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    Messaggio Da eliacodogno Mer Lug 31, 2013 9:50 am

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    Messaggio Da prof Lun Ott 20, 2014 3:10 pm

    I sardi cadono sempre in piedi ... ci pensavo ieri. Con questa stagione e con poco sforzo, possono farsi tutti i weekend al mare che vogliono ... Se poi ci metti che il ragazzo guadagna un sacco di quattrini praticamente senza correre, correrà ancora meno pur prendendo lo stesso lo stipendio: non credo infatti che il team possa esimersi dal pagare i danni (o quanto meno una congrua buona uscita ai suoi (ex) corridori) . Insomma, mi pare proprio una win-win situation per nostro sardo. diavoletto
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    Messaggio Da vallelvo Lun Ott 20, 2014 3:26 pm

    "win-win" per Aru? Glielo auguro. Tu vedi il bicchiere mezzo pieno, spero che tutto si risolva per l'Astana ed in particolare per  Nibali che da un po' di tempo mi è anche simpatico. champion Nibali.
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    Messaggio Da prof Lun Ott 20, 2014 3:41 pm

    Come dicevo anche in risposta a Benoix, sarei veramente molto sorpreso se togliessero la licenza ad uno dei team piu' solvibili sulla piazza. Non ci metto la mano sul fuoco perchè la pazzia umana, di recente, ha raggiunto vertici inimmaginabili e lo sport piu' praticato è la caccia alle galline dalle uova d'oro, per modo che tutti rimangano in mutande ...
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    Messaggio Da prof Lun Ott 20, 2014 3:48 pm

    Voglio dire, non credo assolutamente che l'Astana sia la sentina di ogni male. I suoi dottori sono chiacchierati? Embè ? siamo cosi' certi che gli altri, quelli non chiacchierati, siano degli stinchi di santo?
    La materia è tutta quanta scivolosa ... e si rischia soltanto di far cadere tutto.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Ott 20, 2014 11:24 pm

    perobeach ha scritto:Gli antinibaliani italiani (strana e numerosa tribù che rinnova i fasti della tribù degli antipantaniani )stanno già fregandosi le mani e leccandosi i baffi.
    Come detto, mi pare che il declassamento a professional comporti per regolamento la possibilità di rescissione senza penali.
    A parte questo tenderei a distinguere nettamente la vicenda Astana da questa lurida e tristissima dinamica che tu riporti. Fra le garanzie che l'Uci deve sbrigarsi a ricostituire c'è anche quella del rapporto fra squadre ed atleti.
    Non si esce in due secondi dall'era Armstrong, i rapporti di forza e gli strumenti di controllo, prevenzione e garanzia vanno ricostruiti. Solo così tornerà la fiducia, fra gli attori in campo e fra questo mondo ed i potenziali veri investitori, come pure fra questo sport ed i suoi pazienti ed impagabili appassionati.

    Chi comandava il ciclismo lo aveva deliberatamente distrutto per governarlo (controllarlo mafiosamente) meglio.
    I corridori sono stati ridotti ad un gruppo di pecore, zittiti, tramortiti e spaventati.
    Chiunque, oggi, può prendere qualsiasi ciclista e coprirlo di ogni dubbio possibile se non proprio di ogni sorta di nefandezza.
    In questo sport, il gusto della maldicenza diffusa e la mancanza di credibilità dei vertici e delle regole ha portato a questa situazione assurda da cui è difficile ripartire.
    Una buona Uci lungimirante, invece di fare l'idrovora di denaro e lanciare inutili (forse, ma solo forse) dannose campagne di terrore dovrebbe fornire alle squadre i migliori strumenti preventivi per il monitoraggio degli atleti, lasciando agli stessi team le risorse per limitare gli istinti che saranno sempre presenti nello sport.
    Una sana prevenzione e responsabilizzazione dei team porterebbe più serenità nell'ambiente e ad un superamento dei "picchi" che consentirebbe a tutti gli sportivi di vedere i loro beniamini per più mesi all'anno e non solo in quei miratissimi appuntamenti.
    A quel punto un Nibali lo potremmo tifare o no, ma non più usarlo come zerbino per sentimenti collettivi di varia frustrazione sociale, compresa quella dell'infima categoria dei giornalisti di ciclismo che alimenta la caccia alle streghe verso un gruppo di sfigati indifesi; sfigati comunque, a prescindere dalle loro revenues annuali.

    Tra gli avvoltoi che si accaniscono su Nibali non ci sono solo i rottami anti-pantaniani. Ci sono anche i pantaniani che dicono che Nibali non ha il carisma di Pantani. disgusted

    D'altro canto, in una mandria africana non protetta, ferita e semi-sbranata da felini, iene, sciacalli e canidi vari è abbastanza normale trovare all'orizzonte stormi di avvoltoi.
    Comunque, di questa tristezza umana, non parlerò più. Questi non sono appassionati.
    L'appassionato di ciclismo è in genere una bella persona, positiva, che sa vivere lo sport da gaudente, sa soffrire quando bisogna soffrire assieme ai ragazzi, non gode delle disgrazie altrui ma cerca di capirle e ... soprattutto ... non è un frustrato.
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    Messaggio Da prof Mar Ott 21, 2014 12:40 am

