Piccolo ma interessante gossip sulle partecipazioni al prossimo
Giro.
Delle grandi vedettes (dei quattro moschettieri chiamati in causa da Tinkoff) al
Giro vedremo "probabilmente" solo l'Alberto da Pinto.
Ma si vocifera che la sua presenza sia solo molto probabile e non ancora certa.
Per partecipare il madrileno avrebbe sottoposto agli organizzatori (a Vegni & Co.) una serie di clausole economiche e collaterali. Una di queste è alquanto originale ed indicativa di come il ciclismo abbia dei veri e propri gioielli, ma dei quali (a differenza degli stranieri), ne ignora la portata.
Sembra che una clausola sia costituita dall'invito del team under 23 di Alberto Contador, la Fundacion Contador, al ... udite, udite ...
GIRO DELLA VALLE D'AOSTA.
Questo splendido e prestigioso
Giro non gode incredibilmente di grande salute in Italia (l'edizione 2014 è stato corso all'80% al'estero), ma è senza dubbio un punto di riferimento per il ciclismo mondiale, non solo europeo.
Che dire? Il successo e la buona riuscita del "colosso"
Giro d'Italia dipende anche dal piccolo ed in Italia (anzi in Valle d'Aosta) poco considerato mitico
Giro della Vallée.
Una soluzione per i coraggiosi organizzatori del Valle d'Aosta ci sarebbe: trasformare il Tour de la Vallée in una granfondo a tappe per cicloamatori possidenti
e poi invitare i corridori della Fundacion Contador come testimonial assieme al loro presidente-campione.
Però non so se apprezzerebbero.
FOLLE CICLISMO ITALIANO: lo sport dove gli eventi di livello parrocchiale o scapoli-ammogliati (granfondo) hanno dieci volte le risorse della serie A (ciclismo under 23 e prof).
Un mondo all'inverso, dove una Spa per salvare il suo prodotto chiede aiuto ad un piccola e coraggiosa Asd locale della più piccola regione d'Italia (ma molto bella e montagnosa).