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    Marco Pantani - L'assassinio

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    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 15 Empty Marco Pantani - L'assassinio

    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Dic 08, 2013 1:51 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Era da tempo che mi tenevo questa discussione in serbo. A differenza di altri, di giornalai e blogger vari, che ormai ritengono questo argomento alla stessa stregua delle discussioni sulle scie chimiche, degli Ufo e della presenza degli alieni sulla Terra, io ritengo ancora che la storia (la verità sulla storia e morte) di Marco Pantani sia ancora da scrivere nella sua completezza.

    La mia non è una ricerca fra le tesi che mi appaiono più o meno belle, che solleticano più o meno bene i miei pensieri ed opinioni consolidate. Tutt'altro. La mia è una mera scientificamente cinica elencazione di fatti e circostanze strane, tante e troppe per la verità, che in questa storia sono state evidenziate, ma solo separatamente.
    Cosa è cambiato rispetto al passato?
    Tanto direi, tantissimo.

    Prima di tutto adesso è venuto meno l'isterismo dei supporter fanatici di Marco Pantani, quelli che dimenticano l'uomo (semmai gli fosse interessato) e si sono creati una icona, ridefinendo il personaggio a loro uso e consumo.
    Per chi vede le cose come me, Marco non era e non è "un personaggio", Marco era ed è un uomo, con il suo carattere, i suoi difetti ed i tanti, tantissimi contagiosi pregi, primo fra tutti la sprizzante generosità.
    Insomma è fortunatamente venuto meno il codazzo della banda Brancaleone che ha circondato in alcune fasi una famiglia distrutta dal dolore e soprattutto dalla sensazione che un grosso torto fosse stato perpetrato nei confronti del loro figlio, fratello.
    A quel dolore la vita terrena può (deve!) dare delle risposte e un giorno magari dire perché.

    Il compito di chi vuole leggere i fatti, di chi vuole arrivare a conoscere la verità è diverso.
    A noi non interessa apparire come i depositari dell'icona di Marco, a noi preme dare a Marco la giusta dignità storica che gli spetta. E per dire chi sia Marco, cosa sia stato per ciascuno di noi, non servono rappresentazioni; basta far parlare i nostri cuori.
    Marco Pantani non è stato vittima di un complotto masso-pluto-giudaico del vertice politico imperialista americano e marziano-stellare come qualche fulminato va dicendo da qualche anno per accreditarsi come depositario della verità.
    Tutte queste stronzate hanno contribuito a rendere assurda, a ridicolizzare una vicenda molto seria; una vicenda che andava gestita con scrupolo ferreo razionale sin dall'inizio, soprattutto da parte dei legali di parte.

    Marco è stato sicuramente vittima (per ora in ambito sportivo almeno) di un nugolo di stronzi criminali assatanati di denaro e potere che ha quasi distrutto il ciclismo. Questi erano al vertice di questo sport. Questo oggi lo possiamo scrivere.

    Eh sì, questa è l'importante novità storica, politica e processuale (Usada) che oggi è nero su bianco. Fatti.
    Per anni chi aveva detto e scritto che il campione texano era coperto, favorito (anche a costo di distruggere gli avversari) è stato coperto di letame da tanti, tantissimi giornalai e replicanti di veline preconfezionate e remunerate.
    Oggi molti di questi si sono trasformati nei peggiori robespierre e moralizzatori. Stranezze del vento e del carro che cambia.
    Le novità emerse recentemente hanno reso questo decimo anno dalla morte di Marco radicalmente diverso dai nove precedenti. Perché?
    Perché rileggere la vicenda di Marco ed i tanti fatti strani che lo hanno riguardato da quella mattina a Madonna di Campiglio sino a quel giorno del 2004, in cui le indagini furono chiuse in fretta e furia, alla luce di quanto emerso nell'ultimo anno assume una radicalmente diversa connotazione.

    E' vero che da qualche mese il ciclismo ha mandato in soffitta finalmente il periodo Verbruggen-McQuaid, ma è altresì vero che quella rete di contatti e di legami che ha permesso ai suddetti di dominare il ciclismo non è ancora del tutto venuta a galla e per debito di verità a Marco, come pure per garanzia di pulizia futura di questo sport, è bene che tutto venga alla luce.
    Per questa ragione ho aperto questo argomento, per elencare i fatti che ad oggi abbiamo a disposizione e rileggere tutto sulla base delle nuove conoscenze in materia.
    Non è vero che è stato già tutto scritto e che la verità non emergerà mai, come qualche fulminato scrive sempre in preda a paturnie ansiogene (il luogo del web da cui proveniamo è pieno di questi psicodrammi autoreferenziali), e la rete come dimostrato nell'ultimo anno ha una funzione essenziale nel divulgare conoscenza e condivisione di fatti e documentazione.

