono dentro a dei miseri calzini di cotone. Anche se sono un caro regalo, sempre di cotone sono! Il paesaggio è bellissimo e saluto tanti amici. Una voce annuncia che quest'anno si sono iscritte ben 430 donne. C'è Maria Canins vicino a me, un sacco di brave avversarie e ex professioniste. C'è anche Bugno. E chi se ne frega! Sarei stata più felice se vicino a me, come l’anno scorso ci fossero stati Roberto e Marco. Pazienza
    Non ho lo spirto del guerrier questa mattina ma in compenso ho voglia di pedalare.
    VIA!
    C'è Filippo, il filiforme, che mi saluta calorosamente. Arriva subito il Campolongo e, con determinazione mi accingo a pedalare lungo gli stretti tornanti. Qualcuno urla il mio nome. Chi sarà? Con la discesa del Campolongo ho le prime sensazioni di non caldo. Ma proprio " NON "! Per fortuna è una discesa breve e ancora non mi rendo conto del freddo che farà. La salita del Pordoi non è dura; il caldo da me sperato ancora non arriva. L'andatura è piuttosto regolare come è regolare il mio battito cardiaco: 152/54. Dovrei sudare! " Ciao Francesco, buone pedalate ". E via, il Trasacco saluta e se ne va. Arriviamo al passo Pordoi e giù per la discesa.Errore madornale, non metto il k-way. Scoprirò più tardi che la temperatura era di ZERO GRADI. Il freddo mi paralizza. Le mani non le sento più, le gambe sono due bacchette e la bocca è gelata. I piedi dove sono? All'altezza dell'inizio della " via del pane " credo di essere congelata. Ma perché non mi fermo? E' pericoloso in quanto sono in un gruppo che sta venendo giù regolarmente e ho paura di sbandare e far cadere qualcuno se freno all’'improvviso. Si arriva al bivio e si inizia la salita del Sella. A quel punto inizia la crisi: non riesco a sentire la pedalata. Ho tutto gelato: La mano sinistra a malapena butta giù sul 39, la destra si arrangia e trova un rapporto adeguato al congelamento degli arti inferiori. Mi guardo intorno e molti sono nella mia stessa condizione. Nessuno osa dire nulla e solo le note di una folcloristica orchestrina rompono il silenzio " agghiacciante ". Tornante dopo tornante si spera di trovare almeno un po' di sole ma è troppo presto e questi lambisce solo l'ultimo tratto del passo Sella. Questa volta, arrivata al passo, mi fermo, mi metto il k-way e mi butto in picchiata. Finalmente riesco a fare la prima salita come si deve. Il passo Gardena non l' ho mai sottovalutato nonostante sia piuttosto corto e non abbia delle feroci asperità. Viene però dopo una discesa all'ombra e le gambe devono ripartire intirizzite e di brutto. Questa mattina mi è sembrato stranamente facile. Forse è proprio in questo punto che il mio motore si è acceso. Poi, giù verso Corvara e di nuovo il Campolongo. " Vai Beatrice " sento qualcuno urlare tra la folla. Ma chi è? Pedalo proprio bene sulla seconda salita e la discesa verso Arabba è fra le più agguerrite fino a che non mi vengono in mente le parole dì Chiarugi " istinto materno ". Rallento solo un po' e via verso il Falsarego. Qui i motori sono proprio a tutta e, in un tratto di falsopiano leggermente in discesa, tiro un gruppetto a 50/ 55 fissa. Qui è bellissimo. Sulla destra vedo alberi di un verde accecante che contrasta con l'azzurro del cielo. Mi ricordo l'anno scorso insieme a Roberto, in questo punto, sorpassammo un sacco di persone. Quest'anno la situazione è molto più rilassata. Ho fatto dei tratti quasi in solitudine senza la ressa e la bolgia propria degli ultimi partenti. L'attacco del Falsarego vede la scelta: lungo o corto? Corto, corto! Ho sofferto troppo freddo, non ne posso più. Il Falsarego mi vede in ottima forma e per tutta la salita non mi passa nessuno. Sorpasso tutti e questo mi dà una forte carica. Solo un concorrente, mi spiace per lui, ferito nell'orgoglio di maschio- ciclista (razzaccia!) non cede. Bene, mi farà almeno compagnia. Resiste dietro, senza mai tirare neppure un metro, per circa quattro km. Poi lo perdo. Lo ritroverò dopo la gara e mi farà pure i complimenti, facendo guadagnare punti alla " razzaccia ".
    ...E qui arriva la ciliegina della giornata! Un bambino, splendido, di due anni circa, seduto con la mamma, su un muretto in prossimità di un tornante, mi urla " Tata ". In pieno sforzo l'unica cosa che mi viene istintiva è quella di mandargli un bacio grosso, grosso. Lui mi ringrazia con un sorriso che mi ricorda tanto quello di Elia di quando era piccolo. Mi carica da morire questa cosa e, in men che non si dica, arrivo al p.sso Falsarego. Mi rendo conto che, dopo quasi quattro ore di gara non mi sono mai chiesta quale sarà la mia posizione. C’è rimasto solo il Valparola e, passato il controllo del bip, mi aspetta il dirizzone e poi, giù verso la discesa. A quel punto ho detto una parolaccia ad alta voce: “ Maremma m…la “ suscitando le risate di due montanari. Tirava, in quel tratto, un vento che mi impediva di fare più di 9 km l’ora. Pazzesco! Non ho idea di quanto tempo abbia impiegato per fare quel misero km. Nonostante lo splendido sole, ancora non è arrivato nessun tepore e la discesa mi regala l’ennesimo freddo alle mani. Incredibile il freddo patito oggi! Nei pressi dell’arrivo sono insieme ad un ragazzo romagnolo (accento inconfondibile) che mi fa un sacco di complimenti. Pranziamo insieme come vecchi amici e ci salutiamo come se ci dovessimo vedere anche l’indomani. La Maratona è anche questo: riesce ad accomunare gli animi, i corpi, gli sguardi, i pensieri, …le bici. Poi però, finita la corsa, come per incanto, ognuno ritorna nel proprio Io. All’arrivo apprendo di essere arrivata terza e di essere sul podio con Maria Canins, la vincitrice, e con una ex professionista. E’ proprio un onore essere con loro davanti a centinaia di persone e quando dicono il mio nome” come una vecchia conoscenza della Maratona perché è gia la terza volta che monta sul podio “, mi vengono i brividi. Vorrei che ci fossero i miei amici, ma non è possibile perché loro sono sul Cimone e, spero tanto, si stiano divertendo. Sento Filippo, il filiforme che mi saluta e mi aiuta a portare la coppa. Gentilmente mi accompagna fino all’albergo (altri 3 km di salita!) e insieme ricordiamo la bella pedalata dell’Acquerino e i simpatici amici di Empoli. “ Ma davvero mi ha chiamato Filiforme il poeta? “. Ma ì Goti, dove sarà? Lo ritroverò stravolto dopo tre ore, al solito incavolato con me per averlo trascinato in un’impresa più grande di lui e con il conseguente litigio che tutti gli anni caratterizza il nostro ritorno a casa. La Maratona è soprattutto questo! Arrivata a casa dovrò aspettare Elia: sta tornando dal mare con zio Paolo e famiglia. Mi addormenterò stanca ma felice per l’ennesima avventura alle 1.45 col pensiero tutto lì: il Valparola. Avevano messo degli enormi altoparlanti che diffondevano musiche di Chopin (sul Giau c’era Vivaldi). Peccato, ero sola in quel tratto di salita. Sarebbe stato molto bello avere qualcuno vicino.
    Note: 110 km, 4h 30’, bevuta mezza borraccia non perché avessi sete ma per imitazione, mangiato una misera barretta con un Enervitene. Sono proprio scema. FREDDO.
    Se penso che ì Chiarugi sta mangiando delle lasagne e bevendo vino rosso, lo scettro è proprio mio!


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    Messaggio Da Lemond Lun Set 22, 2014 11:03 am

    Al posto di Lemond, deve leggersi Eugenio Scalfari, mentre le mie risposte sono quelle intercalate

    Lemond ha scritto:

    Nella disputa attuale apertasi sul rapporto tra i divorziati e i sacramenti, i canonisti affermano che fu proprio Gesù a stabilire che il matrimonio è indissolubile. Del resto i canonisti e i teologi riconosciuti dalla Chiesa citano una serie di affermazioni fatte da Gesù. Le citano letteralmente, direi virgolettate, traendole dai suoi discorsi, dalle sue parabole, dalle preghiere di cui sono loro a stabilirne il testo.

    Ma in verità non esiste alcuna parola scritta da Gesù. Direttamente di Gesù non si sa assolutamente nulla. Si conoscono perché lo raccontano i Vangeli, soltanto quattro dei molti esistenti accettati e ufficializzati e diffusi dalla Chiesa. Ma non sfugge a nessuno che dei quattro evangelisti, tre non conobbero Gesù, non lo videro e non l'ascoltarono mai. Scrissero i loro testi tra i 50 e i 60 anni dopo la sua morte che avvenne - secondo gli Atti degli Apostoli - tre anni dopo l'inizio della predicazione quando il Signore aveva trentatré anni.

