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    Marco Pantani - L'assassinio

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    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 11 Empty Marco Pantani - L'assassinio

    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Dic 08, 2013 1:51 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Era da tempo che mi tenevo questa discussione in serbo. A differenza di altri, di giornalai e blogger vari, che ormai ritengono questo argomento alla stessa stregua delle discussioni sulle scie chimiche, degli Ufo e della presenza degli alieni sulla Terra, io ritengo ancora che la storia (la verità sulla storia e morte) di Marco Pantani sia ancora da scrivere nella sua completezza.

    La mia non è una ricerca fra le tesi che mi appaiono più o meno belle, che solleticano più o meno bene i miei pensieri ed opinioni consolidate. Tutt'altro. La mia è una mera scientificamente cinica elencazione di fatti e circostanze strane, tante e troppe per la verità, che in questa storia sono state evidenziate, ma solo separatamente.
    Cosa è cambiato rispetto al passato?
    Tanto direi, tantissimo.

    Prima di tutto adesso è venuto meno l'isterismo dei supporter fanatici di Marco Pantani, quelli che dimenticano l'uomo (semmai gli fosse interessato) e si sono creati una icona, ridefinendo il personaggio a loro uso e consumo.
    Per chi vede le cose come me, Marco non era e non è "un personaggio", Marco era ed è un uomo, con il suo carattere, i suoi difetti ed i tanti, tantissimi contagiosi pregi, primo fra tutti la sprizzante generosità.
    Insomma è fortunatamente venuto meno il codazzo della banda Brancaleone che ha circondato in alcune fasi una famiglia distrutta dal dolore e soprattutto dalla sensazione che un grosso torto fosse stato perpetrato nei confronti del loro figlio, fratello.
    A quel dolore la vita terrena può (deve!) dare delle risposte e un giorno magari dire perché.

    Il compito di chi vuole leggere i fatti, di chi vuole arrivare a conoscere la verità è diverso.
    A noi non interessa apparire come i depositari dell'icona di Marco, a noi preme dare a Marco la giusta dignità storica che gli spetta. E per dire chi sia Marco, cosa sia stato per ciascuno di noi, non servono rappresentazioni; basta far parlare i nostri cuori.
    Marco Pantani non è stato vittima di un complotto masso-pluto-giudaico del vertice politico imperialista americano e marziano-stellare come qualche fulminato va dicendo da qualche anno per accreditarsi come depositario della verità.
    Tutte queste stronzate hanno contribuito a rendere assurda, a ridicolizzare una vicenda molto seria; una vicenda che andava gestita con scrupolo ferreo razionale sin dall'inizio, soprattutto da parte dei legali di parte.

    Marco è stato sicuramente vittima (per ora in ambito sportivo almeno) di un nugolo di stronzi criminali assatanati di denaro e potere che ha quasi distrutto il ciclismo. Questi erano al vertice di questo sport. Questo oggi lo possiamo scrivere.

    Eh sì, questa è l'importante novità storica, politica e processuale (Usada) che oggi è nero su bianco. Fatti.
    Per anni chi aveva detto e scritto che il campione texano era coperto, favorito (anche a costo di distruggere gli avversari) è stato coperto di letame da tanti, tantissimi giornalai e replicanti di veline preconfezionate e remunerate.
    Oggi molti di questi si sono trasformati nei peggiori robespierre e moralizzatori. Stranezze del vento e del carro che cambia.
    Le novità emerse recentemente hanno reso questo decimo anno dalla morte di Marco radicalmente diverso dai nove precedenti. Perché?
    Perché rileggere la vicenda di Marco ed i tanti fatti strani che lo hanno riguardato da quella mattina a Madonna di Campiglio sino a quel giorno del 2004, in cui le indagini furono chiuse in fretta e furia, alla luce di quanto emerso nell'ultimo anno assume una radicalmente diversa connotazione.

    E' vero che da qualche mese il ciclismo ha mandato in soffitta finalmente il periodo Verbruggen-McQuaid, ma è altresì vero che quella rete di contatti e di legami che ha permesso ai suddetti di dominare il ciclismo non è ancora del tutto venuta a galla e per debito di verità a Marco, come pure per garanzia di pulizia futura di questo sport, è bene che tutto venga alla luce.
    Per questa ragione ho aperto questo argomento, per elencare i fatti che ad oggi abbiamo a disposizione e rileggere tutto sulla base delle nuove conoscenze in materia.
    Non è vero che è stato già tutto scritto e che la verità non emergerà mai, come qualche fulminato scrive sempre in preda a paturnie ansiogene (il luogo del web da cui proveniamo è pieno di questi psicodrammi autoreferenziali), e la rete come dimostrato nell'ultimo anno ha una funzione essenziale nel divulgare conoscenza e condivisione di fatti e documentazione.