    Per rigore metodologico faccio una premessa: terremo distinto l'assassinio sportivo dalla morte fisica (omicidio?) di Marco Pantani. Allo stato la correlazione tra le due cose è solo congettura, ma con questo non intendo escludere che la correlazione possa anche esistere.

    Lo stesso metodo varrà per un'altra morte, la cui correlazione invece mi colpì molto, di cui seppi parlando con un funzionario internazionale del ciclismo, mentre dialogavamo su Marco Pantani.
    Questi mi disse:"Nel ciclismo di quegli anni ce ne erano tante di cose strane. Non c'è solo la morte di Pantani. C'è anche una persona che conoscevo, un ispettore che sapeva tutto, che è finito in fondo ad un lago".
    Gli chiesi chi era, che cosa intendeva, ma chiuse lì il discorso rapidamente dicendo che erano voci, senza poi tanta importanza. Solo di recente sono riuscito a sapere cosa intendesse e di chi stesse parlando.
    Ne parleremo alla prossima.

    Ps. Spero tanto che Morris possa e voglia essere della partita per ricostruire e raccontare dalla sua enorme ed incredibile esperienza personale, quei bellissimi e poi tremendi anni.

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    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 15 Empty Re: Marco Pantani - L'assassinio

    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Apr 25, 2016 11:23 pm

    Domani esce il libro di Danilo Di Luca "Bestie da vittoria". Non è il solito libro vendetta dell'ex che vuota il sacco con tanto di truculenta descrizione. C'è anche la dura realtà, ma viene raccontata dall'intimo dell'uomo senza indugiare nei particolari pruriginoso. Il libro segue il vissuto, le emozioni e le bruciature di Danilo Di Luca.

    Nell'anteprima del libro voglio però segnalare una intervista a Vanity Fair che riguarda questo topic.

    Ciclismo, Danilo Di Luca: “Pantani è stato fregato al 300%”

    L’ex ciclista, Danilo Di Luca, ha raccontato in esclusiva a Vanity Fair, come funziona il doping. Una lunga intervista rilasciata al settimanale a pochi giorni dal Giro d’Italia che partirà in Olanda il 6 maggio. Ecco alcuni passaggi a iniziare da quello su Pantani: “Lo hanno inculato al 300%. Era a fine Giro con dieci minuti di vantaggio sul secondo, in quelle condizioni non rischi”.
    E ancora: “Tutti i corridori usano l’EPO, l’eritropoietina. Metti il laccio e fai l’iniezione come un tossico. Quando capita un fuori vena riprovi nell’altro braccio. Anche sottocute, nella pancia, nelle gambe”. Di Luca vinse il Giro nel 2007 e nel 2013 è stato il primo italiano radiato per doping a causa dell’ormone EPO. Racconta di buste di sangue nelle borse frigo o nascoste nei corridoi degli alberghi: “Per voi è un racconto inquietante, per un ciclista fa parte del mestiere, della normale preparazione. Ci sono sostanze lecite e illecite.  In uno sport di durata, l’ Epo fa la differenza. Vinci se ti curi meglio degli altriLe squadre? Se vieni trovato positivo fingono di non conoscerti più. Ma chi viene beccato è perché sbaglia i tempi, si sa esattamente quanto tempo deve passare prima di un controllo”. Di Luca ha scritto un libro sulla vicenda “Bestie da vittoria” in uscita tra pochi giorni e a Vanity Fair rivela anche: “Ho iniziato a doparmi seriamente nel 2001, il mio medico di allora (Carlo Santuccione, radiato dal Coni) ha voluto che aspettassi per non farmi bruciare il fisico troppo presto. Io vincevo all’inizio, poi con il passaggio di categoria in 50 andavano più forte. La differenza la faceva il doping. Non possiamo avere le ricette, i ciclisti si procurano tutto in nero, su Internet. Lo sanno tutti nell’ambiente. Si parla in codice: ‘Sei preparato?’”. Di Luca ne ha anche per i tifosi: “Non sono ciechi, ma se ne fregano. Mi chiedono ancora l’autografo, le imprese restano”. La scoperta della positività lo ha reso libero: “Correvo solo per soldi, avevo perso il gusto.Ho scritto questo libro per raccontare la vita assurda dei ciclisti. Il doping non dà dipendenza, ma potere: chi vince porta soldi a se stesso, ma anche agli sponsor, al team”.
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    Messaggio Da vallelvo Mar Apr 26, 2016 8:45 am