    BenoixRobert ha scritto:
    ---
    Tra gli avvoltoi che si accaniscono su Nibali non ci sono solo i rottami anti-pantaniani. Ci sono anche i pantaniani che dicono che Nibali non ha il carisma di Pantani. disgusted
    ...
    Io ho tifato Pantani ma non posso, pur con tutta la miglior buona volontà, negare che tra i due vi sia una grandissima differenza. Non mi considero per questo un avvoltoio, forse un frustrato; frustrato per non vedere un altro al posto del buon Vincenzino che, va ricordato, non si fece scrupolo di sferrare il calcio dell'asino al tempo in cui "l'altro" cadde in disgrazia. Non ci si può scandalizzare e fare la verginella se poi qualcuno si siede sulla riva del fiume e aspetta. Tra le tante cose antipatiche dette a quell'epoca, quella fu una delle piu' odiose.
    Ognuno è responsabile delle cose che dice e che fa e Nibali era adulto e vaccinato.
    Comunque, finita li', acqua passata non macina piu'.

    Macina ancora, invece, lo stravolgimento che si è fatto del ciclismo: i picchi di forma, correre poco e tutte quelle cose li'; ed anche qui non mi sembra che il nostro sia del tutto estraneo. Non è un socio fondatore come Armstrong o Contador, ma ne è diventato un epigono a buon diritto. Devo tacere? E' possibile che lo faccia, anche perchè mi sono un pochino rotto anch'io, ma spero che vi sia sempre qualcuno cui faccia schifo il ciclismo inteso a quel modo. Lo spero per il bene del ciclismo stesso.

    Tutto questo è essere avvoltoi ? Allora lo sono!
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Ott 21, 2014 1:50 am

    Ma no Prof, non scherziamo.
    A te ti si potrà dire che sei uno che spezza il capello, che sei un rompicoglioni passatista, che sei un criticone ed un pretenzioso di bocca buona, come forse si pensa di me (lo spererei).
    Non voglio stare a ripeterti la differenza fra la critica e l'offesa.

    Taglio la testa al toro ... distinguiamo fra la buona fede e la malafede. Penso sia sufficiente.
    Poi nella categoria che ho descritto non dimentichiamo di ricordare l'astio estremo, quasi violento, quasi una sorta di odio ideologico. Al confronto il brillante perculare di Lemond verso Cunego era amore. No, davvero, non scherziamo. Siamo, come hai detto, adulti e vaccinati per capire queste cose di sostanza esattamente come distinguere fra un grande ciclismo ed un ciclismo effimero.
    Che poi Pantani fosse un gigante mediaticamente rispetto a Nibali ... lo sa anche Nibali stesso.
    E che c'è di male? Mettiamoci il cuore in pace. In questo sport ci siamo fottuti un mare di personaggi e di personalità. E' normale che anche chi ne avrebbe i numeri (non è il caso comunque di Vincenzo) finisca per mordersi la lingua ed a seguire la fila allineato e coperto.

    Tornando invece alla critica sportiva su Nibali, tutti vorremmo vedere i migliori per più mesi all'anno. Il fatto che non avvenga non è colpa di Nibali o di Froome o di Contador. E' un sistema da cambiare progressivamente, con consapevolezza e fiducia reciproca fra team ed attori principali.
    In questo caso sposo la tua apertura di credito verso la provocazione di Tinkoff.
    Potrebbe essere un inizio. In fondo penso che nemmeno a loro piaccia l'esilio del Teide e copiarsi nelle cose e nelle preparazioni da fare.

    Ps. Adesso fai un esercizio purificante dell'anima e scrivi: "Va bene, allora non sono assolutamente un avvoltoio" Very Happy
    Quanto fece Nibali al San Luis non piacque per nulla neppure a me. Mah ... questo è uno dei cattivi piatti (più che amari) che questo ciclismo ci propone da qualche anno, piatti dove la delazione e la gogna sono diventati "valori etici".
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    Messaggio Da prof Mar Ott 21, 2014 11:05 am

    Vabbè, non sono un avvoltoio ... da quanto capisco, però, posso essere un rompipalle. Ce ne fossero di piu', di rompipalle a chiedersi, per esempio, quale è il Nibali vero, se quello del Tour o quello del mondiale. Soprattutto alla luce della involuzione subita rispetto alla scorsa stagione.

    Pazienza ... e poi mi trovo a fare il tifo per la causa dell'Astana: a volte mi sorprendo pure io della mia incoerenza.
    Il  mio problema principale è che non vedo strategie all'orizzonte, non vedo un percorso ben delineato che porti ad un qualche risultato: nessun doping o solo un pochino ma non troppo? Controllato o autocertificato? 
    Un tempo auspicavo un ciclismo senza federazioni, una cosa tipo il tennis di Kramer dei tardi anni '50, quello che poi portò all'ATP. Non ci siamo poi cosi' lontani: in fondo che cos'è l'UCI, se non un'organizzazione privata?
    Ancor oggi penso che sia la strada maestra, il male minore, magari in una coesistenza tra privato e federazioni, in concorrenza tra di loro e con gli organizzatori sganciati da ogni potere e liberi di organizzare le gare che vogliono, della lunghezza e difficoltà che vogliono. 

