Da Morris l'originale Mer Giu 15, 2016 11:06 am
Peter Sagan è l’unica vera grande ragione per continuare ad amare il ciclismo, lo sport meno credibile e più morente dell’oggi.
Col tramonto anagrafico (e fisico) di Boonen, Cancellara e Gilbert (ordine alfabetico voluto….), era inevitabile che tutto il sangue blu dei fuoriclasse scorresse su gambe, spalle e testa del virtuoso slovacco (tra l’altro è pure quel gran personaggio che solo la siamese miopia del mondo ciclistico, non è stata ancora capace di sfruttare, pur convivendo nell’era delle immagini e delle apparenze più importanti delle realtà….). Sagan, è l’unico che io ricordi (e si sappia che ho scritto di 9000 corridori), capace di vincere un mondiale da favorito, senza il becco di un compagno di squadra, ed è stato uno dei pochissimi (Kaers, Wouters e Merckx su tutti), capaci di urlare grandezza da fuoriclasse nei massimi palcoscenici, a 20 anni appena compiuti. Nessuno poi, ha vinto quattro Maglie Verdi (su quattro partecipazioni) al Tour de France, entro i 25 anni! Già, perché il fuoriclasse, salvo rarissimi casi, non aspetta la maturità così in voga oggi (se si ha il senno dei normali, si sa pure il perché…), per elevarsi.
Okay, qualcuno dirà, ci può stare per le corse di un giorno, ma ci sono anche i corridori delle grandi manifestazioni a tappe…. Qui, sono lustri dove a dominare è la pochezza, ed il più forte degli ultimi 10 anni, ovvero “Cacciavite “o “Biscia” Alberto Contador, non entrerebbe nei primi 15 di tutti tempi. Forse, l’unico che ha ancora spazi e possibilità per elevarsi a qualcosa di più del ruolo di campione d’epoca, è il colombiano Nairo Quintana, che ha comunque l’obbligo di fare doppietta. Il resto, compreso Moulinex (che è roba da infuso di innamoramento verso il curling), deve dire grazie al poco che c’è, per il sopraggiunto status di campione.