    Per rigore metodologico faccio una premessa: terremo distinto l'assassinio sportivo dalla morte fisica (omicidio?) di Marco Pantani. Allo stato la correlazione tra le due cose è solo congettura, ma con questo non intendo escludere che la correlazione possa anche esistere.

    Lo stesso metodo varrà per un'altra morte, la cui correlazione invece mi colpì molto, di cui seppi parlando con un funzionario internazionale del ciclismo, mentre dialogavamo su Marco Pantani.
    Questi mi disse:"Nel ciclismo di quegli anni ce ne erano tante di cose strane. Non c'è solo la morte di Pantani. C'è anche una persona che conoscevo, un ispettore che sapeva tutto, che è finito in fondo ad un lago".
    Gli chiesi chi era, che cosa intendeva, ma chiuse lì il discorso rapidamente dicendo che erano voci, senza poi tanta importanza. Solo di recente sono riuscito a sapere cosa intendesse e di chi stesse parlando.
    Ne parleremo alla prossima.

    Ps. Spero tanto che Morris possa e voglia essere della partita per ricostruire e raccontare dalla sua enorme ed incredibile esperienza personale, quei bellissimi e poi tremendi anni.

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    Messaggio Da flatMatt Lun Gen 05, 2015 12:48 am

    Sfide l'ho guardato e mi è molto piaciuto. 
    per l'altro discorso: mio padre ha avuto un edema polmonare causa insufficienza cardiaca ed inoltre, mio malgrado ho visto dei morti da overdose di eroina, metanfetamina e cocaina: neanche una goccia di sangue.
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    Messaggio Da vallelvo Lun Gen 05, 2015 9:08 am

    Non c l'ho fatta a vedere la trasmissione fino alla fine.

    Zanardi insegna molto. Un grande che ha messo la sua disabilità a servizio dei più sfortunati/fortunati.
    Un personaggio a cui inchinarsi.
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    Messaggio Da leonzi Lun Gen 05, 2015 11:28 pm

    per la prima volta ho sentito una trasmissione sulla vicenda Pantani in cui si afferma (e più volte) che "Pantani non è mai risultato positivo ad un controllo antidoping" (in effetti, oltre 50% di ematocrito non è positività all'epo, anche se è questione di lana caprina). In particolare lo si è ribadito anche alla fine, quando si vuol dare l'ultimo "messaggio", la summa di tutto il ragionamento portato avanto con la trasmissione
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    Messaggio Da vallelvo Mar Gen 13, 2015 6:09 pm

    Sad 
    Cesena 13.01.1970  - Rimini 14.02.2004

    Oggi avrebbe festeggiato il solo 45° anno.
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    Messaggio Da vallelvo Gio Gen 22, 2015 5:46 pm

    TBW ha postato una foto che fa rabbrividire, meglio evitare, che ne dite?

    Stamattina avevo visto di sfuggita qualcosa del genere su Canale 5: c'erano Davide De Zan e la mamma. Sad
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    Messaggio Da perobeach Ven Gen 23, 2015 9:38 am

    vallelvo ha scritto:TBW ha postato una foto che fa rabbrividire, meglio evitare, che ne dite?

    Stamattina avevo visto di sfuggita qualcosa del genere su Canale 5: c'erano Davide De Zan e la mamma. Sad

    Spiegati meglio.
    In che senso rabbrividire ed evitare ?
    Cosa raffigura la foto ?
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    Messaggio Da vallelvo Ven Gen 23, 2015 12:57 pm

    C'era il ragazzo passato a miglior vita (come si dice): ho visto un corpo disfatto, almeno credo, perchè non mi sono soffermata sui particolari ed ho cambiato canale.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Gen 24, 2015 9:24 am

    Ho visto dopo il video, ma soprattutto le immagini. Sono "forti", non c'è dubbio, e quasi sicuramente chi ha pubblicato le immagini lo ha fatto per "far cassetta". Purtroppo il giornalismo è anche questo.
    Chi vuole, comunque, può guardarsele qua:
    http://www.iltempo.it/sport/2015/01/22/chi-ha-spostato-pantani-dopo-la-morte-1.1370715
    http://www.iltempo.it/sport/2015/01/15/il-quot-cerchio-magico-quot-di-marco-pantani-gli-ultimi-giorni-del-pirata-1.1368317

