Torno su Nibali perché ciò che hai scritto Elìa mi ha messo a fuoco una osservazione che mi turlupinava da ieri.
Ieri Vincenzo ha vinto grazie ad una serie di concause anche volute dagli Astana, come l'attacco ed il successivo lavoro di Fuglsang, con gli avversari senza più uomini d'appoggio.
In fondo Vincenzo ha vinto una tappa non significativa per la classifica, ha guadagnato uno striminzito spazio di tempo che sarà una goccia nel mare di questo Tour, ha preso la maglia gialla in un momento non topico di questo Tour. Ci sono tanti vabbeh da elencare.
Ma peste lo colga, chi non ha il coraggio di ammettere che ieri ha provato un qualcosa di forte, di irrazionale, di comune alle emozioni passate della storia del ciclismo.
Non sono passate inosservate le parole misurate (che tradivano sincera e positiva sorpresa) di un ipercritico e pretenzioso come Prof sullo squalo.
Per smuovere i dubbi di un esigentissimo soggetto, geloso del suo palato finem c'è solo una spiegazione: ieri Nibali ha fatto qualcosa di grande, aldilà del valore della prova stessa.
Ieri Nibali ha messo d'accordo, forse come non mai prima, tutti coloro che sono di buzzo buono.
E poi diciamolo, dopo 5 ore di celebrazione della forza e della popolarità del ciclismo inglese, vedere il nostro ragazzo del ciclismo italico perduto (anche con la ciofeka addosso) vincere davanti alla strabocchevole folla (anche di qualità e cultura ciclistica) è stato un vero e proprio amplesso sportivo.
Vincenzino appare forte soprattutto di testa. La recente paternità e le probabili tiranniche critiche di Vino devono averlo fatto reagire dentro.
Anche al campionato italiano ha corso in maniera diversa, ha corso con fierezza contro il giovane talentuoso Formolo, affiancandolo come a dire che voleva batterlo senza sfruttare il suo lavoro.
Sembrava il vecchio cervo che non voleva lasciare un metro al bel giovane cervo antagonista.
Sono cose che chi ama il ciclismo vero, non quello sparagnino, sa cogliere al volo e apprezza, quasi più della Liegi persa da Iglinski. Sono cose che ti portano su nella testa di chi ama questo sport.
Vincenzino non sarà un campione assoluto (di quelli dell'Olimpo di tutti i tempi), ma a me sembra un gran bel vino che migliora col tempo, come i vini siciliani recensiti dal nostro sommo sommeiller Uribe Zubia.
Ora deve correre come se avesse ancora addosso la ciofeka, con il rispetto che si deve alla maglia gialla, ma senza sprecare un joule di energia dei suoi compagni (bravissimo Fuglsang, ma ottimo anche il fido Kangert).
E sul pavé in maglia gialla potrà godere di un briciolo di fiducia in più che proprio non guasta.
La fiducia (arrabbiata) sembra essere l'arma di Vincenzino in questo momento.
Ps. E speriamo che Vino sappia capire il sentimento di tanti italiani regalandoci una mediaticissima tricolore d'antan. Alexander ha un'occasione d'oro per fare un gesto da gran signore.
Magari da vestire più tardi possibile. Chi lo sa? La vita a volte riserva sorprese.
Bello vedere il best video del Guardian ...
Ultima modifica di BenoixRoberti il Lun Lug 07, 2014 10:09 am - modificato 1 volta.