    Il quarto evangelista, Giovanni, scrisse il suo Vangelo tra i 60 e i 70 anni dalla morte del Maestro. E poiché quando Gesù morì l'apostolo Giovanni non poteva certo avere meno di vent'anni, la scrittura del suo Vangelo sarebbe stata fatta da una persona più che ottantenne.

    Infatti sono anni che gli studiosi più seri mettono in dubbio l'esistenza di un Gesù di Nazaret storico
    , tutt'alpiù è visto come un eroe ebreo astratto, sullo stile di Ettore e Achille per i greci


    Lemond ha scritto:

    In realtà è molto dubbio che l'autore sia l'apostolo. Comunque gli altri tre raccontano la vita del Signore con fonti di seconda o di terza mano. I loro Vangeli non sono ovviamente fotocopia l'uno dell'altro e differiscono non solo nello stile ma anche in molti fatti e soprattutto nulla ci dicono sui trent'anni che Gesù trascorse nella casa natale con i suoi genitori e fratelli. Di quei trent'anni nulla sappiamo, né di seconda né di terza mano.
    Ricordo questa situazione, che del resto è nota a tutti, perché affermare con certezza che Gesù disse, pensò, sentenziò, rispose, è del tutto arbitrario. Noi conosciamo quattro racconti di Marco, Matteo, Luca, Giovanni (della cui identità poco sappiamo), ciascuno con le sue fonti e la sua interpretazione.

    Però Scalfari, senza sapere vuole continuare ad affermarne l'esistenza, questa è la dimostrazione che quanto ci è imposto da piccoli raramente riusciamo a togliercelo di dosso. Pochi ci riescono. Sad

    Lemond ha scritto:

    Sappiamo anche un'altra cosa: Paolo di Tarso non era un apostolo di quelli che seguirono il Maestro e poi continuarono a diffondere la sua dottrina dopo la sua morte e la sua resurrezione. Paolo non conobbe mai Gesù, gli apparve la sua figura nella mente dopo la caduta da cavallo nell'incidente che gli capitò sulla via di Damasco e il trauma che ne ebbe.

    Altra bella storielle in cui quanti possono crederci oggi, che mi pare faccia il paio con quella su Giovanna d'Arco.

    Lemond ha scritto:

    Ma Paolo non solo si proclamò uno degli apostoli al pari degli altri, ma scavalcò gli altri con la sua facondia e la lucida acutezza dei suoi pensieri. In realtà, come tutta la patristica riconobbe e la Chiesa tuttora riconosce, fu lui il vero fondatore della nuova religione e non soltanto per le norme comportamentali e spirituali che si desumono dalle sue molteplici lettere alle varie comunità cristiane nel frattempo sorte, ma soprattutto per la pressione che esercitò sulla comunità di Gerusalemme guidata allora da Pietro e da Giacomo (fratello o cugino di Gesù) che era allora la più importante delle poche comunità esistenti.

    Ma quale Paolo? E stato Costantino a fondare il cristianesimo, nella confessione cattolica attuale, con il concilio di Nicea. Prima i cristiani erano solo una delle innumerevoli sette e neppure vista di "buon occhio" dai romani. Sad

    Lemond ha scritto:
    Paolo però voleva che la nuova religione uscisse da Gerusalemme e si diffondesse nel mondo, a cominciare dalla costiera mediterranea e naturalmente da Roma, capitale dell'Impero.

    Roma, proprio perché Impero che regnava su molte genti, non era affatto intollerante con le religioni e gli dèi che i suoi sudditi adoravano. Purché tutte le genti dell'Impero riconoscessero gli dèi romani e li trattassero con rispetto. Per il resto adorassero pure i loro dèi, aprissero templi e celebrassero i rispettivi culti.

    Infatti i cristiani non furono perseguitati né da Tiberio né dai suoi successori, salvo una persecuzione peraltro limitata che fu effettuata da Nerone perché la sua guardia palatina aveva individuato alcuni pretesi incendiari in un gruppo di cristiani. Le vere persecuzioni vennero dopo, quando i cristiani diffusero la loro religione con molta rapidità e in tutto l'Impero minando l'autorità dell'imperatore, ritenuto sacro dalla Roma tardo-imperiale.

    Dunque fu Paolo a dare carattere ecumenico alla Chiesa.

    Infatti, prima di Costantino la chiesa cristiana nessuno la conosceva, ma il futuro imperatore unico riuscì con vari stratagemmi a sfruttare la supestizione dei soldati e a far credere che fu quel nuovo Dio a portarli alla vittoria! E poi e poi ...
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    Messaggio Da Lemond Mer Set 24, 2014 12:46 pm

    diario di B. Bertelli

    TOUR DE FRANCE 2000 ( Il mio primo tour )
    Col du Granon EUFORIA
    Izoard FREDDO 1°
    Courchevel VITTORIA DI PANTANI
    Iseran FREDDO 2°
    Sampeyre TRISTEZZA

    IL PROFUMO
    Suskind ne ha fatto un capolavoro e non intendo assolutamente imitarlo. Raccontare però i cinque giorni con il solo olfatto sarebbe meraviglioso.
    1- Del primo giorno ho in mente l’odore della rosa canina, lo riconoscerei fra mille altri. Così intenso e sensuale mi ha accompagnato per molti tornanti del Col du Granon
    2- L’odore del fieno tagliato all’inizio della salita dell’Izoard ripagava del caos che caratterizzava quel tratto di strada. Mi ha riportato, questo odore, all’infanzia. Vicino a casa mia c’è un vialetto che arriva fino alla villa Uguccioni. I contadini portavano il fieno alle mucche e io approfittavo della loro assenza per montare sul pesco e mangiare (rubare?) delle succosissime pesche.
    3- Non sono odori naturali quelli che mi fanno ricordare Courchevel. In salita sono penetrata dall’odore pungente delle salsicce arrosto nei pressi di un camper sopra il quale troneggiava l’immagine di Ullrich. L’odore di nafta mi ha quasi paralizzato quando ho appoggiato, nei pressi dell’arrivo, la mia bici ad un camion. Mi ha disgustato il puzzo della sigaretta che uno strullo mi fumava quasi sul viso. Mi hanno travolto, in discesa, i fumi cancerogeni delle centinaia di auto. Tutto questo è stato però annientato, sconfitto, dimenticato dall’odore di Vittoria. Bravò Pantanì.
    4- Iseran= Freddo. Anche il freddo ha il suo odore. Quello veniva dalla roccia e sembrava ancora più gelido. Era quasi un profumo. Però l’odore che mi collega più di ogni altro al bellissimo, indimenticabile passo è quel misto di spezie e carne che caratterizzava le tagliatelle non molto apprezzate da Andrea.
    5- Sampeyre. C’era il profumo della mucca. Una aveva le mammelle talmente gonfie di latte che quasi se ne sentiva l’odore. Se gli Apollo odorassero se ne sarebbe sentito uno molto intenso, tanto era bella quella farfalla. Finalmente profumi di pesca, susina, fico, albicocca e pera. Mi siete mancati tanto! C’è anche odore di tristezza. Non serve il naso per sentirlo. Solo l’anima ha questa capacità. Vorrei non sentirlo così spesso!


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    Messaggio Da Lemond Ven Set 26, 2014 8:49 am

    6-8-2000
    Lucca- Montagnoso- Pasquilio- Antona- Pian della Fioba- Passo del Vestito- Castelnuovo Garfagnana- Lucca
    Abbiamo preso tanta pioggia al ritorno. Giocato a carte: Giornata piacevole in compagnia di Sabrina, Paolo e Roberto

    13-8-2000 S.Ponziano
    M.t.b …Pedalando in Garfagnana con Francesco, Alessandro e i “novizi delle spesse ruote” Paolo e Roberto
    Dal libro dell’Esodo…
    Partirono in cinque (ed erano abbastanza). Il ricordo della giornata si concentra sulle sensazioni ritrovate. La mia M.T.B! Il bosco con i suoi colori, odori, sapori. L’acqua del ruscello che ti rinfresca, la fatica che svanisce appena posi lo sguardo su panorami mozzafiato. Una foto ai piedi di una croce immersa nella nebbia. Una fetta di dolce mangiato ad un rifugio. Uno sguardo, un sorriso. Il punto focale della giornata è però quella maledetta discesa che mi ha fatto più volte inveire contro Alessandro. In fondo è stato lo stesso divertente! La giornata si conclude con i miei due cavalieri seduti ad un tavolo della sagra di Barga: pesce e patate. Famosa per le mie difficoltà geografiche, mi sono miseramente persa per Lucca mentre ì Nucci russava e ì Chiarugi faceva finta di fare il navigatore (dormiva pure lui). Non mi rimane che cantare il “ Cantico delle creature” a conclusione di una così bucolica giornata.
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    Messaggio Da Lemond Dom Set 28, 2014 10:35 am

