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Ciclismo italiano
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angelo francini- Paris-Nice
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Re: Ciclismo italiano
L'idea é interessante, ma pensate sia attuabile in Italia, tenuto conto di dove si svolgono le gare che voi dite?
Ma credete che permettano di paralizzare mezza regione per fare una cosa del genere.
E poi dove: lombardia, veneto e friuli, emila sono da dimenticare ..... troppo traffico che non può essere fermato.
Siamo in Italia, non i germania: qui tutti hanno più diritti di noi! quindi ...... bella idea, ma realizzabile solo per certe manifestazioni ed in zone non industrializzate!
Quindi dove non si trovano tanti $$$$$$$$$$ ......
Mi sembra la vecchia barzelletta dell'attivista del PCI che voleva convincere l'agricoltore a fare la tessera del partito dicendogli : costruiremo le case, con la Tv, con il riscaldamento e tutto sarà diviso con il popolo.
E l'agricoltore: si mi va bene, ma ...... E l'attivista: tu hai la bicicletta? L'agricoltore: si ma quella é mia e me la tengo! ahahahahahahahah
A voi vi sta minando il virus del glandiatore!
Ma credete che permettano di paralizzare mezza regione per fare una cosa del genere.
E poi dove: lombardia, veneto e friuli, emila sono da dimenticare ..... troppo traffico che non può essere fermato.
Siamo in Italia, non i germania: qui tutti hanno più diritti di noi! quindi ...... bella idea, ma realizzabile solo per certe manifestazioni ed in zone non industrializzate!
Quindi dove non si trovano tanti $$$$$$$$$$ ......
Mi sembra la vecchia barzelletta dell'attivista del PCI che voleva convincere l'agricoltore a fare la tessera del partito dicendogli : costruiremo le case, con la Tv, con il riscaldamento e tutto sarà diviso con il popolo.
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BenoixRoberti- Tour de France
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Re: Ciclismo italiano
Angelo sei un grande rompicoglioni, ma non voglio farti troppi complimentiangelo francini ha scritto:L'idea é interessante, ma pensate sia attuabile in Italia, tenuto conto di dove si svolgono le gare che voi dite?
Ma credete che permettano di paralizzare mezza regione per fare una cosa del genere.
E poi dove: lombardia, veneto e friuli, emila sono da dimenticare ..... troppo traffico che non può essere fermato.
Siamo in Italia, non i germania: qui tutti hanno più diritti di noi! quindi ...... bella idea, ma realizzabile solo per certe manifestazioni ed in zone non industrializzate!
Quindi dove non si trovano tanti $$$$$$$$$$ ......
Mi sembra la vecchia barzelletta dell'attivista del PCI che voleva convincere l'agricoltore a fare la tessera del partito dicendogli : costruiremo le case, con la Tv, con il riscaldamento e tutto sarà diviso con il popolo.
E l'agricoltore: si mi va bene, ma ...... E l'attivista: tu hai la bicicletta? L'agricoltore: si ma quella é mia e me la tengo! ahahahahahahahah
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Scherzi a parte, con questo tuo post da "saccente organizzatore" che conosce tutte le difficoltà e bla bla bla ... hai solleticato la mia anima marchettara. Purtroppo negli anni della mia attività in tale settore non ho mai lavorato nel ciclismo (me ne ero andato per l'insopportabile vecchiume e oggi me lo ritrovo tutto integro ), per cui potrai sempre dirmi "ma tu non conosci ...".
I miei ex colleghi potranno testimoniare che io di iniziative apparentemente impossibili ne ho realizzate.
Le ragioni del traffico sono importanti, ma questa sindrome da "calimero" sfigato che è tipica del mondo del ciclismo comincio a non sopportarla più. Se occupi le strade con iniziative pallose come le granfondo è abbastanza normale che la gente si annoi e si incazzi, ma se fai una manifestazione che va dall'amatore (o vecchie glorie) al Vincenzo Nibali (o chi per lui), passando per alcune categorie giovanili o per altre discipline su due ruote (ma più stanziali) le cose cambiano e devi anche avere la sfacciataggine di imporre il valore del tuo evento, ovviamente senza esagerare.
Il ciclismo non ha mai fatto nulla per mettere assieme le sue tante anime e per farle parlare, ma le ruote grasse o magre vanno sempre spinte e un genio della bici come Peter Sagan non fa spettacolo perché è nato sulla specialissima, ma piuttosto perché le bici le ha provate tutte, cancelli con le ruote compresi.
E' abbastanza normale che per i grandi centri urbani sarebbero necessarie risorse organizzative non indifferenti, ma per Milano e Roma si potrebbero anche pensare eventi più limitati in orari intelligenti. Roma ha una viabilità problematica, ma a Milano ad esempio si potrebbero realizzare accessi dei plotoni ciclistici da uno dei suoi assi radiali interessando solo una minima porzione della città. Il Giro a Milano non ha mai dato fastidio al traffico.
In ogni caso il ciclismo prof e dilettantistico si corre poco nelle grandi città. I baricentri dei percorsi di gara sono già in località periferiche e nelle tristi "zone industriali" ci sono solo le partenze semmai.
La sensazione è che la tua opinione sia viziata dalla tua residenza bergamasca e dalla tipologia di tappe (in zone industriali) a cui hai collaborato di recente fra Settimana Lombarda e Brixia Tour.
Il ciclismo prof che resta oggi è quasi tutto periferico e fuori dai grandi centri, se escludiamo la Lombardia.
Chi l'ha detto che gli sponsor vogliano per forza le corse nelle zone industriali? Se un evento vale lo si può anche andare ad organizzare nella Val di Scalve e sulla Presolana, senza toccare la più trafficata bassa Valle Seriana (l'ho buttata lì per pura dialettica). Lo sponsor va dove c'è un progetto che lo convince sul piano qualitativo, ovvero dove è sicuro che il suo marchio ed il suo prodotto troveranno il migliore veicolo. Non c'è nulla di meglio di eventi con 5-10.000 persone animate dalle migliori intenzioni ed intente a divertirsi. In Belgio il ciclocross non ha problemi a trovare sponsor ed anche là c'è crisi economica.
Infine, parere mio, non c'è scritto da nessuna parte che il ciclismo su strada si chiami "ciclismo su strada asfaltata".
Per me le corse possono e dovrebbero (vendendo questo come un prodotto) tornare a solcare anche i tracciati fuori strada. In questo modo anche Lodi, Pavia, Vercelli, Novara e le loro risaie potrebbero avere il loro evento sportivo associato al prodotto eno-gastronomico, magari lungo alcuni tratturi sterrati lungo le risaie.
Il ciclismo ha bisogno di aprire le finestre, di abbandonare vecchi schemi mentali e di scommettere di più sulla sua storia, anche quella antica, che oggi in tanti sognano di rivivere (anche sborsando tanti soldi come all'Eroica).
Pensiamo a cosa è in Francia il mitico Tro Bro Leon.
Ma adesso fammi sfogare veramente il markettaro che è in me.
Io credo che non solo il modello che ho proposto potrebbe dare nuovo ossigeno alle gare sopravvissute, ma persino generarne di nuove in comprensori turistici ed eno-gastronomici che il traffico turistico lo desiderebbero proprio.
Avevo citato il Giro del Veneto perché il presidente Zaia in un suo intervento di qualche tempo fa aveva buttato lì una mezza osservazione. Perché non pensare ad una grande sagra ciclistica sui Colli Euganei con gare per tutte le categorie, compresi i nostri "odiatissimi" e "temutissimi" cicloamatori (si scherza ovviamente ) per rigenerare un Giro del Veneto degno di questo nome che sappia fare da volano (adesso divento Crozz-Montezemolo ) alle eccellenze enogastronomiche di quel territorio o delle colline del Piave (magari in alternanza annua fra Euganei, Piave, Valpolicella, Berici, ecc.).
Politicamente, siamo in grado di valutare l'impatto (nonostante tutto) dell'intero movimento ciclistico del Triveneto?
Non so quante federazioni avrebbero lo stesso peso. Immaginiamo la bellezza di un ciclismo comunitario così numeroso ed integrato, allenato al grande evento (ottima scuola organizzativa).
Quel ritrovarsi spesso a fare numero e competere in modo sano, distribuendo le risorse dai maturi ai giovani, sarebbe il modo migliore per rilanciare il valore sociale di questo sport. Ne nascerebbe un bisogno, parlo proprio del ciclismo vissuto come comunità, che porterebbe a tenere in piedi la baracca anche nei mesi invernali dando spazio ad esempio ad uno sport che nel Belgio è comunitario per eccellenza: il ciclocross.
Manca quel coraggio imprenditoriale che anche solo 20 anni fa aveva portato il Veneto ad uno sviluppo economico di rilievo, pur nelle sue contraddizioni.
Ho detto del Veneto, ma perché la Strade Bianche non deve essere un qualcosa in più in quel gioiello di territorio?
Qualche anno fa abbiamo apprezzato le tappe di sterrato nelle Marche, grande regione ciclistica che conta solo sulla Tirreno Adriatico. Bene, perché non favorire un grande evento su quelle incantevoli ed uniche colline? Oppure, perché non far crescere, grazie alle risorse offerte da una bella granfondo, un gioiellino di gara come il Gran Premio Capodarco?
Infine, last but not least, grazie a questo modello il ciclismo organizzato potrebbe tornare in grande stile anche al Sud, quella parte del territorio italiano ignorata dal ciclismo, ma che paradossalmente fornisce oggi allo stesso i top-rider.
Facciamo uscire il ciclismo agonistico dalla cultura settaria in cui si è cacciato e proponiamolo come un prodotto di comunicazione, di cultura e di amore per il territorio. In questo il ciclismo amatoriale ci ha visto meglio e prima di altri. Si tratta solo di rimediare. Eppoi sono certo che il 99% dei cicloamatori, gente che vuole solo divertirsi e fare cose sane, sarebbe entusiasta all'idea di finanziare il ciclismo giovanile.
