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    L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI

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    Messaggio Da Admin Lun Lug 29, 2013 8:39 pm

    Promemoria primo messaggio :

    "L'Angolo de' Ristori Ciclointellettuali" by CarLemond.
    Apro questo 3D da dedicare in gran parte ad un amico conosciuto in rete, nella rete che non ha età, nazionalità e sempre meno barriere linguistiche. A parte quelle che il bischero Lemondaccio ci imporrà con la sua verve franco-empolese.
    Lemond, come tutti i personaggi, ha idee sue originali e discutibili (mi focalizzo su discutibili) e quindi apriamo la ... discussione.flower


    Ultima modifica di Admin il Dom Ago 04, 2013 1:00 pm - modificato 3 volte.

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    Messaggio Da Lemond Mer Ago 21, 2013 8:48 am

    "Il vento è una materia dura nella quale m'infilo, la schiena tonda, il naso nell'asse del manubrio, le braccia incollate al corpo. Un uovo immobile con due bielle. Anche nei momenti più difficili, quando il dolore di tutto il corpo diventa intollerabile, cerco di non modificare mai questa postura. La mia schiena "urla" e io tiro ancora più forte sui pedali. Alzare anche per un solo istante la testa per riposare un po' la nuca mi costerebbe qualche secondo. Mad In ogni posizione, niente è più disastroso che il disordine, me l'ànno insegnato gli sciatori. Surprised Ad ogni giornalista ho ripetuto spesso il mio segreto: prendere a metà percorso un periodo di rilassamento, prima dell'accelerazione finale; però questo lo dico, ma non lo fo e forse il segreto del mio successo è proprio che i miei avversari lo credano. Very Happy  Essi spingono meno per qualche istante ed è tutto guadagno per me, che spingo dall'inizio alla fine alla stessa intensità! Sono una macchina, un robot e solo così mi sento libero". (continua)
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    Messaggio Da Lemond Gio Ago 22, 2013 11:24 am

    “Ho male da per tutto, ma bisogna resistere a quello che ogni colpo di pedale reinventa, cercare di evitare il punto dove il crampo paralizzante rischia di farsi sentire. Resistere al piombo che ogni quarto d’ora di corsa aumenta nei muscoli. Mantenere la mente libera per essere sicuro che il movimento sia sempre “rotondo”. Procedere con il vero “colpo di pedale” mettere il massimo rapporto possibile, farlo girare più velocemente e … tenere. Non ascoltare il corpo e la testa, che si uniscono per suggerire che bisogna che tutto ciò cessi immediatamente. Pedalare in un mondo di sofferenza, di cui sono uno dei pochi ad avere il segreto e persuadermi che, se il dolore è così tanto, non è possibile che gli altri “tengano il colpo”. :-) Mi sono creato riserve di dolore in allenamento, dietro derny o auto o anche davanti, spinto dalla voce di Janine. A 60 a l’ora vado più svelto che in corsa, più veloce di come potrei è così che mi alleno al dolore”.  (continua)
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    Messaggio Da Lemond Ven Ago 23, 2013 8:40 am

    “I miei allenatori non hanno il diritto di rallentarmi, essi anzi devono spingermi verso quei luoghi di sofferenza che solo io conosco. Anche se li supplicassi di fare il contrario, come Odisseo (Ulisse) legato al palo davanti all’isola delle sirene, non possono che aumentare il ritmo. Serrare i denti, continuare, senza mai mettere le mani sulla schiena. Il giorno della corsa, quando mi ritrovo solo con me stesso e che soffro “come un cane”, so che al fondo di me ci sono dei dolori più terribili e ciò mi dà un margine, seppure minuscolo, che mi permette di arrivare più in là degli altri corridori. Più la corsa è dura, più mi immagino il dolore degli altri e questo attenua il mio. ;)Dietro di me sul paraurti dell’auto che mi segue è scritto a grossi caratteri il mio nome, affinché il pubblico possa riconoscermi: ANQUETIL. Il mio nome mi insegue e mi spinge: sono sulle mie tracce e sono in fuga.
    Wink
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    Messaggio Da Lemond Sab Ago 24, 2013 8:42 am