    Rimarrebbe il doping: è davvero possibile bandirlo? La mia opinione è molto semplice: è possibile solo se si obbligano i corridori a correre per tutta la stagione, altrimenti l'arbitrio e la combime saranno sempre possibili.
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    Messaggio Da Lemond Mar Ott 21, 2014 1:30 pm

    prof ha scritto: a volte mi sorprendo pure io della mia incoerenza.

    io invece no, perché uno che legge il vangelo ed è d'accordo (ivi c'è scritto *a* e poi *non a*) come fa a pensare di poter essere coerente?

    prof ha scritto:
    è davvero possibile bandirlo? La mia opinione è molto semplice: è possibile solo se si obbligano i corridori a correre per tutta la stagione, altrimenti l'arbitrio e la combime saranno sempre possibili.

    Perché, quando i corridori cominciavano a marzo e smettevano a ottobre il doping non c'era?
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    Messaggio Da vallelvo Mar Ott 21, 2014 1:42 pm

    Non c'era il doping, o si chiamava in altro modo, o semplicemente erano altre le sostanze?
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Ott 21, 2014 2:08 pm

    La provocazione di Lemondaccio ci sta tutta (ovviamente non quella sul Vangelo diavoletto).
    Anche l'osservazione di Prof sulla sua auto-incoerenza è una provocazione per nulla banale.

    Io a Vallelvo, giocando con le parole, risponderei che era diversa la sostanza dell'antidoping.
    Oggi il sospetto (per quanto legittimo) è diventato parte esplicita dell'antidoping.
    Ne siamo vittime tutti, indistintamente, anche Lemond che applica un suo vangelo "incoerente" Laughing, dove il doping è una pratica inevitabile dell'uomo sin dalla notte dei tempi e "col mio corpo ci faccio quello che voglio".

    Il nocciolo è prendere atto che nelle discussioni veramente etiche è impossibile vivere di coerenze, se non nell'analisi metodologica e nella percezione profonda delle sensibilità diverse dalla nostra.

    Vi dirò una cosa che volevo scrivere da tempo.
    Stiamo parlando di questi temi delicati (doping ed antidoping) nel 3d del nostro migliore campione del momento. L'ipocrisia corrente vorrebbe che di questo non se ne parlasse qua.
    Bene, io invece ne penso esattamente l'opposto. E' vivissimo in tutti il ricordo tremendo di quei mesi difficili vissuti da Pantani e dal ciclismo tutto ed il suo isolamento, la sua impossibilità a fare outing, a raccontare pubblicamente la "torrida tristezza".
    Oggi tanto i ciclisti che noi semplici appassionati abbiamo la forza di quella esperienza passata, il disincanto ed il distacco (ne parlò con triste distacco e compiutezza qualche settimana fa Barrylindon) del poter conoscere le problematiche del ciclismo (e di tutto lo sport).
    Oggi possiamo osservare le cose ed esprimere con più realismo e forza concettuale le nostre critiche e le nostre difese di una categoria che è la meno responsabile (o meglio: meno corresponsabile) della crisi attuale, ma dalla quale noi pretendiamo il possibile e l'impossibile.
    Parlare con trasparenza e lucidità senza tabù di questi aspetti è il miglior modo per secolarizzare la discussione sul doping, fare cultura pragmatica e ridurre il danno con soluzioni progressive concrete, senza isterismi, ideologismi e soprattutto senza criminalizzare e dare in pasto vittime ad una indecente informazione o peggio ad esigenze di immagine per la politica sportiva.

    Comunque la si pensi, sento che questo è il metodo giusto ed il valore culturale da affermare.
    Non dobbiamo avere paura di essere incoerenti, se questo fosse il prezzo per ricercare strade nuove e per proteggere e migliorare progressivamente questo sport.

    E' proprio in funzione di questa consapevolezza e passione disincantata che io mi sento di suggerire a Vincenzo Nibali di andare in una squadra dove vi sia una riconosciuta ed apprezzata attività di monitoraggio interna dello stato di salute e dei valori biologici degli atleti.
    L'unica vera antidoping possibile è quella preventiva delle squadre, l'unica via per prevenire progressivamente in modo sempre più efficace i problemi che hanno divorato questo sport: il doping e l'antidoping (politica).

    Nel novero delle possibilità ci metto anche una Astana che cambi lo staff medico e si avvalga di professionisti internazionali in grado di effettuare questa attività di monitoraggio.
    Da questo punto di vista la difesa della Astana fatta da Prof non è affatto una incoerenza.

    Non ci troverei nulla di male, se anche gli ex dopatissimi Riis e Vino, fossero promotori di una progressiva concreta politica di monitoraggio interno. Per me la caccia alle streghe ed i processi alle intenzioni non stanno in piedi. Bado alla sostanza. Riis ha prima fatto del monitoraggio interno una questione di immagine e poi progressivamente ha aggiustato il tiro. E' un animale che sa annusare l'aria e capire dove va posta l'asticella.
    Eppoi nel Vangelo non c'è una figura splendida come la Maddalena? (tiè Lemondaccio! Laughing ma lo sai che ti voglio bene! Wink)
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    Messaggio Da Lemond Mar Ott 21, 2014 3:34 pm

    BenoixRoberti ha scritto: La provocazione di Lemondaccio ci sta tutta (ovviamente non quella sul Vangelo diavoletto).

