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3 partecipanti

    Alessio Galletti - Morire due volte per il ciclismo

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    Alessio Galletti - Morire due volte per il ciclismo Empty Alessio Galletti - Morire due volte per il ciclismo

    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Apr 12, 2014 11:13 am

    Un forum vorrebbe sempre occuparsi delle cose belle del ciclismo, delle cose che fanno amare lo sport e lo rendono una valvola di sfogo positiva dopo una settimana lavorativa.

    Purtroppo, o per fortuna, lo sport è anche un lavoro e sul lavoro si può anche morire.
    Alessio Galletti è morto durante la Subida al Naranco 2005 per un infarto che non gli ha lasciato scampo.
    La sua squadra non sottoscrisse allora una assicurazione che potesse coprire il danno civile da morte naturale sul lavoro.
    E oggi Uci e Fci se ne lavano mani e piedi con un vergognoso atto.
    UN VERO SCHIFO, CHE RENDE LA DIRIGENZA DI QUESTO SPORT LETTERALMENTE INDEGNA.
    Mi si perdoni l'urlo virtuale.
    La signora Consuelo, moglie di Alessio, era stata contattata da Tuttobici per raccontare la sua vicenda.
    Tuttobici si era fatta carico meritevolmente di seguire questa storia, sollecitando anche l'Accpi ad intervenire.
    So che di questa faccenda si era occupato anche il nostro collega forumista Angelo Francini, a cui ho inviato mail con invito a dire la sua.

    Ieri l'Uci ha letteralmente e vergognosamente scaricato questa vicenda, dichiarandosi in sostanza "non competente".
    Non è così perché anche nel 2005 su Uci e Fci gravava l'obbligo del controllo delle assicurazioni, cosa sulla quale non fecero nulla e del quale ha una gravissima responsabilità, morale e sostanziale, un ex dirigente italiano.

    Nel contempo non ci deve essere pietà per il dirigente della squadra di Galletti che non sottoscrisse la polizza e che poi si fece uccel di bosco, nascondendosi anche dietro alla affiliazione estera. Purtroppo il ciclismo è anche questo, tra faccendieri, loschi dirigenti ed anche ... chiamiamoli col loro vero nome, DELINQUENTI.

    Per chi volesse approfondire:
    http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=rivista&cmd=artdet&id=3974
    http://www.pisanews.net/alessandro-galletti-un-caso-che-non-deve-essere-dimenticato-lettera-della-moglie-consuelo-a-tuttobiciweb/
    http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=rivista&cmd=artdet&id=3974
    http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=67110
    http://www.ciclismoblog.it/news/18627/caso-galletti-mario-cipollini-aiutiamo-consuelo-io-ci-sono/

    Questa è una immagine di Marcus e Manuel Galletti:
    Alessio Galletti - Morire due volte per il ciclismo Marcus10

    Questi bellissimi ragazzi MERITANO UNA RISPOSTA dal ciclismo, l'azienda dove il loro padre è morto LAVORANDO.
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    angelo francini
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    Alessio Galletti - Morire due volte per il ciclismo Empty Re: Alessio Galletti - Morire due volte per il ciclismo

    Messaggio Da angelo francini Sab Apr 12, 2014 11:30 am

    Dopo le molte parole spese lo scorso anno per sensibilizzare il nostro movimento su questa brutta storia, si credeva che la parola data non a noi, ma alla Famiglia di Alessio Galletti, avesse un valore d'onore per i dirigenti di questo nostro sport!
    Per questo, come molti altri, avevo deciso di lasciar calmare le acque per aspettare l’esito di quell'impegno assunto dall'attuale dirigenza dell'UCI augurandomi una soluzione positiva per la Famiglia di Alessio Galletti.
    So che in tale ottica si era mossa anche l’ACCPI ed il CPA di Gianni Bugno.
    Ma oggi leggo questa notizia e resto deluso ed amareggiato: bisogna rivoltarsi contro queste gigantesche palle ed ingiustizie! Non bisogna permettergli di gabbare la gente!
    L'UCI ha la piena e totale responsabilità dell’accaduto, congiuntamente alla FCI ed alla LCP!
    Le regole l’UCI, allora come oggi, le aveva e le imponeva: lei stessa faceva i controlli sulla gestione delle società, attraverso una società di controllo svizzera di Lugano!
    Se le polizze non rispettavano quanto imposto da quelle regole, l’UCI doveva fermare la squadra: non dire oggi che la colpa è della squadra, comportandosi peggio di Ponzio Pilato!
    E si smetta di dire che un atleta che è morto in competizione, sotto sforzo, come Alessio Galletti è morto per morte naturale.
    Come nella storiella che si raccontava sulla Sicilia: quando trovavo uno con un pallettone in testa sotto una lama di fico d'india dicevano che era morto di morte naturale!
    Altrettanto grave è la posizione della FCI e la LCP che, sanno che in Italia esiste la Legge 91 la quale impone ben precisi vincoli di legge che in Italia devono essere rispettati: se non hanno eseguito questi controlli, o ne hanno delegato l’attuazione all’UCI, la colpa è esclusivamente della FCI e della LCP!
    Il corridore Alessio Galletti nel 2005 correva con tessera italiana della FCI n. 051262E e con una società che aveva questo codice FCI 09U0901: questo vuol dire che qualcuno ha verificato che le norme imposte dalla Legge 91, non le sballate regole dell’UCI, erano state rispettate. E se tutto non era in regola, come la Legge italiana imponeva ed impone, non doveva essere rilasciata nessuna tessera a nessun corridore di quella squadra: ormai è chiaro che qualcuno ha sbagliato e oggi deve assumersi le sue responsabilità.
    Nelle norme dell’UCI, allora vigenti come oggi, si prevede che lo sponsor della squadra debba firmare gli impegni unitamente al team manager essendo solidamente responsabile, nei confronti dei corridori e dell’UCI, per tutto ciò che attiene alla gestione della squadra: le regole non valgono solo per chiamarli in causa per i fatti doping, come è accaduto con Sciotti!
    Ed allora la squadra in cui correva Galletti, al di là di Vincenzino Santoni, aveva uno sponsor che è ancora vivo e vegeto e che, nel 2005, aveva la tessera FCI n. 573114J! 
    Care UCI, FCI e LCP chiamatelo in causa voi, in base alle vostre regole, non lasciate sola la Famiglia di Alessio Galletti.
    E se FCI e LCP hanno rilasciato la tessera, senza fare le opportune verifiche, ne rispondano: avevano ed hanno la polizza assicurativa (RC Amministrativa e di carica) che copre tale rischi!