    "Lontano, alla fine della linea retta, l'auto davanti a me ha fatto una deviazione e ho visto Poulidor, partito 3 minuti prima. Il mio sguardo si è piantato sulla sua schiena come un arpione e ormai lo tengo: mi sento tirato dall'elastico che è teso fra noi due. La strada gira e la curva ora lo nasconde, ma io non lo lascio più, egli mi attira come colamita/ferro. Durante i minuti che seguono non mi pongo più nessuna domanda, perché ormai so di essere nell'aspiratore e che ho già vinto. Al prossimo dirizzone i miei occhi saranno piantati sulla sue spalle e mi tirerà ancora più avanti. Per approfittare a fondo della sua forza, la mia accelerazione deve essere progressiva, devo resistere al desiderio di aumentare la cadenza, devo fagocitarlo in modo naturale. Gli lascio il lato destro della strada e io vo a sinistra, "à bloc" senza guardarlo, gli occhi incollati sulla strada, senza muovermi di un centimetro dalla sella". (continua)
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    Messaggio Da Lemond Dom Ago 25, 2013 10:05 am

    "La mia velocità lo lascerà senza speranza e in più avrà una visione sulla sinistra che lo renderà molto inquieto. E' morto, di già 3 minuti persi, si dirà dentro di sé . Niente deve muoversi di me se non le gambe ed egli sentirà il soffio del vento, del mio vento. Non girerò la testa, non devo guardarlo, solo la ruota e la strada esistono e riprendo a spingere a fondo. Egli è dietro e, se fino ad ora mi ha attirato, adesso mi deve spingere: devo continuare ad utilizzare la sua forza. Giocare a farmi paura, immaginare che egli resiste e ritorna su di me, ricordarmi di Albert Bouvet che ha resistito per un certo tempo nella cote de Bouillon. Sad Spingere un po' di più e sentire l'elastico che si rompe e immaginare Poulidor sprofondare negli abissi della strada, solo, vuotato dentro di sé. E poi pensare soltanto al corridore che è partito 6 minuti prima e che i miei occhi cercano di già alla fine di quella linea dritta". (fine del racconto di J.A. medesimo)
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    Messaggio Da Lemond Lun Ago 26, 2013 8:30 am

    Quanto riportato riguarda una crono fra Bourgoin e Lyon (62 Km.); Raymond Poulidor era partito 3 minuti prima e stava per farsi raggiungere da  J.A. Antoine Magne, suo d.s., si porta alla sua altezza, contravvenendo al regolamento, e, invece di incitarlo, gli dice: "Mettiti da parte Raymond e guarda la "Caravelle" che passa". E i due uomini guardano insieme la "Caravelle". E Poulidor: "Non lo vedevo neppure pedalare, secondo me scivolava sulla strada!".
    La "Caravelle" ha attraversato la mia infanzia ciclistica in maniera maestosa, ma pure misteriosa. Ero troppo giovane per ben comprendere le cose, ma ero abbastanza vecchio per ammirarlo. Divoravo con gli occhi questo campione con la sua andatura ineguagliabile e inforcavo a mia volta la bici per fare innumerevoli giri della casa, pedalando come un forsennato con le mie gambe grassottelle e i miei piedi da papero, sognando il gran premio delle Nazioni.: Ho passato quelle mie estati sforzandomi di restare in posizione perfetta: la curvatura ideale della schiena e della nuca; diventavo sempre rosso vivo e sembravo quasi paralizzato.
    Smile
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    Messaggio Da Lemond Mar Ago 27, 2013 8:38 am

    Mio padre e mio zio mi avevano combinato una bici ideale che rispondeva perfettamente alle esigenze (doppie) di un ragazzo: il sogno e l'apprendimento. Essa aveva tutte le apparenze di una bici da corsa e tutte le dovute prudenze di una bici da scuola; il colore verde l'avevo scelto io: come quella di Jacques Anquetil. Mi rammento ancora la mia felicità quando la vidi in fondo al negozio, lucida e scintillante come una moneta nuova. C'erano volute alcune settimane, perché era stata fatta su misura a Saint Etienne. Diverse volte ero andato a vederla crescere e avevo atteso, atteso e ora era là la mia bici. Wink E mi misi a vivere per il cronometro, battendo di giorno in giorno i miei record, sulla strada intorno alla nostra casa in Alta-Loira. Compivo il giro completo in uno o due minuti. Il cronometro però non aveva la possibilità di evidenziare tempi parziali e allora dovevo perdere qualche prezioso secondo quando mettevo il piede a terra per controllare il tempo a metà del giro, ma la mia volontà e energia erano tali che queste imprecisioni non mettevano mai in pericolo la dominazione assoluta sul futuro Gran Premio delle Nazioni.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Ago 27, 2013 11:54 am

