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    Messaggio Da Lemond Ven Nov 15, 2013 5:10 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Ho letto che Nino ha una notevole passione per la Commedia (come la mia amica Baccella, anche lei scrittrice) e allora gli propongo questo http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/testimoni-del-tempo-lezioni-sulla-divina-commedia-1-puntata/22082/default.aspx
    A me queste puntate sono piaciute molto, spero anche a qualcun altro.


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    Messaggio Da Lemond Mer Ott 15, 2014 9:53 am

    Bonifacio II (530-532)

    Lo stesso giorno della morte di Felice IV, il 22/09/530, un ristretto gruppo di preti si affrettò a eleggere il suo prescelto, l'arcidiacono romano Bonifacio. Contemporaneamente un gruppo più numeroso di preti e laici consacrò il greco Dioscuro. Il primo apparteneva al partito filogoto, mentre l'altro era per i bizantini e così la chiesa fu di nuovo alle prese con lotte e dissidii, che però, per fortuna durarono poco, perché Dioscuro morì e lo scisma ebbe termine. Sono poche le notizie che si hanno di questo papa, se non che fu il primo a non essere dichiarato santo e che emanò una sentenza di condanna "post mortem" di Dioscuro. La seconda sua preoccupazione fu quella di nominare il successore: Virgilio. Al questo atto però ci fu una reazione, perché il Senato convocò un Concilio nel quale Bonifacio dovette ammettere il torto e, nel vivo dell'assemblea, bruciò il decreto di nomina. L'occasione servì a mettere a nudo le circostanze di corruzione che si erano verificate nelle elezioni e il senato si preoccupò di emanare una legge in cui si vietava a tutti i suoi membri qualsiasi offerta o accettazione di denaro per ottenere l'elezione di questo o quel candidato. Wink

    P.S.

    Virgilio non fu eletto papa dopo di lui.
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    Messaggio Da Lemond Mer Ott 15, 2014 1:35 pm

    Nera luce, parte Decima (X)

    Forse, piuttosto che parlare di religioni e di para-religioni, è più appropriato sostenere che il passaggio dalle religioni dogmatiche a quelle esperenziali difficilmente può non essere seguito dall'alltro: quello dalla religione alla non religione. Infatti per il realista diventa possibile ricercare quegli stessi stati, liberandoli dagli involucri religiosi e senza incrostare loro nuove religioni.
    Un esempio: carmelitana o clarissa cattolica che crede di trarre la sua esperienza spirituale dai contenuti delle preghiere che pronuncia, in realtà è nutrita dal suo ordinamento monastico di vita, in cui quelle preghiere sono supporti asemantici di assorbimenti mistici universalmente umani.
    Altro esempio: gli eroi dell'arte "cristiana" in realtà motivati non tanto dal cristianesimo quanto dall'arte in sé ed oggi rivivibili e apprezzabili come grandezze umane, anche da non cristiani.
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    Messaggio Da Lemond Lun Ott 20, 2014 9:10 am

    Giovanni II (553 - 535)

    La morte di Bonifacio II era avvenuta nel vivo delle polemiche e degli scandali suscitati dal metodo da seguire per l'elezione e determinò un breve periodo di sede vacante. Un fatto è che simonia e mercimonio erano diventati nel clero il sistema normale per la nomina, mentre lo Spirito Santo invece di solito brillava per la sua assenza. Wink Il Senato, d'altra parte, si era imposto come rappresentante esclusivo del popolo romano laico (ecco qui il termine laico è giusto e sarebbe sbagliato laicista, mentre ai nostri giorni vale sempre, o quasi, quest'ultimo termine, perché laico ha perduto ogni valore). Non c'era nessuna meraviglia quindi che uno, per assicurarsi l'elezione e corrompore i senatori più influenti, ricorresse alla vendita di beni ecclesiastici. Il decreto emesso dal senato, sotto Bonifacio, fu approvato da Alarico ed eletto un umile prete di S. Clemente, di nome Mercurio o Mercuriale, ma questo nome non si ritenne adatto all'alta dignità, per cui costui fu il primo papa a cambiare nome dopo la salita al soglio pontificio e si fece chiamare Giovanni secondo. Atalarico inviò una lettera con la quale approvava la scelta, ma al contempo teneva a sottolineare che se ne riservava la conferma. Ma potè confermare poco, perché nel 534 moriva e sua madre, Amalasunta, per salvare i regno dei Goti, dovette sposare il cugino Teodato, che le era chiaramente ostile. Un clima d'incertezza gravava sull'Italia, mentre dall'Oriente il nuovo imperatore, Giustiniano fece sentire la sua voce, manifestando al papa la propria ortodossia, in specie sulla trinità.
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    Messaggio Da Lemond Lun Ott 20, 2014 9:15 am

