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    Messaggio Da Lemond Ven Nov 15, 2013 5:10 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Ho letto che Nino ha una notevole passione per la Commedia (come la mia amica Baccella, anche lei scrittrice) e allora gli propongo questo http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/testimoni-del-tempo-lezioni-sulla-divina-commedia-1-puntata/22082/default.aspx
    A me queste puntate sono piaciute molto, spero anche a qualcun altro.


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    Messaggio Da Lemond Ven Feb 14, 2014 8:13 am

    Nera luce, parte Quarta (II)

    Critiche in termini di princìpi generali del diritto all'inferno cattolico

    a) Peccato originale: è antigiuridico; la responsabilità penale riguarda i comportamenti, non i modi di essere, ed è personale. Punire con l'inferno gli esseri umani in quanto tali, perché discendenti da un criminale antichissimo, vìola il principio per cui nessuno risponde per fatto altrui. Nel caso di neonati e dei bambini, c'è anche il difetto di capacità. E' quindi antigiuridico anche il sacramento del battesimo degli infanti.
    Inoltre nessun autentico reato può essere tolto versando acqua sulla testa del reo e pronunciando formule liberatorie; occorrerebbe o un risarcimento, o un pena o un ravvedimento operoso

    b) Peccato di non cattolicesimo: una comunità (il paradiso) che discriminasse tra i cittadini in base alla religione, sarebbe antigiuridica sotto più profili e punirlo con l'inferno è antigiuridico per violazione del principio di proporzionalità della pena, rispetto al reato.

    c) Peccati attuali: di comportamento e di opinione, nessuno degli atti elencati dai papi oggettivamente meritevoli dell'inferno, è colpito da una qualsiasi pena negli ordinamenti contemporanei. L'adulterio, la prostituzione, l'omosessualità sono stati anche gravemente puniti in passato, a causa anche dell'enorme influenza della chiesa. In ogni caso la pena dell'inferno costituisce una violazione macroscopica del principio di proporzionalità. Il danno che si può causare a qualunque numero di soggetti è necessariamente finito (anche quello derivato dagli atti di Stalin e Hitler), irrogargli l'inferno "ignis" equivale a causare infiniti danni di atroce sofferenza umana.
    L'inferno è ... anche sotto il profilo della natura della pena; nemmeno per i reati più gravi sarebbe consentito dal diritto umanitario moderno il ricorrere al tormento prolungato del fuoco, previsto da Gesù in numerosi passi evangelici, per esempio Matteo 25 "Andate maledetti nel fuoco eterno".
    L'I. è antigiuridico anche perché totalmente privo di effetti rieducanti ed infatti la definitività, ribadita dogmaticamente con l'esclusione dell'apocatàstasi, impedisce per sempre lo sviluppo della persona.
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    Messaggio Da Lemond Dom Feb 16, 2014 8:17 am

    Sacro, significa separato ciò che l'uomo ha sempre cercato di tenere lontano appunto, perché altro non è che l'insieme dei suoi timori ancestrali che possono, se lasciati liberi, scatenare la follia. A conoscere simile angoscia erano le religioni che riuscivano a circoscrivere l'area del sacro e così la rendevano al contempo separata, ma accessibiule attraverso il rito. In questo modo l'uomo si è sentito, per un certo tempo rassicurato. Ma poi "Dio è morto" e l'uomo è stato lasciato da solo, come individuo e ora sente quella sua angoscia/follia come non più interpretabile e questo è il concetto di fondo da cui parte il buddismo: cercare di controllare la propria angoscia. Che "Dio è morto" è un fatto riscontrabile tutti i giorni, perché ormai la religione è venuta a patti con il laicismo e infatti si interessa delle stesse cose: morale sessuale, divorzio, testamento biologico, fecondazione, scuola privata etc. confessando così la propria impotenza di fronte alla notte del sacro e lasciando l'uomo con il terrore della solitudine e dell'irreperibilità di una traccia di senso.
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    Messaggio Da Lemond Dom Feb 16, 2014 8:39 am

    Giuseppe

    La storia, se la si considera come una curiosità letteraria, è uno dei monumenti più preziosi dell'antichità: è più commovente dell'Odissea, perché un eroe che perdona è più ... di uno che si vendica. Smile Certo si richiama a talmente tante altre favole che è difficile sapere quele sia stata la prima, ma negli antichi narratori arabi c'è un particolare sull'avventura di Giuseppe con la moglie di Putifarre, che è assai ingegnoso. Si suppone che Putifarre sia incerto fra le parole di sua moglie e quelle di Giuseppe e non consideri il mantello come una prova della colpevolezza del giovane. C'era un bambino quando la moglie aveva strappato il mantello e Putifarre consultò quel fanciullo e ne ebbe questa risposta: "Guardate se il mantello è strappato  sul davanti o sul di dietro, perché nel secondo caso, significa che vostra moglie inseguiva Giuseppe". E il Corano prosegue, dicendo che in questo modo Putifarre accertò l'innocenza di Giuseppe. Secondo il Genesi, però fu incarcerato ed è lì che interpreta i sogni dello scalco (che rientrerà in grazia) e del fornaio (che sarà impiccato) e poi ...
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    Messaggio Da Lemond Dom Feb 16, 2014 9:59 am

    Nera luce, parte quarte (III)

