Si parlava giusto in questi giorni di Aigle.
Bene, anzi male, oggi ho saputo che sono decine i corridori che in questi giorni hanno ricevuto la notifica di una apertura di indagine sul loro passaporto biologico con l'obbligo di presentare entro venti giorni le proprie argomentazioni di difesa.
Senza voler per forza suscitare ilarità, rammento che
i profili contestati arrivano addirittura al 2009!A quanto risulta sono diversi anche gli italiani interessati da questa procedura.
La vicenda di Kreuziger è uscita solo perché è stata divulgata dagli interessati.
Sembra che questa impennata di attività della commissione sia dovuta alle richieste ed alle verifiche della CIRC, la commissione di indagine di tre componenti indipendenti nominata dall'Uci.
Lo scopo è quello di verificare che nessuno abbia goduto di trattamenti di favore in questo periodo.
Ciò che pochi conoscono è che queste richieste di chiarimento non sono delle semplici relazioni scritte magari a quattro mani con un legale. Si tratta di fornire spiegazioni scientifiche in supporto, spiegazioni che possono essere fornite solo tramite onerosissime consulenze di biologi ed ematologi.
Si parla di costi che si aggirano attorno a 50.000 euro e si può capire come non tutti siano in grado di sostenere costi di questo genere.
Non solo, ma qualora le motivazioni dovessero essere rigettate, ci sarebbe la sanzione della squalifica ed ulteriori sanzioni economiche (in Italia circa 17.000 euro) oltre alle spese legali.
Una opposizione di fronte al Tas è roba altrettanto proibitiva ed i costi per una consulenza si aggirano sui 30.000 euro. Per molti questa procedura rappresenterà semplicemente la fine della carriera, magari anche in silenzio.
Non so se questa si possa chiamare "chiarezza e riconciliazione". Mi sembrano solo metodi spicci e poco trasparenti.
Da una caccia alle streghe ostentata ed affermata, la nuova Uci starebbe passando ad una sorta di "maccartismo".
C'era una volta il business del doping ... ora non più, il business lo si fa con l'antidoping.
Una volta avremmo potuto mettere un cartello alla partenza: "Il doping è uguale per tutti!"
Oggi no, oggi bisogna avere tanti soldi per doparsi "tranquilli", per doparsi chimicamente e soprattutto legalmente.
Di doping si muore, di antidoping ci si uccide per i debiti coi professionisti (dell'antidoping).
La cosa più divertente (con il sorriso amaro, naturalmente) è vedere come spesso i legali delle commissioni antidoping Uci, assistano anche nel contempo alcuni ciclisti. E' un girone dantesco, a dir poco infernale. E chiunque può farsi una idea delle conseguenze di queste situazioni, senza per forza metterle nero su bianco.
Lo so, leggendo queste cose, viene voglia di smettere di seguire questo sport.
Ultima modifica di BenoixRoberti il Lun Giu 30, 2014 10:51 pm - modificato 1 volta.