    Nera luce, parte Decima (XI)

    Avremmo allora una storia ideale in tre tempi: religione dogmatica, r. esperenziali ed esperienze senza r. L'uomo dell'ultimo tempo potrebbe rimanere grato alla storia come un retaggio dei primi stadi culturali, dai quali potrebbe arrivare alle sorelle maggiori dell'anima: le cose vere.
    Oggi bisogna credere (o credere di credere) nei dogmi per avere diritto alla vita monastica: alzarsi alle quattro del mattino, fare silenzio, rinunciare alla famiglia, mangiare poco, lavarsi con l'acqua fredda, cioè cose che un uomo può amare o no (dipende da come si è fatti). Domani potrebbe rimanere questo genere di vita, senza più il supporto creduto della trinità o della mariologia.
    Quando qualcuno mi chiede se sono buddista, rispondo: non lo so, faccio meditazione.
    La fase adulta della mente dovrebbe portare a meditare senza essere buddista, così come interessarsi a Gesù senza essere cattolici, o, peggio, "gesuisti".
    Purtroppo la storia, così spesso nemica dell'intelligenza, sembra andare verso i neo-fondamentalismi ed io, apofatico convinto, assisto al successo dell' Opus Dei o di Comunione e Liberazione, al magmetismo mediatico di un certo papa (da poco defunto) e all'autoritatismo "etico-politico" di vescovi e prelati!
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    Messaggio Da Lemond Lun Ott 27, 2014 8:45 am

    San Agapito I (535-536)

    Con lui, arcidiacono di Giovanni, si ritorna ai papi santi, vai a sapere perché? Wink Agapito convocò subito un Concilio al quale si presentò con l'anatema contro Dioscuro, prelevato dall'archivio del vaticano, per darlo alle fiamme. Con questo gesto proclamava ingiusta la scomunica estorta a Bonifacio II e condannava l'idea della designazione di un successore fatta dal pontefice in carica. Ma sull'elezione sarebbe tornata a farsi viva la "longa manus" imperiale, perché Giustiniano aveva riconquistato l'Africa. In Italia invece Teodato aveva assassinato Amalusunta e l'imperatore ne aveva fatto un "casus belli" e stava allestendo una campagna contro i Goti. Nel 535 il generale Belisario sbarcava in Sicilia e, dopo averla conquistata, puntava a risalire la penisola. Teodato si rivolse al Papa affinche facesse rinunciare Giustiniano al suo proposito di conquista. Agapito si recò a malincuore a Costantinopoli e infatti, per quanto ben accolto, non riuscì a convincere l'imperatore alla pace. Un successo invece lo ottenne in tema di dottrina, facendo rimuovere il Patriarca di Costantinopoli, amico di Teodora e segretamente propenso, come lei, al monofisismo. Poco dopo, però, si ammalò e ivi morì il 22 aprile 536.
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    Messaggio Da Lemond Lun Ott 27, 2014 8:52 am

    Nera luce, parte Decima (XII)

    Purtroppo anche i mistici supremi "vedono" solo entità raccontate dalla propria religione; nessun indiano o cinese ha mai "visto" (credo) San Giuseppe e viceversa ...
    Per terminare questa parte, vorrei rispondere qual è, secondo me, la radice dell'etica. E' il rispetto dell'ontologia delle entità in questione. Se l'uomo è fatto in un certo modo merita un certo tipo di rispetto e di sviluppo; se l'animale ... merita un altro tipo ...
    L'etica dunque non ha nulla a che fare con un'autorità, ogni tesi etica vale quanto i suoi argomenti. La religione è come l'etica della mamma, ma poi Ella, pur rimanendo tale, è sostituita dagli argomenti, a prescindere da ogni promessa di immortalità.
    Alle mamme e ai papi che ti hanno incantato e terrorizzato nella prima fase della tua vita puoi dire grazie, ma anche "vade retro" quando "rompono" un po' troppo!

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    Messaggio Da Lemond Mer Ott 29, 2014 8:39 am