    Smettiamola di dire che l’UCI comanda: è tutto un “falso ideologico” il movimento creato dall’UCI!
    L’UCI faccia ciò che è il suo unico compito: essere la Federazione internazionale delle Federazioni ciclistiche nazionali.

    Smetta di fare la super federazione. Non può permettersi di registrare società, corridori, creare le figure professionali tecniche: questo è un compito esclusivamente riservato ad ogni singola federazione nazionale, la quale nel suo Paese deve rispettare per prima cosa le Leggi imposte dallo Stato e non quelle dell’UCI.
    I corridori professionisti tesserati in Italia con un club italiano se oggi intentano una vertenza con il loro datore di lavoro, ossia un arbitrato come prevedono le norme UCI, saranno giudicati in base al diritto privato svizzero: questa è una bestemmia giuridica.
    Si obbliga un cittadino italiano che è dipendente (così sono inquadrati i prof veri: non quelli delle Continental) per un’azienda che ha sede in Italia (il suo gruppo sportivo) e che ha un problema con il suo datore di lavoro a dover rimettere il giudizio per il suo problema di lavoro, che è regolato dalla Legge ’91 italiana sul professionismo sportivo in primis, alle regole stabilite dal diritto privato di un paese extracomunitario quale è la Svizzera? Demenziale.
    E sono curioso di vedere se qualcuno vuole smentirmi su questo!

    Facciamoci sentire tutti per aiutare Consuelo ed i suoi due ragazzi, non lasciamoli soli.


    Ultima modifica di angelo francini il Sab Apr 12, 2014 12:17 pm - modificato 1 volta.
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    Alessio Galletti - Morire due volte per il ciclismo Empty Re: Alessio Galletti - Morire due volte per il ciclismo

    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Apr 12, 2014 12:00 pm

    angelo francini ha scritto:Facciamoci sentire tutti per aiutare Consuelo ed i suoi due ragazzi, non lasciamoli soli.
    Grazie Angelo, sempre chiarissimo e lucido sul rispetto delle regole.
    Su Tuttobici si lancia l'idea di una sottoscrizione per aiutare la famiglia.
    Io credo che si dovrebbe obbligatoriamente utilizzare parte di quella cifra per una causa legale da intentare contro chi non ha esercitato i controlli OBBLIGATORI (dirigenti Uci, Fci).
    Essendo la faccenda molto chiara da un punto di vista legale, è anche probabile che un avvocato accetti di essere pagato a percentuale sulla transazione in favore della famiglia.

    La definizione di "morte naturale" è assolutamente unilaterale e comoda per loro.
    Una morte sul lavoro non è una morte naturale.
    Una volta avviata la causa, io mi aspetto una risposta nel torbido da questi loschi dirigenti.
    Certamente arriveranno a ventilare il doping (questa è gente senza scrupoli e coscienza) ed altre zone grigie, pur di porsi al riparo dalle responsabilità.
    hanno torto marcio e il mancato controllo sulla società e la sua documentazione è una responsabilità che non possono cancellare. Solo i legali di una Accpi asservita alla Fci poteva accettare una versione del genere.
    Incredibile modo di agire di una associazione che dovrebbe fare da sindacato dei corridori e che invece copre gli interessi dei dirigenti.

    Sarà una battaglia lunga, ma alla fine la si vincerà.

    Ps. DELUSIONE COOKSON. Sad
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    Messaggio Da vallelvo Sab Apr 12, 2014 1:58 pm

    Data la mia ignoranza in materia, non entro nel merito della discussione di cui sopra per quanto riguarda le responsabilità.

    Parlo del privato italiano. La sicurezza sul lavoro deve essere rispettata. Ogni datore di lavoro è responsabile dei suoi dipendenti. Se succede una disgrazia ad un tuo lavoratore sei tu in prima persona a pagare. Assolutamente che tu abbia una assicurazione o meno.

    Pare che nel ciclismo la legge sia un'altra. Chi è più forte vince, mi spiace non è così almeno in coscienza.

    Per la famiglia di Galletti, oltre al dolore ora anche la beffa. Vergogna, aiutiamola.




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