Ma vuoi mettere la soddisfazione di sapere un giorno che grazie ai tuoi soldi è uscito un Nibali dal tuo circuito di gare e che anche tu sei stato parte di quella fantastica storia sportiva?
Io vedo una miriade di "pro" alla mia idea e non vedo molti "contro". Sarò anche un visionario, ma la mia esperienza lavorativa mi dice che lo sono nel significato che gli attribuiscono gli americani e non gli stiticissimi e vecchi italiani.
Ultima modifica di BenoixRoberti il Dom Nov 02, 2014 1:28 pm - modificato 1 volta.
angelo francini- Paris-Nice
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- Messaggio n°103
Re: Ciclismo italiano
a Benoix
Tu fai delle citazioni a cappella, come si suol dire!
Vedi io ritengo di essere un organizzatore, anche se da tempo in letargo, che conosce le problematiche dei piccoli centri e delle grandi città.
Nella mia esperienza ho organizzato e collaborato al vertice in varie organizzazioni prof e dilettantistiche in quasi tutte le regioni italiane.
Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata per me fanno poca differenza sul piano di conoscenza del territorio con Piemonte e Lombardia. Ho organizzato e tracciato i due giri baby che sono partiti uno da Pescasseroli per finire a Catania e l'altro da Capo d'Orlando per finire a Trieste. Quindi credo di conoscere abbastanza bene la situazione.
Con una differenza che io non ho mai fatto il "direttore di corsa", ma mi occupavo dalla scelta dei percorsi, dal tracciarli, dal curare le richieste di permessi, dal fare la cartografia, dalla logistica alberghiera inclusa la sistemazione negli alberghi, e dalla gestione delle segreterie. Quindi se permetti ritengo di avere una conoscenza globale del problema "organizzazione" che forse in Italia abbiamo solo in quattro o cinque persone!
Da noi non vi é una cultura sportiva e "civile" che permette di proporre avvenimenti come quelli che vi sono in Germania o nella Svizzera tedesca: là accettano, qui ci ribelleremmo ad una simile imposizione.
Solo il calcio riesce a bloccare le città: con l'intervento di migliaia di agenti delle forze dell'ordine.
La cosa sul piano pratico é realizzabile solo in determinate zone: specialmente nel centro-sud (poche quelle al nord) ove per ovvi motivi contingenti non si presentano le stesse situazioni che abbiamo al centro nord.
Ma dall'altra parte questo vantaggio "logistico" si contrappone ad uno svantaggio economico: anche le realtà locali hanno meno disponibilità di quelle del centro nord.
E fare una manifestazione del tipo che tu vuoi proporre avrebbe dei costi molto elevati, se la vuoi fare con coscienza.
Ognuno é libero di sognare e di esternarle: prova a tradurre in fatti concreti la tua idea e vedrai quanti problemi insormontabili troverai.
Per quanto attiene al serbatoio del sud, va di pari passo con il problema organizzativo: ci sarà un motivo se in Milano città é rimasta una sola società ciclistica di base!
Al sud ancora puoi andare in bicicletta, mentre al nord ci vuole veramente un gran coraggio a mettere dei ragazzi sulle strade ad allenarsi .....
E comunque quei ragazzi del sud se poi vogliono diventare corridori debbono venire al nord, perché nelle loro regioni corrono insieme ai cicloamatori: per raggiungere il numero per fare un gara.
Tu fai delle citazioni a cappella, come si suol dire!
Vedi io ritengo di essere un organizzatore, anche se da tempo in letargo, che conosce le problematiche dei piccoli centri e delle grandi città.
Nella mia esperienza ho organizzato e collaborato al vertice in varie organizzazioni prof e dilettantistiche in quasi tutte le regioni italiane.
Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata per me fanno poca differenza sul piano di conoscenza del territorio con Piemonte e Lombardia. Ho organizzato e tracciato i due giri baby che sono partiti uno da Pescasseroli per finire a Catania e l'altro da Capo d'Orlando per finire a Trieste. Quindi credo di conoscere abbastanza bene la situazione.
Con una differenza che io non ho mai fatto il "direttore di corsa", ma mi occupavo dalla scelta dei percorsi, dal tracciarli, dal curare le richieste di permessi, dal fare la cartografia, dalla logistica alberghiera inclusa la sistemazione negli alberghi, e dalla gestione delle segreterie. Quindi se permetti ritengo di avere una conoscenza globale del problema "organizzazione" che forse in Italia abbiamo solo in quattro o cinque persone!
Da noi non vi é una cultura sportiva e "civile" che permette di proporre avvenimenti come quelli che vi sono in Germania o nella Svizzera tedesca: là accettano, qui ci ribelleremmo ad una simile imposizione.
Solo il calcio riesce a bloccare le città: con l'intervento di migliaia di agenti delle forze dell'ordine.
La cosa sul piano pratico é realizzabile solo in determinate zone: specialmente nel centro-sud (poche quelle al nord) ove per ovvi motivi contingenti non si presentano le stesse situazioni che abbiamo al centro nord.
Ma dall'altra parte questo vantaggio "logistico" si contrappone ad uno svantaggio economico: anche le realtà locali hanno meno disponibilità di quelle del centro nord.
E fare una manifestazione del tipo che tu vuoi proporre avrebbe dei costi molto elevati, se la vuoi fare con coscienza.
Ognuno é libero di sognare e di esternarle: prova a tradurre in fatti concreti la tua idea e vedrai quanti problemi insormontabili troverai.
Per quanto attiene al serbatoio del sud, va di pari passo con il problema organizzativo: ci sarà un motivo se in Milano città é rimasta una sola società ciclistica di base!
Al sud ancora puoi andare in bicicletta, mentre al nord ci vuole veramente un gran coraggio a mettere dei ragazzi sulle strade ad allenarsi .....
E comunque quei ragazzi del sud se poi vogliono diventare corridori debbono venire al nord, perché nelle loro regioni corrono insieme ai cicloamatori: per raggiungere il numero per fare un gara.
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- Messaggio n°104
Re: Ciclismo italiano
Ok Angelo, io non ho mai organizzato gare prof, ma i bilanci ed i business plan li so leggere e li so fare.
Premesso che le gare sopravvissute esistono ancora perché i loro bilanci reggono in qualche modo, non vedo le difficoltà economiche insormontabili di cui tu parli.
Se Rcs affiancasse alla Roma Maxima una Granfondo (ammettiamo per ipotesi che lo facciano in un giorno di blocco del traffico, così evitiamo di discutere le "seghe mentali" sul traffico), il loro bilancio non sarebbe in perdita, vivaddio! Semmai un forte opposto contrario. Che poi organizzare la granfondo sia una enorme palla per l'organizzatore lo comprendo.
Non solo il bilancio sarebbe ottimo, ma quelle risorse permetterebbero pure di organizzare in loco eventi dai giovanissimi agli under23 (almeno dal punto di vista economico), se basiamo il ragionamento sul bilancio della GF Roma del 2013, con ben 270.000 euro di sponsorizzazioni! (ma facciamo anche solo tre quarti)
A prescindere da ciò, i bilanci sono soggetti a valutazioni di mercato e ciascun territorio, società o comitato organizzatore deciderà quali prove organizzare affiancate alla Granfondo che porta le risorse, il pubblico, il colore e la passione delle due ruote.
Le spese poi si potranno ridurre ulteriormente se la Fci saprà dare spazio a dovere a comitati regionali e provinciali per consorziare tutto il consorziabile di questi eventi (dalla cartellonistica ai service palchi-transenne, amplificazione, ufficio stampa-segreteria, alla copertura media, ecc.), oltre ovviamente alla organizzazione di challenge di collegamento. Eventi così interesserebbero davvero i media e anche le società ritroverebbero un minimo di risorse pubblicitarie. Il fuoristrada ha trovato un partner in Red Bull, su grandi eventi in serie di questo tipo ci sono tanti marchi gastronomici italiani che sposerebbero la salute sportiva con entusiasmo.
Il ciclismo "tira" in tutto il mondo, da noi no, ma solo perché è proposto male e in maniera troppo tradizionale.
Riguardo a Svizzera e Germania, quelle dei cittadini perfetti, sono stufo di credere invece alla differenza antropologica (in peggio) degli italiani.
Intanto, con sommo piacere, incasso per la proposta l'interesse prestigioso di un attore in campo.
Il sasso nello stagno è stato gettato e le onde si sono messe in movimento.
Roberto Damiani @Damiani_Roberto
@CicloPassione una garbata proposta chè merita di essere valutata attenzione
https://twitter.com/Damiani_Roberto/status/528871107487875073
Inutile dire che Roberto Damiani è l'organizzatore di una storica gara prof (la mia più vicina, la grande Coppa Bernocchi) in una area congestionata di traffico, sebbene terra di grande tradizione ciclistica.
Ps. Io non ho il virus del glandiatore, anzi, ma, se la sua arroganza fosse stato l'input per ridare orgoglio a tutta la baracca, gliene sarò pure grato un giorno.
Premesso che le gare sopravvissute esistono ancora perché i loro bilanci reggono in qualche modo, non vedo le difficoltà economiche insormontabili di cui tu parli.
Se Rcs affiancasse alla Roma Maxima una Granfondo (ammettiamo per ipotesi che lo facciano in un giorno di blocco del traffico, così evitiamo di discutere le "seghe mentali" sul traffico), il loro bilancio non sarebbe in perdita, vivaddio! Semmai un forte opposto contrario. Che poi organizzare la granfondo sia una enorme palla per l'organizzatore lo comprendo.