    E perché quella sul vANGELO no? Twisted Evil Evil or Very Mad Twisted Evil

    BenoixRoberti ha scritto:
    Eppoi nel Vangelo non c'è una figura splendida come la Maddalena? (tiè Lemondaccio! Laughing ma lo sai che ti voglio bene! Wink)

    Giuso *a* e *non a* *

    Con Paolo si arriva all'assurdo:* Eva, e con lei tutto il femminile,
    diviene l'autentica ianua diaboli, la porta attraverso la quale il male ha
    fatto irruzione nel mondo. Da ciò scaturirono tutta una serie di regole che
    rendevano nella comunità, ora cristiana, le donne ancora subordinate
    all'uomo. In termini più generali, si tratta di constatare tristemente che
    il cristianesimo non ebbe alcuna volontà di cambiare le leggi che
    riguardavano la posizione della donna, la sessualità, la famiglia, le norme
    che regolavano i rapporti con le altre religioni o anche la più semplice
    eliminazione della schiavitù. E, più a fondo, la mentalità corrente. Si
    tratta dunque di una fede che non fa e non vuole progressi, in nome del
    principio della mediocrità quotidiana. I valori di un cristiano convinto
    sono semplici: lealtà verso la propria fede e il proprio re. In fondo
    Eusebio di Cesarea aveva già capito tutto: «Un Dio, un impero, un
    imperatore». Nei secoli dei secoli.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Ott 21, 2014 3:54 pm

    Perché è OT e perché così risparmi la fatica da evangelista "svangelizzatore". Laughing :lingua linguaccia:
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    Messaggio Da vallelvo Mar Ott 21, 2014 4:19 pm

    E qui  si scomoda  anche la Maddalena......vedi a che discussioni porta la passione ciclistica,  Nibali teniamocelo ben stretto. Rolling Eyes
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    Messaggio Da prof Mar Ott 21, 2014 4:58 pm

    Dio rende ciechi coloro che non vogliono vedere. E fa bene!

    Gesu' appare per primo alle donne dopo la sua Resurrezione: quale scandalo piu' grosso in un'epoca in cui la testimonianza di queste non era nemmeno ammessa nei tribunali?
    Caro Lemond, potresti andare a parlare con papa Francesco, vista la sua propensione al dialogo: da quelli come me otterrai solo si' si', no no perchè il di piu' appartiene al demonio ... Noi non dobbiamo piacere al mondo (tampoco al principe di questo mondo). In epoca di scisma, l'unica cosa che i cattolici residuali possono fare è testimoniare la nostra appartenenza alla Chiesa della tradizione.

    Per l'amica Vall, invece, vorrei dire che si usava anche allora il doping ma si trattava di doping che lasciava conseguenze devastanti nel corridore e pertanto andava centellinato per evitare che le carriere finissero molto in fretta, come di fatto accadeva.
    La categoria dei dilettanti era estremamenta competitiva e selettiva e tante carriere piu' che promettenti si sono bruciate proprio li'.

    Se alla prima gara bastava una pastiglia di simpamina per vincere o, comunque, piazzarti tra i migliori, alla terza ce ne volevano due e via di questo passo a crescere. Il problema era che questi farmaci avevano effetti collaterali poco simpatici: quando arrivavi a 5/6 pastiglie per gara (fece capolino anche l'amfetamina liquida ed altre piacevolezze del genere) poi stavi una settimana senza dormire nè riposare e finiva che dovevi prenderne dosi sempre maggiori anche solo per tenere le ruote. Dopo 3 anni di questa vita erano tutti ridotti come stracci da buttare: invecchiati nel fisico, con problemi cardiaci e, peggio del peggio, con problemi depressivi gravissimi.
    Non so se fosse vero o no ma si è sempre detto che il povero Simpson, nella tappa in cui perse la vita, arrivò a ingurgitare un intero tubetto di amfetamine (una trentina di pastiglie).
    Io, come tanti e forse tutti, non ne fui esente: so solo che la prima volta (una sola metedrina) fu in una coppa dell'Appennino: pronti via ero già in fuga e vi rimasi per tutta la gara assiemea ad altri, alla fine ridotti a 5. Li avrei lasciati li' in ogni momento se solo non avessi avuto i crampi: le mie gambe non erano abituate a quei ritmi ed ai rapporti che spingevo. I due giorni successivi ero letteralmente uno straccio.

    In una gara a tappe era impensabile reggere alla battaglia di tutti i giorni con l'ausilio delle amfetamine, ammenochè uno non fosse seguito, anche allora, da "stregoni" che riuscissero a calibrare bene i dosaggi.
    Era in ogni caso impensabile correre due GG in una stagione ricorrendo a  quel doping. Era l'epoca delle grandissime meteore: corridori che duravano una stagione e poi erano letteralmente bruciati.
    E' questo il motivo per cui ritengo che Merckx fosse soltanto un grandissimo fenomeno e fosse sostanzialmente poco propenso alla stregoneria.
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    Messaggio Da vallelvo Mar Ott 21, 2014 5:15 pm

    Sapevo e non sapevo, grazie della risposta.

