Giro d'Italia 2015 - Notizie, anticipazioni, ipotesi sul percorso - DISCUSSIONE GENERALE

Promemoria primo messaggio :

Pare sicuro che il Giro d'Italia 2015 parta dalla Liguria, con una cronometro e poi altre due tappe.



Edit ADMIN:
Tutte le altimetrie e planimetrie sono state spostate e sono disponibili al seguente link:
http://www.ciclopassione.com/t1497-giro-d-italia-2015-notizie-anticipazioni-ipotesi-sul-percorso-discussione-generale#11531

Concentriamo tutta la discussione su Giro e tappe, direi, su questa discussione "concentrata".


Quest'anno non ho il tempo necessario per creare tutte le altimetrie e fare le analisi come mi piacerebbe.

Nemmeno un bruttissimo percorso, bella la crono, belle alcune tappe miste, però manca il tappone. S'era parlato di ritorno di una tappa cuneese (ne pregustavo già una alla maniera di quella del Giro 2003), invece niente... Percorso non brutto, ma leggerino, probabilmente per rispettare i patti con Contador e per tentare in extremis di far cambiare idea a Nibali (e soprattutto a Vino).

Ultimi percorsi usciti così male:
2009, per compiacere Lance
2004, probabilmente per favorire il doppio impegno di Simoni

eliacodogno ha scritto:Nemmeno un bruttissimo percorso, bella la crono, belle alcune tappe miste, però manca il tappone.

Mi preparo un post al riguardo, perché voglio argomentare la mia opinione, e lo farò soprattutto dopo che sarà presentato il Tour, col quale si rischia di aumentare il solco che ci divide.

Io invece non lo trovo cosi male
avrei messo 500km in piu ma è un discorso vecchio
nella tappa valdostana avrei aggiunto il zuccore
la tappa di verbania è iper spettacolare
piancavallo è una strada non semplice.
gia l imbocco è una curva molto chiusa e parte bella secca
poi dal gpm a piancavallo spettacolo
idem fino a premeno
Si può far l impresa

meazza ha scritto:
avrei messo 500km in piu ma è un discorso vecchio

Hai detto nulla
Però forse si violano una decina di regole UCI

Però quelli mancavano anche gli altri anni purtroppo
Giro interessante
inutile avere tante salite oltre i 2000 a maggio
poi tra zoncolan e mortirolo nn c è sfida..
e ritorna pure il finestre

La mia prima reazione devo dire che è stata pari pari la stessa di Benoix. Un Giro dal percorso subalterno in tutto al Tour. Un Giro con tanti (si fa per dire ...) km a crono e con salite tutte vicine al traguardo, proprio come vuole Contador (che è un corridore finito, FINITO). Insomma, come dice anche Vegni, un Giro fatto per i "bisogni" dei corridori. 'Na schifezza.
Come si fa a classificare di Media Montagna la tappa di La Spezia è un mistero. All'Abetone, in quella tappa, potrebbe vincere anche Ferrari, se si preparasse per benino. Peccato che Petacchi abbia smesso. Pure la tappa di Madonna di Campiglio (incredibili le gaffe a ripetizione dei rai) non è granchè.

A Froome gli converrebbe farci un pensiero perchè con 60 km a cronometro prima delle montagne (tutte vicine al traguardo), una volta guadagnato il paio di minuti, chi glielo toglie piu' ? C'è da correre in souplesse per tutto il Giro.

Questa volta rischiamo di averceli tutti tra i piedi, i sedicenti campioni, nella Sagra del "ciclismo moderno".

Be la tappa della mia regione..ha tre salite di fila..in piu staran sette ore quasi in sella
anche l tappa delle finestre e del mortirolo son belle
poi verbania..

Cerco la rissa,
impressione alla fine della lettura del percorso (non mi son visto niente oggi, andato diretto al sito della Gazza ora).