    Diario di B. Bertelli

    Fine Agosto estate 2000
    GIRO DEL MUGELLO
    Tuffarsi nelle acque del torrente che scende dalle cascate dell’acqua Cheta alle quattro del pomeriggio non è il massimo. L’acqua è gelida e dentro si resiste solo per pochissimo tempo. Chi è fra i tre il più intraprendente? Chi si tuffa per primo? Io non esito un secondo e … giù nel ruscello. I’ Chiarugi mi segue quasi a ruota ma anche lui, resiste poco immerso nelle fredde acque. Et le petit prince? Et voilà. Urla e schizzi ma lui, fifone non si tuffa. Poco importa, non saprà mai quello che si è perso: un brivido che ti scuote dentro, che ti fa sentire il corpo tirato che si dimena per dimostrare a se stesso la resistenza a quella temperatura. Poi l’estremo bisogno di sole. Il sole che ti bacia la pelle, che ti accarezza i capelli. Ecco, questa è l’immagine che mi rimane più impressa nella mente: seduta sul lastrone di pietra, con le spalle al sole, i miei cavalieri che mi guardano e ridono e scherzano e…chissà cos’altro!
    C’è stato naturalmente il mattino interamente dedicato alla bici. Li ho portati, i miei cavalieri, a solcare le strade dell’alto Mugello. Partendo dalla Romagna, siamo rientrati in Toscana e poi di nuovo usciti. I passi Peschiera (due volte) Carnevale, Sambuca, Colla, sono stati percorsi in quattro ore e mezza circa di pedalate.
    Questa volta ì Nucci ce l’ ha fatta a mangiare i tortelli di patate perché ci siamo fermati alla locanda del P.sso della Colla dal mio amico, grande conoscitore di deserti. Queste strade le conosco benissimo; conto le curve, guardo i miei amici alberi e spesso, volgendo lo sguardo al cielo, posso salutare le mie, a volte uniche compagne, poiane. Tutto mi riporta indietro di alcuni anni, quando insegnavo in montagna e mi allenavo “su pei monti”. Quanti ricordi e quanti pensieri mi hanno accompagnato in questa mattina di fine estate! I piccoli piaceri della vita sono anche questi: pedalare per diverse decine di km e non incontrare anima viva. Soprattutto non passano le macchine. Le farfalle sì! Siamo attratti dai colori svolazzanti che il noto entomologo empolese ci descrive con minuziosa perizia. C’è però un senso di tristezza che mi pervade, che mi accompagna ormai da troppo tempo. Vorrei mandarla via ma, per quanto mi sforzi di farlo, so che lei è sempre lì, in agguato, pronta ad uscire all’improvviso. Ecco, loro non lo sanno ma io la sento arrivare piano, piano. Deglutisco come per scacciarla … Per fortuna arriva la discesa e con essa la telefonata di Elisa. Elisa!! Quanti ricordi. E’ stata la mia alunna quando insegnavo a Marradi. Costretta a stare, fin dalla nascita, su una sedia a rotelle ha esternato, con il pianto, per la prima volta con me, la sua angoscia nei confronti della carrozzina. E’ stato un momento particolare per tutte e due ed ha sancito una bella amicizia. Ma Elisa con il suo poco accattivante handicap è sola. Sola, in un paese pieno di barriere architettoniche
    Sola! E’ per questo che io ho mandato al diavolo la tristezza quando l’ho rivista dopo un bel po’ di tempo. Io pedalo, ho gambe lunghe affusolate, tirate, abbronzate, scattanti e lei no. Lo so che non è colpa mia, ma è più forte di me…
    E poi la bella salita della Sambuca, i miei cavalieri che mi aspettano, i tortelli, la veloce discesa, l’ultima salita con il pensiero rivolto al bagno nel fiume, un fantasmagorico daino avvistato dal Principe la sua foratura che ha visto seduti per terra, il Chiarugi e la sottoscritta spettatori divertiti da tanta cocciutaggine. Tutto è come un sogno. Non permetto oggi ai miei problemi di giungere a me. Anche se la malinconia a volte arriva, i pulsanti sono schiacciati e i pensieri volano via. Non vorrei finissero mai giornate come queste. Sulla via del ritorno giochiamo con le parole. Giochi un po’ pericolosi, a volte, perché si rischia di invadere il territorio che non ci appartiene.
    “ Ma c’è una frase che ti ha reso felice?
    - Quando mi hanno detto “Mi manchi”
    - Quando mi hanno detto “Sono bravo”
    - Quando il mio sguardo ha suscitato desiderio
    E’ finita così la giornata con tre risposte una più intensa dell’altra. E’ un bel mosaico, solo Ravenna ci batte!!!
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Mar Set 30, 2014 1:41 pm

    Diario di B.B.

    EROICA 16-9-2000 S.Cornelio
    CHI NON BUCA IN COMPAGNIA…..
    C’erano tutti coloro “ abbastanza matti da accettare i disagi e abbastanza intelligenti per capire che si può sorridere della passione e delle sue crudeltà.” C’ero anch’io!!
    Per la seconda volta, in quel di Gaiole, sono arrivata puntuale con una bici, non molto d’epoca per la verità, ma con la voglia di passare una domenica un po’ particolare cercando tuttavia di non eguagliare il record delle forature dell’anno scorso: tre. Sono con me Roberto, che si dileguerà all’istante appena partiti dalla pittoresca piazza toscana (sarà lui l’eroico 2000) e il mio fido condottiero Francesco che subirà l’eroica malasorte con rassegnazione, pazienza e stoicismo.
    Ore 9.10 Partenza. Tutto procede nel migliore dei modi: il sole, tanta simpatica gente, la voglia di chiacchierare e…”Oddio! Le camere d’aria le ho lasciate in macchina. Ne ho solo due! “
    Ore 9.11 Inizia la paura di forare.
    La bellezza della campagna toscana non ha eguali. Mentre pedalavo in tutto quel ben di Dio, immaginavo di essere una tedescona in preda a una crisi mistica di fronte al paesino di Volpaia. Poi mi sono resa conto che anche le cicliste toscane possono cadere in questa grave perturbazione. Fa bene all’anima ammirare le meraviglie del Chianti: vigneti, cipressi sul crinale delle colline, le stesse strade bianche percorse con i nostri “cancelli”, l’odore della terra e i rumori della campagna.
    Ore 11.30 Abbiamo passato da poco Volpaia e ci avviciniamo al primo rifornimento. Buone cose e genuine. Vino a volontà e…via, verso l’avventura! Fatti appena un paio di km comincia la serie infinita di fermate a causa delle mie forature. E una! Francesco, con calma, mi aiuta mentre salutiamo con rassegnazione i ciclisti che passano tutti sorridenti nonostante la fatica. Decido di fare il giro lungo anche se una vocina, dentro di me, mi invita a tornare a Gaiole perché i guai veri dovranno ancora arrivare. Ma si sa: l’avventura è avventura!
    Ore 12.00 Sento il suono di campane in lontananza. L’ora del pranzo si avvicina…e anche la seconda foratura. Da ora in poi perdo la cognizione del tempo e dello spazio ma in successione ricordo:
    - La prima foratura di Francesco
    - I primi problemi al movimento centrale della sua bici. Ogni venti minuti doveva fermarsi e stringere una vite con le mani perché non aveva nessuna chiave con sé.
    - La seconda foratura di Francesco
    - La desolazione e l’abbattimento da entrambe le parti perché io non avevo più camere d’aria e Francesco non aveva più i tubolari.
    - Il numero 48 mi impresta una camera d’aria e il morale si solleva un po’.
    - Detto fatto: terza foratura e…punto e a capo! Chiediamo in prestito a due disgraziati, anche loro senza più camere d’aria, come noi, una pompa perché la nostra funziona male.
    - Mi solleva il fatto che ora, invece di un cavaliere ne ho tre: Franco e Marco vengono nominati subito tali e rimarranno con me fino alla fine dell’avventura.
    - Ultimo rifornimento: dolci e vino. Mah! Beviamo un po’ e veniamo a sapere che Roberto è passato per primo al ristoro. Forse è già arrivato: Beato lui!
    - Il dramma!!! Quarta foratura. Non ho più camere d’aria e…Record!
    - Si ferma un cacciatore, vorrebbe aiutarmi ma ha i cani dietro al pulmino e la bici non c’entra. Ci impresta però il telefonino e avvertiamo Roberto che siamo dispersi fra i meandri della campagna toscana. A proposito, ma che ore sono? Siamo intorno alle 15.00
    - Decidiamo di gonfiare, ogni tanto, la camera d’aria meno danneggiata fra le quattro che io ho tenuto legate sul manubrio quali cimeli di guerra.
    - Mancano ancora circa venti km, un’eternità se percorsi in questo modo: ogni dieci minuti fermi a gonfiare!
    - Per l’ennesima volta Francesco si ferma a gonfiare la ruota. Ne approfitto per fare la pipì, tanto non passa nessuno! Mentre sono a farla passano in ordine:un’ape, un motorino e un fuoristrada!!!
    - La pazzia di accettare i disagi diminuisce con l’aumento della voglia di arrivare a casa. Mi sento un po’ come E.T
    - Sbagliamo percorso, non ci accorgiamo di una freccia e saltiamo Pagliaia-Brolio. Neppure la gloria di dire: ho fatto tutto il percorso.
    - Francesco si è consumato le mani a forza di gonfiare con una pompa microscopica e poco funzionale.
    - Vediamo il cartello “ Gaiole 2,2 km”. Per un attimo mi prende un colpo: avevo letto 22 km. La stanchezza fa brutti scherzi!
    - Ore 16,00 Non oso pensare che sia stato più tardi! Arriviamo finalmente a Gaiole. Sullo striscione c’è scritto Traguardo e non Arrivo. Anche questo mi sa d’antico.
    La domenica sta finendo, l’estate pure. Ma quest’aria settembrina mette nell’anima un certo non so che. Voglia di un prato, voglia di libertà, voglia di natura. Voglia di ritrovare quello spirito bambino che abita dentro di noi, che ci porta ad apprezzare questa piccole avventure con sorriso e tanto divertimento.
    Anche questo è eroica! Ho voglia di ringraziare Francesco ma anche Mario e Franco e naturalmente anche un “bravo” a Roberto.
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    Messaggio Da Lemond Sab Ott 04, 2014 12:39 pm