    Plutarco - Vite parallele

    Teseo e Romolo

    Avevo pensato di spingermi fino a raccontare di Romolo, ma poi, a dirla con Eschilo, mi chiesi: un tal campione chi affronterà? Chi opporgli, chi è saldo abbastanza? E trovai che il solo che poteva sostenere degnamente il paragone col padre dell'invitta e gloriosa Roma era il fondatore della gentile e celebrata Atene. Circostanze simili nella vite di Teseo e Romolo a me sembra ce ne siano più di una. Anzitutto la loro nascita era avvolta nell'incertezza e quindi ebbero fama di essere stati generati dagli Dei; poi furono guerrieri entrambi e ambedue accoppiarono la forza al senno e per popolare le loro città rapirono delle donne. Non sfuggirono a sventure famigliari e all'odio dei parenti e, verso la fione della loro vita, si urtarono anche con i propri concittadini.
    La famiglia di Teseo risaliva, per parte di padre, a Eretteo e ai primi abitanti originari del paese e, per parte di madre, a Pelope che fu il re più potente del Peloponneso. Un figlio di Pelope, Pitteo (nonno di Teseo) fondò la cittadina di Trezene e fu considerato come l'uomo più dotto e saggio del suo tempo e, quando Egeo, che desiderava avere una progenie, nonostante che uno strano oracolo fosse contrario a ciò, passò da Trezene, Pitteo dovette comprendere il significato dell'oracolo e fece giacere Egeo con sua figlia Etra e quel giorno Teseo fu generato.
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    Messaggio Da Lemond Lun Nov 03, 2014 10:01 am

    San Silverio (536 - 537)

    La notizia della morte di Agapito giunse a Roma mentre il re goto Teodato stava aspettando l'esito della sua ambasceria all'imperatore e impose in tutta fretta l'elezione del sub-diacono della Campania, Silverio e anche chi non approvava fu costretto ad accettare. Ma il regno Goto era al tramonto e infatti Teodato fu destituito dai suoi soldati e poi assassinato, mentre fuggiva a Roma. Il nuovo re, Vitige, si ritirò con l'esercito a Ravenna per preparare un'offensiva contro Belisario, che era ormai arrivato a Napoli. Silverio, da parte sua, consigliò al Senato di non opporsi ai Bizantini e giunse anzi ad invitare Belisario a Roma. In quell'anno la città eterna tornò sotto l'egida imperiale e B. si installò sul Pincio, in attesa della controffensiva di Vitige, che avvenne nel 537. Intanto Teodora complottava contro Silverio per deporlo e mettere al suo posto il monofisita Antimo. Vigilio, nunzio apostolico a Bisanzio, arrivò a Roma con questo incarico e, aiutato da Antonina, moglie di Belisario, riuscì a far passare per buone delle lettere non scritte da Silverio, ove si evidenziava il tradimento dello stesso verso Bisanzio. Sentendosi in pericolo S. pensò di fuggire, ma Belisario lo mandò a prendere per "discolparsi". Ivi giunto, un sub-diacono di nome Giovanni gli tolse il pallio, gli abiti vescovili e gli fece indossare una tonaca da monaco. Il 29 marzo 537 il clero, sotto l'imposizione di Belisario, eleggeva nuovo papa Vigilio, che non sarà Santo. Very Happy

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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 04, 2014 9:26 am

    Nera luce, parte Undicesima (I)

    Un'etica ed una mistica laiche (iste)

    Questa parte dovrebbe proporre un'etica ed una mistica indipendenti da "ismi" religiosi o ideologici precostituiti, come lo sono la matematica e la ginnastica, la psicologia e l'alpinismo.
    Un'etica fatta non di autorità asserite, ma di argomenti; una mistica che si nutre non di trascendenze asserite, ma di esperienze.
    L'etica è intesa nel significato esteso, comprensivo anche del diritto e della politica e la mistica ha anch'essa un significato molto comprensivo e sarà riassunta in quello che chiamo "Brevetesto".
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    Messaggio Da Lemond Gio Nov 06, 2014 11:02 am

    Teseo e Romolo (segue)

    A quei tempi usava che, quando un giovinetto usciva dall'adolescenza, andasse a Deli a consacrare al Dio i suoi riccioli. Anche Teseo lo fece, però si fece radere solo la parte anteriore della testa, come facevano gli Abanti, guerrieri ardimentosi che, meglio di tutti, sapevano lanciarsi nella mischia. Il motivo per tagliarsi i capelli in quel modo era per non offrire un appiglio al nemico e Anni dopo Alessandro fece tagliare ai soldati la barba, perché nelle mischie il punto più esposto era ...
    Etra aveva tenuto nascosto al figlio la sua vera origine, mentre Pitteo spargeva la voce che fosse figlio di Poseidone, ma quando tornò da Deli gli rivelò la verità davanti al masso dove erano nascosti i contrassegni che aveva lasciato suo padre e lo spinse a far vela per Atene. Teseo però scelse la via di terra, benché più pericolosa, perché sembra che il Nostro si fosse esaltato per la fama raggiunta da Eracle che aveva appunto affrontato il viaggio per Atene a piedi. All'ammirazione si aggiungeva il fatto che erano della stessa stirpe e perciò Teseo giudicava atroce che, mentre il parente girava il mondo per purificare terra e mare, egli si ritraesse davanti alle occasioni di lottare che il viaggio gli avrebbe offerto: meglio fornire subito prove lampanti della propria origine, mediante azioni generose e gesta di guerra. Con tale proposito si mise in cammino, deciso a non offendere nessuno, ma neppure a lasciare impunito che gli avesse usato violenza.
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    Messaggio Da Lemond Lun Nov 10, 2014 9:13 am