    Mi stuzzica la curiosità il nostro "prof", mi piacerebbe sapere chi era, scusa chi sei, poi andrò su Wikipedia per acculturarmi. Smile
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    Messaggio Da prof Mar Ott 21, 2014 5:23 pm

    La nostra appartenenza a quella Chiesa che ci ha regalato uno sviluppo e condizioni di vita che non hanno eguali nel mondo non cristiano. Per voi il Medioevo è un'epoca buia, per noi è un periodo di grandissima crescita del mondo occidentale, di una civiltà che non ha avuto eguali nella storia dell'uomo, attorno al monastero, al vescovo, al Papa.
    Noi non abbiamo bisogno di confermarci nell'osservanza dei diritti dell'uomo: per noi il nero, il giallo, il finocchio sono da sempre nostri fratelli: i Papi dei primi secoli erano sovente negri: Papa Gelasio I, per esempio, il primo a parlare nel iV secolo di auctoritas e di potestas riferendosi al Papa ed all'imperatore, era nord africano negro. Cosi' era S. Agostino. Cosi' era S. Atanasio, colui che combattè l'arianesimo per tutta la sua vita.
    Non abbiamo mai avuto bisogno di leggi per sancire l'uguaglianza e la fratellanza di tutti gli uomini, nè per cancellare la schiavitu', tema  che giunse a maturazione "solo" 1500 anni dopo, nella società laica e secolare degli illuminati. Bah, mi chiedo per chi parlo, con i massoni il cattolico non ha possibilità di dialogo. Forse ci riesce meglio il vostro Francesco.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Ott 21, 2014 5:26 pm

    Alert OT Very Happy
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    Messaggio Da prof Mar Ott 21, 2014 5:42 pm

    Giusto Benoix: ammetterai però che mi scappa di rado la tastiera, nonostante le provocazioni del massone Lemond diavoletto
    A Vall dico solo che non ero nessuno, ero un dilettante (un vero "amateur", come dicono i francesi) che è rimasto per anni nella categoria. Preferii studiare piuttosto che fare il corridore di professione (ammesso che qualcuno mi avesse assunto ...), ma da quella posizione ho visto passare tantissimi corridori di un certo successo. Ho accumulato una discreta esperienza e mi sono divertito.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Ott 21, 2014 6:01 pm

    Siccome non mi dispiace affatto questa vostra partita a tennis, perché non ne fate un bel 3D? Very Happy

    Parlando di "Maddalene", ho molto molto apprezzato il tuo outing. Parole dirette e sincere come le tue sono meglio di mille sermoni di Capodacqua e replicanti vari successivi.
    La strada è quella. Tirare giù il velo su questo tabù, secolarizzarlo e storicizzarlo per cambiare questo sport.
    In questo caso ho modo di ritenere che anche Lemondaccio abbia apprezzato.

    Una sana e vera (sincera) politica di tutela della salute, prevenzione in primis, unita ad una consapevolezza ed una sincerità d'animo e di visione come quella da te espressa precedentemente secondo me sono gli ingredienti migliori per ridare pace e serenità professionale a Nibali ed ai campioni che verranno.
    Si tratta di un doppio processo, scientifico-metodologico e culturale.

    Spero che nei prossimi 15 anni non si veda più questo ciclismo in preda alla caccia alle streghe. HA ROTTO!
    Voglio godermi il campione Vincenzo Nibali con gusto e profondità, voglio vedere un uomo libero di esprimersi e non costretto ad esercizi di manierismo da vomito (come quelli del 2013 imposti a Froome).

    Non penso di essere un fulminato se ritengo che queste argomentazioni rafforzate e diffuse fra gli appassionati possano modicare la storia futura.
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    Messaggio Da vallelvo Mar Ott 21, 2014 8:17 pm

    Quando era dilettante (per poco tempo), un certo....Balmamion vinceva sempre. E' vicino agli 80. G.A. della mia Valle ammetteva candidamente di aver usato nel corso della sua carriera da professionista, aiuti come tutti i suoi colleghi. Anche lui se ne è andato a seguito di un incidente in auto, dopo gli 80. Naturalmente la compagnia è grande. Mi chiedo cosa prendevano questi sportivi, evidentemente  cose più leggere?
    Ricorda, erano gli anni '50, di aver acquistato una scatola di iniezioni, prima della partenza di una tappa, ad un corridore che è deceduto da poco tempo. Cosa poteva  essere?

    Sto seguendo il TG1, ecco le interviste al Pirata, dopo quel '99: che tristezza, sempre tanta l'emozione.
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    Messaggio Da Lemond Mer Ott 22, 2014 9:21 am

    prof ha scritto: Dio rende ciechi coloro che non vogliono vedere. E fa bene!

    Gesu' appare per primo alle donne dopo la sua Resurrezione: quale scandalo piu' grosso in un'epoca in cui la testimonianza di queste non era nemmeno ammessa nei tribunali?
    Caro Lemond, potresti andare a parlare con papa Francesco, vista la sua propensione al dialogo: da quelli come me otterrai solo si' si', no no perchè il di piu' appartiene al demonio ... Noi non dobbiamo piacere al mondo (tampoco al principe di questo mondo). In epoca di scisma, l'unica cosa che i cattolici residuali possono fare è testimoniare la nostra appartenenza alla Chiesa della tradizione.

    Invece, da quelli come te ottengo solo una parte piccola e mai il tutto, ma d'altra parte per poter discutere occorre avere argomenti e sulla donne la religione ha pochissimo da dire me in particolare il cattolicesimo, con un'unica parentesi chiusa e cioè il Concilio Vaticano secondo, non certo il cristianesimo delle origini, ovvero di Costantino.

    Creata per seconda, ma prima nel peccato, volubile, tentatrice, causa della cacciata dal Paradiso terrestre, inferiore all’uomo sia per intelligenza sia per moralità, tenuta quindi a obbedirgli: così papi e teologi (maschi e celibi) hanno considerato la donna, almeno fino al Vaticano II.

