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vallelvo
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    Inchiesta su Agenzie Antidoping

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    Inchiesta su Agenzie Antidoping Empty Inchiesta su Agenzie Antidoping

    Messaggio Da Admin Lun Feb 24, 2014 12:10 pm

    Abbiamo ricevuto la scorsa settimana una segnalazione allarmante su come vengono gestiti i controlli antidoping.
    L'inchiesta conteneva una precisa accusa di contiguità fra un team manager ed una agenzia antidoping privata, che collabora sia con l'Uci che con la Wada.
    Abbiamo verificato la segnalazione ed in effetti, anche grazie a documenti pubblicati dalla stampa di settore internazionale, la segnalazione appare molto fondata.
    Chi è fuori dalla cerchia di ciclisti, Team Manager e dirigenti Uci/Fci (come noi) non può immaginare il sottobosco inquietante che popola questo business "scientifico" che puzza davvero di marcio e che è palesemente discrezionale ed inquinato da palesi conflitti di interesse.

    Come al solito, verificheremo e poi pubblicheremo tutto, mostrando come questi organismi operino anche in violazione di regolamenti e siano solo strumenti di business per pochi, spesso legati ai vecchi vertici Uci.
    Non è un caso che i veri ricercatori indipendenti e seri abbiano abbandonato da tempo l'Uci.
    Questa faccenda è una vera emergenza per Mr. Cookson che certamente è al corrente di questo malcostume.

    Chiediamo ai ciclisti prof di segnalarci tutte le esperienze negative avute o altre informazioni in loro possesso in forma anonima al seguente link:
    http://www.ciclopassione.com/contact


    Ultima modifica di Admin il Lun Feb 24, 2014 3:30 pm - modificato 1 volta.
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    Inchiesta su Agenzie Antidoping Empty Re: Inchiesta su Agenzie Antidoping

    Messaggio Da vallelvo Lun Feb 24, 2014 1:09 pm

    Insomma,  al peggio non c'è mai fine. Povero  ciclismo.
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    Inchiesta su Agenzie Antidoping Empty La pulizia deve cominciare dall'alto

    Messaggio Da angelo francini Lun Feb 24, 2014 1:27 pm

    E' appena finito Sanremo (il festival).
    Chissà perché leggendo questo articolo, di Admin, mi é venuta in mente una canzone di Little Tony che, per la verità non ricordo se presentò a Sanremo, ma che mi pare molto adatta a chi ama il ciclismo:
    "Perché tu le darai tutto quello che hai. Perché, finché vivrai, amerai solo lui, non farò niente per riportarlo da me. Riderà, riderà, riderà, tu fallo ridere perché ......"! 
    Credo che i corridori per primi, specialmente i professionisti, debbano raccogliere l'invito che viene loro rivolto: è nel loro interesse!
    Segnalate in modo anonimo a: http://www.ciclopassione.com/contact
    Oppure si vuole continuare a far ridere solo loro!
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    Messaggio Da angelo francini Mar Feb 25, 2014 7:44 pm

    SPORT & DOPING: domani clamorosa notizia sul doping e sugli strani interessi che ruotano attorno all'antidoping!
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    Inchiesta su Agenzie Antidoping Empty Re: Inchiesta su Agenzie Antidoping

    Messaggio Da Admin Mar Feb 25, 2014 11:54 pm

    Partiamo con l'analisi dei provider del servizio antidoping che collaborano con l'Uci.
    Si tratta di agenzie private che reclutano personale di non chiara qualifica medica, non inquadrato professionalmente, e che poi si fanno pagare il servizio dall'Uci a peso d'oro.

    Questi sono i principali provider antidoping per l’Uci:
    IDTM http://idtm.se/
    PWC http://www.pwc-dopingkontrolle.de/cms/en/pwc-company
    CLEARIDIUM http://www.clearidium.com/
    GOS.

    Su Clearidium erano girate voci strane e ci siamo permessi di chiedere ad un ciclista, impegnato nelle prime gare di questa stagione, che si è registrato sul forum qualche settimana fa qualcosa in merito.
    La risposta è stata a dir poco sconvolgente per le cose che poi abbiamo scoperto.
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    Inchiesta su Agenzie Antidoping Empty Re: Inchiesta su Agenzie Antidoping

    Messaggio Da Admin Mar Feb 25, 2014 11:58 pm

    XXX ha scritto:
    Admin ha scritto:Ciao XXX,
    te la senti di raccontare qualcosa in più sui meccanismi dell'antidoping?
    Abbiamo saputo che ci sono enormi zone grigie e sarebbe importante sapere dall'interno cosa c'è che non va.
    Avete tutti il terrore a parlare, ma così non cambierà mai nulla.
    Resterete sempre sotto minaccia di chi gestisce e amministra i controlli.
    Per caso tu conosci la Clearidium? Come operano questi?
    Almeno avere qualche traccia per capirne di più.
    Grazie, ciao.
    Clearidium li conosco sì chi non li conosce.sono brutta gente amici di YYY e lui li ha usati per sistemare le cose con l'uci.poi loro l'hanno fatta pagare.qua c'era la notizia che ne han parlato ma solo che questo era uno della federazione,non han detto che era un capo di Clearidium.
    http://www.velonation.com/News/ID/12750/Danish-Cycling-Union-shocked-after-board-member-tests-positive.aspx

    vorrei dire tante cose ma non posso perchè se mi individuano mi fan fuori e vorrei correre ancora un pò.
    ciao grazie per quello che fate e avete coraggio.

    Per chi legge l'inglese i primi elementi di un assurdo sistema che va ricostruito alla radice.
    Per il resto ne parleremo da domani in avanti.
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    Inchiesta su Agenzie Antidoping Empty Re: Inchiesta su Agenzie Antidoping

    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Mar 13, 2014 1:04 pm

    Ricevuta una PM in cui si chiedeva che fine abbia fatto l'inchiesta di cui parlavamo.
    La risposta è semplice: ci siamo fermati perché è in corso una inchiesta e non è il caso di divulgare informazioni che la possano compromettere.
    Non appena sarà possibile pubblicheremo ogni cosa senza alcuno scrupolo.
    La trasparenza nel nostro sport è fondamentale.

    Alcune cose però le voglio dire:
    -non mi fido della Commissione Vigilanza Doping del Ministero della Salute
    -non mi fido più delle agenzie private che lavorano per l'Uci
    -non mi fido di chi al Coni dovrebbe controllare sul rispetto della legislazione italiana vigente.

    L'antidoping è una immensa bufala da ricostruire radicalmente pensando al futuro, abbandonando il passato di Verbruggen e McQuaid.
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    Inchiesta su Agenzie Antidoping Empty INCHIESTA SULLE AGENZIE ANTIDOPING: IL CASO CLEARIDIUM

    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Lug 30, 2014 8:05 pm

    Da qualche tempo nel ciclismo ci si era convinti della superiorità etica ed organizzativa del ciclismo anglo e sassone. Tutto iniziò da una intervista del gennaio 2007, pesantemente offensiva, concessa da Pat McQuaid alla Tv olandese, che definì il ciclismo di alcune federazioni dell'Europa occidentale come permeate da cultura mafiosa.

