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    Messaggio Da Lemond Ven Nov 15, 2013 5:10 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Ho letto che Nino ha una notevole passione per la Commedia (come la mia amica Baccella, anche lei scrittrice) e allora gli propongo questo http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/testimoni-del-tempo-lezioni-sulla-divina-commedia-1-puntata/22082/default.aspx
    A me queste puntate sono piaciute molto, spero anche a qualcun altro.


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    Messaggio Da Lemond Lun Ago 25, 2014 10:27 am

    Nera luce, parte Nona (IV)

    Avvertenza


    Riguardo la definizione di mente, devo precisare che il punto cruciale è non tanto la consapevolezza come oggetto separato, quanto le esperienze consapevoli. Un sonno senza sogni, una pulsione inconscia, un comportamento abitudinario (come camminare, parlando) sono non-mente; l'accorgersi del fuoco o del leone, da parte della gazzella vigile, che sceglie una linea di fuga, è invece mente. Quindi ai nostri fini c'è consapevolezza anche in assenza dell'io che riflette o, in altre parole, c'è coscienza, anche senza autocoscienza e quindi si può attribuire mente anche agli animali superiori. Non solo: non è nemmeno sicuro che la coscienza più "alta" sia la più "iica" (o riflessiva); proprio le "peak experiences" (Maslow) estetiche, ontologiche, erotiche, contemplative, sapienziali vengono regolarmente descritte come accompagnate da una minimizzazione dell'egoità.
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    Messaggio Da Lemond Mar Ago 26, 2014 2:11 pm

    San Simplicio (468-483) II parte

    I rapporti con l'Oriente vissero, in quel periodo, momenti particolarmente
    critici. I monofisiti erano riusciti ad imporre il loro credo nel
    patriarcato di Costantinopoli e anche la sede di Antiochia si era staccata
    dal Conciclio di Nicea e tutto ciò, in buona parte fu dovuto all'appoggio di
    Basilisco, che aveva detronizzato Zenone. Infatti quando quest'ultimo tornò
    al potere si affrettò a pubblicare un decreto "Henoticon" che ripristinava
    il credo di Nicea. A Roma questo decreto arrivò, quando ormai Simplicio era
    morto, ma tanto, vista la personalità di costui, avrebbe fatto ben poca
    differenza. In conclusione, se si vuol dire qualcosa di buono su Simplicio,
    si può argomentare che fu un eccelente amministratore del patrimonio
    ecclesiastico e, come i predecessori, seguitò nell'edificazione di nuove
    chiese. Quanto allo scisma dell'Oriente, che si avvicinava, Simplicio non lo
    vide, perché morì il 10 marzo 483.
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    Messaggio Da Lemond Gio Ago 28, 2014 7:49 am

    Nera luce, parte Nona (V)

    L'essenza dell'anima si desumerà esattamente e necessariamente dalle argomentazioni che portano ad asserire la sua esistenza: una sostanza spirituale immortale, inestesa, indivisibile etc. Ma abbiamo di fronte un reale oggetto di pensiero quando teorizziamo tutto ciò? Non è certo un caso che della mente non si dubiti, ma dell'anima sì. Mi limiterò ad enunciare alcuni koan o rompicapi che il pensiero dell'anima fa nascere. Sussiste, ovviamente, una certa analogia con i koan suscitati dal pensiero di dio.
    1) Un'entità così grandiosa, un colosso tale da sopravvivere all'intiero universo, non esiste per l'esperienza, proprio non c'è.
    2) Com'è fatto uno spirito? E' inesteso nel senso di puntiforme o di infinito? O è inesteso nel senso che non ha niente a che fare con la precedente alternativa?
    3) Se l'anima è semplice, come si distinguono le sue facoltà, per es. il conoscere e il volere?
    4) Come si distingue uno spirito dall'altro? Qual è il principio dell'individuazione dell'immateriale?

    (segue)
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    Messaggio Da Lemond Ven Ago 29, 2014 10:04 am

    San Felice III (483-492)

    Da diversi anni l'elezione di un papa non creava disordini: la scelta era fatta dalla comunità di Roma, con la ratifica del funzionario imperiale (riguardo alla regolarità). Odoacre rivendicò tale diritto e spedi in loco Cecina Basilio, primo funzionario del Regno d'Italia e il primo papa approvato fu Felice Anici, un romano di nobile stirpe. Egli s'impegnò sulla questione della chiesa d'Oriente, cercando di risolvere gli attriti, ma di lì a poco si accorse di essere preso in giro e reagì con la scomunica del patriarca Acacio, ma costui, fiducioso dell'appoggio dell'imperatore Zenone, si rifiutò di riconoscerne la validità e ci fu un vero e proprio scisma che durò fino al 519. Il papa non scomunicò (per quel che sarebbe valso) Zenone, perché l'imperatore era troppo potente e cercò invece di blandirlo, ma non ottenne risultati, anzi fu lui a spingere Teodorico, re degli Ostrogoti a cacciare Odoacre dall'Italia, rimproverandogli anche l'appoggio all'elezione di Felice. Teodorico sconfisse Odoacre e divenne re d'Italia nel 493, quando ormai erano morti sia Felice che Zenone.
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    Messaggio Da Lemond Sab Ago 30, 2014 9:55 am

    Nera luce, parte Nona (VI)

    5) Dove si trova l'anima separata? Se è fuori dalla spazio, che significa
    questo *fuori* che non può essere di natura spaziale?
    6) Se le anime sono immortali, ognuna avrà durata infinita. Ma se si ritiene
    che vengano create al momento della generazione del corpo, ci saranno anime
    più longeve di altre e quindi infiniti leggermente più lunghi? E che
    differenza ci sarà fra la durata infinita, ma con punto di partenza e quella
    infinita di dio?
    7) Come diviene e "cresce" ciò che non è associato ad un corpo? Come può
    avere una storia ciò che non ha uno sviluppo e un ambiente? Ma che vita è
    una vita senza storia?
    Fin qui ho esposto alcuni koan riguardanti l'anima come sostanza spirituale
    indipendente dal corpo (l'anima dopo la morte), Non meno numerosi sarebbero
    i koan riguardanti i rapporti di una sostanza spirituale con un corpo ed un
    mondo materiali. Rinuncio ad esporli, solo per brevità ed anche perché sono
    molto simili a quelli suscitati dal rapporto mente-materia, che l'anima
    dovrebbe risolvere.