    Perchè nessuno intervenne ai tempi? Solo sempre per soldi, anche scrivere i libri....
    Sempre più triste.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Apr 26, 2016 10:19 pm

    vallelvo ha scritto:Perchè nessuno intervenne ai tempi? Solo sempre per soldi, anche scrivere i libri....
    Sempre più triste.
    Perché nessuno intervenne? Hai ragione da vendere, ma il gruppo è qualcosa di antitetico ad una aggregazione. E' la somma di individui che tale restano anche se assembrati.
    Nessuno è mai intervenuto per un altro pesantemente chiamato in causa.
    Di fronte ai tribunali dell'ipocrisia sportiva (chiamarla giustizia è un eufemismo) ciascuno è e resta solo.

    Non so se si possa dire che Di Luca lo faccia per soldi, che abbia scritto il libro per avidità e denaro.
    Lo trovo riduttivo perché avendo una avviata azienda di produzione di bici, forse, gli sarebbe convenuto il silenzio. Non penso che la sua vita cambi con qualche decina di migliaia di euro mettendo a rischio una azienda, un marchio.

    Infine dalle preview di brani del libro interpreto una narrazione più intima, più su se stesso che non la classica vuotata di sacco per portare fango e danno ai colleghi.

    Eppoi qualche suo ex collega ... che ebbe a scaldarsi a suo tempo, diciamo che sarebbe meglio che non pontificasse.
    Non so se sia peggio tra chi si dopa e viene beccato e chi fa la morale da ventriloquo del potere e poi salta bellamente i controlli perché protetto.
    Per questa ragione non me la sento di gettare la croce addosso a Di Luca in modo esclusivo.
    Di Luca è la punta, ma sotto c'è un iceberg nascosto (dall'antidoping).
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Apr 27, 2016 12:40 am

    Spostata la discussione sulla crisi di credibilità del ciclismo qua:
    http://www.ciclopassione.com/t2052-quale-futuro-per-il-ciclismo-quel-ciclismo-descritto-da-danilo-di-luca-nel-suo-libro
    Valeva la pena aprire un 3d ad hoc.

    Tornando a Pantani, una piccola chicca. Siamo in Africa, occhio al particolare rosa al centro in basso fra la folla.


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    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Apr 28, 2016 2:32 pm

    L'inchiesta su Pantani passa all'Antimafia.
    http://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/morte-pantani-la-commissione-antimafia-vuole-aprire-un-inchiesta-1.2104086
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Mag 18, 2016 1:29 pm

    Dal Corriere di ieri, oggi anche online.
    Finalmente anche la stampa nazionale comincia a cercare riscontri sulla storia di Wim Jeremiasse.
    Qualcosa il buon Fulloni del Corriere lo ha preso da questo 3d e va bene così.
    http://www.corriere.it/cronache/16_maggio_17/pantani-misteri-campiglio-6-luglio-decisione-sull-inchiesta-e54fbcb2-1c7a-11e6-86d1-c1e2db24bea0.shtml

    IL PROSIEGUO DELL’ACCERTAMENTO
    Pantani e i misteri di Campiglio
    Il 6 luglio decisione sull’inchiesta

    Fissata dal gip di Forlì la data per decidere se archiviare l’indagine sull’intervento della camorra al Giro 1999. ll giallo dell’incidente automobilistico - «non chiaro per i carabinieri» - in cui morì un commissario Uci olandese presente al controllo antidoping

    di Alessandro Fulloni
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    Marco Pantani lascia il Giro a Madonna di Campiglio (foto Bettini)

