Tranchée d'Arenberg ha scritto:Rieccomi di ritorno dai miei primi mondiali vissuti da bordo strada, ancora stanco ma felice come un bimbo di 7 anni mentre scarta il regalo che aspettava da tempo.
Non vi nascondo che il week-end trascorso a Firenze è stato uno dei momenti più emozionanti ed intensi del mio ultimo e complicatissimo anno. Dopo mesi abbastanza sofferti dovevo regalarmi un momento del genere. E nonostante 5 ore di pioggia continua e il fango che mi era arrivato fino quasi al ginocchio devo dire che ci sono riuscito
Ieri sera quando rientravo a casa in treno c'era gente che mi guardava quasi schifata tanto sporco e bagnato ero. Mi immagino i loro commenti:"Chissà da dove viene e chissà cosa ha fatto". Io me la ridevo sotto i baffi. Chissenefrega. Il fango si pulisce, le emozioni restano.
La mia giornata è iniziata molto presto, risvegliato quasi all'alba dalla pioggia che batteva forte sulla finestra. In quel momento ho capito che la gara sarebbe stata più dura del previsto. Alle 10 ero già sul circuito, in mezzo alle ammiraglie delle squadre di club intento a carpire gli uomori. Martinelli era sinceramente contento del cielo grigio che minacciava di riversare tanta acqua, nonostante lo stesso Nibali avesse già assaggiato l'asfalto poco dopo la partenza.
Verso mezzogiorno ho ritrovato la compagnia del buon Cauz (e di un bel pò di birra) con cui ho condiviso il resto della giornata. Ci siamo posizionati intorno ai -150. Da lì in poi è venuta giù veramente tanta acqua, un diluvio che ha allagato parte della zona attorno all'arrivo.
Al primo passaggio sul traguardo il gruppo era veramente già molto sfilacciato, e ancora di più dopo il primo giro. Gli inglesi già erano sfaldati così come gli statunitensi, mentre gli olandesi rincorrevano a poca distanza il gruppetto di testa che ad occhio era formato da una trentina di corridori tirato dagli italiani. Ecco, in quella fase ci siam detti che c'erano tutte le premesse per un
mondiale che sarebbe entrato direttamente negli annali. Invece nei giri successivi la situazione si è normalizzata e il plotone si è parzialmente ricompattato, lasciando nuovamente campo ad una fuga in cui da subito si è capito che i due NetApp fungevano da inesauribili locomotive.
Mentre la corsa entrava in una fase di stallo, le pioggia continuava a venir giù a secchiata e gli olandesi tutti con la loro inconfondibile maglia arancione si (e ci) inzuppavano di fango saltando con le loro infradito dentro le pozzanghere. Fantastici. Una delle cose più belle è del
mondiale è proprio questa: vedere la gara insieme a belgi, norvegesi, olandesi fianco a fianco con un bel bicchiere di birra, cercando di dare un nome ad ognuno dei corridori che scorrono veloci davanti a te.
Nel mentre Bartosz Huzarski restava da solo, inesauribile, eroico. Non nascondo che in questa fase un pizzico di delusione stava sopraggiungendo per il modo in cui la corsa andava ad addormentarsi. Invece il finale ha riservato grandi emozioni: la caduta di Nibali, il suo rientro, l'attacco sulla salita di Fiesole accolto dal boato della folla e poi il convulso finale che ha premiato il più furbo, non credo il più forte.
Sinceramente avrei voluto veder vincere Nibali, per la gara grandiosa che ha condotto. La caduta ha però pesato parecchio, sia a livello di energie fisiche sia a livello psicologico visto che proprio lungo la discesa di Fiesole ha pagato da JRO. Roba non da Nibali. Eppure Vincenzo ha trovato ancora la forza d'andare a riprendere Purito, orma conscio di non aver più possibilità di vincere ma ciò nonostante sempre indomito. Si dica quel che si vuole, ma per me resta uno dei pochi corridori attuali in grado di regalare emozioni in un contesto di ragionieri e di corridori da corse a tappe che preparano solo le corse a tappe per poi sciogliersi sotto la pioggia di un
mondiale.
Nibali esce sconfitto ma a testa alta. Ha sbagliato, è caduto, ha rincorso, ha attaccato, ha risbagliato e non si è dato per vinto. Ha dato tutto.
Chi invece ancora una volta deve chinare la testa è Valverde, al 5° podio
mondiale e all'ennesimo rimpianto di una carriera che rischia di passare alla storia più per ciò che poteve e doveva vincere piuttosto che per quel che ha vinto.
Sconfitto Valverde e tutta la Spagna che ha gestito in modo dilettantistico il finale. Quandro JRO è partito Valverde doveva stare a ruota, ma nel momento in cui Rui Costa ha rotto gli indugi Valverde doveva seguirlo. Il
mondiale sarebbe stato suo. E invece l'attendismo lo ha ucciso di nuovo.
Mi spiace non aver incontrato Maìno e gli altri amici del web sparsi lungo il percorso. Sarà per la prossima volta, che sperò non tarderà ad arrivare.
In ogni caso resterà il mio primo e indimenticabile
mondiale.