    Critica in termini di folosofia della giustizia



    I princìpi generali del diritto contemporaneo contengono, incorporata, una filosofia della giustizia, come giustizia dei diritti umani che è parte integrante di ciò che si può chiamare diritto naturale irrinunciabile.
    L'argomento apologetico che è infinita l'offesa, perché è infinito l'offeso, cioè dio, porterebbe a considerare mortale ogni peccato, inoltre l'argomento sembra presupporre che un dio infinito sia anche infinitamente suscettibile, alla maniera dell'uomo d'onore mafioso, ma si potrebbe anche opinare il contrario e cioè può considerare trascurabili le offese degli esseri finiti. In altre parole, più uno è grande e meno se la prende. 
    Si potrebbe anche dire che merita una pena infinita solo l'atto che reca un danno infinito e che dio subisca un danno simile ci sembra impossibile, perché se così fosse, non svolgerebbe più la funzione per cui è stato pensato.
    E' ingiusto (nel senso di asimmetrico) che il paradiso, come affermano tutte le teologie cristiane, non possa essere meritato per giustizia, ma possa solo essere erogato per grazia, mentre l'inferno è meritato per giustizia. Quindi o anche l'inferno viene erogato sovrannaturalmente, come una spaventosa "grazia nera", oppure anche il paradiso deve essere meritato "tertium non datur".
    La giustizia cristiana viene presentata come quella di un padre, ma che padre è quello che esclude per sempre la riconciliazione? che infligge al figlio un male così totale, definitivo e irreparabile. Forse è il tipico padre-padrone?
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    Messaggio Da Lemond Lun Feb 17, 2014 8:46 am

    Arte e religione

    Il vincolo è così stretto che difficilmente avremmo avuto una sviluppo della prima, in Occidente, senza il Concilio di Nicea, dove fu sconfitta l'iconoclastia e approvato  il culto delle immagini, in base al principo che il cristianesimo è religione dell'immagine in quanto dio si è mostrato agli uomini. Su questo argomento, ha scritto  un saggio il teologo Pier Angelo Sequeri "L'estro di Dio". La tesi è che la religione non può affidarsi alla sola ragione, che non la porta da nessuna parte, ma che invece la sua unica speranza è l'antica pratica cerimoniale che aveva il pregio di tentare di essere all'altezza della grandezza di Dio. Oggi invece quei pochi che vanno in chiesa assistono soltanto al basso profilo della devozione, priva di bellezza e splendore e i fedeli sono costretti ad alimentarsi con gli stessi ingredienti di cui un tempo erano pervasi i raduni fascisti: rassegnazione al dovere ed estetismo d'accatto. Sad Arrivare invece a "sentire" lo Spirito all'opera, mentre dà vita, è l'esperienza che il teologo indica come il vertice dell'estetica nella sua forma propriamente cristiana. Ma tutto ciò, in molti casi (se non tutti) ha abbandonato i luoghi di Dio.
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    Messaggio Da Lemond Lun Feb 17, 2014 9:06 am

    Giuseppe II

    Due anni dopo anche il Faraone ebbe il sogno famoso delle vacche e il suo scalco gli disse che conosceva un giovane ebreo che, secondo lui, era il miglior indovino del mondo e, ognun sa che Giuseppe divenne il primo ministro egizio e ebbe anche in moglie una figlia di Putifarre. Giunse la carestia e Giuseppe obbligò tutto il popolo a vendere le proprie terre al Faraone, cosicché tutta la nazione si fece schiava per avere del grano e questa sarebbe l'origine del potere assoluto. Bisogna credere che, se mai un re aveva fatto un affare così buono, il popolo invece non aveva buoni motivi di essere grato al primo ministro. Wink Anche i parenti di Giuseppe ebbero bisogno di grano e la favola ci dice come il Nostro li perdonò e li fece ricchi (altro che Odisseo Very Happy). Ultima nota interessante, per chi sa leggere, è la risposta di Giacobbe (padre di Giuseppe) al Faraone che gli aveva chiesto la sua età. "Ho centotrent'anni e non ho ancora avuto una giornata felice in questo breve tragitto". Sad
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    Messaggio Da Lemond Lun Feb 17, 2014 9:19 am

    Nera luce, parte quarta (IV)


    Dire che dio è padre potrebbe significare che la sua giustizia è pedagogica, ma che tipo di maestro è quello che di fronte all'errore del figlio o dell'allievo, lo chiude a chiave in una stanza buia per tutta la vita? Ma se il fallimento pedagogico può essere accettabile (forse) per la pena umana (che fra l'altro deve farsi carico anche di altre finalità, ad es. la difesa sociale), non è invece accettabile *MAI* per una pena divina, cioè del pedagogo supremamente efficace! Essa non può avere altro significato che o la retribuzione/espiazione giusta (nel senso di proporzionata) o la conversione/purificazione del punito. L'eventuale fallimento pedagogico di dio da un lato stupisce e dall'altro lascia sussistere sola e nuda la funzione afflittiva smisurata. Punire è raramente la reazione pedagogica più creativa; punire ingiustamente non lo è *MAI*. Punire con la morte eterna bambini non imputabili, punirli a morte per il solo fatto di essere nati mi sembra il più grande assurdo giuridico e pedagogico logicamente pensabile.  capa sul muro 
    Il fallimento pedagocico si traduce anche profondamente in quello etico, perché il solo successo propriamente etico è la conversione del cuore, la "metanoia", infliggere la sofferenza ad un cattivo che resta tale è forse un successo giuridico, ma resta un insuccesso etico.
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    Messaggio Da Lemond Mar Feb 18, 2014 8:20 am

