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    Marco Pantani - L'assassinio

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    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 9 Empty Marco Pantani - L'assassinio

    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Dic 08, 2013 1:51 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Era da tempo che mi tenevo questa discussione in serbo. A differenza di altri, di giornalai e blogger vari, che ormai ritengono questo argomento alla stessa stregua delle discussioni sulle scie chimiche, degli Ufo e della presenza degli alieni sulla Terra, io ritengo ancora che la storia (la verità sulla storia e morte) di Marco Pantani sia ancora da scrivere nella sua completezza.

    La mia non è una ricerca fra le tesi che mi appaiono più o meno belle, che solleticano più o meno bene i miei pensieri ed opinioni consolidate. Tutt'altro. La mia è una mera scientificamente cinica elencazione di fatti e circostanze strane, tante e troppe per la verità, che in questa storia sono state evidenziate, ma solo separatamente.
    Cosa è cambiato rispetto al passato?
    Tanto direi, tantissimo.

    Prima di tutto adesso è venuto meno l'isterismo dei supporter fanatici di Marco Pantani, quelli che dimenticano l'uomo (semmai gli fosse interessato) e si sono creati una icona, ridefinendo il personaggio a loro uso e consumo.
    Per chi vede le cose come me, Marco non era e non è "un personaggio", Marco era ed è un uomo, con il suo carattere, i suoi difetti ed i tanti, tantissimi contagiosi pregi, primo fra tutti la sprizzante generosità.
    Insomma è fortunatamente venuto meno il codazzo della banda Brancaleone che ha circondato in alcune fasi una famiglia distrutta dal dolore e soprattutto dalla sensazione che un grosso torto fosse stato perpetrato nei confronti del loro figlio, fratello.
    A quel dolore la vita terrena può (deve!) dare delle risposte e un giorno magari dire perché.

    Il compito di chi vuole leggere i fatti, di chi vuole arrivare a conoscere la verità è diverso.
    A noi non interessa apparire come i depositari dell'icona di Marco, a noi preme dare a Marco la giusta dignità storica che gli spetta. E per dire chi sia Marco, cosa sia stato per ciascuno di noi, non servono rappresentazioni; basta far parlare i nostri cuori.
    Marco Pantani non è stato vittima di un complotto masso-pluto-giudaico del vertice politico imperialista americano e marziano-stellare come qualche fulminato va dicendo da qualche anno per accreditarsi come depositario della verità.
    Tutte queste stronzate hanno contribuito a rendere assurda, a ridicolizzare una vicenda molto seria; una vicenda che andava gestita con scrupolo ferreo razionale sin dall'inizio, soprattutto da parte dei legali di parte.

    Marco è stato sicuramente vittima (per ora in ambito sportivo almeno) di un nugolo di stronzi criminali assatanati di denaro e potere che ha quasi distrutto il ciclismo. Questi erano al vertice di questo sport. Questo oggi lo possiamo scrivere.

    Eh sì, questa è l'importante novità storica, politica e processuale (Usada) che oggi è nero su bianco. Fatti.
    Per anni chi aveva detto e scritto che il campione texano era coperto, favorito (anche a costo di distruggere gli avversari) è stato coperto di letame da tanti, tantissimi giornalai e replicanti di veline preconfezionate e remunerate.
    Oggi molti di questi si sono trasformati nei peggiori robespierre e moralizzatori. Stranezze del vento e del carro che cambia.
    Le novità emerse recentemente hanno reso questo decimo anno dalla morte di Marco radicalmente diverso dai nove precedenti. Perché?
    Perché rileggere la vicenda di Marco ed i tanti fatti strani che lo hanno riguardato da quella mattina a Madonna di Campiglio sino a quel giorno del 2004, in cui le indagini furono chiuse in fretta e furia, alla luce di quanto emerso nell'ultimo anno assume una radicalmente diversa connotazione.

    E' vero che da qualche mese il ciclismo ha mandato in soffitta finalmente il periodo Verbruggen-McQuaid, ma è altresì vero che quella rete di contatti e di legami che ha permesso ai suddetti di dominare il ciclismo non è ancora del tutto venuta a galla e per debito di verità a Marco, come pure per garanzia di pulizia futura di questo sport, è bene che tutto venga alla luce.
    Per questa ragione ho aperto questo argomento, per elencare i fatti che ad oggi abbiamo a disposizione e rileggere tutto sulla base delle nuove conoscenze in materia.
    Non è vero che è stato già tutto scritto e che la verità non emergerà mai, come qualche fulminato scrive sempre in preda a paturnie ansiogene (il luogo del web da cui proveniamo è pieno di questi psicodrammi autoreferenziali), e la rete come dimostrato nell'ultimo anno ha una funzione essenziale nel divulgare conoscenza e condivisione di fatti e documentazione.

    Per rigore metodologico faccio una premessa: terremo distinto l'assassinio sportivo dalla morte fisica (omicidio?) di Marco Pantani. Allo stato la correlazione tra le due cose è solo congettura, ma con questo non intendo escludere che la correlazione possa anche esistere.

    Lo stesso metodo varrà per un'altra morte, la cui correlazione invece mi colpì molto, di cui seppi parlando con un funzionario internazionale del ciclismo, mentre dialogavamo su Marco Pantani.
    Questi mi disse:"Nel ciclismo di quegli anni ce ne erano tante di cose strane. Non c'è solo la morte di Pantani. C'è anche una persona che conoscevo, un ispettore che sapeva tutto, che è finito in fondo ad un lago".
    Gli chiesi chi era, che cosa intendeva, ma chiuse lì il discorso rapidamente dicendo che erano voci, senza poi tanta importanza. Solo di recente sono riuscito a sapere cosa intendesse e di chi stesse parlando.
    Ne parleremo alla prossima.

    Ps. Spero tanto che Morris possa e voglia essere della partita per ricostruire e raccontare dalla sua enorme ed incredibile esperienza personale, quei bellissimi e poi tremendi anni.

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    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 9 Empty Re: Marco Pantani - L'assassinio

    Messaggio Da perobeach Mer Ott 29, 2014 10:26 pm

    Gotti è diverso tempo che si disinteressa della sua vita professionale passata.
    Più che prono penso proprio indifferente.
    Poi magari mi sbaglio ed è sinceramente convinto della cosa.
    Non so.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Ott 29, 2014 10:57 pm

    Concordo con Uribe. Non servirebbe a niente riassegnare il Giro a Pantani, soprattutto se la giustizia dovesse dimostrare la manipolazione. Questa operazione di Cenni non mi piace per niente.
    Definirei la eventuale riassegnazione una compensazione venale, ma qua è in gioco "solo" la dignità rubata di un uomo morto, qualcosa che non è rimborsabile da 100.000 giri d'italia (il minuscolo non è assolutamente casuale).

    Ps. Vall non ha digitato la T in "pronto", ma il destino ha dato a quella frase un significato che fa riflettere. Togliendo il nome Gotti e sostituendolo con "ciclismo" mi sa che Vall ha scritto la sentenza finale su quel Giro. Embarassed
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    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 9 Empty Re: Marco Pantani - L'assassinio

    Messaggio Da vallelvo Gio Ott 30, 2014 1:36 pm

    Ben, non ti sfugge mai nulla, hai acume. cheers

    Hai ragione sul ciclismo, bella "battuta". I lapsus (involontari/veritieri) servono.

    Gotti si incontra sulle corse, però non so in che veste. Poi che rinunci o meno al Giro'99 a che servirebbe, al povero Marco?