    "There is a clash going on at the moment between two cultures, the Anglo-Saxon and what I might call the mafia-like Western European culture.
    "The Western European Culture is a culture that has to some extent - I won't say condones doping and cheating practices - but because of their culture in life, because of the way they deal with everything else in life they accept certain practices." "The Anglo-Saxon, which would be here [in the Netherlands], it would be Germany, it would be the United Kingdom, it would be Denmark - is the complete opposite. And they have a completely different approach to the doping fight, and it's evident when you see the approach the teams have made - the German teams in particular there were a major problem in July - and the approach they have taken looking at the future and how they move forward into the future. "And it is important, I feel, it is very important that at the end of the day the Anglo-Saxon approach wins out - because if it doesn't, then the sport is doomed."

    http://velochimp.com/2007/01/pat-mcquaid-is-an-idiot-and-should-resign/

    Ovviamente l'obiettivo del boss decaduto era il dominante ciclismo latino e la cultura del doping era solo un grimaldello per riequilibrare il peso politico dei vari movimenti.
    Il riequilibrio c'è stato, a favore degli anglosassoni, ma una diversa cultura di doping ed antidoping non s'è proprio vista.
    Disse una marea di altre cazzate il boss irlandese, al limite del tavecchismo. A replicare in quella occasione fu il latino Di Rocco. Dopo quella corretta levata di scudi il baffo federale divenne amico e sodale del boss irlandese.

    Pat McQuaid se n'è andato ma i danni li ha fatti e molti danni restano a condizionare il ciclismo attuale. Uno di questi danni si chiama Clearidium, società danese intrecciatissima con la realtà del ciclismo danese, sassone, che dovrebbe essere eticamente superiore.
    Quanto superiore lo vedremo analizzando le storie divise in più puntate.
    Vedremo come si è sviluppato sotto l'ala protettrice dell'Uci il business dell'antidoping, tutto anglosassone, ma eticamente molto molto latino, di quel latino mafia-like utilizzato dal vecchio boss irlandese.

    Per capire come vanno le cose oggi, varrà la pena analizzare dieci anni delle storie di due anglosassoni come Rasmus Damsgaard e Søren Svenningsen.

    A breve:
    PARTE 1
    Rasmus Damsgaard consulente antidoping di Team Saxo, Astana Team, e Lance Armstrong
    Søren Svenningsen da team manager con qualche problemino di doping ad "antidoping manager"
    BenoixRoberti
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    Inchiesta su Agenzie Antidoping Empty PARTE 1 - Rasmus Damsgaard consulente antidoping di Team Saxo, Astana Team, e Lance Armstrong

    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Lug 31, 2014 1:46 am

    In questi giorni è in corso un conflitto più o meno aperto tra l'Uci e Bjarne Riis, Abbiamo letto dell'invito diretto di Cookson sia a Riis che Vinokourov di testimoniare di fronte alla Commissione CIRC circa il loro passato e probabilmente circa le vicende di doping (conclamate e/o indagate) che hanno riguardato i loro team.
    La risposta di Riis (e di Tinkoff) è una vera è propria sfida all'Uci, con l'annuncio di Feltrin che prevede la partecipazione dell'indagato (per il passaporto biologico) Kreuziger almeno al Giro di Polonia, probabilmente in funzione della Vuelta.
    La domanda sorge spontanea. Come fa Riis ad alzare così tanto la voce ed a sfidare l'Uci?
    Che potere ha Riis? Nessuno mette in dubbio le capacità strategiche del danese, scaltrissimo, ma una spiegazione più documentata sarebbe necessaria.
    Perché al vertice dello sport (tutto lo sport, non solo il ciclismo) vale la regola "io so che tu sai che io so".
    **************************************************

    PARTE 1
    Rasmus Damsgaard consulente antidoping di Team Saxo, Astana Team, e Lance Armstrong

    Inchiesta su Agenzie Antidoping Ug-ras10
    Rasmus Damsgaard ha un percorso uguale ed opposto, in un certo senso, con quello di Michele Ferrari. Basta mettere un anti davanti alla parola doping.
    Ferrari sviluppa il suo know-how in quel dell'Università di Ferrara, dove si studia e si sviluppa la scienza del doping (che allora non era ancora definibile tale, almeno tecnicamente, ma di certo moralmente). Poi il Mito lascia la struttura pubblica e si mette in proprio nella lucrosa consulenza sul doping.

    Rasmus Damsgaard è l'esatto opposto parallelo. Inizia a sviluppare il suo know in una entità ospedaliera pubblica nell'ambito della consulenza antidoping e poi si mette in proprio nella lucrosa consulenza sull'antidoping.

    Quale dei due business sia più redditizio non è dato saperlo, ma di certo deve essere una bella competizione. Sull'aspetto etico, il giudizio morale passato in giudicato sul Mito non lascia spazio a competizioni, ma forse sarà meglio non essere precipitosi nel merito. E lo vedremo poi.

    Dal 2000 al 2004 Damsgaard è stato Segretario Generale di Antidoping Danmark e da neo laureato aveva già operato come DCO Doping Control Officer.

    Parallelamente alla attività di ricerca nell'ambito antidoping ha svolto attività ospedaliera come anestesista. Nell'ordine queste sono state le sue collaborazioni.

    University of Copenhagen - 2004 – 2005 - Medical School, Panum Institute
    Research and lecture in Physiology (Cardio-Vascular System, lung and kidney)
    Rigshospitalet Copenhagen Muscle Research Centre - 2005 – 2006
    Bispebjerg Hospital - 2006 – 2007
    Gentofte Hospital - Novembre 2007 – April 2008
    Rigshospitalet - Maggio 2009 – Agosto 2009

    Come detto, contemporaneamente alla attività ospedaliera, Damsgaard ha avviato il lavoro di ricerca e consulenza nell'ambito dell'antidoping, in particolare in collaborazione con il Bispebjerg University Hospital, dove collaborava sotto il coordinamento del dott. Bo Belhage.
    Nell'ambito di questa collaborazione iniziò la consulenza per il Team CSC di Bjarne Riis nel 2006 e con la FIS, la federazione degli sport invernali, per lo sviluppo del passaporto biologico.
    Nel 2007 la collaborazione si estese al Team Astana.
    http://www.dailypeloton.com/displayarticle.asp?pk=10264

    Sia per la CSC che per l'Astana Damsgaard sviluppò un programma di controllo antidoping indipendente. Belhage e Damsgaard pubblicarono anche alcune ricerche come co-scrittori.

    Ma nel corso del 2007 i rapporti fra Belhage e Damsgaard si compromisero irrimediabilmente. Le ragioni le spiegò lo stesso Belhage in una successiva intervista al Berlingske Tidene nel gennaio 2009.
    Nelle sue dichiarazioni, il dottor Bo Belhage, primario del dipartimento Z dell'ospedale di Bispebjerg a Copenhaghen accusò Damsgaard di essere poco etico e di avere scarsa obiettività.
    Belhage disse di essere rimasto di stucco alla vista di una bicicletta del team CSC, donata direttamente da Riis, nel garage di Damsgaard, cosa che quest'ultimo confermò, ammettendo di avere commesso una leggerezza.
    Perché Riis donò quella bici da 7-8000 euro a Damsgaard?

    Una volto rotta la collaborazione con il Bispebjerg University Hospital, Rasmus Damsgaard fondò una sua società di consulenza, la Radar A/S per proseguire i programmi con la CSC, con la Astana, con la FIS ed altre realtà sportive con quelle specifiche esigenze.
    Per lo sviluppo del programma antidoping CSC versava 500.000 euro all'anno e lo stesso faceva l'Astana dall'anno successivo.
    Si arrivò così al 2009, anno in cui Damsgaard era diventato un guru dell'antidoping ed un elemento di garanzia del sistema ciclismo visto che "controllava" i 5 migliori corridori del Tour de France di quell'anno, ovvero i fratelli Andy e Frank Schleck del Team CSC Saxo Bank ed i tre ciclisti dell'Astana, Alberto Contador, Andreas Klöden e soprattutto il rientrante Lance Armstrong.
    A quel punto Damsgaard aveva raggiunto il tetto della sua potenza ed andava messa a frutto, al riparo da occhi indiscreti e rafforzata da una investitura ufficiale.

