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    Messaggio Da Lemond Ven Nov 15, 2013 5:10 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Ho letto che Nino ha una notevole passione per la Commedia (come la mia amica Baccella, anche lei scrittrice) e allora gli propongo questo http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/testimoni-del-tempo-lezioni-sulla-divina-commedia-1-puntata/22082/default.aspx
    A me queste puntate sono piaciute molto, spero anche a qualcun altro.


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    Messaggio Da Lemond Gio Mar 19, 2015 9:15 am

    Severino (640)

    Fu eletto papa nei termini tradizionali, ma l'approvazione imperiale tardò ad arrivare, perché il nuovo pontefice si rifiutò di sottoscrivere l'Ectesi di Eraclio, favorevole al monotelismo. E questo torna a suo onore, perché mostrò maggiore oculatezza del suo predecessore nel valutare il fondamento eretico. per quanto riguarda il patrimonio ecclesiastico, invece, le cose andarono male. L'esarca di Ravenna era a corto di denari, tanto che la milizia bizantina non riceveva la paga e, insieme all'amministratore dell'erario bizantino, decise di appropriarsi del tesoro. Quest'ultimo cominciò con l'accusare Onorio di essersi impossessato del denaro di Costantinopoli a più riprese e che era giunto il momento di restituire il maltolto. La truppa pose l'assedio al Laterano, finché non riuscì a porre i sigilli imperiali sul tesoro, dopo di che convocò da Ravenna l'esarca Isacco per un controllo ufficiale. Egli non fece altro che bandire dalla città i cardinali addetti all'amministrazione pontificia, confermando l'appropriazione indebita. Le truppe ebbero la loro paga, ma il resto del bottino finì nelle tasche dei due "soci", salvo una parte che fu spedita all'imperatore. Severino fu dunque consacrato papa a prezzo di questo saccheggio e il suo regno fu anche breve: soltanto due mesi e sei giorni.
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    Messaggio Da Lemond Sab Mar 21, 2015 8:27 am

    Vita di Romolo VI

    Romolo, dopo aver seppellito il fratello insieme a due cani pastori, cominciò la costruzione della città. Per prima cosa chiamò dall'Etruria degli esperti che conoscevano il cerimoniale sacro prescritto, poi ciascuno portò una manciata di terra del paese di provenienza e le gettò insieme alla primizie di tutte le cose necessarie alla vita umana. Indi si tracciò un solco intornio alla linea di confine e su di esso dovrà sorgere il muro chiamato "pomerium", che significa *dietro il muro*. Dove intendono lasciare una porta, estraggono il vomere dal terreno, così da creare un'interruzione nel solco. perciò i romani ritengono sacra tutta la cinta muraria, tranne le porte, ché altrimenti ci sarebbero da avere degli scrupoli religiosi a introdurre o a far uscire alcune cose ritenute impure.

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    Messaggio Da Lemond Sab Mar 21, 2015 8:47 am

    Vita di Romolo VII

    Fondata dunque Roma, Romolo suddivise tutti gli uomini in grado di portare in contingenti militari ed ognuno di essi comprendeva tremila fanti e trecento cavalieri e vennero chiamati "legio" per il fatto che i suoi componenti erano *raccolti - adunati* fra tutti i cittadini. Gli altri furono trattati come massa amorfa e definiti "popolo" , però cento dei più eminenti furono designati come consiglieri del re e chiamati *patrizi* singolarmente; e tutti insieme: senato. Senato significa assemblea di anziani, mentre il termine patrizi deriva dal fatto che potevano dimostrare chi erano i loro padri, cosa non facile, allora. Quando ne furono aggiunti altri, i loro nomi furono scritti insieme ai primi patrizi e quindi tutti insieme presero il nome di *padri coscritti*. Roma si divise in padri e clienti (dipendenti), i primi divennero gli interpreti delle leggi e i difensori nelle cause penali, mentre i clienti li servivano.

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    Messaggio Da Lemond Mer Mar 25, 2015 1:08 pm

    Giovanni IV (640-642)

    Fu eletto il 24 dicembre 640, ma in attesa dell'approvazione imperiale la sede di Roma fu governata da un collegio di supplenti, come da tradizione. Appena eletto Giovanni si affrettò a condannare il monotelisno, in un apposito Concilio e scrisse a Costantino III una lettera nella quale spiegava le due nature e volontà di Cristo. Nel frattempo l'imperatore venne assassinato e fu Costante II a rispondere al papa, assicurandolo che avrebbe fatto distruggere l'Ectesi e ripristinato l'ortodossia. Alle luce dei fatti successivi Costante stava affermando il falso. Le uniche attività degne di nota di Giovanni furono gli aiuti che cercò di dare ai suoi connazionali Dalmati, mettendo a loro disposizione numerosi fondi, per riscattarli dalla condizione di schiavi, sotto gli Slavi. Per il resto il suo fu un regno tranquillo e della guerra arrivò a Roma soltanto l'eco: il longobardi di Rotari erano impegnati a nord contro l'esarca e la grande battaglia sul fiume Scultenna (Panaro) era lontana dalla città.
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    Messaggio Da Lemond Ven Mar 27, 2015 9:46 am

