"E dopo i tuoi primi successi che hai pensato"? "Mi sono detto: ecco il tuo mestiere, tu gli darai tutto te stesso e prenderai quanto sarà possibile; e in qualche mese, a sedici anni, sono diventato ciclista professionista, avevo un licenza da dilettante, ma giammai dentro di me mi sono sentito tale, perché ho compreso subito che il ciclismo è duro, anzi più che duro e pertanto diventa sopportabile solo se c'è un ritorno". Anche se è difficile a comprendere, Jacques non ha mai amato il suo sport, nemmeno per un secondo e la spiegazione è che la bici ti spinge a sforzi quasi inumani. Al di fuori della cosa più importante, amava tutto il resto: i compagni, le strategie di corsa, l'ambiente, la gioia di vincere o quella di far perdere e poi ... la gloria.
La gloria gli è piaciuta molto, ma di una cosa è sicuro, se a vent'anni avesse ereditato parecchi soldi dal famoso zio d'America o vinto al Lotto, avrebbe subito abbandonato il ciclismo.
Nanou, mia madre/nonna, che non lo lasciava mai, si rammenta come fosse ieri di quel giorno dell'inverno 1969, allorché si trovavano a Neuville-Chant-d'Oisel, dopo una "tournée" d'addii alla sua vita sportiva. Sul tetto della vettura aveva le sue due bici, che ha tolto lui stesso con gesti assenti, misurati e lenti, per depositarli nel locale dove teneva tutti i suoi attrezzi e non li ha più toccati in seguito. Diverse volte, da che ho avuto l'età per comprendere il campione che era stato, gli ho chiesto di montare in bici perché potessi vederlo pedalare nel parco, e lui mi ha sempre risposto: "Sì, sì, un'altra volta". E un giorno mi ha confessato di non voler rimontare più sopra, perché ho troppo patito su quell'attrezzo. :(Rideva, mentre lo diceva, ma lo diceva.
Per la verità dal 1970 al 1987 (anno della sua morte) ci sono state tre eccezioni. La prima, per partecipare a Nizza, invitato dal suo amico Viquenault, a un avvenimento mondano "Le G.P. dei Gentlemen" dove si andava a 25 kmh. La seconda volta per accompagnare in una delle sue sortite uno dei suoi amici più fedeli: M. Billaux con la sua "banda". E quel giorno lì ci fu un grande litigio alla fine, perché durante il percorso, mio padre dovette fermarsi a causa di una vacca che aveva bisogno di lui e gli altri gli dissero il percorso che avrebbero continuato a seguire e lui avrebbe potuto raggiungerli, un volta terminato il suo impegno. Ma una volta rimontato in sella non riuscì a riprendere il gruppo, perché alla fine seppe che i suoi cari amici avevano cambiato itinerario. "Se avessi avuto un trattore, quel giorno sarei andato addosso a tutti loro!" Mimi sorride quando racconta ciò e aggiunge "Avrebbe potuto farlo".