Non solo il bilancio sarebbe ottimo, ma quelle risorse permetterebbero pure di organizzare in loco eventi dai giovanissimi agli under23 (almeno dal punto di vista economico), se basiamo il ragionamento sul bilancio della GF Roma del 2013, con ben 270.000 euro di sponsorizzazioni! (ma facciamo anche solo tre quarti)
A prescindere da ciò, i bilanci sono soggetti a valutazioni di mercato e ciascun territorio, società o comitato organizzatore deciderà quali prove organizzare affiancate alla Granfondo che porta le risorse, il pubblico, il colore e la passione delle due ruote.
Le spese poi si potranno ridurre ulteriormente se la Fci saprà dare spazio a dovere a comitati regionali e provinciali per consorziare tutto il consorziabile di questi eventi (dalla cartellonistica ai service palchi-transenne, amplificazione, ufficio stampa-segreteria, alla copertura media, ecc.), oltre ovviamente alla organizzazione di challenge di collegamento. Eventi così interesserebbero davvero i media e anche le società ritroverebbero un minimo di risorse pubblicitarie. Il fuoristrada ha trovato un partner in Red Bull, su grandi eventi in serie di questo tipo ci sono tanti marchi gastronomici italiani che sposerebbero la salute sportiva con entusiasmo.
Il ciclismo "tira" in tutto il mondo, da noi no, ma solo perché è proposto male e in maniera troppo tradizionale.
Riguardo a Svizzera e Germania, quelle dei cittadini perfetti, sono stufo di credere invece alla differenza antropologica (in peggio) degli italiani.
Intanto, con sommo piacere, incasso per la proposta l'interesse prestigioso di un attore in campo.
Il sasso nello stagno è stato gettato e le onde si sono messe in movimento.
Roberto Damiani @Damiani_Roberto
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Inutile dire che Roberto Damiani è l'organizzatore di una storica gara prof (la mia più vicina, la grande Coppa Bernocchi) in una area congestionata di traffico, sebbene terra di grande tradizione ciclistica.
Ps. Io non ho il virus del glandiatore, anzi, ma, se la sua arroganza fosse stato l'input per ridare orgoglio a tutta la baracca, gliene sarò pure grato un giorno.
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- Messaggio n°105
Re: Ciclismo italiano
Tanto per parlare di seghe mentali!
Trittico Lombardo: Bernocchi, Agostoni, Tre Valli!
In quale organizzeresti tutto il contorno che tu pensi!
Dal dire al fare ricordati che vi é di mezzo il mare: ripeto mettiti alla prova e vedi che risposte ottieni dalle autorità.......
Sulla carta ad inizio anno sono in 5/6 squadre che vincono il campionato, poi a fine anno é sempre la stessa.
Non discuto il ragionamento, é l'applicazione che é molto limitata...........
E attento a non cadere nella retorica: specialmente nei titoli.....
Sai in un paese, in cui vi era una sola strada, vivevano tre corridori: uno diceva di essere il campione del mondo, l'altro diceva di essere il campione del paese, l'ultimo diceva che lui era solo il campione della via!
Trittico Lombardo: Bernocchi, Agostoni, Tre Valli!
In quale organizzeresti tutto il contorno che tu pensi!
Dal dire al fare ricordati che vi é di mezzo il mare: ripeto mettiti alla prova e vedi che risposte ottieni dalle autorità.......
Sulla carta ad inizio anno sono in 5/6 squadre che vincono il campionato, poi a fine anno é sempre la stessa.
Non discuto il ragionamento, é l'applicazione che é molto limitata...........
E attento a non cadere nella retorica: specialmente nei titoli.....
Sai in un paese, in cui vi era una sola strada, vivevano tre corridori: uno diceva di essere il campione del mondo, l'altro diceva di essere il campione del paese, l'ultimo diceva che lui era solo il campione della via!
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- Messaggio n°106
Re: Ciclismo italiano
Mi tengo stretta la verve critica e l'analisi, ma io sento il bisogno fondamentale di proporre e di valutare idee nuove.
Le soluzioni sono due:
- dormire e morire (anche a termini di legge e di regolamento)
- soffrire, lottare e pensare alle soluzioni.
Perdonami, ma che senso ha questo tuo persistente freno, mosso da inspiegabile ortodossia?
Ciascun progetto ha una sua dignità, peso e valore. Maggiore è questo e maggiore sarà l'interesse e la partecipazione delle autorità territoriali.
Non è detto che in città si debbano per forza fare le granfondo? Nell'antipasto alla prova domenicale dedicata ai prof in alcune località estere si fa una mini-crono aperta a tutti i tesserati iscritti sino ai prof. L'importante è valorizzare lo scopo di comunità ed avere dei contributi di partecipazione degli appassionati "maturi". Le granfondo le si faranno nei contesti meno antropizzati e più a vocazione turistico-eno-gastronomica. A parte le forme, è il modello che vorrei far passare, poi ciascuno lo customizzerà come ciascuno meglio ritiene o come il proprio territorio consente.
Insomma, quelle cose su cui tu insisti sono piccolezze allo stato attuale (non siamo in una fase progettuale e men che meno esecutiva). Capisco tutto, ma non frenare la discussione in maniera egocentrica, o meglio incentrata sulle tue opinioni ed esperienze.
Le soluzioni sono due:
- dormire e morire (anche a termini di legge e di regolamento)
- soffrire, lottare e pensare alle soluzioni.
Perdonami, ma che senso ha questo tuo persistente freno, mosso da inspiegabile ortodossia?
Ciascun progetto ha una sua dignità, peso e valore. Maggiore è questo e maggiore sarà l'interesse e la partecipazione delle autorità territoriali.
Non è detto che in città si debbano per forza fare le granfondo? Nell'antipasto alla prova domenicale dedicata ai prof in alcune località estere si fa una mini-crono aperta a tutti i tesserati iscritti sino ai prof. L'importante è valorizzare lo scopo di comunità ed avere dei contributi di partecipazione degli appassionati "maturi". Le granfondo le si faranno nei contesti meno antropizzati e più a vocazione turistico-eno-gastronomica. A parte le forme, è il modello che vorrei far passare, poi ciascuno lo customizzerà come ciascuno meglio ritiene o come il proprio territorio consente.
Insomma, quelle cose su cui tu insisti sono piccolezze allo stato attuale (non siamo in una fase progettuale e men che meno esecutiva). Capisco tutto, ma non frenare la discussione in maniera egocentrica, o meglio incentrata sulle tue opinioni ed esperienze.
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- Messaggio n°107
Re: Ciclismo italiano
Più ci penso e più mi piace..... La proposta è davvero intelligente e mi convince.
Come dice Meazza in Svizzera e Germania funziona così e da corridore ho avuto l'esperienza di correre in Ticino più volte tra un pubblico dieci volte maggiore di quello lungo le strade in Lombardia.
Apprezzo l'idea per Pavia.... da pavese sono obbligato e come detto da Benoix per Capodarco io avanzo la mia proposta: far crescere la nostra Freccia dei Vini, una gran gara.
Il problema di questo modello sta nella obbligata collocazione nei fine settimana, mentre tante gare professionistiche sono infrasettimanali.
Andrebbe bene forse in ogni caso per le corse estive, ma Laigueglia,Nobili, etc che si corrono in tardo inverno non avrebbero molte possibilità.
Da urlo l'idea per il Veneto. DA DIVULGARE SUBITO! Chissà che ne pensano Argentin,Cunego, Rebellin, Faresin, Furlan, Bruseghin e ultimo ma primo in ordine di importanza il buon Silvio Martinello.
Ad ogni modo l'idea è da sviscerare bene e anche per me alla fine ringrazieremo il ciclismo amatoriale.
Come dice Meazza in Svizzera e Germania funziona così e da corridore ho avuto l'esperienza di correre in Ticino più volte tra un pubblico dieci volte maggiore di quello lungo le strade in Lombardia.
Apprezzo l'idea per Pavia.... da pavese sono obbligato e come detto da Benoix per Capodarco io avanzo la mia proposta: far crescere la nostra Freccia dei Vini, una gran gara.
Il problema di questo modello sta nella obbligata collocazione nei fine settimana, mentre tante gare professionistiche sono infrasettimanali.
Andrebbe bene forse in ogni caso per le corse estive, ma Laigueglia,Nobili, etc che si corrono in tardo inverno non avrebbero molte possibilità.
Da urlo l'idea per il Veneto. DA DIVULGARE SUBITO! Chissà che ne pensano Argentin,Cunego, Rebellin, Faresin, Furlan, Bruseghin e ultimo ma primo in ordine di importanza il buon Silvio Martinello.
Ad ogni modo l'idea è da sviscerare bene e anche per me alla fine ringrazieremo il ciclismo amatoriale.
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- Messaggio n°108
Re: Ciclismo italiano
Ne pensano bene, come ne penso bene io.
Ma loro capiscono di corse (tecnica, corridori, percorsi) non di organizzazioni.
Tu citi il Ticino in cui ho corso molto anch'io negli anni 60.
Se tu vai in Ticino viaggiano tutti in autostrada alla velocità consentita, ma come escono da Chiasso e prendono l'autostrada per Milano vanno a tutta.
Quelle cose funzionano in quei paesi! Da noi si scontrano con la nostra cultura!
Comunque giusto parlarne, ma poi bisogna pensare che quello che si dice bisognerebbe poi metterlo in campo: non dire agli altri di farlo.
Non basta fare come Lino Toffolo, quando cantava: Ah, lavorare è bello / è bello lavorar / prendiamo su il martello / e andate a lavorar...
Ripeto: non basta pensare le cose bisogna poi farle!
Ma loro capiscono di corse (tecnica, corridori, percorsi) non di organizzazioni.
Tu citi il Ticino in cui ho corso molto anch'io negli anni 60.
Se tu vai in Ticino viaggiano tutti in autostrada alla velocità consentita, ma come escono da Chiasso e prendono l'autostrada per Milano vanno a tutta.
Quelle cose funzionano in quei paesi! Da noi si scontrano con la nostra cultura!