    Vigiliio (537 - 555) ( prima parte)

    Era un romano di famiglia nobile e già nel 531 aveva assaporato la porpora, perché Bonifacio lo aveva designato suo successore, poi però aveva dovuto accontentarsi di diventare apocrisario pontificio a Costantinopoli, dove peraltro si procurò quelle amicizie che lo portarono al soglio nel 537. Si trattava del gruppo di monofisiti, ai quali fece credere di essere uno di loro, inoltre offrì una cospicua somma di denaro a Belisario perché costui deponesse Silverio e, stante il Senato terrorizzato dal generale, il gioco era fatto il 29 marzo. Wink Ma per essere riconosciuto legittimo papa da tutti, dovette aspettare la morte dell'altro papa, ma non è difficile pensare che Vigilio si mostrasse attivo anche in questa circostanza, che avvenne nel novembre di quell'anno (di grazia) 537. Very Happy Concludendo Vigilio diventò papa attraverso la simonia e l'assassinio (nota mia, mi stupisco che poi non sia stato fatto santo Very Happy ). Nei primi anni credette di poter non mantenere le promesse fatte ai monofisiti e non richiamò come Patriarca di Costantinopoli quell'Antimo che era il capo della setta. Ma Teodora, grande sostenitrice di quest'ultimo, non la vedeva allo stesso modo e lei non era abituata a farsi prendere in giro! Nel 543 Giustiniano emanò un editto religioso controverso, che aveva bisogno dell'approvazione del papa e, senza farsi tanti scrupoli, ordinò che costui fosse tradotto a Bisanzio e mandò proprio Antimo a capo dei soldati che arrestarono il papa in chiesa, per farlo imbarcare sulla nave per Costantinopoli. (continua)
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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 11, 2014 9:54 am

    Nera luce, parte Undicesima (II)

    Brevetesto

    Ripartiamo dall'apofatismo. Ci siamo accorti che l'esercizio strenuo dell'intelligenza sui tre aspetti che costituiscono le coordinate di ogni possibile esperienza: il soggetto dell'e. l'oggetto dell'e. e l'origine del soggetto e dell'oggetto dell'e. approda all'irrappresentabile.
    Concepire lo spazio-tempo come finito fa nascere aporie e concepirlo come infinito, altrettante. Spiegare l'universo senza ricorrere ad un assoluto (ossia come esistente da sé o come scaturito dal nulla) fa nascere difficoltà, ma spiegarlo ricorrendo ad un assoluto non è una spiegazione, perché poi come si arriva a quest'ultimo?
    L'intelligenza si trova di fronte a dei koan, il che significa che la condizione umana è "crepuscolare" e forsa mai splenderà sull'uomo un sole allo zenit.
    Nel crepuscolo (per sempre?) è tuttavia possibile condurre una vita all'altezza dell'ontologia straordinaria toccataci in sorte: nel mettere al mondo un figlio suscitiamo un vivere avvolto nel mistero, un vivere che giustifica esaltazione e sgomento.

    (segue)

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    Messaggio Da Lemond Gio Nov 13, 2014 12:43 pm

    Teseo e Romolo (segue)

    IL primo caso si verificò in Epidauria, ove Perifate gli sbarrò il passo, armato di una clava, ma Teseo lo stese al suolo e prese per sé quell'arma, anche per dimostrare che l'aveva vinta a un altro. Sull'istmo ammazzò Sinide, noto assassino e costui aveva avuto una figlia bellissima (Perigune) che scappò non appena seppe di suo padre ucciso. Si rifugiò in un bosco, dal quale uscì solo quando Teseo le dette la sua parola d'onore che l'avrebbe rispettata, anche se poi da quell'unione nacque Melanippo. Wink
    La scrofa di Commione (Fea) non era una belva da poco e infatti nessuno era riuscito a domarla e quindi Teseo deviò dalla sua strada per incontrarla, convinto che il valoroso deve cercare ogni possibilità di combattimento. All'ingresso nella Megaride uccise Scirone, buttandolo giù da una rupe. Scirone era noto, perché derubava i passanti o, secondo altre fonti, pretendeva che essi gli lavassero i piedi e poi, molto spesso, con un calcio, li scaraventava in mezzo al mare. Per i megaresi invece Scirone era una persona onesta e Teseo non lo uccise durante quel primo viaggio, bensì quando conquistò Eleusi, che era colonia di Megara, circuendo il governatore Diocle. A Eleusi Teseo lottò contro Cercione d'Arcadia e lo uccise, così come fece fare la stesa fine a Procuste, costringendolo a entrare nel suo letto, Tutto ciò, come già detto, era a imitazione di Eracle e il viaggio proseguiva: al Cefiso andarono a incontrarlo uomini della stirpe dei Fitalidi, che lo accolsero con estrema cordialità. Alla sua richiesta di essere purificato dal sangue versato, lo mondarono secondo il loro rito e poi lo invitarono alla loro tavola. Erano i primi uomini che aveva incontrato durante il viaggio che gli avessero dimostrato affetto. Wink
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    Messaggio Da Lemond Lun Nov 17, 2014 9:02 am