    Vita di Romolo VIII

    Quattro mesi dopo la fondazione ci fu il rapimento delle donne sabine; il re aveva visto che la città si era riempita velocemente di forestieri, pochi dei quali coniugati e che per lo più era gente miserabile, che gli indigeni guardavano con disprezzo e capì che avrebbe dovuto far qualcosa per tenere uniti i cittadini e magari unire il suo popolo con quello dei Sabini. Ecco quanto escogitò: "in primis" fece spargere la voce di aver trovato, nascosto sotto terra, l'altare di una divinità, che i romani denominatono Conso, da cui presero nome il "consilium" e "consoles", dipoi celebrò un sacrificio solenne e stabilì, con un bando, un grande spettacolo, con gare aperte a tutti i popoli vicini. Vennero anche i Sabini, con le figlie e, a un segnale convenuto, i romani afferrarono le giovani, esortando i padri a fuggire con le consorti. L'unica donna sposata, catturata: Ersilia, lo fu per sbaglio. I Sabini erano un popolo numeroso e guerriero, discendenti dai Lacedemoni, ma in quella circostanza avevano le mani legate, perché temevano per le sorti delle figlie e perciò mandarono a Romolo dei parlamentari con proposte ragionevoli, ma Romolo rifiutò di rstituire le fanciulle e chiese che fossero accettati i rapporti matrimoniali. Si arrivò alla guerra, che ebbe un prologo nel duello fra i comandanti: Romolo e Acrone, re dei Cenineti. Costui fu vinto, così come fu sbaragliato il suo esercito e conquistata la città. I Romani però non fecero del male ai cittadini, pretesero solo che si abbattessero le abitazioni, di modo che gli abitanti sarebbero stati costretti a stabilirsi a Roma, dove avrebbero goduto di tutti i diritti. Nulla ha accresciuto la potenza di Roma più di questo metodo di assimilare a se stessa i vinti. Wink
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    Messaggio Da Lemond Gio Apr 02, 2015 9:38 am

    Teodoro I (642 - 649)

    L'elezione di questo figlio di un vescovo di Gerusalemme, in parte greco, fu imposta dall'esarca Isacco, perché scegliendo lui i bizantini pensavano di aver partita vinta nell'affermazione dell'Ectesi imperiale. Invece Teodoro non assecondò in alcun modo il movimento monotelita, che a Bisanzio era sostenuto sia da Costante II che dal nuovo patriarca Paolo. Il patriarca deposto (Pirro)  cercò l'appoggio del papa per riavere il suo seggio e finse di abiurare il monotelismo in un concilio in Africa, dove si era rifugiato. Teodoro lo invitò a Roma e chiese a Paolo spiegazioni sulla sua deposizione, ma le cose andavano per le lunghe e Pirro dovette cambiare strategia e, cercando di riconciliarsi con l'imperatore, si reca a Ravenna a ritrattare l'abiura. Teodoro, saputo di simile pagliacciata, convoca un concilio in San Pietro e condanna l'apostata con una cerimonia di un'ufficilità terribile. In quella circostanza scomunicò anche il patriarca Paolo, convinto seguace dell'Ectesi. Costante II si rese conto che il dissidio teologico avrebbe potuto creare fratture anche sul piano politico, con l'Italia che poteva sfuggire di mano all'impero (i Longobardi si stavano rafforzando e il loro re Rotari aveva promulgato il famoso Editto, che dava alle occupazioni di quel popolo un assetto giuridico) e si decise ad abolire l'Ectesi, sostituendolo nel 648 con il Typus, decreto che non si occupava di teologia, ma proibiva a chiunque la discussione su definizioni controverse. Ognuno doveva tenere per sé le sue opinioni e quindi neppure il papa poteva più sentenziare "ex cathedra". Era un tentativo assurdo, destinato a scatenare altri risentimenti, ma Teodoro morì ancor prima di aver potuto prendere visione del Typus.
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    Messaggio Da Lemond Dom Apr 05, 2015 9:11 am