    Religione e ricerca di senso da soli

    Non so se la religione riesca laddove fallisce (et pour cause) il mondo, anche se mi sembrerebbe strano, dato che il cattolicesimo, nelle espressioni del magistero ecclesiastico, si occupa sempre meno del sacro e sempre più di etica pubblica e privata, riducendolo così ad una sorta di agenzia morale alla quale, però, neppure quelli che andavano alle adunate del boy(a) si attenevano!  Twisted Evil In questo scenario c'è chi invoca giustamente (dal proprio punto di vista) il "risveglio della spiritualità" che porti a risposte religiose a sfondo mistico, un senso che sia diverso, insomma, da quello che la tecnica capitalistica "no-global" ci impone. Oggi sembra che la solitudine sia così abissale da non poter essere raggiunta da nessuna altra voce umana e allora qualcuno prova a cercare un dialogo con il sovrumano. Ma Dio e gli uomini non sono destinati ad intendersi e allora rimane solo il silenzio dentro di sé e, a partire da esso, che non è atto di fede, ma solo di riconoscimento della propria afasia si riesce a capire, senza certamente approvarlo o comprenderlo, il riscorso ad es. a certe forme di clausura.
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    Messaggio Da Lemond Mar Feb 18, 2014 8:35 am

    Terra promessa

    Dio aveva detto ad Abramo "Io vi darò tutto quel paese, da fiume Egitto, fino all'Eufrate", ma ahimè, poveri ebrei, voi non avete mai avuto quelle fertili (allora) piagge e non vi resta che rassegnarvi al fatto che Iddio vi ha preso in giro!  Evil or Very Mad Promettere è un po' diverso dal mantenere e Federico II, vedendo la Palestina, disse pubblicamente che Mosè era stato un bel tonto a portarci la sua gente. Perché secondo lui, e per chiunque abbia occhi, più che di una terra promessa, si tratta di una una terra desolata.  Mad
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    Messaggio Da Lemond Mar Feb 18, 2014 8:44 am

    Nera luce, parte Quarta (V)

    Oltre che etico, il fallimento è interpersonale. Per definizione il dannato è un non-riconciliato con gli altri e soprattutto con quelli che sono state le sue vittime, durante la vita terrena e il dio dell'inferno organizza e si fa vanto addirittura di tutto ciò, infatti spiega Abramo (dal cielo): " E' stato fissato un gran baratro (inamovibile) in modo che quelli che vorrebbero venirvi non possano." (Luca 16,26). Ogni progresso di comprensione reciproca e di perdono è volutamente impedito.
    Si dirà che questo non concerne la giustizia, ma almeno a proposito della giustizia umana comincia a farsi strada anche nei tribunali, oltre che fra i filosofi del diritto, l'idea che l'accordo fra le parti possa estinguere, anche per reati importanti, l'azione penale (nota mia: monito per quelli che sostengono l'obbligatorietà della stessa) e soprattutto che la mediazione fra l'offensore e la vittima sia comunque un bene.
    [nota mia, (per i giustizialisti): la mediazione è opportuna, secondo i teorici, quando tende alla risoluzione dei conflitti, non al contrario, quando le vittime dopo anni non vogliono nessuna clemenza da parte dello Stato.]
    Il dio dell'inferno (come dIPIETRO  Twisted Evil ) è l'avversario supremo della comunicazione, della riconciliazione, della mediazione, del perdono, della pace e dunque di una giustizia più alta (di quella meramente retributiva) che cerca l'inflizione di dolore e la sodisfazione della richiesta di vendetta come "extrema ratio" ed assume invece quelle ... finalità.
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    Messaggio Da Lemond Mer Feb 19, 2014 8:42 am

    C'è stato un tempo in cui la scimmia è discesa dagli alberi è si è messa a dominare il mondo, ma ha anche scoperto di non poter vivere sensa conferire alla propria vita un senso. Si è anche resa conto di dover morire e questo gli procurava angoscia, perché rischiava di vanificare proprio quel senso che aveva costruito nei millenni.  Sad A far uscire l'uomo dalla tragedia c'è voluto il cristianesimo che è riuscito a vincere la scommessa contro la morte, promettendo ai credini l'immortalità di una parte del sé, anche se non si sa che cosa sia di preciso quando allude alla resurrezione dei corpi.  confused 
    (A questo proposito L.L.V. ha scritto un articolo l'anno scorso, in cui si parla anche dell'addio fra l'ultima scimmia che non avrà l'iimortalità e suo figlio invece (il primo uomo) che avrà diritto al "corpo glorioso".  Twisted Evil )
    In questo modo il tragico veniva espulso dalla condizione umana e al suo posto subentrava la speranza della fede che assicurava che il senso della vita umana era ben custodita dal nostro salvatore. Wink
    Restava il dolore, ma come quasi tutti sanno, l'infame Anjëzë Gonxhe Bojaxhiu (insieme e tutti i teologi) vedeva in esso il modo di aiutare l'uomo a rispondere al male, portato sulla terra da Satana e chi più provava dolore doveva vedere in ciò solo l'amore di Dio. E infatti un malato terminale, curato con aspirina dall'albanese, le rispose: "Sarebbe meglio se codesto dio mi amasse un po' di meno"  capa sul muro 
    D'altra parte c'è la storia del peccato originale e quindi l'uomo deve portarsi dietro, oltre al dolore e al male, anche il senso di colpa, ma che vuol dire, tanto si sa che il cristianesimo è la religione dell'amore.  angel-emoticon
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    Messaggio Da Lemond Mer Feb 19, 2014 9:12 am