    Lemond ha scritto:Ero troppo giovane per ben comprendere le cose, ma ero abbastanza vecchio per ammirarlo. Divoravo con gli occhi questo campione con la sua andatura ineguagliabile e inforcavo a mia volta la bici per fare innumerevoli giri della casa, pedalando come un forsennato con le mie gambe grassottelle e i miei piedi da papero, sognando il gran premio delle Nazioni.: Ho passato quelle mie estati sforzandomi di restare in posizione perfetta: la curvatura ideale della schiena e della nuca; diventavo sempre rosso vivo e sembravo quasi paralizzato. Smile
    Quando scrivevo che la passione è bambina (http://www.ciclopassione.com/t326-presentazione-di-ciclopassione), beh, intendevo proprio questo. Bello leggere e condividere queste sensazioni.
    Queste parole per noi ciclofili hanno un significato chimico-genetico, anzi sono la traduzione letterale di una sorta di dna che ci accomuna.
    E il codice (genetico) è eterno, non ha età. Esprime sentimenti e sensazioni provate da piccoli che restano immutate con il proseguire degli anni.
    Ho represso per un certo periodo questa passione, e poi mi sono reso conto che non si può reprimere il proprio dna, va solo assecondato.
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    Messaggio Da Lemond Mer Ago 28, 2013 9:10 am

    BenoixRoberti ha scritto:
    Quando scrivevo che la passione è bambina (http://www.ciclopassione.com/t326-presentazione-di-ciclopassione), beh, intendevo proprio questo. Bello leggere e condividere queste sensazioni.
    Con riferimento alla "passione bambina" ti trovi d'accordo con Brel che l'uomo vive per i suoi sogni fino all'adolescenza, poi è solo un rendersi conto.
    Continuando il nostro racconto ...

    Noi vivevamo Anquetil. Mio padre era un ammiratore responsabile che decideva volentieri di attraversare una parte della Francia per andare a vedere il grande Jacques; la sola condizione era di andarci in bici per comprendere meglio, per quanto poteva valere, lo sforzo dei corridori. Io ho incontaro J.A. quattro volte nella mia infanzia/adolescenza, ma Lui è sempre stato nei miei sogni a occhi aperti. La mia era un'ammirazione netta e precisa di un ragazzo, lo preferivo a Poulidor e in ciò mi comportavo come la maggioranza dei francesi dell'epoca che sceglievano un campo o l'altro, solo che io avevo scelto di stare con la minoranza. ;)Più tardi, quando altri campioni sono apparsi, quando si sono visti altri modi di vincere, ho cominciato a pormi qualche domanda, ma principalmente perché Jacques era così diverso da tutti gli altri? Anquentil è diventato per me un enigma che ormai da lungo tempo ho tentato di decifrare, cercando di pormi domande, più che risposte, convinto che questo modello inimitabile comprende in sé tutti i caratteri e tutte le contraddizioni che fanno sì che un campione è affatto differente da tutti gli altri uomini.
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    Messaggio Da Maìno della Spinetta Mer Ago 28, 2013 4:01 pm

    Io continuo a leggere. Gran racconto... Mi son tirato anche tanti video su JA incuriosito
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    Messaggio Da Lemond Gio Ago 29, 2013 8:44 am