    Io, alla vista di quelle immagini, non ho avuto una reazione di disgusto per questa pubblicazione, ammetto l'apparente ipocrisia, solo perché aldilà dell'impressione (forte) mi sono ancor di più convinto della bontà della battaglia di Tonina. E se una cosa abietta può essere utile all'obiettivo finale "superiore" ... sono disposto ad accettarla.
    Quell'uomo, sottolineo quell'uomo, non è morto come ci hanno raccontato. A quell'uomo ed alla sua famiglia una verità terrena, giudiziaria, va data.
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    Messaggio Da vallelvo Sab Feb 14, 2015 10:58 am

    Ricordi infiniti.....

    Questa sera su  Bike Channel alle 21:15 "Nel  nome di Marco - 11  anni senza  di te"
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    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Feb 14, 2015 1:47 pm

    vallelvo ha scritto:Ricordi infiniti.....
    Questa sera su  Bike Channel alle 21:15 "Nel  nome di Marco - 11  anni senza  di te"
    Mi spiace doverlo perdere. Spero di recuperarlo nei loop dei prossimi giorni.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Feb 14, 2015 2:57 pm

    Ho cerchiato alcune ... "ipocrisie" e una ultima "estrema" nefandezza (i farmaci sospetti).

    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 11 Gazza-10

    "Eroe perduto, ti adoravamo.
    ... questa di Pantani è una morte diretta, è un lutto che ci è entrato in casa in maniera diretta e violenta, è una mazzata che, oltre al dolore, ci riporta lungo il sentiero infido di un grande rimorso collettivo."
    Candido Cannavò


    Eh già, il sentiero infido.
    Cannavò non usò il verbo "ci porta", ma "ci riporta". Quando ebbe in precedenza il rimorso?
    Il sentiero infido non era quello del rimorso, ma semmai quello dell'ipocrisia.
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    Messaggio Da vallelvo Sab Feb 14, 2015 3:32 pm

    Condivido il pensiero su Cannavò.

    ....."grande rimorso collettivo", o meglio soltanto per se e  qualcun altro.....
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Giu 03, 2015 11:43 am

    Qualche settimana fa il mainframe informativo, il grande stomaco dell'informazione guidata, sembrava poterci convincere che l'inchiesta (anzi, le inchieste) andassero dritte verso l'archiviazione.
    Solo un timido TgCom aveva invece divulgato questa notizia con Tuttosport (e nessun altro), una notizia che è passata sotto silenzio nei giorni del Giro.
    http://www.tgcom24.mediaset.it/sport/notizia_2110347201502a.shtml

    Ma la notizia sembra che potrà avere un seguito ben diverso dal sentiment comune o meglio dal sentiment diffuso da alcuni media. La Procura sta lavorando silenziosamente su elementi concreti. Era ora!
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    Messaggio Da vallelvo Mer Giu 03, 2015 2:16 pm

    Povero Marco. Questo ragazzo potrà mai trovare la pace?
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Giu 16, 2015 12:32 am

    Si parlava della Nike e della corruzione attorno ad Armstrong.

    Cosa ci faceva Ian T Todd, Presidente di IMG International e Vice President Global Sports Marketing of Nike Inc. nel board del Centro Mondiale del Ciclismo di Aigle?
    http://www.ciclopassione.com/t18-il-canto-del-cigno-dell-uci-di-mcquaid#18

    Adesso scopriamo di questa ventilata possibile corruzione da parte di Nike alla Federazione Brasiliana di calcio negli stessi anni.
    http://www.repubblica.it/sport/2015/06/13/news/scandalo_fifa_il_wsj_indagini_su_tangenti_nike_a_nazionale_brasiliana_-116745025/

    Coincidenze o un sistema collaudato su varia scala?
    Marco Pantani era un grosso nemico per il "risultato sicuro" e l'investimento corposo di qualche multinazionale americana? Sono tutte solo coincidenze?
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    Messaggio Da vallelvo Mar Giu 16, 2015 9:44 am

    Appunto......povero ragazzo!
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Giu 17, 2015 1:04 pm

    BenoixRoberti ha scritto:Si parlava della Nike e della corruzione attorno ad Armstrong.