Mi piace.
Mi piace per ragioni tecniche, perché è aperto a tanti corridori e mi sembra equilibrato, perché c'è una crono vera e perché non ci sono 19 arrivi in salita tutti uguali,

Ma se devo essere sincero mi piace ancor più perché mi rende nostalgico - sto invecchiando mi sa - mi piace perché sa di antico,
E per ricordarmi davvero la mia giovinezza spero sia un Giro caldo, pieno di polline, con solo un po' di pioggia, ma tanto sudore e sole in TV.

è un Giro bello, che torna ad avere l'una volta classico carosello milanese (belli gli arrivi al Colosseo o all'Arena, ma Milano...)
e torna a visitare le Grandi città, come dovrebbe essere, con Torino, Genova e Milano, un triangolo industriale che fece l'Italia e che si spera continui a farla
e torna nella bella e classica Fiuggi (mai banali i finali in quella località, come nel 94)
che ha tanti percorsi tormentati e mossi, pur senza essere Liegi, ma aperti alle fughe, a fughe vere (come nel 94)
Che ha una crono lunga e impegnativa (ricordo Marostica 96)
che ha una tappaccia da maledire in Val d'Aosta (nel 97 Tonkov lasciò andare Gotti, ma poi non ebbe le gambe per riprenderlo. Lunga vita agli attaccanti....), con tre salite lunghe in sequenza e un chilometraggio vero
Che ha una tappa bellissima in Valtellina, dove si evita il Gavia ma dove se ci sarà corsa vera già da Pinzolo saran dolori - già, perché il giorno dopo il riposo succede sempre che qualcuno si pianti o che il DS carichi per bene la squadra, e allora le tappe si accendono
Che ha una salita dura come il Daone nel giorno dopo la maxixrono - recuperare 60 km di crono non è affatto facile, anche qua, come per l'Aprica, vale il discorso che sarà anche che nel ciclismo di oggi ci son pochi attacchi, ma in genere quando si vede uno in difficoltà ecco che torna la voglia di menare.
Un Giro che visita le Dolomiti (Madonna di Campiglio, dolomiti del Brenta)
il Prosecco,
il Santuario del Monte Berico (c'è sempre un santuario al Giro)
lo splendore delle 5 terre (e la Scoglina! Quanti dolori quella salita....)
che va su una salita bella come Campitello Matese (come nel 94) che ha tante salite prima, e che precede una tappa molto interessante
Che propone un circuito in Romagna - ma che figata essere a Imola quel giorno
Che sale sulla montagna di Coppi, l'Abetone, strappato a Bartali nel 1940
Che ha un ultimo esame affascinante di sabato sullo sterrato del Finestre - e che arriva a Sestriere, come in tante occasioni, tra cui il 94 (che toccava anche Follonica!)

Insomma,
mancherà la cavalcata dolomitica da 235 km e 4500 m di dislivello (bastava movimentare un po' più dalla distanza Cervinia/Madonna di Camp/Aprica per averla), ma di questi tempi TANTISSIMA roba.

Niente rissa , anch io lo trovo interessante
inutile mettere sei tappe dure di fila..
magari si poteva far qualcosa di più nella prima parte

Vabbè oh... e la carovana e le serate sotto gli alberghi dei corridori, non ce le metti?
Mettici però anche le tappe da 130/150 km: questi qui staranno cosi' poco in sella che potrebbero anche pensare ad un altro lavoro nelle ore libere ...

meazza ha scritto:Io invece non lo trovo cosi male
avrei messo 500km in piu ma è un discorsovecchio
nella tappa valdostana avrei aggiunto il zuccore
la tappa di verbania è iper spettacolare
piancavallo è una strada non semplice..

Il Piancavallo l'ho fatto due volte quando correvo, ma da Verbania non è molto duro.
Questo versante era ancora sterrato e lo conosco solo per esserci andato per funghi.
Non so se sia possibile l'impresa, perché la discesa (seppur stretta) è molto lunga.
La ritengo una tappa spettacolare, ma non credo foriera di distacchi sensibili.
E' però adatta ai crolli e per le strade è una tappa che allontana uno come Wiggins.
Per un po' di selezione sarebbe stata più efficace l'Alpe Segletta.