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    Messaggio Da Lemond Dom Ago 31, 2014 10:49 am

    San Gelasio I (492-496)

    Fu eletto in quanto segretario di Felice per cercare di conciliare lo scisma della chiesa d'Oriente. Famosa è rimasta la sua epistola all'imperatore, perché in essa si definiscono i campi d'azione della Chiesa e dello Stato e che sarà la base della dottrina che caratterizzerà il Medio Evo. Due sono i poteri che governano il mondo: quello sacro dei vescovi e quello temporale dei re. Il primo ha maggior peso, perché deve rendere conto al Tribunale di Dio e poi anche il re, per partecipare ai divini misteri, ha bisogno di adempiere ai precetti della religione, che sono al di sopra di lui. Nelle cose temporali anche i preposti al culto di Dio devono obbedire alle leggi del re, perché il sovrano è tale per diritto divino. Infine, se conviene che tutti i fedeli si sottomettano ai vescovi, è a maggior ragione necessario che al vertice di tale istituzione ci sia il vescovo di Roma, perché Dio stesso l'à preposta alle altre. Gelasio ha ben chiara la dignità del proprio ufficio, così come il suo campo d'azione e infatti voleva limitarsi ad essere il vicario di Cristo, ma il futuro avrebbe smentito queste buone intenzioni. E intanto lo scisma restava.
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    Messaggio Da Lemond Mar Set 02, 2014 10:39 am

    Nera luce, parte Nona (VII)

    Proviamo a tracciare un bilancio del ricorso all'ipotesi anima:

    1) L'anima è un concetto che nulla aggiunge alla conoscenza esperenziale di noi stessi: l'esperienza incontra mente e corpo ("tertium non datur" ).
    2) L'anima è un difficilmente rinunciabile postulato escatologico e diceologico.
    3) L'anima "risolve" le difficoltà che suscita l'attribuzione di una mente alla materia estesa.
    4) L'anima "risolve" questa difficoltà in modo puramente assertorio, cioè tautologico.
    E allora qual è il bilancio, prevalgono gli attivi 2/3 o i passivi 1/4?
    La mia risposta è, come sempre quando ci si trova di fronte a un problema reale, la cui soluzione impone un aggetto di pensiero quasi "assurdo", che l'atteggiamento intelletualmente corretto è l'apofatismo, ossia il silenzio informato.
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    Messaggio Da Lemond Gio Set 04, 2014 9:51 am

    San Gelasio I (seconda parte)

    Il Nostro fu molto dedito a mantenere il cristianesimo immune, oltre che da ogni eresia, dalla superstizione pagana, che nel popolino era ancora molto viva. In particolare i romani erano molto attaccati alle feste dei Lupercali, celebrate fra il 15 e il 18 febbraio e culminanti nella "Februatio", cioè la purificazione della città dagli influssi dei demoni. Ai vescovi che avevano tentato di condannarli, quasi tutti rispondevano che la peste e la carestia, nonché i saccheggi, erano proprio dovuti all'interruzione degli antichi sacrifici al dio Februo. Ma Gelasio si dimostrò ben deciso a stroncare questi pensieri e redasse una vera e propria dissertazione teologica sull'argomento.
    In essa si sentenziava che non si poteva servire due padroni: Dio e Satana e che i Lupercali non avevano mai portato bene a Roma, anzi la caduta della città doveva proprio essere imputata ai vizi del popolo e alla sopravvivenza delle pratiche empie! (nota mia, In poche parole siamo di fronte agli *opposti estremismi* superstiziosi, perché in effetti la cause del declino dell'impero erano ben più numerose, ma comunque c'entravano poco o nulla con le superstizioni religiose).
    Gelasio, comunque, pare che sia riuscito ad abolire i Lupercali in un modo ingegnoso e cioè sostituendoli con un'altra festa di purificazione, introducendo la processione della Candelora, che fu fissata al 2 dicembre. Per la chiesa infatti ha sempre valso il principio "sostituisciti e così continuerai a comandare", vedi anche i Saturnali trasformati nelle feste natalizie. Very Happy

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    Messaggio Da Lemond Sab Set 06, 2014 9:20 am

    Nera luce, parte Decima (I)

    Nel testo ci sono venti pagine (da 254 a 274) su algoritmo e mente, che per me sono troppo complicate e quindi mi astengo dal sintetizzarle.

    Parte decima

    Le religioni del dogma, le religioni dell'esperienza e il loro avvenire.

    In questa serata sta accadendo l'inesplicato, per non dire l'inesplicabile: il fatto è che un organismo materiale (il mio corpo) genera in sé dei significati e questi appaiono fuori di lui, sotto forma di onde sonore, le quali con questi significati non hanno, ontoligicamente, niente in comune. E questi fenomeni in qualche luogo del cervello sono trasformati in sensazioni, cosa che nessun registratore sa fare (il registratore non li sente). C'è qui il primo salto non spiegato e poi (secondo salto) il suono sentito si trasforma in comprensione di significati (se uno conosce la lingua).
    Nessuno sa com'è fatta la mente e come è collegata con il cervello, né come il cervello fa ad accorgersi di produrre significati, quindi l'unico invito sensato che posso farvi è quello verso la contemplazione dell'evento, insieme con la comprensione dei significati.
    La cosa più eccitante sono gli avvenimenti personali che si svolgono in questo momento per la storia dell'universo.
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    Messaggio Da Lemond Lun Set 08, 2014 9:18 am