    Cosa ci faceva Ian T Todd, Presidente di IMG International e Vice President Global Sports Marketing of Nike Inc. nel board del Centro Mondiale del Ciclismo di Aigle?
    http://www.ciclopassione.com/t18-il-canto-del-cigno-dell-uci-di-mcquaid#18

    Adesso scopriamo di questa ventilata possibile corruzione da parte di Nike alla Federazione Brasiliana di calcio negli stessi anni.
    http://www.repubblica.it/sport/2015/06/13/news/scandalo_fifa_il_wsj_indagini_su_tangenti_nike_a_nazionale_brasiliana_-116745025/

    Coincidenze o un sistema collaudato su varia scala?
    Marco Pantani era un grosso nemico per il "risultato sicuro" e l'investimento corposo di qualche multinazionale americana? Sono tutte solo coincidenze?
    E' off topic, ma è l'ennesima vicenda controversa che riguarda la Nike:
    http://www.bbc.com/sport/0/athletics/33125707
    Il Nike Oregon Project macchiato pesantemente da faccende di doping "organizzato".

    Che succede alla Nike, sta crollando un mondo e le sue possibili ipocrisie?
    - scandalo Armstrong
    - scandalo corruzione Federazione Calcio Brasile
    - scandalo Oregon Project

    Cosa dobbiamo aspettarci ancora dal campionificio artificiale Nike?
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Giu 17, 2015 2:15 pm

    Per ritornare a Pantani. Forse l'omicidio mediatico e forcaiolo sta finendo. Sarebbe una gran cosa.
    Enzo Vicennati, sul suo profilo FB ha descritto i retroscena della assegnazione del Premio Bardelli.
    Un bellissimo racconto, che vale la pena di gustare.

    ***
    Un paio di mesi fa, mi chiama Renzo Bardelli, ex sindaco di Pistoia, autore di un libro dal titolo Generazione Epo, ma per me il presidente della Bottegone Ip che nel 1992 mandò a casa Daniele Tortoli dato che Michele Bartoli non era stato selezionato per le Olimpiadi di Barcellona.
    Sono 30 anni che organizza un premio initolato a suo fratello Giampaolo e sono 30 anni che premia personaggi che a vario titolo hanno fatto qualcosa, a suo dire e per il comune sentire, contro il doping. I Nas di Firenze. I pm delle varie inchieste celebri degli anni 90. Il collega Capodacqua. Sandro Donati. Fanini. Tanti nomi che ben si conoscono e solo l'anno scorso un corridore, l'unico della lista perché li ritiene inaffidabili: Vincenzo Nibali, per l'ispirazione di Fausto Malucchi che da qualche anno ha riportato Bardelli vicino al ciclismo.
    Insomma, mi chiama subito dopo avermi inviato una mail e mi dice che per quest'anno per la categoria giornalisti ha pensato a me. A ispirare il premio c'è l'etica e il modo in cui la si persegue con il proprio lavoro.
    Nonostante tutto, mi sorprende abbia pensato a me, perché per opinione sono abbastanza distante da certi integralismi, ma amo la dialettica e accetto. E quando mi chiede di inviargli un paio di foto significative del mio lavoro e un articolo, gli mando due foto con Marco e un pezzo fatto a casa di Alfredo Martini con Luca Scinto e Filippo Pozzato.
    Sparisce. Poi si rifa vivo e mi dice che Pantani nel suo premio non c'è mai stato, che il personaggio non gli è mai piaciuto e tutta una serie di considerazioni sul suo entourage, che a dire il vero trovo decisamente condivisibili.
    Ma su questo non mollo. Gli dico che non ho intenzione di inviare foto diverse e gli scrivo una mail in cui sostengo che, al di là di come sia finita e se avesse o meno ragione, per me Marco è la più grande occasione gettata al vento dallo sport italiano. Che era stato anche lui un bambino con un sogno nel petto. Che era comunque un figlio capace di provare amore. E che qualcuno a un certo punto quel sogno e quell'amore glieli ha rubati. Invece di massacrarlo a mezzo stampa o andare a brutto muso per cercare di farlo confessare, avrebbero dovuto fare diversamente, ricordare che sempre di un uomo si trattava e non dissipare ciò che lui rappresentava. E poi ho aggiunto che trovavo un po' ipocrita che Marco fosse stato lapidato, mentre quelli che lo avevano guidato e che con lui s'erano arrichiti fossero ancora al loro posto. Comunque dico che non c'è problema, posso sempre rifiutare il premio e applaudire qualcun altro: gente meglio di me per fortuna ce n'è tanta.
    Risponde che nessuno gliel'aveva mai messa in questi termini e accetta di andare avanti e così sabato ci ritroviamo a Pistoia, nel giardino di un bellissimo hotel, sotto un tendone candido ed elegante che i 35 gradi presto trasformano in una serra per... pomodori.
    Ci sono tutte le ecellenze pistoiesi, dal Prefetto al presidente del Tribunale. Il sindaco, l'ex presidente bionda della Provincia, i Carabinieri, la Finanza, architetti, commercialisti, poeti, insegnanti, giornalisti... più Valerio Piccioni della Gazzetta, Giacomo Santini per i suoi trascorsi Rai e il lavoro attuale al Panathlon e il sottoscritto.