Comunque giusto parlarne, ma poi bisogna pensare che quello che si dice bisognerebbe poi metterlo in campo: non dire agli altri di farlo.
Non basta fare come Lino Toffolo, quando cantava: Ah, lavorare è bello / è bello lavorar / prendiamo su il martello / e andate a lavorar...
Ripeto: non basta pensare le cose bisogna poi farle!
Ospite- Ospite
- Messaggio n°109
Re: Ciclismo italiano
Mi associo ai giudizi favorevoli, non potrebbe essere diversamente, l'amatoriale dovrebbe essere funzionale al ciclismo vero e a mantenere accesa la fiammella giovanile.
Io credo che l'idea debba andare oltre le gare prof, deve essere un qualcosa di istituzionalizzato e che coinvolga tutto l'amatoriale e non solo le GF di FCI, quelle dovrebbero, per prime, portare TUTTO il malloppo al 100% all'attività giovanile e non solo prevedere la svolgimento di gare giovanili collaterali, la prima beneficenza il ciclismo deve farla a se stesso(se questo è il vero fine), chi ha di più deve dare di più se non si vuole che i veri volontari lo lascino morire sbeffeggiati da certe srl! Un'ottima idea che a mio avviso va inserita in una cornice un po più ampia. Da approfondire velocemente, questo è il periodo giusto
Io credo che l'idea debba andare oltre le gare prof, deve essere un qualcosa di istituzionalizzato e che coinvolga tutto l'amatoriale e non solo le GF di FCI, quelle dovrebbero, per prime, portare TUTTO il malloppo al 100% all'attività giovanile e non solo prevedere la svolgimento di gare giovanili collaterali, la prima beneficenza il ciclismo deve farla a se stesso(se questo è il vero fine), chi ha di più deve dare di più se non si vuole che i veri volontari lo lascino morire sbeffeggiati da certe srl! Un'ottima idea che a mio avviso va inserita in una cornice un po più ampia. Da approfondire velocemente, questo è il periodo giusto
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Re: Ciclismo italiano
Lucio, mi raccomando, non mi prendere alla lettera. Il mio post era una semplice riflessione sulla realtà attuale.lucio quinzio ha scritto:Mi associo ai giudizi favorevoli, non potrebbe essere diversamente, l'amatoriale dovrebbe essere funzionale al ciclismo vero e a mantenere accesa la fiammella giovanile.
Io credo che l'idea debba andare oltre le gare prof, deve essere un qualcosa di istituzionalizzato e che coinvolga tutto l'amatoriale e non solo le GF di FCI, quelle dovrebbero, per prime, portare TUTTO il malloppo al 100% all'attività giovanile e non solo prevedere la svolgimento di gare giovanili collaterali, la prima beneficenza il ciclismo deve farla a se stesso(se questo è il vero fine), chi ha di più deve dare di più se non si vuole che i veri volontari lo lascino morire sbeffeggiati da certe srl! Un'ottima idea che a mio avviso va inserita in una cornice un po più ampia. Da approfondire velocemente, questo è il periodo giusto
Il ciclismo non era mai caduto così in basso, sia come tesserati che, soprattutto, come ambiente corroso da sospetti e maldicenza diffusa.
Io non penso che tutti i cicloamatori siano dei forcaioli in attesa dell'impiccagione del dopato e da partigiano del ciclismo olimpico e giovanile ovviamente non posso tollerare questo diffuso pregiudizio verso i corridori under23 ed ex prof, su cui soffia ad arte lo stesso vertice federale . Le dinamiche forcaiole sono ormai sfacciatamente alimentate ed usate strumentalmente dallo stesso vertice cicloamatoriale, in una ondivaga e sempre interessata navigazione ipocrita fra garantismo e giustizialismo (a seconda delle convenienze).
Ovvio che uno che ama questo sport, dopo tutti questi anni, si stufa enormemente di queste storie infinite.
E allora si pensa ad una soluzione, ad una via d'uscita dialogante fra questi mondi apparentemente distanti di diverso ciclismo, abbandonando le cacce alle streghe a coloro che usano politicamente l'antidoping per dominare questo sport.
Io non ho dubbi sulla positività umana (gioco di parole espressamente cercato) di questi due popoli (mondo agonistico olimpico e mondo amatoriale).
Il doping si combatte con la prevenzione, con la crescita culturale e non solo con la repressione gestita coi modi discrezionali che ben conosciamo.
Ecco, quindi che sorge l'idea di fare concretamente tesoro del mondo cicloamatoriale per dare un futuro a questo sport, facendo leva sportivamente su un principio basilare della vita animale, dove i grandi aiutano i loro piccoli, un principio oggi sovvertito nel ciclismo.
La proposta non riguarda solo il supporto al mondo prof, assolutamente, ma non dimentichiamoci che il mondo prof è la punta di diamante del movimento ed è quello che fa comunicazione (o dovrebbe farla, viste le derive degli spazi televisivi concessi alle granfondo).
Il mondo prof potrebbe essere solo il primo a mettere in atto una apertura di questo tipo, ma ogni comitato locale col tempo potrebbe adattarsi ed intraprendere questo modello.
Io, allo stato, non pongo paletti e non mi avventuro in tecnicalità organizzative, che ovviamente richiederebbero un gruppo di lavoro e di analisi progettuale.
E' naturale che sarebbe fondamentale anche l'apporto della federazione con sconti delle tasse gara per chi organizzasse eventi multicompetizione. Lo so, da questa federazione non c'è nulla di buono da aspettarsi (è narcotizzata dai diktat dei boss), ma parlare di cose fattive potrebbe smuovere anche le coscienze di coloro che siedono all'interno dell'organo direttivo. E io preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno anche quando il bicchiere mostra delle crepe evidenti.
So bene che il boss cicloamatoriale, ormai sommerso dalle richieste di aiuto verso il ciclismo giovanile, tirerà fuori un giorno l'elemosina paternalista concedendo l'organizzazione obbligatoria di una gara giovanile per chi organizza le granfondo, ma penso che l'importante sia proprio dare spazio a questa discussione di coscienza ed aprire una breccia nel senso di responsabilità del movimento ciclistico tutto.
E questo è avvenuto, perché la base cicloamatoriale ha risposto molto bene e ciò, in tutta franchezza, fa molto, molto piacere. La strada per girare gli utili incassati sino ad oggi da pochi verso l'investimento etico nel ciclismo giovanile è stata ormai aperta ampiamente.
Non appena partirà con efficacia questo modello potremo fare una lista delle Granfondo veramente etiche che reinvestono interamente i loro guadagni nel ciclismo giovanile, magari anche creando un comitato di garanzia che possa accedere ai bilanci gestionali. Chi vorrà continuare col modello speculativo attuale non avrà la certificazione.
La risposta migliore agli speculatori, come anche in altri mercati, è la certificazione etica, della vera etica umana e non di quella abusata totalmente e retoricamente da chi sappiamo.
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- Messaggio n°111
Re: Ciclismo italiano
BenoixRoberti ha scritto:
Ovvio che uno che ama questo sport, dopo tutti questi anni, si stufa enormemente di queste storie infinite.
E allora si pensa ad una soluzione, ad una via d'uscita dialogante fra questi mondi apparentemente distanti di diverso ciclismo, abbandonando le cacce alle streghe a coloro che usano politicamente l'antidoping per dominare questo sport.
Io non ho dubbi sulla positività umana (gioco di parole espressamente cercato) di questi due popoli (mondo agonistico olimpico e mondo amatoriale).
Il doping si combatte con la prevenzione, con la crescita culturale e non solo con la repressione gestita coi modi discrezionali che ben conosciamo.
Ecco, quindi che sorge l'idea di fare concretamente tesoro del mondo cicloamatoriale per dare un futuro a questo sport, facendo leva sportivamente su un principio basilare della vita animale, dove i grandi aiutano i loro piccoli, un principio oggi sovvertito nel ciclismo.
La proposta non riguarda solo il supporto al mondo prof, assolutamente, ma non dimentichiamoci che il mondo prof è la punta di diamante del movimento ed è quello che fa comunicazione (o dovrebbe farla, viste le derive degli spazi televisivi concessi alle granfondo).
Il mondo prof potrebbe essere solo il primo a mettere in atto una apertura di questo tipo, ma ogni comitato locale col tempo potrebbe adattarsi ed intraprendere questo modello.
Io, allo stato, non pongo paletti e non mi avventuro in tecnicalità organizzative, che ovviamente richiederebbero un gruppo di lavoro e di analisi progettuale.
E' naturale che sarebbe fondamentale anche l'apporto della federazione con sconti delle tasse gara per chi organizzasse eventi multicompetizione. Lo so, da questa federazione non c'è nulla di buono da aspettarsi (è narcotizzata dai diktat dei boss), ma parlare di cose fattive potrebbe smuovere anche le coscienze di coloro che siedono all'interno dell'organo direttivo. E io preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno anche quando il bicchiere mostra delle crepe evidenti.
So bene che il boss cicloamatoriale, ormai sommerso dalle richieste di aiuto verso il ciclismo giovanile, tirerà fuori un giorno l'elemosina paternalista concedendo l'organizzazione obbligatoria di una gara giovanile per chi organizza le granfondo, ma penso che l'importante sia proprio dare spazio a questa discussione di coscienza ed aprire una breccia nel senso di responsabilità del movimento ciclistico tutto.
E questo è avvenuto, perché la base cicloamatoriale ha risposto molto bene e ciò, in tutta franchezza, fa molto, molto piacere. La strada per girare gli utili incassati sino ad oggi da pochi verso l'investimento etico nel ciclismo giovanile è stata ormai aperta ampiamente.