    Ho la tastiera che spesso dà i numeri e correggo. Dovrei sostituirla. Questa volta me ne sono accorta dopo l'invio. Smile
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    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Nov 08, 2014 6:57 pm

    Sono molto prevenuto per ragioni mie personali, e di deformazione professionale, nei confronti della stampa locale.
    http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/tre-comaschi-nel-caso-pantani-marco-non-parlava-ecco-la-verita_1084666_11/
    http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/i-comaschi-nel-caso-pantani-una-perizia-li-scagiona_1085018_11/
    http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/linchiesta-su-pantani-e-le-false-accuse-ai-comaschi_1085428_11/

    Per un po' di giorni mi sono letto questi tre articoli, rispettivamente del 18-20-22 ottobre che il giornalista Michele Sada ha dedicato alla "difesa" dei tre medici del Sant'Anna di Como. E me li sono tenuti in "cucina" prima di dire qualcosa. Alla luce di ciò che si legge ultimamente ... diciamo che sono "interessanti".
    Ci sono alcune inesattezze all'interno, alcune anche macroscopiche, che so che qualcuno dei nostri potrà osservare attentamente, come pure chi ha letto con attenzione in merito alle inchieste sui fatti di Campiglio.

    Non voglio inseguire l'attualità parlandone nel forum (che ciascuno legga e si faccia una sua idea, conta solo che l'inchiesta prosegua per la sua strada con massima tranquillità ed accuratezza), ma mi sento di dire che questa difesa organizzata diventerà probabilmente famosa nei prossimi mesi. Smile

    In merito alle inesattezze (spero non suggerite dai tre "interessati") mi focalizzo solo sul terzo articolo.
    ____________________________________________

    http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/linchiesta-su-pantani-e-le-false-accuse-ai-comaschi_1085428_11/

    Mercoledì 22 ottobre 2014

    L’inchiesta su Pantani e le false accuse ai comaschi
    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 9 Linchiesta-su-pantani-e-le-false-accuse-ai-comaschi_6e41c532-593c-11e4-b4c0-1028fec82db8_cougar_image
    Como
    Mistero è la parola utilizzata più spesso, in questi giorni, per sintetizzare i fatti che portarono all’esclusione di Marco Pantani dal Giro d’Italia del ’99. Quel 5 giugno, a Madonna di Campiglio, tre medici comaschi si occupano - in virtù di una convenzione tra Sant’Anna e Unione ciclistica - del campione di sangue del Pirata: dal prelievo fino all’analisi che farà emergere il valore di ematocrito oltre il limite consentito. I tre professionisti ora vengono chiamati in causa ancora, a quindici anni di distanza; si parla di errori nell’esame e di manomissioni della provetta. Accuse che, mettendo insieme gli atti del primo processo e alcune testimonianze, appaiono infondate. Le passiamo in rassegna una per una.

    1) Iniziamo dal numero di medici del Sant’Anna in azione quella mattina, all’hotel Touring. Sono tre e non quattro: Eugenio Sala responsabile scientifico, Michelarcangelo Partenope fa il prelievo, Mario Spinelli analizza il campione.

    Come andò quella mattina

    2) I controlli sono davvero a sorpresa. Gli atleti sapevano che ci sarebbero stati due o tre volte durante il Giro, ma quella mattina non se l’aspettano. Immaginano che accadrà l’indomani, dopo la terribile tappa con il Mortirolo.

    3) Al momento del prelievo di sangue, nella camera d’albergo di fronte a quella di Pantani, ci sono Sala, Partenope e Spinelli. Ma anche l’ispettore dell’Uci Antonio Coccioni e il direttore sportivo di Pantani, Giuseppe Martinelli: questi due sono alle spalle di Partenope, forse sulla porta, comunque a pochi passi.

    4) Il protocollo dell’Unione ciclistica (Uci) non prevede l’obbligo di far scegliere la provetta all’atleta. Viene presa a caso da Partenope, ha un tappino rosso, può contenere 4,7 centilitri.

    5) Pantani non apre bocca, indica solo al medico di non usare il laccio emostatico. Firma con mano tremante l’autografo chiesto da Partenope.

    6) Finito il prelievo, Partenope passa la provetta a Sala che vi appone l’etichetta adesiva: il codice è 11140.

    7) A Pantani viene mostrata l’etichetta e il modulo che riporta lo stesso numero. Sala non gli dice affatto la frase: «Guardala bene perché poi non voglio casini». Dice semplicemente di verificare la corrispondenza tra il numero sulla provetta e quello sul modulo, lo si faceva sempre.

    8) La provetta viene portata via nell’apposita borsa, non in tasca.

    9) Le analisi vengono fatte nella stanza d’albergo dei medici comaschi usando l’apparecchio indicato dall’Uci, un “Coulter Act-8”. Macchinario già certificato da un luminare di Padova. Il giorno dopo viene sequestrato a Como e controllato a Parma: tutto ok.

    10) Non è vero che il verdetto su Pantani arriva in tempi più rapidi del solito. Si è scritto di un’attesa di soli 15 minuti ma è impossibile perché 15 minuti servono per agitare le provette, come da regolamento. Le dieci fiale vengono messe su un agitatore a rulli, prima di essere analizzate.


    L’epilogo e lo sconcerto

    11) Appreso che il valore sopra i limiti (51,9) è quello di Pantani, i medici comaschi chiamano Martinelli e il medico della squadra Roberto Rempi. Il primo trattiene a stento le lacrime e commenta con una frase che suona più o meno così: «Oggi si ferma l’Italia».

    12) L’analisi viene fatta più volte dai medici e più volte anche in presenza di Martinelli e Rempi: dà sempre lo stesso risultato.

    13) I periti scrivono che il sangue analizzato è quello di Pantani, che il valore è corretto e che «sono presenti segni di stimolazione farmacologica dell’eritropoiesi».

    14) Pantani per la rabbia spacca una vetrata con un pugno e grida: «Mi hanno fregato». Può darsi. Ma, se è così, è successo prima del prelievo di sangue. Poche ore prima o qualche giorno prima, chissà. I medici comaschi hanno solo registrato un valore e quel valore era fuori norma. Per colpa del Pirata o di qualcun altro? Questa è la vera domanda. Il mistero. Michele Sada
    ____________________________________________

    Si faccia attenzione ai passaggi di colore blu.
    La prima cosa che salta all'occhio è che il pezzo sembra l'adattamento giornalistico di un documento di difesa legale in risposta ad alcune anticipazioni giornalistiche dell'esposto dell'avvocato De Rensis.
    Il giornalista sposa e "patrocina" unitamente alla testata comasca la "causa" dei tre medici del Sant'Anna.
    Coloro che per la stampa nazionale sono i "medici del Sant'Anna" qua diventano i "medici comaschi", quasi come se i tre dovessero godere di una sorta di appoggio campanilistico alle loro istanze ed alla loro difesa "preventiva".
    Il giornale non pubblica in pratica un articolo giornalistico, ma la risposta sintetica della difesa dei "medici comaschi", uno per tutti, tutti per uno. Chissà se li interrogheranno anche tutti assieme?  Laughing Spassionatamente.

    Veniamo ai punti.
    2) Controlli a sorpresa? Quella mattina non se l'aspettavano?! Shocked
    Mah, questa è la più grande balla che potessero dire (pubblicamente smentibile da centinaia di persone).

    4) Il protocollo dell'Uci non prevedeva l'obbligo di far scegliere la provetta?
    Avere almeno dei dubbi su questa frase mi pare legittimo.

    5) Pantani firma l'autografo con mano tremante.
    Io amo i colpi di teatro. Laughing Un particolare notevole che dimostra, aldilà di ogni ragionevole dubbio, il fatto che Pantani era preoccupato per il suo ematocrito. Il cattivone sapeva cosa aveva fatto. Evil or Very Mad

    13) Nel 1999 come facevano i tre "illuminati", solo grazie a quella macchina omologata dall'Uci, a mettere a verbale (è pure virgolettato) che "sono presenti segni di stimolazione farmacologica dell'eritropoiesi"???
    Questa frase è per me un assoluto mistero. Question

    14) Il punto 14 è invece tutto un mistero nel suo complesso. Question  Question  Question  Ma cosa intende dire questo punto? Chi e come avrebbe semmai fregato Pantani prima dell'esame? Per colpa del pirata o di qualcun altro? Ma che cosa ... vogliono dire i Re Magi del Lago di Como? Shocked  pale  Shocked

    Adesso aspettiamo il pellegrinaggio a Forlì dei tre Re Magi da quel ramo del lago di Como che Manzoni si dimenticò a suo tempo.