    Fra i campioni, alcuni sono in apparenza macchine semplici: amano il loro sport, poi vincere e infine il denaro, la gloria, la notorietà etc; tutte cose facilmente comprensibili. Certi altri invece sembrano meccanismi più complicati, animati da forze contraddittorie: energie negative che devono domare e canalizzare per trasformarle in ... mazzi di rose. ;)Essi agiscono contro sé stessi, rifiutano l'evidenza della loro forza, il che paradossalmente li spinge ancora più in là del punto supremo dove era possibile arrivare. Fra di loro, Anquetil è senza dubbio il più rifinito e complesso, colui che in uno sport che si corre in squadra ha saputo sempre restare il più grande modello di singolarità (nota mia un po' come Brel, perché anche nel teatro-canzone il concetto di squadra è importante, ma una personalità che si distacca come quella di Jacques (belga) non si trova da altre parti).
    Gli organizzatori del G.P. di Lugano a cronometro erano felici della partecipazione di Jacques (francese Wink), ma se si crede alle voci, erano meno contenti che le sue presenze per sei volte avessero coinciso con sei vittorie e nulla lasciava pensare (purtroppo per loro) che in questa settima le cose cambiassero. Essi decisero dunque di chiedergli di non presentarsi quell'anno, perché il pubblico italiano aveva bisogno di veder trionfare uno dei loro. Anquetil comprese molto bene le loro difficoltà e, siccome fu pagato regolarmente, accettò senza nessuna amarezza quel patto. Wink
    (Nota mia: per la verità l'anno prima J.A. non aveva vinto, anche se per pochi secondi, ma gli organizzatori avevano avuto pressioni perché a "trionfare" dovesse essere una persona precisa (il più grande compratore di corse di tutti i tempi Sad) e per avere quella sicurezza Jacques non doveva partecipare. Quindi in quell'anno lì ad Anquetil lo stesso personaggio tolse, mediante denaro, un paio di corse piuttosto importanti. Sad
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    Messaggio Da Lemond Ven Ago 30, 2013 9:43 am

    Di nuovo Anquetil che parla: " Ho fame. Per essere forti in bici occorre saper stare a tavola e sereni nella vita. C'è il sole, il Giro del Var sta per terminare e la strada è bella, sono le otto del mattino, il titolare dell'Hotel Mirabella ha capito che deve mettersi ai fornelli e, senza brontolare se pur stupefatto, ottempera ai suoi doveri. Non c'è un secondo da perdere, perché la partenza è appena due ore dopo. I miei compagni e avversari masticano un croissant mentre stanno ancora sonnecchiando. A. Magne, le d.s. di Poulidor mi gira intorno, perché sono il suo mistero preferito. E' un po' ridicolo con la sua eterna maglia grigia e in capo il basco, una via di mezzo fra un institutore e un orologiaio dei quartieri alti. ;)Si dice che sia un grande saggio e infatti conosce i segreti delle bistecche alla griglia e delle carote bollite, ma soprattutto la tattica, specie nelle tappe di montagna, di lanciare in fuga gregari che possono servire poi d'appoggio al capitano. Insomma conosce molto bene il suo mestiere e io lo faccio innervosire moltissimo, perché non sopporta le mie ostriche alle 8 del mattino, annaffiate con vino bianco. :(Quel giorno non riesce a dominarsi e mi dà una lezione in pubblico, indicandomi con il dito: "Nonostante che sia Anquetil, non vi meravigliate se oggi sarà vittima dei crampi". " (continua)
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    Messaggio Da Lemond Sab Ago 31, 2013 8:16 am

    "Avrei desiderato che fosse venuto al mio tavolo per sedersi e dirmele in faccia quelle cose, tanto più che mi esasperava con quei modi da vecchio prof. In più detesto che mi si ... quando mangio, in specie quelle leccornie. Non ho il tempo per il dessert, perché occorre andare a firmare il foglio di partenza e lavorare fra Sainte-Maxime e Saint-Tropez, tra una vacanza e l'altra in qualche modo. Very Happy Cerco di calmarmi e poiché siamo in bici, che modo migliore c'è di calmarsi, se non pedalando? Oggi non sarà un giorno di "routine" è una promessa. tanto più che dovrò avere i crampi! :(Invece voglio far loro vivere 120 km. d'inferno, alla salute del signor Magne. E alla fine sono io che stringo in mano il "bouquet", semplicemente per il gusto di provare che la vecchia saggezza ciclistica s'inventa ogni volta la mattina con una buona salsa. Very Happy (fine discorso diretto di J.A.)
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    Messaggio Da Lemond Dom Set 01, 2013 10:10 am