    La faccio breve. Si parla di valori. Si parla di impegno. Di etica nel lavoro. Di doping nello sport e per fortuna un professore di cui non ricordo il nome fa un intervento da lacrime agli occhi sul fatto che sia tutta la società italiana ad essere dopata.
    Poi iniziano le osservazioni sul ciclismo malato. Sul fatto che i corridori devono capire che non si vive di sola vittoria, di podio. Che si deve accettare la sconfitta. Che gli insegnanti a scuola insegnano a non giocare sporco. Parla il figlio di Osvaldo Ferrini, l'ex vicepresidente Fci che nel 1993 denunciò che il 60 per cento dei corridori si dopava. Si continua a parlare degli anni 90 come fossero ancora attuali. Viene portato l'esempio di Ciabatti, corridore degli anni 50 che racconta di quando rifiutò le medicine e andò avanti con i suoi panini con la carne tritata. E giù ancora a dire che i corridori devono, possono...

    Ultimi tre interventi ai tre giornalisti. Giacomo Santini difende il ciclismo, dice che in quegli anni era tutto così e che pure lo sci di fondo e l'atletica viveano nelle stesse regole e che comunque il ciclismo sembra il più sporco perché fa più controlli di tutti. Il Prefetto e il presidente del tribunale applaudono a scena aperta (si capisce subito che sono tifosi di ciclismo).

    Poi tocca a Piccioni e Bardelli un po' attacca la Gazzetta dicendo che non ha mai fatto abbastanza. Valerio giustamente difende il suo giornale, invita i giornalisti ad avere più dubbi su quello che vedono, ma insieme a non fare di tutta l'erba un fascio, per non penalizzare corridori puliti. Dice di alzare il livello di deterrenza, far capire che ci sono punizioni sempre più severe. Poi però invita a non proseguire su strade pericolose come quella che vuole la riabilitazione di Pantani, che non va considerato un esempio.

    Schiumo. E ultimo come al solito, come a scuola quando facevano l'appello vista la V del mio cognome, prendo la palla al balzo.
    Vado su, abito blu e camicia a righe verticali celesti e bianche. Le scarpe nere. La faccia rossa dal caldo e la giacca stretta per mascherare l'ascella pezzata. Fa un caldo che si muore.
    Bardelli mi chiede che cosa pensi del premio e di quel che ho visto finora.
    Mi prendo un secondo. Poi dico che mi piace un premio che si ispiri all'etica, poi... poi mi parte l'embolo.