    Papa Francesco

    Non conosco il motivo del nome dell'attuale papa, però presumo "iuris tantum" che lo abbia preso dal famoso santo, che mi pare sia anche patrono d'Italia. Tanto buono e caro, che però era antisemita e Bernadro da Quintavalle (suo fedele seguace) dopo la sua morte andò a zonzo per il nord italia a predicare l'antisemitismo fondando ovunque "banchi dei pegni" per contrastare l'attività di arricchimento degli ebrei che prestavano "dietro interesse" (cosa immonda per la chiesa dell'epoca, mentre dare 2 lire per un bene ad un banco dei pegni era giusto). Wink

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    Messaggio Da Lemond Dom Apr 05, 2015 10:04 am

    Vita di Romolo IX

    Dopo la cattura dei Cenineti, mentre gli altri Sabini erano occupati in preparativi, gli abitanti di Fidene, Crustumerio e Antemne si coalizzarono contro i Romani, ma furono sconfitti. Romolo distribuì la loro terra ai cittadini, tranne quella che apparteneva ai padri delle fanciulle rapite, che lasciò in loro proprietà. Altri Sabini marciarono su Roma, al comando del generale Tazio. Era difficile per loro prendere la città, perché l'attuale Campidoglio era una fortezza ben difesa, al comando di Tarpeo. Egli aveva una figlia, Tarpea, che si fece corrompere dall'oro dei Sabini e la notte aprì una delle porte, consegnando la posizione al nemico. I Sabini, come quasi tutti i popoli allora, si servivano del tradimento, ma odiavano i traditori e Tazio dette ordine ai suoi di rispettare i patti alla lettera e di dare a Tarpea tutto quanto avevano al braccio sinistro: i braccialetti d'oro sì, ma anche lo scudo. La poveretta morì, compressa sotto l'enorme peso e Tarpea è rimasta famosa, perché successivamente i Romani chiamarono con il suo nome una rupe dalla quale si gettavano a morire i malfattori.
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    Messaggio Da Lemond Ven Apr 10, 2015 3:42 pm

    San Martino I (649 - 655)

    Fu consacrato papa prima ancora che arrivasse l'approvazione imperiale, perché nel luglio di quell'anno l'esarcato era vacante. Pertanto l'elezione poteva considerarsi illegale e rappresentava anche un'aperta sfida a Costante II. Martino si dimostrò subito risoluto contro la Chiesa d'Oriente e indisse un concilio in Laterano, che si aprì il 5 ottobre del 649, contro il Typus. L'imperatore non restò inerte e, nominato il nuovo esarca (Olimpio), lo mandò in Italia a propagandare il suo editto ai vescovi e alla cittadinanza, imponendo altresì di arrestare il papa. Olimpio trovò però ostacolo nella milizia cittadina e con questa contro si rese conto che il piano sarebbe stato inattuabile e tentò un'altra strada: un giorno, mentre il pontefice celebrava la messa, si presentò alla comunione insieme allo scudiero, che aveva avuto l'ordine di uccidere il papa quando questi si fosse avvicinato con l'ostia santa. Ma lo scudiero si fece prendere dal panico e non riuscì a portare a termine il piano, per cui l'esarca rivelò a Martino i piani dell'imperatore e, per ottenere il perdono, si arruolò nell'esercito pontificio per combattere i saraceni, dove trovò la morte. (segue)

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    Messaggio Da Lemond Lun Apr 13, 2015 9:22 am

    Vita di Romolo X

    I Sabini erano padroni della vetta, ma Romolo, furibondo, li sfidò a scendere in battaglia e Tazio accettò. Il fiume pochi giorni prima era traboccato e aveva depositato nelle zone depresse una melma alta e oscura, che non era facile da distinguere ed evitare. I Sabini, inesperti, si stavano dirigendo proprio lì ed scamparono al disastro solo grazie alla fortuna: Curzio un sabino illustre, acceso dal desiderio di gloria e sicuro di sé, si spinse avanti e naturalmente fu inghiottito dalla fanghiglia; il cavallo non fu capace di uscirne e questo avvertì gli altri di passare altrove. La battaglia fu di esito incerto, l'unica cosa che si conosce è l'alto numero di morti da entrambe le parti e uno di essi fu Ostilio, il marito di Ersilia e nonno del futuro re di Roma. Certo questa non fu l'ultima battaglia fra i due eserciti e nessuno può sapere quando ci sarebbe stato un vincitore, tanto le parti sembravano equivalersi, se non fosse accaduto un fatto conturbante. Si videro le figlie dei Sabini (rapite) accorrere da ogni lato tra grida e lamenti, come invasate da un dio, e andare incontro ai loro mariti e padri. Alcune portavano in braccia i pargoletti e tutte invocavano la pace fra Sabini e Romani con queste parole: "Non veniste a vendicarci dei nostri rapitori finché eravamo nubili e tentate ora di separare le spose dai mariti e dai figli. L'aiuto che ci prestate ora per noi tapine è più angoscioso della trascuratezza e dell'abbandono in cui ci lasciaste prima".
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    Messaggio Da Lemond Ven Apr 17, 2015 9:05 am

