BenoixRoberti ha scritto:1) E' stato un bel Giro d'Italia. Il miglior matrimonio coi fichi secchi possibile, si potrebbe dire con un pizzico d'aceto ed anche di ingratitudine verso i protagonisti.
2) Parafrasando le elezioni in Liguria vinte da Toti e che sono state descritte sul web come "un sorpasso in retromarcia" (una lotta fra gamberi), possiamo dire che, nel calo del peso degli attori, il Giro 2015 è stato bello.
ti dico sì e ti dico no
ovvero, è chiaro che il parco-partenti fosse quello che fosse (che poi a mio vedere non è nemmeno così smaccatamente inferiore ad altre edizioni recenti), eppure questi protagonisti vanno presi per quello che hanno fatto vedere, e per quello applauditi. a scena aperta a mio parere.
ci diciamo, giustamente, da sempre che sono i corridori che fanno la corsa, ebbene qui abbiamo dei corridori che "nel loro piccolo" hanno fatto una corsa grande. e si badi bene che non e' affatto una novità, anzi direi che è ormai una tendenza del ciclismo su cui si dovrebbe ragionare: le gare più belle sono le meno blasonate, quelle dei protagonisti "minori", a fronte di prestazioni pallosissime dei grandi nomi sui grandi traguardi. per quanto concerne le classiche è sotto gli occhi di tutti da qualche anno, la cosa si sta ripercuotendo anche nelle corse a tappe, GT compresi.
sto dicendo che il Giro è un GT "minore"? sì, con ciò sto dicendo anche questo.
e mi giocherei una cifra (piccola, perchè quello posso) sul fatto che il prossimo tour dei 4 "campioni" non sarà bello come questo giro.
benoix ha scritto:Tornando a termini più oggettivi e meno basati sul tifo o la simpatia per l'uno e per l'altro corridore, della pagella postata su Ciclismo.it non concordo con il voto a Vegni.
Non concordo per come il Giro abbia abdicato al suo ruolo di regnante e non concordo perché Vegni brilla di luce riflessa, ovvero del lavoro di altri.
Non mi sento di poter appartenere alla ciurma di plaudenti del dirigente romano.
Lui non rappresenta il modello di ciclismo che vorrei, anzi, con le politiche che porta avanti in Italia (nella LegaProf ad esempio) il suo ciclismo è proprio l'antitesi di quello che vorrebbero migliaia di appassionati disinteressati e sinceramente attaccati a questo sport.
ma qui non si parla delle politiche della legaprof, ma del giro d'italia 2015.
sono d'accordo con te che ridurre il voto al solo vegni è sbagliato, perchè quella del giro è una squadra, e la promozione piena io la vedo per tutti.
con un bel bastimento di critiche che ancora pendono, sia chiaro, dai chilometraggi (ma qui sono in compagnia transnazionale) alle scelte di determinati traguardi, pero' il risultato parla chiaro: questo giro ha messo i suoi protagonisti in grado di dare spettacolo. e questo è quanto si deve chiedere, a mio parere, a chi organizza una gara, perchè il ciclismo non è degli organizzatori ma è degli appassionati e dei tifosi.
abbiamo discusso a lungo sul percorso di questo giro in sede di presentazione, e se si va a rileggere quanto scritto si trova una lettura condivisa abbastanza lucida di quanto successo. perfetto? per niente. più che mai perfettibile, ma se ripenso con orrore alle annate degli zomegnan e degli acquarone, be', io continuo a dar credito a vegni. un credito che si assomma a quello dell'anno passato, soprattutto nella gestione di corsa.
ora vada avanti dimostrando che questo credito è meritato.
a cominciare dal portare le premiazioni al vigorelli anzichè nell'angolo di un marciapiede di corso sempione
BenoixRoberti ha scritto:C'è un'altra cosa, un altro voto che da giorni mi dimenticavo di dare.
Vorrei dare 10 al pubblico italiano, nonostante Genova e nonostante Castiglione.
Il pubblico italiano, spesso anche ignorante di ciclismo, ha però mostrato i segni di una passione nuova o rinnovata.
Di questi tempi non è poco.
I ciclisti non sono più i mostri che spaventano, non sono più quei mezzi delinquenti da sbertucciare nella forma più vile.
C'è una nuova coscienza sportiva, c'è più disincanto e ragionevolezza nell'approcciare i problemi dello sport, dello sport tutto e non solo del ciclismo.
Anche in Italia il ciclismo è sopravvissuto. Oggi lo possiamo dire, seppur senza rinunciare alla critica oggettiva.
Gli unici a non aver rinunciato alla caccia alle streghe sono gli stessi addetti e le persone più addentro. Oggi non possiamo più dire che i media ce l'hanno col ciclismo ...
E' IL CICLISMO CHE CE L'HA CON SE STESSO.
Ps. Il pubblico potrà essere genuinamente ignorante di ciclismo, il mondo del ciclismo è invece molto colpevolmente IGNORANTE e medievale.
qui ti quoto al 100%. il pubblico di questo giro è un vero vincitore. dalla prima all'ultima tappa, la risposta si è notata forte (e si riflette anche negli ascolti tv): penso alla festa ligure, penso a quel timido assaggio di meridione che però -finalmente- ha risposto con calore, passo dal deserto di imola con la scelta (demenziale, a mio vedere) di mettere l'arrivo in uno
stadio automobilistico col pubblico a 50 metri dalla strada, e penso alle immagini abituali delle grandi montagne ma soprattutto a milano.
e dico milano non certo per un orgoglio (che non ho) della città in cui mi tocca vivere, ma per un raffronto concreto con un passaggio/arrivo del giro in questa città che vedo più o meno continuativamente da oltre 20 anni. la risposta di questo 2015 mi ha riportato indietro nei tempi, nei numeri e nella partecipazione.
e sono certo che questi risultati siano figli di tanti fattori, ma in primis del fatto che questo è stato un giro bellissimo. e qui si riparte da capo