    Settembre 1953. A l'arrivo del suo famoso primo G.P. della Nazioni che lo fara conoscere a tutto il mondo all'età di 19 anni, Anquetil ha una sola preoccupazione urgente: trovare Roger Creton. Vuole riconciliarsi con lui subito, con il piccolo corridore di Rouen che è stato il suo rivale la settimana precedente. Deve riconciliarsi con lui perché non è più un suo rivale, in quanto Jacques ha cambiato dimensione, è diventato internazionale e i normanni ormai devono essere amici e non più avversari, perché i rivali arrivano da per tutto. Creton, dov'è Creton? Ecco la prima preoccupazione del nuovo campione. Egli aveva dato la prova quel giorno del più grande talento possibile: un campione nato vestito, che aveva infatti saltato l'apprendistato, ma pur tuttavia è alla ricerca di Cretron, l'oscuro piccolo corridore normanno con il quale aveva stupidamente litigato la settimana prima. Eccolo Creton non più arrabbiato, anzi tutto felice di essere diventato l'amico di un vero campione e che pronuncia parole rivelatrici, oltre che liriche: "Ormai tu brilli nel firmamento del ciclismo". Wink
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    Messaggio Da Lemond Lun Set 02, 2013 9:05 am

    Una mattina di sole io mi alleno su una piccola strada davanti a casa mia, disteso sulla mia bici verde, fingo di essere Anquetil che perfeziona la sua posizione a crono. La sua idea è di ridurre la mia superficie frontale al massimo per ottenere una penetrazione all'aria perfetta. "Egli" abbassa la testa, la fa rientrare fra le spalle e appoggia sui miei pedali, accelerando. Per essere sicuro che la mia testa non si rialzi fissa i suoi occhi sulla ruota davanti. La sensazione di velocità è tale che rimpiange di non avere i "cale-pied" (non rammento come si chiama in italiano capa sul muro quell'aggeggio che serve per fissare i piedi al pedale) che gli avrebbero permesso di guadagnare così qualche km. all'ora supplementare. Riflette sul modo di respirare meglio, malgrado il suo torace sia in una posizione non troppo propizia allo scopo, quando è brutalmente gettato a terra. :(Una grossa dama, vestita di nero, cerca di aiutarlo e gli domanda: "Ma come fai a andare a sinistra senza guardare, povero piccolo?" mi domanda senza nessuna compassione, però. "Anquetil" se la leverà con qualche punto di sutura, ma ancora oggi non si sa chi ha tramato alle sue spalle, forse Antoine Magne? Il mistero rimane. Very Happy
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    Messaggio Da Admin Lun Set 02, 2013 11:35 am

    puntapiedi (ndl, nota del lettore) Smile 
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    Messaggio Da Lemond Mer Set 04, 2013 7:54 am

    Per ogni campione c'è dietro la storia della sua adolescenza allorché lui, imberbe, riesce a "dare la paga" sulle salitelle ai compagni ben più anziani di lui: annuncio di probabili future vittorie. Nel caso di Anquetil invece le cose non si sono verificate, perché già a 19 anni, pur non essendo ancora professionista, prende parte al G.P. delle Nazioni, che è la corsa a crono più lunga e più importante del mondo: 140 Km. Egli distanzia il secondo di più di sei minuti e polverizza il primato di Hugo Koblet, passando, senza alcun apprendistato, a 39,630 Kmh di media, ovvero dallo stato di ragazzo a quello di "star". Anquetil è un colpo di mortaio nella storia del ciclismo e questo fatto lascerà diverse tracce anche nella sua psiche.
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    Messaggio Da Lemond Gio Set 05, 2013 8:58 am

    Subito i dubbi si installano, il ragazzo è bello sulla bici, è innegabile, ma sembra quasi trasparente. Non riflette la potenza tipica dei cronomen. Scrive però un giornalista inglese, sensibile al fascino (quasi femminile) del giovanotto: " Anquetil, ciclista indipendente francese, magro, pallido, ma perfettamente proporzionato, dà prova di possedere un'azione magnificamente fluida, piacevole a guardare." Ma fra i giornalisti francesi le domande si fanno sempre più numerose e i dubbi pure. "Il ragazzo ha la classe, ma ha anche il fisico?" Si domanda il Giornale del mattino. Ma chi non tiene conto del pallore e della fragilità apparente e guarda le cifre dell'uomo in divenire, si accorge che: 1,76 di altezza, 70 Kg. 6 litri di capacità polmonare e 48 pulsazioni al minuto possono costituire una buona base di partenza. Wink
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    Messaggio Da Lemond Ven Set 06, 2013 8:07 am