    Ultima modifica di BenoixRoberti il Dom Nov 09, 2014 9:16 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da vallelvo Sab Nov 08, 2014 7:47 pm

    Mi fa sempre più male leggere....qui ed  in altri siti.......povero Grande Marco!

    Tanti dicono che era un ragazzo debole, io non lo penso.
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    Messaggio Da angelo francini Sab Nov 08, 2014 10:46 pm

    Ed ecco che abbiamo trovato un nuovo Perry Mason!
    Tutti a dire cose che riportano i giornali...... ma poi non analizzano e non hanno il coraggio di dire che cosa ci sia di così
    MACROSCOPICO ed INQUIETANTE
    scritto quà sopra.
    Perry se vuoi fare il giallista devi scrivere tutto il romanzo.
    Altrimenti i lettori non capiscono.

    E non sto facendo ironia sulla vicenda, anzi.....
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Nov 09, 2014 2:50 am

    Angelo usa caratteri normali e non debordare per favore.
    Se ti metti a ridicolizzare le parole degli altri, poi devi aspettarti uguale moneta in cambio.
    Si possono esprimere i concetti anche senza mostrare sempre i muscoli.
    Anzi, più li si mostra e più si riduce l'impatto delle proprie idee.

    In quell'articolo ci sono delle castronerie. Se vuoi parla di quello, ma evita di prendere per i fondelli le opinioni degli altri.
    Penso non ti sia così difficile comprendere il significato di questi basilari presupposti di convivenza virtuale. Very Happy
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    Messaggio Da angelo francini Dom Nov 09, 2014 9:49 am

    Nella discussione virtuale vorrei però vedere la parità di trattamento e lo dico perché forse altri, meno portati, lo tacciono (anche per l'uso del corpo carattere, del grassetto e dei colori).
    Io non ho ridicolizzato le parole tue, caro Benoix, ma quelle di chi ha scritto quell'articolo perché a quello era indirizzato il Perry Mason.
    A te era indirizzata l'osservazione sul fatto che, nell'attenta disamina di quell'articolo che tu hai scritto in calce allo stesso, manca il rilievo ad una cosa MACROSCOPICA ed INQUIETANTE, fra quelle che si evidenziano siano successe all'Hotel Touring, senza nemmeno che tu abbia percepito che quella é forse la causa del tutto.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Nov 09, 2014 10:17 am

    angelo francini ha scritto:Nella discussione virtuale vorrei però vedere la parità di trattamento e lo dico perché forse altri, meno portati, lo tacciono (anche per l'uso del corpo carattere, del grassetto e dei colori).
    Io non ho ridicolizzato le parole tue, caro Benoix, ma quelle di chi ha scritto quell'articolo perché a quello era indirizzato il Perry Mason.
    A te era indirizzata, semmai, l'osservazione sul fatto che, nell'attenta disamina di quell'articolo che tu hai scritto in calce allo stesso, manca il rilievo ad una cosa MACROSCOPICA ed INQUIETANTE, fra quelle che si evidenziano siano successe all'Hotel Touring, senza nemmeno percepire che quella é forse la causa di tutto.
    Non hai capito il mio messaggio ed hai ragione (non si poteva capire).
    Riguardo al mio suggerimento, resta valido non solo tra noi che postiamo qua.
    In generale ritengo che su certi argomenti importanti sia fondamentale essere divulgativi e persuasivi.
    Restando nella vicenda Pantani, la vedo così:

    Ciascuno ha le sue opinioni e c'è (dico io: finalmente) una/due inchieste in corso che faranno il loro percorso.
    Le opinioni diverse si possono/debbono confrontare anche oggettivamente valutando freddamente tutte le ipotesi.
    Gran parte delle osservazioni strane sono documentate da anni e quindi ...

    Ora, dare del Perry Mason al giornalista "comasco" o all'ispiratore legale, capisci che è un esercizio sterile.
    Lo dico perché so che tu eri là e che, come minimo sul punto 2, hai parecchio da dire.
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    Messaggio Da angelo francini Dom Nov 09, 2014 10:23 am

    BenoixRoberti ha scritto:
    angelo francini ha scritto:Nella discussione virtuale vorrei però vedere la parità di trattamento e lo dico perché forse altri, meno portati, lo tacciono (anche per l'uso del corpo carattere, del grassetto e dei colori).
    Io non ho ridicolizzato le parole tue, caro Benoix, ma quelle di chi ha scritto quell'articolo perché a quello era indirizzato il Perry Mason.
    A te era indirizzata, semmai, l'osservazione sul fatto che, nell'attenta disamina di quell'articolo che tu hai scritto in calce allo stesso, manca il rilievo ad una cosa MACROSCOPICA ed INQUIETANTE, fra quelle che si evidenziano siano successe all'Hotel Touring, senza nemmeno percepire che quella é forse la causa di tutto.
    Non hai capito il mio messaggio ed hai ragione (non si poteva capire).
    Riguardo al mio suggerimento, resta valido non solo tra noi che postiamo qua.
    In generale ritengo che su certi argomenti importanti sia fondamentale essere divulgativi e persuasivi.
    Restando nella vicenda Pantani, la vedo così:

    Ciascuno ha le sue opinioni e c'è (dico io: finalmente) una/due inchieste in corso che faranno il loro percorso.
    Le opinioni diverse si possono/debbono confrontare anche oggettivamente valutando freddamente tutte le ipotesi.
    Gran parte delle osservazioni strane sono documentate da anni e quindi ...

    Ora, dare del Perry Mason al giornalista "comasco" o all'ispiratore legale, capisci che è un esercizio sterile.
    Lo dico perché so che tu eri là e che, come minimo sul punto 2, hai parecchio da dire.
    Mi sembri quello studente che cercava la parola EUROPA sulla carta geografica nell'aula e non la trovava: la E era posizionata sul Portogallo e la A ad est di Mosca in Russia.

    Il MACROSCOPICO ed INQUIETANTE fatto non è proprio quello!
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Nov 09, 2014 10:35 am

    Il Macroscopico ed Inquietante lo spiegherai tu (non lo hai ancora spiegato e non pretendere che lo si interpreti noi), io posso anche essere superficiale senza sapere le cose a puntino.
    Da non testimone posso solo mettere a confronto questo articolo e ciò che ho letto sui libri, sugli altri giornali ed ascoltato in questi anni.

    Se per disparità di trattamento ti riferisci a quanto di pesante ho scritto su Travaglio ... potresti anche avere ragione.
    Ma Travaglio ha fatto una operazione di killeraggio giornalistico a prescindere (lo chiamerei: "Metodo Boffo morto"), senza avere avuto un contatto diretto con i documenti del processo (come di solito fa), perché ha preso per buono un vecchio post di un suo amico collega Mediaset e non ha avuto contatti con le parti.
    Almeno, nel caso del giornalista comasco, lui ha ascoltato una parte, forse sposando eccessivamente  la/e loro versione/i.
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    angelo francini
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    Messaggio Da angelo francini Dom Nov 09, 2014 10:55 am

    BenoixRoberti ha scritto:Il Macroscopico ed Inquietante lo spiegherai tu (non lo hai ancora spiegato e non pretendere che lo si interpreti noi), io posso anche essere superficiale senza sapere le cose a puntino.
    Da non testimone posso solo mettere a confronto questo articolo e ciò che ho letto sui libri, sugli altri giornali ed ascoltato in questi anni.