Il tracciato del Giro mi ha deluso profondamente perché manca un disegno d'insieme e manca in alcune di disegno di dettaglio. Il Giro sfigatissimo del 2013 era di gran lunga più bello.

La partenza è buona e la 4a tappa è di quelle che possono fare male. Vale quasi quella di Sheffield al Tour 2014.
L'Abetone è una presa per i fondelli. Era meglio andare ad Imola quel giorno ed affrontarlo al ritorno dal sud.
La tappa di Castiglione poteva prevedere il dentello nel finale; non appesantiva la corsa e le fatiche e avrebbe garantito lo spettacolo. Peraltro nella stessa Castiglione era disponibile un gran bel circuito già collaudato.
La tappa di Fiuggi si poteva movimentare meglio nella parte intermedia.
La tappa di Campitello è una signora tappa, di quelle che fa male col caldo (storia gloriosa peraltro), ma Castelpetroso non è un antipasto di valore; la provincia di Isernia offriva tanto di meglio.
La tappa sannita è bella, la più disegnata del Giro, un modello rimasto isolato.
I piattoni ravvicinati di Forlì e Jesolo, inframmezzati dalla tappa bella ma non impossibile di Imola non stanno né in cielo, né in terra. Sono osceni. Uno poteva bastare (ovviamente Jesolo). Forlì ha un territorio circostante talmente bello, che si poteva fare una tappa per velocisti e finisseur, cosa che non scompaginava il disegno d'insieme.
Nella tappa di Imola le tante difficoltà iniziali si smorzano con i tre giri dei Tre Monti che in un Giro sono solletico.
Sarei rimasto sull'Appennino limitando a due giri il finale e dando alla cittadina storica per il ciclismo una tappa da Tour sui Vosgi.
La tappa di Vicenza era stata strombazzata, ma il risultato non la rende così interessante come le attese avevano fatto credere, ma permane comunque interessante.
La cronometro è coraggiosa, è una novità, e questo va apprezzato, ma a conti fatti è meno dura altimetricamente della crono dei vini piemontesi del 2014.
Madonna di Campiglio è Madonna di Campiglio, nel bene e nel male.
La tappa di Aprica sta al nostro ciclismo attuale come Aprica 94 sta al ciclismo (dopato ma bellissimo) degli anni 90.
Per la tappa di Lugano ho le stesse perplessità di quella di Forlì. Con il territorio stupendo di Lugano, si poteva mettere un dentello che lasciasse la gara aperta a finisseur e velocisti.
Della tappa di Verbania ho detto sopra.
Saint Vincent è una bella tappa, ma non è un tappone, tappone che in questo Giro non c'è, mentre si sarebbe potuto fare anche restando sotto i 2000 metri pericolosi per un GT di maggio. E' una amputazione, questa, che ci renderà cugini poveri del Tour in modo irreversibile.
La tappa di Sestriere è scenografica, ci riporta ad una salita, il Finestre, che ad oggi non ha visto ancora la Grande Impresa, nonostante le collocazioni decisive in un paio di Giri.
E siamo all'ultima tappa, Torino-Milano, che è la celebrazione dell'assenza di fantasia, la celebrazione della noia, perché Torino-Milano non è l'autostrada, ma anche la valle del Po, anche se l'ultima tappa è solo un dettaglio.

Se fra qualche giorno il Tour dovesse ripetere il disegno vincente della scorsa edizione, noi avremmo la cifra esatta di quella riduzione ai minimi termini che per anni il Giro era riuscito rinviare, nonostante le umiliazioni varie ed i tanti tentativi di ridimensionamento perpetrati dai vertici del ciclismo mondiale.
E pensare che quel modo di disegnare, tra stradine, varietà di percorso, varietà di fondo e paesaggio era stata una invenzione italiana.