Non appena partirà con efficacia questo modello potremo fare una lista delle Granfondo veramente etiche che reinvestono interamente i loro guadagni nel ciclismo giovanile, magari anche creando un comitato di garanzia che possa accedere ai bilanci gestionali. Chi vorrà continuare col modello speculativo attuale non avrà la certificazione.
La risposta migliore agli speculatori, come anche in altri mercati, è la certificazione etica, della vera etica umana e non di quella abusata totalmente e retoricamente da chi sappiamo.
All'interno del tuo discorso c'è tutto, il ciclismo oggi(quel grande calderone che viviamo) è schematizzabile in un triangolo il cui vertice tecnico qualitativo è costituito dai prof e subito sotto dal ciclismo giovanile e olimpico, in totale tutto questo è più o meno il 5% del totale generale ma probabilmente anche meno (non solo FCI), tutto il resto è un'accozzaglia pasticciata con tanti gestori e con aspettative e scopi più variegati(promozione, turismo, socializzazione, divertimento, svago e....anche agonismo).
E anche vero che chi va in bici e chi fa sport sistematico fa una scelta utile a se stesso e alla società, in genere la fa in funzione di necessità e possibilità personali.
Qui stiamo parlando di come fare per fare in modo che dallo sport di massa si trovino risorse economiche per sostenere ciò che sta sotto al professionismo e sopra alla massa.
Ciascuno si farà una sua opinione e proporrà proprie idee ma alla fine il risultato non deve cambiare: sostenere lo sport giovanile e olimpico.
L'idea del Gran Maestro di rendere quasi obbligatoria l'organizzazione contemporanea di gare giovanili ad una gran fondo mi sembra l'ennesimo fumo negli occhi, visto che in tutti gli statuti sotto egida CONI si parla di "assenza di lucro" sarebbe bello se tutte le risorse raccolte con le gran fondo andassero direttamente a chi si occupa di attività giovanile/olimpica dichiarando in anticipo a chi destinarle, esattamente come si fa quando si dice di voler fare beneficienza.
A me sembra molto più interessante l'idea che il settore amatoriale, di tutti i tipi, destini gli eventuali introiti ad altre società del territorio che si occupano del settore (qualcosa si fa gia) e magari chi può, si dedichi alle due attività, complementari tra loro,usando la parte amatoriale esplicitamente come una sorta di salvadanaio di famiglia.
Questo vale anche per le società affiliate agli EPS che si gemelleranno con società giovanili di loro fiducia.
L'importante in questo discorso è che i quattrini restino sul territorio gestiti direttamente dagli interessati senza nessun tipo di mediazione.
Non si può liquidare così un discorso importantissimo come quello di cui parliano, volevo solo dare un'idea e segnalare che, a mia conoscenza, c'è gia chi l'ha pensato e lo sta facendo senza aspettare le genialate di facciata a cui stiamo assitenda da qualche anno.
Purtroppo non mi pare che la maggior parte di chi chiamiamo cicloamatore riesca a farsi carico in proprio di questi problemi, la massa guarda al "pacco gara" non importa quanto costa l'iscrizione, sembra che l'importante sia poter dire: io c'ero, quindi, come sempre, noi dobbiamo rivolgerci a chi organizza manifestazioni in generale, a chi si occupa di giovani e fare affidamento sulla loro passione disinteressata e concreta.
Si accettano suggerimenti e approfondimenti
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Re: Ciclismo italiano
Lista delle granfondo etiche 2014: ...............................................
Appunto, sono come l'isola che non c'è!
Le granfondo, non parliamo di quelle piccole che poco muovono sul piano economico, ma parliamo di quelle che rivestono una certa importanza: non sono mica nate per favorire il ciclismo giovanile.
Questo concetto è stato espresso chiaramente dal Grande Maestro: parla di posti di lavoro e di reddito, mai di promozione dello sport giovanile!
Anni orsono un impresario funebre del centro Italia studiò una campagna pubblicitaria con la quale per un certo periodo regalò 500.000 lire per ogni nascita del suo circondario.
Nello stesso periodo un noto impresario funebre mio amico invece fece un'importante campagna pubblicitaria in TV basata sul seguente slogan: "voi pensate a morire, al resto pensiamo noi"!
Il nome di quest'impresa comincia con SAN......!
Appunto, sono come l'isola che non c'è!
Le granfondo, non parliamo di quelle piccole che poco muovono sul piano economico, ma parliamo di quelle che rivestono una certa importanza: non sono mica nate per favorire il ciclismo giovanile.
Questo concetto è stato espresso chiaramente dal Grande Maestro: parla di posti di lavoro e di reddito, mai di promozione dello sport giovanile!
Anni orsono un impresario funebre del centro Italia studiò una campagna pubblicitaria con la quale per un certo periodo regalò 500.000 lire per ogni nascita del suo circondario.
Nello stesso periodo un noto impresario funebre mio amico invece fece un'importante campagna pubblicitaria in TV basata sul seguente slogan: "voi pensate a morire, al resto pensiamo noi"!
Il nome di quest'impresa comincia con SAN......!
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- Messaggio n°113
Re: Ciclismo italiano
Segnalo anche qua questa ennesima divertente follia che la dice lunga sul ciclismo italiano:
http://www.ciclopassione.com/t1497p60-giro-d-italia-2015-notizie-anticipazioni-ipotesi-sul-percorso-discussione-generale#15137
http://www.ciclopassione.com/t1497p60-giro-d-italia-2015-notizie-anticipazioni-ipotesi-sul-percorso-discussione-generale#15137
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- Messaggio n°114
Re: Ciclismo italiano
LA PASSIONE DEI VOLONTARI DEL CICLISMO E LA PASSIONE DEGLI AVVOCATI
Qualche settimana fa un amico mi aveva segnalato questa illuminante pagina del sito dell'Aimanc, l'Associazione Italiana dei Magistrati, Avvocati e Notai Ciclisti.http://www.aimanc.it/legal/2014/10/codice-giustizia-sportiva/
Della associazione degli uomini di legge su due ruote fanno parte la prevalenza degli attuali componenti degli Organi di Giustizia.
Inutile dire che questo club "legalitario", a seguito delle norme introdotte progressivamente dal Coni, anche in esecuzione di norme di legge (e sappiamo che, aldilà di destra e sinistra, gli avvocati sono il primo partito italiano in Parlamento) ha assunto sempre più un ruolo di casta al di sopra del mondo degli appassionati e dei volontari grazie al quale, nonostante tutto, ancora oggi il ciclismo sopravvive.
Riporto un breve estratto dal sito Aimanc in merito al "nuovo codice di giustizia sportiva" del Coni:
_____________________________________
"La notizia che è più di interesse per i nostri associati attiene alla circostanza che davanti ad ogni Organismo giudicante è obbligatoria l’assistenza di un Avvocato. Il che fa nascere la prospettiva di un lavoro nuovo e qualificato, di cui fregiarsi, che fa pensare addirittura alla istituzione di un albo di specialisti. E’ evidente che il filone sportivo in questo momento è particolarmente appetibile. Non è dato di sapere cosa farà concretamente il CONI in proposito, ma è bene vigilare se si vuole essere della partita. Sono previsti anche gli istituti del patrocinio gratuito per i meno abbienti e l’istituto del patteggiamento e si può agevolmente comprendere che si aprono nuove ed interessanti prospettive di lavoro: in proposito non si sa ancora come il CONI intenda procedere, ma sul sito istituzionale sicuramente si troveranno le relative delibere e informative."
_____________________________________
E' difficile non rimanere sbigottiti per le parole utilizzate in questa analisi a firma dell'Avv. Enzo Conte, membro della Corte Federale della Federciclismo.
Il punto più importante del nuovo codice è infatti che:
davanti ad ogni Organismo giudicante è obbligatoria l’assistenza di un Avvocato
Ciò che per migliaia (ma sempre meno) di appassionati è un costo oneroso per mantenere una passione dal valore civile e sportivo inestimabile, basato sulla più generosa gratuità e volontarietà, per una casta legale che si sta sempre più appropriando di questo sport diventa "un filone particolarmente appetibile" per cui "si aprono nuove ed interessanti prospettive di lavoro".
Tutto questo è semplicemente AVVILENTE.
Si parla addirittura con enfasi di un ALBO DI SPECIALISTI!!! In tutta Europa non esiste una bestialità de genere, in Italia dovremmo sopprimere gli albi ed aprire al mercato ed alla concorrenza. Invece no, secondo le toghe dovremmo crearne anche di nuovi, pure di nicchia?!
E' vero che verrà istituito il patrocinio gratuito per i meno abbienti, ma ci sono a corredo una serie di norme sugli "oneri di giustizia" che renderanno INCONVENIENTE e scoraggeranno la domanda di giustizia, ancor peggio di quanto avviene nella vita quotidiana per la giustizia civile. Chi glielo fa fare alle piccole società di base del centro-nord di avventurarsi con poca speranza a contestare le decisioni del potere federale romano e periferico e spendere tempo e preziose risorse che vanno a finire ad una ristretta casta capitolina?!
Questi lo fanno per professione, mentre l'attività sportiva la fanno in gran parte volontari che hanno prima di tutto un loro lavoro e/o loro aziende e ditte da mandare avanti. Se per un contenzioso sportivo dovessero oltre al tempo, perdere soldi per il legale, preferirebbero chiudere anche la società sportiva.
Questo sarà un modo per allontanare altra gente da questa federazione, già ampiamente screditata sul piano della giustizia concreta, con vari casi gravi insabbiati per non disturbare il vertice politico e con contraddittorie interpretazioni giuridiche che hanno comportato sostanziali brogli elettorali nelle recenti elezioni federali (come il voto ai master settantenni) o con tesserati squalificati per infrazioni infamanti che hanno partecipato ugualmente alle assemblee federali.
Un solo ultimo dubbio: chi andrà ad allenare i ragazzini e le nuove leve in futuro? Anche lì provvederanno gli azzeccagarbugli che corrono come master, giudicano i loro colleghi, si fanno le regole a piacimento, patrocinano stancamente le difese e mungono la mucca chiamata sport fino a lasciarla magra come un bovino nel deserto del Sael?