    Se per disparità di trattamento ti riferisci a quanto di pesante ho scritto su Travaglio ... potresti anche avere ragione.
    Ma Travaglio ha fatto una operazione di killeraggio giornalistico a prescindere (lo chiamerei: "Metodo Boffo morto"), senza avere avuto un contatto diretto con i documenti del processo (come di solito fa), perché ha preso per buono un vecchio post di un suo amico collega Mediaset e non ha avuto contatti con le parti.
    Almeno, nel caso del giornalista comasco, lui ha ascoltato una parte, forse sposando eccessivamente  la/e loro versione/i.
    Ma l'analisi per punti dell'articolo é stata fatta da te, non da me!
    Perché sorvoli su una cosa MACROSCOPICA ed INQUIETANTE che é scritta in quell'articolo?
    E non conta che io fossi là nell'albergo dove erano i dottori, dove sono state fatte le analisi, che non era il Touring, ma un'altro a 100 metri dal Touring ove quella notte dormirono sia Coccioni che i medici comaschi.
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    Messaggio Da perobeach Dom Nov 09, 2014 10:57 am

    angelo francini ha scritto:
    BenoixRoberti ha scritto:
    angelo francini ha scritto:Nella discussione virtuale vorrei però vedere la parità di trattamento e lo dico perché forse altri, meno portati, lo tacciono (anche per l'uso del corpo carattere, del grassetto e dei colori).
    Io non ho ridicolizzato le parole tue, caro Benoix, ma quelle di chi ha scritto quell'articolo perché a quello era indirizzato il Perry Mason.
    A te era indirizzata, semmai, l'osservazione sul fatto che, nell'attenta disamina di quell'articolo che tu hai scritto in calce allo stesso, manca il rilievo ad una cosa MACROSCOPICA ed INQUIETANTE, fra quelle che si evidenziano siano successe all'Hotel Touring, senza nemmeno percepire che quella é forse la causa di tutto.
    Non hai capito il mio messaggio ed hai ragione (non si poteva capire).
    Riguardo al mio suggerimento, resta valido non solo tra noi che postiamo qua.
    In generale ritengo che su certi argomenti importanti sia fondamentale essere divulgativi e persuasivi.
    Restando nella vicenda Pantani, la vedo così:

    Ciascuno ha le sue opinioni e c'è (dico io: finalmente) una/due inchieste in corso che faranno il loro percorso.
    Le opinioni diverse si possono/debbono confrontare anche oggettivamente valutando freddamente tutte le ipotesi.
    Gran parte delle osservazioni strane sono documentate da anni e quindi ...

    Ora, dare del Perry Mason al giornalista "comasco" o all'ispiratore legale, capisci che è un esercizio sterile.
    Lo dico perché so che tu eri là e che, come minimo sul punto 2, hai parecchio da dire.
    Mi sembri quello studente che cercava la parola EUROPA sulla carta geografica nell'aula e non la trovava: la E era posizionata sul Portogallo e la A ad est di Mosca in Russia.

    Il MACROSCOPICO ed INQUIETANTE fatto non è proprio quello!

    Perdonami, Angelo.
    Sono io quello studente là.
    Un po' duro di comprendonio ma desideroso di capire.
    E la parte dell'insegnante disponibile non puoi che svolgerla tu.
    Supporta il mio scarso acume. Wink
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Nov 09, 2014 3:45 pm

    Voglio uscire dalla sbornia di notizie ("le grandi novità" Rolling Eyes) di questi giorni sul caso Pantani.
    Che la magistratura faccia il suo lavoro, e lo ripeterò all'ennesima.

    Avevo detto che volevo parlare di una vicenda intima che mi ha riguardato direttamente pochi mesi prima della morte di Marco Pantani. Lo faccio per tentare sommessamente di aiutare a capire la difficoltà della vita di un tossico e di chi vive attorno a lui. Il problema della tossicità non sta poi solo (anzi!) nella sostanza di cui il soggetto diventa dipendente per ridurre la sofferenza da un'altra tossicità, ovvero il trauma che lo ha reso così vulnerabile da affidarsi ad una droga.

    Dopo oltre 10 anni dalla morte ed a oltre 15 dal "trauma" siamo in grado di abbozzare a freddo un'analisi del tormento interiore che Marco Pantani visse allora. Per fare questo è bene rinunciare a descrivere Marco come la figura angelicata e quasi guevariana che è stata costruita artificiosamente da alcuni.
    Le cose vanno raccontate come erano, con tutto il tragico della vita di un uomo, proprio per rispettare l'uomo stesso, la sua storia, la sua dignità umana e per descrivere compiutamente la sua immane sofferenza (sofferenza che non a tutti purtroppo può apparire come tale).
    Lo dico perché Marco era un "amabile fottutissimo drogato tossico cocainomane di merda ... adorabile".
    Si tenga conto del virgolettato che spiegherò nel successivo mio post su una mia lacerante esperienza personale, per la quale ringrazio comunque la vita per avermela fatta "vivere". Non badate alle parolacce (è l'estratto di uno sfogo).

    Prima del mio post faccio una premessa grazie a questa pagina di Tuttobiciweb:
    http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=65217

    La cito per alcune cose che lì sono scritte e perché a replicare non c'è un "complottista" pantaniano come me, ma un anticomplottista come Angelo Francini, o meglio uno che, sino a prova contraria, pensa che l'esame quel giorno avvenne secondo le regole.
    Non è però importante l'opinione di Francini in sé, quanto il fatto che difenda in questa pagina la dignità delle persone, dei genitori di Marco Pantani, dalla perfida superficialità di alcune persone (loro, come decine di altre in questi anni).
    La paura di Francini alla riapertura dell'inchiesta era (sinceramente e genuinamente) quella di una definitiva demolizione di Marco Pantani, della sua cifra di corridore e dell'oblio di una intera generazione dietro un indifferenziato "velo" di nome doping. A leggere l'ultimo indecente Travaglio, va detto che il rischio c'è ancora in effetti, ma a me non spaventa e al diavolo anche gli albi d'oro e le eventuali furie iconoclaste di chi vorrebbe Pantani cancellato solo perché fece uso (con ogni evidenza processuale) di doping ematico.

    Il pensiero travagliato è semplice: se ormai è evidente a tutti che Pantani era come gli altri, ovvero dopato ematicamente, il fatto che avesse quel giorno l'ematocrito fuori norma è solo un piccolo incidente tecnico di percorso che non ne mutava la sostanza del problema.
    In fondo questo pensiero non fa una grinza ed è gemello di quello espresso dal Sap, un sindacato di polizia (in questo caso di polizia con la p minuscola), che in un comunicato in merito alla sentenza sul Caso Cucchi scrisse che "Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, ne paga le conseguenze". Shocked

    Secondo questa filosofia non avrebbe senso indagare gli strani valori di Campiglio ed il crollo inspiegabile delle piastrine (dato ufficiale) perché Pantani era comunque dopato, esattamente come è inutile indagare la fine con qualche botta di troppo di un tossico, Cucchi, visto che lui stesso non aveva rispetto della sua salute.
    E rispetto per la sua salute non ne aveva avuta nemmeno Marco Pantani negli ultimi giorni della sua vita. anche se non rinunciò mai alla cura del suo corpo, come qualche investigatore cercò invece di fare apparire (si legga il libro di Brunel).

    In realtà bisogna invece sapere che spesso chi finisce per rifugiarsi in una droga sono proprio le persone che hanno più rispetto ed orgoglio per se stessi, e l'intensità di un trauma è proprio la conseguenza di questo eccesso di rispetto ed orgoglio per se stessi. Certo, la conseguenza poi estrema è proprio la rinuncia a tutto, pure alla vita.
    Sono le persone più sensibili e profonde quelle più vulnerabili alla dipendenza.
    E' un rischio che non corrono gli acefali o i superficiali, che semmai si drogano e muoiono in breve tempo per solo casuale vizio incontrato nel corso di una inutile esistenza.