    San Martino I

    L'imperatore inviò un nuovo esarca con l'ordine di arrestare il papa e Teodoro Calliope entrò in Roma il 15 giugno 653 alla testa delle truppe, mentre Martino non poté andargli incontro, perché era costretto dalla gotta a restare in Laterano. L'esarca, per evitare ogni risentimento del popolo, lasciò trascorrere la domenica e decise di presentarsi al cospetto del pontefice il lunedì, senza peraltro manifestare le proprie intenzioni. Il papa, fiducioso e ingenuo, consenti a Teodoro di entrare in Laterano con le truppe, ma quando ciò avvenne l'esarca consegnò ai presenti il decreto imperiale, che ordinava la deposizione di Martino I, accusato di aver usurpato il seggio pontificio, e ne imponeva il trasferimento a Costantinopoli, per essere giudicato. Il papa non reagì e il suo comportamento fu veramente esemplare nell'accettazione di quanto intuiva gli sarebbe capitato a Bisanzio; si comportò in tal modo per evitare qualsiasi spargimento di sangue. Il 19 giugno cominciò il lungo viaggio che fu un martirio, perché il papa soffriva oltre che di gotta, anche di dissenteria e, nonostante ciò, non gli fu mai permesso di scendere a terra. (segue)
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    Messaggio Da Lemond Lun Apr 20, 2015 10:33 am

    Vita di Romolo XI

    Si raggiunse un accordo, per il quale le donne che lo desideravano potevano rimanere con i mariti e la città sarebbe stata abitata in comune da Romani e Sabini; essa sarebbe stata chiamata Roma da Romolo e gli abitanti Quiriti, da Curi, patria di Tazio; il luogo ove questo accordo fu stipulato ha nome di Comizio, da *comire* -> andare insieme, incontrarsi. Cento sabini furono aggregati ai patrizi e l'organico delle regioni fu elevato a seimila fanti e seicento cavalieri. La popolazione fu divisa in tre gruppi, come si può evincere dai nomi di tri-bù e tri-buni. Ogni tribù si divideva in dieci fratrie. A capo di tutti in principio erano due re, che discutevano in comune gli affari dello Stato; ciascuno si consigliava prima con i suoi cento senatori e poi aveva luogo l'adunanza congiunta di tutti i membri del Senato. I Sabini adottarono i mesi romani, mentre Romolo prese da loro gli scudi oblunghi; le feste e i sacrifici tradizionali delle due stirpi continuarono tutte e ne furono anche istituite alcune comuni. Il culto del fuoco sacro sembra un esempio romano-sabino e la designazione a custodirlo delle sacre vergini, dette Vestali.
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    Messaggio Da Lemond Lun Apr 27, 2015 10:30 am

    San Martino I


    Quando arrivò a Costantinopoli il 17 settembre del 654, da più di un mese Roma aveva un altro papa, consacrato per volere di Costante II e Martino non ricevette a Bisanzio gli onori riservati ai suoi predecessori. Fu subito chiuso in un carcere e tre mesi dopo cominciò il processo per alto tradimento, che si ridusse a una farsa dalla tragiche conseguenze. Non poté neppure difendersi, perché il capo d'accusa era delitto contro lo Stato, per aver convinto l'esarca Olimpio a ribellarsi all'imperatore e aver chiamato i Saraceni in Sicilia per allearsi contro Bisanzio! La sentenza era già stabilita e, nell'attesa dell'esecuzione capitale, gli furono riservate altre sofferenze e, per esempio, fu trascinato in catene e mezzo nudo (nel freddo pungente) dalla città al carcere. Poi però Costante decise di commutare la morte in esilio e, nel 655, fu spedito nel Chersoneso, ridotto ormai agli estremi e abbandonato da tutti, compreso il clero romano, che ormai si occupava solo del nuovo papa. Commoventi sono le lettere scritte da Martino a quei pochi amici di Costantinopoli, dove si lamenta che la chiesa non gli fornisca neppure i viveri. Il 16 settembre del 655 morì nel suo esilio, solo, senza amici e il tutto, per un cavillo teologico!  Mad
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    Messaggio Da Lemond Mer Apr 29, 2015 10:00 am