    17-9-2000 S.Roberto
    Di nuovo insieme!
    E’ bello contarli: sono tanti, undici azzurri e bianchi e una verde rana (imperdonabile!) che pedala con loro. Al solito bar Arci- Filarmonica Paoli di *** Ci saluta il solito anziano corridore *** La sosta risulta fra le meno appetitose. Hanno perso l’allenamento? Per arrivare prima a casa decidiamo di passare lo stesso da una strada dove un cartello ci avverte che ci sono dei lavori in corso. “ Cosa vuoi che sia? Con la bici passiamo da per tutto” . Ci attendono, ahimè, almeno quattro km di sassoni stile via francigena. Risultato? Desiderio matto di una macchina fotografica per immortalare
    1) Gli abili Chiarugi e Nucci che arrivano poco dopo la sottoscritta orgogliosi per aver imparato qualcosa nell’uscita in Mtb
    2) Gruppetto che zigzagando fra le pietre con precario equilibrio, arriva alla spicciolata
    3) Caparrini che nel suo silenzio ( E NON LO DIRA’ MAI ) desidera tanto una Mtb
    4) La foto del secolo: Lorenzo che arriva a piedi per non sciupare l’amata Colnago, ma soprattutto con le scarpe in mano per mantenere fede al proprio ruolo. Se questo non è Empolitour!!


    24-9-2000 S.Geraldo
    L’alabastro non è commestibile, lo sappiamo. Avrebbero sicuramente mangiato anche quello se lo fosse stato.
    Ingordi come sempre! Il bar della piazza li ha accolti e visti con fauci come sempre spalancate. Li osservavo mentre aspettavo che si liberasse il bagno. Mi ha colpito la spartana aranciata del Boretti (è a dieta!). Come al solito è assente il Chiarugi che aspetta fuori….seduto in quel caffè
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    Messaggio Da Lemond Lun Ott 06, 2014 1:18 pm

    ----- Original Message -----
    From: "Luigi Feruglio

    > E' successo di nuovo.
    >
    > Un'altra persona morta sul Sentiero del Pellegrino
    > http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/10/05/news/anziano-muore-per-malore-in-montagna-1.10057766
    > quel sentiero che porta al Santuario del Monte Lussari posto là, in
    > quell'angolo di Europa che da quasi un secolo appartiene all'Italia,
    > dove si incontrano e mescolano il mondo latino, tedesco e slavo.
    >
    > Un mese fa era successo ad un pellegrino che saliva in processione al
    > Santuario della Madonna di Castelmonte
    > www.lavitacattolica.it/stories/cronaca/6036_tragedia_a_castelmonte_muore_durante_il_pellegrinaggio_al_santuario/#.VDJeMhZvFbc
    > anch'esso posto in quella fascia confinaria di Italia vicino alla
    > Slovenia (fino agli inizi del '900 era retto da frati di lingua slovena
    > che vennero mandati via dalle autorità ecclesiastiche italiane).
    >
    > Tredici mesi fa era successo, ancora sul sentiero del Pellegrino verso
    > il Santuario del Monte Lussari, ad un prete austriaco
    > http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2013/09/08/news/prete-di-villaco-muore-sul-sentiero-del-pellegrino-1.7713091
    >
    > Tutti successi in Friuli, tutti in provincia di Udine.
    >
    > Non è che questi episodi siano collegabili.
    >
    > Però qualcuno potrebbe vederci un Disegno Intelligente?
    >
    > Ciao
    >
    > Gigi
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Mar Ott 07, 2014 11:25 am

    Diario B.B.

    8-10-2000 S.Pelagia
    “ Il padrone è ritornato e il posto va ridato”. Il Pagni è di nuovo con noi, le soste sono di nuovo sue e… non si smentisce mai: panino con prosciutto e orangina tutto in barba alle ciclistiche barrette. Però caro Marco un k-way o dei manicotti li potevi portare visto il freddino di questa mattina. Non ho idea di cosa siano stati capaci di mangiare gli altri perché io sono ritornata sui miei passi a cercare il novizio Alessio, venuto in compagnia del Pagni (e da questi abbandonato) che era rimasto un po’ indietro.


    15-10-2000 S. Teresa d’Avila
    “Se mi vede mia zia mi disereda”.Puntuali come sempre, alle otto di mattina, con o senza mantellina, siamo partiti con il cielo che minaccia il diluvio da un momento all’altro. Mentre la gente ha voglia di letargo, mentre il Pelagotti si sta rigirando nel calduccio del suo letto e pensa all’imminente bombolone alla crema, mentre Mauro il simpatico giornalaio dì Nucci gode al pensiero dell’allenamento saltato, alteri e sprezzanti, andiamo incontro al nostro destino. Massimo e Andrea B., dotati di buon senso, dopo mezz’ora di pedalate, ritornano sui loro passi (ruote?). Capitoleremo anche noi, Paolo, Andrea, Roberto ed io ritornando mesti alle nostre cose con la consapevolezza di aver fatto pochi km, di aver sfidato il destino e di aver …poco cervello.

    21-10-2000 S.Salomè
    Giro del Chianti
    Eravamo tanti questa mattina. Leggermente preoccupati per il mio ritardo, li ho trovati pronti sulle bici più o meno pulite. La più linda era sicuramente quella del ritrovato Lorenzo. Ma anche la Daccordi del Chiarugi non scherzava affatto. Io so di essere brocciona e irrispettosa nei confronti della mia Cannondale, vero Boretti? Ma lui esagera! Ha messo una poltiglia verdastra, che mi ricorda tanto lo sputo di Regan l’indemoniata nel film “ L’esorcista”, al centro della ruota posteriore. Nei pressi di Castellina questo ammasso appiccicoso si stacca depositandosi sul cerchio, vicino ai freni. E poi si dice l’ordine, la precisione! Per fortuna Massimo se n’è accorto evitando così un eventuale incidente. Meraviglioso il tratto che collega Castellina a Poggibonsi. D’accordo, è discesa, ma ho visto ì Chiarugi sudatissimo come non mai alla fine degli undici km fatti con un’andatura un po’ forzata. Ho dimenticato lo spirito materno? Ho esagerato con la velocità? No a tutto questo perché in curva controllavo se c’erano o no macchine sulla carreggiata opposta alla mia. In discesa non sopporto nessuno davanti per cui, se è possibile, mi guadagno la prima posizione tirando spesso come una matta. Poi è arrivato Roberto che ha gettato come sempre il guanto a Massimo e ad Alessandro.
    I miei lisi pantaloncini hanno allietato la mattinata. Quando il sole batte di lato, pare si vedano le mie forme…posteriori. Bellissima e galante la battuta di Andrea.B quando ha detto che vale la pena starmi dietro anche quando non c’è il sole. Sono sempre discreti anche nelle battute, mai volgari, mai galletti. Mi piacciono tanto anche per questo. Come farei senza di loro?
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Mar Ott 14, 2014 10:08 am

    dal diario

    Mio maestro e mio trovatore è il Chiarugi.
    Come essere geniali anche con un mezzo poco…congeniale.
    I suoi SMS

    Mi sono arrivati dei messaggi da parte del Chiarugi che sono delle chicche, bonsai di poesia. Frasi che non potevano sfuggire alla memoria né al piacere di rileggerli. Per questo li ho riscritti sulla mia agenda per poterli conservare e, semmai ce ne fosse ancora bisogno, sottolineare la delicatezza della corazza chiarugiana.

    Appena vinto il campionato italiano medici mi ha mandato questo messaggio. Al ritorno dell’ultima gara del Master mi ha ricordato l’allenamento fatto insieme in cui io gli facevo da lepre

    T’immaginavo in volo,
    davanti a me d’un metro
    e, per venirti dietro,
    sono rimasto solo.

    In occasione della premiazione del Master a Milano leggo:

    Beatrice dagli occhi eccitanti
    Pregiata puledra che sei,
    Milano fastosa si vanti
    D’ornarti di gloria e trofei.

    Paolo è riuscito a farmi correre per ben 48’. Un’eternità per una come me che non ha mai corso prima. Mi sono troncata tutta e…il giorno dopo:

    Zampette ferite dal suolo
    Vi chiede prostrato quel vate,
    che fu la cagione del duolo
    se siete giammai risanate.

    Al che, dopo un allenamento in Mtb, rispondo:

    Zampillanti zampette, non zoppe,
    a zonzo per zolle.

    Immediata è stata la risposta
    Gambe guarite
    Generano
    Grande gioia
    Giacché
    Gradirei
    Giocare girovago
    Guidandole gagliardamente

    Cosa potevo inviargli se non:
    Gigionesco!