    Costantino vs Giuliano

    Questi due imperatori sono trattati dai cristiani come fossero temi di fede: santo il primo, che ha fatto trucidare l'intiera sua famiglia, demonio l'altro, perché si rifiutava di credere nel dio vero.  confused  Anche se nemmeno Costantino era credente, ma la religione monoteistica gli faceva comodo e cercò in tutti i modi di favorirla. Il Nostro aveva buoni P.R. con sé e infatti è notoria la storiella propagandata che Iddio gli aveva mandato un segno per sconfiggere Massenzio, in conseguenza di ciò fu poi ... canonizzato.  Twisted Evil Giuliano era invece un uomo casto, sobrio, disinteressato, valoroso e clemente e per compenso fu ritenuto per secoli un mostro e definito *l'apostata* ossia *il rinnegato*. Oggi possaimo comprendere come Giuliano fosse nel giusto a non veder bene una setta che aveva trucidato tutta la sua famiglia e anzi possiamo solo lodarlo perché rinunciò alla vendetta, non perseguitando mai i cristiani, come invece essi avevano fatto e faranno in seguito con i pagani. Purtroppo pochi sono gli uomini e gli storici che osano dire la verità e fra questi posso citare Libanio che commemorò il valoroso e clemente Giuliano, davanti al massacratore dei Tessalonici: Teodosio.  chapeau
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    Messaggio Da Lemond Mer Feb 19, 2014 9:22 am

    Nera luce, parte Quarta (VI)

    Oltre che per tutti i motivi già detti, l'inferno è un fallimento eudaimonistico totale (L'eudemonismo è una dottrina morale che identifica il bene con la felicità. Il nome deriva dal termine greco eudaimonia, che letteralmente vuol dire "essere con un buon (eu) demone (daimon)", intendendo quest'ultima parola, non nel significato negativo che ha oggi ma, nel senso di genio, spirito guida).
    La giustizia di dio è presentata come parte integrante della beatitudine sua e degli eletti; ciò significa che le pene dei dannati, in quanto giuste, sono ornamento essenziale del paradiso: contribuiscono a rendere più beati i beati.
    La mia opinione, invece, soggettiva evidentemente, ma basata sull'umanità, è che la malvagità, la solitudine, la tortura, anche di un solo condannato, non può non guastare la festa di un paradiso degno di questo nome, che dovrebbe essere un'unione di spiriti compassionevoli e non un club di aristocratici della virtù (qualcuno direbbe dei valori) o di borghesi della giustizia farisaica o di moralisti del risentimento, deliziati dal poter finalmente assistere all'inflizione di crudeltà con buona coscienza.
    Tutti i dannati umani hanno una mamma e può ella godersi la sua beatitudine al cospetto della dannazione del figlio, ancorché meritata?
    In linea generale si può presumere che tutti i beati abbiano un "cuore" empatico come una mamma.
    Pertanto il fallimento eudaimonistico implicherebbe nei beati anche quello retributivo, non ottenendo essi il premio eterno della felicità in quanto la sofferenza infernale si sarebbe propagata, per osmosi, al paradiso.
    In conclusione si può dire che il modello diceologico proposto è inaccettabile, però i cattolici devono sapere che questo modello è intieramente formato da enunciati dottrinali solenni di papi e di concilii ecumenici, approvati dai papi. Ne segue, a rigore, l'inaccettabilità della tesi cattolica dell'autorevolezza degli enunciati dei papi in materia di fede.
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    Messaggio Da Lemond Gio Feb 20, 2014 7:45 am