    Vita di Romolo XII

    Il quinto anno del regno di Tazio-Romolo, alcuni servi del primo assalirono gli ambasciatori di Laurento per derubarli e la cosa finì con l'uccisione di tutti i laurentini. Di fronte a un atto così terribile, Romolo ritenne doverosa una punizione immediata dei malfattori, ma Tazio rimandò e ostacolò l'esecuzione. Fu questo il primo e unico screzio fra i due in quegli anni. I famigliari degli uccisi, impediti dall'ostruzionismo d'aver giustizia per vie legali, un giorno che il re sacrificava a Lavinio, in compagnia di Romolo, gli saltarono addosso e l'ammazzarono, poi scortarono Romolo a casa, benedicendolo come uomo giusto. 
    Il re, ormai unico, fece trasportare il corpo di Tazio a Roma e gli diede onorata sepoltura sull'Aventino, ma non dimostrò invece di volersi curare minimamente dei sicari e anzi li rilasciò, dicendo che gli assassinii si lavano con altri assassinii. La frase suscitò un certo sospetto, poiché sembrava che lui fosse contento di essere stato liberato dal collega, tuttavia non intervenne alcun cambiamento nella vita dello Stato e i Sabini continuarono a "venerarlo", così come anche molti stranieri. Quelli che, invece, gli erano contrari e gli creavano forti imbarazzi, come i Fidenati, furono da lui sottomessi con la forza: occupò con abile strategia Fidene, ma si astenne dal danneggiarla o raderla al suolo, come usava a quei tempi; ne fece invece una colonia romana e alle successive idi di aprile fu ripopolata da duemilacinquecento cittadini romani. 
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    Messaggio Da Lemond Mar Mag 05, 2015 9:20 am

    San Eugenio I (654 - 657)


    Consacrato per volontà di Costante II quando era ancora in vita San Martino. La prepotenza bizantina non aveva trovato alcun ostacolo nella curia romana e lo stesso nuovo santo (Eugenio) può essere accusato di tradimento. Egli avrebbe avuto il dovere morale di rifiutare la nomina, mentre per più di un anno ci furono un papa prigioniero, ma pur sempre vicario di Dio in terra, e un papa voluto dall'imperatore. Wink Eugenio si mostrò subito accondiscendente a Bisanzio a proposito del Cristo e approvò la nuova formula, nella quale si aggiungeva alle due distinte volontà, una terza come persona e quindi sul nuovo papa si può dire che in quell'anno 654 fece una figura piuttosto meschina. Nel 656 Bisanzio volle addirittura di più, sempre a proposito della dottrine della/e volontà del Cristo, ma il clero e il popolo romano si opposero e consigliarono il papa di respingere quella "professione di fede". Ma Eugenio non si voleva convincere e ci volle un'azione di forza contro di lui perché rifiutasse l'incriminata Synodica. Di li a poco, morì e la chiesa lo santificò e, a distanza di tredici secoli dalla sua morte, gli dedicò pure una basilica, inaugurata nel 1951 da papa Pacelli, di nome Eugenio. drinking-wine diavoletto crazy guy
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    Messaggio Da Lemond Gio Mag 07, 2015 9:26 am

    Vita di Romolo XIII

    Subito dopo questi avvenimenti si abbatté su Roma una pestilenza e i Cameri, supponendo che la città non fosse in grado di reagire, l'assalirono; Romolo affrontò i nemici in una battaglia campale, mettendoli in rotta e colonizzò anche Cameria; tanto si poté fare, perché ad appena sedici anni dalla fondazione, già Roma rigurgitava di abitanti. Tale conquista rafforzò le sue fortune, perché i vicini si sottomettevano a lui, paghi della sicurezza che garantiva loro. Gli Etruschi, invece, decisero di non poter tollerare l'ingrandimento continuo di Roma/Romolo. I Vei, per primi, chiesero la restituzione di Fidene, richiesta ridicola, fatta solo per creare un "casus belli". Dopo la risposta negativa, i Vei divisero le forze: una colonna assalì Fidene, mentre l'altra marciava su Roma. Romolo ebbe la meglio su entrambi i campi di battaglia e, lasciando che i superstiti fuggissero, puntò direttamente su Vei/o. Gli abitanti non opposero alcune resistenza e si piegarono a sottoscrivere un'alleanza della durata di cento anni e la concessione di una vasto territorio, chiamato "Septempagium". Alle Idi di ottobre fu celebrato il trionfo dell'ultima guerra combattuta da Romolo, perché neppure a lui riuscì di evitare quel che accade a chi sale troppo in alto: abbandonò i modi democratici e instaurò una monarchia che divenne odiosa dopo poco tempo e, non si sa quando, non si sa come, alle None di luglio dell'anno dopo la conquista di Vei/o, il re scomparve. Naturalmente i sospetti caddero sul Senato.
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    Messaggio Da Lemond Lun Mag 11, 2015 9:20 am

