Nato a Westerlo l’1 dicembre 1922, deceduto a Louvain il 3 febbraio 1975. Professionista dal 1943 al 1957, con 151 vittorie da professionista, 204 comprese quelle colte fra gli indipendenti e i dilettanti scelti che correvano coi prof.
Possedeva un formidabile spunto di velocità prolungata, che lo elesse finisseur dal valore potremmo dire storico, se nei voleri di questo atleta ci fosse stata la cattiveria agonistica atta a raggiungere i vertici di questo sport. Alcuni anziani corridori non l’hanno dimenticato e gli echi della sua sparata, mantenuta viva da doti sul passo altrettanto evidenti, sono ancora percepibili.
Sterckx, era uno di quegli atleti che oggi farebbero impazzire gli elaboratori dei test. Qualcuno lo definì “levriero” e il nomignolo ci stava tutto, ma è altrettanto evidente, che non ha raccolto quanto era nelle sue possibilità. Scoperto da un prete, si dedicò al ciclismo con serietà, ma non ha mai vissuto lo sport con la fame dei suoi coetanei prima e colleghi poi. Forse, alla base ci stava una situazione economica della sua famiglia meno grave rispetto alla media, oppure una religiosità che viveva con osservanza evidente (la sua stessa morte si consumò mentre andava a messa). Fatto sta che Ernest Sterckx, nato per tracciare pagine primarie, si accontentò di emergere nelle secondarie o nelle terziarie. La dimostrazione si ebbe quando per ben due volte rifiutò la convocazione nella rappresentativa nazionale belga in vista del Tour de France, senza dare spiegazioni ulteriori, a semplici e poco convincenti battute. “Ci sono dei più meritevoli, ed io non sono all’altezza” – disse la prima volta. Ancor più sibillina fu la risposta in occasione del secondo rifiuto: “Non mi interessa!”. E dire che a quei tempi, dove il Tour si correva per squadre nazionali, partecipare alla Grande Boucle, significava davvero una consacrazione.
Ma Sterckx era un vincente, perlomeno là dove correva e, quando voleva, la sua sparata faceva sfracelli. Anche quando al traguardo non arrivava da solo, poteva vincere allo sprint: si poneva al centro della carreggiata e dalla sua progressione spesso nessuno riusciva ad uscire di ruota. Soprattutto, la sua volata era micidiale quando a giocarsi il traguardo erano pochi. Un perfetto uomo da kermesse, corse sulle quali l’osservatorio ciclistico ha sempre prestato poche attenzioni, ma in realtà, in Belgio, corse vere e meritevoli di giudizi meno stroncanti, tanto più oggi, dove si spendono fiumi di inchiostro per monotoni volatoni con tanto di treni. Delle kermesse, Ernest Sterckx è stato il re nel triennio 1946-’47-’48, ma la sua carriera non sta solo lì. Tra i suoi successi più importanti la Gand-Wevelgem '46, la Parigi-Bruxelles e la Freccia-Vallone '47, l'Het Volk '52, '53 e '56. Nella semiclassica di apertura della stagione belga, è ancora oggi, assieme a Bruyere e Van Petegem colui che ne ha vinte di più. Fra i 151 successi di Sterckx da professionista, ci sono anche il Giro del Belgio ‘49, la Bruxelles-Ingooigem ’47, la Bruxelles-Bost ‘50 e ’51, il Giro del Limburgo nel ’44 e ’55, il Tour d'Hesbaye ’55, la Polders-Campine ’52 ed altre tante corse, non proprio “semplici passerelle”. Insomma un gran corridore, poco adatto alle salite lunghe, ma per il resto, uno dal potenziale primario.
La sua vittoria bella Freccia Vallone 1947
11a Freccia Vallone (Mons – Liegi)
15 giugno 1947
Nell’animo degli organizzatori, l’undicesima edizione della Freccia, col consolidamento della gara e la contemporanea riorganizzazione del mondo ciclistico dopo il conflitto, doveva significare un primo passo verso l’internazionalizzazione. Non fu così. La corsa contò ancora una volta su un cast principalmente belga, a parte qualche italiano emigrato in Vallonia, ma ormai di fatto in attesa della naturalizzazione. Uno start comunque di pregio, perché il valore del movimento fiammingo e vallone era indiscutibile, soprattutto di fronte all’ancor parziale mondializzazione del ciclismo.