La fine è vicina. Il disastro è in atto.
IL NUOVO CODICE DI GIUSTIZIA DEL CONI
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Re: Ciclismo italiano
"Davanti ad ogni organismo giudicante è obbligatoria l'assistenza di un Avvocato": ciò vale anche per i semplici cittadini ed allora che si fa? Come sopra, si aspettano tempi migliori se mai ci saranno.
Povera giustizia.
Ora si mette anche la Merkel (e compagnia), paladina della giustizia del d........
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Re: Ciclismo italiano
Dopo sessant'anni chiude anche Camaiore.. (altro che spostare la data da agosto a marzo..)
Se va avanti cosi' in Italia resisteranno 4-5 corse..
180mila euro !
Il ciclismo deve darsi una regolata (gia' la meta' mi sembrava una cifra molto alta)
Ritorni quasi nulli , periodo economico molto difficile
campioni italiani quasi assenti
Edit. Admin
Sull'argomento mi permetto di segnalare questa spietata analisi:
http://teladoiolamerica.net/2014/11/13/gp-camaiore-prima-vittima-riforma-inaccettabile/
Se va avanti cosi' in Italia resisteranno 4-5 corse..
180mila euro !
Il ciclismo deve darsi una regolata (gia' la meta' mi sembrava una cifra molto alta)
Ritorni quasi nulli , periodo economico molto difficile
campioni italiani quasi assenti
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Sull'argomento mi permetto di segnalare questa spietata analisi:
http://teladoiolamerica.net/2014/11/13/gp-camaiore-prima-vittima-riforma-inaccettabile/
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Re: Ciclismo italiano
Caro Benoix, leggo solo ora questo post.BenoixRoberti ha scritto:LA PASSIONE DEI VOLONTARI DEL CICLISMO E LA PASSIONE DEGLI AVVOCATI
Qualche settimana fa un amico mi aveva segnalato questa illuminante pagina del sito dell'Aimanc, l'Associazione Italiana dei Magistrati, Avvocati e Notai Ciclisti.
http://www.aimanc.it/legal/2014/10/codice-giustizia-sportiva/
Della associazione degli uomini di legge su due ruote fanno parte la prevalenza degli attuali componenti degli Organi di Giustizia.
Inutile dire che questo club "legalitario", a seguito delle norme introdotte progressivamente dal Coni, anche in esecuzione di norme di legge (e sappiamo che, aldilà di destra e sinistra, gli avvocati sono il primo partito italiano in Parlamento) ha assunto sempre più un ruolo di casta al di sopra del mondo degli appassionati e dei volontari grazie al quale, nonostante tutto, ancora oggi il ciclismo sopravvive.
Riporto un breve estratto dal sito Aimanc in merito al "nuovo codice di giustizia sportiva" del Coni:
_____________________________________
"La notizia che è più di interesse per i nostri associati attiene alla circostanza che davanti ad ogni Organismo giudicante è obbligatoria l’assistenza di un Avvocato. Il che fa nascere la prospettiva di un lavoro nuovo e qualificato, di cui fregiarsi, che fa pensare addirittura alla istituzione di un albo di specialisti. E’ evidente che il filone sportivo in questo momento è particolarmente appetibile. Non è dato di sapere cosa farà concretamente il CONI in proposito, ma è bene vigilare se si vuole essere della partita. Sono previsti anche gli istituti del patrocinio gratuito per i meno abbienti e l’istituto del patteggiamento e si può agevolmente comprendere che si aprono nuove ed interessanti prospettive di lavoro: in proposito non si sa ancora come il CONI intenda procedere, ma sul sito istituzionale sicuramente si troveranno le relative delibere e informative."
_____________________________________
E' difficile non rimanere sbigottiti per le parole utilizzate in questa analisi a firma dell'Avv. Enzo Conte, membro della Corte Federale della Federciclismo.
Il punto più importante del nuovo codice è infatti che:davanti ad ogni Organismo giudicante è obbligatoria l’assistenza di un Avvocato
Ciò che per migliaia (ma sempre meno) di appassionati è un costo oneroso per mantenere una passione dal valore civile e sportivo inestimabile, basato sulla più generosa gratuità e volontarietà, per una casta legale che si sta sempre più appropriando di questo sport diventa "un filone particolarmente appetibile" per cui "si aprono nuove ed interessanti prospettive di lavoro".
Tutto questo è semplicemente AVVILENTE.
Si parla addirittura con enfasi di un ALBO DI SPECIALISTI!!! In tutta Europa non esiste una bestialità de genere, in Italia dovremmo sopprimere gli albi ed aprire al mercato ed alla concorrenza. Invece no, secondo le toghe dovremmo crearne anche di nuovi, pure di nicchia?!
E' vero che verrà istituito il patrocinio gratuito per i meno abbienti, ma ci sono a corredo una serie di norme sugli "oneri di giustizia" che renderanno INCONVENIENTE e scoraggeranno la domanda di giustizia, ancor peggio di quanto avviene nella vita quotidiana per la giustizia civile. Chi glielo fa fare alle piccole società di base del centro-nord di avventurarsi con poca speranza a contestare le decisioni del potere federale romano e periferico e spendere tempo e preziose risorse che vanno a finire ad una ristretta casta capitolina?!
Questi lo fanno per professione, mentre l'attività sportiva la fanno in gran parte volontari che hanno prima di tutto un loro lavoro e/o loro aziende e ditte da mandare avanti. Se per un contenzioso sportivo dovessero oltre al tempo, perdere soldi per il legale, preferirebbero chiudere anche la società sportiva.
Questo sarà un modo per allontanare altra gente da questa federazione, già ampiamente screditata sul piano della giustizia concreta, con vari casi gravi insabbiati per non disturbare il vertice politico e con contraddittorie interpretazioni giuridiche che hanno comportato sostanziali brogli elettorali nelle recenti elezioni federali (come il voto ai master settantenni) o con tesserati squalificati per infrazioni infamanti che hanno partecipato ugualmente alle assemblee federali.
Un solo ultimo dubbio: chi andrà ad allenare i ragazzini e le nuove leve in futuro? Anche lì provvederanno gli azzeccagarbugli che corrono come master, giudicano i loro colleghi, si fanno le regole a piacimento, patrocinano stancamente le difese e mungono la mucca chiamata sport fino a lasciarla magra come un bovino nel deserto del Sael?
La fine è vicina. Il disastro è in atto.
IL NUOVO CODICE DI GIUSTIZIA DEL CONI
Hai ragione. é vergognoso che i componenti di questa associazione facciano un discorso di questo tipo, con risvolti "lucrativi", mi sia concesso.
Ricordiamoci che questa associazione é quella che nel 2012 o 2013, nel momento in cui era proibito per tutti i tesserati della FCI e degli EPS di partecipare a gare con l'UDACE (divieto che portò alcuni organizzatori a rinunciare alle loro gare non potendo far partire il 30/40% degli iscritti) questi ciclisti disputarono il loro Campionato italiano organizzato da una società UDACE, disattendendo una chiara disposizione della Segreteria generale della FCI (che tutti gli altri "comuni mortali tesserati" dovettero rispettare)!!!!!!
Ora non voglio elencare quello che succede nei confronti degli altri tesserati: basta ricordare quanti "non etici" sono oggi convocati a Roma per rispondere alla stessa cosa per la quale avrebbero dovuto essere chiamati allora a rispondere i suddetti AIMANC.
Gli avvocati sono molto preparati nella loro materia, non debbo giudicare, ma quando si parla di sport sono impreparati.
Infatti nelle cause sportive tendono sempre a portare la discussione fuori dai binari "delle regole proprie dello sport" che INVECE dovrebbero essere le uniche ad essere applicate nell'ambito di un procedimento dinnanzi alla Giustizia sportiva.
Che questa regola sia una caXXXta é dimostrato da un fatto:
per qualsiasi cavolata, (una squalifica di tre domeniche per un tuo corridore), contro la quale devi ricorrere dovrai avere l'assistenza legale.
Questo é già contrario allo Statuto ed al Regolamento di Giustizia, che lasciano all'imputato la facoltà di scegliere se farsi assistere o rappresentare da un legale o da una persona di sua fiducia.
Ma é contraria allo spirito della Legge dello Stato, che nell'articolo dell'AIMANC viene richiamata, che NON DIMENTICHIAMO prevede l'ISTITUTO del GIUDICE DI PACE.
Di fronte a questo Giudice il cittadino può, per una serie di tipologie di cause, difendersi da solo senza alcuna assistenza LEGALE.
Ospite- Ospite
- Messaggio n°118
Re: Ciclismo italiano
A proposito di Passione, di avvocati e di volontari, approfitto del livello di conoscenze all'interno del forum (indubbiamente c'è da imparare) per chiedere a chi sa rispondere; secondo voi:
1) perchè nonostante i mugugni più o meno manifesti, in questo periodo c'è la corsa al "presidente" ospite e magari premiato? come si fa a criticare da una parte e premiare dall'altra? non dovrebbe essere, al limite, il presidente a premiare i suoi rappresentati? cominciamo dalle piccole cose e dal superfluo a cambiare registro.Consuetudine? tradizione? sudditanza? ignoranza?
2)com'è possibile che certe persone, auspichino addirittura la galera per gli sportivi pescati dopati e non si indignino per chi: evade, costruisce abusivamente e si fa pizzicare con una guida fuorilegge? questi in galera non ci vanno mai e spesso riescono persino a far cancellare le tracce del passato! per non parlare di tutte le altre porcherie come gli specialisti delle cosiddette "scatole cinesi " e le "fiduciarie". Ogni tanto si scoperchia una pentola ma il popolo dello sport, specie quello del ciclismo, sembra refrattario e abulico. Basta andare a sentire cosa succede in molte scuole, discoteche etc...per capire come gira il mondo in cui vivono anche quelli che fanno sport, questa gente va curata adeguatamente come si dovrebbe fare con tutti i malati o disadattati, ci limitiamo a sanzionare e stop?