    Per capire le origini di questa potenza bisognava tornare due anni e mezzo indietro rispetto all'inizio della stagione 2009, all'autunno 2006, a quando il ciclismo era nell'occhio del ciclone a seguito dell'Operacion Puerto, operazione che aveva bloccato l'emergente Ivan Basso, sul podio al Tour 2005, paladino principale di Riis.

    All'epoca, Rasmus Damsgaard era il segretario generale dell'Anti-Doping danese, organizzazione che spietatamente stigmatizzava i colpevoli di doping e le organizzazioni sportive professionistiche, che erano impotenti di fronte alla proliferazione doping. Damsgaard era uno dei principali cacciatori di doping nel mondo ed era il beniamino dei media perché dotato di immagine di irreprensibile, mai aduso a compromessi con le proprie convinzioni. L'inaspettato invito a Rasmus Damsgaard ricevuto da Bjarne Riis giunse pertanto come uno shock. L'unico vincitore danese del Tour de France aveva invitato il suo peggior critico per fare un programma anti-doping ferreo per il suo CSC Cyclingteam. Bjarne Riis era "sconvolto" per l'avanzare del doping nel ciclismo, e aveva dichiarato al mondo che ora voleva un ciclismo pulito, a qualunque costo.
    Riis poneva l'etica prima dei risultati. Il cacciatore di doping si sentì lusingato e accettò l'incarico dopo un lungo dibattito, anche se poteva prevedere tutti i problemi etici che sarebbero sorti a seguito di tale accordo. Per questa ragione un punto chiave nell'accordo fu che tra il Bispebjerg Hospital, la CSC e Rasmus Damsgaard non dovrebbero mai esservi stati pagato in denaro, regali o altre utilità direttamente tra i ricercatori e la squadra di ciclismo.
    Bo Belhage disse che l'accordo tra il Team CSC e Rasmus Damsgaard avrebbe potuto essere accettato solo se ci fossero state paratie assolutamente stagne tra il ricercatore e la squadra di ciclismo. "Fu una richiesta dalla Regione Hovedstaden (il governo regionale che gestisce il Bispebjerg).
    Se uno deve essere obiettivo, non si può avere alcun interesse finanziario nel progetto", disse il capo del dipartimento Z di medicina Bo Belhage.

    La nuova collaborazione tra Rasmus Damsgaard e Bjarne Riis 'Team CSC si evolse in un successo assoluto - sia per Riis che per Damsgaard, sia sul piano mediatico, che strategico, che (soprattutto) professionale.
    Nonostante i peccati passati, il Team CSC aveva a quel punto una reputazione come la più pulita nel mondo del ciclismo. Si aggiunga poi che il corridore della CSC Carlos Sastre vinse il Tour de France 2008 battendo una serie di concorrenti che erano poi risultati positivi. Rasmus Damsgaard aveva a quel punto posto il suo nome nel mondo sportivo internazionale come un ricercatore che aveva creato grandi risultati senza l'uso di doping. La collaborazione con i danesi poteva dare accesso ai circuiti di gare più importanti del mondo, quelle dei principali sponsor, dove era possibile ottenere milioni di dollari. L'esigenza di certificazione aveva mosso il Team Astana col quale era intervenuto un accordo con il Bispebjerg Hospital alle stesse condizioni della Saxo Bank CSC, accordo che poi passò alla Radar (RAsmus DAmsgaard Reporting).
    http://www.podiumcafe.com/2009/1/25/735893/damsgaard-under-fire
    http://www.cyclingnews.com/news/damsgaard-faces-criticism-over-anti-doping-programme
    http://www.b.dk/kultur/dopingjaegerens-cykel

    Oltre alla vicenda della bici donata da Riis, la puzza di bruciato Bo Belhage l'aveva avvertita anche da altre vicende, come la notizia del rapporto fra Fuentes e Franck Schleck (uscito pulito dai controlli di Damsgaard) e l'arrivo del rientrante Armstrong all'Astana, che portava con sé il proprio controller personale, il dott. Catlin della Ucla.
    Per queste ragioni Belhage decise di non rinnovare le collaborazioni con i team.

    In verità a metà 2008, forse per dimostrare la propria terzietà irreprensibile, Damsgaard trovò un corridore con parametri più che borderline. Si trattava di Vladimir Gusev, che sulla scorta del programma di Damsgaard venne licenziato dal Team Astana e poi squalificato per due anni.
    Probabilmente ciò non bastò per tranquillizzare il suo capo dipartimento e fargli cambiare idea.
    Ma Rasmus non si diede pena, la nascita della Radar era il primo passo verso il successo.
    L'anno chiave fu il 2009.
    Al Tour 2009 i corridori da lui monitorati, compreso Armstrong che accetterà il suo programma, monopolizzano il podio.
    Il ciclismo pulito che tanto serviva all'Uci di McQuaid era certificato da Rasmus Damsgaard.
    Mentre Ferrari faceva per Armstrong il lavoro sporco, il dott. Damsgaard faceva quello pulito.
    Come alcuni corridori si avvalevano dei servigi del dottor Mito, nel contempo si prestavano a Rasmus Damsgaard per certificare la loro "pulizia". Un girone dantesco ed infernale.

    Mentre il dottor Mito aveva però raggiunto il top della possibile carriera ciclistica, Rasmus Damsgaard aveva ancora ampi margini di crescita professionale, come diventare provider delle federazioni internazionali.
    L'occasione arriva in pompa magna al termine del 2009, quando l'Uci propone a Damsgaard (ufficialmente viene raccontata così) di gestire per conto dell'organismo internazionale il programma antidoping e la messa a punto del passaporto biologico sulla base del lavoro svolto già per i team che tra 2008 e 2010 andavano per la maggiore.
    Il grande salto era fatto.

    E fu così che nacque la Clearidium ad inizio 2010.
    Come?
    Lo vedremo nelle prossime puntate.

    CONTINUA
    A breve:
    PARTE 1bis - Søren Svenningsen da team manager con qualche problemino di doping ad "antidoping manager"
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    Inchiesta su Agenzie Antidoping Empty PARTE 1bis - Søren Svenningsen da team manager con qualche problemino di doping ad "antidoping manager"

    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Lug 31, 2014 3:20 pm

    La fortissima frizione attuale fra Riis e l'Uci ha una ragione locale.
    Si dice, ma siamo ai "si dice", che nel giro di una settimana l'ente antidoping danese rilascerà un documento sulle vicende doping che hanno interessato Bjarne Riis, Non si tratta delle vicende che hanno interessato il Riis ciclista, faccende ormai chiuse di cui il corridore danese ha reso manifesta confessione senza danni, a seguito della intervenuta prescrizione.