    Inferiorità e immoralità della donna
    Questa concezione, in cui si sommano cultura patriarcale e sessuofobia cattolica, si fonda anche sull’autorità di Paolo per il quale l’uomo «è a immagine e gloria di Dio, la donna invece è gloria dell’uomo» (Prima lettera ai Corinzi, 11); il marito è «il capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa» (Lettera agli Efesini, 5); la donna «potrà essere salvata partorendo figli» (Prima lettera a Timoteo, 2), cioè confinandosi nella casa e nel ruolo di riproduttrice.
    Per quasi venti secoli contro la donna si snoda un lungo rosario di insolenze: «porta del diavolo» (Tertulliano), «male di natura» (Giovanni Crisostomo), «insaziabile» di piacere (Girolamo), «di mente instabile» (Gregorio I), «sacco di escrementi» (Odo, abate di Cluny), «una sorta di inferno» (Pio II), «osso in soprannumero» (Bossuet).
    Alberto Magno, maestro di Tommaso d’Aquino, con lui condivide l’idea che «la donna… rispetto all’uomo ha una natura difettosa e imperfetta» ed è anche «meno consona alla moralità. Quando una donna ha un rapporto con un uomo, è molto probabile che desideri giacere al tempo stesso con un altro. La sua sensibilità spinge la donna verso ogni male, mentre la ragione muove l’uomo verso ogni bene» (Quaestiones super de animalibus).

    La donna non tocchi l’altare
    Questa opinione della donna spiega perché essa nel Medioevo «non ha nessuna autorità, non può insegnare, né testimoniare, né giudicare» (Decretum Gratiani, XII sec.) e non può accedere al sacerdozio o accostarsi «ai sacri altari» (papa Gelasio). Le donne non potevano neppure “servire” messa o cantare in chiesa (motivo quest’ultimo per cui dal Cinquecento, avendo bisogno di voci bianche, si ricorse alla castrazione). Questi divieti si mantennero fino al XX secolo, quando si aggiunse «a meno che manchi un uomo» ma avvertendo che comunque la donna «per nessuna ragione si avvicini all’altare e dica le risposte da lontano» (Codice di Diritto canonico, 1917). Quando, poco dopo nella Turchia di Kemal Ataturk si concedeva alla donna il diritto di voto. Very Happy

    ll maschio sia il suo signore
    La pretesa inferiorità della donna servì anche a giustificare la sua sottomissione all’uomo. «C’è disordine in quella casa dove la carne comanda e lo spirito serve», diceva Agostino. «Ordinata è quella casa in cui la donna obbedisce al marito». (Commento al Vangelo di Giovanni). E per  Tommaso d’Aquino «la femmina ha bisogno del maschio non solo per la generazione, come negli altri animali, ma anche come suo signore» perché è più intelligente e coraggioso (Somma contro i gentili). Nel 1630, quando l’inglese Mary Ward fondò un  ordine che voleva porsi sotto il controllo diretto del papa senza subordinarsi, come era d’obbligo, al corrispondente ordine maschile, Urbano VIII la fece incarcerare come eretica. Dopo un anno la liberò ma soppresse l’ordine, reo di svolgere «attività per nulla confacenti alla debolezza del loro sesso».
    La sottomissione della donna all’uomo fu dottrina della Chiesa fino al XX sec. Per Leone XIII «il marito è il principe della famiglia e il capo della moglie» (Arcanum divinae). Per Pio XI «l’ordine dell’amore» richiede «da una parte la superiorità del marito sopra la moglie ed i figli, e dall’altra la pronta sottomissione e ubbidienza della moglie» (Casti connubii, 1930).

    Come se non esistessero
    Assai significative anche le  annotazioni di  Angelo Roncalli che pure, divenuto Giovanni XXIII, ispirò importanti aperture: «Mi conservo famigliari, dopo oltre quarant’anni, le conversazioni edificanti [...] con il mio venerato vescovo [...] Di donne, o di forme o di cose muliebri, mai una parola, mai, come se donne  non esistessero al mondo [...] e sono riconoscente, anche ora, alla insigne e benefica memoria di chi mi educò a questa disciplina» (Giornale dell’anima, 1948).

    Una  ”svolta”. E anche no
    Solo a partire dal Vaticano II, grazie anche all’influenza del movimento femminista, cominciò a essere posta in discussione la  misoginia cattolica (almeno a parole). Giovanni Paolo II si spinge a contraddire esplicitamente Paolo e i suoi predecessori circa il rapporto uomo-donna, scrivendo nella Mulieris dignitatem (1988): «Mentre nella relazione Cristo-Chiesa la sottomissione è solo della Chiesa, nella relazione marito-moglie la “sottomissione” non è unilaterale, bensì reciproca!». E il Catechismo della Chiesa cattolica (1992) afferma la parità dei sessi negando l’idea paolina che solo l’uomo sia “immagine di Dio”: «L’uomo e la donna sono, con una identica dignità, “a immagine di Dio”» (§ 369).
    Ma la Chiesa da un lato, per non mettere in dubbio la sua presunta infallibilità e ispirazione divina, non riconosce di aver insegnato il contrario per venti secoli, d’altra parte non trae le conseguenze  per quanto riguarda l’autodeterminazione della donna. E seguita a escluderla dal sacerdozio.
    Non potendo più giustificarsi con l’inferiorità della donna, Wojtyla sostiene che «non è ammissibile ordinare donne al sacerdozio, per l’esempio di Cristo che scelse i suoi Apostoli soltanto tra gli uomini; la pratica costante della Chiesa e il suo vivente magistero» (Ordinatio sacerdotalis, 1994) e blinda questa scelta dichiarandola «appartenente al deposito della fede» (Congregazione della dottrina della fede, 1995), cioè sotto l’ombrello dell’infallibilità.