    Vigiliio (537 - 555) ( seconda parte)

    Non ci fu alcuna resistenza e, mentre alcuni romani sembravano ignorare la partenza improvvisa del loro vescovo, la maggior parte lo insultava e gli lanciava sassi. Per costoro quella partenza sembrava una fuga dal pericolo. Vigilio cercò di rispondere a quelle maledizioni dando ordine di spedire dalla Sicilia ingenti quantità di grano al suo popolo, ma quelle navi non arrivarono mai a Roma, perché furono intercettate alla foce del Tevere dai Goti. Vigilio non avrebbe avuto altre occasioni di riscattarsi e a Roma sarebbe tornato solo cadavere, dieci anni dopo. A Costantinopoli la messa in scena fu perfetta: ricevette l'abbraccio di Giustiniano e fu fatto risiedere nel palazzo di Placidia, abitazione ufficiale dei nunzi pontifici, ma in realtà il papa era in stato di prigionia. Quell'isolamento sarà determinante per convincerlo che l'editto di Giustiniano è "cosa buona e giusta" e in gran segreto scrive all'imperatore e a Teodora, acconsentendo alla condanna dei "Tre Capitoli". Per la Pasqua del 548 rende noto al patriarca Menas che aderisce alla condanna, pur mantenendo fede nell'autorità di Calcedonia, una formula di compromesso che accontenta l'imperatore e la consorte, ma che scatena una logica reazione dei vescovi d'Occidente e quelli d'Africa arrivano addirittura alla scomunica del Papa. Vigilio vorrebbe tornare indietro, ma ottiene solo di non essere creduto più da nessuno e Giustiniano progetta la sua deposizione, insieme alla prigione vera e propria, ma nella notte del 23 dicembre 551 riesce a fuggire a Calcedonia e da lì emana un'enciclica nella quale espone le persecuzioni subite e si dichiara fermamente contrario alla fede *ortodossa*. Giustiniano sembra venire a più miti consigli, gli invia Belisario, come paciere e promette garanzie. Vigilio propone un Concilio in Italia, ma l'imperatore è inamovibile nel volerlo a Costantinopoli e allora il papa decide di non parteciparvi e naturalmente quell'assemblea conclude i suoi lavori con la condanna dei "Tre Capitoli". (segue)
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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 18, 2014 9:35 am

    Nera luce, parte Undicesima (III)

    Vivere il mistero dell'essere e trasmetterlo alle generazioni future è l'inaugurazione di un mondo adulto di uomini stretti dalla solidarietà di con-vivere esaltazione e sgomento. Solidarietà ontologica tale che ogni rivalità che conosciamo (politica o religiosa che sia) appaia infantilismo percettivo ed etico, non meno micidiale per il fatto di essere indotto. Wink

    [Nota mia, confronta Gaber
    Se ci fosse un uomo
    di Gaber - Luporini

    https://www.youtube.com/watch?v=txjbEXCeGB4
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    Messaggio Da Lemond Gio Nov 20, 2014 8:33 am

    Teseo e Romolo (segue)

    Si dice fosse l'otto del mese Cronio quando entrò in Atene, mentre la città era in uno stato di confusione straordinaria: nella vita pubblica regnava la discordia e la casa di Egeo era in sfacelo per la presenza di di Medea, che vi si era installata dopo la fuga da Corinto. Ella seppe prima degli altri dell'arrivo di Teseo e persuase il vecchio a invitarlo come ospite e poi cercare di sopprimerlo con il veleno. Teseo non mancò di intervenire al pranzo, senza presentarsi, ma volle fornire al padre uno spunto per riconoscerlo, mostrandogli la spada, che serviva per tagliare le carni. In un baleno il re comprese e, rovesciata la coppa di veleno, interrogò a lungo l'ospite e, alla fine, l'abbracciò e lo presentò a tutti come suo figlio. I figli di Pallante fino a quel momento avevano pensato di ereditare il regno e, saputo di Teseo, mossero guerra ad Atene, ma un certo Leo riferì quali erano i piani dei Pallantidi e per Teseo fu facile annientarli. Vinta la guerra un po' per avventura e un po' per ingraziarsi ancor più il popolo, andò ad affrontare il toro maratonio, che procurava non pochi guai agli abitanti della Terrapoli e, dopo averlo domato, girò per le varie città per mostrarlo e infine lo sacrificò ad Apòllo Delfinio.
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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 23, 2014 10:25 am