    Dal Berlingske Tidene, quotidiano danese, si scopre che:
    Anti Doping Danimarca e la Confederazione sportiva di Danimarca hanno da più di un anno studiato i problemi di doping nel ciclismo danese e su Riis hanno portato avanti l'indagine ponendogli domande sulla sua conoscenza circa il doping dei suoi corridori, ovvero mentre lui era proprietario del team. Le domande si sono sovrapposte ad altre nuove, dal momento che Tyler Hamilton e Michael Rasmussen hanno affermato che Riis sapeva tutto sul loro uso di sostanze illegali. Il completamento dello studio è stato rinviato più volte, ma secondo Lone Hansen, direttrice di Anti Doping Danimarca, mancano ora solo i dettagli prima della loro pubblicazione. "Siamo nelle fasi finali per pubblicare una sorta di relazione su tutto questo. Siamo a buon punto ove ci sono state informazioni in relazione ai soggetti coinvolti" dice Lone Hansen che prosegue: "Abbiamo bisogno di alcune ultime informazioni provenienti da fonti internazionali, e può essere che in poche settimane le avremo, ma a volte ci vuole molto tempo, quindi è davvero difficile fornire un lasso di tempo preciso. Ma noi comunque presto metteremo la parola fine al documento". Quale contributo fornisce Bjarne Riis nello studio? "Come confermato dalle dichiarazioni di Bjarne Riis, il contributo da lui fornito farà parte dello studio e, quindi, saranno anche offerte alcune prove". L'era di Bjarne Riis in questo sport potrebbe terminare? - "No. Non posso dire di più" dice Lone Hansen.
    http://m.bt.dk/cykling/undersoegelsen-der-kan-faelde-riis-synger-paa-sidste-vers

    Secondo i giornalisti danesi lo studio dovrebbe uscire nell'arco di una settimana.
    E si comprende la situazione tesa di questi giorni.
    La domanda però è questa: in Danimarca solo Bjarne Riis deve temere una inchiesta sul doping delle sue squadre?
    La vicenda del Crostis dimostrò come Riis poteva godere di un certo "potere contrattuale" all'Uci.
    A cosa era dovuto questo potere contrattuale? Ne riparleremo.
    ***********************************************************

    PARTE 1 bis
    Søren Svenningsen da team manager con qualche problemino di doping ad "antidoping manager"

    Søren Svenningsen è un businessman danese 48enne. Dopo la laurea in legge nel 1989 ha avviato l'attività forense nello studio Gorrissen&Federspiel, di Copenhagen sino al 1994.
    Dal 1993, però, la sua anima di businessman lo aveva portato verso l'attività societaria.
    E' del 1993 la sua prima creazione societaria, nell'ambito enologico, la Bodegas Mariscal A/S.
    Le attività industriali di Svenningsen si sono poi allargate all'àmbito ambientale, con l'acquisizione di attività o quote societarie di attività legate al riciclo delle bottiglie (Dansk Flaskegenbrug A/S, Danbottle A/S), alla logistica (CSC Freight ApS), al mercato del Forex valute (Euroinvestor.com A/S), alla tecnologia ed alla tecnologia medica cuore e polmoni (Mermaid A/S, Mermaid Care A/S), alla commercializzazione di auto, alla comunicazione (Citat Communication ApS) ed agli eventi (B-events ApS), alla produzione multimediale nell'editoria sportiva (Cykl.dk), al settore immobiliare (SDS Ejendomme ApS), all'investimento nell'arte (SDS Kunst A/S), passando anche per l'investimento sportivo, sponsorizzazioni e l'acquisizione di una quota di Bet Butler (Bet Clearer Ltd), una società inglese di gambling e betting (giochi e scommesse). Tutte le attività industriali e finanziarie di Søren Svenningsen sono state raggruppate in una holding, la SDS Holding a/s.

    La storia ciclistica di Søren Svenningsen comincia nel 2004 con la creazione di un team continental danese, il Team PH Cycling ApS. In questo team cominciò la sua attività ciclistica Matti Breschel. Il ds del team era proprio il papà di Matti, che nel 2005 passò alla CSC di Bjarne Riis.
    Tanti dei corridori lanciati da Søren Svenningsen sono poi passati alla CSC di Bjarne Riis:
    Mads Christensen, Martin Pedersen, Michael Mørkøv, Lasse Bochmann-Larsen, Jonas Aaen Jørgensen e Troels Rønning Vinther  
    Qualcuno fece invece il passaggio inverso, ovvero aveva corso nella CSC e corse poi nei team di Svenningsen, come Jacob Moe Rasmussen e soprattutto Brian Vandborg.
    Il team continental di Søren Svenningsen ebbe negli anni le seguenti denominazioni:
    2004 - Team PH Cycling
    2005-2007 - Team GLS
    2008 - Team Gls - Pakke Shop
    2009 - Team Capinordic

    Per l'attività su strada la CSC era molto importante per il ciclismo danese, ma con riferimento alla attività su pista ed alla strada giovanile il team di Søren Svenningsen era addirittura più importante della internazionale CSC. Il team continental di Søren Svenningsen vinse tra il 2005 ed il 2008 più titoli nazionali e mondiali della famosa CSC. Eccone la dimostrazione:
    2005 - 2° Campionati Europei Strada Under 23 (Anders Lund)
    2005 - 1° Campionato Europeo Madison U23 (Michael Mørkøv)
    2006 - 1° Campionato Europeo Corsa a Punti (Michael Mørkøv)
    2007 - 3° Campionato Mondiale Inseg. a squadre Elite (Michael Mørkøv)
    2008 - 2° Campionato Mondiale Inseg. a squadre Elite (Michael Mørkøv, Casper Jørgensen)
    2008 - 2° Campionato Europeo Madison Elite (Michael Mørkøv, Casper Jørgensen)
    2008 - 2° Campionato Europeo Derny Elite (Michael Mørkøv)
    2009 - 3° Campionato Mondiale Corsa a Punti Elite (Daniel Kreutzfeldt)
    2009 - 1° Campionato Mondiale Inseg. a squadre Elite (Michael Mørkøv, Jens-Erik Madsen, Casper Jørgensen)
    2009 - 1° Campionato Mondiale Madison Elite (Michael Mørkøv)
    OLIMPIADI PECHINO 2008 - Medaglia d'oro - Inseg. a squadre Elite (Michael Mørkøv, Casper Jørgensen)


    Non si contano le vittorie nella Coppa del Mondo su pista ed i titoli nazionali nella specialità.
    Su strada il team di Søren Svenningsen contese spesso il titolo ai professionisti danesi di fama internazionale, in particolare con Jacob Moe Rasmussen che fu vicecampione nazionale in linea nel 2006 e 2007, stagione nella quale il Team GLS portò sul podio anche un secondo corridore, Jonas Aaen Jørgensen, bronzo dietro al campione nazionale Alex Rasmussen.
    Jacob Moe Rasmussen nel 2006 fu vice-campione nazionale sia in linea che a cronometro.
    A fare da cornice poi su strada, anche una Liegi-Bastogne-Liege U23 con Guldhammer ed un secondo posto nel Fiandre U23 e nella Roubaix U23 con Nikola Aistrup.

    I successi danesi di Søren Svenningsen si sarebbero anche, in parte, allargati al settore MTB, grazie al successo di Peter Riis Andersen nel relativo campionato danese del 2008, ma il corridore era tesserato il Team GLS per l'attività su strada e con il team tedesco Team Alb-Gold per la MTB.

    Non c'è alcun dubbio sul fatto che negli anni 2000 Søren Svenningsen sia stato il manager di ciclismo più importante ed influente proprio dopo Bjarne Riis, più di tanti affermati campioni danesi che hanno tentato la via del management, più del presidente federale danese Thomas Lund certamente.
    L'anno chiave del potere ciclistico di Søren Svenningsen è certamente il 2008, anno coronamento di un intero ciclo sportivo con varie medaglie olimpiche.
    Søren Svenningsen diventa un punto di riferimento per la federazione danese, ed un manager a tutto tondo così preparato e così lungimirante andava coinvolto nella politica federale.