    Marco Pantani si è distrutto quasi scientemente, perché o tutto o niente. La sua testa era morta pochi mesi dopo quel 5 giugno, quando gli fu palese che in vita non avrebbe saputo la verità su ciò che lui considerava un imbroglio ai suoi danni, oltretutto nella impossibilità di parlare chiaro e di descrivere un sistema antico, accettato e condiviso.
    A 15 anni di distanza ci sarebbe da chiedersi perché uno fosse così testardo da non accettare quel verdetto, di non fare buon viso a cattivo gioco, come forse anche altri avevano fatto e come tutti gli chiedevano e di essersi infine distrutto per non essere riuscito a dimostrare la manipolazione (a prescindere da ciò che gli successe negli ultimi giorni).
    Per lui accettare il sistema, ed ammettere il doping ipocrita ed indistinto di tutti, era come morire, ed allora era meglio morire in compagnia della falsa amica in polvere, giorno dopo giorno. O tutto o niente.
    Possiamo dubitare della sincerità di uno che si distrugge pur di chiedere la verità?
    Per questa ragione e per le tremende conseguenze della cocaina (alla faccia dell'angelo eroico e lucido) non me la sento di biasimare chi, all'inizio aveva creduto, tra amici, ex colleghi, giornalisti, ecc. che Marco Pantani fosse per forza morto di overdose. Non c'era purtroppo niente di strano dopo i tanti episodi tremendi di cui Marco si era reso protagonista. E, paradossalmente, anche quando era lucido il suo orgoglio non gli permetteva di uscire dalla spirale in cui si era cacciato.
    Tutto questo non ha ovviamente a che fare con la necessità di fare luce ciò che avvenne a Rimini e a questo penserà l'inchiesta, da cui mi tengo lontano.

    Torno a quella pagina di Tuttobiciweb e posto gli estratti di alcuni commenti.

    Il solito disco
    Domenica 9/2/2014    pickett
    I coniugi Pantani accusano il mondo intero per non fare i conti con la propria coscienza, E I PROPRI RIMORSI. E dopo 10 anni,possiamo dire che hanno stufato?E diciamolo,su...

    DOV'ERAVATE QUANDO E' MORTO?
    Lunedì 10/2/2014    tonifrigo
    E' ora di smetterla. Cominciate voi a dare pace a vostro figlio e sm3ettetela di voler essere ancora protagonisti:a pedalare era lui, a portarvi tanti soldi a casa era lui. Lasciatelo stare. La preghiera dice "riposi in pace". IN PACE, capito?

    Risposta
    Lunedì 10/2/2014    pickett
    Se avessi un figlio,e fosse nelle condizioni disperate in cui si trovava Pantani negli ultimi mesi di vita,non lo abbandonerei certo al suo destino PER ANDARMENE A PRENDERE IL SOLE IN GRECIA!Coi soldi del figlio,ovviamente.E questo é ciò che ha pensato,subito dopo la tragedia,tantissima gente,senza avere il coraggio di dirlo.

    @pickett, e non solo
    Lunedì 10/2/2014    angelofrancini
    Credo che il tuo commento dimostri perché sarebbe obbligatorio imporre che l’autore debba firmarsi con nome e cognome!
    Dietro l’anonimato sovente si cela la mancanza di coraggio di esprimere le proprie idee o, in alcuni casi, ci si sente autorizzati a scrivere qualsiasi caxxxta solamente perché tanto nessuno individuerà l’autore.
    Non voglio riparlare di alcune situazioni particolari della vicenda che ho già espresso, ma trovo scorretto e non condivido che si addebiti ai genitori di Marco responsabilità che, semmai, non sono certamente loro.
    Voglio quindi esprimere con tutta la mia forza piena solidarietà a Tonina e Paolo Pantani perché il dolore di una mamma e di un papà vanno rispettati: da TUTTI!

    Ho provato esternamente a capire cosa sia l'essere genitori di un tossico-dipendente. Non lo auguro nemmeno alle persone più stronze e veramente bastarde che ho conosciuto in vita mia.
    Chi ha scritto quelle parole è un semplice idiota, codardo e superficiale. Superficiale perché non ha letto cosa portò i genitori a quel disgraziato ed angosciato viaggio in Grecia, che avvenne dopo un furibondo litigio tra Paolo e Marco.
    Paolo potrà avere commesso mille errori, quelli di ogni genitore, ma un genitore in quella situazione non può fare nulla, si sente tremendamente impotente ed INUTILE, in una percezione di vuoto che distrugge anche la sua esistenza.
    Purtroppo queste persone di merda per capire dovrebbero provare tutto sulla loro pelle, perché altrimenti sono incapaci di sensibilità ed empatia, sebbene dotati di un eccesso di perfidia e di attitudine al giudicare sommariamente gli altri.
    Mi compiaccio con Angelo per avere pubblicamente stigmatizzato quelle robacce, firmando con nome e cognome.
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    Messaggio Da vallelvo Dom Nov 09, 2014 5:44 pm

    Se non si fosse firmato con nome e cognome.....non sarebbe stato l'"Angelo Francini" che ho conosciuto attraverso questo forum. Smile

    Ad oggi, è una  fortuna, non ho avuto esperienze dirette di "malati di droga", ciò non toglie che possa capire il dramma delle famiglie senza giudicare. Chi sono per  farlo, facile parlare senza vivere le situazioni. Ciò vale in tutti i contesti.

    In alcuni momenti a Marco la vita ha sorriso, non sempre però. Basta ricordare i tanti  incidenti vissuti nel corso della sua carriera ciclistica. Questi non erano nulla  in confronto agli "incidenti" del dopo. Quelli l'hanno ucciso.

    I Genitori sbagliano sempre, magari ci fosse la sfera di cristallo. Ai nostri figli vogliamo un bene dell'anima, Tonina e Paolo non dimenticheranno mai questo figlio d'oro. Auguro loro di incontrarlo un giorno. Chi lo sa.
    Ho letto quei commenti scritti da poveretti, che non voglio neanche giudicare, non ne vale la pena. Però che tristezza per quelle persone che liquidano tutto con il dio denaro!  
    Marco era sensibile, una grande qualità. Mi rifiuto di pensarlo un debole, no non ci sto. Marco ha incontrato sulla sua strada troppa malvagità, che lo ha annientato.

    Povero Marco, quanta tristezza si leggeva nei suoi occhi, una sofferenza infinita dopo quel 1999.
    Speranza di rivederlo ancora combattere come quel giorno a Courchevel, poi la Joux Plane è stata la fine. Ciao Marco.

    Quando leggo di Pantani, devo intervenire anche se sono semplici parole dettate dal cuore.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Nov 09, 2014 7:09 pm

    vallelvo ha scritto:Ho letto quei commenti scritti da poveretti, che non voglio neanche giudicare, non ne vale la pena. Però che tristezza per quelle persone che liquidano tutto con il dio denaro!  
    Marco era sensibile, una grande qualità. Mi rifiuto di pensarlo un debole, no non ci sto. Marco ha incontrato sulla sua strada troppa malvagità, che lo ha annientato.
    Non è probabilmente lontano dalla realtà il leggere una proiezione della dozzinale personalità degli stessi idioti in quelle parole. In effetti, per questa gente, uno che si rovina con la droga con un patrimonio di 50 miliardi di lire (dato che sarebbe del 2000 e citato nel libro di Brunel) doveva essere solo un debosciato, un debole, un reietto ...
    E i genitori che vanno in Grecia, di conseguenza, degli egoisti profittatori dei soldi del figlio. Sad
    La miseria umana non ha limiti! Ma la speranza è che quando questi rileggeranno fra qualche tempo ciò che hanno scritto possano rendersi conto di tanta miseria umana ed aggiustare, almeno un pochino, il tiro.

    A parte questo e venendo al tormento di Marco, ci sono cose osservazioni umane che non possono avere un valore processuale.
    Sono delle verità umane, empiriche che non sono utilizzabili sul piano giuridico e scientifico, ovvero i due lati della analisi processuale. Ma da uomini queste cose sono importanti per le nostre emozioni e percezioni.
    Un tossico nel suo martoriarsi è assolutamente sincero quando è lucido, e se hai stabilito un rapporto di forza e di fiducia con lui è come un libro aperto. Le fasi della menzogna di un tossico sono matematiche, perché scientificamente legate alla chimica. Ci sono momenti che sai che mente ed altri in cui è un libro aperto, indifeso, sensibile, che poi sono le reali porte "deboli" a cui il virus della dipendenza forza il passaggio per impadronirsi della persona. Quelli sinceri sono i momenti in cui racconta il suo tormento. Nessuno riesce a dubitare in quei momenti veri e intensi.
    Però dei tossici si tende a ricordare solo i loro punti bassi, negativi.

