Nel complesso il Giro del Colorado (o Usa Pro Challenge) è notevolmente più facile degli scorsi anni.
E' vero che di tappe piatte non ve ne sono (in passato almeno una lo era), ma la tappa in circuito di Colorado Springs è alla portata dei velocisti come pure l'ultima.
Purtroppo mancano tutte le montagne che davano un senso ed una sua esclusiva a questa gara, come l'Indipendence Pass, il Rabbit Ears Pass, il Bachelor Gulch ed il Cottonwood Pass, salite non difficilissime come pendenza ma lunghe e ad altitudini ragguardevoli, che provocavano sempre un po' di selezione. Quest'anno mancheranno tutte. Ci sarà il "nuovo" Monarch Pass, scalato da due versanti.
La prima tappa è abbastanza insidiosa ed è la stessa del 2013 dove vinse Peter Sagan su Van Avermaet.
La seconda tappa non prevede grandi montagne, ma ci sono due strappi con discreta pendenza in doppia cifra per pochi km finali, ma siamo sui 3000 metri. L'arrivo è impegnativo e dovrebbe scremare la classifica.
La terza tappa dovrebbe essere la tappa regina con la doppia scalata al Monarch Pass di cui si diceva.
La quarta tappa è una kermesse per le ruote veloci dentro Colorado Springs con dislivelli non rilevanti.
La quinta tappa è quella più europea come tracciato ed il finale è lo stesso di quella del 2013 con un grande Mathias Frank che staccò Lachlan Morton nel finale, entrambi resistendo ad un rientrante Sagan in gran spolvero.
Lo strappo di Boreas Pass ha punte del 14% e lo spettacolo finale sarà garantito. Di tutte è questa la tappa da non perdere.
Nella sesta tappa si percorrerà il tracciato ormai classico della semi-cronoscalata da Vail a Vail Pass, tappa che sarà decisiva per la classifica finale.
Nell'ultima tappa la salita di Lookout Mountain, a quasi 70 km dal traguardo di Denver e prima del circuito finale, non si capisce che cosa ci faccia. Renderà solo incasinata la kermesse finale con qualche ritardatario tra i piedi.
Dovessi dare un voto al tracciato, direi 6--