Si può affermare che ciascuno ha i governanti e/o gestori che si merita??? Bruciamoci anche i tanti volontari e poi la frittata è fatta.
Poi leggi che anche gli avvocati (gli specialisti) si fregano le mani per le novità in arrivo....e se la smettessimo di fare sport etichettato dove non è proprio strettamente necessario (giovanile-olimpico-professionale)???
Qui dentro non possiamo rivoltare il mondo ma cerchiamo, quantomeno, di capire se siamo noi i "suonati"
1) perchè nonostante i mugugni più o meno manifesti, in questo periodo c'è la corsa al "presidente" ospite e magari premiato? come si fa a criticare da una parte e premiare dall'altra? non dovrebbe essere, al limite, il presidente a premiare i suoi rappresentati? cominciamo dalle piccole cose e dal superfluo a cambiare registro.Consuetudine? tradizione? sudditanza? ignoranza?
2)com'è possibile che certe persone, auspichino addirittura la galera per gli sportivi pescati dopati e non si indignino per chi: evade, costruisce abusivamente e si fa pizzicare con una guida fuorilegge? questi in galera non ci vanno mai e spesso riescono persino a far cancellare le tracce del passato! per non parlare di tutte le altre porcherie come gli specialisti delle cosiddette "scatole cinesi " e le "fiduciarie". Ogni tanto si scoperchia una pentola ma il popolo dello sport, specie quello del ciclismo, sembra refrattario e abulico. Basta andare a sentire cosa succede in molte scuole, discoteche etc...per capire come gira il mondo in cui vivono anche quelli che fanno sport, questa gente va curata adeguatamente come si dovrebbe fare con tutti i malati o disadattati, ci limitiamo a sanzionare e stop?
Si può affermare che ciascuno ha i governanti e/o gestori che si merita??? Bruciamoci anche i tanti volontari e poi la frittata è fatta.
Poi leggi che anche gli avvocati (gli specialisti) si fregano le mani per le novità in arrivo....e se la smettessimo di fare sport etichettato dove non è proprio strettamente necessario (giovanile-olimpico-professionale)???
Qui dentro non possiamo rivoltare il mondo ma cerchiamo, quantomeno, di capire se siamo noi i "suonati"
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Re: Ciclismo italiano
Non so dare delle risposte, è l'italietta politica e non.
Quando lavoravo il mio datore di lavoro diceva, fatta la legge trovato l'inganno.
Aveva ragione ahimè. "Inventive genius".
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BenoixRoberti- Tour de France
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- Messaggio n°120
Re: Ciclismo italiano
Ogni tanto faccio una seduta di yoga per convincermi di non esserlolucio quinzio ha scritto:Qui dentro non possiamo rivoltare il mondo ma cerchiamo, quantomeno, di capire se siamo noi i "suonati"
Comunque la notizia qua:
http://www.ciclopassione.com/t1497p75-giro-d-italia-2015-notizie-anticipazioni-ipotesi-sul-percorso-discussione-generale#15225
è un piccolo passo avanti per spostare soldi dall'amatoriale al ciclismo olimpico, sperando che la cosa prenda piede e si diffonda sino alle categorie giovanili.
Mr.Cooper- Eneco Tour
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Re: Ciclismo italiano
Bella notizia direi....
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=74089&tp=n
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BenoixRoberti- Tour de France
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Re: Ciclismo italiano
Parlo per me:Mr.Cooper ha scritto:Bella notizia direi....
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=74089&tp=n
ASSOLUTAMENTE SI'! E che sia la prima di una lunga serie.
Sino ad oggi dal mondo amatoriale si sono levate solo voci di dubbio e di disprezzo verso il ciclismo vero.
Ormai il ciclismo è un girone infernale dove i cicloamatori considerano prof ed ex prof come "tutti dopati" e, poi, a loro volta, vediamo Donati e Capodacqua scrivere che metà degli amatori italiani (30.000 su 70.000) siano a loro volta assuntori di farmaci proibiti (sulla base dei dati di una miracolosa ricercatrice italo-tedesca).
http://capodacqua.blogautore.repubblica.it/2014/01/15/amatori-chi-vuole-davvero-fare-la-lotta-al-doping/
Questa non è più lotta al doping (che poi si dimostra una presa in giro ed un colabrodo con i patetici "requisiti etici" usati a discrezione), ma una vera campagna d'odio e terrore verso il ciclismo tradizionale (con gli ex prof indegnamente assimilati ad ex dopati).
E' un gioco al massacro alimentato ad arte per tenere sotto controllo questo corposo business sportivo, dove i boss federali attingono a piene mani. Il doping è uno strumento di marketing e di esercizio di controllo e potere.
Il ciclismo professionistico è stato sacrificato e deprezzato sull'altare di questi luridi interessi, ma la musica sta cambiando. Il seme dell'antidoto è stato gettato, anche perché gli appassionati hanno voglia di vero ciclismo e la gran parte dei cicloamatori si sono stufati di questa guerra, delle purghe staliniane e degli annunci cialtroni.
Cassani è vicinissimo all'attuale vertice federale ed è loro espressione ma, aldilà di questo, merita il massimo appoggio nel lavoro che sta facendo. La sua passione e la sua voglia di fare vanno rispettati ed assecondati.
Ora speriamo che queste iniziative facciano proseliti ... Avanti così.
vallelvo- Giro di Lombardia
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Re: Ciclismo italiano
Felicità (alla Al Bano) per Ben.
Come già successo a volte uso le faccine, senza conoscerne il significato!
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leonzi- Clásica San Sebastián
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- Messaggio n°124
Re: Ciclismo italiano
c'è da considerare che i "granfondisti" sono più dei tesserati amatori, perché alle granfondo puoi partecipare anche da non tesserato facendo un'iscrizione giornaliera. L'incidenza di quei presunti 30000 è quindi inferiore.BenoixRoberti ha scritto:
Ormai il ciclismo è un girone infernale dove i cicloamatori considerano prof ed ex prof come "tutti dopati" e, poi, a loro volta, vediamo Donati e Capodacqua scrivere che metà degli amatori italiani (30.000 su 70.000) siano a loro volta assuntori di farmaci proibiti (sulla base dei dati di una miracolosa ricercatrice italo-belga).
Detto questo, quel numero va preso con le molle (parecchio). Qualche anno fa mi sono occupato di una ricerca universitaria nell'ambito del mercato delle sostanze stupefacenti, e uno dei problemi principali è proprio la stima della popolazione (del numero) dei consumatori di droghe, poiché ovviamente non si manifestano di loro sponte: se chiedi a un ragazzino: "te te le fai le canne?", con ogni probabilità ti risponde di no, quindi non è che puoi inviare un questionario a casa della gente e pretendere di avere dei dati "veri". La stima si fa quindi con altri metodi (moltiplicatore, cattura-ricattura ecc.) che a volte sono piuttosto grezzi, e in altri casi hanno bisogno di basi dati affidabili, con dati di buona qualità ai fini di questo scopo, e di fatto invece non sono un granché (ad esempio per i sequestri a volte non viene registrato il luogo dove è avvenuto, così come spessissimo non si conosce la percentuale di principio attivo presente, oppure, quando il sequestro è multisostanza, a volte si cita solo quella prevalente e non anche le altre).
Allo stesso modo per il doping la popolazione di interesse è altrettanto sfuggente (stiamo parlando di un comportamento illecito e, almeno in apparenza, socialmente condannato) e immagino che i dati a disposizione per effettuare le stime siano ancora peggiori, per cui quei numeri servono giusto a dare un'idea di massima (molto di massima) della scala del fenomeno e nulla più.
leonzi- Clásica San Sebastián
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- Messaggio n°125
Re: Ciclismo italiano
comunque nell'articolo di TBW si parla di 1 euro per ogni iscritto alla granfondo versato per la gara giovanile: mi/vi chiedo (e lo faccio perchè non conosco quanto può essere il budget necessario per una gara di allievi): aldilà del fatto che comunque è un inizio e sicuramente meglio di niente, ma può essere questa una cifra sufficiente a determinare un contributo complessivo da definirsi almeno significativo?
BenoixRoberti- Tour de France
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- Messaggio n°126
Re: Ciclismo italiano
Infatti nessuno mette in dubbio una comunque rilevante presenza del problema.leonzi ha scritto:c'è da considerare che i "granfondisti" sono più dei tesserati amatori, perché alle granfondo puoi partecipare anche da non tesserato facendo un'iscrizione giornaliera. L'incidenza di quei presunti 30000 è quindi inferiore.
Detto questo, quel numero va preso con le molle (parecchio).
Ciò che a mio avviso deve invece venire stigmatizzato è il fatto che queste cifre vengano esageratamente urlate, quasi come se questa pratica nel ciclismo abbia una rilevanza di marketing politico (e non solo).
Impossibile non notare come queste marchette, in genere realizzate da Capodacqua e Bonarrigo, abbiano al centro come "eroe positivo", grande condottiero della pulizia nello sport, il solito avvocato.
Quando invece devono criticare la federazione che fa poco, allora parlano in modo impersonale dei "dirigenti di questo sport" o del presidente federale.
Impossibile non notare che a molti dei convegni su questi temi, e sul ciclismo amatoriale, si trovi spesso Bonarrigo come moderatore e casualmente "l'altro" come relatore.
Questi se le suonano e se le cantano a piacere.