    Sant'Anastasio II (496-498)

    Desideroso di porre fine alla scisma con la chiesa d'Oriente, si dimostrò pronto a grandi concessioni e questa arrendevolezza gli valse una estrema impopolarità a Roma, determinando altresì un netta divisione nel clero e nel popolo. Un gruppo fra i più contestatori fu quello che aveva dovuto accettare la soppressione dei Lupercali sotto Gelasio e che pensava di potersi rifare su un papa più debole. Anastasio aggravò ancor di più la sua posizione riammettendo nella chiesa lo scomunicato Fotino, un diacono di Tessalonica, già seguace dell'eresia monofisita. Il ricordo dell'impopolarità di Anastasio II ci è stato trasmesso dal Liber Pontificalis e i cronisti del XIII e XIV secolo lo fecero morire nello stesso modo di Ario: con le viscere sparse. Sad Sulla line di questa tradizione, Dante finì per collocarlo all'Inferno fra gli eretici.

    ci raccostammo, in dietro, ad un coperchio
    d'un grand'avello, ov'io vidi una scritta
    che dicea: "Anastasio papa guardo,
    lo qual trasse Fotin della via dritta".

    Al di là delle leggende su di lui, possiamo dire che Anastasio II fu un papa privo di energia e incapace di sostenere quella posizione di prestigio che la chiesa di Roma richiedeva.
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    Messaggio Da Lemond Mar Set 09, 2014 12:54 pm

    Nera luce, Parte decima (II)

    Parleurismo



    Se la religione è esperienza di un sacro che fa ammutolire, allora l'uso della parola è irreligioso. Parlare di religione, a rigore, sarebbe un voyeurismo fonico, un parleurismo. D'altra parte nella situazione attuale lo stesso regime religioso di mercato, succeduto agli antichi monopoli, toglie sempre più spesso l'effettiva essenza del religioso per diventare conformismo o coazione psichica. A livello individuale, anche chi ha conferito alle pratiche e idee religiose un significato in qualche misura autentico, finisce con vivere e decidere in base a tutta una serie di sincretismi complessi, nei quali il religioso (appunto) si combina con criteri di altra natura.
    Pertanto, direbbe qualcuno, una domanda sorge spontanea: Il religioso è ancora utile?
    Ai vecchi tempi, l'impetrazione religiosa veniva ritenuta efficace sui fenomeni naturali e storici, ad es. per combattere pestilenze e carestie  o far prevalere un esercito sull'altro.  
    Oggi, davanti al progresso dell'intelligenza scientifica ...
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    Messaggio Da Lemond Ven Set 12, 2014 1:45 pm

    San Simmaco (498-514)

    Alla morte di Attanasio II Roma si ritrovò con due vescovi eletti dalle due fazioni cittadine: ortodossa e conciliante. Ritornano gli scontri di anni addietro, in un clima di guerra civile (che ha sempre caratterizzato la religione della pace e del perdono Very Happy) e l'unica soluzione è ricorrere a Ravenna, da Teodorico, la cui sentenza è che va considerato papa chi ha avuto il maggior numero di voti. Allora il santo di turno sarà Simmaco. Wink Appena eletto convoca un Concilio per  il 1° marzo 499, nel quale si stabilisce per la prima volta di proibire ogni trattativa elettorale durante la vita del papa in carica e si concede addirittura al pontefice di designare il proprio successore. Wink si decreta altresì che il concetto di maggioranza si sostituisco all'unanimità voluta, a suo tempo, da Onorio. Queste nuove norme sull'elezione del pontefice lasciano però il tempo che trovano, perché il popolo seguiterà ad avere la sua importanza e i papi non otterranno mai di fatto il diritto di nominare il successore. Quel Concilio è comunque importante per la storia di Roma, perché dalle firme dei vescovi che sottoscrissero i decreti, si ricava l'indicazione che i titoli della basiliche esistenti allora in urbe erano 28. Wink  (segue)
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 13, 2014 10:07 am

    Nera luce, parte Decima (III)

    Il confronto fra due tipi ideali

    Premesse le riserve, di cui sopra, sulla religiosità, procedo al confronto fra quelli che mi sembrano i due tipi fondamentali oggi rivaleggianti per l'ascendente sull'animo umano:
    a) religioni ad asserti ontologici "veri"
    b) religioni a stati coscienziali "alti"
    Entrambe offrono una risposta alla domanda sul significato ultimo e dell'esistenza umana nel mondo; le religioni del primo tipo rispondono con rivelazioni su soggetti e scenari ultraterreni, quelle del secondo con indicazioni su come conseguire, a livello terreno, stati mentali recanti con sé l'evidenza della loro superiore significatività.
    Possiamo dire che le prime sono basate sul dogma, le seconde sullo spirito e potremmo anche chiamarle rispettivamente ontologiche ed etiche, dando ad etica il senso lato di direttiva del comportamento in vista di un risultato (in questo caso spirituale e immanente).
    La tipologia suggerita è trasversale agli schieramenti religiosi storici, tuttavia è chiaro che ci sono quelle più vicine all'uno o all'altro tipo: tra le prime i monoteismi, tra le seconde le religioni asiatiche nelle quali l'escatologia ha un'importanza trascurabile.

