Da BenoixRoberti Mar Lug 07, 2015 1:05 pm
Prof parto dal paradosso della politica per tornare al ciclismo.
Chi l'ha detto che la solidarietà debba essere un lavaggio di coscienze di stampo socialista o giù di lì?
Il paese più solidale in Europa (al suo interno) è la Germania, un paese "conservatore".
La Germania ha distrutto l'Europa e oltre nell'ultimo conflitto ed ha avuto la solidarietà degli altri che gli hanno abbonato metà almeno del debito.
Dopo, nel 1991, l'intera Europa politica di allora si sobbarcò solidalmente il costo, per un fine politico anche condivisibile, dell'unificazione delle due Germanie. Oggi, una cittadina dell'est, è colei che pretende dal serpente ortodosso che questo onori il debito e fu lei che pretese quattro anni fa un piano di solidarietà per le banche (soprattutto tedesche) impelagate nel debito generato dal corrotto vertice greco con la complicità speculativa delle stesse banche.
Torno al parallelo ciclistico. Glisso sulla solidarietà descritta con l'abuso di tonnellate di stucchevole miele dalla De Stefano, per focalizzare la solidarietà spesso pretesa dalla potente Sky in questi anni, il cui ultimo episodio risale al caso Porte al Giro, passando per le puntine in discesa al Tour di Wiggo (tappa di Foix) e altro ancora. Al Giro venne spacciata per solidarietà fra colleghi una operazione di sostanziale collaborazione fra Sky e Orica. Il presidente di giuria ed il collegio decisero giustamente per la sanzione.
E sempre, in queste occasioni, la stampa britannica ed anglosassone è lì pronta a criticare il mancato fair play delle regole che a loro scomodano, come pure la presunta "insensatezza" della tappa del pavé.
Ma altrettanto falsamente solidale è stata la ostentata nota che Sky ha fatto valere sulla mancata collaborazione con Etixx e Tinkoff nella tappa di Zeelande. Loro dovevano tirare e basta, oppure non tirare e stare zitti e non far valere questa cosa per un ventilato fair play nella tappa di oggi.
Io personalmente avrei preferito che Sky tirasse e basta.
Possiamo quindi convenire che lo sport non debba perdere la sua umanità e solidarietà fra colleghi, ma in gara la solidarietà vera deve essere il coltello fra i denti, la ragione per cui questa gente è pagata. I gné gné li si lasci ai rosiconi (come gli sconfitti dello Stelvio 2014).
Edit:
ahinoi la definizione apartitica (ma molto politica e trasversale) dello "stronzo" profittatore, scientificamente messa giù da Perobeach, mi sembra molto realistica e condivisibile.