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    Messaggio Da Lemond Ven Nov 15, 2013 5:10 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Ho letto che Nino ha una notevole passione per la Commedia (come la mia amica Baccella, anche lei scrittrice) e allora gli propongo questo http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/testimoni-del-tempo-lezioni-sulla-divina-commedia-1-puntata/22082/default.aspx
    A me queste puntate sono piaciute molto, spero anche a qualcun altro.


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    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Mag 31, 2014 4:06 pm

    Macché veto, il velo! farao Laughing 
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    Messaggio Da UribeZubia Sab Mag 31, 2014 5:49 pm

    BenoixRoberti ha scritto:Macché veto, il velo! farao Laughing 

    Ehehehe ! Hai ragione,infatti hai emesso una bolla papale per la revoca. adorazione
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    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Mag 31, 2014 6:28 pm

    UribeZubia ha scritto:
    BenoixRoberti ha scritto:Macché veto, il velo! farao Laughing 

    Ehehehe ! Hai ragione,infatti hai emesso una bolla papale per la revoca. adorazione

    ciclismo - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 14 Pope-smiley-emoticon  diavoletto 
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    Messaggio Da Lemond Lun Giu 02, 2014 12:18 pm

    Nera luce, parte Ottava (XIX)

    Il bilancio dei vari koan che riguardano dio, ci sembra un vero e proprio naufragio del teismo della ragionevolezza. Dio è tutto un koan: è talmente irrappresentabile che tale aspetto tende a confondersi con l'inesistenza; è talmente impossibile che ... con l'inesistenza; è talmente astruso che esistenza ed inesistenza sembrano sinonimi. ciclismo - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 14 Smile
    La concettualizzazione più affermata nella teologia naturale occidentale, quella tomistica e cattolica ufficiale come "esse subsistens" risulta impraticabile e il dio personale dai ricchissimi attributi, che è il solo che serve all'anelito religioso dell'uomo, non si vede come possa escludersi che sia solo mito, archetipo, fabulazione, proiezione psicologica.
    In sintesi si può concludere che il dio che si rivela (nelle varie tradizioni) comunica molto male col dio della ragione e il dio della ragione comunica molto male con la ... ragione. ciclismo - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 14 Cincin
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    Messaggio Da Lemond Mar Giu 03, 2014 8:58 am