    Se l’inchiesta sull’intervento della camorra al Giro 1999 proseguirà, lo si saprà il 6 luglio. Questa è la data in cui il gip del tribunale di Forlì Monica Calassi ha fissato l’udienza per decidere l’eventuale raccolta di nuovi elementi. Il giudice ha infatti ritenuto «ammissibile» l’opposizione, presentata dalla famiglia di Marco Pantani rappresentata dall’avvocato Antonio De Rensis, alla richiesta di archiviazione dell’indagine da parte della procuratore Sergio Sottani. Il quale, al termine degli accertamenti scrupolosi del nucleo di polizia giudiziaria di Forlì e dei carabinieri della tutela della salute di Roma era giunto a questa conclusione. Che la camorra avesse stoppato il corridore romagnolo, con «reiterate condotte minacciose e intimidatorie» nei confronti «di svariati soggetti a vario titolo coinvolti nella vicenda del prelievo ematico» del corridore, era «credibile». Ma il movente di queste minacce resta «avvolto nel mistero, anche se qualche squarcio, nonostante il tempo trascorso, si intravede». «Tuttavia gli elementi acquisiti non sono idonei - è quanto scritto nella richiesta di archiviazione firmata da Sottani e dal pm Spirito - a identificare gli autori dei reati ipotizzati». Quelli di truffa ed estorsione e non la corruzione - di cui ha parlato un pentito - cancellata dalla mannaia della prescrizione.


    Un nuovo scenario processuale
    Ora però si apre un nuovo scenario processuale. Il 6 luglio il gip potrebbe percorrere due strade: accogliere la richiesta d’archiviazione o chiedere un supplemento d’indagine, magari alla Procura antimafia. Questo però nell’ipotesi che il giudice ritenga ravvisabile dalle carte il reato di estorsione che ha tempi di prescrizione assai più lunghi di quelli della corruzione: ovvero 20 anni. Le carte dell’inchiesta raccontano, tra l’altro, una novità: quella della presenza di un giudice olandese, Wim Jeremiasse, commissario Uci e istituzione al Tour, alla Vuelta e alla corsa rosa, al prelievo ematico condotto su Pantani prima della tappa di Madonna di Campiglio in cui venne fermato. Nessuno dei tre medici interrogati ne aveva ricordato la partecipazione - tra l’altro in qualità del responsabile del team - svelata solo nel 2014 dal suo autista, Simone Cantù, ascoltato dai carabinieri. Insospettiti per quella specie di «amnesia» del terzetto di dottori.


    «...Oggi il ciclismo è morto...»
    Ma torniamo al 5 giugno. Ore 9 e 15. Cantù avvicina l’olandese nella hall dell’hotel in cui sonno stati fatti i prelievi per ricordargli l’imminente avvio della tappa. Jeremiasse si volta in lacrime: «... oggi il ciclismo è morto...». E poi prosegue: «Marco Pantani ha valori non regolari». Impossibile che il commissario Uci possa spiegare altro: sei mesi dopo morirà - «in circostanze non proprio chiare», scrivono i carabinieri - in un incidente in Austria. Dov’era andato per fare da giudice in una gara di pattinatori su ghiaccio. Sprofondò con l’auto in un lago ghiacciato, il Weissensee, su cui stava spostandosi alla testa di un piccolo corteo di macchine. La sua auto giù per 35 metri nell’acqua gelida, inghiottita dal cedimento improvviso della superficie: Wim venne trovato cadavere dai sommozzatori che lo recuperarono circa un’ora dopo. La donna che era con lui, Rommy van der Wal, sopravvisse miracolosamente dopo avere cercato invano di estrarlo dall’abitacolo.


    Parla la moglie di Jeremiasse
    Contattata dal Corriere della Sera, la moglie di Jeremiasse, Jeanne, si dice «completamente confusa. Non ho mai pensato che la morte di mio marito potesse essere collegata a qualcosa di differente da un incidente. Ma davvero, non so niente di questa intera situazione e dei suoi precedenti». Intanto anche la commissione parlamentare Antimafia si mostra interessata all’indagine: e ha annunciato la convocazione dei pm di Forlì. «Poi faremo le nostre valutazioni», ha detto la presidente Rosy Bindi. Di quel che accadde a Madonna di Campiglio ha scritto nel suo libro-scandalo -«Bestie da vittoria» - anche Danilo Di Luca, ex vincitore del Giro trovato tre volte positivo al doping: Pantani? «Lo hanno fregato - il termine usato è un altro... - al 300 per cento. Era a fine Giro con dieci minuti di vantaggio sul secondo, in quelle condizioni non rischi».
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Giu 28, 2016 3:17 pm

    Il Tribunale di Rimini ha accolto la richiesta di archiviazione dell'inchiesta bis sulla morte di Marco Pantani avanzata dalla Procura.
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/27/marco-pantani-archiviata-linchiesta-bis-sulla-sua-morte-non-fu-ucciso/2864858/

    Resta invece per il momento aperta l'inchiesta di Forlì sui fatti di Campiglio, ovvero l'inchiesta che aveva maggiori possibilità di trovare novità, novità che sono venute nonostante il possibile quadro accusatorio sia ormai in larga parte compromesso dalla prescrizione.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Giu 28, 2016 8:02 pm