    E dio maledisse Adamo :"..." Di fronte al dolore e al male che l'uomo ha intorno e che non può giustificare con un Dio buono e misericordioso, l'umanità ha sempre pensato di essere *decaduta*. Dal paradiso terrestre, dall'età dell'oro etc. Solo nella tradizione giudaico-cristiana questa caduta è associata ad una colpa che chiede redenzione e quindi, in questo modo, si pensa di aver ottenuto la "quadratura del cerchio" perché il dolore è insieme colpa e riscatto.  Rolling Eyes  Per le culture più ragionevoli il dolore non è invece conseguenza di ciò, bensì uno degli aspetti dell'esistenza, della quale bisogna accogliere limiti, imperfezioni e caducità. Per imparare a vivere in modo saggio occorrena rendersi conto che la vita individuale si espande e poi si contrae, il tutto in funzione della sopravvivenza della specie, perché questa è la condizione del mortale, che nessuna favoletta mitica o religiosa può modificare. La storia poi di Adamo, ripresa da miti precedenti, è la dimostrazione (se occorresse) della mentalità degli uomini di allora, ove la colpa si tramandava di padre in figlio e ormai non può più servire a giustificazione alcuna e quindi il Genesi dovrebbe essere tolto dalle religioni intelligenti (se ce ne fossero). Rolling Eyes Nell'attesa, la gente pia e bigotta deve accontentarsi di questa "valle di lagrime" in attesa della vita vera (quella celeste) e quindi lorsignori non solo devono sopprtare, ma addirittura amare il dolore. ;)Chi gode la vita invece non può amare il dolore, ma tutto ciò che può contribuire a migliorarla, anche se ci vuole misura in questo, perché, senza limite, ogni virtù degenera. Non c'è virtù senza lotta contro lo stato di bisogno e talvolta "versus" la sorte se è infausta. Per cui la virtù è la capacità di dominare il caso e di imprimere agli accadimenti una svolta positiva. ;)L'uomo deve restare in tensione, conscio dei suoi limiti, come dice Dante, per generare (riprendendo il mito di Odisseo) virtù e conoscenza. Wink
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    Messaggio Da Lemond Gio Feb 20, 2014 8:10 am

    Giusto e Ingiusto

    E' chiaro a quasi tutti gli uomini (ma le eccezioni sono numerose) che far del bene è meglio che maltrattare il prossimo, anche e soprattutto perché è più facile ricevere aiuto da chi hai in passato beneficiato che ... Però il bene e il male sono spesso vicini e le nostre passioni ci "aiutano" a confondere ancor più i limiti e allora chi ci aiuterà? Tutti quelli che hanno scritto sui nostri doveri in tutti i paesi del mondo ci hanno consigliato bene se e quando hanno seguito la ragione. Socrate, Epicuro, Confucio, Cicerone, Antonino il pio e Amurat II hanno, più o meno, seguito la stessa morale e non i dogmi che, dell'etica, sono solo la brutta copia. Evil or Very Mad Per i cristiani va detto "en passant" che Gesù non ha mai insegnato questi ultimi, ma tant'è tutti sanno che lui non c'entra niente con il cristianesimo, che deve tutto, o quasi, all'opera di uno che cristiano non era.  Twisted Evil Per chiudere vi suggerisco una massima che vi dovrebbe sempre accompagnare: quando sei incerto se un'azione sia giusta o no, astieniti dal farla.  Wink
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    Messaggio Da Lemond Gio Feb 20, 2014 8:19 am

    Nera luce, parte Quarta (VII)

    Basta leggere e sottolineare Matteo o Luca per rendersi conto della terribilità degli enunciati di Gesù sull'inferno (nota mia: L.L.V. dà per scontata l'esistenza di Gesù e che quel che dicono gli evangelisti debba attribuirsi, appunto, a lui). I passi sono talmente numerosi, fondamentali e differenziati da escludere che l'inferno sia un'invenzione successiva delle comunità cristiane. La mente di Gesù sembra completamente dominata dalla visione che alla fine del tempo una parte consistente dell'umanità sarà respinta da dio nelle tenebre, nello stridore di denti, nel fuoco eterno. La chiesa romana in questo caso non è stata infedele al vangelo con il sancire e ribadire, sino al catechismo del 1992, l'immediatezza e l'irremediabilità per sempre della dannazione, contro la dottrina dell'apocatàstasi.
    Gesù non sa niente del peccato originale ereditario di tipo agostiniano (nota mia, anche perché è precedente al vescovo di Ippona), ma con il peccato degli adulti è terribile. Se quella di Agostino e dei papi è la più spaventosa "novella" mai annunciata da una qualunque religione del mondo sulla condizione umana, quella di Gesù la segue a non troppa distanza (nota mia, con buona pace di quelli che pensano a Gesù come all'icona di ogni ... angel-emoticon  ).
    Va detto però che Gesù, preso come un tutto, è ben più simpatico del cattolicesimo, tuttavia esiste, senza dubbio (nota mia, con i soliti limiti)
    un nazareno difficilmente accettabile, che viene infatti accantonato e riformulato di certi credenti, motivati a cercare nel cristianesimo stesso la critica ai cristianesimi.
    In questa sede preferisco lasciare aperta la questione, però se, per edificare il Gesù che si vuole, si sceglie "fior da fiore", sembra piuttosto ovvio che il Gesù che ne esce non è quello dei vangeli, ma un altro.
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    Messaggio Da Lemond Ven Feb 21, 2014 8:23 am

    Gesù "storico"  

    Da quello che si legge nelle copie delle copie delle trascrizioni delle traduzioni giunte fino a noi a tal Gesù è stato attribuito tanto, come il suo contrario, però, se c'è una cosa che appare piuttosto univoca è che lui (se fosse esistito e lasciato detto qualcosa ai suoi eventuali seguaci del romanzo) non si sarebbe mai presentato come figlio di dio e portatore di un linguaggio universale. Era solo un ebreo, venuto per liberare (non si sa come) il suo popolo. In una parola sola Gesù non c'entra NIENTE cn il cristianesimo, che era coacervo di pensieri sostenuti da sette divergenti, teorizzata dal primo al quarto secolo da diversi predicatori, fra cui Saulo di Tarso, Agostino di Ippona, Tertulliano e altri numerosissimi, ma che non sto a rammentare. Basterà dire che le divisioni nel cristianesimo dei primi secoli erano molte di più di quelle attuali (anche se non so quante sette esistono oggi nei soli S.U.A.). Solo l'intervento di non cristiano riuscì, con la forza, ad unificare ad UNO, quello che era disperso in numerosissimi rivoli (non so di preciso quanti sono in tutto i vangeli, ma di sicuro ognuno di essi trovava i suoi seguaci, che poi si dividevano a loro volta) e dal 327 furono poste le condizioni perché questa religione, così sincretica, potesse affermarsi.  Twisted Evil (segue)
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    Messaggio Da Lemond Ven Feb 21, 2014 8:58 am