    San Callisto I


    Fu vescovo di Roma (sembra) dal 217 al 222 e da quel che si legge può benissimo rappresentare l'archetipo di quelli che poi sarebbero diventati papi e santi. ;)Nacque a Trastevere, schiavo di Aurelio Carpoforo, un famigliare dell'imperatore Commodo, che lo liberò, in nome del Vangelo, e lo educò alla "vera" religione. Gli dette anche un certo capitale perché potesse intraprendere il mestiere di cambiavalute. Ma Callisto prese una brutta strada e in omaggio al "figliol prodigo" sperperò il denaro e, prima di scappare in gran fretta dai creditori, ne sottrasse un po' anche al suo padrone. Ma Carpoforo raggiunse il ladruncolo mentre si gettava in acqua e lo fece riprendere per i capelli da due barcaioli.Il Nostro dovette ritornare allo stato di schiavo, finche non avesse risarcito il denaro sottratto. Ma il padrone doveva essere proprio un brav'uomo e Callisto un gran simpaticone, come lo sono di solito gli imbroglioni, perché in molti perorarono la sua causa e alla fine A.C. cedette e gli restituì la libertà. Callisto riuscì a rientrare nel giro dei cambiavalute e poi in quello degli usurai. Per sua sventura ebbe a che fare con gli ebrei e un giorno, alla ricerca di un debitore, lo andò a scovare in Sinagoga di sabato. La cosa gli risultò fatale, perché fu condannato ai lavori forzati in Sardegna, per aver disturbato una cerimonia religiosa. Alcuni anni dopo, quando a Roma era vescovo Vittore I, per influenza di Marcia, amante prima e poi moglie di Commodo, si ebbe la liberazione degli schiavi minatori e lui fu mandato ad Anzio da Vittore. Ivi lo recuperò Zefirino I nel 199 che si fidava ciecamente di lui, fino a diventare il suo consigliori. Wink
    Callisto si occupò di eresie e in quel campo si scontrò spesso con il grande prete e scrittore Ippolito, difensore del rigorismo dogmatico e aspirante a posizioni di prestigio nella Chiesa romana. I due si detestavano e quando Callisto diventò vescovo di Roma, l'altro non accettò la sconfitta e riunì i suoi seguaci (alcuni dei vescovi delle sedi vicine) e dette vita a una comunità a parte, nella quale egli si dichiarava "successore degli apostoli e partecipe della medesima grazia". Era uno dei primi scismi e si può dire che Ippolito fu forse il primo "antipapa", per lo meno il primo riconosciuto, poi, nell'annuario pontificio. Wink
    Con Callisto fu guerra aperta sul piano della disciplina ecclesiastica: Ippolito accusò  il suo avversario di aver consacrato vescovi o sacerdoti già passati a seconde o terze nozze e di essere stato molto permissivo con gli adulteri e le prostitute e in questo frangente trovò un potente alleato nella persona di Tertulliano (credo quia absurdum) che si scagliò contro Callisto nel suo "De pudicitia". Callisto in realtà si allontanava da un'esagerata mentalità rigorista e andava avanti nel progresso sociale, bisogna dargliene atto, mentre Ippolito, trascinato da un odio personale, finiva per tradire ogni aspettativa di avanguardia spirituale. Il destino riservò ad entrambi una morte violenta. Callisto fu vittima di una sommossa popolare contro l'imperatore Eliogabalo, reo di mostrarsi troppo benevolo con i cristiani. Anche l'imperatore fu ucciso, insieme a sua madre Soemia e i loro corpi furono buttati nel Tevere. Callisto fu invece gettato dalla finestra della sua casa in un pozzo e poi lapidato. Ippolito finì esiliato in Sardegna e fu presto vittima dell'insalubrità del luogo e dalle molte privazioni dovute alla "prigionia".
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    Messaggio Da Lemond Mer Giu 04, 2014 9:56 am

    Tortura

    In latino si chiamava "quaestio" e sembra una curiosa maniera di porre un questionario agli uomini, ma non sono stati dei semplici curiosi ad inventarla. Smile  Costoro trovarono  che serviva assai bene ai loro interessi e la mettevano in uso non appena sospettavano qualcuno di nutrire qualche nero pensiero nei loro riguardi, considerandolo come delitto di lesa maestà divina e umana. I neri pensieri erano degni di morte e allora poco importa che si aggiungesse un po' di ... Anzi, un simile procedere si accostava in qualche modo alle azioni della Divina Provvidenza, in vita (con tutti i mali) e in morte (con l'inferno).  Very Happy E siccome i Despoti sono sempre stati considerati quasi dei, imitarono l'0riginale tutte le volte che poterono e lasciamo a chi legge il piacere di pensare a quale sia stata l'istituzione che, in fatto di tortura, si sia più avvicinata alla ... divinità?  confused 
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    Messaggio Da Lemond Ven Giu 06, 2014 9:47 am