    Per parecchio tempo avevo cercato questo documento di seguito.
    Mi ricordavo di averlo letto, lo avevo stampato nella mente.
    Bene, questo documento è la prova del notevole coinvolgimento attivo di Wim Jeremiasse nei fatti di Campiglio 1999.
    Il dubbio che ovviamente sorge spontaneo è perché i tre medici ed il commissario Coccioni letteralmente ignorarono la presenza di Jeremiasse durante gli esami.
    La presenza di costui mi fu riferita da un commissario internazionale un po' di anni fa e io l'avevo annotata qua nel 2013, poi ripresa da alcuni quotidiani successivamente.
    Di recente arrivò poi la testimonianza di Simone Cantù, oggi segretario Accpi, che raccontò della presenza di Jeremiasse a Campiglio ai magistrati di Forlì.
    _________________________________________________________________
    http://www.sportfair.it/2016/03/pantani-nuovo-clamoroso-retroscena-lautista-di-jeremiasse-smentisce-i-medici-di-madonna-di-campiglio/348230/
    Ecco una parte delle dichiarazioni dell’autista, che saranno diffuse in versione integrale all’interno dell’edizione delle ore 18.25 di Studio Aperto e, in seguito, all’interno dei tg di Premium Sport: “I medici li ho portati io, perchè ero l’autista dell’ispettore dell’antidoping Wim Jeremiasse. Abbiamo fatto colazione e siamo partiti subito, tipo 6.20 eravamo già in macchina“, ha dichiarato l’autista. Domanda: “Chi c’era su con te in macchina?”.“C’era su l’ispettore Wim Jeremiasse, poi avevo su il dottore che ha fatto il prelievo del sangue…“, ha aggiunto l’autista di Jeremiasse. Domanda: “Ma uno solo (di medico, ndr) ne avevi in macchina tu?“. “No, io ne avevo su due“.
    _________________________________________________________________

    Ed ecco invece il documento che prova il ruolo di Jeremiasse. L'ho trovato nell'archivio di Cyclingnews. Sono delle news del 9 giugno 2016, quattro giorni dopo l'esame di Campiglio.

    _________________________________________________________________
    http://autobus.cyclingnews.com/results/1999/jun99/jun9a.shtml
    News for June 9, 1999

    News for June 9, 1999

    More drug revelations

    Conconi is to blame but the IOC and UCI still work with him
    According to Judge Sandro Donati, the investigator of the Italian Olympic Committee, it was the Italian professor Francesco Conconi who introduced EPO into European sport. He was talking in an interview with the French newspaper Le Monde. The interview was published in Europe on Tuesday. According to Donati, the Sport's Medicine Institute run by Conconi in Italy was the basis of all the doping problems now being exposed in cycling. He said: "Conconi was the one who introduced EPO to the cycling peloton."
    Donati said that Conconi was financially supported by the UCI and the IOC> "He had been given a great deal of money by the UCI and the IOC to find new methods of doping in sport. At the same time as he was conducting his experiments he was distributing the banned products to sportspersons. Samaranch and Hein Verbruggen must now explain why they still work with Conconi."
    Pantani had no time to hide any EPO use!
    Judge Donati has also cast doubt on Marco Pantani. He said that he heard from a source that the top 15 on GC in the Giro were tested informally on Friday by their team doctors. Pantani went to the laboratory and he had a plus 50 per cent reading. Donati: "The reading was above 50. But that should have been no problem at all for him. He had time enough to change that level with water, aspirin, and salt solutions on Saturday morning. The problem for Pantani was that the test came earlier than normally expected and the reading was still above 50."
    Dutchman did the test
    Dutchman Wim Jeremiasse, who has been a UCI international jury member and drug tester for around 30 years was the person who did the test on Pantani. He said: "I made my most important decision in my UCI career on Saturday."
    He said they woke Pantani and his teammate Velo up at 7.25 am in the Hotel Touring in Madonna di Campiglio. At 7.30 am the riders were told they had to be in the room of team doctor Rempi and team manager Martinelli. After the tests they brought the blood to another hotel where the drug analysis was done on the medical apparatus. Normally the riders have 10 minutes to come to the room which is reserved by the UCI. Because the top 15 were staying in different hotels, the test were performed faster than normal. So it wasn't possible to bring back the hematocrit level by drinking several litre of water.
    Jeremiasse said: "The first two tests of Pantani were above 50. In that case the rules say you have to inform the team manager and the team doctor and then there are 3 further tests. The average of the 5 tests are the definitive level. Pantani had 53 but because the measuring equipment can be deviate, you are given a reading of 1 percent below this average. So Pantani came officially in at 52."
    Jeremiasse said there was not any pressure by Martinelli and/or Rempi to change the results and/or decision.
    Pantani to decide today
    Marco Pantani will give a press conference today to inform the public of his future.
    _________________________________________________________________
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    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 15 Empty Re: Marco Pantani - L'assassinio