Comunque sia, beviamoci questa minchiata della eliminazione del doping (si chiamano tappe più umane) grazie ai tracciati per juniores.
Fantasma di Torriani, batti un colpo.

Gigi ha scritto:Cerco la rissa,
impressione alla fine della lettura del percorso (non mi son visto niente oggi, andato diretto al sito della Gazza ora).

Tu hai fatto l'elenco del bicchiere mezzo pieno, che mi può trovare pienamente d'accordo. Prova a fare una comparazione di questo Giro con quelli disegnati veramente bene (2013 ad esempio) e vedrai come la sudditanza psicologica verso il Tour abbia preso piede. Il tappone in Valtellina si poteva fare, tagliando da qualche altra tappa insignificante, ed invece si è preferito puntare su una tappa incompiuta. La crono è sì lunga, ma è più facile di quella di Barolo.


Ps. Mi sento in colpa per avere criticato a suo tempo Acquarone per gli inglesismi. Michele aveva una sua personalità (elegante ed orgogliosa) ed era comunque una testa pensante.
Quello di adesso è bellino e oggi ha spiegato graziosamente come preparare l'acqua calda.

Perla di saggezza: "Io credo che quest'anno il Giro sia come una classica ... al contrario"
"Abbiamo cercato di lavorare quest'anno su un concetto diverso della narrativa ...", Bellino è meglio di Fuffas!
Vedere la faccia di Vegni che sembra pensare "mah che cazzo sta a dì questo?!"

prof ha scritto:La mia prima reazione devo dire che è stata pari pari la stessa di Benoix. Un Giro dal percorso subalterno in tutto al Tour.

Giuro che quello che ho scritto sopra, l'ho messo senza aver letto il tuo post prima.
Questa cosa che hai scritto è quella che mi fa più incazzare.
Oggi la subalternità al Tour (implicita e palpabile) ci è stata pure venduta come un valore.

meazza ha scritto:Be la tappa della mia regione..ha tre salite di fila..in piu staran sette ore quasi in sella
anche l tappa delle finestre e del mortirolo son belle
poi verbania..

Infatti ho detto che è stata la mia prima reazione, quella a caldo; ho sempre bisogno di tempo per digerirmi il Giro. Le tappe che menzioni non sono male, è vero, ma sono le altre tappe che ... non esistono: l'impressione è che si tratti di un Giro piallato. Le tappe troppo brevi poi sono un insulto. Non so, vedremo ...

Anche l tappa del mortirolo bisogna partire da lontano
Idem alle finestre

Preferisco le salite dure come penultime salite o con arrivo in discesa

Prendo in visione solo ora il percorso del Giro 2015. Bella la tappa di Cervinia che transiterà da Biella, non farà la nostra Serra ma la galleria.

Meazza a te che sei di casa in VDA: descrivici i colli. 

Saint barthelemy fatto solo in macchina..molto irregolare..difficile trovare il ritmo
Le altre fatte in bici
Saint pantaleon piu dura all inizio
la pendenza media inganna xk c è un tratto in falsopiano di un paio di km
cervinia facile tranne in mezzo a valtournenche
bisogna partire sul saint pantaleon

Del Saint Barthelemy potrebbe fare selezione la discesa, una delle più lunghe ed impegnative della Vallée. Se dovesse piovere e fare freddo, la selezione sarebbe garantita.

Dichiarazione di Contador "Grandi salite e tanto dislivello,un Giro molto duro".

Di sicuro più classico rispetto a invenzioni del passato geniali, come Montalcino, il "tappone" di Pescara o altre perle.
Però qua di trabbocchetti ce n'è tanti,
la trafila aostana non è per niente banale (salite dai meno 110 all'arrivo, e manco un metro di pianura dai meno 90 con tanti ma tanti km a salire)
la tappona dove attaccare c'è (Aprica)
e c'è quella del ribaltone (Finestre).