    San Fabiano I

    Era un uomo qualunque e un giorno di gennaio del 236 tornava dalla campagna a Roma, mentre la comunità cristiana era riunita per scegliere il nuovo Vescovo e l'incertezza era grande. Ma ecco che, come racconta Eusebio, una colomba andò a posarsi sul capo di Fabiano e ... il gioco era fatto, perché secondo la superstizione di allora (e di ora) la colomba significava lo Spirito Santo (che nessuno ha mai capito che cosa fosse in realtà Wink) Fabiano comunque si rivelò un valido amministratore e, da allora, si comincio a distinguere (fra i quadri ecclesiastici) quelli che avevano un "titulus" stabile, chiamati *incardinati* e poi *cardinali*, dagli altri. Fu un periodo di prosperità sotto l'imperatore Filippo l'Arabo, considerato da San Girolamo il primo imperatore cristiano. Tutti si misero a far incetta di beni, spinto ogni cristiano dal desiderio di ricchezza. 
    Era morta nei sacerdoti la pietà religiosa e nei ministri del culto la fedeltà e l'integrità: non più amore e disciplina, gli uomini si pettivano la barba, le donne si imbellettavano il viso e quant'altro. Tutti usavano artifici per ingannare i semplici, si sposavano con i pagani, giuravano senza motivo e spergiuravano pure, disprezzavano per orgoglio i prelati e si ingiuravano a vicenda; erano attratti da tutto ciò che è vanità e ... (possiamo finirla qui). Ed ecco, come "punizione divina" arrivò un editto dell'imperatore Decio che imponeva a ogni suddito di offrire un sacrificio agli Dei, per provare la propria adesione allo Stato, ciò fatto, avrebbero ricevuto un certificato detto *libellus*. La reazione del popolo cristiano rappresentò la logica conseguenza del costume di vita che era subentrato in quei tempi e quindi numerose furono le defezioni, con veri e propri casi di apostasia, i cosiddetti *lapsi* ovvero caduti nell'idolatria. I ricchi ricorsero all'espediente di comprare dall'autorità i *libelli* e si misero in regola con l'editto e furono detti *libellatici*. Alcuni vescovi invece, furono uccisi in quanto traditori dello Stato, in particolare quelli di Gerusalemme e Antiochia. A Roma anche papa Fabiano fu condannato a morte il 20 gennaio 250.
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    Messaggio Da Lemond Sab Giu 07, 2014 9:43 am

    Transustanziazione

    I protestanti la considerano come l'ultimo grado dell'impudenza papale e perdono ogni misura quando parlano di questa credenza, che considerano mostruosa. E' così assurda e contraria a ogni conoscenza che neppure Dio può farla, perché neppure lui può andare contro il principio di non contraddizione! Sad  Non solo un Dio in un pane, ma un Dio al posto di quel pane e vino mutato in sangue e che ha il gusto del vino, pane cambiato in carne e fibre e che mantiene il gusto del pane ... Tutto ciò ispira tanto orrore e disprezzo e questi sentimenti aumentano quando alle persone dabbene si va a dire che, nei paesi cattolici, un prete o un monaco, subito dopo che si è alzato da un letto incestuoso senza neppure lavarsi le mani, se ne va a fabbricare déi in quantità e a mangiare e bere il suo Dio. E se poi si pensa che tale superstizione ha fatto conquistare ad un prete in particolare, la città dei Cesari, pensano proprio che a molti venga voglia di cacciare quel Prete a mano armata. calcinculo 
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    Messaggio Da Lemond Dom Giu 08, 2014 8:39 am

    Nera luce, parte Ottava (XX)

    Se l'esistenza di dio è uguale all'inesistenza, perché allora non passare senz'altro all'ateismo? Perché ostano le difficoltà delle ipotesi atee principali: mondo dal nulla, mondo da sempre. Agnosticismo allora? In un certo senso sì, ma non nel senso primo, ovvio, dello scetticismo, perché la ragione metafisica ha una propria forza, anche se limitata. Ma è proprio lei, proprio la sua forza, a riconoscere questi limiti. Ha preso atto di aver incontrato ciò che la supera, ma incontrarlo è ben diverso dll'incontrare un falso-problema, perché la storia del mondo, che ha davanti, è certamente accaduta ed allora più che uno pseudo-problema, abbiamo di fronte un qualcosa di estremamente problematico.
    Non scetticismo quindi, ma, per così dire, un agnosticismo positivo, che non nega la parete che ha davanti, ne constata soltanto l'estrema difficoltà nel tentativo di superarla.
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    Messaggio Da Lemond Dom Giu 08, 2014 10:17 am

    Santo Stefano I contro Cipriano (vescovo di Cartagine)