    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Giu 28, 2016 9:37 pm

    Il documento ha un rilevanza notevole per svariate ragioni e contestualizzazioni.
    Per metterlo a fuoco opportunamente vale la pena tradurlo per condividerne i passaggi, a volte a dir poco sorprendenti col senno di poi.
    _________________________________________________________________

    Notizie del 9 giugno 1999
    Ulteriori rivelazioni sul doping


    Conconi è da incolpare, ma il CIO e UCI ancora lavorano con lui
    Secondo il giudice Sandro Donati, l'investigatore incaricato dal Comitato Olimpico Italiano, è stato il professore italiano Francesco Conconi che ha introdotto l'EPO nello sport europeo. Lo ha dichiarato in un'intervista al quotidiano francese Le Monde. L'intervista è stata pubblicata in Europa lo scorso Martedì. Secondo Donati, l'Istituto di Medicina dello Sport gestito da Conconi in Italia è stato la base di tutti i problemi di doping ora emersi nel ciclismo. Donati ha dichiarato: "Conconi è stato colui che ha introdotto EPO nel gruppo del ciclismo."
    Donati ha detto che Conconi è stato sostenuto finanziariamente dall'UCI e dal CIO: "Gli è stata data una grande quantità di denaro da parte di UCI e CIO per individuare i nuovi metodi di doping nello sport. Allo stesso tempo, mentre stava conducendo i suoi esperimenti egli ha avuto parte nella distribuzione di prodotti vietati agli sportivi. Samaranch e Hein Verbruggen devono ora spiegare perché si lavora ancora con Conconi."

    Pantani non ha avuto il tempo di nascondere l'eventuale uso di EPO!
    Il giudice Donati ha anche avanzato dei dubbi su Marco Pantani. Ha detto che aveva sentito da una fonte che i top 15 della classifica generale del Giro erano stati testati in modo informale venerdì (4 giugno 1999 ndr) dai rispettivi medici di squadra. Pantani è andato poi al laboratorio e aveva una valore superiore (refuso, si intendeva minore) al 50 per cento. Donati: "La lettura era inferiore a 50. Ma questo non avrebbe potuto essere un problema per lui, in quanto avrebbe avuto il tempo sufficiente per cambiare quel livello con l'acqua, l'aspirina, e soluzioni saline. Sabato mattina il problema per Pantani è stato che il test è avvenuto prima di quanto normalmente previsto e la lettura era ancora superiore a 50."

    L'olandese che ha fatto il test
    L'olandese Wim Jeremiasse, che è stato un membro di giuria internazionale per l'UCI e tester antidoping per circa 30 anni, è stata la persona che ha fatto il test su Pantani. Jeremiasse ha dichiarato: "Sabato ho preso la decisione più importante della mia carriera UCI."
    Jeremiasse ha inoltre detto che svegliarono Pantani e il suo compagno di squadra Velo alle 07:25 presso l'Hotel Touring a Madonna di Campiglio. Alle ore 7.30 i ciclisti sono stati avvisati che dovevano essere nella stanza del medico della squadra REMPI e in quella del team manager Martinelli. Dopo gli esami hanno portato i campioni di sangue in un altro albergo in cui l'analisi clinica è stato effettuata con apparecchiature mediche. Normalmente i ciclisti hanno 10 minuti per raggiungere i locali riservati dall'UCI. 
    Dal momento che i primi 15 stavano in diversi alberghi, i test sono stati eseguiti più velocemente del normale. Quindi non fu possibile abbassare il livello di ematocrito bevendo alcuni litri d'acqua.
    Jeremiasse ha affermato: "I primi due test di Pantani sono stati superiori a 50. In tal caso, le regole richiedono che si debba informare il team manager e il medico della squadra e poi avvengono 3 ulteriori test. La media delle 5 prove rappresentano il livello definitivo. Pantani aveva 53, ma a causa della tolleranza delle apparecchiature di misurazione, si è data una lettura di un 1 per cento al di sotto di questa media. Così il valore per Pantani venne ufficialmente fissato a 52."
    Jeremiasse ha dichiarato che non vi fu alcuna pressione da parte di Martinelli e/o REMPI per modificare i risultati e/o la decisione.
    _________________________________________________________________

    Le notizie del 9 giugno sono un pozzo di elementi col senno di poi.
    Vediamo di elencarli.