    Una domenica pomeriggio, correndo da solo a Pisa e invidioso del fatto che noi abbiamo pedalato al mattino, mi manda a dire che:
    Sul margine dell’argine
    Le mie sòle
    Sono sole
    Nel sole.
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Ven Ott 17, 2014 9:46 am

    Diario

    1-11-2000 Festa di tutti i Santi
    Oggi è stata un’uscita molto particolare: per la prima volta mi sono goduta la sosta entrando in sintonia col vero spirito dell’Empolitour. Naturalmente, mantenendo il ruolo di non sostista, non ho manifestato questo mio stato d’animo (anche perché il maestro mi era seduto davanti!): Proprio quando meno te l’aspetti arriva la voglia di stare seduta al sole, l’ultimo caldo sole autunnale, in una delle piazze più belle mai viste, con una compagnia piacevole a bere un caffè. Lo sguardo si posa sull’acceso e sensuale rosso delle foglie di vite americana i cui rami salgono sulla parete dell’Hotel La Cisterna. Un tempo da quelle finestre si affacciava una nobildonna che salutava il suo cavaliere di ritorno da un lungo viaggio. Questa mattina, con l’immaginazione, ero io la dama affacciata a quella finestra che salutava i cavalieri-ciclisti. La magia di San Gimignano!


    5-11-2000 S.Zaccaria
    Di verde vestita e per giunta con il k-way della Paci Ferro, questa mattina ero al massimo dell’asocialità. Per fortuna il grande critico, l’esteta, nonché Vate e mio trovatore era assente. Ho pedalato poco col gruppo per problemi di orario. Cosa avranno fatto? Quanto e cosa avranno mangiato? Ma soprattutto, avranno preso l’acqua? Il mio ritorno è stato proprio interessante. Ho sorpassato, nei pressi della Ginestra, un ciclista la cui andatura era di poco superiore a quella di mia zia quando fa la spesa al supermercato (anche lui facente parte della razza maschio- ciclista?). Al mio “alè” mi si è incollato inesorabilmente dietro fino a Montelupo reggendo, in alcuni punti, l’andatura di 45km orari. Rallentiamo in prossimità del semaforo e il ciclista si avvicina e mio fa: ” Ma tu sei quella dell’Empolitour, me l’ha detto il Nucci che vai come una miccia”. Mi hanno fatto molto piacere quelle parole, a parte la miccia, e se proprio c’erano ancora dei dubbi, mi sono sentita veramente una di loro.
    P.S-Per la cronaca il ciclista in questione è un certo sig. Barni, che io ostinatamente continuavo a chiamarlo Parri.

    7-11-2000 S.Ernesto
    Giorno libero e libero giro in bosco insieme a Paolo e alla sua fiammante M.T.B
    Carissima amica di alluminio con l’anima di puro pensiero. Mi hai portata in posti bellissimi. Con te ho solcato quasi tutti i sentieri del Montalbano in solitaria o con cari amici. Abbiamo anche parlato ad alta voce tu ed io. Non ti ho mai trattata male e, a fine gara, spesso ti ho stretta forte e ti ho, in silenzio, ringraziata per esserti comportata bene. Mi hai vista più volte cadere rovinosamente a terra. Una volta sono andata anche all’ospedale, ricordi? Igienicamente perfetta non lo sei mai stata perché io ti ho spesso trascurata. Però la domenica, dopo gare massacranti, con fango fastidioso, ti ho pulita alla meno peggio. Eri la mia compagna del dì di festa. Praticamente passavamo tutta la domenica insieme: la mattina la gara e il pomeriggio ti facevo il bagnetto. Mario ci ha portate in tanti posti, uno più bello dell’altro. Anche tutti gli altri amici della squadra ci hanno accompagnate “ tra boschi e valli d’or!”. Però da sole, tu ed io, ci sentivamo le padrone del mondo ed io la donna più felice della terra….. Poi è arrivata lei, più leggera, più veloce e, dicendo la verità fino in fondo, forse più bella di te. E’ stato un colpo di fulmine. Non volevo, ma me ne sono innamorata subito. L’amore è alchimia, si sa, non puoi dargli una spiegazione. Quando arriva, arriva! Lei mi ha portata su montagne bellissime, su strade incantevoli. E’ vero, a volte mi ha fatto respirare aria non pulita. La tua era sempre carica di ossigeno e di fragranze silvestri. Con te, dopo l’incidente, avevo paura delle discese. Con lei invece mi sono sentita subito a mio agio. E’ stato questo il punto focale che ci ha divise, ci ha allontanate. Con lei ho tagliato traguardi in tutta Italia. Con lei ho vissuto momenti di pura passione tutte le volte che, dall’alto dei passi alpini, guardavo con gli occhi dell’anima tutto quello che c’era laggiù, nella valle o lassù, sul ghiacciaio. A volte, in garage ti guardavo con distrazione, quasi dimentica di te e di tutto quello che avevamo fatto insieme. Ti avevo quasi scordata quando un giorno della scorsa estate i miei amici mi hanno proposto di fare un giro bello con te. “I grandi amori non finiscono, fanno giri immensi ma ritornano”. E’ stato un ritrovarsi, ritrovarti. Roberto e Paolo sono stati sedotti da due tue sorelle. Con loro ci divertiremo, vedrai! Mercoledì quando siamo andate con Paolo in bosco non ero serena, come del resto non lo sono quasi mai in questo periodo. Non mi sei bastata, mi mancava un tassello per raggiungere la serenità. Ma è stato piacevole lo stesso godere insieme dei colori, dei sapori, dei rumori del bosco. E poi, diciamolo pure, è stato divertente per me vedere Paolo in precario equilibrio e sufficientemente tremante di fronte alle difficoltà che il bosco presentava e anche per te vedere la tua nuova compagna alle prese con fango e pietraie.



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    Messaggio Da Lemond Dom Ott 19, 2014 10:44 am

    19-11-2000 Avvento Ambrosiano
    La mia giornata non è cominciata nel migliore dei modi ma….pazienza. “Sicuramente arriverò in ritardo” pensavo in garage mentre tentavo, invano, di recuperare il vecchio casco. “ Aspetteranno qualche minuto”. Ho pedalato a più non posso nel tratto che separa casa mia da quella del Caparrini. Quando, da lontano, ho visto il numeroso gruppo che si allontanava senza di me ho detto ad alta voce una frase che non posso riportare e che mi ha fatto (momentaneamente) rimangiare quello che ho pensato di loro alcune domeniche fa. ( vedi 5-11-2000). “Certo non ho lo spessore del dottor Pagni che vanta ritardi da diva di Holliwood, ma così mi sento proprio una in più!”. L’ ho dovuto dire: primo perché mi piace essere schietta con le persone a cui tengo molto, secondo perché mi piaceva che si sentissero un po’ in colpa. Il giro di Peccioli a mio avviso è “sanza infamia e sanza lode”, tuttavia la piazzetta ha offerto spunti pittoreschi: Nucci che scopre un’altra pasticceria da assalto (ma quanto avranno mangiato?), Chiarugi che, a mo’ di Romeo, mi ascolta mentre gli racconto la storia di “Pianger a dirotto”, Lorenzo che con il dito indice, premuroso dito indice, cerca di alleviare una piccola ferita della sua amata Colnago. La folla della sagra di S.Miniato schivata, zigzagata, sfiorata, scansata, evitata mi ha quasi soffocata ma mi ha fatto desiderare ancor di più la libertà, la leggerezza, la possibilità di volare.


    26-11-2000 Cristo Re
    Tre sudicioni a giro per il Montalbano
    Ore 7.45 = diluvia. Ho un appuntamento telefonico con Paolo al quale non posso rinunciare ma il caldo richiamo della mia coperta di lana merino è più forte. Lo chiamo con un quarto d’ora di ritardo. Il punto è: pedalare in Mtb o poltrire per tutta la mattina? Io non ho dubbi a scegliere la prima proposta e sono piuttosto sicura sulla partecipazione di Paolo. Ma il Principe verrà? Il suo entusiasmo pare lo veda partecipe (ha già avuto contatti telefonici con il Chiarugi) ma una successiva telefonata, degna di Bagnolielle, vede vacillare la sua presenza. Ma come può rinunciare ad un’uscita di Paolo, con la sottoscritta, mentre inforca la bici con le larghe ruote? L’invidia è più forte della “ficolessaggine” e in breve alle 9 me li ritrovo tutti e due sotto casa e, sprezzanti della pioggia battente, iniziamo a pedalare verso i ripetitori del Montalbano. Faremo, in parte, il percorso gara della Rampivita che mi causa un piccolo senso di colpa per non aver partecipato alla manifestazione preferendole i due cavalieri. Il divertimento però è assicurato. I sentieri (più che sentieri sono ruscelli!) sono quasi impraticabili e mettono a dura prova agilità, destrezza e coraggio. Il fango ormai è su tutto il mio corpo e i piedi non li sento più dal freddo. Il passaggio in una grande pozza d’acqua li ha definitivamente inzuppati. Da notare l’urlo tarzanico del Chiarugi quando se l’è vista davanti e il sorriso divertito dì Nucci che si era fermato per godere lo spettacolo. L’antenna del Montalbano è il punto più alto del percorso. Scendiamo a valle passando dai “cavalli”, ormai un passaggio consueto, che vede Chiarugi ansioso e impaurito per quello che l’aspetta: discesa mozzafiato fra pietre sconnesse e terreno fangoso. Bravo Paolo per il coraggio e bravo Nucci per la destrezza. Brava anche la Bertelli che è riuscita a coinvolgere, in una piccola impresa, due sudicioni e che si presenta, insieme a loro, da Mauro, il giornalaio, divertito ma schifato per tanta mota. L’uscita domenicale vede l’epilogo in un entusiasmante lavaggio delle bici con la pistolina dì Nucci e in un Chiarugi che non riesce a togliersi le scarpe poiché le sue mani sono talmente infreddolite da assumere un colore cadaverico.
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    Messaggio Da Lemond Ven Ott 24, 2014 10:18 am

    Diario di B.B.