    Stefano fu vescovo di Roma sotto Valeriano e cercò in ogni modo di affermare la supremazia della sede di Roma, ma si può dire che partì con il piede sbagliato, perché alla prima occasione non fece una bella figura. Due vescovi spagnoli (Basilide e Marziale) erano stati riconosciuti colà *libellatici* (vedi puntate precedenti) e quindi condannati come traditori della fede. Ma il loro appello a Roma fu accolto da Stefano. La chiesa di Spagna non si dette per vinta e presentò la questione al Vescovo di Cartagine (Cipriano). Questi riunì un concilio che stabilì che i due erano *indegni* dell'episcopato. Cipriano fu molto corretto con Roma e motivò la sentenza personalmente a Stefano, stimando che il suo collega fosse caduto in errore a causa della distanza e quindi non fosse stato ben informato sul vero stato delle cose. Da allora, fra Cartagine e Roma non si parlò più la stessa lingua evangelica e la cosa si aggravò con il battesimo amministrato dagli eretici. Cipriano lo riteneva nullo, mentre Stefano era dell'avviso che si dovevano accogliere semplicimente gli eretici già battezzati. Questa battaglia sarà vinta da Roma, ma molti anni dopo la morte dei due, anche perché nel 257 il buon imperatore Valeriano si convince che la Chiesa si accaparra alcuni beni dello Stato ed emanò
     un editto in cui si impone ai cristiani di riconoscere le divinità pagane, con il permesso di praticare solo in privato la loro fede.
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    Messaggio Da Lemond Lun Giu 09, 2014 9:28 am

    Che cos'è la virtù? (I)

    Possiamo chiamare tale una facoltà che fa bene solo al soggetto, ma non agli altri? Fra le virtù c.d. teologali a che mi serve la fede e la speranza degli altri, solo l'amore per il prossimo è, secondo me, importante. La virtù fra gli uomini sta in rapporto alle buone azioni e colui che non prende parte a questo scambio non deve essere tenuto nel conto. Se un "santo eremita" sta fuori del mondo, sarà "buono" per sé, ma non per gli altri. Certi teologi dicono che il divino imperatore Antonino era uno stoico ostinato, il quale, non contento di comandare gli uomini, voleva anche essere stimato da loro; che egli riferiva a sé stesso il bene che faceva al genere umano; che fu, per tutta la vita, giusto, laborioso, benefico, per pura vanità e che non fece altro che ingannare gli uomini per mezzo delle sue virtù. E io allora replicherò a questi teologi: "Signore Iddio dateci spesso dei furfanti come Antonino!" Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Mar Giu 10, 2014 9:12 am

    San Marcellino I

    Romano di nascita, funzionario imperiale, fu consacrato vescovo di Roma nel 296, ma le notizie su di lui si limitano agli ultimi due anni di pontificato, quando (303) un incendio devastò il palazzo imperiale; Galerio (cesare d'oriente) accusò i cristiani e Diocleziano fece torturare i servi del palazzo. Ma quando scoppiò un secondo incendio, l'imperatore si convinse che occorreva il "pugno di ferro" ed emanò un editto che imponeva la distruzione delle chiese e dei libri sacri e costrinse sua moglie e sua figlia (favorevoli al cristianesimo) a fare sacrifici alle divinità di Roma. Molti cristiani furono condannati come *incendiari* e dall'oriente la cattiva fama di questi ultimi si propagò in occidente. E' incerto come Marcellino si sia comportato; secondo i seguaci dell'eretico Donato si sarebbe arreso alle autorità, bruciando addirittura incenso alle divinità pagane. Agostino di Ippona (amico di Marcellino) definirà la notizia una calunnia, ma il suo nome manca in molte liste dei pontefici dell'antichità  e questo potrebbe far pensare che la sua figura non fosse stata fra le più limpide.
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    Messaggio Da Lemond Mer Giu 11, 2014 8:33 am

    Che cos'è la virtù? (II)

    Si dice che Marco Giunio Bruto, prima di uccidersi a Filippi, pronunciasse queste parole: "Oh virtù! Ho creduto che tu fossi qualcosa, ma invece non sei che un vano nome sulla terra!" E tutto questo perché aveva fatto tanta fatica, senza avere nessuna ricompensa! E' infatti proprio dell'uomo pensare che la virtù meriti un vantaggio. E invece la virtù deve essere amata per sé stessa, altrimenti tale non è! E infatti le c.d. virtù cardinali e teologali sono qualità che possono servire, ma soltanto se indirizzate verso il bene comune. Ad es. è forse una virtù aver fede o temperanza? Per la prima si può dire che l'alternativa è una: quel che credi ti sembra vero e in questo caso non hai nessun merito, o ti sembra falso e allora perché credi? Per la seconda, se la possiedi, meglio per te, ma non basta se la tua temperanza non ti porta ad essere anche benefico.
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    Messaggio Da Lemond Gio Giu 12, 2014 9:46 am