    1) Il Coni ed il Cio nominano come investigatore su quel caso il Prof. Sandro Donati ... pena del contrappasso gli giungerà (al professore) circa 17 anni dopo con la positività di Schwazer.

    2) Conconi, il guru di Ferrara aveva nelle proprie mani l'antidoping dopo avere avuto il doping. Nelle stesse settimane il suo pupillo e "figliol prodigo" per la retorica giornalistica. il Mito Michele Ferrari, si occupava della creazione di quello che sarebbe divenuto il fenomeno del ciclismo degli anni 2000, fenomeno cancellato poi per decreto nel 2012.

    3) Per Donati il ciclista Marco Pantani era colpevole per forza in quanto sospettato di essere un cliente di Conconi. Attaccare Pantani significava per lui attaccare l'odiato Conconi, origine di tanti suoi guai e vessazioni all'interno del Coni.
    In questa fase e in questo operato si nota la stupida superficialità di Donati che giunge a rapide quanto grossolane conclusioni corredate anche da goffe analisi che poi di seguito elenco. Per quale motivo il Coni affidava proprio a lui, l'eretico Donati, quel compito? Se Donati si fosse posto quella domanda avrebbe forse capito di più e prima cosa stava succedendo, senza attendere il 2016 ed il caso Schwazer che lo vedrà dall'altra parte della barricata, sperando di non avere contro un altro Donati, un altro utile idiota.

    4) Secondo Donati, Pantani non ebbe il tempo di nascondere l'uso di Epo. Dopo soli 4 giorni, anzi meno, Donati era già in grado di dare il verdetto e descrivere cosa fosse avvenuto a Pantani. La realtà come sappiamo era ben diversa, perché quell'esame era atteso e non era affatto una sorpresa.

    5) Donati in pratica definisce da subito quella che sarà la versione ufficiale in merito all'esame svolto nel pomeriggio ad Imola da Pantani in un laboratorio accreditato Uci dove l'ematocrito fu rilevato al 48%. Ovviamente la scusa è che Pantani poteva avere bevuto abbondantemente ed assunto Emagel per rientrare sotto il 50%. Nessuna attenzione o minimo dubbio vennero posti sulla differenza dei valori delle piastrine fra i due esami. Il valore delle piastrine di Campiglio nascondeva infatti la evidente interferesi e deplasmazione. Donati mette praticamente in campo tutta la sua influenza e credibilità ritrovata e mediatica (dopo anni di mobbing Coni) per sfogare le sue frustrazioni sul capro espiatorio Marco Pantani.

    6) Veniamo al punto processualmente oggi più importante: Jeremiasse è colui che esegue gli esami. Come è stato possibile che colui che ebbe un ruolo da protagonista venne poi dimenticato contemporaneamente da tutte le testimonianze processuali, sia dei tre medici che dell'ispettore Fci Coccioni? Forse che costoro non volessero citarlo per non dover dire che costui era morto sei mesi
     dopo in uno strano incidente stradale?!

    7) La decisione di estromettere Pantani fu proprio di Wim Jeremiasse che ne parla testualmente nel report di Cyclingnews come della più importante decisione della sua carriera! Come fu possibile dimenticarlo poi completamente nelle deposizioni negli atti processuali?

    8) Jeremiasse afferma di avere svegliato Pantani alle 7,25. Si noti che nella sua recente deposizione, sopra linkata, il testimone autista di Jeremiasse, Simone Cantù, dichiara che lui, Jeremiasse ed il medico che effettuò il prelievo, si misero in viaggio alle 6,20. Un'ora per spostarsi di un chilometro? Sappiamo che gli esami cominciarono all'Hotel Touring e che in quei minuti vi furono delle concitate telefonate degli attori principali, per che cosa e con chi?

    9) Jeremiasse, alla faccia della sobrietà necessaria, afferma che: "Dal momento che i primi 15 stavano in diversi alberghi, i test sono stati eseguiti più velocemente del normale. Quindi non fu possibile abbassare il livello di ematocrito bevendo alcuni litri d'acqua". 
    Da dove partiva tanta necessità di fornire subito tali spiegazioni a poche ore dai fatti e con una inchiesta in corso? Che bisogno c'era di ricordare che sia Martinelli che Rempi non ebbero nulla da eccepire? Il linguaggio, la logica ed il senno di poi alcuni suggerimenti li forniscono.