    (segue)
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    Messaggio Da Lemond Mar Set 16, 2014 9:14 am

    San Simmaco (498-514) II

    Dopo il Concilio, Roma sembrò vivere un periodo di tranquillità e la visita di Teodorico (nel 500) dette un crisma di ufficialità alla pace raggiunta. Al suo ingresso i romani gli tributarono onori degni di un imperatore e lo salutarono con il titolo adulatorio di "nuovo Traiano". In omaggio alla prudenza il re ariano si recò subito alla basilica di San Pietro, dove pregò sulla tomba dell'apostolo, con grande devozione, come un vero cattolico. Le donazioni fatte alla chiesa, il ripristino dei giochi circensi e il restauro di certi monumenti furono determinanti per entrare nel cuore dei romani e il suo discorso, pronunciato nel Foro, suscitò un entusiasmo generale.
    Ma il fuoco covava sotto le ceneri e, non appena il re tornò a Ravenna, il gruppo in Senato ostile a Simmaco si fece avanti con un'accusa circostanziata nei confronti del Papa: era colpevole di aver celebrato la Pasqua del 501, non rispettando il computo del tempo stabilito dall'uso alessandrino! Era solo una scusa, perché le accuse di fondo erano ben altre e riguardavano illecite relazioni con donne e lo sperpero dei beni della Chiesa; il santo ebbe paura e si rifugiò in San Pietro. A Teodorico tale comportamento sembrò un segno di colpevolezza e convocò un concilio perché giudicasse e, intanto, nominò Pietro di Altino (vescovo di Venezia) reggente della Chiesa di Roma. Il reggente aveva tutto l'interesse a schierarsi contro il papa e cominciò con l'approvare la confisca delle proprietà ecclesiastiche pontificie.
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    Messaggio Da Lemond Mer Set 17, 2014 10:42 am

    Nera luce, parte Decima (IV)

    Nel primo gruppo evidenzierei, per sviluppo dogmatico talmente alto, il cattolicesimo romano, la cui teologia si ramifica in varie dottrine basate sul dogma e che sono: triadologia, cristologia, mariologia, sacramentologia, josephologia, diceologia, escatologia, ecclesiologia e sacramentologia. Ognuna di esse è fondata su definizioni autoritative emanate da soggetti magisteriali giuridicamente investiti di competenza, accessoriate di anatemizzazioni e munite, in condizioni storiche di potere, di spaventose sanzioni a carico dei ...
    (Nota mia: ad es. la legge 40 e il decreto "Englaro", per non scomodare l'Inquisizione).
    Nel secondo gruppo evidenzierei lo yoga e il buddismo più asciutto quanto a dèi, demoni e personaggi elargitori di grazie (ivi compreso lo stesso Buddha). Ho in mente lo Zen e le tradizioni tantriche tibetane, più decisamente volte alla realizzazione della "vacuità e compassione" indipendentemente da presupposti mitici.
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    Messaggio Da Lemond Ven Set 19, 2014 10:39 am

    E' da sempre che dico/scrivo che Mancuso è *eretico* ed è lontano
    mille miglia dalla confessione di fede cattolica. Quanto alla prospettiva di
    un'etica generale, non potrà mai esistere, ma nel caso impossibile, un buon
    punto di partenza sarebbe fare l'esatto contrario di quel che predicano i
    cattolici *veri* (ammesso che poi esistano anche in concreto). Wink


    Il patto mancato tra amore sacro e amor profano

    Nel suo nuovo saggio Vito Mancuso analizza l'emozione umana più forte e
    svela i limiti della morale sessuale cattolica
    La prima elementare critica che occorre muovere alla morale sessuale
    cattolica è che semplicemente non funziona, come dimostra il fatto che la
    gran parte dei cattolici la disattende. L'etica autentica nasce dalla
    concretezza della vita e torna alla concretezza della vita. L'attuale etica
    sessuale ecclesiastica invece si rivela astratta, scolastica, libresca, non
    nasce dalla vita ma dal desiderio di conformità alle decisioni magisteriali
    del passato. In questa prospettiva per la morale sessuale ecclesiastica il
    ruolo decisivo spetta al concetto di lex naturalis, nella convinzione che
    obbedire alla natura e ai suoi cicli equivalga a obbedire a Dio. La natura è
    assunta come criterio di legislazione etica, natura come legge, da cui
    procede una legge ritenuta naturale..
    Le cose però non stanno così. Oltre al logos la natura conosce anche il
    caos, e per questo essa non è la longa manus di Dio, e obbedire alla natura
    non equivale necessariamente a obbedire a Dio. Chi ritiene il contrario deve
    essere coerente e istituire la diretta connessione Dio-natura non solo per
    le manifestazioni naturali benigne, ma anche per quelle maligne, le malattie
    e le sciagure naturali. La lettura astratta e ideologica della natura ha
    condotto a un duplice risultato: da un lato alla trasformazione della morale
    in moralismo; dall'altro alla perdita di contatto con la coscienza
    contemporanea per la quale il concetto di legge naturale risulta del tutto
    vuoto.
    Conosce solo la biologia. Il fatto di concepire la natura come governata
    direttamente da Dio e quindi tale da assumere valore di lex naturalis ha
    condotto la morale ecclesiastica ad assegnare un primato indiscusso alla
    biologia e ai suoi ritmi, a scapito della coscienza e della sua
    spiritualità. Ne è scaturita una morale sessuale contrassegnata da una
    visione biologistica della sessualità, intendendo con ciò la riconduzione
    del sesso pressoché solo alla procreazione. Il primato della funzione
    biologica procreativa ha avuto nei secoli anche un altro effetto negativo:
    quello di concepire la donna quasi esclusivamente in funzione della
    generazione dei figli.
    Non conosce bene la biologia. La morale sessuale ecclesiastica parla così
    tanto di natura e di natura umana, ma in realtà, a causa della sua
    astrattezza e del suo dogmatismo, mostra di non conoscere adeguatamente la
    natura umana, in particolare la natura femminile. Stante l'assunto dell'inscindibilità
    tra amplesso e procreazione, essa propone ai coniugi che intendono evitare
    una gravidanza di ricorrere ai periodi infecondi per fare l'amore e di
    astenersi nei periodi fecondi, ma viene a rappresentare in questo modo una
    potente quanto nociva mortificazione dell'istinto naturale. Infatti il
    periodo in cui nella donna è più forte il desiderio di rapporti sessuali è
    proprio quello dell'ovulazione, nel pieno del periodo fertile quando la
    donna risulta più disposta e più disponibile, più attratta e più attraente.
    Gli specialisti spiegano che ciò avviene perché nei giorni fertili gli
    ormoni sessuali femminili risultano più concentrati. Quasi tutte le persone,
    cattolici compresi, naturalmente si guardano bene dal prendere in
    considerazione tali precetti elaborati da una morale di uomini celibi, e in-
    fatti secondo la rivista scientifica «Human Reproduction» della Oxford
    University Press durante l'ovulazione la frequenza dell'attività sessuale
    risulta aumentata del 24%.