    Ma la politica nel ciclismo sappiamo bene come sia strettamente intrecciata con l'antidoping, che ne è uno strumento di controllo e di creazione di ferrei legami, indissolubili nonostante tutto ed ogni ...
    Succede che a luglio 2008 il campione nazionale di MTB Peter Riis Andersen (credo nessuna parentela col celebre Bjarne), otto giorni dopo il suo titolo nazionale, venga trovato positivo all'EPO. Il Team GLS di Søren Svenningsen si chiama fuori dal problema, visto che il corridore nella MTB era tesserato per il team tedesco; al team tedesco non resta che licenziare Peter Riis, che ammetterà di avere assunto l'Epo per paura di cattive prestazioni e di rimanere fuori dalla nazionale. Oggi Peter Riis Andersen è un giovane medico neo laureato ed in una intervista ad un quotidiano ha tenuto a precisare che l'Epo se l'era procurata attraverso canali criminali e non attraverso le sue frequentazioni universitarie ospedaliere.
    L'affermazione non è successiva ad una specifica domanda e sorge il dubbio: excusatio non petita, accusatio manifesta? Perché uscirsene con quella affermazione simile ad un copione senza averne ricevuto specifico quesito?
    In Danimarca Riis Andersen venne considerato vittima di un presunto sistema di doping derivato dal suo tesseramento tedesco, mentre in Germania i suoi colleghi di club ebbero pesanti conseguenze e sospetti, nonostante non avessero alcuna accusa a carico. La vicenda di Peter Riis fece scalpore in Danimarca certamente, ma i suoi riflessi reali non erano ancora chiari, come lo potrebbero inveceavere dopo le successive vicende che verranno narrate.
    http://universitypost.dk/article/doped-bike-rider-now-gears-his-medical-career

    A seguito del caso di Peter Riis, Søren Svenningsen diramò un comunicato il 30 luglio 2008:
    "La gestione del team è ovviamente molto sorpresa e profondamente scioccata per la notizia della scoperta di assunzione di doping di Peter Riis, e naturalmente in accordo con Peter Riis è stato immediatamente sospeso dall'attività - già molto limitata - in quanto Peter Riis in sostanza è stato seguito per la MTB dalla squadra tedesca Team Alb Gold.
    Il proprietario del team, Søren Svenningsen, nonostante questo molto spiacevole e deplorevole incidente è fiducioso al 100% nella gestione sportiva della squadra e di tutti gli altri ciclisti del team. Va sottolineato che qualsiasi uso di droghe illegali è totalmente inaccettabile e se non sarà possibile costruire sistemi che assicurino contro i casi simili in futuro, il team verrà chiuso.
    Søren Svenningsen ha piena fiducia che questo sia possibile, e il team ha recentemente iniziato a lavorare con un medico del Gentofte Hospital e col medico Rasmus Damsgaard per sviluppare un cosiddetto blodpas equivalente (passaporto biologico), come avviene per il Team CSC Saxo Bank. Søren Svenningsen ha anche parlato con Bjarne Riis e discusso con la sua squadra se fosse possibile fare uso delle esperienze esistenti in questo settore.
    Søren Svenningsen è restato continuamente in stretto contatto con gli sponsor del team, ed è gratificante constatare che gli sponsor del team restino impegnati intorno alla squadra e GLS principale sponsor del team ha indicato che il caso non dovrebbe avere alcun impatto sulla cooperazione molto buona e preziosa che GLS ha con la squadra.
    GLS ha chiesto che ci debba essere in pratica uno stretto contatto coi corridori in modo che tutti siano sono sotto il controllo della direzione della squadra, allenatori, staff medico, ecc., e deve essere sottolineato che il Team GLS, anche in questo caso, ha avuto un dialogo serrato con la DCU (Danmarks Cykle Union) e sia la squadra, sia il proprietario del team Søren Svenningsen appoggiano al 100% la linea molto dura della DCU nella lotta contro il doping. La squadra tanto nel passato quanto nel futuro ha fatto e farà tutto il possibile per prendere l'iniziativa nella lotta contro il doping."

    http://www.phcycling.dk/site.asp?vis=nyheden&id=130

    Memorizziamo queste nobilissime parole, perché più avanti ci saranno molto, molto utili. Laughing
    E' il primo documento che ufficializza il rapporto stretto fra Rasmus Damsgaard e Søren Svenningsen. L'esperienza e la filosofia di Bjarne Riis vengono sposate nell'occasione da Søren Svenningsen.
    Nota di curiosità: nel Gentofte Hospital opera come infermiera la moglie di Søren Svenningsen, Mette Svenningsen. La signora la ritroveremo più avanti nella società Clearidium.

    Riguardo alla vicenda doping di Peter Riis Andersen si potrà leggere al riguardo ai seguenti link.
    http://usatoday30.usatoday.com/sports/olympics/2008-07-28-1356613462_x.htm
    http://sports.espn.go.com/oly/cycling/news/story?id=3579285
    http://www.feltet.dk/nyheder/team_gls_pakke_shop_dybt_rystet/

    Ciò che appare strano della immediata "chiamata fuori" di Søren Svenningsen è il fatto che Peter Riis assunse l'Epo nel mese di maggio del 2008, mese in cui era invece impegnato anche su strada con il Team GLS col quale corse il GP Copenhagen - Odsherred Classic dove giunse 13°, sebbene il corridore disse di venire da un non buon periodo di forma.
    http://da.wikipedia.org/wiki/Peter_Riis_Andersen

    Non è dato sapere come Peter Riis Andersen avesse ricevuto la tessera con due distinte società sia nel 2007 che nel 2008, una danese per l'attività su strada ed una tedesca per l'attività MTB.
    In ogni caso la vicenda di Peter Riis si chiuse senza particolari danni per Søren Svenningsen, che invece ebbe dalle Olimpiadi di Pechino un vero e proprio coronamento con ben 2 componenti del quartetto d'oro.

    Le aspettative danesi per le medaglie pechinesi avevano portato a chiudere un occhio e forse qualcosa in più. Anche per quanto riguardava il Team GLS di Søren Svenningsen.
    Eh sì, qualche occhio si era forse chiuso, perché il caso di doping di Peter Riis Andersen (che ebbe un certo clamore mondiale) aveva avuto un parziale precedente inquietante, ovviamente inquietante solo per chi avesse voluto porsi delle domande.
    Già, perché a giugno 2008 Jesper Worre capo della Federazione Danese e direttore del Post Danmark Rundt aveva escluso un corridore del Team GLS, uno dei migliori su strada, ovvero Jacob Moe Rasmussen, per un tasso di ematocrito troppo elevato, rilevato, si badi bene, agli inizi del mese di maggio 2008.
    In quella occasione la reazione di Søren Svenningsen fu ben diversa.
    Era successo che il 7 maggio 2008 immediatamente prima della 1a tappa del Giro del Friuli un campione di sangue di Jacob Moe Rasmussen aveva mostrato un ematocrito del 51%, quindi oltre la soglia massima permessa del 50%. La conseguenza immediata fu la sospensione per 14 giorni, prima della rituale nuova valutazione. Il giorno stesso Jacob Moe tornò in Danimarca per ragguagliare Jesper Worre direttore della federazione danese (DCU) e per riferire ad AntiDoping Denmark, l'ente di controllo danese.

    Per Jacob Moe Rasmussen intercesse Rasmus Damsgaard che affermò con certezza di non credere in alcunché di illegale, sottolineando proprio che non credeva che Jacob Moe avesse fatto qualcosa di illegale. Misterioso il motivo di tanta sicurezza: "Non ci sono risultati che suggeriscano che Jacob abbia fatto uso di sostanze o metodi proibiti. Al contrario, le nuove misurazioni UCI dopo una serie di misurazioni precedenti hanno appena dimostrato che il tasso di ematocrito di Jacob è elevato naturalmente e con le fluttuazioni naturali che sono note in una popolazione sana, quindi Jacob rientra in quella parte di popolazione fra il 4 ed 10% che ha un naturale valore alto."
    http://www.feltet.dk/nyheder/jacob_moe_med_for_hoej_haematokritvaerdi/

    Sane e profonde certezze quelle del prezioso Ramsus Damsgaard? Chi lo sa. Forse sì, forse era proprio così. Forse no, e allora il mistero si farebbe fitto.