    Leggi di vario tipo

    Quando la natura formò la nostra specie, diversa da tutti gli altri animali, per mancanza di istinto, ma con la capacità di combinare nel nostro cervello un maggior numero di idee di tutti gli altri messi insieme, ci spinse nel mondo e, con l'aiuto di Prometeo, ci "disse": "Cavatevela come potete!"  Very Happy 
    E noi facemmo le leggi, anche se non esiste un codice davvero buono in nessun paese del mondo ed il motivo è semplice: esse sonos state promulgate, man mano, secondo tempi, luoghi e necessità. Poiché i bisogni degli uomini cambiano più in fretta dei testi scritti o delle consuetudini tramandate, molte leggi sono destinate a diventare ridicole e qualcuno si ostina a seguire ancora quelle di molti secoli precedenti!  Evil or Very Mad Forse c'è un'eccezione a questo quasi assioma, perché il gioco degli scacchi ha visto comservare le proprie regole fino a noi, con sodisfazione universale.  Laughing Ma gli scacchi sono stati inventati per l'interesse dei singoli giocatori, invece la maggior parte delle leggi (religiose e no) sono state stabilite, più che altro, a vantaggio dell'istituzione, perché, come diceva Napoleone, se dio è ininfluente e ne possiamo tranquillamente fare a meno, della religione invece no e quanto più essa è cogente nei propri decreti, più il potere ha modo di avvantaggiarsene.  Idea
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    Messaggio Da Lemond Ven Feb 21, 2014 9:06 am

    Nera luce, parte Quarta (VIII)

    Via di uscite ermeneutiche?


    Si conoscono le virtù ermeneutiche dei teologi. L'interpretazione di testi rivelati o comunque autoritativi avvicina teologi e giuristi, perché entrambi devono trovare risposte a tutto, traendolo da un "corpus" preesistente e limitato, che invece viene postulato potenzialmente completo. Sono costretti entrambi (quindi libri - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 7 Wink) a straordinarie acrobazie.
    La mia scarsa frequentazione dei teologi cattolici ha dato finora risultati sorprendenti.
    (nota mia: nel libro ce ne sono molti, ma io riporto un esempio per tutti ).
    La condanna della proposizione 33 di Lutero, diventa, "correttamente interpretata", che ha ragione Lutero. libri - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 7 Bigsmile.
    Oserei dire che forse tutti gli enunciati magisteriali, se "correttamente interpretati" significano il loro contario. libri - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 7 Diavoletto
    Lo sconcertante risultato ermeneutico vale per molti enunciati solenni dei papi anche fuori del campo diceologico e l'ipotesi di spiegazione più verosimile è che nel "corpus" rivelato ci sono talmente tanti elementi contradditorii da ...
    Il prezzo da pagare per la soluzione acrobazie ermeneutiche è però il dover ammettere che l'interprete la sa più lunga dell'autore sacro e gli spiega cosa egli (autore sacro) veramente pensa libri - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 7 Diavolettolibri - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 7 Bigsmilelibri - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 7 Diavoletto
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    Messaggio Da Lemond Sab Feb 22, 2014 8:11 am

    Gesù "storico" (II)

    Come insegna Nietzsche il valore di un'idea religiosa non deve essere giudicato in base al solo criterio del vero o del falso, ma prima di tutto a partire dagli effetti di realtà che produce, dalla coltura che diffonde e dalla storia che crea. E non c'è dubbio che la "menzogna globale" di Costantino abbia creato la storia dell'occidente, come quella altrettanto assurda di Mohamed il mondo islamico. E questo perché la loro idea del mondo presente e futuro corrispondeva a quello che gli uomini di allora volevano avere e che per secoli sarebbe rimasta tale. Da questo punto di vista, sapere che Gesù non è esistito veramente è di scarso interesse, perché il messaggio e l'icona costruita su di lui sono diventate quasi universali e la sua presunta parola (piena di contraddizioni) viene presa da milioni persone come ... vangelo.  Twisted Evil  Twisted Evil  Twisted Evil 
    Intuizioni del momento storico e condizioni storiche: queste sono le vere origini di ogni religione, il resto viene da sè grazie all' "homo sapiens", che di "sapiens ha però veramente poco.  Sad
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    Messaggio Da Lemond Sab Feb 22, 2014 8:24 am