    Ignora il primato della coscienza. Occorre chiedersi che cosa sia più umano:
    la libertà che comprende, vuole e decide, oppure la sottomissione a una
    necessità biologica che impone se stessa quale criterio dell'agire e del
    non-agire? Io credo che la dignità della persona umana consista nell'uso
    libero e responsabile della propria intelligenza e della propria volontà. Io
    credo che la vera natura della persona umana non sia espressa dal ritmo del
    ciclo biologico, ma dall'intelligenza e dalla volontà responsabili. Io
    credo, in altri termini, nel primato della coscienza. E dicendo questo, non
    faccio che esprimere il senso più profondo della tradizione
    giudaico-cristiana.
    Non rispetta il dato biblico. Con ciò non intendo ovviamente le
    considerazioni spesso arretrate sulla donna e sulla vita sessuale contenute
    nei vari libri biblici. Intendo piuttosto la logica complessiva del
    messaggio biblico, ovvero la sua dinamica evolutiva. All'interno della
    Bibbia infatti si ritrovano affermazioni a favore della poligamia e altre a
    favore della monogamia, e così è per la dissolubilità e l'indissolubilità
    del matrimonio, la fecondità e la verginità, l'inferiorità e la parità della
    donna, la svalutazione e l'esaltazione del corpo. Tutto ciò costituisce un
    preciso insegnamento sulla imprescindibilità del contesto storico. Ma c'è un'altra
    importante considerazione. Nel libro biblico interamente dedicato all'amore
    erotico, il Cantico dei cantici, nel quale la sessualità costituisce il
    centro specifico del messaggio. Non vi è neppure un minimo accenno alla
    funzione riproduttiva della sessualità e l'amore erotico non ha altra
    giustificazione che non se stesso, in quanto manifestazione della più
    generale fioritura dell'essere.
    Conclusione. La morale sessuale della Chiesa cattolica vorrebbe essere
    fondata sull'oggettività di una presunta legge naturale su cui il soggetto
    dovrebbe normare la propria particolare situazione. Alla prova dei fatti
    però essa risulta un peso troppo gravoso da portare: lo è a livello pratico,
    per l'impossibilità di attuarla con efficacia e con coerenza; e lo è a
    livello intellettuale, per il massiccio ricorso a ciò che Rahner chiamava
    «cattiva argomentazione in teologia morale». Occorre intraprendere un
    profondo percorso di rinnovamento in materia di etica sessuale, analogo a
    quello compiuto nell'ambito della morale sociale dove la Chiesa è passata
    dal ragionare sulla base di un astratto criterio oggettivo (i diritti della
    verità) a un più concreto criterio soggettivo (i diritti della persona),
    cambio di prospettiva che l'ha condotta dall'Inquisizione al rispetto della
    libertà religiosa della coscienza. Il medesimo criterio applicato nell'ambito
    dell'etica sessuale porterebbe la Chiesa cattolica alle seguenti necessarie
    aperture: sì alla contraccezione; sì ai rapporti prematrimoniali; sì al
    riconoscimento delle coppie omosessuali. Qualcuno a questo punto si chiederà
    se si possa ancora parlare di etica cattolica. E io rispondo che in realtà
    non esiste una specifica etica cattolica, l'etica è la scienza teorica e
    pratica del bene, e il bene, per definizione, è universale. Ne consegue che
    non si tratta di preoccuparsi di salvaguardare lo specifico dell'etica
    cattolica, si tratta di voler pensare in prospettiva universale, cioè
    veramente cattolica, aggettivo che com'è noto significa proprio universale
    (dal greco katholikós formato dalla preposizione katà, «verso», e dall'aggettivo
    hólos, «tutt'intero»).
    Vito Mancuso, la Repubblica 18 settembre 2014
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 20, 2014 9:32 am

    San Simmaco (498-514) III

    Il Concilio appariva condizionato dal comportamento di Teodorico e le chiese titolari della città passarono sotto il controllo di Lorenzo, il quale, per dimostrare la legittimità del proprio pontificato, fece apporre un suo busto nella basilica di San Paolo, accanto ai ritratti, in mosaico, dei vescovi di Roma. Simmaco invece si barricò in San Pietro e per quattro anni la città fu teatro di violenze e lotte sanguinose. La pace tornò solo nel 505, quando Teodorico finì per dare ascolto alle continue rimostranze del diacono Dioscuro di Alessandria, imponendo ai laurenziani di restituire a Simmaco le chiese e a Lorenzo di lasciare Roma. Lo scisma della sede di Roma aveva così termine, ma quello con la chiesa d'Oriente era sempre in piedi. L'imperatore Anastasio I era schierato con i monofisiti e in un editto accusò Simmaco di essere un manicheo e dichiarò che la sua consacrazione era stata illegittima. Il papa rispose, ricordando all'imperatore che era lunga la serie di potenti che avevano perseguitato la fede, ma la Chiesa, più è perseguitata, più risplende in tutta la sua gloria. (nota mia, infatti nei tempi moderni ha fatto concordati con tutti gli Stati, massime se fascisti, per essere sicura di ...) Very Happy Simmaco morì il 19 luglio del 514.

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    Messaggio Da Lemond Dom Set 21, 2014 9:42 am

    Nera luce, parte Decima (V)

    Alcune valutazioni

    Vantaggi delle religioni dogmatiche

    Offrono di più nell'Al di là, mentre nell'Al di qua si ha una "partnership" con il grande Consolatore e con personaggi minori più accessibili all'immaginazione. Tutelano dai sensi di assurdo o di vuoto dell'universo e nei rapporti umani mortali. Sostituiscono il reale con caschi virtuali che si muovono con la testa (del tipo della caverna platonica) e nei quali tutto torna. Antropomorfizzano e domesticano il mistero.