    Concludendo, questo documento è la prova che le testimonianze furono alquanto reticenti e che le indagini non furono svolte con la necessaria attenzione a persone e fatti. L'avere ignorato il ruolo PESANTE di Wim Jeremiasse (ignorandone anche pertanto la triste fine a stretto giro di tempo da quegli eventi, come obbligata ipotesi investigativa) contribuisce all'aggravarsi dei dubbi su tutta la vicenda di Campiglio, soprattutto alla luce di quanto appurato di recente dagli investigatori sul giro di scommesse della criminalità organizzata. Ok la Camorra, ma qualcosa non torna anche nella gestione del ciclismo di allora (e di poi). E pensare che qualcuno aveva detto che Jeremiasse non ebbe alcuna funzione quel giorno ...


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    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Lug 02, 2016 8:10 pm

    In questi giorni il presidente della Mapei Squinzi è interessato dalle cronache del calcio per il possibile passaggio di Berardi dal Sassuolo all'Inter.
    Diciotto anni fa l'ex confindustriale aveva rosicato amaro per il gran rifiuto del Pirata, dovuto semplicemente ad un senso di responsabilità del romagnolo verso dipendenti ed altri corridori della Mercatone, che in buon numero sarebbero rimasti senza lavoro.

    La sera del 5 giugno l'allora presidente di federchimica usò parole pesantissime e velenose verso il Pirata. Leggerle oggi fa venire i brividi.
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    Messaggio Da vallelvo Mar Ago 02, 2016 9:38 pm

    Mi ero scordata il 2 Agosto 1998: Pascal, un amico francese, non dimentica.

    Parigi, Campi Elisi, 2 Agosto 1998: un italiano conquista il gradino più alto del podio: il Pirata, l'indimenticabile Marco Pantani, veste la Maglia Gialla.
    Ricordi infiniti di un Grande Campione che faceva sognare l'Italia e non solo. 
    Quel ciclismo non c'è più, forse se ne è andato con lui.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Ago 03, 2016 10:50 am

    Ironia della sorte. il 2 agosto (ma del 2016) è arrivata la notizia della definitiva archiviazione dell'inchiesta sui fatti di Campiglio.
    http://www.cesenatoday.it/cronaca/archiviata-inchiesta-forli-marco-patani-camorra-madonna-campiglio-1999.html

    Di questa inchiesta (aperta colpevolmente solo 15 anni dopo i fatti e a prescrizione raggiunta) resteranno alcuni punti fondamentali, che stabiliscono un minimo di effimera (negli inesistenti effetti) verità giudiziaria.

    E' troppo poco, ma forse era il massimo che ormai si potesse ottenere.
    Comunque il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e la verità potrebbe sempre uscire, per un fatto di coscienza, per successive indagini, o per un caso fortuito.
    Auguriamocelo.
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    Messaggio Da vallelvo Mer Ago 03, 2016 10:56 am

    Ben, sei un sognatore. Smile
    Spero tu abbia ragione, Marco se lo meriterebbe ed anche la sua famiglia.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Ago 03, 2016 11:03 am

    vallelvo ha scritto:Ben, sei un sognatore. Smile
    Spero tu abbia ragione, Marco se lo meriterebbe ed anche la sua famiglia.
    Sono uno che non si arrende MAI Wink e uno che non rinuncia alla memoria e ad osservare.

    Chi ha commesso quei reati non deve dormire tranquillo, deve avere di notte gli incubi sino a che non avrà confessato le sue nefandezze.

    Truccare degli esami era allora uno scherzo, ma orientarli è ancora oggi un gioco da ragazzi che la politica sportiva si tiene per sé e per alimentare il proprio potere.
    Mettere a nudo la truffa di Campiglio sarebbe una grossa lezione per coloro che ancora oggi inquinano lo sport con le  coperture e la contemporanea falsa politica della "tolleranza zero".
    Ne riparleremo Vall, se ne riparlerà parecchio ancora. Ha solo da passà l'estate.
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    Messaggio Da vallelvo Mer Ago 03, 2016 12:43 pm

    La penso come te, però non ho fiducia nella coscienza del  prossimo: esperienza personale.
    Aspetto l'autunno....

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