Lo scorso anno al forum fu chiesto di collaborare nella promozione di un questionario studio sociologico sulla materia:leonzi ha scritto:Qualche anno fa mi sono occupato di una ricerca universitaria nell'ambito del mercato delle sostanze stupefacenti, e uno dei problemi principali è proprio la stima della popolazione (del numero) dei consumatori di droghe, poiché ovviamente non si manifestano di loro sponte: se chiedi a un ragazzino: "te te le fai le canne?", con ogni probabilità ti risponde di no, quindi non è che puoi inviare un questionario a casa della gente e pretendere di avere dei dati "veri". La stima si fa quindi con altri metodi (moltiplicatore, cattura-ricattura ecc.) che a volte sono piuttosto grezzi, e in altri casi hanno bisogno di basi dati affidabili, con dati di buona qualità ai fini di questo scopo, e di fatto invece non sono un granché (ad esempio per i sequestri a volte non viene registrato il luogo dove è avvenuto, così come spessissimo non si conosce la percentuale di principio attivo presente, oppure, quando il sequestro è multisostanza, a volte si cita solo quella prevalente e non anche le altre).
http://www.ciclopassione.com/t1007-questionario-studio-sociologico
ma non si conoscono ancora i risultati, che spero saranno divulgati.
Resta il fatto che, stranamente, il focus è sempre e solo sul ciclismo. Ormai il doping e l'antidoping nel ciclismo sembrano due presenze inevitabili ed immutabili con loro specifici marketing: il primo è il marketing criminale, il secondo è un marketing speculativo editoriale, scientifico e politico-sportivo. Con la scusa del doping si approvano, come visto, norme a dir poco liberticide e pure contraddittorie.
Sì, probabilmente è anche più sfuggente della popolazione degli adolescenti, anche perché più dotati di "adulta" capacità menzognera rispetto ai secondi.leonzi ha scritto:Allo stesso modo per il doping la popolazione di interesse è altrettanto sfuggente (stiamo parlando di un comportamento illecito e, almeno in apparenza, socialmente condannato) e immagino che i dati a disposizione per effettuare le stime siano ancora peggiori, per cui quei numeri servono giusto a dare un'idea di massima (molto di massima) della scala del fenomeno e nulla più.
Io non voglio mettere in dubbio a prescindere il lavoro svolto da questa ricercatrice (collega di penna di Donati con cui scrive libri - costosissimi - a due mani), ma comincio a dubitare parecchio di questi esperti che tramutano con immediatezza i loro lavori in libri da vendere, che poi vengono a loro volta citati nelle analisi "orientate" dei boss dell'antidoping, che in Italia sono poi gli stessi che gestiscono lo sport (e qui si cade nella tragicommedia).
Riguardo alla D.ssa Letizia Paoli, in Germania ripete un po' il cliché dello scienziato vittima del potere, tipico di qualche suo collega italiano (diciamo che fa curriculum ormai) minacciando le dimissioni dai suoi incarichi, come di recente riportato dai media tedeschi:
http://www.deutschlandfunk.de/doping-kommission-freiburg-vorsitzende-letizia-paoli-droht.680.de.html?dram:article_id=300858
Anche in ragione dell'argomento trattato in questo 3d voglio focalizzare alcuni aspetti importanti.
Premetto per onestà intellettuale il mio pensiero:
- personalmente non comprendo l'agonismo dei "maturi"; lo trovo in qualche modo immaturo, ma questo è solo un mio limite personale;
- personalmente trovo la legge antidoping del 2000 elaborata in un quadro "emergenziale" dal centrosinistra (Veltroni e Melandri) un obbrobrio solenne e poi dirò il perché;
- penso fermamente che i controlli antidoping dei miei coetanei andrebbero pagati dagli stessi e che le poche risorse di questo capitolo debbano essere destinate tutte allo sport olimpico ed a quello giovanile in particolare;
- personalmente sono diffidente dell'aspirina e mi faccio problemi di coscienza sanitaria quando esagero col caffé per stare sveglio e terminare un lavoro (così per glissare a pié pari cosa penso del doping al mio corpo).
Premesso ciò per onestà intellettuale, voglio affermare che con la scusa del doping, con la scusa del costo per il servizio sanitario degli effetti del doping sui cicloamatori dopati ed altre apparentemente "nobili esigenze" si è affidato nelle mani di una piccola casta (se non proprio di una, due persone) una intera filiera di controllo politico del MERCATO DELL'ANTIDOPING.
L'avvocato Santilli è contemporaneamente componente della Commissione Ministeriale Vigilanza Doping, capo della Struttura Amatoriale Nazionale della Fci, membro della Commissione Uci che sovrintende allo stesso settore, Presidente della Commissione della Consulta (organo senza personalità giuridica), che ha avuto l'ardire di crearsi pure a propria discrezione una "mail etica" per le denunce, ma chiamiamole col loro nome (ovvero delazioni), alla faccia di varie leggi vigenti, e quindi violando tanto norme di diritto civile che penale.
La legge 376/2000, la stessa che ha istituito la Commissione Ministeriale CVD, quella che a mio avviso sperpera denaro pubblico per i controlli negli amatori, dove il commissario Santilli ha dei forti interessi di natura "privatistica" come organizzatore di Granfondo e come presidente del consorzio Five Stars League della Fci, è una legge assurda che ha affidato ad un controllato (il Coni) il ruolo di controllore antidoping riservando i costi dell'attività sulle spalle dei contribuenti. Su come il controllato abbia agito da controllore penso che parli l'inchiesta di Bolzano.
In più ha fatto gravare (a mio parere vergognosamente) sulle casse dello Stato il costo dei controlli per le corse amatoriali. Quella legge cialtrona ha socializzato i costi dei controlli e creato una casta dell'antidoping, evitando invece di affrontare il tema della terzietà degli esecutori dei controlli come invece fatto nei paesi più civili, come la Gran Bretagna ed altri e soprattutto evitando di analizzare meglio la funzione cruciale del reperimento delle risorse, distinguendo fra sport olimpico (giustamente a carico pubblico come valore preventivo e formativo dello sport) e sport per tutti (che dovrebbe essere a carico dei tesserati).
Il compito della legge avrebbe dovuto limitarsi alla definizione dei disciplinari per i soggetti interessati ai controlli (chi fa, come deve farlo, chi paga, ecc.) senza statalizzare tutto come al solito.
Il paradosso è che osservando le relazioni prodotte annualmente dalla Commissione Ministeriale dal 2008 ad oggi (anno dell'ingresso in Commissione di Santilli e del Dott. Simonetto) si è notato un incremento vertiginoso delle positività del ciclismo, ciclismo tout-court! Sì, perché sino al 2012 nel dato Federciclismo venivano inserite anche tutte le positività degli enti e comunque in generale degli amatori. Perché si volle inficiare così vergognosamente il dato complessivo del ciclismo? Per nessuna delle altre federazioni si è fatta una mascalzonata del genere. Solo per il ciclismo! E addirittura (esempio comunque negativo) la quasi prevalenza delle altre federazioni (calcio in primis) non prevedono controlli nei loro tornei amatoriali. Per quali logiche ed interessi quel dato venne inquinato?
Quella legge andrebbe pertanto modificata ed i controlli estesi a tutte le attività sportive amatoriali, facendole pagare agli stessi praticanti, se la logica deve essere quella preventiva per il costo del sistema sanitario.
O forse si vuole far credere che solo il doping nel ciclismo amatoriale abbia delle ripercussioni patologiche nel tempo?
Tornando ai dati delle relazioni ministeriali, la Fci, senza quelle positività "malate" del mondo cicloamatoriale, non sarebbe stata forse nemmeno nella top 5 delle federazioni dopate coi soli atleti olimpici.
Addirittura in una relazione ministeriale comparve in una tabella la presenza di un morto per doping nel ciclismo. La notizia parve strana e leggendo il dettaglio si vide che era relativa al suicidio (mi pare per impiccagione) di un indagato per traffico di doping. Roba da pazzi!
Il doping è in mano alla criminalità ed a personaggi da galera.
Ma l'antidoping a chi è stata data in mano da quella infame legge 376/2000?
Forse le allodole del ciclismo italiano dovrebbero cominciare a tirare sassi sugli specchietti e schiarire meglio la realtà.
Piano piano, è quello che sta avvenendo.
Basta panzane di regole da marchetta e propaganda. Che si rivedano le regole con norme solide e rispettose del diritto, come pure si facciano studi seri e non prodotti per farci libri scandalistici sul doping da 105$, o meglio da 129$ come prezzo originale di copertina.
http://www.amazon.com/Sports-Doping-Market-Understanding-Challenges/dp/1461482402/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1416477608&sr=1-1&keywords=letizia+paoli+alessandro+donati
Ps.
La graduale apertura che si percepisce da parte del mondo amatoriale verso le problematiche del ciclismo di vertice, olimpico e giovanile, dimostrano comunque che la base di questo sport, aldilà del doping, è di gran lunga migliore e sportivamente responsabile (nel senso nobile) del suo vertice.
» Campionato Italiano Ciclismo su Strada in Linea 2014 (28 giugno 2014)
» Campionato Italiano Ciclismo su Strada Professionisti 2015 Legnano-Torino (27 giugno 2015)
» Campionato Italiano Ciclismo su Strada in Linea Elite Uomini Professionisti 2016 Darfo Boario Terme (26-05-2016)
» Quale futuro per il ciclismo (quel ciclismo descritto da Danilo Di Luca nel suo libro)
» Retroscena dell'esclusione di Selvaggi e Rebellin dal Campionato Italiano
» Campionato Italiano Ciclismo su Strada Professionisti 2015 Legnano-Torino (27 giugno 2015)
» Campionato Italiano Ciclismo su Strada in Linea Elite Uomini Professionisti 2016 Darfo Boario Terme (26-05-2016)
» Quale futuro per il ciclismo (quel ciclismo descritto da Danilo Di Luca nel suo libro)
» Retroscena dell'esclusione di Selvaggi e Rebellin dal Campionato Italiano