    Nera luce (parte ottava XXI)

    Fideismo
    Dove non giunge la ragione, può arrivare la fede; ad essa basta la certezza della non avvenuta dimostrazione della negazione, anche se poi come si fa ad avere la certezza della negazione di qualcosa?
    Nel nostro caso arriva uno che dà il Tu personalizzante all'oscuro Fondamento necessario, uno che adora e invoca intrepido sotto la raffica delle constatazioni che egli non veramente vede e non veramente sa. (Nota mia: ad es. l'oTTIMO ciclismo - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 14 Wink)
    Che possiede costui: fede o credenza?
    La ragione stenta ad identificarlo, perché la ragione non gli interdice di certo il passaggio, però non passa e non sa con certezza neppure chi è passato.
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    Messaggio Da Lemond Ven Giu 13, 2014 8:05 am

    Costantino (il fondatore del cristianesimo) I

    Dal 305 al 309 la sede di Roma restò vacante e piena di contrasti fra i fedeli, a causa dei numerosi apostati che volevano rientrare e per questo sorsero veri e propri tumulti che Massenzio soffocò nel sangue, ma non per un preciso orientamemento religioso (che non lo riguardava), ma proprio per il mantenimento della quiete pubblica. Nel 311 fu eletto Milziade, un prete africano e in quell'anno si verificò una svolta ai vertici dell'impero. Galerio, che reggeva l'oriente insieme a Massimino Daia, promulgò un editto di tolleranza nei confronti dei cristiani e Massenzio che non si interessò mai di religione, si attenne anche in occidente ad esso. Il 28 ottobre 312 si ebbe la battaglia di ponte Milvio fra, appunto, Massenzio e Costantino, con la famosa leggenda "In hoc signo vinces" Twisted Evil  alla quale qualcuno ancora crede!  Twisted Evil  Ma Costantino, chissà perché, diventa popolare fra i cristiani e lui, preso nell'ingranaggio, non può, ma soprattutto non vuole tirarsi indietro.
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    Messaggio Da Lemond Sab Giu 14, 2014 8:49 am

    Nera luce, parte Ottava (XXII)

    Minimalismo.
    Molti koan provengono dal voler innestare il dio-persona sul dio puro; per dirla con Kant: il modo con cui il teismo sottopone il deismo.
    Mentre il fideismo teista asserisce un massimo per via non razionale, la ragione potrebbe contentarsi di un supporto causale non contingente, senza caricarlo con troppa precisione né di un nome, né di attributi e soprattutto niente interazione con gli uomini.
    I principali difetti del minimalismo deista sono forse tre:
    a) lascia le cose nel vago e si limita ad affermare che deve esistere qualcosa come un assoluto causale, senza andare oltre
    b) afferma cose scarsamente o per nulla verificabili e rappresentabili
    c) afferma cose scarsamente interessanti.
    Cerco di chiarire il punto c.
    L'idea di un generico supporto causale dice poco su quel che possiamo sapere sul mondo e si distingue poco dalla negazione o inesistenza. E' soltanto quella cosa, con la quale o senza, tutto resta identico ed assomiglia invece moltissimo al nulla. Inoltre dal punto di vista morale, lascia il tempo che trova e allora non resta che scuotere la testa, neppure questa linea di pensiero ci sembra convincente.
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    Messaggio Da Lemond Dom Giu 15, 2014 10:37 am