    Dico che l'etica è un grande valore nello sport, purché non vada di pari passo con l'ipocrisia. E parto. Sono diventato giornalista nel 1992, nel pieno di quegli anni oscuri di cui avete parlato finora e, non avendo una guida spirituale, mi sono lasciato adottare da Alfredo Martini, il mio maestro, che ha condiviso con me più di un pomeriggio a parlare e spiegare. E qui scatta l'applauso, perché Alfredo in Toscana è come Gesù a Nazareth e a tutti manca davvero tanto.
    E riparto dicendo che ho sentito discorsi di fronte cui mi sento un marziano. Tutto sulle spalle dei corridori. E allora mi rivolgo ai professori di ginnastica, chiedendo (in modo un po' retorico, a dire il vero) se dopo avergli insegnato che non si gareggia solo per vincere sono anche capaci di spiegare ai ragazzi che un giorno potrebbero diventare professionisti e avere di fronte manager senza troppi scrupoli che li pagheranno per avere vittorie.
    Dico che il doping, come l'evasione fiscale (e mi rivolgo ai commercialisti e al finanziere in prima fila) non è un modo per raggiungere prima la gloria, ma per far soldi ed è generato dai soldi: più soldi girano e più si rischia di caderci. Dico che forse se le società ciclistiche avessero i soldi dei diritti Tv come il calcio, sarebbe anche inferiore la spinta al doping, perché ci sarebbero altre entrate.
    E poi racconto il mio solito aneddoto su quando mia madre ci mandava nei campi a ripulire i pomodori dalle erbacce e si raccomandava di estirpare anche le radici, altrimenti l'erbaccia sarebbe rinata più forte di prima. Dico che nell'orto del ciclismo è andata gente che ha preso a strappare solo le foglie (i corridori) e ha lasciato sotto le radici (i manager, i diesse, i dottori, i procuratori, i massaggiatori disonesti... tutti quelli che eventualmente si sono arricchiti illecitamente sulla pelle dei corridori) e che non è giusto continuare a pretendere che siano i corridori a cavare le castagne dal fuoco.
    E' tardi a quel punto, ma il Prefetto applaude a scena aperta annuendo (ho la sensazione che lo stiano facendo tutti, solo che guardo nel vuoto per non perder il filo). E così racconto di un incontro a Dubai con Manuel Quinziato II e di una domanda che mi fece: «Voi che scrivete, siete convinti che ora il 90 per cento dei corridori è pulito?».
    Racconto che ci misi un po' per rispondergli, ma che alla fine dissi di sì. Dico che ora è diversa rispetto agli anni 90 perché di certo c'è più consapevolezza da parte degli atleti, che è stato fatto tantissimo a un prezzo altissimo, ma allo stesso tempo invito Carabinieri e Finanza a non guardare gli atleti, ma ad andare prima di loro nella catena alimentare che ne fa davvero i pesci più piccoli.
    Infine parlo di Marco e dico che l'ho difeso, lo difendo e lo difenderò sempre e dico né più né meno le cose che avevo scritto nellamail di Bardelli. Qui l'applauso mi risveglia dal trance. Evviva, a Marco voglio tutti bene e anche se negli anni passati non c'era nel libretto, non vuol dire che gli avessero voltato le spalle!

    La serata finisce in un buffet, in cui più d'uno viene a ringraziarmi per le belle parole dette per Marco, ma io a un certo punto mi defilo, perché nel frattempo è venuto a trovarmi Giovanni Visconti che, con un gesto che mi commuove, ha con sé la maglia blu dei Gpm del Giro su cui ha scritto una dedica che devo incorniciare.

    Insomma, questa è la storia del mio Premio Bardelli, che si è concusa l'indomani a colazione, quando Renzo mi ha abbracciato, mi ha stretto la mano ringraziandomi, ha detto che gli sarebbe piaciuto andare avanti nel dibattito, ma che ha trovato bello il confronto civile e sereno. E sorridendo mi dice che sono stato il solo a fare entrare Pantani sul libro della sua manifestazione.
    In conclusione, posso solo aggiungere di aver solo detto le cose di sempre di fronte a una platea diversa. Ed è stato un vero piacere vedere che non sono io il marziano, ma che forse per troppo tempo il doping s'è inquadrato da un punto di vista moralistico (non entro nel merito se sia giusto o sbagliato), ma sconnesso dalle vere cause che lo hanno generato. E che troppo spesso l'etica è davvero asservita all'ipocrisia di chi non ha a cuore la soluzione del problema, ma ha vantaggi dal fatto che persista. Il doping e l'antidoping sono da sempre gli strumenti preferiti dal potere. Peccato che su questo non abbia indagato l'Fbi...
    ***
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    Messaggio Da angelo francini Mer Giu 17, 2015 7:56 pm

    BenoixRoberti ha scritto:Per ritornare a Pantani. Forse l'omicidio mediatico e forcaiolo sta finendo. Sarebbe una gran cosa.
    Enzo Vicennati, sul suo profilo FB ha descritto i retroscena della assegnazione del Premio Bardelli.
    Un bellissimo racconto, che vale la pena di gustare.

    ***
    Un paio di mesi fa, mi chiama Renzo Bardelli, ex sindaco di Pistoia, autore di un libro dal titolo Generazione Epo, ma per me il presidente della Bottegone Ip che nel 1992 mandò a casa Daniele Tortoli dato che Michele Bartoli non era stato selezionato per le Olimpiadi di Barcellona.

    ***
    Il Renzo si incazzò veramente in quell'occasione. Ferrini che era Vicepresidente federale annunciò le sue dimissioni, che poi rientrarono.
    Noi della Domus fummo molto contenti poiché al posto di Bartoli fu convocato il povero Fabio CASARTELLI che vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi.
    Cos' ne vincemmo due d'oro in quelle Olimpiadi: l'altra con Giovanni Lombardi su pista....
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    Messaggio Da leonzi Gio Giu 18, 2015 9:49 pm

    BenoixRoberti ha scritto:Dico che l'etica è un grande valore nello sport, purché non vada di pari passo con l'ipocrisia.