    prof ha scritto:

    Per l'amica Vall, invece, vorrei dire che si usava anche allora il doping ma si trattava di doping che lasciava conseguenze devastanti nel corridore e pertanto andava centellinato per evitare che le carriere finissero molto in fretta, come di fatto accadeva.
    La categoria dei dilettanti era estremamenta competitiva e selettiva e tante carriere piu' che promettenti si sono bruciate proprio li'.

    Se alla prima gara bastava una pastiglia di simpamina per vincere o, comunque, piazzarti tra i migliori, alla terza ce ne volevano due e via di questo passo a crescere. Il problema era che questi farmaci avevano effetti collaterali poco simpatici: quando arrivavi a 5/6 pastiglie per gara (fece capolino anche l'amfetamina liquida ed altre piacevolezze del genere) poi stavi una settimana senza dormire nè riposare e finiva che dovevi prenderne dosi sempre maggiori anche solo per tenere le ruote. Dopo 3 anni di questa vita erano tutti ridotti come stracci da buttare: invecchiati nel fisico, con problemi cardiaci e, peggio del peggio, con problemi depressivi gravissimi.
    Non so se fosse vero o no ma si è sempre detto che il povero Simpson, nella tappa in cui perse la vita, arrivò a ingurgitare un intero tubetto di amfetamine (una trentina di pastiglie).
    Io, come tanti e forse tutti, non ne fui esente: so solo che la prima volta (una sola metedrina) fu in una coppa dell'Appennino: pronti via ero già in fuga e vi rimasi per tutta la gara assiemea ad altri, alla fine ridotti a 5. Li avrei lasciati li' in ogni momento se solo non avessi avuto i crampi: le mie gambe non erano abituate a quei ritmi ed ai rapporti che spingevo. I due giorni successivi ero letteralmente uno straccio.

    In una gara a tappe era impensabile reggere alla battaglia di tutti i giorni con l'ausilio delle amfetamine, ammenochè uno non fosse seguito, anche allora, da "stregoni" che riuscissero a calibrare bene i dosaggi.
    Era in ogni caso impensabile correre due GG in una stagione ricorrendo a  quel doping. Era l'epoca delle grandissime meteore: corridori che duravano una stagione e poi erano letteralmente bruciati.
    E' questo il motivo per cui ritengo che Merckx fosse soltanto un grandissimo fenomeno e fosse sostanzialmente poco propenso alla stregoneria.

    Sarebbe bello, se fosse vero, ma penso che tu creda alla teoria e non invece alla pratica comune, laddove ad esempio in un libro del Grande Jacques, con parole di quest'ultimo, si narra della scommessa fra Anquetil e Baldini che si conclude con la dichiarazione assoluta: mai più senza anfetamine. Evidentemente c'era chi non poteva permetterselo e chi invece aveva un fisico che assorbiva bene ogni tipo di stimolanti.

    "Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

    (Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Ott 22, 2014 9:41 am

    Dai ragazzi, ascoltatemi.
    Due cose:
    1) se vogliamo confrontarci sui temi religiosi facciamolo in 3d ad hoc, anche perché state sprecando energie per un fuori tema.
    2) vi chiedo proprio per utilità connessa al tema di questo 3d, un 3d "personale", di interpretare i vostri pensieri su doping ed antidoping in funzione specifica del momento attuale della Astana e di Vincenzo Nibali. Sapete bene anche voi di poter essere utili in quello. Chiunque legge questo forum ormai conosce bene i pensieri di ciascuno sul doping, sulla storia di questo e sulla situazione attuale.

    Anche chi vive nel ciclismo si informa e osserva le opinioni dei residui appassionati. Tutti hanno capito che la caccia alle streghe serve solo a rendere più popolari alcune bocche di veleno, che il sospetto diffuso porta solo altra maldicenza e che di questo passo si va dritti verso l'autodistruzione.

    Io non sono un rivoluzionario in attesa di realizzazioni delle grande visioni (che però servono) e pertanto la mia visione è quella di un ciclismo sereno dove Vincenzo Nibali, Chris Froome, Alberto Contador, Nairo, Fabio ... possano confrontarsi e darsele di santa ragione in un quadro di consapevolezza, monitoraggio condiviso e rispetto per lo spettacolo e per le aspirazioni degli spettatori. A mio modo di vedere deve essere liberalizzato il ciclismo e non il doping (che non è più quello di Anquetil del 1966).

    Liberalizzando il ciclismo, con regole atte a favorire lo spettacolo e la varietà (tutte cose piccole che si possono fare), si conterrebbero le critiche alla stagione sparagnina del Nibali 2014 (apparentemente così) o del Froome 2013.
    Lasciando risorse ai programmi antidoping delle squadre e razionalizzando (l'Uci) le spese per l'antidoping, sancendo in qualche modo una responsabilità oggettiva per i team, si otterrebbero grandi risultati e si avrebbe una costante e continua tutela della salute.