    Costantino (il fondatore del cristianesimo) II


    Una prima occasione gli viene da Cartagine, dove il vescovo Ceciliano è accusato dai seguaci di Donato (uno dei primi puritani) di aver tradito la fede. Si verificano tumulti fra le opposte fazioni e Costantino sottopone la questione ai vescovi delle altre chiese. E', in pratica, la convocazione di un Concilio, che si svolge dal 2 al 4 ottobre del 313 "in domo Faustae in Laterano". Il Concilio si conclude con l'assoluzione di Ceciliano, ma i donatisti, una volta tornati in Africa fanno riprendere i tumulti di strada, intanto muore Milziade e nel 314 fu eletto vescovo di Roma San Silvestro, che fu il classico uomo di paglia di Costantino, il quale utilizzò lui e la chiesa per indirizzarla verso quello che lui riteneva dovesse essere il suo futuro. L'imperatore, da autentico uomo di Stato (ancorché criminale), si rese conto della forza che aveva assunto ormai il cristianesimo nella cultura del tempo e prese a sostituire gli ingranaggi dello Stato sotto l'influenza pagana in cristiana,  cercando di dare stabilità alla nuova dottrina religiosa. Questo lo portò ad assumere le funzioni di vescovo, giungendo ad essere addirittura considerato come tale e fu anche definito dai sudditi/credini *Isapostolo*, cioè pari agli apostoli. 
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    Messaggio Da Lemond Lun Giu 16, 2014 10:15 am

    Nera luce, parte Ottava (XXIII)

    L'unica risposta è l'Apofatismo.



    Non fideismo, perché non c'è affermazione del dio-persona dai molti attributi e non minimalismo perché non viene affermato neppure il dio-puro-fondamento. Non scetticismo, perché i poteri e i risultati della ragione vengono presi sul serio.
    E' una linea nel prolungamento dell'agnosticismo positivo: dio non si conosce e nemmeno si invoca: si frequenta. Col silenzio, con il puro ammotulimento.
    Apofatismo, come non nominare il Nome invano, come non poter dire nemmeno che dio è buono, come negare, fosse anche vero, tutto quello che viene detto. O meglio, invece che negare, lasciar cadere, scartare, non in quanto falso, ma perché vano, solo chiacchiera.
    Il sottoscritto vede nell'apofatismo probabilmente la più seria intersezione di ragione e fede. E' la "fidens quaerens intellectum e non inveniens." E' la fede che prende sul serio la ragione fino in fondo, fino ad accettarne anche i risultati problematici o negativi.
    Naturalmente non può non esserci nel silenzio apofatico, molto asserito, ma non capito. L'apofatico afferma più di quanto sa e sa più di quanto ammette di sapere. ciclismo - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 14 Cincin
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    Messaggio Da Lemond Mar Giu 17, 2014 10:12 am

    Costantino (il fondatore del cristianesimo) III


    In realtà Costantino si considerava superiore alla chiesa: vescovo dei vescovi, secondo una sua definizione e non considerò mai la religione cristiana nei suoi aspetti spirituali (nota mia, infatti non fu mai un credente), ma la impostò  sui motivi di interesse che riguardavano lo Stato. Così, per essa, ricorse all'assassinio, eliminando il collega Licinio e alcuni famigliari, come la seconda moglie Fausta e il figlio Crispo. Gli avvenimenti della vita di Costantino furono tali da annullare la personalità del vescovo ufficiale (San Silvestrio I), il primo papa riconosciuto anche dallo Stato e per non far apparire la verità, si costruì una leggenda che faceva apparire Silvestro un grande. Secondo siffatta creazione, Costantino sarebbe stato un persecutore di cristiani, ma poi, ammalatosi di lebbra, mandò a chiamare il papa che immerse per tre volte l'imperatore in una piscina, battezzandolo e mondandolo dalla lebbra. Costantino, per gratitudine, concesse la libertà di culto e fondò molte chiese. Questa storiella tendeva anche a smentire la realtà di Costantino battezzato solo in punto di morte addirittura da un ariano e di un Silvestro ben lontano dall'aver avuto peso nelle dispute politiche del tempo.
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    Messaggio Da Lemond Mer Giu 18, 2014 8:48 am

    Nera luce, parte Ottava (XXIV)

