Lemond ha scritto:Inferno significa sotterraneo -> inferum e ciò fa riferimento ai popoli che seppellivano i morti e i cristiani, al solito, hanno copiato il termine e l'inumazione dalla fisica e metafisica degli egizi e dei greci. Gli indiani e altri popoli orientali invece, che avevano inventato la credenza della metempsicosi, non hanno mai pensato che le anime potessero finire nel sotterraneo. ;)I Greci, con l'andar del tempo, fecero di queste cantine un vasto regno che assegnarono ad Ade e a sua moglie Persefone e come loro servitrici le Furie e le Parche, per filare, dipanare e troncare il filo della vita. E siccome in Grecia c'era almeno un cane in ogni casa, nell'Ade ce ne fu messo uno con tre teste. I poeti, che avevano inventato questi inferi, furono i primi a farsene gioco; ad es, Virgilio ne parla con disprezzo nelle Georgiche e a Roma si declamavano i versi della Troade di Seneca. Lucrezio e Orazio si esprimono con la stessa energia e l'imperatore filosofo Marco Aurelio sostiene: "Colui che teme la morte, pensa o di essere privato di ogni sentimento o di provare altre sensazioni, ma se tu non avrai più sentimenti, non sarai soggetto neppure al dolore e se avrai invece altro modo di sentire, non sarai più, di certo, la stessa persona". ;)E Cicerone da parte sua. "Non c'è più nemmeno un vecchiarello ormai che creda agli Inferi", mentre Lucrezio sosteneva che invece in molti pensavano di dover affrontare eterni castighi dopo la morte. Insomma anche nei tempi classici, al riguardo, il popolino si divideva come oggi fra di noi.
(segue)
Lemondaccio, innanzitutto Buon Anno (laicamente)
Prendo spunto da questa frase (
i cristiani, al solito, hanno copiato il termine e l'inumazione dalla fisica e metafisica degli egizi e dei greci) per discutere, con te laicamente, di quanto scritto.
Lo faccio (consentimi l'ineleganza) con una domanda:
- Non si rischia con un laicismo "religioso" di inumare anche la fisica quantistica che stiamo solo inizialmente approcciando in modo scientifico?
Il discorso sull'aldilà non è legato al solo sentimento religioso, è un qualcosa di più profondo, di più connaturato alla fisica ed alla natura umana. Per tutta la vita noi tendiamo a rappresentare ed a "ricreare" nell'universo macrocosmo delle strutture umane che sono più o meno già presenti nel microcosmo umano (non solo quello materiale).
Percepire un qualcosa che vada oltre (nell'aldilà) la vita fisica è un qualcosa di innato, di connaturato.
Io non credo in un aldilà religioso, né in un aldilà reincarnativo. Credo semplicemente in una più vasta fisica dell'energia non dominata dal tempo e dalla materia. Noi siamo materia nella vita fisica, ma non in una fisica dell'esistenza assoluta più vasta. Un po' come i numeri reali nell'universo dei numeri complessi.
Posso concordare con te che le religioni (ma pure il laicismo militante) ci possono limitare l'esistenza nell'ambito del credo dei soli "numeri interi" rinnegando l'immaginario dei "numeri complessi" ed ignorando la diversità di numeri razionali, degli algebrici e dei trascendenti.
Fino a che la fisica si limitava all'atomo come mattoncino dell'essere potevamo anche escludere "razionalmente" un aldilà di un "qualcosa di qua", ma dal momento che la percezione e l'osservazione scientifica hanno aperto questi confini, il significato relativista della energia che non si crea e non si distrugge assume significati ben più ampi.
Di certo nel mondo della materia diminuisce irreversibilmente la capacità della energia di creare lavoro (come sappiamo che l'intero 2 è maggiore dell'intero 1). Ma il lavoro è un concetto di questo minuscolo sottosistema che è la vita in materia, perché è il prodotto di una forza (un ormone) ed uno spazio dimensionale (spostamento).
Chi l'ha detto che il lavoro in altri sistemi "complessi" debba essere compiuto ancora da una forza?
Vabbeh, l'ho fatta lunga caro Lemond. Ho scritto tutto questo solo per dirti una cosa: mettiti il cuore in pace, la mia e la tua energia continueranno bischeramente a discutere oltre lo spazio ed il tempo e, soprattutto, oltre le carcasse che in questo sottosistema fisico quantistico ci ospitano.
Godiamocela insomma (la carcassa ed i gusti - non piaceri - che ci riserva!).
Anche se quel qualcosa che sta tra qua e di là ci reca tormento, angoscia e paura; ma pure fascino perché ci fa sentire uomini, fallaci e "mortali".
Buon Anno Lemondaccio!
Ps. Tempo fa parlavo con mia cognata religiosissima di aldilà e di queste cose ... alla presenza di un immacolato nipotino di 6 anni (allergico alle candele e splendidamente "curioso").
E' stato ascoltando le sue osservazioni genuine che ho maturato ancor più le mie modeste