Ora, a me sembra che avere qualche tappa di trasferimento, per favorire il recupero e quindi qualche azzardo in più, è una gran bella cosa. Le tre tappacce di fila degli anni scorsi ce le ricordiamo, finivan sempre in un nulla di fatto per lo più

Gigi ha scritto:Di sicuro più classico rispetto a invenzioni del passato geniali, come Montalcino, il "tappone" di Pescara o altre perle.

Dici poco? Come ben sai erano le cose che hanno tenuto in piedi il più debole Giro rispetto al Tour.
Dissipare questo patrimonio negli anni in cui il Tour ha carpito queste caratteristiche del Giro è puro autolesionismo.
Un autolesionismo che non riesco a spiegarmi, perché non stiamo parlando di dislivelli aggiuntivi, ma di dislivelli collocati con certosina attenzione nei punti giusti.
Una tappa che riscuote comunque la mia ammirazione c'è ed è quella più meridionale. San Giorgio del Sannio è una signora tappa.

Gigi ha scritto:la tappona dove attaccare c'è (Aprica)
e c'è quella del ribaltone (Finestre).

Io temo che Aprica non possa proprio essere una tappona. Il Mortirolo è una bella salita di pendenza, non regolare per fortuna, ma che con le tendenze attuali non fa grandi solchi, con la successiva Aprica che potrebbe ricompattare il quadro. La tappa del 94 ebbe quell'esito grazie al bellissimo Santa Cristina.

Gigi ha scritto:Ora, a me sembra che avere qualche tappa di trasferimento, per favorire il recupero e quindi qualche azzardo in più, è una gran bella cosa. Le tre tappacce di fila degli anni scorsi ce le ricordiamo, finivan sempre in un nulla di fatto per lo più

E' vero, verissimo sul piano sportivo, ma questo però comporta una dissipazione di audience tv rispetto alle concentrazioni del weekend.
A parte le sfighe meteorologiche, il Giro di Acquarone era stato un mega successo televisivo ben prima del delinearsi della leadership di Nibali, solo ed unicamente per la bontà del disegno di quel Giro.
E' vero che non deve essere la Tv a fare il percorso, però aver abbandonato quel trend è stato un errore madornale.

L'aprica non è solo 1994 (certe cose succedon raramente, e solo se hai dei Pantani in giro)
ma anche (inter multa) 2006 e 2010, e lì mi sembra che il duetto Mortirolo Aprica sia rimasto nelle gambe a molti.

Noto poi che non c'è nessun arrivo in salita spaccagambe, 
Cervinia easy, Abetone, Campitello pedalabile, Sestriere e Aprica ridicoli, Madonna di Campiglio ha solo il finale duro. NETTISSIMO cambiamento.
L'anno scorso Montecampione, Sestola, Montecopiolo, Panarotta, Zoncolan, Oropa, Val di Martello eran tutti più duri di tutti gli arrivi di quest'anno. Pazzesco...

Ora tutta la durezza è nella penultima, l'anno scorso a parte il Pura (e comunque disinnescato strategicamente dal moloch successivo) nemmeno una penultima salita impegnativa. Quest'anno Finestre, Mortirolo, in parte il St. Pantaleon, Daone, l'Alpe Segletta, son 5 penultime salitacce (segletta precede altopiano strappetti e discesa, una quasi penultima via...) per ispirare l'attacco.

Niente da dire, son catari a RcS, se hanno un'idea snobbano quella opposta. Come l'anno scorso mancava terreno per attaccare da lontano, qua manca l'arrivo in salita duro. Se si valverdizzan tutti manco lo scatto nel finale ci vediamo, processioni di Monteverginidimercogliano a non finire.

Spero almeno che questo assetto di corsa smuova i corridori e i DS a pensare e osare

Io vedo buoni distacchi solo nella tappa valdostana, però resto possibilista sul concetto, da te adombrato, che un percorso più facile (o meglio: arrivi più facili) possa stimolare il coraggio degli attaccanti.
E' possibile, lo auspico.