    L'inferno agostiniano-romano, che ha terrorizzato l'occidente e che volentieri si espanderebbe al mondo intiero, appare, per la consapevolezza diceologica evoluta, una specie di "monstrum", cioè l'ingiustizia infinita! libri - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 7 Mad
    Da qui, i tentativi di riformularlo o attraverso le "acrobazie" interpretative, o liberamente, senza quasi più curarsi degli enunciati evangelici e magisteriali. Questa seconda è la tipica soluzione dei "filosofi cattolici".
    Possiamo considerare le teorie esistenzialistiche degli avvocati di dio, che addirittura capovolgono il modello A-R (agostiniano-romano): non è più dio a respingere lungi da sé, ma è l'uomo stesso, contro la volontà amorosa di dio (resa impotente dal rispetto per la libertà), ad autodannarsi.
    Ciò non può che abolire, ovviamente, la dannazione dei bambini non battezzati e rende impossibile tenere in piedi la casistica dei peccati mortali, codificata dai papi. Perché per auto-dannarsi occorre qualcosa di grave, come una "opzione fondamentale" contro dio. Ma per scegliere questa "opzione" si deve essere in piena conoscenza di causa, ossia nella piena luce della verità e questo avverrà solo dopo la morte, in presenza della luce-dio.
    Invece nella condizione corporea-vitale è ontologicamente impossibile ad un soggetto compiere un atto definitivo; può sempre cambiare sia in male (vedere la dottrina per cui nessun santo è "confermato in grazia") [nota mia: non conosco che significhi questa dottrina, se qualcuno sapesse spiegarmelo, sarei grato], sia in bene (vedere il buon ladrone sul Calvario).
    In conclusione si può dire che l'uomo può compiere un simile atto a condizione di essere un puro spirito, esistente tutto in una volta ("totus simul") in un unico atteggiamento che viene fissato per sempre dal "flash" dell'eternità. L'uomo, così indurito, assume questo atteggiamento sotto lo sguardo costernato di dio, infinitamente buono, ma incapace di modificare la nuova ontologia eternale, simile ormai a quella dell'angelo-demonio. libri - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 7 Muro
    Riporterò alcune critiche di L.L.V. a questo modello nella prossima puntata, per oggi mi sembra ci sia abbastanza per riflettere libri - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 7 Cincin

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    Messaggio Da Lemond Dom Feb 23, 2014 9:15 am

    La morte di Dio

    "Dove se ne è andato Dio? Gridò l'uomo folle rivolto a molti di quelli che non  crerdevano. Ve lo voglio dire! L'abbiamo ucciso voi ed io, ma come abbiamo fatto?" F. Nietzsche.

    Dio è morto non nella teoria, ma solo per regioni pratiche, direi statistiche: l'uomo moderno (e quindi non islamico) si comporta prescindendo dalla sua esistenza. In ogni circostanza mondana si realizza quello che aveva teorizzato Occam (con il suo famoso rasoio) e infatti il nostro mondo si lascia comprendere senza ricorrere all'idea di Dio. Nel medioevo ciò non era possibile, perché nell'ipotesi non si sarebbe capito niente di quel mondo, che girava tutto intorno a Dio: la letteratura ad es. parlava di inferno, purgatorio e paradiso, l'arte era quasi esclusivamente *arte sacra* etc. Dio quindi "faceva il mondo". Oggi il nostro sarebbe incomprensibile se togliessimi il mercato o la tecnica, ma dio non è più necessario. Per questo motivo, al di là dei fuochi fatui che può evidenziare qualche occasione speciale, la religione occidentale si sta avviando verso la sua estinzione, perché attraverso le "conquiste" della scienza e della tecnica l'uomo può ottenere da sé quello che un tempo implorava da Dio.  Smile La tecnica ha soppresso in noi il tempo escatologico, cioè la previsione  che alla fine del mondo e solo allora si reralizzi quello che è stato annunciato, perché l'uomo oggi vede un fine come tale, e non un sogno, se i mezzi per conseguirlo sono disponibili oggi e non chissà quando. La religione muore, perché non ha più potere (al di là di quello che pensano i politici italiani) sulla nostra psiche. Resta l'interrogativo sul "senso della vita" e l'umanità vaga in mancanza di, ma senza la disponibilità ad affidarsi a quelle che già Eschilo chiamava "cieche speranze".  Shocked
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    Messaggio Da Lemond Dom Feb 23, 2014 9:28 am

    Lex ecclesiae

    Abbiamo rovato fra le carte di un giureconsulto una nota che meriterebbe di essere conosciuta e applicata dai legilaslatori nostrani: mai nessuna legge ecclesiastica dovrebbe aver vigore nel mondo civile. Atene e Roma non ebbero mai lotte religiose, le quali invece sono state proprie dei paesi diventati ... *barbari*.  Evil or Very Mad Che nessun prete, insomma, possa togliere mai a un cittadino la minima prerogativa, sotto pretesto che è un ... *pecccatore*.  Evil or Very Mad Che la chiesa paghi or dunque le imposte, come tutti, anziché fare da sanguisuga agli altri, appropriandosi dell'otto per mille e di altre amenità varie per un totale stimato in Italia di 10 miliardi di euro all'anno!!!  capa sul muro  capa sul muro  capa sul muro
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    Messaggio Da Lemond Dom Feb 23, 2014 9:37 am

    Nera Luce parte Quarta (X)

    Alcune critiche (promesse) libri - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 7 Smile