    Come detto, fu però l'esclusione di Jacob Moe dal Giro di Danimarca a far andare su tutte le furie Søren Svenningsen, che tuonò contro Jesper Worre per la decisione da questi presa.
    ___________________________________
    Team GLS non è d'accordo con l'esclusione di Moe
    Il Direttore del Team GLS, Søren Svenningsen, non è d'accordo con la decisione
    Il Giro di Danimarca ha escluso Jacob Moe, che a maggio, era stato trovato con ematocrito alto.

    14 giugno 2008, 17:24
    Sono stupito, dice il Team Manager del Team GLS Søren Svenningsen, che alla squadra non sarà consentito di schierare Jacob Moe al Giro di Danimarca.

    Dice Svenningsen: "Di norma, non sono d'accordo con la decisione, perché un ematocrito alto non è sinonimo di doping. Esso obbliga ad una quarantena sanitaria di 15 giorni che abbiamo accettato, e che anche Jacob Moe ha rispettato. Ma se il Giro di Danimarca ha questa regola ne prendiamo atto.

    Jesper Worre ha giustificato l'esclusione col fatto che la gara danese ha una regola che dice che se un corridore ha fatto rilevare un alto valore di ematocrito, questo comporta l'esclusione di un anno dalla gara e in tal modo la federazione danese (DCU) non può accettare il corridore per un anno successivo a tale controllo.

    http://www.b.dk/sport/team-gls-uenig-i-moe-udelukkelse
    ___________________________________

    Resta infine da notare che Jacob Moe, dopo le due ottime stagioni 2006 e 2007 in cui fu vice-campione danese su strada, cessò l'attività nel 2008 e divenne direttore sportivo nel 2009, sempre del team di Søren Svenningsen.

    Come anticipato, in ogni caso, né il team né il proprietario dello stesso ebbero problemi per quei due casi di doping o sospetto doping. Tutt'altro direi, e anche se nel 2009 lo sponsor decise di non rinnovare la sponsorship, gli subentrò la sponsorizzazione di una banca svedese, o meglio della filiale danese della Capinordic Bank.
    Molti corridori di punta danesi scelsero di passare nel 2009 nel Team Capinordic gestito da Søren Svenningsen, l'emergente manager danese che nel frattempo aveva anche assunto un prestigioso incarico politico all'interno della Danmarks Cykle Union, la Federazione danese (DCU).
    Svenningsen era uno stretto collaboratore della presidenza di Thomas Lund, che portava avanti la politica di tolleranza zero verso il doping.

    Il 2008-2009 non era però un periodo felice per le banche, dopo il fallimento nel settembre 2008 della Lehman Brothers.
    La filiale danese della Capinordic venne coinvolta dalla crisi nel corso del 2009 e nei conti della banca emersero grossi problemi con un buco da oltre 400 milioni di €uro. Le successive ispezioni delle autorità finanziarie portarono ad accuse di malversazioni, ad un processo ed a successive condanne.
    Il Team trovandosi a fine estate senza sponsor chiuse i battenti, nonostante una stagione sin lì molto ricca di risultati come evidenziato nel successivo link.
    http://www.phcycling.dk/site.asp?vis=topresults

    Col 2009 si chiude la storia manageriale di Søren Svenningsen nel ciclismo pedalato, circondato da qualche ombra di doping. Si apre invece la nuova attività manageriale nell'antidoping assieme all'ormai sodale Rasmus Damsgaard e quella di consigliere federale danese. Un piccolo caso di controllato-controllore (oops controllato, sarà controllato Laughing).

    NASCE CLEARIDIUM. Finché c'è doping c'è antidoping, e business is business.

    Continua

    A breve:
    PARTE 2
    LA NASCITA DI CLEARIDIUM ED IL RICONOSCIMENTO DELL'UCI
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    Messaggio Da Bolt Ecchia Mer Ago 06, 2014 7:33 pm

    BenoixRoberti ha scritto:
    NASCE CLEARIDIUM. Finché c'è doping c'è antidoping, e business is business.

    Continua

    A breve:
    PARTE 2
    LA NASCITA DI CLEARIDIUM ED IL RICONOSCIMENTO DELL'UCI

    Voglio il resto perchè mi interessa sapere di più su quel drugo di Riis Question Suspect siringona 
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    Messaggio Da UribeZubia Mer Ago 06, 2014 7:59 pm

    C'è del marcio in Danimarca ?   king 

     :Flag_of_Denmark:
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Ago 06, 2014 8:17 pm

    Bolt Ecchia ha scritto:Voglio il resto perchè mi interessa sapere di più su quel drugo di Riis Question Suspect siringona 
    Più che Riis la vecchia Uciis Laughing
    E magari capiremo i pessimi rapporti fra Riis (Tinkoff) e la nuova Uciski (da leggere in lingua slava Wink).
    Arrivo, mi serve qualche ora in questi giorni per affinare gli appunti.
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    Inchiesta su Agenzie Antidoping Empty PARTE 2 - LA NASCITA DI CLEARIDIUM ED IL RICONOSCIMENTO DELL'UCI

    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Ago 09, 2014 12:38 pm

    PARTE 2
    LA NASCITA DI CLEARIDIUM ED IL RICONOSCIMENTO DELL'UCI


    Prima di analizzare direttamente i fatti di Clearidium è bene fare una premessa e comprendere come sia stata importante per il successo di Damsgaard la collaborazione con Lance Armstrong.
    Il rapporto con l'Uci era già molto caldo e cordiale, ma il vero patto di sangue fra Damsgaard e McQuaid (con l'ombra onnipresente di Verbruggen) avviene grazie a Lance Armstrong.
    Quel patto di sangue il professore-esperto Rasmus Damsgaard non lo romperà mai e soprattutto non lo romperà nemmeno nel momento in cui si paleseranno tutte le evidenze e le accuse nei confronti del corridore texano.

    Facciamo un flashback ad inizio 2009. Per il suo rientro alle corse Lance Armstrong aveva programmato di seguire un programma indipendente di monitoraggio del passaporto biologico, che era seguito dal luminare Don Catlin, della UCLA Olympic Analytical Laboratory, una vera istituzione antidoping negli Usa, ma soprattutto uno politicamente con le mani in pasta in tutte le antidoping possibili negli Usa (cavalli compresi). E' lui il padre di parecchi test antidoping e di parecchi disciplinari di test antidoping, quelli che uniscono e mettono d'accordo scienza e politica.
    http://en.wikipedia.org/wiki/Don_Catlin

    Quando però a gennaio Lance Armstrong si trova a sostenere gli esami del nuovo team (la Astana) questa ha assunto la consulenza di Rasmus Damsgaard. A febbraio il manager di Lance Armstrong Bill Stapleton annuncia che il suo assistito ha deciso di rinunciare al suo programma privato anche per ragioni logistiche ed economiche e di accettare la consulenza di Rasmus Damsgaard.
    Non è dato sapere cosa successe in quei giorni, ma probabilmente vi fu un abboccamento anche fra Catlin e Damsgaard, un contatto stretto che poi ritroveremo successivamente alla nascita di Clearidium.

    Ad agosto 2009, dopo il Tour, un sito danese d'inchiesta, Ekstra Bladet, pubblicò una intervista ficcante a Jakob Mørkeberg, un fisiologo che affermava congiuntamente al suo supervisore (non uno qualsiasi) alcune cose gravi che non necessitavano interpretazioni.
    "I valori di ematocrito e di emoglobina del sangue di Armstrong sono stati insolitamente omogenei in tutto il Tour, con un leggero picco nel mezzo. I valori del sangue di Armstrong erano più variabili durante il Giro d'Italia, due mesi prima. Questo tipo di valori potrebbero essere attribuiti al doping del sangue o a cause naturali come diarrea o disidratazione."