    Questa debolezza psicologica non va confusa con una debolezza di personalità. E' sulla personalità che si deve agire chiedendole quasi un aiuto, operazione però delicatissima perché la loro autostima è come un semaforo che quando è rosso va nascosto perché vanno in panico.
    E' anche per questo che il rapporto fra padre e figlio tossico è difficile. Un figlio non ha segreti per i genitori e si sente nudo, scoperto nell'anima. Le parole forti, che servono, da parte dei genitori feriscono solamente e fanno scattare l'orgoglio a difesa della personalità.
    Fu quello ad allontanare Marco da Milano dopo l'alterco col padre. Ed è allora che i genitori furono consigliati da uno psicologo di andare in Grecia a sbollire, anche perché in quella fase erano tremendamente e sconsolatamente inutili (come tutti i genitori in quei momenti).
    Il problema fu che Marco rimase solo, probabilmente per aggiustare in solitudine, come era solito fare sin da piccolo, i suoi automatismi (aldilà dei suoi problemi recenti di tossicodipendenza).

    C'è una cosa che mi lascia perplesso degli ultimi giorni di Marco che non so se qualche perito abbia analizzato.
    Io ricordo del mio amico (sto terminando il post a fatica perché quella storia mi sembra ieri e mi fa soffrire ancora parecchio) che quando era sotto l'effetto pesante era totalmente inappetente e non aveva alcuna sensazione di gusto.
    Leggendo invece i resoconti di quei giorni tragici, si vede che Marco si nutriva con regolarità e con sufficiente cura bevendo succhi di frutta (niente alcolici, ad esempio, che spesso accompagnano la polvere per altri).
    Ma qua mi fermo.

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    Messaggio Da vallelvo Dom Nov 09, 2014 7:15 pm

    Mi ricordate Sydney 2000, mi sfugge. Vorrei tenermelo nella mente.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Nov 09, 2014 7:20 pm

    vallelvo ha scritto:Mi ricordate Sydney 2000, mi sfugge. Vorrei tenermelo nella mente.
    Cosa intendi? Vorresti un riassunto di quanto successe prima e durante Sydney a Pantani?
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    Messaggio Da vallelvo Dom Nov 09, 2014 7:30 pm

    Si, almeno a grandi linee, perchè l'ho dimenticato. Grazie.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Nov 09, 2014 9:02 pm

    vallelvo ha scritto:Si, almeno a grandi linee, perchè l'ho dimenticato. Grazie.
    Mi pesa parecchio parlare di quella vicenda perché i contorni sono ancora oggi incerti.
    Da un lato vi era Pantani, un Pantani chiuso a riccio, che parlava solo per bocca della sua manager, e dall'altra un Coni che falsamente lo accarezzò, apparendo sulla stampa (in particolare quella forcaiola) come una mamma indulgente, troppo indulgente nei confronti del cattivo figliolo, simbolo allora del doping.
    In effetti si fatica a capire tecnicamente la convocazione di Pantani a Sydney su un percorso che non aveva niente in comune con le caratteristiche del romagnolo.
    La comunicazione di Pantani, ombroso, scottato e diffidente verso tutti, colleghi compresi, gli procurò allora parecchie antipatie, anche comprensibili, fra gli stessi colleghi ciclisti.
    In realtà gli esami prima delle Olimpiadi divennero per il Pirata una via crucis, con strilli di stampa non proprio benevoli.
    Si vide a Sydney quella ipocrisia di fondo che ha attraversato tutta la presidenza di Petrucci, con il culmine stupendo di Schwazer a Londra 2012 ed i risultati dell'inchiesta di Bolzano, illuminanti su quella politica.

    Ti posto alcuni link che ti aiuteranno a mettere assieme quelle stridenti osservazioni, quei contrasti, e quelle morbose attenzioni per Pantani. I valori fisiologici di Pantani, il "ciclista", divennero il tormentone di quelle Olimpiadi e lo specchietto per le allodole.

    Due mesi dopo quelle Olimpiadi di Sydney, il Corriere pubblicò i valori borderline di tanti altri atleti di varie discipline. Qua un estratto:
    _________________________________
    Il sangue di Massimiliano Rosolino, Agostino Abbagnale, Antonella Bellutti, Josefa Idem, Giovanna Trillini, presentava valori ormonali superiori tra le 30 e le 60 volte a quelli di un soggetto sano. E sono dunque loro 5 dei 61 atleti di «elevato livello» al centro del nuovo caso destinato a scuotere il Coni. Un caso che, da alcune settimane, non è più soltanto «sportivo», ma giudiziario. Da quando, a metà settembre, per ordine del procuratore di Torino Raffaele Guariniello, l'Arma ha bussato alla porta della Commissione scientifica Antidoping del Coni, per sequestrare i risultati della ricerca condotta sul GH ematico di 538 atleti e le cartelle cliniche dei 61 risultati «fuori norma». E' una brutta storia, i cui segreti sono stati a lungo protetti da una curiosa catena di silenzi, dall'anonimato degli atleti coinvolti.
    _________________________________

    Questa faccenda divenne successivamente l'occasione per la forsennata Milizia Pantaniana (persone che non erano appassionate di ciclismo e che si erano create il LORO Pantani) per attaccare individualmente alcuni atleti ed in particolare Davide Rebellin (escluso per far posto al Pirata) e Silvio Martinello in un gioco al massacro che non aveva nulla di intelligente e dignitoso.
    Inutile dire che quegli atteggiamenti non giovarono per nulla alla causa di Marco, ma provocarono quegli opposti estremismi che hanno fatto solo danni.
    Di questo preferirei non parlare oltre anche per rispetto sportivo di Rebellin e sportivo-umano-dirigenziale per una delle poche immense risorse che restano al nostro sport come Silvio Martinello.

    Invece, gioco del destino e della becera propaganda forcaiola del ciclismo e di una delle sue peggiori penne, vorrei citare cosa scriveva allora Eugenio Capodacqua per dire che il tempo è il medico di tutti i mali.
    Mi perdonerà il povero Davide Rebellin, se prendo a pretesto la sua storia.
    _________________________________
    Settembre 2000 - Pugno duro del Coni e della federciclismo nei confronti dei pistard coinvolti in vicende doping assolutamente non chiare. Niente Olimpiadi per Collinelli e Trentini. Motivazioni pesanti, che fanno riflettere. Due positività per doping per l’ex olimpionico dell’inseguimento ad Atlanta: lidocaina e fentermina, nonchè detenzione di sostanze doping, mentre per il suo compagno di "quartetto" solo la seconda imputazione. Fermati dalla Finanza al confine con la Svizzera a bordo delle loro vetture, i finanzieri hanno rinvenuto – come si dice in gergo "in loro disponibilità" – fiale anonime; rivelatisi poi prodotti proibiti: DEHA uno dei più potenti ormoni della forza e Gh, l’onnipresente ormone della crescita. Vietatissimi, inutile aggiungere.