    Vigiliio (537 - 555) ( terza parte)

    Vigilio invia a Giustiniano un Costitutum, compilato in gran parte dal diacono Pelagio, con il quale ritiene nulla qualsiasi condanna espressa dal Concilio nei confronti dei *Tre Capitoli*, ma l'imperatore naturalmente respinge lo scritto e ordina ai padri conciliari di cancellare il nome di Vigilio dai Dittici di tutte le chiese imperiali e imprigiona i diaconi del papa. In altre parole costringe Vigilio alla resa, perché ormai è troppo debole per affrontare il martirio e così ritratta tutto e l'8 dicembre 553 scrive al patriarca Eutichio per accettare le decisioni del Concilio. Il Seppelli scrive che quel giorno Vigilio ha toccato il fondo, dimostrando di mancare di tutte le doti di un sovrano: fermezza, forza di carattere, spirito magnanimo e capacità di vedere lontano. Si accontentava sempre di provare, ma poi si adeguava e alla fine ebbe il contentino nella Prammatica Sanzione emanata da Giustiniano nel 554, con essa il papa era associato all'amministrazione bizantina dell'Italia, il che faceva aumentare il potere temporale, ma tale concessione non giustifica certo il riprovevole comportamento, anzi conferma che lui ha rinunciato a difendere fino alla morte l'autorità religiosa, per un fatto di potere. Vigilio, dopo questa resa incondizionata, fu libero di ripartire per Roma, ma non riuscì a raggiungerla, perché morì, durante il viaggio, a Siracusa.

    Col nome di Tre Capitoli (τρίακεϕάλαια) si designavano gli scritti di Teodoro di Mopsuestia (v.), quelli di Teodoreto di Ciro (v.) e una lettera di Ibas (Hibhā) di Edessa al vescovo Maris (Mārī) di Rēwardāshīr in Persia. Teodoro Askida, vescovo di Cesarea in Cappadocia riuscì verso l'anno 544 a persuadere l'imperatore Giustiniano che la condanna dei cosiddetti Tre Capitoli avrebbe per conseguenza il ritorno dei monofisiti (v.) all'unità della fede; onde l'imperatore non si diede pace, finché, dopo diversi editti nei quali egli stesso condannò i Tre Capitoli, non ne ottenne la condanna nel V concilio ecumenico di Costantinopoli (553). I Tre Capitoli erano più o meno apertamente in favore dell'eresia nestoriana, e sotto quest'aspetto nessuna obiezione poteva farsi contro la loro condanna. Ma in Occidente, ove i Tre Capitoli erano appena conosciuti, mentre molto bene si conoscevano gli atti del concilio di Calcedonia (451), molti vescovi credevano erroneamente che la condanna di Teodoreto e Ibas riconosciuti come ortodossi nelle sessioni VIII, IX, X del concilio di Calcedonia, fosse un attentato contro l'autorità di quel sinodo.
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    Messaggio Da Lemond Lun Nov 24, 2014 9:15 am

    Così hanno detto:

    Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Confucio 550 a.c.

    La scienza non è un'illusione, lo sarebbe credere di ottenere da altre fonti quello che essa (al momento) non è in grado di darti. S. Freud

    Per me la religione ebraica, così come tutte le altre religioni, è l'incarnazione delle superstizioni più infantili e la parola di dio non è altro che l'espressione e il prodotto della debolezza umana
    A. Einstein
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    Messaggio Da Lemond Lun Nov 24, 2014 9:39 am

    Nera luce, parte Undicesima (IV)

    Io penso che valga la pena vivere e procreare una vita che sia indirizzata alla fraternità creativa nel con-ricercato e condiviso risveglio al mistero dell'essere. Se anche l'orrenda morte del corpo è l'estinzione di ogni esperienza, non sarà stata cosa da poco la partecipazione ad una "koinonia" tra uomini.
    Lo scenario sapienziale è prendere sul serio la scienza e il realismo realizzante, accettando l'apofatismo e quelle forme di coscienza che abbiamo chiamate "le sorelle maggiori dell'anima". Non si può discettare del senso della vita così a tavolino, perché se c'è un senso, esso è di tipo esperito e non asserito. Il senso della vita non può valutarsi che da dentro il lavoro alla proprio trasformazione, non può essere oggetto di giudizi, ripeto, esterni ed oziosi. A chi dice che: "La vita non ha senso", non bisogna rispondere che ce l'à, occorre invece domandare qual è il livello di esperienza dal quale costui dice quel che dice, se è sicuro di dirlo dal luogo più strategico di osservazione concesso alla mente umana? In altre parole in-oltrati nelle esperienze mistiche-alte, nelle trascendenze-immanenti e solo dall'effettivo in-oltramento valùta e parla.

