Da Lemond Sab Gen 11, 2014 9:05 am
Gem è diventato, al di fuori della famiglia, colui che ha conosciuto di più mio padre, sia come corridore che ... Egli si ricorda: "Vedi Sophie, un giorni siamo partiti, non so perché, senza Nanou in Algeria, mi pare che uno di voi due fosse malato ma ... Ogni giorno c'era una corsetta da fare, per una settimana; non c'erano difficoltà particolari e la vita si svolgeva regolare, ma Jacques la sera, subito dopo la cena ... se ne andava in camera a parlare per ore con Nanou".
Durante la stagione, l'ò già scritto, era un elemento molto prezioso, quasi indispensabile, anche se, dice lei, di non essersi mai occupata dell'aspetto tattico. Dava il meglio di sé con i giornalisti, P. Chany, grande amico di Jacques, lo era diventato anche per lei, però in tutta la sua vita Nanou non ha mai commentato una corsa. Come spesso si dice, l'importanza di una persona si valùta meglio quando manca, perché in quel caso si poteva essere certi che mio padre non sarebbe stato al cento per cento.
Come potevano fare gli altri a comunicare con lui quando quella "testa di mulo" si intestardiva su qualcosa? L'indirizzo era uno solo: Nanou.
Per esempio il colpo doppio Delfinato/Bordeaux-Paris, dice Gem, senza Nanou non lo avrebbe tentato e se anche, non gli sarebbe riuscito. (nota mia, la vicenda è stata raccontata nell'altro libro su J.A.)