    Giustamente inflessibile il presidente Petrucci. "Da tempi non sospetti – si legge sulla Gazzetta dello sport – sia il numero uno del Coni, sia il capo della spedizione a Sydney, Lello Pagnozzi, avevano sempre sottolineato che in nessun caso un atleta coinvolto in casi di doping avrebbe potuto partecipare alle Olimpiadi". "Meno medaglie ma più pulite", aveva dal canto suo ripetuto più volte lo stesso Petrucci. Posizione sacrosanta e da condividere in pieno. Ma linea assai poco coerente per il Foro Italico. Se è stato giusto eliminare Collinelli e Trentini dalla spedizione a Sydney, come può essere accettato che ai Giochi partecipi un atleta che è attualmente rinviato a giudizio per frode sportiva legata a questioni di doping? E per giunta autoconvocatosi. L’allusione è a Marco Pantani: il Pirata, come noto, è stato rinviato a giudizio per le vicende legate all’ematocrito sballato nella Milano-Torino (e in altre occasioni); il processo si celebrerà a ottobre; anche per lui come per gli altri azzurri della pista incombe un procedimento penale. A Bolzano per Collinelli, a Forlì per Pantani. Però Collinelli è fermato assieme a Trentini (giustamente) mentre Pantani si permette addirittura il lusso di "autoconvocarsi" scompigliando per settimane l’equilibrio psicofisico del gruppetto dei corridori della strada per Sydney. Togliendo materialmente il posto ad un atleta, Davide Rebellin che nel plotone è riconosciuto come uno fra i più "puliti". Della spedizione ai Giochi fanno parte cinque corridori: due di essi sono seguiti (direttamente o meno) da un medico toscano, inquisito in varie occasioni da varie procure italiane per questioni di doping; uno di questi ha scontato una lunga squalifica (nove mesi) per doping; un quarto è addirittura il "figlioccio" di un altro medico, che a lungo è stato squalificato (sempre per fatti di doping) da parte della stessa Federciclo; il quinto è sotto processo a Forlì. Ci si domanda che "rappresentatività" possa avere una nazionale simile. Che valore potrebbero avere eventuali medaglie. Che messaggio il Coni e la dirigenza sportiva trasmettono, accettando questa situazione. Rigore e fermezza vanno bene (era pure ora…) ma debbono valere per tutti.

    _________________________________

    Rebellin ebbe poi la disavventura di Pechino e di colpo divenne il simbolo del male per l'etico Eugenio.
    Scherzi della storia e della retorica forcaiola che deve avere sempre un nemico da additare a simbolo del male.
    Fa più male l'epo o la maldicenza seriale di questo modo di fare giornalismo sportivo?

    E' leggendo i fatti all'indietro che si capisce come gli atleti siano carne da macello, in balia di gentaglia senza scrupoli che amministra lo sport.

    LINK UTILI:
    http://archiviostorico.corriere.it/2000/agosto/27/Pantani_Sydney_rivolta_co_0_0008274740.shtml
    http://www.repubblica.it/online/sport/pantapro/olimguai/olimguai.html
    http://www.sportpro.it/old_site/doping/editoriali/editorialeOLD.htm
    http://simonesalvador.blogspot.com/2012/12/il-caso-gh-sidney-2000-e-lo.html
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    Messaggio Da vallelvo Lun Nov 10, 2014 12:44 pm

    Avevo rimosso tutto. Grazie Ben.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Nov 10, 2014 5:06 pm

    A volte la stampa, anche quella che crede di essere la depositaria del verbo e della deontologia della professione prende delle cantonate spaventose, che finiscono col metterla in ridicolo.
    La vicenda Pantani ce ne offre addirittura quattro di esempi:

    Marco Bonarrigo (firma romana del Corriere della Sera) e molto letto blogger d'inchiesta del ciclismo:
    http://blog.cyclingpro.it/2014/11/09/e-se-pantani-a-campiglio-avesse-avuto-davvero-lematocrito-a-519/

    Inizia il suo post con la frase:
    "I giornalisti dovrebbero sempre ispirarsi ai ricercatori scientifici. A quelli seri, naturalmente. A quelli che quando cercano di analizzare e classificare un fenomeno naturale sconosciuto lo scompongono in più eventi valutando la possibilità che ciascuno di loro si realizzi autonomamente, in maniera lineare, concatenandosi a quelli che lo precedono e seguono con una logica ferrea."

    Più oltre invece scrive:
    "Bene, partiamo dall’inizio. La “camorra” (genericamente intesa…) avrebbe deciso che Pantani doveva perdere il Giro d’Italia del 1999. E perché mai? Per un solo motivo: «far saltare il banco» delle scommesse sportive su di lui. Quali scommesse? Qualcuno se l’è chiesto? No. Nel 1999 in Italia non si scommetteva legalmente sul ciclismo. Non c’erano agenzie, non c’erano quote: oggi sì, nel 1999 no."

    Passiamo ora a Matteo Pinci e Marco Mensurati de La Repubblica
    "Chi aveva interesse a sbarrare la strada a un passo dal successo al campione più amato d'Italia? Una cosa è certa: la sconfitta di Pantani a corsa ormai vinta avrebbe garantito al giro delle scommesse clandestine - al tempo non c'era la Snai - di incassare il flusso mostruoso di puntate sul ciclista."

    C'è poi anche un'articolo di Libero Quotidiano, non firmato, e quindi della Redazione:
    http://www.liberoquotidiano.it/news/sport/11708715/Marco-Pantani--aperta-un-altra.html
    che dice:
    "Scommesse clandestine - E' qui che, a Giro quasi concluso e col pirata fuori gioco, il giro delle scommesse clandestine entra prepotentemente in gioco: Gotti e Savoldelli all'epoca valevano 10 e 15 volte la posta ed erano nomi piuttosto gustosi per i pronostici (la doppia puntata, nella peggiore delle ipotesi, garantiva l'incasso). Pronostici su cui pesa ora l'ombra della Camorra (ai tempi la Snai non c'era)."

    Ora mi chiedo, caro Bonarrigo fai il pistolotto deontologico e poi vai a scrivere una cosa simile solo perché il mainframe informativo lo ripete all'ennesima? A parte questo, diciamo che errare è umano e una svista si perdona.

    Però si resta sorpresi dal fatto che in blocco i maggiori quotidiani ripetano in coro una notizia falsa, proprio perché Snai nel 1999 raccoglieva eccome le puntate e quel Giro d'Italia fu uno dei principali eventi del palinsesto sportivo di quell'anno.
    http://www.repubblica.it/online/sport/corsa/ciclo/ciclo.html

    Ne parlarono anche i siti economici e del peso delle scommesse in Snai su quel Giro ne parlò anche il web "complottista". Se i quotidiani ufficiali, quelli che dovrebbero fornire notizie da fonti certificate, sparano simili balle, cosa dovremmo fare? Credere al web dei complottisti? Almeno in questo caso sono stati più fedeli alla realtà, ed è tutto dire.
    http://www.gianlucamusumeci.com/blog/la-morte-di-marco-pantani-parte-ii-uno-sguardo-piu-approfondito/

    A parte questo, mi chiedo: perché il mainframe diffonde massivamente questa inesattezza su Snai?
    Me lo chiedo perché mi è stato riferito da un amico che opera in una società di scommesse che questa balla su Snai che non raccoglieva scommesse nel 1999 è stata maniacalmente ripetuta anche alla "Vita in Diretta" del 23 ottobre u.s., il programma pomeridiano di Rai1. scratch  dubbiosissimo  Rolling Eyes

    Nel 1999, il titolo SNAI si è distinto per la sesta miglior performance assoluta alla Borsa di Milano, ottenendo un incremento del 413% rispetto al 1998.
    Nel 1999 la raccolta di Snai si aggirò sugli 800 miliardi di lire.
    http://archive.forumpa.it/forumpa2000/espositori/157/snai.html
    http://www.repubblica.it/online/sport/snai/snai/snai.html

    La leadership acquisita nel 1999 resta, ancora oggi, salda nelle mani del Gruppo SNAI soprattutto per quel che riguarda il settore delle scommesse sportive.
    In questo momento Snai è leader nel settore delle scommesse virtuali con una quota di mercato del 60% (Maggio 2014).

    http://scommesse.commentierecensioni.com/recensione-snai-it/

    Altri link:
    http://archiviostorico.corriere.it/1999/agosto/13/Scommesse_rimonta_della_Snai_co_0_9908133158.shtml
    http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/05/13/Sport/GIRO-DITALIA-SNAI-PANTANI-NETTO-FAVORITO_164200.php

    Ps. Grazie ai due amici che mi hanno segnalato i diversi errori collettivi. :qua la mano:
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    Messaggio Da prof Lun Nov 10, 2014 6:37 pm

    L'accostamento del caso e del nome di Cucchi è molto centrato e crea una linea di demarcazione assai netta tra i forcaioli rimbambiti dalla prosa questurina di travaglio e gli onesti che avevano conosciuto il dramma in cui si dibatteva Pantani a quell'epoca.
    Vi è una terza categoria formata dai negazionisti della terribile vicenda umana del Marco che stava annichilendo nella polverina tutti i suoi numerosi talenti. Il nostro Martinello, che vi è incappato, ne ha sperimentato l'oltranzismo: mi riesce difficile capire che cosa li abbia spinti a vedere in Silvio un avversario e un nemico a prescindere. E' probabile che mi sia perso qualche passaggio, cosi' come è possibile che io abbia molto, troppo semplificato vedendo come miei alleati naturali i difensori ad oltranza di Marco Pantani e abbia fatto mio il principio in base al quale i nemici dei miei nemici sono miei amici.

