Paradiso 4
Secondo una leggenda popolare Traiano per le preghiere di San Gregorio Magno, che lo apprezzava soprattutto per il senso di giustizia, fu fatto rivivere e nella seconda vita acquistò tanti meriti da meritare il paradiso. Vediamo chi era costui:
San Gregorio I (Magno 590 -604) Gregorio aveva già avuto un papa nella sua famiglia (Felice III), era di nobile lignaggio e destinato alla carriera politica e nel 572 l'imperatore Giustino lo nominò prefetto di Roma. Ma lui non era sodisfatto della carica a causa dello squallore politico di Roma e decise di troncare la carriera per entrare invece in un monastero benedettino. Gregorio conduceva ivi un'esistenza di preghiera e solitudine, con frequenti digiuni; il tutto sotto la guida dell'abate Valentino. Fu però notato da papa Pelagio, che ritenne opportuno mettere a disposizione dell'amministrazione della Chiesa quel monaco che aveva acquisito molta esperienza al servizio dello Stato. Lo scopo principale di Pelagio era però quello di inviare Gregorio a Costantinopoli per chiedere aiuti sostanziosi all'imperatore, contro i Longobardi. Dal 579 al 586 il monaco stette a Bisanzio, dove gli furon impartite lezioni di politica e lotta teologica. Gregorio supplicò il nuovo imperatore (Maurizio) perché provvedesse alle necessità di Roma e nel 584 ottenne l'invio di un "dux" (anche lui di nome Gregorio) e del "magister militum" Castorio, che liberarono la città e pattuirono con il nemico una tregua triennale. Di lì a poco la tregua fu rotta, ma l'imperatore non aveva intenzione di fare altri sforzi, perché ormai Roma non aveva più quasi più nessun interesse per Bisanzio! Pelagio giudicò che era meglio sostituire il suo rappresentante in loco e farlo ritornare al convento. Erano anni tristi per l'Italia, perché oltre ai Longobardi, si registravano altre devastazioni, dovute allo scatenarsi degli elementi naturali, soprattutto piogge torrenziali: campi e poderi si trasformavano in pantani e uomini ed animali morirono in gran numero e nel 589 il Tevere allagò una parte della città. La conseguenza più grave fu una terribile epidemia che "decimò" la città e il 7 febbraio 590 ne fu vittima anche Pelagio II. La situazione così drammatica imponeva l'immediata elezione di un nuovo papa e la scelta cadde all'unanimità su Gregorio, che, in attesa della conferma dell'imperatore, non si tirò indietro per l'assistenza alla comunità, con sacre funzioni e preghiere; in una predica esortò i fedeli alla penitenza e a riporre in Dio ogni speranza, pregandolo con tutto il cuore e organizzò una grande processione durata tre giorni. Fu un corteo funebre per Roma moribonda e, all'improvviso una visione soprannaturale pose termine alle litanie e al contagio: il popolo vide librarsi nell'aria, sopra la mole Adriana, l'arcangelo Michele che, davanti agli occhi attoniti dei fedeli, rinfoderò la sua spada fiammeggiante, come per significare che la pestilenza era finita. (Nota mia, in altre parole era stato dio a mandarla e poi è davvero un peccato che allora non ci fossero i telefonini, altrimenti tutti noi ancor oggi potremmo vedere su youtube la bella faccia dell'arcangelo Michele ) Proprio in conseguenza di questo episodio il mausoleo di Adriano cambiò nome e divenne Castel Sant'Angelo.
Alla fine di quella processione, giunse finalmente da Costantinopoli la conferma dell'elezione di papa Gregorio, il quale espresse i suoi timori di fronte all'alta missione che gli era affidata, perché per lui la Chiesa era un relitto alla deriva e ormai si avvicinava la fine del mondo.
Gregorio, per prima cosa, ripulisce la corte pontificia, allontanando molti laici e diaconi che erano sempre stati la fonte principale di simonia, dando incarichi ai monaci benedettini, che gli assicuravano la purezza dei sentimenti religiosi e poi si dedica alla sua città, pagando cinquecento libbre d'oro all'anno al re longobardo Agigulfo, che nel 593 toglie l'assedio. A Bisanzio si pensava che il comportamento non fose stato dignitoso e Gregorio scriverà all'imperatrice Costanza chiarendo che il papato si è sostituito al potere temporale dell'impero, che per quanto riguarda Roma, non esiste più! Ormai Roma e Bisanzio sono separati e nel 598 sarà firmata la pace con i Longobardi. Il papa si comporta con i propri sudditi allo stesso modo degli antichi romani: fa dispensare grano, abiti e denaro ai "capite censi". Insieme alla pace ci fu l'intensa attività di evangelizzazione dei Longobardi e degli Anglosassoni, grazie anche all'aiuto di Teodolinda, moglie di Autari e poi di Agilulfo e la religione cristiano-romana cominciò ad espandersi in tutta europa nord-occidentale. Dal lato strettamente religioso rivolse particolare attenzione all'ordinamento del culto, riformando la Messa, ma soprattutto redasse un nuovo libro dei canti: l'Antiphonarius, volgarmente chiamato canto gregoriano ed è soprattutto quest'ultima sua opera che si ricorda ancor oggi e forse è per questo che è stato fatto Santo.