    Subito dopo la vittoria Anquetil si mette in alta pressione, infatti nell'ottobre 1953 decide di andare ad incontrare il Grande Fausto Coppi, di persona. La visita ha l'aria di un banale "colpo di testa" di un giovane fan verso il suo campione preferito, ma non è così. Jacques non gli rende visita, non va per una forma di "vassallaggio", ma solo per piazzare la sua barra alla buona altezza. La *sua* barra, non si aspetta niente da Coppi, va a Novi Ligure per stabilire la propria ambizione e per mettersi quella pressione che durerà per tutta la sua carriera. Non gli importa di essere un corridore qualunque, quello che vuole è essere come Coppi *il Campionissimo*, niente di meno. E' questo che questo viaggio inatteso racconta. E Jacques quel giorno gli avrà dato del lei o del tu?
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    Messaggio Da Bi-toxic Sab Set 07, 2013 7:34 am

    Non è possibile che siano Aiello e Magrini a dovermi ricordare il compleanno di Carlo!
    E la tappa di ieri l'ho potuta vedere registrata solo stanotte...

    drinking-wine AUGURI!!!drinking-wine
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    Messaggio Da eliacodogno Sab Set 07, 2013 9:04 am

    Bitossi ha scritto:Non è possibile che siano Aiello e Magrini a dovermi ricordare il compleanno di Carlo!
    E la tappa di ieri l'ho potuta vedere registrata solo stanotte...

    drinking-wine AUGURI!!!drinking-wine
    Davvero è successo questo??Very Happy 

    Comunque auguroni a Carlo!champion 
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 07, 2013 9:37 am

    Anch'io avrei voluto essere così forte in bici per poter andare a trovare Anquetil in questo modo a casa sua e credo che gli avrei dato del tu, perché lo conoscevo così bene. ;)Egli parte con la sua Simca Chatelaine nuova nuova e porta con sé una bici per allenarsi sui colli che avrebbe incontrato durante il viaggio. Questo progetto era del tutto improvvisato e impulsivo, però Jacques trova il tempo di avvertire e portare con sé Vavasseur, fotografo dell"Ouest-France", perché vuole che questo incontro sia notato. Attraversa le Alpi pedalando e guidando e, quando le ha superate, si ritrova nella pianura del Po (che stranamente in francese si scrive così *Pô*, dove l'avranno preso l'accento circonflesso, che significa troncamento, elisione, apocope o quant'altro?).
    A Novi Ligure, nella sua grande casa, Coppi lo riceve senza formalità, allungato sul tavolo dei massaggi, mezzo nudo, perché è appena rientrato da un allenamento. E' molto magro e le sue gambe sono ... senza fine. Il corpo di Fausto non svela, in apparenza, il suo mistero e Jacques non ne è particolarmente impressionato.
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 07, 2013 9:40 am

    eliacodogno ha scritto:
    Bitossi ha scritto:Non è possibile che siano Aiello e Magrini a dovermi ricordare il compleanno di Carlo!
    E la tappa di ieri l'ho potuta vedere registrata solo stanotte...

    drinking-wine AUGURI!!!drinking-wine
    Davvero è successo questo??Very Happy 

    Comunque auguroni a Carlo!champion 
    Sì, Salvo ha chiesto a Van Magren di rispondermi perché era il mio compleanno, Mad ad una delle mie seguenti domande:

    a) Se Horner in quella famosa tappa avesse forato ai meno 2,9 Km, avrebbe perso la maglia?
    b) Secondo me Michele deve tirar dritto, perché se aspetta i compagni di fuga, non vince.
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    Messaggio Da vallelvo Sab Set 07, 2013 2:50 pm

    Auguri ai settembrini!
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    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Set 07, 2013 5:00 pm

    Noooooooo No Sad capa sul muro 

    Purtroppo, anche se ero collegato, tra ieri e oggi non ho avuto tempo di seguire attentamente gare e forum. Maledetto me.
    AUGURI CARLO !!! E gli auguri del grande Van Magren poi .... adorazione 

    birthday drinking-wine
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    Messaggio Da Lemond Dom Set 08, 2013 9:23 am

    vallelvo ha scritto:Auguri ai settembrini!
    Quindi a Cuneghin, Lance e Jens (quelli che mi rammento io, poi ce ne saranno tanti altri di certo). Smile

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