    Misticismo alfa-teo.
    In questo caso s'intende non negare dio, ma prescinderne (nota mia, Husserl direbbe: metterlo fra parentesi), intendendo l'alfa come, appunto, prescissivo. L'ateismo invece è speculare al teismo, è anch'esso un salto nel buio (nota mia, con però una maggiore probabilità che esista quel buio lì, rispetto all'altro  Very Happy ).
    L'ateismo sembra realizzare la radicalità del non-essere di dio meglio di ogni atteggiamento credente. Infatti dire che dio non è materia, energia etc. non compie atti e e non è nulla di cui si possa avere esperienza somiglia molto più a dire che dio-non-è, piuttosto che al suo contrario ed appunto l'ateo gli ricorda in modo corretto tutti il non-essere di dio.
    Sotto l'aspetto invece di formale, proposizionale negazione della verità dell'affermazione di dio, l'ateismo incontra le difficoltà già segnalate e quindi ... (segue)
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    Messaggio Da Lemond Gio Giu 19, 2014 8:59 am

    Costantino (il fondatore del cristianesimo) IV


    Questa leggenda non servì solo a render "grande" la figura di San Silvestro, ma divenne addirittura la base di uno dei più noti e falsi documenti medievali, il Constitutum Constantini . Esso fu redatto più di 400 anni dopo la morte dell'imperatore e la chiesa pretese di farlo risalire a una legge di Costantino il fondamento del proprio supremo potere, non solo religioso, ma anche civile. E appunto per questo che papa Innocenzo IV, nel 1248 (al tempo dei Guelfi e Ghibellini) si preoccupò di far immortalare la leggenda sulle pareti di una cappella della chiesa dei Ss. Quattro Coranati a Roma. Quei dipinti divennero un mezzo di propaganda, infatti la sceneggiata sulle pareti finisce con Costantino, in ginocchio, che consegna a San Silvesro la tiara imperiale, in segno di sottomissione al papa del potere civile su Roma, sull'Italia e l'occidente. Very Happy
    Questo, come abbiamo detto, è una leggenda, ma ha comunque condizionato non poco tanta storia d'Italie e d'Europa. La realtà, come abbiamo già accennato in precedenza, è ben diversa.
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    Messaggio Da Lemond Ven Giu 20, 2014 8:44 am

    Nera luce, parte Ottava (XXV)

    L'alfa-teismo si distanzia sia dall'ateismo che dal teismo fideistico; è la decisione di astenersi dalla speculazione su dio. Decisione motivata essenzialmente nei due modi già presentati dal Buddha contro i brahmani:
    1) essi non sono d'accordo gli uni con gli altri e sono ben lontani da arriivare a risultati conclusivi
    2) essi "nulla secondo realtà realizzano".
    La prima motivazione (logico-ontoligica) abbiamo già visto, sta alla base dell'agnosticismo positivo e dell'apofatismo, la seconda è molto più peculiare del buddismo e parte dall'esigenza di non buttare via insieme all'acqua sporca (teismo) anche il bambino (mistica). Insomma occorre conservare quest'ultima, appunto come mistica laica e, a questo riguardo illustrerò tre varianti di mistica alfatea in ordine di religiosità decrescente. (segue)
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    Messaggio Da Lemond Sab Giu 21, 2014 9:03 am

    Costantino (il fondatore del cristianesimo) V


    San Silvestro era già vescovo di Roma il 1° agosto del 314, quando Costantino, di fronte ai tumulti provocati dai donatisti in Africa, convoca di sua iniziativa un grande concilio a Arles (in Gallia) ; vi partecipano vescovi di opposte tendenze, ma non Silvestro. Il concilio condanna Donato e fissa alcuni punti di disciplina ecclesiastica e solo dopo queste decisioni (ispirate dalla Spirito Santo) Costantino informa Silvestro dell'accaduto, affinché quest'ultimo le faccia conoscere a tutti i fedeli. Dipoi l'imperatore prosegue per la sua strada di cristianizzazione dello Stato con una serie di decreti; fra gli altri, quello per cui il solo tribunale ecclesiastico risulta competente per le questioni di fede, cosicché le sentenze emesse dai vescovi diventano esecutive al pari di quelle dei tribunali statali. Il clero cristiano viene esentato da tutti i servizi civili e la domenica diventa, dal 321, giorno festivo riconosciuto dallo Stato. Numerose furono le donazioni e le costruzioni di nuove chiese, ma la cosa più divertente riguarda la fondazione della Basilica di S.Croce in Gerusalemme, attribuita alla madre di Costantino (fatta naturalmente Santa da suo figlio Very Happy ) Elena dove ella avrebbe deposto un pezzo della vera croce, da lei stessa trovato in un viaggio in Terrasanta. 