Rifeo invece ebbe dalla Grazia divina il dono della visione della futura redenzione, ebbe il battesimo delle tre virtù teologali e, dopo la morte di Cristo, ascese al cielo. Questi sono esempi di predestinazione i cui modi di operare sono sottratti all'intelligenza dell'uomo. Beatrice ci fa sapere che la sua luminescenza è tale che non la possiamo sostenere, comunque siamo già nel cielo di Saturno, dove sono le anime di coloro che si diedero a vita contemplativa. Qui sono splendori che salgono e scendono una scala d'oro di cui non si vede la sommità. Si parla con l'anima beata di Pier Damiani 1007-1072, che visse in un eremo presso il monte Catria , una vita di penitenza , fu anche vescovo di Ostia. Sono molto contenta di parlare con S. Benedetto da Norcia, fondatore dell'ordine benedettino, e del convento di Montecassino, innalzato sulle rovine di un tempio pagano dedicato ad Apòllo. Purtroppo anche lui si scaglia contro la corruzione della chiesa e dei monasteri. Ci accorgiamo dietro un cenno di Beatrice di essere molto in alto, dai sette cieli, vediamo la terra piccola e misera. Siamo ora, meraviglia delle meraviglie, nel cielo delle stelle fisse, dove si trovano le anime trionfanti, che sono lucerne illuminate dai raggi che escono dalla gran luce di Gesù. C'è anche Maria Vergine in uno splendore indescrivibile. Intorno alla quale volteggia l'arcangelo Gabriele. Gli esami non finiscono mai!!! Anche in Paradiso Dante viene “interrogato” da S.Pietro sulla Fede, che è sostanza di cose sperate. Il vate crede fermamente che se il mondo si convertì al cristianesimo senza miracoli, il miracolo stesso della conversione supera tutte le incetezze. Dante conclude “Credo in un Dio solo ed eterno. Pietro è soddisfatto di Dante, gira tre volte intorno a lui e lo benedice, cantando. Poi è la volta di S. Jacopo che parla con Dante della Speranza, che è certa attesa della gloria futura, che è prodotta dalla grazia divina e dal merito di ciascuno.” Sperino in te coloro che sanno il nome tuo. San Giovanni Evangelista, altra anima trionfante esorta Dante a dire, quando tornerà sulla terra, che i soli corpi in cielo sono di Gesù e di Maria. Tutte le anime beate saranno complete quando il numero dei beati sarà quello voluto da Dio. Poi San Giovanni parla con Dante della carità che è l'amore supremo di Dio verso gli uomini. La creazione del mondo, l'uomo creato da Dio, la morte di Gesù per la redenzione umana hanno confermatoin Dante l'amore divino senza traviarlo verso sentimenti terrreni. Anche questa volta Dante supera l'esame, e il cielo risuona di un dolcissimo canto “Santo santo santo”. Ora Dante può sostenere lo splendore del Paradiso e si accorge che con S Pietro, S.Jacopo, S.Giovanni c'è un'altra luce in cui è l'anima di Adamo, che chiarisce a Dante di non essere stato cacciato dal Paradiso terrestre per aver mangiato il frutto proibito, ma per aver disubbidito a Dio. Lui è stato 4302 anni nel Limbo e 930 sulla terra. Si parlava una sola lingua finché i giganti ribelli a Dio furono puniti confondendo i loro idiomi. S. Pietro diviene rosso in volto e inveisce contro la corruzione dei pontefici. Sono lupi rapaci, travestiti da pastori. Dante ed io siamo invitati da Beatrice a guardare i cieli sottostanti e rimaniamo sbalorditi dalla distanza che vediamo. Nel nono cielo (ultimo cielo o cielo cristallino o primo mobile) ci sono le gerarchie angeliche distribuite in 9 cerchi di fuoco, che girano intorno ad un punto luminosissimo, che è Dio. Si chiama primo mobile perchè riceve da Dio il movimento, trasmettendolo ai cieli sottostanti. Beatrice dà un lunga spiegazione a Dante sui 9 cieli e sui 9 cerchi angelici. Il linguaggio di Beatrice è per me molto ostico, quasi incomprensibile, comunque tento di capirci qualcosa; Dio non resta mai inoperoso e nella creazione collocò le sostanze angeliche nell'Empireo, le sostanze materiali sulla terra. Non si sa bene quando avvenne la creazione degli angeli, secondo San Girolamo avvenne alcuni secoli prima della creazione del mondo, ma ciò è stato confutato. Poi alcuni angeli... Saluti e scuse assai confuse da Anna Bini