    1) Sembra difficile che un uomo possa divenire puro spirito atemporale, rimanendo il sé stesso terreno.
    2) Quale allora la rilevanza della biografia terrena per la decisione finale? Forse un uomo complessivamente buono sarebbe facilitato nel compiere l'opzione finale giusta, ma non si possono escludere dei capovolgimenti e nel caso, la discontinuità toglie comunque molto senso alla prova terrena.
    3) La decisione finale è presa, per definizione, in presenza del Bene, tutto dispiegato. Ora, sembra difficile che al Bene venga opposto un rifiuto radicale da un'intelligenza e da una volontà razionali cui esso sia stato reso evidente. In altre parole, la più autorevole dottrina cattolica della libertà (quella tomista) è messa fra parentesi, perché chi vede faccia a faccia il Bene perde la libertà di scelta. Uno spirito che è fatto da e per dio, come può rimanere libero di fronte a lui, come può respingere il Bene che è felicità/amore/compagnia e preferirgli il Male, che è il suo contario? E' lo stesso problema irrisolto, di come abbiano potuto peccare gli Angeli?
    4) E' proprio necessario che dio assista impotente, paralizzato dal suo infinito rispetto per la libertà? E se sì, può l'Onnipotente, subire uno scacco irreparabile?
    5) Dio non dovrebbe poter proporre agli spiriti malvagi nuove opportunità? Perché quando si è fatta la cosa sbagliata e infelicitante ci si trova in uno stato tale che tende a far lavorare l'intelligenza e la volontà come un pungolo, foriero di ...
    6) Se c'è il prima e il dopo per i beati purganti (appunto nel purgatorio), dovrebbe esserci anche per i dannati. Se c'è tempo per la purificazione, perché non per la conversione?
    7) Uno che resta ontoligicamente capace di cambiare idea è più libero di uno che non può cambiarla. Forse è questa la libertà che non può non essere rispettata.
    8)All'uomo spiritualizzato, che compie la scelta finale, manca l'esperienza delle conseguenze e forse proprio l'esperienza dell'inferno può innescare il mutamento.
    9) Gli avvocati di dio, sostenitori della decisione finale, che vogliono mantenersi all'interno della resurrezione dei corpi, difficilmente possono negare il tempo escatologico, ma allora come possono mantenere la teoria dell'uomo che si immobilizza completamente bel "flash" eternale?
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    Messaggio Da Lemond Lun Feb 24, 2014 9:08 am

    Fede e ragione (I)

    E' bene mettere in chiaro che la ragione *sa* quello che dice, mentre la fede *crede* e, siccome io non opino che due più due faccia quattro, tra fede e ragione non c'è nessuna parentela, o, per dire altrimenti (sempre con il rasoio di Occam) la ragione non ha bisogno della fede e viceversa.  Twisted Evil Di fatto l'area della fede si riduce a mano a mano che avanza il sapere e, se una volta (ai tempi di Ippocrate) l'epilessia si chiamava *male sacro*, oggi (tranne alla Binetti forse Rolling Eyes ) a nessun medico verrebbe in mente di attribuire a Dio l'origine di questa malattia.  Smile 
    Eppure la fede non si esaurisce, perché, con gli scenari che dipinge, consente ai fedeli di sperare in un senso che garantisca la nostra vita. Per questo motivo la fede si trova sempre congiunta alla speranza ed è questo nesso che va indagato e non il rapporto con la ragione.
    Gli uomini non sopportano di congedarsi da quell'oggetto di amore che ciascuno, man mano che passa la vita, diventa per sé stesso (il berluska a questo riguardo è un esempio preclaro  Twisted Evil )
    La domanda a questo punto è: il fatto che io non accetti che la mia sorte sia simile a quella delle piante o degli animali è sufficiente per affermare l'esistenza di scenari ultraterreni? Ciascuno è libero di credere in ciò che vuole (se ciò non procura nocumento agli altri), ma è bene anche riflettere se il nocciolo della fede non sia altro che il rifiuto dell'insensatezza dell'esistenza.
    Per finire a me sembra che uno il senso della vita se lo ponga solo in presenza del dolore e similia, mentre nessuno si è mai posto domande sul perché della felicità, ergo è dunque in presenza del dolore e della morte che fede/speranza traggono il loro alimento.  Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Lun Feb 24, 2014 9:31 am

    Servi e padroni (I)

    Un giorno un musulmano pensava fra sè e sè - O Allah quanti padroni mi hai dato nella mia esistenza: il derviscio che dice le preghiere per me, l'Iman lo è ancora di più e il Mollah, il Mufti, il kiaia del gran Visir e il G.V. medesimo, che può farmi stringere il collo a suo piacere.  :evil:Perché non mi ha fatto nascere gufo? Vivrei libero nel mio buco e mangerei topi a mio piacere, senza padroni, né servitori! Tale era certamente il vero destino dell'uomo, perché nessuno è nato per servire di continuo gli altri! Doveva essere diverso "nell'età dell'oro", quando ciascuno prestava volentieri il suo aiuto al più debole e il veggente avrebbe guidato il cieco etc. Insomma quello era il paradiso, mentre noi ...  Evil or Very Mad 
    Lo stesso mulsulmano dopo qualche anno fu fatto pascià a tre code e divenne fermamente persuaso che tutti gli uomini, eccettuato il sultano e il gran Visir, fossero nati per servirlo e le donne (tutte) per dargli piacere secondo la sua volontà.  Twisted Evil

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