    P.S. qualcuno ha calcolato che con tutti i pezzi della *vera croce* ritrovati nel tempo di croci vere se ne sarebbero costruite un centinaio!  Twisted Evil  bounce  Twisted Evil 
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    Messaggio Da Lemond Dom Giu 22, 2014 8:32 am

    Nera luce, parte Ottava (XXVI)

    La prima mistica alfatea è il buddismo: del dio della speculazione non abbiamo alcuna esperienza diretta, mentre possiamo lavorare sugli stati della nostra mente in vista di una illuminazione che porti con sé l'evidenza del proprio senso.
    La seconda variante ha a che fare con l'idea di vocazione (confronta il dio-Tu) e quindi vivere secondo vocazione, prescindendo dall'intellegibilità e dalla stessa affermabilità di dio sul piano ontologico.
    La terza variante è semplicemnete il risveglio all'essere, cioè la realizzazione intensiva di ciò che è. Che il mondo è, questo è il mistico e proprio questa radicale meraviglia dell'esserci qualcosa, piuttosto che il nulla, irradia stupore e, se meditato, trasforma l'animo umano.
    Realizzare il mondo è una mistica laica poco frequentata, ma non per questo perdente, (anzi!) nel confronto con le mistiche religiose. ciclismo - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 14 Smile
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    Messaggio Da Lemond Lun Giu 23, 2014 8:48 am

    Quando Costantino si ritrovò imperatore unico, proseguì anche in Oriente l'opera di cristianizzazione, ma trovò questa zona dell'impero minacciata dalle turbolenze ariane. Ario, un prete della Chiesa di Alessandria, negava la divinità di Gesù (monofisita) e tra i suoi difensori si segnalorono i vescovi di Nicomedia e Cesarea (ambedue di nome Eusebio). Costantino inviò in Oriente un suo consigliere (Osio, vescovo di Cordoba) per valutare la situazione e trovare un accordo. Ma il tentativo fallì e allora decise di convocare un concilio universale a Nicea (in Bitinia), il primo concilio ecumenico della storia. Eusebio commenta con ammirazione quest'opera di Costantino e anche questo fu un altro momento in cui la personalità dell'imperatore oscurò il debole San Silvestro. Nel maggio del 325 trecento vescovi erano riuniti a Nicea e Costantino, naturalmente, fu il presidente onorario di tale consesso, mentre il Presidente formale fu Osio, mentre San Silvestro era rimasto a Roma, a causa della sua tarda età. Gli ariani furono condannati e si formulò il famoso simbolo niceno: il *Credo* che segna l'inizio della religione cattolica, come oggi la conosciamo. Ma la questione, per l'Oriente, non finì lì, perché gli ariani non si dettero per vinti e l'ovvia ignoranza di Costantino in fatto di questioni teologiche, doveva avere, prima o poi, le sue conseguenze.
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    Messaggio Da Lemond Mar Giu 24, 2014 9:07 am

    Nera luce, parte Ottava (XXVII)

    Proprio la natura del problema dio convoglia l'attenzione su una classe di oggetti molto particolare: quella dei modi in cui stanno la cose a proposito dei grandi indecidibili. Si tratta di rendersi dunque conto che per ogni cosa reale c'è il modo esatto in cui sta, proprio quello fino all'ultimo dettaglio. E questo modo è unico e completamente determinato. Per l'universo reale c'è il modo del suo inizio, il suo rapporto con lo spazio, la sua immancabile evoluzione futura, e la sua fine (o non fine); c'è.
    Propongo di denominare "i Ciò" questi modi in cui questi stati di cose ignoti, ma reali, e di includerli nella mistica realizzante accanto agli oggetti noti e indubitabili, come un filo d'erba, a cominciare dal "Ciò-dio" che può essere la sua inesistenza o no, un'essenza o una diversa essenza. Siccome la mistica è realismo, non ci rimane che un atteggiamento prescissivo, ma non rinunciatario de "i Ciò". ciclismo - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 14 Cincin

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