    Sono frasi pesanti e non giungono da giornalisti in caccia di scoop doping, come quello che abbiamo in Italia a Repubblica. L'accusa è di un ricercatore del Bispebjerg Hospital e del suo supervisore Bo Belhage, ovvero proprio dell'ex struttura e dell'ex supervisore di Rasmus Damsgaard. Oggi Jakob Mørkeberg è consulente scientifico di Antidoping Danmark.

    La replica di Rasmus Damsgaard fu immediata e particolare:
    "Vorrei sottolineare che Jacob Mørkeberg nella sua interpretazione del profilo sanguigno sottolinea che le fluttuazioni - oltre che da possibili trasfusioni di sangue - possono essere causate da risposte biologiche del tutto normali nel corpo. Mørkeberg, pertanto, non ha dimostrato che Lance Armstrong sia drogato - si è limitato ad indicare variazioni nei valori del sangue".
    "Non vi è attualmente alcun metodo scientificamente accettato per cui tali fluttuazioni in un profilo sanguigno possano essere attribuite a trasfusioni di sangue. Pertanto, attribuirle ad una trasfusione di sangue è solo speculazione".
    "Armstrong è uno degli atleti più testati del mondo - se non l'atleta più testato essendo stato controllato più di 40 volte quest'anno fuori gara".
    "Personalmente, sono molto in linea con altri esperti che nei giorni scorsi hanno dichiarato che le prove indiziarie costituiscono una minaccia reale per lo stato di diritto dei singoli atleti, dal momento che questi non hanno alcuna reale possibilità di confutare tali accuse."

    http://velonews.competitor.com/2009/09/news/damsgaard-responds-to-speculation-about-lance-armstrongs-tour-blood-samples_97468#HHctkxuwHlb9oXXd.99
    http://www.cyclingnews.com/features/analysis-armstrongs-tour-blood-levels-debated

    Questa non era la replica di un consulente indipendente, ma la vera e propria replica di un legale di parte.
    La storia più recente ed altri lavori di ricerca di Damsgaard (anche precedenti) sembrano però dire che quelle stranezze fossero già conclamate allora per gli esperti e 4 anni dopo in tanti gli chiesero conto e spiegazioni.

    A quelle affermazioni puntuali ed autorevoli dei due ricercatori danesi veramente indipendenti non vollero rispondere né l'Uci di McQuaid, nè la Wada.

    Quella uscita pubblica di Damsgaard venne certamente molto apprezzata dalla politica di Aigle, anzi diciamo che probabilmente quell'atto forte di Damsgaard gli aveva fatto guadagnare la riconoscenza definitiva e l'apprezzamento di Pat McQuaid che, per lui, aveva in serbo grandi sorprese.

    Nel 2009 era nata la Clearidium, società a cui Damsgaard aveva portato in dote il contratto con la Saxo Bank di Bjarne Riis. Ed è Bjarne Riis che a dicembre annuncia la conclusione del rapporto con Clearidium per il monitoraggio dei profili dei passaporti biologici. Ma non è una separazione, tutt'altro, la chiamerei più una separazione di ruoli per un migliore controllo all'interno di qualcosa di più grande.
    Da CyclingNews:
    Saxo Bank ha annunciato ufficialmente la fine del suo programma anti-doping indipendente con la società danese Clearidium ed il suo capo, il dottor Rasmus Damsgaard. La cooperazione triennale è giunta al termine a causa del potenziale conflitto di interessi nato dalla prossima collaborazione di Clearidium con il programma Uci per il passaporto biologico dell'Unione Ciclistica Internazionale.

    Disse Riis testualmente:
    "Siamo stati molto contenti per la partnership con Rasmus Damsgaard e siamo molto orgogliosi dei risultati che abbiamo compiuto insieme.
    Abbiamo iniziato il nostro lavoro ex novo nell'autunno del 2006 e il risultato è stato un programma anti-doping intelligente, che oggi è alla base del passaporto biologico dell'UCI. Siamo quindi fiduciosi che il programma anti-doping attuato dall'UCI sarà di qualità eccezionale."

    http://www.cyclingnews.com/news/saxo-bank-ends-independent-testing-programme
    http://www.velonation.com/News/ID/2541/Saxo-Banks-anti-doping-expert-Rasmus-Damsgaard-heads-to-UCI.aspx

    Musica!

    E pensare che a dicembre 2007, quindi solo 2 anni prima, Damsgaard aveva criticato la messa a punto del passaporto biologico dell'Uci, rilevando come fosse impossibile applicarlo già dal 2008 per la mancanza di laboratori attrezzati e formati allo scopo. Come laboratorio modello citò quello di Losanna, ovvero il laboratorio del famoso "presunto" esame coperto di Lance Armstrong.
    http://www.b.dk/sport/operation-blodtest-skal-op-i-gear

    Dopo alcuni anni di consulenze, Damsgaard e la sua neonata Clearidium potevano entrare dalla porta principale di un intero sport e portarsi a casa un bel contrattone e da lì sviluppare nuovo business magari lavorando poi anche con altre federazioni o con la stessa Wada.

    Ma da chi era stata costituita Clearidium?
    Ovviamente da Rasmus Damsgaard e poi, da Søren Svenningsen.
    Nell'assetto societario di Clearidium figura anche la moglie di Svenningsen, Mette Svenningsen, infermiera presso il Gentofte Hospital dove anche Damsgaard aveva operato.

    Continua

    A breve:
    PARTE 3
    LA CLEARIDIUM, IL CONTRATTO ED IL RAPPORTO CON L'UCI - IL CASO CONTADOR
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    Inchiesta su Agenzie Antidoping Empty PARTE 3 - LA CLEARIDIUM, IL CONTRATTO ED IL RAPPORTO CON L'UCI - IL CASO CONTADOR

    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Ago 09, 2014 4:27 pm

    PARTE 3
    LA CLEARIDIUM, IL CONTRATTO ED IL RAPPORTO CON L'UCI - IL CASO CONTADOR

    Damsgaard si dimostra subito il perfetto consulente anche con l'Uci. La prima palese dimostrazione avviene in occasione della positività nel settembre 2010 di Alberto Contador al famoso Clenbuterolo per una frazione infinitesimale della sostanza. Aldilà del caso specifico, stranamente l'opinione scientifica di Damsgaard coincide sempre con quella più utile alle esigenze del cliente.
    Nel caso di Alberto Contador, per Damsgaard è acclarato il doping dello spagnolo.
    La scoperta del "presunto doping ematico", presunto ancora oggi dopo la squalifica per il clenbuterolo - di Alberto Contador, come si ricorderà, avvenne in maniera alquanto singolare.
    Non fu l'Uci a sollevare il caso come da norma, bensì una presunta fonte del Laboratorio di Colonia che spifferò l'informazione della presenza di sostanze plastiche (ftalati da emotrasfusione), secondo la versione ufficiale (molto comoda), direttamente al quotidiano francese l'Equipe che uscì con la notizia bomba.
    http://www.gazzetta.it/Ciclismo/01-10-2010/caso-contador-711316765742.shtml

    L'Uci pubblicamente riuscì in pratica a far apparire (volontariamente o involontariamente?) che in quel caso di doping ci fu coinvolta tirata dentro per i capelli. "Una volta uscito il caso non potevamo non agire ..." si direbbe in questi casi.
    Perché mai una simile strada contorta, che poi poteva solo gettare ulteriori dubbi sui tanti che già allora macchiavano l'operato dell'organismo internazionale?
    Non ci sono solo esigenze di pubblica apparenza, c'è anche l'apparenza privata.
    Eh sì perché Alberto Contador correva nell'Astana nel 2009 e sarebbe poi passato nel 2010 alla squadra di Riis. Nel contempo il secondo classificato Andy Schleck passava dal team di Riis con altri nove compagni di squadra nella neonata Leopard creata dal danese Bryan Nygaard, ex portavoce del Team Saxo e sodale di Rasmus Damsgaard, assieme a Flavio Becca e probabilmente Marc Biver.
    Inchiesta su Agenzie Antidoping 48464910
    Nella foto: Nygaard con Rasmussen

    Leopard (poi Radioshack) era il nuovo ed ultimo team di Lance Armstrong, in arrivo dalla Astana. Nel 2011 in questo team arriverà poi anche il profeta del texano, il belga Bruyneel.