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    Messaggio Da Lemond Mer Nov 26, 2014 9:03 am

    Teseo e Romolo (segue)

    Poco dopo arrivarano da Creta per la terza volta gli incaricati di ritirare il tributo: ogni nove anni sette giovani e sette vergini che, secondo alcune, fonti erano destinati a essere ammazzati nel labirinto del Minotauro. Filocoro dice che il labirinto era invece una prigione da dove i carcerati non potevano scappare. Anche Aristotele mostra di non credere che Minosse facesse uccidere i giovani ateniesi che, secondo lui, invecchiavano a Creta, come servi. Aggiunge che una volta i Cretesi mandarono a Delfi, in offerta, i loro primogeniti per adempiere un voto e tra questi si trovavano mescolati i discendenti degli Ateniesi. Questi ultimi, non trovando da vivere a Delfi, emigrarono in Tracia e lì ricevettero il nome di Bottiei ed è per questo motivo che le fanciulle di questo popolo, nel corso di certi sacrifici, cantano: "Andiamo ad Atene!". Questo fatto dimostra come sia pericoloso rendersi invisi a una città che possegga una lingua e una letteratura fiorenti e infatti Minosse continua a essere diffamato e ingiurato, nonostante che Esiodo lo abbia definito "regalissimo" e Omero "intimo degli Dei", perché i poeti tragici prevalsero e rovesciarono su di lui un'ondata di disprezzo.
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    Messaggio Da Lemond Sab Nov 29, 2014 8:13 am

    Pelagio I (556 - 561)

    Come successore di Vigilio il clero romano voleva eleggere un prete di nome Marea, ma lo S.S. si mise in mezzo con la morte di quest'ultimo e quindi si impose la candidatura del diacono Pelagio. Uomo di indiscusse qualità, aveva già svolto la funzione di vicario, in occasione dell'assedio di Totila che si era poi concluso con il saccheggio della città nel dicembre 546, ma in quell'occasione Pelagio aveva mantenuto il prestigio alla sede di Roma, a differenza di Vigilio che l'aveva abbandonata per andare a Bisanzio. Pelagio quindi sembrava un uomo destinato a incarnare una figura irreprensibile di papa, ma, una volta salito al soglio pontificio, eccolo rivedere le sue posizioni: condanna i Tre Capitoli e accetta il Concilio di Costantinopoli. E' difficile comprendere questo mutamento, tuttavia la voce che Pelagio fosse la solita persona, portata a predicar bene e a razzolar male, si sparse ovunque. Un consistente risentimento alla sua elezione venne dalla Gallia, il cui re Childeberto richiese espressamente una dichiarazione di fede conforme al Concilio di Calcedonia e agli scritti di Leone Magno. La risposta tese a mettere in luce come tutte le polemiche fossero nate da aspetti tipicamente "orientali" e non tali da intaccare l'unità della Chiesa. "Questioni di fede", precisava, "non sono state trattate in Oriente e dopo la morte di Teodora ormai non c'era più niente da temere". Il vescovo di Arles rispose che tutto si poteva dire, tranne che Pelagio fosse stato convincente. Come posteri possiamo dire che costui fu il primo papa che si distinse per la sua politica opportunistica, riuscendo a mantenere il potere nonostante tutte le opposizioni che gli giravano intorno; il suo fu una specie di compromesso-storico "ante litteram". Smile Però non tutto funzionò, perché comunque ci fu uno scisma con le sedi di Milano e Aquileia, che era ancora in essere alla morte del papa (4 marzo 561).
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    Messaggio Da Lemond Sab Nov 29, 2014 8:24 am

    Così hanno detto II

    Gli ebrei sono cani e questi cani sono troppi a Roma nei nostri tempi, li sentiamo guaire per le strade e ci disturbano in ogni dove. (Uno pensa, che so, a Mussolini e invece ... Pio IX 1871)

    Su sé stesso, sul proprio corpo (testamento biologico) e sulla propria mente, l'individuo è sovrano (John Stuart Mill)

    Comunque addio, signori, che fate della tortura infinita il mezzo, lo strumento obbligato di realizzazione e difesa dei vostri valori! (Piergiorgio Welby)
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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 30, 2014 10:59 am

    Nera luce, parte Undicesima (V)