La Freccia Vallone del 1947, si consumò su 276 chilometri densi di cote, in una giornata di vento per la gran parte contrario e di pioggia, a tratti anche violenta. In quelle condizioni ben poco estive, a cui si doveva aggiungere lo stato delle strade similare ad una prova di ciclocross, era più che prevedibile una grande selezione, ed infatti, dei 75 partenti, alla fine ne giungeranno a Liegi solo 24. L’episodio cardine della corsa, a circa 120 chilometri dal termine, quando al comando restarono in nove. Ma anche la compattezza di questo drappello non ebbe vita lunga. A 70 chilometri dal termine, un allungo congiunto di Sterckx e Ockers, provocò la spaccatura del gruppetto e fra i quattro rimasti dietro, anche uno dei favoriti ed ex vincitore, come Masson Junior. Sull’ultima cote, l’attacco letale di Ernest Sterckx chiuse ogni dubbio sulla vittoria. Il corridore di Westerlo, uno dei più “misteriosi” della storia fra chi s’è costruito un ottimo palmares, consumò gli ultimi chilometri da quel fuoriclasse potenziale che era e giunse a Liegi con oltre un minuto sul duo composto da Maurice Desimpelaere e Gustave Van Overloop, che chiusero nell’ordine. Più staccato Stan Ockers. Sterckx, bissò così il successo nella Parigi Bruxelles di due mesi prima, dove, anche in quella occasione, al posto d’onore, finì Desimpelaere.
Ordine d’arrivo:
1° Ernest Sterckx (Bel) Km 276 in 8h43’ alla media di 31.663 kmh
2° Maurice Desimpelaere (Bel) a 1’20”
3° Gustave Van Overloop (Bel)
4° Stan Ockers (Bel) a 2’
5° Jean Breuer (Bel) a 3’30”
6° Emile Masson Jr. (Bel) a 8’
7° Prosper Depredomme (Bel)
8° Jacques Geus (Bel)
9° Guillaume Cappelmans (Bel) a 9’
10° Albert Pottgens (Bel) a 12’40”
11° Alphonse Boeckaerts (Bel) a 15’
12° Florent Mathieu (Bel) a 16’
13° Jean Engels (Bel)
14° Camille Beeckman (Bel) a 19’40”
15° Louis Brusselmans (Bel) a 20’20”
16° Albert Carrier (Bel) a 20’50”
17° Theo Pirmez (Bel)
18° Gustave Dillis (Bel)
19° René Beyens (Bel) a 23’
20° Jean Dielis (Bel)
21° Albert Wallon (Bel) a 26’
22° Denis Van Dijck (Bel)
23° Jean Gilson (Bel)
24° Adolphe Verschueren (Bel)
Maurizio Ricci – Morris
Possedeva un formidabile spunto di velocità prolungata, che lo elesse finisseur dal valore potremmo dire storico, se nei voleri di questo atleta ci fosse stata la cattiveria agonistica atta a raggiungere i vertici di questo sport. Alcuni anziani corridori non l’hanno dimenticato e gli echi della sua sparata, mantenuta viva da doti sul passo altrettanto evidenti, sono ancora percepibili.
Sterckx, era uno di quegli atleti che oggi farebbero impazzire gli elaboratori dei test. Qualcuno lo definì “levriero” e il nomignolo ci stava tutto, ma è altrettanto evidente, che non ha raccolto quanto era nelle sue possibilità. Scoperto da un prete, si dedicò al ciclismo con serietà, ma non ha mai vissuto lo sport con la fame dei suoi coetanei prima e colleghi poi. Forse, alla base ci stava una situazione economica della sua famiglia meno grave rispetto alla media, oppure una religiosità che viveva con osservanza evidente (la sua stessa morte si consumò mentre andava a messa). Fatto sta che Ernest Sterckx, nato per tracciare pagine primarie, si accontentò di emergere nelle secondarie o nelle terziarie. La dimostrazione si ebbe quando per ben due volte rifiutò la convocazione nella rappresentativa nazionale belga in vista del Tour de France, senza dare spiegazioni ulteriori, a semplici e poco convincenti battute. “Ci sono dei più meritevoli, ed io non sono all’altezza” – disse la prima volta. Ancor più sibillina fu la risposta in occasione del secondo rifiuto: “Non mi interessa!”. E dire che a quei tempi, dove il Tour si correva per squadre nazionali, partecipare alla Grande Boucle, significava davvero una consacrazione.