    Svantaggi

    Rischio massimo, spaventoso: l'esistenza può portare alla beatitudine eterna in dio, ma anche all'inferno eterno. Nel dubbio, sembrerebbe doveroso astenersi dal fare figli, maledicendo l'incoscienza dei propri genitori.
    Rischio minore, che il pensiero del rapporto con Personaggio invisibile preso sul serio, nasconda il visibile e atrofizzi a poco a poco la conoscenza esplorativa di sé e del mondo fatta con i sensi, i sentimenti etc. delegandola al clero e con il connesso rischio di supplizi, stermini e oppressioni a base religiosa.
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    Messaggio Da Lemond Ven Set 26, 2014 9:37 am

    San Ormisda (514 - 523)

    La situazione (nel luglio 514) era calma e costui fu eletto all'unanimità, perché momentaneamente si erano messi da parte i motivi di divisione e anche i vescovi di Oriente cercavano una riconciliazione, che arrivò di li a poco, con il nuovo imperatore. Giustino convocò un Concilio a Costantinopoli per confermare "grosso modo" quello di Calcedonia e che si concluse con la "formula di Ormisda": - Io considero sante chiese di Dio, quella della vecchia Roma e quella della nuova Roma, come una stessa chiesa, la sede di Pietro apostolo e la sede episcopale di Bisanzio come una stessa sede ... Sono d'accordo col papa nella professione della dottrina e rimprovero tutti quelli che egli rimprovera. -
    Era il 28 marzo 519 e lo scisma si era concluso con la vittoria di Roma
    Terminata la questione orientale, in occidente un gruppo di monaci sciiti si intestardiva nel proporgli l'approvazione di una tesi fondata sull'affermazione "Uno della Trinità è stato crocifisso". Tale formula, di per sé, non eretica, poteva però suscitare interpretazioni non opportune e Ormisda per un po' temporeggiò, ma nel 521 decise di contrastarla apertamente. Infine, poco prima della morte, condannò all'esilio l'ennesimo gruppo di manichei e i loro libri bruciati nella piazza antistante la basilica di San Giovanni in Laterano.
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 27, 2014 8:46 am

    Nera luce, parte Decima (VII)

    Vantaggi delle religioni etiche



    Sgombrando il cielo da Personaggi e distinguendo la terra da ... suggeriscono ipotesi di valorizzazione delle mente e, cercando risultati verificabili, si accordano all'epistemologia scientifica moderna e al realismo. Inoltre non fanno per loro le *guerre di religione*.

    Svantaggi


    Offrono poco o nulla a chi ha bisogno dell' Al di là e per ciò stesso non dànno grandi speranze nemmeno nell' Al di qua. Purtroppo anch'esse resistono difficilmente alla tentazione di clericalizzazione, pur tipiche dall'altro tipo.
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    Messaggio Da Lemond Mar Set 30, 2014 9:00 am

    S. Giovanni I (523-526)

    Ad Amisda successe il vecchio Giovanni, toscano; un breve pontificato il suo, ma molto burrascoso. Proprio nel 523 l'imperatore Giustino emanò un editto contro gli eretici ariani, per cui molti di essi abiurarono, altri subirono il martirio (ma di questi cristiani martiri, perché non parla mai nessuno?). Teodorico, venuto a conoscenza di quanto colpiva i suoi fratelli in Cristo, si sentì direttamente preso di mira! La sua irritazione, alimentata dalla coscienza di aver mostrato sempre la più completa tolleranza per i cattolici, lo indusse a dichiarare che le persecuzioni di cui erano vittime gli ariani in Oriente, sarebbero state vendicate con la repressione del culto cattolico in Italia e le prime misure furono le esecuzioni del console Albino, il capo del Senato Simmaco e il grande scrittore Boezio. Nel 525 Teodorico convocò a Ravenna il papa e gli ordinò di andare a Costantinopoli con la missione di far ritirare il decreto e permettere a quanti avevano abiurato con la forza di poter tornare alla loro fede. Giovanni, seppur contrario, comunque partì. Il papa fu accolto con grande entusiasmo, ma l'ambasceria fallì e, tornati a Roma, trovarono aperte le porte del carcere e infatti ivi morì Giovanni I il 18 maggio del 526.
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    Messaggio Da Lemond Ven Ott 03, 2014 11:13 am

    Nera luce, parte Decima (VIII)

    Possiamo esaminare anche possibili incroci e scambi di ruoli ed allora vediamo che talvolta le religioni dogmatiche-assertive riescono ad imporre la propria mistica anche sul piano dell' Al di qua, perché, detto in altre parole, i monoteismi sodisfano più riccamente gli aneliti religiosi dell'animo umano. (Nota mia: il tavor combatte molto meglio l'ansia, in genere, che ad es. il c.d. "training autogeno Very Happy ).
    Come ho già scritto in precedenza, solo le religioni esperienziali non dogmatiche sono integralmente esperienziali ed in questo senso il c.d. ateismo buddista mi è sembrato da interpretare non come negazione di dio (simmetrica al teismo), ma solo come negazione dell'utilità ultima o, se vogliamo, come precetto di non far dipendere l'ascesi suprema e decisiva dalla previa soluzione (teista o atea) del problema di dio.
    L'intervento dell'apofatismo come dovere della ragione controbilancia i ricchi doni psicologici (tavor? Smile ) delle religioni del dogma in termini di speranze ultraterrene ed altre senzazioni terrene forti (mistica e c.d. valori religiosi).
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    Messaggio Da Lemond Mer Ott 08, 2014 12:07 pm

    San Felice IV (526 - 530)