    8-12-2000 Imm. Concezione
    S. Donato in Poggio
    Grigio, grigio,grigio. Non mi ha mai entusiasmato il grigio, ma pedalo lo stesso. Pedalo nel colore del cielo e nel colore della mia anima. Come al solito chiedo informazioni sul percorso, il Caparrini mi risponde ed io immancabilmente non capisco mai alla prima, quale strada faremo. Pare si debba raggiungere S. Donato in Poggio, località che io associo ad un’uscita invernale quando Massimo fece la pipì non so quante volte! Pedala, pedala i biancazzurri si ritrovano compatti nei pressi della salita della Sambuca quando vengono sorpassati da due baldi ciclisti. “Non sia mai!” pensa ì Nucci e giù…verso l’inseguimento. Io lo seguo e, in men che non si dica riusciamo ad agganciarli. Come al solito attacco loro bottone e vengo a sapere che sono di Firenze e che uno di loro è il vincitore dell’ultima edizione della gara di Fiesole, Competizione che tutti gli anni dà il via alla stagione agonistica di M.T.B. Arrivati nei pressi di S.Donato mi rivolgo al Nucci e gli dico “Sai che hai pedalato a fianco del campione dell’edizione 2000 di Fiesole?”- “E lui lo sa che aveva vicino l’eroico 2000?”. Umile come non mai, si avvicina al bar del paesetto e si trascina in pancia, con la stessa velocità della risposta, non so quanto di commestibile lui abbia trovato. Prosit!…A te e a tutti i tuoi seguaci. Durante il ritorno ricevo un messaggio di Paolo che m’informa della sua vittoria podistica. Evviva si mangia il “presciutto”!!!

    17-12-2000
    S.Lazzaro
    Santo del giorno più appropriato non lo si poteva trovare. “ Alzati e cammina …anzi, pedala!”. Il freddo-umido di piazza del duomo, non mi ha fatto gustare la magia, comunque presente, di S.Gimignano. Avevo una gran voglia di alzarmi e pedalare, ma come fare con quelle bocche da sfamare, con quegli sguardi biafrani di fronte a sfogliatine e caldi caffè? Aleggiava l’ipotesi di un panino ripieno di melanzane e zucchine. “Pagni non lo fare!” . D’altra parte ha proprio ragione il Caparrini quando dice che:” Portare il Pagni a S.Gimignano è come portare un bambino alla fiera, se c’è il sole poi bisogna prenotare l’albergo!”. Primo vero freddo ai piedi e alle mani.
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    Messaggio Da Lemond Dom Ott 26, 2014 8:04 am

    Diario B.B.

    31-12-2000 S.Silvestro
    Ultimo giorno e ultima pedalata del duemila. C’è stato un ammutinamento: non più Monte Carlo ma il Serra dall’amico lento. .Amico lento un corno! Quello, pur di non lavorare, ne inventa di tutti i colori. D’altra parte, una sera di Maggio, mi disse che il mestiere è una sottospecie dell’arte. E lui è proprio un artista! Era tutto chiuso, sprangato; il ristorante era una tomba di silenzio. “Alè, questa volta ci siamo! Non mangiano” Me tapina! Sono affamati più che mai, con il re che smania dalla voglia di affondare i denti in qualsiasi cosa, purché commestibile, si fermano in un bar il cui nome dice tutto: “Il Merendero”.
    Obbrobrio, orrore ed … onore. Lo scettro è definitivamente mio. Il mio Vate mangia gli avanzi degli avidi e si riscalda le mani toccando tutte le calde tazzine di caffè vicine a lui. Non solo! Dalla mia ne prende anche un sorso. Il ritorno è particolarmente ricco di pensieri, riflessioni e poche parole. Mi passano davanti, come nella poesia dell’Anonimo brasiliano, le varie tappe del duemila. Un anno un po’ strano: triste, entusiasmante, allegro, esaltante, appassionante, malinconico, abbacchiato, vivace, ilare, simpatico, pensieroso, serio….ma comunque sempre ricco di quelle pedalate che rafforzano la voglia di andare avanti, con la speranza di vivere una vita serena sopra la sella e….fuori la sella.
    Ciao ragazzi! Ci vedremo il prossimo anno.


    1-1-2001
    Ieri era un anno fa. Oggi è un anno dopo!…
    Certo la concezione di “tempo” è proprio strana: lui non esiste. O meglio, non esiste che per quell’attimo che riesci a cogliere. E se lo cogli ..! Ieri … dove sei? I tuoi ricordi mi intasano e mi affollano la mente rendendola talvolta poco obiettiva. Domani … quando arrivi? Dove sarò, cosa dirò e cosa farò quando giungerai? E ...Oggi? Oggi pedalo, e mentre il mio cervello macina queste riflessioni, le mie, le nostre ruote macinano i km che ci separano dal Monte Senario. Per strada incontro Roberto Salvini e sono felice di salutarlo e dargli un bacio da portare al mio caro Mario. Rimango dietro al gruppetto di testa sia perché mi sono fermata per i saluti ma soprattutto perché loro sono più bravi e più fogati di me. La solitudine però aiuta e stimola le riflessioni e le meditazioni. E’ proprio una bella giornata di sole, freddina ma limpida. Arrivata al convento i miei amici mi invitano a guardare il panorama che si apre alla mia sinistra. Bellissimo! Riconosco Borgo S. Lorenzo, La Ronta, la salita per il P.sso della Colla e i monti della Sambuca. C’è già un po’ di neve e questa li rende ancora più suggestivi. Durante il ritorno, al bar di Pratolino, ci fermiamo per la sosta Pagni. “Oggi è il primo dell’anno e ce lo possiamo permettere” dice il Caparrini rivolto ad un vassoio con calici pieni di spumante e ad un invitante pandoro che l’incontenibile e incontrollabile maestro di cerimonie ha imposto al gruppo. Anch’io, questa volta, con allegria e senza troppo brontolare, brindo ad un sereno e pacato 2001. Prosit!
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    Messaggio Da Lemond Ven Ott 31, 2014 9:42 am

    Diario di B.B.

    21-1-2001 S.Agnese “Agnese dolce Agnese color di cioccolata….”
    Marco questa mattina mancava a tutti e tutti, chi più, chi meno, parlavano di lui. “Te lo immagini al sole di questa piazza, con crema sulla pelle e crema in bocca? E con le gambe distese sotto il tavolino, mento alto pronto per l’abbronzatura?” “ Manca ì Pagni? Meglio così- borbotta un po’ bugiardo il Caparrini- con lui la sosta sarebbe durata come minimo mezz’ora di più”. Cosa dire del percorso senza impennate? Cosa dire del sofferente bivio mancato che da Pieve di Compito porta all’amico Lento? Cosa dire della pianura che più pianura non si può? Affogherò i miei dispiaceri ciclistici in una misera spremuta d’arancia e in un’assente porzione di riso dentro (?) una sfogliatina raggrinzita e un po’ smunta. Non ho perso tuttavia il potere spartano perché ho imposto tali vivande al mio maestro dimissionario che, preso dalla disperazione, si spoglia davanti a tutti. Il rientro è angosciante: pianura, pianura e poi pianura mai sotto i 38 km/h senza un minimo senso di squadra. Ma lo sanno come si danno i cambi?. Dentro di me c’era un urlo perenne:”Mortiroloooooo , dove seiiiiii?

