Per motivi di lavoro (e altro ...) non ho visto le ultime tappe.
Capisco però che chi poteva dare fastidio al ns. Patrimonio Nazionale si è già ritirato: mi dispiace per il Giro perché l'interesse, già non molto vivace, diventerebbe trascurabile. E tutto questo prima che si raggiunga il territorio dei cosiddetti tapponi.
Mi ha colpito, in particolare, il ritiro di Lando: non che sia un fenomeno, però era arrivato qui come capitano dello squadrone della tv "mondiale" e "mondialista" e la cosa, dopo le vicende dello scorso anno, aveva un po' colpito la fantasia.
E' curiosa la modalità che ne ha portato al ritiro l'indomani della miglior crono della sua vita.
Mi ha ricordato il mio grande Meo Venturelli, cui capitò la stessa identica cosa l'indomani della crono di Ischia, ove stracciò nientemeno che Anquetil (e dico poco ...).
Altrove, il nostro amico Slegar, cita suoi amici del settore "preparazione" nel campo dello sci nordico. Questi ultimi affermerebbero che l'atleta è in realtà uno e trino, risultante dalla somma di: motore, centralina e "cassetta". Su motore e centralina vi è poco da chiarire, capiamo pio' o meno tutti di che si tratta. Sul contenuto della "cassetta", gli amici di Slegar affermano trattarsi di tutte quelle componenti meno evidenti e, a volte, persino immateriali e che purtuttavia fanno parte del corredo meno conosciuto dell'atleta, ma non per questo secondario quali: sistema nervoso, articolativo, mentale etc
Non vorrei essere irrispettoso nei confronti degli amici di Slegar ma, conoscendo un po' i preparatori, a me, quella "cassetta" di cui parlano, ricorda maledettamente la vecchia "cassetta" dei sempiterni "massaggiatori-preparatori" del ciclismo. Gli stessi dei tempi del mio grandissimo Meo. Gli "effetti" sembrano proprio gli stessi ... anche fisicamente si presentano con sembianze davvero molto simili ...
Grande ciclismo! E' diventato "moderno", ma sempre "nella tradizione" ...