    Non me ne voglia Martinello, da me sempre considerato una spanna buona al di sopra sia dei suoi colleghi che di tutto il personale che circola a vario titolo attorno al ciclismo, nelle Federazioni, nelle squadre, nella stampa: dicevo, non me ne voglia se ho sempre privilegiato chi era dalla parte di Marco, anche se con atteggiamenti piu' da pasdaran che da lucido ragionatore, rispetto alla canea travaglian-capodaquista.
    In una occasione ho criticato uno scritto di Silvio che ritengo un po' troppo sbrigativo e con alcune inesattezze, ma non ero assolutamente al corrente del contesto in cui si inserivano quelle note e dell'attacco personale (e per me incomprensibile) che gli era stato portato.

    Non è un caso se sono sbarcato in questo forum, ove trovo un dibattito piu' onesto, piu' ragionato e maggiormente informato.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Nov 11, 2014 2:40 pm

    prof ha scritto:L'accostamento del caso e del nome di Cucchi è molto centrato e crea una linea di demarcazione assai netta tra i forcaioli rimbambiti dalla prosa questurina di travaglio e gli onesti che avevano conosciuto il dramma in cui si dibatteva Pantani a quell'epoca.
    E' un accostamento che sentivo vivo, concreto e per quello mi sono permesso il parallelo.
    Per me la verità non è una palla nella partita fra le solite abitudini italiche di "innocentisti e colpevolisti", fra "verità di destra e di sinistra" (a cui poi magari si aggiungeva quella ufficiale). Embarassed Crying or Very sad
    In ogni "caso italiano" c'è sempre la volgare abitudine di romanzare le cose a seconda dei gusti, abbelirle secondo opinione, cose su cui la peggior stampa e la peggior politica d'Europa poi ci ricamano a piacere.
    La verità, in realtà, non è mai bella o brutta, semmai è cruda. Prenderne atto è per me la forma più alta di rispetto umano.

    prof ha scritto:Vi è una terza categoria formata dai negazionisti della terribile vicenda umana del Marco che stava annichilendo nella polverina tutti i suoi numerosi talenti.
    Questo è stato un errore strategico madornale da parte di chi era allora attorno alla famiglia, credendo che evitare di parlare del Marco Pantani tossicodipendente ne rispettasse l'immagine sportiva, il mito, e che probabilmente era meglio non parlare troppo della dipendenza di Marco perché altrimenti si sarebbe chiusa lì troppo rapidamente l'inchiesta sulle sue ultime ore, come poi purtroppo avvenne, anche per pressioni politiche (il procuratore e gli investigatori di allora parlarono anche delle pressioni del Ministero della Giustizia per scrivere rapidamente la verità su quel fatto che riguardava un rilevante personaggio pubblico.
    Per me andava fatto l'esatto contrario, perché così facendo si finisce invece ad avvalorare l'ipocrisia comune.
    "E' morto un tossico. Uno in più tra i tanti, questo era solo famoso. Se uno muore in carcere o in infermeria con qualche livido di troppo, non conta perché tanto sarebbe morto da tossico".
    Il cinismo umano alle volte non è così espresso, si cela anche dietro anche alle frasi fatte ed ai pensieri sommari, apparentemente legalitari.

    Torno a Marco. Marco era diventato tossicodipendente, ombroso, con parecchie paranoie. Il problema era capire perché di tutto questo; ovvero perché non riusciva a cancellare Madonna di Campiglio, il suo trauma, dalla sua testa.
    Nessuno si distrugge senza un trauma tremendo, soprattutto uno orgoglioso della sua personalità come Marco.

    prof ha scritto:Il nostro Martinello, che vi è incappato, ne ha sperimentato l'oltranzismo: mi riesce difficile capire che cosa li abbia spinti a vedere in Silvio un avversario e un nemico a prescindere. E' probabile che mi sia perso qualche passaggio, cosi' come è possibile che io abbia molto, troppo semplificato vedendo come miei alleati naturali i difensori ad oltranza di Marco Pantani e abbia fatto mio il principio in base al quale i nemici dei miei nemici sono miei amici.
    Non me ne voglia Martinello, da me sempre considerato una spanna buona al di sopra sia dei suoi colleghi che di tutto il personale che circola a vario titolo attorno al ciclismo, nelle Federazioni, nelle squadre, nella stampa: dicevo, non me ne voglia se ho sempre privilegiato chi era dalla parte di Marco, anche se con atteggiamenti piu' da pasdaran che da lucido ragionatore, rispetto alla canea travaglian-capodaquista.
    In una occasione ho criticato uno scritto di Silvio che ritengo un po' troppo sbrigativo e con alcune inesattezze, ma non ero assolutamente al corrente del contesto in cui si inserivano quelle note e dell'attacco personale (e per me incomprensibile) che gli era stato portato.
    Fossi stato in uno dei corridori di quelle convocazioni del 2000, probabilmente avrei anch'io reagito male a quell'atteggiamento ombroso di Pantani, un po' come il cane che abbaia verso le persone che sono affette da cinofobia. A parte questo, è normale a mio avviso avere una discussione fra atleti professionisti, ovvero un confronto anche serrato di opinioni. E se uno ti risponde in modo deciso non necessariamente è un tuo nemico, anzi il fatto che ti risponda, anche a muso duro ma argomentando, è una dimostrazione di rispetto ed implicita stima.
    Svariati altri invece ti possono ignorare pubblicamente e poi dire di peste e corna dietro le spalle in modo infido.

    Peraltro dire che Marco in molte occasioni dopo il 5 giugno 1999 ebbe a commettere enormi errori (da uomo che sbaglia come tutti) non penso possa essere motivo di accuse così forti e fondamentalmente infamanti, lo dico perché queste accuse sottendono pensieri e dubbi che non stanno né in cielo né in terra.
    Si è andati totalmente sopra le righe e lontano dalla realtà, costruendone un'altra di comodo, e di comodo per un assurdo quanto stupido furore che ha solo a che fare con beceri protagonismi.
    E mi spiace tremendamente che in queste interpretazioni assurde sia stata coinvolta e condizionata anche Mamma Tonina.

    La conclusione migliore di questo scontro fa opposti cazzari la scrisse a suo tempo Gianni Mura.
    Parole sempre valide.

    ___________________________________
    "Vorrei chiamarmi fuori dai due schieramenti che dalla morte di Pantani si danno battaglia con immutabili argomentazioni che non mi appartengono".

    Chi urla: ‘Cazzo, ancora ce la menate con questo drogato' e chi risponde: ‘Lo hanno imbrogliato, era un angelo caduto dal cielo, vittima di un complotto cosmico'.

    Pantani aveva una grandissima umanità. Se lo sono dimenticati tutti.

    ___________________________________
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    Messaggio Da vallelvo Mar Nov 11, 2014 4:22 pm

    Errare humanun est.

    La vita ad alcuni sorride, per altri è crudele. Lo chiamano destino.

    Ho risposto.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Nov 11, 2014 4:27 pm

    vallelvo ha scritto:Errare humanun est.

    La vita ad alcuni sorride, per altri è crudele. Lo chiamano destino.

    Ho risposto.
    Immagino che la risposta stesse nell'omesso implicito: perseverare autem diabolicum ... Twisted Evil

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