    Come si poteva fare un favore del genere al nuovo team di Armstrong togliendo un Tour all'odiato Contador (odiato da Armstrong), alla Astana (con la quale il texano non si lasciava bene nel frattempo) e creando nel contempo un grosso danno economico al danese Riis, primo vecchio grande cliente di Damsgaard, colui grazie al quale tutto era partito?
    Forse il fatto che la spifferata fosse partita da una presunta fonte del laboratorio di Colonia non era poi così male e metteva a tacere dubbi e malumori che eventualmente sarebbero sorti, non ultimo il rischio di un deflagrante "tutti contro tutti", che poi comunque venne fuori con l'esplosione del caso Armstrong.
    Il 2011 è non a caso l'anno in cui si palesano le crepe nella gestione Verbruggen-McQuaid, ovvero l'inizio della fine.

    Riis in quell'inverno tace, fa buon viso a cattivo gioco, affianca Contador nella sua battaglia legale, ma al Giro dimostra di sapere come smuovere le cose quando sbraita contro la tappa del Crostis, per la pericolosità di una tappa di un Giro già vinto dal suo Alberto Contador, in attesa della decisione del Tas.
    Giro già vinto? No, perché il Tas si pronuncia contro allo spagnolo in modo pilatesco ed oltre al Tour 2010 toglie a Contador anche quel Giro stravinto da Contador sul campo, ed anche un pochino sul tavolo (della politica) dal suo boss Riis. Contador accetta col fatto che dopo pochi mesi può fare rientro alle corse.

    Il prode (ad ingaggio) scienziato Rasmus Damsgaard è pronto immediatamente ad avallare la colpevolezza di Contador.
    Il sistema Armstrong ad Aigle non è affatto terminato nel 2011. Lance Armstrong comincia a traballare, ma i giochi dei due despoti neder-irlandesi proseguono come sempre.
    I corridori cambiano come pedine, ma il meccanismo resta lo stesso, e gli strascichi diretti o di riflesso giungono sino ad oggi, anche se l'allentamento dei vecchi meccanismi è apparso evidente dall'avvento di Mr. Cookson in poi.
    Aldilà delle singole vicende di doping, degli scheletri eventuali o presunti di ciascun corridore, è evidente come il quadro politico inquinasse letteralmente le prestazioni di quegli anni.
    Questo è il vero doping che si vorrebbe davvero fosse finito una volta per tutte, aldilà di ogni ragionamento sulla tutela della salute. Per questa ragione sono semplicemente criminali le speculazioni giornalistiche di questi anni che individuano nei corridori i principali responsabili delle malefatte.
    Se non si prende coscienza del fatto che chiunque sia coperto politicamente ricorra al doping anche per un dovere di sistema professionale (una sorta di dazione ambientale), e che nel contempo costringa gli avversari a fare altrettanto anche solo per competere, non si potrà mai migliorare questo sport.
    E' semplicemente velleitario considerare i ciclisti come coloro che sbagliano, visto che sono passate ormai almeno 4 generazioni sentendo sempre queste imbecillità da gente come Vayer, Capodacqua e certo giornalismo puritano anglosassone. Il ciclismo ha bisogno di un ritiro della politica e di un patto galantuomo fondato su basi scientifiche tra i ciclisti stessi e non imposto loro. Solo su questo si potrà ricostruire una reale credibilità per questo sport, una credibilità veramente a prova di bomba.
    So che riscrivere un po' la storia recente di questo sport con questo punto di vista toglie fascino allo sport, ma so che allo stesso tempo rende giustizia alla reale dimensione dei corridori e spiega alcuni loro errori, che sono sempre enfatizzati aldilà della reale responsabilità.

    Torniamo a Damsgaard.
    Nella vicenda Contador si espresse così:
    Rasmus Damsgaard, il fondatore del sistema anti-doping utilizzato da alcune squadre, tra cui squadra l'Astana di Contador fino al 2009, è uno che non crede nell'innocenza del ciclista spagnolo. "Se i dati sono corretti, allora è più probabile che si tratta di un 'Landis'" ha risposto Damsgaard al canale televisivo danese TV2 via SMS.
    "Tutto ciò sembra suggerire che abbia ricevuto una trasfusione del proprio sangue, tolto qualche mese prima, quando ha usato clenbuterolo, che ha riportato di nuovo nel suo corpo."
    Damsgaard si riferisce al caso di Floyd Landis, il cui test positivo per testosterone esogeno durante il Tour 2006 è ancora contestato dall'americano. Landis ha ammesso di essersi dopato per gran parte della sua carriera, compreso quel Tour, ma continua a negare l'uso del testosterone; una delle spiegazioni offerte per il testosterone positivo è che il sangue sia statto illegalmente trasfuso durante la gara e riassunto quindi dal suo corpo dopo un periodo in cui aveva usato la sostanza. "L'unica altra spiegazione," afferma Damsgaard, "è che il laboratorio abbia fatto un errore con entrambi i campioni A e B."

    http://www.velonation.com/News/ID/5844/Contador-case-Pierre-Bordry-Rasmus-Damsgaard-Michel-Audran-and-riders-react.aspx#ixzz39u6HvHW2

    Bel personaggio questo Damsgaard. Per il suo assistito Armstrong mostrò fastidio per i processi indiziari, per Contador invece lui costruì la strategia utilizzata poi dall'Uci di fronte al Tas, tutta indiziaria, fatta salva la positività al clenbuterolo. Notevole quella frase sul Contador che è un Landis.
    Così andavano le cose ad Aigle. Alcuni venivano coperti mentre per altri si imbastivano processi indiziari e si andavano a cercare specificamente sostanze anche in misura 400 volte al di sotto della soglia per la quale la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, è tenuta ad informare l’Uci.
    Perché avvenne ciò? Magari un giorno lo sapremo, sono le maglie discrezionali dell'antidoping.
    http://www.gazzetta.it/Ciclismo/30-09-2010/contador-sospeso-uci-711303100731.shtml

    Continua

    A breve:
    PARTE 4
    IL PRESIDENTE DELLA AGENZIA ANTIDOPING CLEARIDIUM SØREN SVENNINGSEN, MEMBRO DELLA FEDERAZIONE DANESE, POSITIVO AD UN CONTROLLO ANTIDOPING A BEN 3 PRODOTTI VIETATI
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    Inchiesta su Agenzie Antidoping Empty Re: Inchiesta su Agenzie Antidoping

    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Nov 10, 2015 10:16 am

    Qualche mese fa ahimè avevo interrotto questa inchiestina sulle agenzie antidoping.
    Dopo il pompatissimo e politicissimo scandalo sulla "compromessa" federatletica russa è il caso di continuare il lavoro, per vedere come la federatletica russa non sia né meglio né peggio di tante altre federazioni di altri paesi.

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