    Il significato ultimo si presenta all'uomo come un orizzonte di luce con al centro un cerchio di tenebra (nota mia: Nera Luce). Della luce non possiamo dubitare, è la luce dell'essere che ha vinto (esiste ), ma se cerchiamo di vedere la scaturigine della luce, ecco che incontriamo la tenebra e la somma altro non è che l'immagine simbolica della mistica apofatica.
    Un tempo la interpretavo come simbolo della fede, ma poi mi sono accorto che non è così, è la realtà stessa quale si presenta alla conoscenza sapienziale.
    L'opposto del simbolo apofatico è il cerchio tutto disegnato e illuminato, con intorno un orizzonte di tenebra: simbolo appunto della credenza, quella "fede" per cui il mio sistema è chiaro e distinto e spiega tutto, mentre fuori esiste solo la tenebra-errore.
    Il simbolo apofatico porta benefici a chi a lungo, in silenzio, lo guarda, perché nulla toglie alla certezza della luce, suggerisce solo che non la si debba vedere come luce dominabile in ogni suo aspetto. Immerge la mente in una tacita, calda, sicura pace: la pace di un, non esprimibile in formule, accordo con la realtà.
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    Messaggio Da Lemond Gio Dic 04, 2014 9:40 am

    Teseo e Romolo (segue)

    Comunque fosse, i padri che avevano figli in giovane età dovevano presentarsi al sorteggio e dal popolo partirono nuove calunnie contro Egeo, perché lui solo era esente dalla pena e, dopo aver affidato il potere a un figlio bastardo, neppure ateniese, non si curava che gli altri fossero privati della discendenza! Tanto strazio non lasciò insensibile Teseo, che si offrì spontaneamente di essere incluso fra le vittime del sorteggio. Ellanico ci dice che non c'era sorteggio, ma che veniva Minosse in persona a scegliere i giovanetti e che la pena sarebbe cessata non appena fosse morto il MInotauro. Teseo sorteggiato o cooptato partì con gli altri e infuse coraggio al padre e a tutti gli ateniesi, dicendosi sicuro di domare il Minotauro, per cui la nave partì anche con una vela bianca, anziché con la sola consueta nera, simbolo di sciagura. La prima tappa della nave fu il delfinio, per invocare la protezione di Apòllo. Ciò che fece, dopo essere sbarcato a Creta è raccontato da molti e in breve si può dire che ebbe da Arianna il famoso filo, per districarsi dal labirinto e ammazzò il Minotauro e ripartì da Creta con la fanciulla e tutti i compagni, anche se Arianna non arrivò mai ad Atene e il perché non si può sapere: ci sono troppi racconti, del tutto discordanti fra loro. Nell'avvicinarsi all'Attica nessuno si ricordò di issare la vela bianca ed Egeo vide spuntare il colore funesto e, preso dalla disperazione, si gettò dalla scogliera e quel mare da allora, prese il suo nome.
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    Messaggio Da Lemond Lun Dic 08, 2014 10:10 am

    Giovanni III (561 - 574)

    E' figlio di Anastasio, un nobile romano e poiché è noto anche come Catelino, forse è il secondo papa che ha assunto un nome diverso, da pontefice. L'avvenimento più importante di quegli anni fu la discesa dei Longobardi in Italia (nel 568 con Alboino), perché Narsete era stato richiamato a Costantinopoli dal nuovo imperatore Giustino II. Fonti diverse ci dicono che il generale si rifiutò di tornare in patria e se ne andò a vivere in Campania. I romani, sotto l'incubo di un assedio longobardo, convinsero Giovanni III a raggiungere Narsete per supplicarlo di tornare a Roma. Pare che l'ambasceria desse i suoi frutti, perché il generale sembra essere ritornato, però ormai non aveva più il suo esercito e le sue capacità militari sarebbero servite a poco. Alboino però non pareva troppo pressato di raggiungere Roma: nel 569 conquistò Milano e solo tre anni più tardi Pavia, che fece capitale del Regno nel 572. Quello stesso anno, però fu assassinato dalla moglie Rosmunda e per dieci anni i Longobardi restarono senza re e un duca di essi, Faroaldo, nel 573 calava su Roma,impegnandosi in uno stressante assedio. In questa situazione drammatica Giovanni III moriva il 13 luglio del 574.
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    Messaggio Da Lemond Mar Dic 09, 2014 9:22 am

    Nera luce, parte Undicesima (VI)

    E FINE DEL LIBRO




    Se dall'estremo orizzonte, lo sguardo ritorna a ciò che lo circonda, l'uomo non può che intravedere il sole basso del crepuscolo, ma sarà ancora e ancora possibile, come da millenni è possibile, accendere fuochi di intelligenza, di amicizia, di condivisa ricerca sapienziale, ma anche (ed è importante) fuochi di di consapevolizzata ordinarietà, nell'ultimamente non decifrabile.
    Ed allora per terminare, iscrivo, quasi come un mantra, il seguente aforisma, che riassume il nostro percorso.


    M'inchino a te, gioiello che risplendi nel fiore di loto

    Un orizzonte di luce con al centro un cerchio di tenebra

    Nel crepuscolo per sempre, accenderò fuochi veri

    Camminare con le sorelle maggiori dell'anima



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