    3-3-2001 S.Cunegonda
    Ieri è stata una giornata piovosa ma, nonostante tutto, una pedalata liberatoria mi ha aiutata ad affrontare, nel migliore dei modi, un uggioso pomeriggio. Oggi non piove più e una ciclista che vuol fare un po’ di M.T.B sa di dover fare un’accurata scelta di percorso a causa della grande quantità di pioggia caduta ieri: evitare accuratamente le zone che hanno terre argillose, sentieri tra i campi o vicini a vigneti. Per esempio la zona di Castelfiorentino! Preferire invece tutti quei posti che offrono strade bianche o comunque bosco. Vedi Montalbano! Nessuno ascolta le sagge parole della Bertelli e Chiarugi e Nucci si avvicinano pericolosamente alla zona “out”. Si sa che la velocità aiuta a non far aderire più di tanto il fango ai freni, copertoni e tutto il resto. Ma come poter pedalare se la ruota posteriore non attacca e gira inesorabilmente a vuoto? Il piede a terra è inevitabile e, in men che non si dica, le nostre scarpe diventano enormi come quelle di un clown . Camminare in quelle condizioni è difficile, e drammatico lo diventa se ti devi trascinare dietro la bici che si fa sempre più pesante. Un chiodo penetra impietosamente la mia ruota posteriore contribuendo ad aumentare l’ansia e la voglia di dimostrare a me stessa che sono capace di arrangiarmi sempre e comunque. Col cavolo!!! Meno male che Chiarugi aveva tutto l’occorrente perché, me tapina, mi sono accorta di non avere niente sotto il sellino. Ma non è finita qui…L’ultimo tratto di sterrato (circa 400 m, forse più ) è stato veramente drammatico segnando due momenti cruciali: la disfatta, la Waterloo di Nucci e il compiacimento con me stessa per aver salvato la situazione. Andiamo per ordine! La sua bici era talmente piena di fango che lo stesso Chiarugi aveva difficoltà a sollevarla. Bertelli, con un impeto da vigorosa silfide prende la bici di Nucci (ma come pesa!) e cercando di mascherare il più possibile la fatica la trascina con grande sforzo verso un tratto di strada con l’erba che toglie il fango dalle ruote. Il gioco è fatto, basta correre un po’ e via, via si staccano i pezzi di mota e la bici si fa sempre più leggera. Finalmente l’asfalto! Arrivo nei pressi di un muretto, mi merito una sosta (non Pagni s’intende) e aspetto un bel po’ l’arrivo dei due disperati che si trascinano dietro le pesanti biciclette con la consapevolezza di :
    1) Essere sudici come maiali
    2) Di essersi divertiti nonostante tutto
    3) Di dover riconoscere che la Bertelli è più forte di loro…ma non lo faranno mai!
    La pioggia cade quasi a consolare le nostre bici che bramano un po’ d’acqua liberatoria come lo sarà del resto la pistolina del Nucci che ridarà un po’ di colore ai telai e leggerezza alle scarpe.
    La giornata termina con la visione del film Chocolat: tutto all’insegna del marrone.




    Sento una strana cantilena dentro di me, quasi una nenia…
    Mi sono svegliata col pensiero che oggi sarei andata a mangiare da mia zia e i ricordi dell’infanzia si fanno largo prepotentemente quando penso al mio giardino, alla mia stanza, alle mie cose, alle mie canzoncine….alla casa di Fibbiana!
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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 02, 2014 10:52 am

    Domenica 1-04-2001 S.Ugo

    E, come ogni Domenica mattina, inforco la bici e via…

    Lo Zecchino D’Oro
    “Si unirono compatti” (’68), non in fila per sei e neppure col resto di due ma partirono lo stesso alla volta del Goraiolo.
    Le ruote girano, girano.. “Per me cantare è un gioco” (’84) e, un po’ con gli occhi da Mago Zurlì, (o da fatina?) cerco nei miei compagni tutti quei personaggi che dal ’59 a oggi hanno varcato le scene dell’Antoniano di Bologna.
    La salita è vicina e “Il Lungo, il Corto e il Pacioccone” (’70) sono come sempre a studiarsi, a parlottare, a preparare i piani d’attacco. “Goccia dopo goccia” (’74) il sudore scende inesorabile sulla fronte, scivola sul telaio ma non mi impedisce di guardare il panorama mozzafiato che la svizzera pesciatina ci offre come sempre. Le mie gambe girano bene ma, ad un tratto, un gran male allo stomaco mi paralizza. “Dagli una spinta” (’65), sembra gridare l’altra Beatrice che è in me. Mi sento proprio una “Tartaruga sprint” (’73). Tutto il gruppetto mi passa e “Il cane e il gatto”(’88) si sono incollati ai tre bravoni e mi lasciano lì, ansimante. Dopo un po’ riacchiappo il gatto e insieme arriviamo al Goraiolo. “Alì Babà” (’72), con la sua inseparabile fascia inzuppata di sudore, arriva tutto pimpante: si vede che oggi gli gira la “Ciribiricoccola” (’74). Anche “Rock e Roll” (’80) arrivano: il primo, come sempre, tutto sbracalato, con la maglietta aperta, l’altro con la cronica allergia per le salite. Il nuovo compagno trionfalmente si unisce al gruppo: anche lui, grande”Torero Camomillo”(’68) ha domato il Goraiolo. E via verso la sosta! “Il caffè della Peppina” (’71) non lo perderebbero per tutto l’oro del mondo. Il maestro intanto chiede al Bambini Gesù : “Fammi crescere…altri denti davanti” (’62) per mangiare di più. Vergogna! Ma non ti basta il bombolone che addenti? Non solo! Brontola perché Alì Babà gli ha mangiato l’ultimo rimasto nel vassoio. Poi la foto di rito e…giù per la discesa. Il pacioccone assume le sembianze di “Popoff” (’67) e urla al Lungo:”Corri topolino” (’89). Il Corto invece si trasforma prima in un “Pulcino ballerino” (’64), poi in un moscerino che danza il suo valzer (’68). Guardo l’orologio: per fare 100 Km, con partenza alle 8.30, ci sono volute ben 4 ore e mezza! Quanto è costata, in termini di tempo, oggi la sosta? Troppo, tanto..ma è inutile brontolare tanto sono sempre lacrime di “Cocco e Drilli” (’74)!!!!

    P.S Tutti i titoli, segnati dalle virgolette, hanno a fianco l’anno del loro Zecchino D’Oro.

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    Messaggio Da Lemond Gio Nov 06, 2014 4:43 pm

    Diario di B.B.

    25-04-2001 Ann. Della Liberazione e S. Marco ev.
    LA NOSTRA MARATONA
    “Toccate e…fuga!” *

    Credevo fosse sudore.
    Era invece quel liquido salino che fuoriesce dall’occhio a causa di innumerevoli motivi.
    Lacrime e gioia…
    Non sono spesso associate fra loro. L’essere umano tende più a piangere per il dolore che non per la felicità. L’uomo, poi, reprime volentieri le lacrime quale segno (ahimè per lui!) di debolezza.
    Questa mattina non erano necessarie le parole. Solo il silenzio poteva accompagnare quel magico momento, quel pianto liberatorio.
    Silenzio associato allo sguardo felice di Roberto nei confronti di Paolo e al mio tenero abbraccio e a un mio materno bacio al maratoneta. Al grande, nostro campione!
    Eh, si! Paolo ha durato tanta fatica. E’ stato bravissimo a mantenere un costante ritmo di gara, a centellinare le sue energie, a rifiutare il dolore, a stringere i denti quando al 38° km il suo ritmo scendeva un po’. E’ stato capace di far volare le 2 ore e i 39 minuti in un attimo. Il tempo è passato così veloce che quasi non me ne sono accorta. Certo per lui non è stata la stessa cosa, ma quando da un gruppetto di sei persone è rimasto solo con quel culone targato “Assitalia”, ho detto: “E’ fatta! Paolo ce la farà a scendere sotto le 2 ore e 40”.
    Ho visto di tutto un po’ questa mattina. Dal pluritatuato all’ometto sdraiato sulla bici. Dal cane vestito da maratoneta alla bambina sul passeggino numerato. Ho visto keniani, italiani e pisani (è un popolo?). Ho visto donne grasse e uomini di una certa età. Ho visto il Chiarugi che, con la sua disarmante normalità ha regalato a me e a Roberto una giornata indimenticabile. Lui ha faticato fisicamente, noi soffrivamo per lui, con lui nello spirito.
    L’Amicizia è anche questo.
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Sab Nov 08, 2014 9:17 am

    Dalla Mia amica Anna Bini (detta Baccella e scrittrice dilettante) alcune puntate sul

    "Mio Amico Dante"

    Maggio 1265 Firenze, in casa di Alighiero di Bellincione c’è un gran tramestio, infatti sua moglie Monna Bella sta per partorire. Intorno al letto ci sono la comare Lisa e una specie di levatrice Trotula abile nel manipolare le erbe e i filtri d’amore. Finalmente dopo due o tre volte che ha suonato terza e nona, nasce Durante che per praticità sarà Dante.

    Dante è un bambino fragile che viene su stentamente senza l’amore del padre noto usuraio. La madre fa appena in tempo a circondare il figlio di amorevoli cure, perché muore qualche anno dopo , verso il 1270.

    Dante gioca nel sestiere di San Piero Maggiore tra via del Corso, via dei Cartolai piazzetta del Garbo con Forese Donati, Lapo Gianni , Guido Cavalcanti , ma anche con le femminucce dei Donati, dei Cerchi, dei Portinari.

    Spesso preso la chiesa di Santa Margherita dei Ricci in via del Corso la nutrice Tessa accompagna Beatrice , tesoro angiola di casa Portinari . Sua madre monna Cilia non ha occhi che per lei , fanciullina piuttosto vispa e stuzzicante i maschietti coetanei.

    Quando si disputa la corsa dei cavalli Berberi in via del Corso, la masnada fanciullesca corre in via dei Balestrieri per vedere gli operai al lavoro e prenderli in giro.

    Fra le ragazze la più “ mammoletta” è Gemma Donati , molto educata e semplice al contrario di Beatrice piena di boria e sottile femminilità.

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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 09, 2014 9:25 am

    diario di B.B.