    San Vitaliano (657 - 672)

    Il nuova papa fu consacrato neanche due mesi dopo la morte di Eugenio, perché Costante II cercava di ristabilire buone relazioni con la Chiesa latina. Vitaliano, d'altra parte era di temperamento conciliante e quindi accolse di buon grado il tentativo: spedì a Bisanzio i legati pontifici e accolse con grande onore la visita ufficiale dell'imperatore nel 663. Costante arrivò da Napoli lungo la via Appia e fece l'entrata trionfale in Roma il 5 luglio. Il papa, nota il Gregorovius, appare in tono dimesso, ma è piuttosto comprensibile tale atteggiamento, perché occorreranno molti secoli prima che questo spettacolo di umiltà si possa convertire nel trionfo di Canossa. Però, questo reciproco rapporto ossequioso, con funzioni solenni in omaggio anche alla sovranità pontificia, restò un aspetto esteriore, perché in effetti Costante era venuto a Roma per questioni militari, contro i Longobardi e se ne andò dopo aver depredato quanto era rimasto degli antichi tesori pagani; giunse persino ad asportare le tegole di ferro del Pantheon. Inoltre, una volta raggiunta Siracusa, dispose, con legge speciale, che dal primo maggio 666 la Chiesa di Ravenna si dovesse considerare autonoma e l'arcivescovo della città avrebbe ricevuto dall'imperatore, come ornamento onorifico, il pallio. Si creava una specie di scisma e il primo ad arrogarsi questa autorità fu l'arcivescovo Mauro che, non tenendo in alcun conto l'anatema lanciatogli da Vitaliano, scomunicò lui stesso il papa. 
    Ma due anni dopo Costante II fu assassinato a Siracusa e il papa mobilitò  tutte le sue forze affinché fosse eletto a succedergli Costantino IV Pagonato e quest'ultimo gli dimostrò eterna gratitudine, anche se i frutti di essa si sarebbero manifestati dopo la morte di Vitaliano, che avvenne il 27 gennaio 672.
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    Messaggio Da Lemond Gio Mag 14, 2015 10:22 am

    Vita di Romolo XIV

    La sparizione di Romolo avvenne alla None di luglio (Quintile allora) e non lasciò nessuna traccia sicura, perché non si è mai trovato traccia del cadavere. Alcuni supposero che i senatori si fossero gettati su di lui nel santuario di Efesto e lo avessero fatto a pezzi, altri pensano invece che scomparve nella palude detta della Capra. Le cose erano giunte a questo punto, continua la storia, quando un patrizio, uno dei pochi stimati universalmente per la sua dirittura morale, di nome Giulio Proculo, si presentò al Foro e lì, davanti a tutti i cittadini, tenendo una mano sulle reliquie più sacre, disse: "O Romani, lo giuro: mentre venivo qui, Romolo mi è apparso e mi ha detto che agli Dèi, dai quali provengo, piacque che rimanessi fra gli uomini solo per un certo tempo e che, fondata una città destinata a grande gloria, di nuovo tornassi in cielo.  Ma fatti animo e vai a dire ai Romani che se coltiveranno la moderazione e il valore, giungeranno al più alto grado di potenza concesso ai mortali. Io sarò il vostro dio protettore, Quirino". Questo racconto sembrò credibile e nessuno contraddisse Proculo, ogni sospetto si dileguò e tutti pregarono e onorarono Quirino come un Dio.  Devo aggiungere che l'intiero racconto assomiglia alle favole che gli Elleni raccontano su Aristea di Proconneso e Cleomede di Astipalea. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Mag 19, 2015 1:49 pm

    Adeodato (672-676)


    Era un monaco romano del convento di S. Erasmo. Fu un pontefice di scarsa importanza (come quasi tutti nei primi secoli, dominati dall'imperatore) sotto il quale non fecero alcun progresso le questioni aperte con Bisanzio e Ravenna, dove il nuovo arcivescovo Reparato mantenne la propria autonomia, rifiutandosi a più riprese di sottomettersi al papa. 