Ma Sterckx era un vincente, perlomeno là dove correva e, quando voleva, la sua sparata faceva sfracelli. Anche quando al traguardo non arrivava da solo, poteva vincere allo sprint: si poneva al centro della carreggiata e dalla sua progressione spesso nessuno riusciva ad uscire di ruota. Soprattutto, la sua volata era micidiale quando a giocarsi il traguardo erano pochi. Un perfetto uomo da kermesse, corse sulle quali l’osservatorio ciclistico ha sempre prestato poche attenzioni, ma in realtà, in Belgio, corse vere e meritevoli di giudizi meno stroncanti, tanto più oggi, dove si spendono fiumi di inchiostro per monotoni volatoni con tanto di treni. Delle kermesse, Ernest Sterckx è stato il re nel triennio 1946-’47-’48, ma la sua carriera non sta solo lì. Tra i suoi successi più importanti la Gand-Wevelgem '46, la Parigi-Bruxelles e la Freccia-Vallone '47, l'Het Volk '52, '53 e '56. Nella semiclassica di apertura della stagione belga, è ancora oggi, assieme a Bruyere e Van Petegem colui che ne ha vinte di più. Fra i 151 successi di Sterckx da professionista, ci sono anche il Giro del Belgio ‘49, la Bruxelles-Ingooigem ’47, la Bruxelles-Bost ‘50 e ’51, il Giro del Limburgo nel ’44 e ’55, il Tour d'Hesbaye ’55, la Polders-Campine ’52 ed altre tante corse, non proprio “semplici passerelle”. Insomma un gran corridore, poco adatto alle salite lunghe, ma per il resto, uno dal potenziale primario.
La sua vittoria bella Freccia Vallone 1947
11a Freccia Vallone (Mons – Liegi)
15 giugno 1947
Nell’animo degli organizzatori, l’undicesima edizione della Freccia, col consolidamento della gara e la contemporanea riorganizzazione del mondo ciclistico dopo il conflitto, doveva significare un primo passo verso l’internazionalizzazione. Non fu così. La corsa contò ancora una volta su un cast principalmente belga, a parte qualche italiano emigrato in Vallonia, ma ormai di fatto in attesa della naturalizzazione. Uno start comunque di pregio, perché il valore del movimento fiammingo e vallone era indiscutibile, soprattutto di fronte all’ancor parziale mondializzazione del ciclismo.
La Freccia Vallone del 1947, si consumò su 276 chilometri densi di cote, in una giornata di vento per la gran parte contrario e di pioggia, a tratti anche violenta. In quelle condizioni ben poco estive, a cui si doveva aggiungere lo stato delle strade similare ad una prova di ciclocross, era più che prevedibile una grande selezione, ed infatti, dei 75 partenti, alla fine ne giungeranno a Liegi solo 24. L’episodio cardine della corsa, a circa 120 chilometri dal termine, quando al comando restarono in nove. Ma anche la compattezza di questo drappello non ebbe vita lunga. A 70 chilometri dal termine, un allungo congiunto di Sterckx e Ockers, provocò la spaccatura del gruppetto e fra i quattro rimasti dietro, anche uno dei favoriti ed ex vincitore, come Masson Junior. Sull’ultima cote, l’attacco letale di Ernest Sterckx chiuse ogni dubbio sulla vittoria. Il corridore di Westerlo, uno dei più “misteriosi” della storia fra chi s’è costruito un ottimo palmares, consumò gli ultimi chilometri da quel fuoriclasse potenziale che era e giunse a Liegi con oltre un minuto sul duo composto da Maurice Desimpelaere e Gustave Van Overloop, che chiusero nell’ordine. Più staccato Stan Ockers. Sterckx, bissò così il successo nella Parigi Bruxelles di due mesi prima, dove, anche in quella occasione, al posto d’onore, finì Desimpelaere.
Ordine d’arrivo:
1° Ernest Sterckx (Bel) Km 276 in 8h43’ alla media di 31.663 kmh
2° Maurice Desimpelaere (Bel) a 1’20”
3° Gustave Van Overloop (Bel)
4° Stan Ockers (Bel) a 2’
5° Jean Breuer (Bel) a 3’30”
6° Emile Masson Jr. (Bel) a 8’
7° Prosper Depredomme (Bel)
8° Jacques Geus (Bel)
9° Guillaume Cappelmans (Bel) a 9’
10° Albert Pottgens (Bel) a 12’40”
11° Alphonse Boeckaerts (Bel) a 15’
12° Florent Mathieu (Bel) a 16’
13° Jean Engels (Bel)
14° Camille Beeckman (Bel) a 19’40”
15° Louis Brusselmans (Bel) a 20’20”
16° Albert Carrier (Bel) a 20’50”
17° Theo Pirmez (Bel)
18° Gustave Dillis (Bel)
19° René Beyens (Bel) a 23’
20° Jean Dielis (Bel)
21° Albert Wallon (Bel) a 26’
22° Denis Van Dijck (Bel)
23° Jean Gilson (Bel)
24° Adolphe Verschueren (Bel)
Maurizio Ricci – Morris