    Nel clima di terrore in cui viveva la Chiesa in Italia alla morte di Giovanni, non ci fu nessuna reazione all'imposizione di Teodorico di un proprio uomo al soglio pontificio (Nota mia, se poi costui è stato fatto santo, perché il suo patrono no?) Poche settimane dopo l'elezione di Felice, Teodorico moriva e il nuovo papa restava "solo". Mantenne però buoni rapporti con Amalasunta, reggente del re bambino Atalarico, inoltre riuscì a barcamenarsi fra i due partiti esistenti: Goti vs Bisanzio. Poco dopo però si ammalò gravemente e volle premunirsi nei confronti di eventuali scompigli verificabili alla sua morte. Il pensiero di un nuovo scisma nella sede di Roma lo angustiava e pertanto cercò di avvalersi del decreto di Simmaco, per cui il papa poteva nominare il proprio successore e consegnò appunto il proprio pallio a Bonifacio, minacciando la scomunica a chi avesse provocato agitazioni di carattere elettorale. Grande avvenimento di questi anni fu la diffusione in Italia del monachesimo, grazie a San Benedetto da Norcia, che fondò l'abazia di Montecassino ed elaborò la regola dell' "ora et labora". Il monastero in generale, non solo quello, divenne un nucleo di organizzazione economica e culturale, caratterizzante gran parte del Medio Evo.
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    Messaggio Da Lemond Ven Ott 10, 2014 8:38 am

    Nera Luce, parte Decima (IX)

    Non posso nascondere che una mistica fideistica è per me un ossimoro. Il mistico vuole "toccare con mano", esige il certo. Non rifiuta il remoto, ma deve trattarsi di un remoto accertato; non rifiuta il dubbio, anzi è per definizione colui che preferisce il dubbio certo alla certezza dubbia. Non rifiuta il vuoto, ma non concepisce i riempitivi fasulli. Ergo, forse mistica e fede si autoscludono, almeno nel caso di quella mistica che chiamo realismo realizzante. L'ambiente più inviso al mistico è rappresentato dalle caverne platoniche.
    A chi accetta il principio del primato dell'esperienza si aprono tante vie sapienziali quanti gli stati di coscienza: ad. es. l'emozione di fronte alla poesia o all'arte, l'orgasmo o il trasporto amoroso nella coscienza erotica o sentimentale etc.
    (nota mia: chi volesse conoscerle meglio, può ascoltare il sito in calce.
    Non vedo perché non si dovrebbe attribuire la qualifica di religiose anche a queste vie sapienziali e magari preferirle a quelle istituzionali. Ed in effetti queste para-religioni esistono e nei paesi più civilizzati sono sempre più spesso preferite alla confessioni vere e proprie.

    http://www.radio.rai.it/radio3/terzo_anello/meditare_occidente/puntate.cfm

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    Messaggio Da Lemond Lun Ott 13, 2014 9:35 am

    Riprendo quella che per me è la parte essenziale di quanto già spedito da Francesco



    Sono stati fatti molti tentativi di scrivere la vita di Cristo. Ma è difficile vedere da dove debba venir fuori il materiale per una tale opera, al di fuori del materiale dei vangeli; mentre, se i vangeli debbono essere presi come una base, è ugualmente difficile capire che cosa ci sarebbe da guadagnare riscrivendo quello che è contenuto in essi. Qualsiasi tentativo del genere evidenzia le discrepanze in quei resoconti e alla fine risulta in semplice esibizione di ingegnosità dalla parte del biografo il suo sforzo di riconciliarle.



    In effetti gli sforzi di trovare un Gesù storico, sono stati pietosi e agonizzanti, basati principalmente su quello che egli non era: vale a dire, la nascita verginale non è storia e i genitori di Gesù non erano chiamati Maria e Giuseppe. Gesù non era di Nazaret, che non esisteva al tempo, e magi, stella, angeli e pastori non comparvero alla sua nascita. Egli non fuggì in Egitto, perché Erode non stava uccidendo bambini, ed egli non meravigliò i sacerdoti con i suoi insegnamenti all’età di 12 anni nel tempio. Egli non riapparve improvvisamente a 30 anni dal nulla per sconcertare la gente che, se le storie della nascita fossero state vere, lo avrebbe già conosciuto. Il Gesù “storico” non fece miracoli e non risuscitò i morti. I detti e i sermoni non furono suoi in origine. Egli non fu tradito da Giuda, poiché ciò sarebbe stato illogico. Non ci fu alcun processo, alcuna crocifissione e nessuna resurrezione.

    Tali sono alcune delle numerose parti della storia del vangelo che sono state scartate da storicizzatori ed evemeristi “scettici” durante i secoli, perché esse rappresentano elementi trovati universalmente nei miti degli eroi solari e nei riti misterici. Gettando via tutte queste parti, noi potremmo chiederci, anche più scetticamente, dov’è il Gesù Cristo storico? Abbiamo trovato il nocciolo della questione? Il salto di fede anche tra gli evemeristi è sorprendente. Se 99 per cento di questa storia è basata su miti e solo l’un per cento in qualche “storia”, la gente che sta ammirando e adorando?

    E Carpenter afferma che: “la dottrina del Salvatore è per tutto il mondo antica quanto il mondo, e che il Cristianesimo semplicemente se ne appropriò lo stesso (come fecero gli altri culti) e gli diedero un aroma speciale”. Egli nota anche: Le principali dottrine e festività Cristiane, oltre ad una grande massa di leggende e cerimoniali affiliati, sono completamente derivate da e in relazione con venerazioni della Natura precedenti; ed è stato solo con una grande deliberata mistificazione e falsificazione che questa derivazione è stata tenuta fuori di vista.



    E Jordan Maxwell dice: non c’è virtualmente un concetto, una credenza, o idea espressa nel Giudaismo o nel Cristianesimo che non possa essere rintracciato indietro molte e molte volte a molte religioni diverse. È una storia molto vecchia e antica. È la storia più grande mai raccontata.