    Tutto sulle spalle dei corridori.

    Dico che il doping, come l'evasione fiscale (e mi rivolgo ai commercialisti e al finanziere in prima fila) non è un modo per raggiungere prima la gloria, ma per far soldi ed è generato dai soldi: più soldi girano e più si rischia di caderci.

    Dico che nell'orto del ciclismo è andata gente che ha preso a strappare solo le foglie (i corridori) e ha lasciato sotto le radici (i manager, i diesse, i dottori, i procuratori, i massaggiatori disonesti... tutti quelli che eventualmente si sono arricchiti illecitamente sulla pelle dei corridori) e che non è giusto continuare a pretendere che siano i corridori a cavare le castagne dal fuoco.
    adorazione
    Peccato solo che cose del genere non siano mai state dette ad un processo alla tappa. Sarebbe bello se ci fosse un video o almeno una trascrizione del discorso di Vicennati, me lo leggerei volentieri, così come mi piacerebbe vedere coi miei occhi le facce di chi stava applaudendo, così, per fargli la tara.
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    Messaggio Da prof Dom Giu 21, 2015 11:01 am

    Il doping non è come l'evasione fiscale ed affermarlo è una sciocchezza:


    1) In un paese sottoposto a una dittatura fiscale insostenibile e generatrice di corruzione, l'evasione può essere un modo per sopravvivere. 
    2) Visto dalla parte dei corridori, il doping non è mai stato principalmente un sistema per fare soldi. Ci s'incomincia a dopare solo per la gloria e poi si continua solo perché si è sempre fatto così' e perché l'ambiente è sempre lo stesso.


    Mai confondere capra con cavoli; tutto il resto del discorso ne viene poi irrimediabilmente inficiato. E soprattutto mai dire che "oggi le cose sono diverse": anche in questo caso ne va di mezzo la credibilità. L'essere onesti, disincantati e guardare le cose per quel che sono non comporta necessariamente cercare patenti di etica da appiopparsi sul petto come medaglie. Bollare l'evasore come un criminale da mettere al muro può servire, al più', a guadagnarsi la benevolenza del finanziere che aveva davanti. Parimenti, relegare il doping ad un'epopea ormai trapassata sarà servito, sempre al più', a portare un altro mattoncino al tempio dell'Ipocrisia (e del "ciclismo reale") che vuole il doping completamente eradicato dal ciclismo.


    Infine, tutto ciò non rende nemmeno giustizia a Marco Pantani, che rischia di essere rappresentato come lo erano gli eoni gnostici o certe divinità di religioni trapassate,  completamente asessuati in modo che non si potesse essere sfiorati  dal sospetto che fossero in qualche maniera anche loro intrisi delle miserie umane.


    Pantani è stato un grandissimo campione; sul resto, era uomo anche lui e, grazie al cielo, non c'è ancora un papa, all'orizzonte, che intenda beatificarlo. Il che, in tempi di Sede bergogliana e un po' discussa, è già molto.


    Ultima modifica di prof il Dom Giu 21, 2015 4:54 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da leonzi Dom Giu 21, 2015 4:31 pm

    riguardo a quel punto quello che volevo sottolineare si limitava alla parte in grassetto, anch'io non sono pienamente d'accordo con il paragone con l'evasione, ma ho dovuto tenere il resto della frase altrimenti la fine da sola non si sarebbe capita.
    quello che penso è che in ogni ambito, quando cominciano a girare soldi, si fanno vivi il gatto e la volpe, sono questi  a farci i soldi, più che i corridori
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Giu 21, 2015 9:24 pm

    Santo cielo, chi ha chiesto la beatificazione?!
    Prof mi pare uno sterile, davvero sterile, esercizio retorico, visto che ci sono ancora oggi tanti pezzi di merda (pure politici) che non perdono occasione per denigrare un defunto.
    A me basterebbe che gli venisse concessa la dignità umana a questo ragazzo.
    E nonostante lui fosse un uomo che sbagliava, era mille volte meno colpevole e ipocrita di tanti politici, sportivi e non sportivi.

    Parlando con il grande Morris si ragionava sul fatto di quando Ceruti sconfisse Moser.
    Forse non sarebbe stato un eccellente presidente federale il trentino, ma di certo è legittimo pensare che con lui molto probabilmente Pantani sarebbe oggi ancora vivo e non si sarebbero scatenate le peggiori "streghe"  che tante vittime e rancori hanno generato in questo sport.
    Ai morti del doping si aggiunsero quelli dell'antidoping. Nessuna beatificazione, solo rispetto.