    Dono (676 - 678)


    Di lui non si sa nemmeno se era quello il suo nome, oppure Domno, però sotto il suo pontificato ebbe termine lo scisma fra Roma e Ravenna, perché il nuovo arcivescovo, Teodoro, rinunciò all'autocefalia, cioè alla completa indipendenza da Roma. Ma la cosa si verificò per l'intervento dell'imperatore Costantino Pagonato e non certo per la risolutezza del papa.
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    Messaggio Da Lemond Gio Mag 21, 2015 10:31 am

    Vita di Romolo XV



    Il soprannome di Quirino alcuni lo interpretano come *bellicoso*, altri come *cittadino*, poiché tutti si chiamavano *quiriti*; altri notano che gli antichi dicevano *quiris* per indicare la lancia e appellavano Era Quirite, quando era ritratta, appoggiata a un'asta. Quindi Romolo sarebbe stato denominato *dio lanciere*. Sul colle, che ha nome Quirinale gli fu eretto un tempio.
    Secondo la tradizione, quando sparì, Romolo aveva cinquantaquattro anni ed era re da trentotto. 
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    Messaggio Da Lemond Ven Mag 29, 2015 11:01 am

    Agatone (678 - 681)

    Il palermitano fu consacrato papa, secondo la leggenda, all'età di 103 anni e quasi subito ricevette una lettera da Costantino Pagonato, nella quale si dichiarava pronto a riprendere il progetto di riunificazione ecclesiastica tra Roma e Bisanzio e pensava di indire una conferenza internazionale per eliminare ogni controversia. Chiedeva al papa l'invio a Costantinopoli di alcuni rappresentanti. Agatone riunì in Laterano un concilio italiano per scegliere i vescovi e i legati pontifici e approvò il testo sinodale, ove erano esposte la dottrina delle due volontà e i modi di agire del Cristo, con riferimento esplicito a quanto deciso nel concilio di Martino I. La conferenza si aprì il 7 novembre 680 con l'imperatore alla presidenza, affiancato da due presbiteri e un diacono romani. 
    Nel frattempo "strani" avvenimenti si verificavano in Italia: una pestilenza stava imperversando e molti vedevano l'angelo buono e quello cattivo che giravano per la/le città. Infine, da una profezia si seppe che la peste sarebbe cessata solo se fosse stato innalzato un altare a San Sebastiano, cosa che fu fatta e in anni successivi questa leggenda è stata riportata in un quadro del Pollaiolo, posto nella chiesa romana di San Pietro in Vincoli. 
    A Costantinopoli intanto si arrivò al decreto del 16 settembre 81, dove si approvava la dottrina delle due volontà e si condannava l'eresia monotelista. L'anatema colpì anche il papa Onorio I, accusato di eccessiva indulgenza verso tale dottrina. Questo, secondo il Gregorovius, è uno degli avvenimenti più notevoli della storia ecclesiastica, tanto che più tardi la condanna di Onorio divenne un'arma in mano di coloro che combatterono il dogma dell'infallibilità papale. Wink
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    Messaggio Da Lemond Dom Mag 31, 2015 9:39 am

    Confronto fra Teseo e Romolo (I)


    Balza agli occhi che Teseo, già erede di una dinastia importante, preferì partire alla realizzazione di grandi cose, invece Romolo divenne coraggioso solo per paura, cioè per sottrarsi alla condizione di servaggio e alla punizione che lo minacciava. In secondo luogo il più alto gesto di Romolo è l'uccisione del tiranno di Alba e basta, mentre per Teseo le gesta furono innumerevoli e partì per difendere gli altri dai malfattori, senza aver ricevuto alcun torto, Romolo e Remo(lo) (avrebbe scritto qualcuno Very Happy) lasciarono che il tiranno facesse il bello e il cattivo tempo, finché non si rivolse contro di loro. Insomma Teseo dimostrò coraggio, magnanimità, senso di giustizia verso il bene comune, desiderio di gloria e virtù tali che non si possono esprimere in modo adeguato. 
    Altra cosa che li divise, fu che, pur se entrambi non conservarono nel proprio Stato il sistema monarchico, promosse il primo un mutamento verso la democrazia, mentre il secondo favorì la tirannide. 
    Infine non potremo assolvere né l'uno, né l'altro dall'ira irragionevole e dal risentimento con cui Romolo agì verso il fratello e Teseo contro il figlio, c'è solo da spiegare che  nel primo caso il dissidio nacque da un giudizio ponderato sul bene comune e quindi fu un atto a sangue freddo, mentre Teseo si lasciò andare dalla passione e la cosa; inoltre, alla fine, cosa più importante fu che gli effetti furono molto diversi: esiziale l'ira del romano, mentre lo sdegno dell'ateniese non andò oltre ingiurie verbali e maledizioni senili, il resto, pare, capitò al giovane per puro caso.
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    Messaggio Da Lemond Mer Giu 17, 2015 10:20 am

    San Leone II (682-683)


