E' un po' come se la vecchia cappa grigia si fosse tramutata in pioggia (quella torrenziale di domenica scorsa) ed il vecchio cielo cupo si fosse un minimo rasserenato.
La fiducia è tornata a prendere possesso di questo sport.
Certo restano le faccende italiane, che troveranno a tempo debito la loro soluzione, ma di certo ora questo sport è tornato ad avere un futuro dopo avere rischiato un definitivo e totale tracollo.
Nel contorno delle novità di questo sport certamente un ruolo di punta lo ha l'approdo in pompa magna (mediatica) di Fernando Alonso.
Il pilota ferrarista, mancato salvatore dalla crisi ciclistica basca, si è proposto prepotentemente (frase fatta) all'attenzione di addetti ai lavori e media.
Per il momento il ciclismo ne ha tratto solo un positivo ritorno di immagine. Vedremo se davvero l'avvento di Fernando potrà portare anche nuove risorse ed interesse attorno al nostro sport.
L'idea non smentita di portare on board il grillo livornese come team manager e/o direttore sportivo pare essere ottima per consentire al grillo di sfatare i molti dubbi emersi sul suo operato come tecnico.
Di certo avrà in quel caso campo libero per riaffermare quella fantasia ed anche quella genialità di corsa che hanno contraddistinto la sua carriera da grande campione ciclista.
Meglio avere un presidente come Fernando Alonso che un burocrate statalista e ottocentesco come Renato Di Rocco. Se così fosse andrebbe consigliato a Paolo Bettini di lasciare subito la nazionale per iniziare a lavorare (senza conflitti di interesse) per il nascente team, team che ha tutti gli ingredienti per eccellere e per rappresentare un qualcosa di sideralmente nuovo nel panorama di questo sport.
Alla "panchina" ciclistica è già pronto Michelino Bartoli, che già ruota da tempo attorno a quel mondo che costituisce il nocciolo di controllo dell'attuale Federciclismo, che non è il consiglio federale.
La mossa di Alonso ha messo in subbuglio vari altri team e, in attesa di conoscere cosa vorrà fare Cookson del carrozzone World Tour ereditato da McQuaid, ecco che gli attori già presenti stanno disponendo i propri soldatini per affermare la propria presenza nel risiko ciclistico che verrà.
E' di ieri la improvvisa richiesta di Europcar di diventare team World Tour. Perché anche per una professional francese (quindi stracoccolata dalla Aso) si è resa necessaria la licenza World Tour? La Francia va a sostituire i Paesi Bassi nel privilegio del terzo team World Tour, alle spalle degli Stati Uniti.
Ma come? Cosa è cambiato dalla scorsa settimana? Cosa è successo con la elezione di Cookson e con l'avvento di Alonso?
Con tutta questa aria frizzante il Banco Santander potrebbe anche fare da advisor per un collocamento in borsa delle azioni di una eventuale Cycling World Tour Corporate. Non è un rumour, era solo una battuta.
Ultima modifica di BenoixRoberti il Mer Ott 01, 2014 7:43 pm - modificato 1 volta.