    Moser non avrebbe suicidato il ciclismo come il sindacalista intellettuale di Crema prima ed il tristissimo baffo abruzzese dopo.
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    Messaggio Da prof Dom Giu 21, 2015 11:51 pm

    BenoixRoberti ha scritto:Santo cielo, chi ha chiesto la beatificazione?!
    Prof mi pare uno sterile, davvero sterile, esercizio retorico, visto che ci sono ancora oggi tanti pezzi di merda (pure politici) che non perdono occasione per denigrare un defunto.
    A me basterebbe che gli venisse concessa la dignità umana a questo ragazzo.
    E nonostante lui fosse un uomo che sbagliava, era mille volte meno colpevole e ipocrita di tanti politici, sportivi e non sportivi.
    ... 
    Santo cielo, ma che due maroni con questo Pantani! E che era, Santa Maria Goretti?
    Non si può nemmeno più' dire che era un campione di ciclismo e non un santo? Ma andate a cagare tutti, voi, il ciclismo e poi anche Pantani.
    Ti pare retorica anche questa?
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    Messaggio Da vallelvo Lun Giu 22, 2015 1:40 pm

    Prof sei esagerato. 
    Marco Pantani, prima di essere un Campione con la C maiuscola, era un uomo a cui era dovuto rispetto! Rispetto che non ha avuto né in  vita né dopo la morte.

    Rispettiamo gli animali e rispettiamo gli uomini. Marco era un giovane a cui la vita doveva sorridere ancora un po', non è stato così. Non tutti siamo degli eroi di fronte alle ingiustizie, è forse una colpa essere deboli? 
    Semplice fortuna essere sempre dei forti!
    Retorica, chi lo sa!
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    Messaggio Da prof Lun Giu 22, 2015 7:40 pm

    Vall temo tu abbia ragione. A dispetto della mia età, che dovrebbe essere foriera di saggezza, a volte mi lascio prendere dall'ira e dico o faccio cose che non penso assolutamente o che mai farei in condizioni normali. E' il mio tallone d'Achille e lo pago sovente con gli interessi.
    Mi spiace un po' per tutti e, in particolare, per l'incolpevole Ben, cui porgo le mie scuse.
    Marco non poteva né doveva finire così'. Aveva tutti gli strumenti, oltre a milioni di persone che stravedevano per lui, per uscire indenne da quella bruttissima vicenda di MdC. Purtroppo ci ha messo molto di suo per finire così' e questo non si può tacere.
    Intendiamoci, io penso che MdC sia stata una vicenda orribile per i mille interrogativi e sospetti che ha lasciato senza risposta. Credo anche che l'atteggiamento di tanti giornalistoni, tanti colleghi, vertici FCI e di qualche sponsor più' potente di altri sia stato, dopo MdC, gretto, ipocrita ed inutilmente crudele.
    I recenti fatti dimostrano anche che l'inchiesta sulla sua morte non aveva chiarito proprio nulla e, pur tra difficoltà, la magistratura si trova ora a cercar di fare chiarezza anche su quella tragedia.

    Detto tutto ciò, non possiamo però negare che Marco avrebbe potuto e dovuto uscire da MdC a testa più' che alta e che aveva tutti gli strumenti per ritornare anche più' forte di prima e per vedersi restituita tutta la dignità con gli interessi. Aveva una famiglia che lo amava, una ragazza che lo amava, tifosi che lo amavano a loro volta. Marco non era solo. 
    La prima lettura della Messa di ieri parlava di Giobbe, cui il Signore aveva tolto tutto: possedimenti, lavoro, figli e figlie. Nella figura di Giobbe si rispecchiano tutti quelli cui la vita ed i suoi casi, dopo averli illusi, hanno tolto tutto e che oggi sono tanti, tantissimi. Non è necessario essere credenti per cogliere la grandezza della risposta di Giobbe: "Il Signore mi ha dato, il Signore mi ha tolto; sia benedetto il Signore". Questa è la nostra storia, la nostra civiltà; quel che ci ha fatti crescere e diventare quel che siamo (o quel che siamo stati, mi viene da dire). 

    Marco avrebbe avuto tutto per uscire brillantemente da quella situazione ma non lo ha voluto fare. Diciamocelo bello chiaro. Diciamolo per tutti coloro che lottano tutti i giorni per le persone che amano e per salvare la propria e la loro dignità.

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