Ps. Io non sono così certo che gli Rcs abbiano avuto queste "sensibilità" progettuali. Forse.
Hanno fatto un matrimonio coi fichi secchi e badato al risparmio.
L'attenzione con cui lavorano e verificano l'operato la vedi da questo grafico 3d della salita di Madonna di Campiglio:


Esiste la località Abetone a Madonna di Campiglio?
Non volevo tirare fuori questa cosa, ma ... per me è indicativa.

ah sì, l'avevo notata, il classico copy paste del programma editoriale, ma poi si è dimenticato di cambiare il testo nella finestra

Già è difficile veder attaccare anche su percorsi duri; in questo Giro poi pare impresa ancor piu' ardua, da vicino o da lontano che sia. Solite tappette da u23 a parte quella valdostana. Se non ci si mette il tempo, o una caduta in discesa, non vedo francamente cosa di significativo possa accadere al di là della cronometro. I ds freneranno tutto per garantirsi il piazzamento.
Tappe brevissime in montagna e una tappa di 260 km interamente in pianura: esattamente il contrario di ciò che si dovrebbe fare.

Giro soporifero per tutti in attesa e in preparazione del Tour.
Forse RCS ha già venduto i diritti ad ASO e non lo dicono ...

Non sono contrario agli arrivi su salite pedalabili, da rapporto per capirci: queste possono fare piu' selezione degli Zoncolan (che per me restano degli obbrobri). Mi piacciono pure gli arrivi di fondo valle: il tutto purchè la tappa sia una tappa dura, con tante salite e una distanza consona a una tappa di GG per professionisti.
Il Mortirolo non ha mai fatto sfracelli e, come dice Maino, dove questi sono avvenuti, è perchè era rimasto sulle gambe. 
Se nella tappa del Finestre vi fossero state altre salite prima, sarebbe stato molto meglio.

Piccolo ma interessante gossip sulle partecipazioni al prossimo Giro.
Delle grandi vedettes (dei quattro moschettieri chiamati in causa da Tinkoff) al Giro vedremo "probabilmente" solo l'Alberto da Pinto.

Ma si vocifera che la sua presenza sia solo molto probabile e non ancora certa.
Per partecipare il madrileno avrebbe sottoposto agli organizzatori (a Vegni & Co.) una serie di clausole economiche e collaterali. Una di queste è alquanto originale ed indicativa di come il ciclismo abbia dei veri e propri gioielli, ma dei quali (a differenza degli stranieri), ne ignora la portata.

Sembra che una clausola sia costituita dall'invito del team under 23 di Alberto Contador, la Fundacion Contador, al ... udite, udite ... GIRO DELLA VALLE D'AOSTA.

Questo splendido e prestigioso Giro non gode incredibilmente di grande salute in Italia (l'edizione 2014 è stato corso all'80% al'estero), ma è senza dubbio un punto di riferimento per il ciclismo mondiale, non solo europeo.

Che dire? Il successo e la buona riuscita del "colosso" Giro d'Italia dipende anche dal piccolo ed in Italia (anzi in Valle d'Aosta) poco considerato mitico Giro della Vallée.

Una soluzione per i coraggiosi organizzatori del Valle d'Aosta ci sarebbe: trasformare il Tour de la Vallée in una granfondo a tappe per cicloamatori possidenti e poi invitare i corridori della Fundacion Contador come testimonial assieme al loro presidente-campione.
Però non so se apprezzerebbero.

FOLLE CICLISMO ITALIANO: lo sport dove gli eventi di livello parrocchiale o scapoli-ammogliati (granfondo) hanno dieci volte le risorse della serie A (ciclismo under 23 e prof).
Un mondo all'inverso, dove una Spa per salvare il suo prodotto chiede aiuto ad un piccola e coraggiosa Asd locale della più piccola regione d'Italia (ma molto bella e montagnosa).