    Di questa più grande storia mai venduta, Massey afferma: si può provare che la nostra Cristologia siano mitologia mummificata e tradizioni culturali leggendarie, che sono state affibbiate nel Vecchio Testamento e il Nuovo come rivelazione divina proferita dalla voce stessa di Dio. Noi abbiamo la stessa conversione del mito in storia nel Nuovo Testamento che c’è nel Vecchio; l’uno effettuato in un supposto compimento dell’altro! Il mito e la storia hanno cambiato posto, e noi dobbiamo cambiarli di nuovo prima che possiamo capire la loro interrelazione, o significato reale”.



    La storia del vangelo ebbe vita difficile dall’inizio perché veniva rappresentata erroneamente come vera, ma attraverso forza costante e col fare proseliti è diventata morbosamente alloggiata nella psiche umana; un meme che ha fatto sì che un grande proporzione della razza umana vivesse in un mondo di fantasia spaventosa e attesa senza fine per il miracoloso, per l’ingresso del divino. Ma questo presumibile “miracolo” dell’avvento di Gesù non fu più reale di quello di Osiride, Krishna, Horus, Quetzalcoatl o qualunque degli altri numerosi miti e dei salvatori sui quali il personaggio di Cristo è fondato. Credere che il mitico sia storico non solo è essere disonesti ma anche distruggere il significato del mitico e rovinare il suo miracolo reale. Veramente, la storicizzazione del mito rimuove il suo valore e rende la mente idiota; ma, per capire la gnosi dietro di essa è diventare saggi.



    Come dice anche Massey: è il miracoloso che mostra la natura mitica della storia; i miracoli identici di Cristo il guaritore prova che egli è stato lo stesso personaggio come il guaritore Iu-em-hept, o Esculapio, e il cacciatore dei demoni, Khunsu. Fu la storia umana che si aggregò intorno alla divinità, non un essere umano che divenne divino. Sulla teoria di una origine ed interpretazione storica, le discrepanze possono essere andare di pari passo per sempre con l’impossibilità di arrivare alla verità; la cosa non può mai essere plasmata fino ad una coerente consistenza. Ma l’origine mitica spiega tutto…. Solo le origini miti- che possono spiegare perché ci sono due Marie ambedue delle quali sono de- scritte come madre di Gesù. Solo le origini mitiche possono spiegare perché Ge- sù avrebbe dovuto essere rigenerato come il figlio unto all’età di trenta anni…. Solo le origini mitiche possono spiegare perché non viene fornita alcuna storia da quando il bambino-Cristo era di circa dodici anni di età a quella dell’adulto di trenta anni. Solo le origini mitiche possono mostrare come si potesse dire fin dall’inizio che la Parola, o il Manifestatore, fosse fatto carne…. Il Cristo mitico poteva avere due giorni di nascita come Horus che aveva due nature, una al solstizio e una all’equinozio.



    Massey afferma ulteriormente: il Cristo dei vangeli non è in alcun senso un personaggio storico o un modello supremo dell’umanità, un eroe che lottò, soffrì e fallì nel salvare il mondo con la sua morte. È impossibile stabilire l’esistenza di un personaggio storico anche come un impostore. Per uno così i due testimoni, la mitologia astronomica e lo gnosticismo, provano completamente un alibi. Il Cristo è una figura laica-popolare che un tempo era l’Ariete e poi il Pesce; una figura-laica che in forma umana era il ritratto e l’immagine di una dozzina di dei differenti.



    Per quanto riguarda gli argomenti triti evemeristici in favore di questa “dozzina di dei differenti” e tutti gli altri esseri leggendari eroi dell’antichità, piuttosto che aspetti del mito celeste, Higgins dimostra il loro errore e le sue conseguenze, comprese ovviamente al suo tempo 160 anni fa ma soppresse: il seguente è lo stato della storia antica fornita da Mr. Bryant, e nulla può essere più vero: “….è evidente gran parte dei personaggi deificati non esistettero mai, ma furono semplici titoli della Divinità, il Sole; come è stato provato in larga misura da Macrobius. Né ci fu mai alcuna cosa di tanto detrimento alla storia antica, che supporre che gli Dei del mondo dei Gentili fossero stati nativi dei paesi dove erano venerati. Essi sono stati ammessi da questi uomini negli annali delle storie leggendarie che li concernevano: per conciliare assurdità, e per combinare l’intera storia in una seria cronologica – una fatica senza frutto, e inspiegabile: poiché in queste favole ci sono inconsistenze e contraddizioni tali che non può essere rimediata da alcuna arte né industriosità”.
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    Messaggio Da Lemond Mer Ott 15, 2014 9:53 am

    Bonifacio II (530-532)

    Lo stesso giorno della morte di Felice IV, il 22/09/530, un ristretto gruppo di preti si affrettò a eleggere il suo prescelto, l'arcidiacono romano Bonifacio. Contemporaneamente un gruppo più numeroso di preti e laici consacrò il greco Dioscuro. Il primo apparteneva al partito filogoto, mentre l'altro era per i bizantini e così la chiesa fu di nuovo alle prese con lotte e dissidii, che però, per fortuna durarono poco, perché Dioscuro morì e lo scisma ebbe termine. Sono poche le notizie che si hanno di questo papa, se non che fu il primo a non essere dichiarato santo e che emanò una sentenza di condanna "post mortem" di Dioscuro. La seconda sua preoccupazione fu quella di nominare il successore: Virgilio. Al questo atto però ci fu una reazione, perché il Senato convocò un Concilio nel quale Bonifacio dovette ammettere il torto e, nel vivo dell'assemblea, bruciò il decreto di nomina. L'occasione servì a mettere a nudo le circostanze di corruzione che si erano verificate nelle elezioni e il senato si preoccupò di emanare una legge in cui si vietava a tutti i suoi membri qualsiasi offerta o accettazione di denaro per ottenere l'elezione di questo o quel candidato. Wink

    P.S.

    Virgilio non fu eletto papa dopo di lui.

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