    1 Maggio Festa del Lavoro

    Sotto l’ombra della torre torta, il pensiero di Pachiaru, il cui nome aggrovigliato ricorda vagamente il dialetto marchigiano, era rivolto non tanto al pallottoliere dei globuli rossi da contare, quanto all’amico Lento che sarebbe stato testimone di lì a poco, dell’incontro con Sergio, il fisico, il cui fisico non è molto ciclistico. Lo spirito si, eccome! E questo Pachiaru lo sa già perché per primo ha avuto contatti verbali e, in seguito “internettali”. Si dice così? Non credo proprio; ma tanto c’è chi sa di greco e di latino e, in men che non si dica, provvederà a correggermi. Peccato che colui che corregge sempre fa figuracce con il capo reparto quando gli chiede la relazione che si trova nel primo cassetto e lui gli consegna quella che è invece nell’ultimo. Pazienza! Prima o poi anche lui scenderà giù con noi poveri mortali … Ma non divaghiamo. Torniamo all’incontro. Prima che questo fosse sancito da sorrisi e frasi di circostanza, è stato conquistato il Monte Serra da Pieve di Compito per l’ennesima volta. E’ sempre bella , è sempre solitaria e stretta la salita. Diventa un po’ triste quando si attraversa il tratto di bosco bruciato, ma ritorna rilassante e meravigliosa quando, arrivati al bivio che porta ai protoni ( Pachiaru mi correggerebbe di nuovo con Santallago, ma io insisto con i protoni) la svolta a sinistra ci riserva una vista sulla piana di Pisa semplicemente piacevole. I fogati, i fissati, i travoni quest’oggi non hanno spirito bucolico. Si azzannano proprio in quel tratto, proprio vicino allo sperone di roccia dove io vedrei proprio bene una foto sociale: tutto l’Empolitour sospeso nel vuoto con alle spalle un panorama mozzafiato. Sergio è lì, braccia conserte e bici al muro che ci aspetta. Ci ha conosciuti Domenica scorsa e subito è scattata una bizzarra simpatia ciclistica. E proprio Sergio osserva l’arrivo del gruppo e vede schiccolare uno ad uno il rosario bianco-azzurro.
    Massimo si è impegnato molto su per la salita ma alle costole aveva sempre, inesorabilmente attaccati, Nucci e Pelagotti. Nessuno dei due molla; Pelagotti addirittura chiude gli occhi pur di non vedere in faccia la fatica che gli morde le cosce e lo rende via, via sempre più vulnerabile.
    Nucci- Boldrini. Il tormentone continua, peggio del Grande Fratello. Abilmente Nucci usa le sue carte e quella della furbizia è sempre la più efficace. “Non mi morire proprio ora” dice al Boldrini. La frase suona come un pugno in pieno viso, sferrato così improvvisamente da allentargli tutte le briglie e lasciarlo lì, ansimante a boccheggiare. Massimo sembra urlare come Mimì:” Piccolo uomo non andare via” e, con la coda tra le gambe scende il Serra con Castiglioni lasciando il gruppo in preda all’amico Walter che, con tutta la sua lentezza, cerca, con non poche difficoltà, di far scattare la foto sociale per la rubrica Pagni.
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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 09, 2014 11:48 am

    Mio Amico Dante II

    Tra i maschi c’è sempre qualche battibecco, soprattutto fra Forese e Dante che a suon di tenzoni si trattano malamente. Dante: "Crapulone , golosaccio, impotente, figlio di buona donna". Forese:" Nasone, labbro ciondoloni, figlio di un mascalzone usuraio…" Poi Guido li calma , mettendogli paura con la reazione di qualche frate del convento di S. Martino. A Firenze c’è un castigamatti, fra Remigio Girolami che dal pulpito di S. Croce si scaglia contro le poppe delle donne fiorentine e la lussuria dei maschi, quindi bisogna stare attenti. Dante è un po’ secchione, a detta di alcuni amici, non solo studia le arti del trivio (grammatica, retorica, dialettica), ma anche quelle del quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia, musica) eppoi ha un maestro eccezionale: Ser Brunetto Latini autore del Tesoretto.
    Purtroppo Dante soffre di una malattia agli occhi, forse congiuntivite, che le donne di casa curano con impacchi di erbe raccolte in riva all’Arno , infatti lui si è sempre rifiutato di applicarsi sugli occhi sterco di bove manipolato dalle mani della megera Trotula.

    Da quando l’ha vista a nove anni Dante sente un amore sacro e riverenziale verso Bice Portinari , addirittura l’ha messa al primo posto in un elenco di sessanta belle ragazze fiorentine, è l’angiola benedetta che lo salverà sicuramente… eppoi ha letto per imparare bene la tecnica amorosa , Il codice d’amore di Andrea Cappellano, le rime dei trovieri cortesi, dei poeti stilnovisti: amore amore che a nullo amato amor perdona …

    Dante non sa che cosa combinano suo padre Alighiero e ser Manetto Donati: futuro matrimonio fra lui e Gemma Donati. Alighiero pretende una bella dote per la ragazza, secondo lui, un po’ bruttina, smilza, piallata davanti e dietro , difficilmente collocabile. Manetto replica che anche Dante è sgradevole d’aspetto senza arte né parte, poeta perdigiorno, confusionario in politica , indeciso fra papato e impero .., però vista e valutata la situazione, offre come dote 200 fiorini d’oro piccoli.

    Perché piccoli? dato che, se non la prende Dante, Gemma finirà pinzochera vestita di grigio nel monastero delle Oblate. Manetto spaventato all’idea di avere una zittella per casa, aumenta la dote. E Alighiero, dopo lungo tergiversare dona al figlio per le nozze un pezzo di terra presso Fiesole e un poderetto a s. Miniato in quel di Pagnolle.


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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 11, 2014 12:31 pm

    Il mio amico Dante (3)

    Forse nel giugno del 1290 Beatrice Portinari, moglie di Simone de’ Bardi muore a soli 24 anni. Dante entra nell’abisso della depressione: attacchi di panico, incubi notturni, disperazione che rasenta la follia. Come scrive nella Vita Nova quando muore Bice, muore la sua anima che ha tanto anelato a lei, non solo, ma anche l’intera città pare vedova e dispogliata . Dante per non morire soffocato dall’angoscia ha un breve amore con una donna gentile che lo riporta al gusto della vita. Ma Beatrice bambina gli appare in sogno e lo rimprovera del tradimento, poi gli riappare nella divina gloria del paradiso circonfusa di luce mistica. Dante decide di interrompere il romanzo La vita nova, giurando a se stesso di cantare Bice in un modo con cui mai nessuno ha raccontato di donna terrena.

    Intanto a Firenze succedono vari fatti riportati dalle Cronache di Dino Compagni e Giovanni Villani. L’8 gennaio 1293 vengono promulgati gli ordinamenti dal gonfaloniere di giustizia Giano della Bella. Possono accedere al Priorato solo quelli che sono iscritti alle arti maggiori. Dante prende la palla al balzo e si iscrive, in coerenza alla sua formazione filosofica, all’Arte dei Medici e Speziali. Forse siamo nel 1295 (per alcuni storici molto prima), anno del suo matrimonio con Gemma Donati , di cui sappiamo poco o nulla.

    Gemma Donati dello stesso ramo di Corso, Forese, Piccarda, è una donna molto riservata, assai lontana dal mondo poetico del marito, che non la rammenta mai. Si sa che sopravvive a Dante di circa 12 anni. Gli dà 4 figli: Iacopo, Pietro, Antonia e Giovanni. Sembra che abbia seguito il marito nei primi tempi dell’esilio poi ritorna a Firenze, essendo una Donati. Più tardi pretenderà parte della sua dote confiscata insieme ai beni del marito. Riguardo al matrimonio , secondo il costume medioevale, Dante prima inanella Gemma (rito del fidanzamento o mogliazzo) o dentro o davanti la Chiesa di S. Margherita de’ Cerchi o nella chiesetta di s. Martino, con il codazzo di parenti e amici, poi dopo uno o due giorni c’ è il rito religioso in chiesa, dove si pronunciano formule di fedeltà ecc. Il prete accompagna gli sposi fuori sotto una pioggia di grano benaugurante, ed è festa, poi va a benedire il letto dove gli sposi trascorreranno la prima notte.

    Dante ha una veloce carriera politica: membro del consiglio del Capitano del popolo e del consiglio delle capitudini e degli altri savi, poi fa parte del Consiglio dei 100 che è una specie di corte dei conti . Nel 1300 fu ambasciatore di S. Gimignano e poi finalmente uno dei Priori di Firenze. Dal 1280 in poi la borghesia delle arti si divide nella fazione dei Bianchi guidata dai Cerchi e nella fazione dei Neri guidata dai Donati. Dante fa parte dei Bianchi, ma non è mai fazioso, anzi insieme ad altri, per il bene della città, bandisce , dopo varie risse cruente, i capi delle due parti troppo aggressivi, fra cui , con gran dolore del poeta, Guido Cavalcanti. L’11 giugno 1289 partecipa alla battaglia di Campaldino in Casentino come Feditore a cavallo, a fianco di Vieri de’ Cerchi. Firenze è preda di inaudite violenze, tanto che il papa Bonifacio VIII si offre come pacificatore, nascondendo le sue mire sulla città. Egli avrebbe inviato a Firenze per mettere pace fra i cittadini Carlo di Valois, fratello del re di Francia Filippo IV il Bello, venuto in Italia contro la Sicilia ribelle da tanto contro gli Angioini. Bonifacio VIII vuole sostenere i Neri,a lui favorevoli, con l’aiuto del Valois.

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