    Un lungo periodo di diciotto mesi senza papa seguì la morte di Agatone. Nel concilio di Costantinopoli si era verificata la condanna ufficiale di Onorio I e l'imperatore, prima di eleggere un nuovo pontefice, esigeva un'adesione totale dell'Occidente e pertanto Leone fu consacrato solo nel luglio 682. Il mese dopo inviò una lettera nella quale dichiarava di approvare tutte le decisioni del concilio e, in particolare, precisava che Onorio era stato colpevole di non aver spento subito la fiamma dell'eresia. Sotto il suo breve pontificato, San Leone l'unica cosa importante che riuscì a fare fu il restauro di due chiese: San Bibiano e San Giorgio al Velabro. Wink
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    Messaggio Da Lemond Ven Giu 19, 2015 10:13 am

    Confronto fra Teseo e Romolo (II)


    A Romolo va riconosciuto che prese le mosse, per la sua ascesa, da un punto di partenza molto basso: i due fratelli gemelli erano considerati servi, figli di pastori, eppure giunsero a liberare quasi tutti i Latini. E, a differenza di Teseo, che si limitò a trapiantare città in un sola, lui ne creò una dal nulla, volendosi in tal modo procurarsi: terra, patria, regno, stirpi, matrimoni e parentadi. Riguardo all'uccisione di Remo, si discute ancora chi sia stato l'assassino e probabilmente non fu lui, mentre è certo, al contrario, che salvò la madre da fine sicura e ricollocò sul trono di Albalonga il nonno, ridotto dal fratello ad uno stato di servaggio inglorioso e umiliante. Viceversa reputo che la leggerezza con cui Teseo dimenticò le istruzioni del padre a proposito della vela, difficilmente potrebbero evitargli l'imputazione di parricidio. 
    In materia di rapimenti di donne, Teseo non ha alcuna plausibile difesa e quindi si può dire che abbia agito per solo spirito di violenza e concupiscenza. Romolo invece dimostrò con il comportamento successivo che quell'atto di forza era un'operazione di saggezza mirabile per realizzare un'unione politica. Con essa legò insieme due stirpi ostili e il tempo è testimone delle virtù, affetto e stabilità che Romolo infuse nel matrimonio (unico il suo).
    Grazie all'unione coniugale fra romani e sabini i due re poterono amministrare il potere congiuntamente, mentre i matrimoni di Teseo non portarono niente di buono agli ateniesi. 
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    Messaggio Da Lemond Mer Giu 24, 2015 9:26 am

    San Benedetto II (684-685)

    La consacrazione di questo papa (romano) avvenne undici mesi dopo la morte di Leone, ma Costantino Pagonato si rese (alfine) conto che la conferma imperiale era causa di spese e di perdita di tempo, così, in una lettera al neoeletto dichiarò di rinunciare a questo suo diritto personale, concedendo invece la delega all'esarca, così che da Ravenna tutto sarebbe stato più semplice. In ogni caso la conferma del papa eletto seguitò a non essere immediata, anche se, però, il ritardo non superò mai i tre mesi. Di questo papa (naturalmente santo Very Happy ) non si hanno notizie particolari sul "Liber pontificalis" , solo che fu sepolto a San Pietro l'8 maggio 685.
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    Messaggio Da Lemond Dom Giu 28, 2015 10:10 am

    Licurgo e Numa


    Sul legislatore di Sparta quasi tutto è controverso, perché gli storici non si accordano nemmeno sull'epoca nella quale visse (ma d'altra parte si sa che la storia antica è piena di leggende, tipo quella di un certo Gesù che, probabilmente non è mai esistito fisicamente). C'è chi suppone addirittura l'esistenza di due Licurghi, entrambi famosi, ma in età diverse, per cui poi la storia i ha sommati. Sad Cercherò di seguire l'opinione della maggioranza, anche se non sempre questa è una buona scelta. 
    Il più celebre dei suoi antenati fu Soo, che regnava quando gli Spartani asservirono gli Iloti e sottrassero una vasta regione agli Arcadi. Sebbene fosse assai stimato, la casa reale non prese il nome da lui, ma da figlio Euripontide, perché pare che costui sia stato il primo a temperare l'assolutismo eccessivo della monarchia. Il popolo approfittò di queste concessioni e si ribellò varie volte contro la monarchia e Sparta conobbe un lungo periodo di illegalità e disordini, durante il quale regnò anche il padre di Licurgo. Alla sua morte, lasciò erede il figlio primogenito Polidecte, che però morì dopo breve tempo. Tutti credettero che il regno passasse a Licurgo, ma si seppe che la moglie del fratello defunto era incinta e Licurgo dichiarò per primo che il trono spettava al bambino, se nasceva maschio, e, da allora, esercitò il potere come tutore o *prodico*, come i Lacedemoni chiamavano chi proteggeva e rappresentava i re orfani.


    Ultima modifica di Lemond il Lun Ago 10, 2015 9:06 am - modificato 1 volta.

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