    Ps. La repressione non porta sicurezze (questa è storia). E vale anche per lo sport.
    La prevenzione per quanto variegata invece sì (ed è altrettanto storia).
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    Messaggio Da prof Mer Ott 22, 2014 11:12 am

    Lemond ha scritto:
    Sarebbe bello, se fosse vero, ma penso che tu creda alla teoria e non invece alla pratica comune, laddove ad esempio in un libro del Grande Jacques, con parole di quest'ultimo, si narra della scommessa fra Anquetil e Baldini che si conclude con la dichiarazione assoluta: mai più senza anfetamine. Evidentemente c'era chi non poteva permetterselo e chi invece aveva un fisico che assorbiva bene ogni tipo di stimolanti.

    "Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

    (Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)
    Hai citato due corridori che sono proprio la dimostrazione di quanto vado dicendo.
    Ercole Baldini ebbe una carriera brevissima: dopo quanto aveva fatto vedere al passaggio tra i pro, Giro e mondiale di Reims, collezionò una serie pressochè infinita di prestazioni non all'altezza e fini' con il deludere profondamente tutti i tifosi di ciclismo he vedevano in lui il successore di Coppi. Divenne un caso di studio.
    Per quanto attiene ad Anquetil, fu il prototipo del corridore dalle lunghe pause e dalle poche corse. Fu anche quello delle prestazioni altalenanti: a grandi imprese seguivano figuracce abissali ed imbarazzanti: famoso fu quel Baracchi, credo del '64, in cui venne spinto da Jean Stablinski per tutti gli ultimi 20 km.
    Aveva proprio il profilo tipico di chi assumeva amfetamine.
    Fece anche una doppietta Giro-Tour, dopo di che diradò ancor piu' le sue apparizioni.

    Ho detto infatti che ai livelli piu' elevati operavano "stregoni" capaci di lavorare sui dosaggi, tali cioè da mitigare i "down" provocati dalle amfetamine, ma gli effetti nefasti di quelle sostanze venivano sempre a scadenza. Ho avuto compagni che sono morti a 40 anni, stroncati da un cuore stressato in un fisico non piu' reattivo. Anche Jacques non sfuggi' a quella sorte. Chi ha conosciuto quelle sostanze lo sa bene!
    Lo stesso Anquetil riconosceva che nelle categorie inferiori non si doveva tollerare l'uso di doping, proprio perchè il fatto di essere nelle mani di un medico "preparatore" gli dava l'illusione che l'approccio "scientifico" lo preservasse da ogni conseguenza negativa.
    Se si va a scavare nella vita privata di Jacques si trovano tracce profonde di comportamenti molto border line, tipici dell'avanzare di disagi di tipo depressivo.
    Financo Fausto Coppi, per chi lo ha conosciuto veramente, non ne fu esente: potrei citarti episodi rivelatori.

    No, Lemond, non è teoria , la mia, è vita vissuta, è esperienza, è storia.
    Merckx è tuttora un uomo felice, ha avuto una magnifica famiglia ed una vita serena.

    Le amfetamine agiscono sul sistema nervoso e inibivano la sensazione della fatica: sotto il loro effetto, il tuo corpo riusciva a tirare fuori anche quello che in condizioni normali non saresti mai riuscito ad ottenere: ti faceva raschiare completamente il fondo del barile, insomma, con la conseguenza che rimanevi completamente esausto di energie fisiche e nervose e con l'esigenza di tempi di recupero lunghissimi. Sono fatti, non teorie.
    La tecnica del dopaggio raggiunse poi vertici che oggi è difficile comprendere: esistevano amfetamine da iniettare per via endovenosa, capaci di darti una risposta immediata e per un tempo limitato (un finale di tappa, una cronometro, una scalata, un finale di classica per esempio): insomma, vi era tutto un campionario di trattamenti che pochi conoscevano persino a quei tempi.
    Un grande personaggio del ciclismo, assurto poi ai vertici dell'UCI, era un profondissimo teorico del dopaggio amfetaminico ed era un grande conoscitore delle tecniche di allenamento con le amfetamine (necessarie al fine di massimizzarne l'effetto).
    L'importante è non dimenticare che il centro su cui agivano era quello nervoso.
    Vi è una tendenza in atto oggi a sottovalutare quei prodotti rispetto a quelli odierni. Non condivido questa impostazione e ricordo solo che "bomba" e "bombato" derivano proprio dall'epopea delle amfetamine, e non a caso: l'effetto era proprio quello di una bomba.
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    Messaggio Da Lemond Mer Ott 22, 2014 12:24 pm

    Caro ben, sposta dove vuoi io intanto rispondo a prof che non si può mettere nello stesso mazzo il Grande Jacques e il piccolo ercole. Il primo ha vinto tutto, credo che dopo Mercks abbia il palmarès migliore nella storia e, per quanto riguarda la vita, dai libri su di lui si evince facilmente che ha vissuto sempre piuttosto bene, come un sultano (dice sua figlia) e, se ha avuto, qualche apprensione era dovuta all'eros e non ad altro.
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    vallelvo
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    Messaggio Da vallelvo Gio Ott 23, 2014 6:58 pm

    Il contratto scade  nel 2016.
    Da notizie  apparse sul web si ipotizza che alla scadenza  e  fino al  2020 il contratto di Nibali sarà di 15 milioni. 
    Una domanda, che farà di tutti questi quattrini? a tutta birra e poi.....

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