Da Lemond Dom Nov 23, 2014 10:25 am
Vigiliio (537 - 555) ( terza parte)
Vigilio invia a Giustiniano un Costitutum, compilato in gran parte dal diacono Pelagio, con il quale ritiene nulla qualsiasi condanna espressa dal Concilio nei confronti dei *Tre Capitoli*, ma l'imperatore naturalmente respinge lo scritto e ordina ai padri conciliari di cancellare il nome di Vigilio dai Dittici di tutte le chiese imperiali e imprigiona i diaconi del papa. In altre parole costringe Vigilio alla resa, perché ormai è troppo debole per affrontare il martirio e così ritratta tutto e l'8 dicembre 553 scrive al patriarca Eutichio per accettare le decisioni del Concilio. Il Seppelli scrive che quel giorno Vigilio ha toccato il fondo, dimostrando di mancare di tutte le doti di un sovrano: fermezza, forza di carattere, spirito magnanimo e capacità di vedere lontano. Si accontentava sempre di provare, ma poi si adeguava e alla fine ebbe il contentino nella Prammatica Sanzione emanata da Giustiniano nel 554, con essa il papa era associato all'amministrazione bizantina dell'Italia, il che faceva aumentare il potere temporale, ma tale concessione non giustifica certo il riprovevole comportamento, anzi conferma che lui ha rinunciato a difendere fino alla morte l'autorità religiosa, per un fatto di potere. Vigilio, dopo questa resa incondizionata, fu libero di ripartire per Roma, ma non riuscì a raggiungerla, perché morì, durante il viaggio, a Siracusa.
Col nome di Tre Capitoli (τρίακεϕάλαια) si designavano gli scritti di Teodoro di Mopsuestia (v.), quelli di Teodoreto di Ciro (v.) e una lettera di Ibas (Hibhā) di Edessa al vescovo Maris (Mārī) di Rēwardāshīr in Persia. Teodoro Askida, vescovo di Cesarea in Cappadocia riuscì verso l'anno 544 a persuadere l'imperatore Giustiniano che la condanna dei cosiddetti Tre Capitoli avrebbe per conseguenza il ritorno dei monofisiti (v.) all'unità della fede; onde l'imperatore non si diede pace, finché, dopo diversi editti nei quali egli stesso condannò i Tre Capitoli, non ne ottenne la condanna nel V concilio ecumenico di Costantinopoli (553). I Tre Capitoli erano più o meno apertamente in favore dell'eresia nestoriana, e sotto quest'aspetto nessuna obiezione poteva farsi contro la loro condanna. Ma in Occidente, ove i Tre Capitoli erano appena conosciuti, mentre molto bene si conoscevano gli atti del concilio di Calcedonia (451), molti vescovi credevano erroneamente che la condanna di Teodoreto e Ibas riconosciuti come ortodossi nelle sessioni VIII, IX, X del concilio di Calcedonia, fosse un attentato contro l'autorità di quel sinodo.