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    Jacques Romain Georges Brel

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    Jacques Romain Georges Brel - Pagina 3 Empty Jacques Romain Georges Brel

    Messaggio Da Lemond Dom Ago 04, 2013 11:43 am

    Promemoria primo messaggio :

    Da quando ho conosciuto questo artista (da pochi mesi, anche se mi pare da sempre) mi sembra di aver fatto "passi da gigante" nella comprensione dell'uomo e della sua grandezza. Me ne ero innamorato subito, anche se non ne sapevo molto, ma credo che il "colpo di fulmine" si sia rivelato esatto e, come accade spesso, si è trasformato in amore. La cosa che mi fa più piacere è che non sono il solo e voglio proprio cominciare questa discussione qui con la traduzione di una lettera scritta nel 1954 da Juliette Greco.
    "Ho incontrato Jacques Brel l'anno del suo arrivo a Parigi e cme dicono, così bene i canadesi, *je suis tombéè en amour* (in italiano, mi sono innamorata). Fra i tesori che mi ha proposto di cantare, c'era una canzone che, per l'epoca, era difficile, dura - Ça va (le diable) - Ho scelto quella e gli ho detto perché. Io ero abbastanza celebre, lui non ancora. Egli non aveva bisogno di me per le altre canzoni, ma per quella, senza dubbio, sì. Gli ho fatto capire la mia emozione e la certezza che sarebbe prest diventato ... quello che poi è stato e mi sentivo fiera e felice di aver incontrato un uomo come lui. La nostra amicizia è nata quel giorno e non è mai cessata: egli ha scritto per me e io canto per lui con tutte le mie forze, nel mondo intiero. Con amore. Jacques ha saputo dire tutto.



    Il diavolo (va bene)

    Un giorno, un giorno il diavolo è venuto sulla terra,
    un giorno il diavolo è venuto sulla terra
    per sorvegliare i suoi interessi, Egli ha visto tutto
    e tutto ha sentito il Diavolo.
    E dopo aver sentito tutto, e dopo aver
    visto tutto,
    è tornato a casa, là.
    E lì, c’è stato un grande banchetto,
    alla fine del banchetto, il Diavolo si è alzato
    e ha pronunciato  un discorso:

    Va Bene
    Ci sono sempre, dappertutto,
    Luci che illuminano la terra
    Va bene
    Gli uomini giocano come matti
    al pericoloso gioco della guerra
    Va bene
    I treni deragliano con rumore
    Perché dei ragazzi, pieni di ideali,
    Mettono  bombe sui binari
    E ciò crea dei morti originali
    Morti senza confessione
    Confessione senza remissione
    Va bene

    Niente si vende, ma tutto si acquista
    L’ onore e anche la santità
    Va bene 

    Gli Stati si nascondono
    In forma di società anonime
    Va bene

    I grandi si disputano i dollari
    Arrivati dal paese dei bambini
    L’ Europa ripete l'Avaro
    In una cornice del novecento
    E ciò provoca il morto di fame
    E la fame dei popoli
    Va bene

    Gli uomini hanno visto tante cose che
    I loro occhi sono diventati grigi
    Va bene

    E non si osa nemmeno più cantare
    Per le strade di Parigi
    Va bene 

    Si trattano le persone coraggiose come pazzi
    E poeti da sempliciotti
    Ma su tutti i giornali
    Tutti i bastardi hanno la loro immagine
    Questo fa male alla gente onesta
    E fa ridere invece quelle disoneste

    Va bene, va bene

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    Messaggio Da Lemond Sab Ott 26, 2013 8:54 am

    La casa discografica Barclay è in gravi difficoltà e Brel non sa come fare per aiutare il suo amico, perché ormai da tempo non scrive più canzoni. Eddie (Barclay) gli propone allora di registrare, con arrangiamenti nuovi, vecchie canzoni emblematiche, che appartengono al catalogo Philps. Questa soluzione non piace per niente a J.B. perché quando un bambino è nato, è nato, non lo si rimette al mondo anni dopo! E anche il pubblico, secondo lui, sarà di questo avviso e non dubiterà un solo istante che si tratta di una semplice operazione di "marketing". Ma, privilegiando l'amicizia, a detrimento della qualità artistica, accetta e l'album "Jacques Brel - luglio 1972" sarà pubblicato, senza però implicazione personale da parte del cantante-attore-scrittore. In quell'anno il nostro artista accumula le disgrazie, perché saprà che il suo più caro amico Jojo è attaccato da un cancro. Evil or Very Mad
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    Messaggio Da Lemond Dom Ott 27, 2013 8:27 am

    Durante l'estate del 1972 Brel s'installa in Belgio, dove gira Far West il suo secondo film come regista. "Il mio far west è un sogno che fa, nella nostra epoca, ogni tipo un po' perso. Quando eravamo ragazzi sognavamo di essere Buffalo Bill e allora da adulti ..." Con il desiderio di riparare alla sua infanzia, bistrattata dagli adulti che gli hanno rubato gran parte dell'immaginazione possibile, Brel qui si ferma sull'immaginme stessa del sogno. "Quando ero piccolo si sono dimenticati di avvertirmi che il Far West era solo una farsa ed ho voluto ricreare ciò che non avevo mai avuto".
    Per farlo , in questo film onirico e pieno di eleganza, mette in scena dei vecchi ragazzi che giocano ai cow-boys a agli indiani, perché non sopportano, come lui, di essere diventati adulti. Il lungometraggio è illustrato da una canzone "L'enfance" dove confessa tutte le ferite ricevute e dalle quali non si guarisce più.



    Lottare contro l'immobilità degli adulti e impegnarsi a realizzare i propri sogni; ricominciare la vita a ogni istante: queste sono le parole d'ordine di J.B.
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    Messaggio Da Lemond Lun Ott 28, 2013 8:02 am

    Nel maggio 1973 Brel è chiamato a rappresentare il cinema belga a Cannes, ma il suo "Far West" è demolito dalla critica e il film rappresenterà anche una notevole perdita finanziaria. Jacques prende atto che non sarebbe onesto cercare dei finanziatori per la sua eventuale prossima "messa in scena" e decide che Far West è stata la sua ultima fatica da regista; sarebbe anche dal cinema "tout court" se non avesse ancora un contratto da rispettare con E. Molinaro e L. Ventura. per girare "L'emmerdeur". Il nostro attore rivela un talento incredibile nell'interpretare il personaggio e il film ottiene un gran successo sia dalla critica che dal pubblico e Jacques può ritirarsi a vita privata, lasciamdo di sé un'immagine trionfante. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Ott 29, 2013 11:07 am

    Gli anni seguenti sono soltanto "suoi", perché Brel considera ormai terminata la carriera di artista e, poiché ha già il brevetto di pilota aereo, non gli rimane che imparare l'arte della navigazione, per chiudere il cerchio del suo spirito avventuroso. Nel novembre 1973 attraversa l'atlantico a bordo di una nave scuola a vela ed è già preso dal fascino dell'alto mare. Nel febbraio 1974 si procura un battello e ottiene a Ostenda il brevetto di capitano e il 24 luglio, con la sua compagna, la figlia France e due marinai professionisti si dirige verso le isole Azzorre, dove arriva il 2 di settembre. Là apprende la notizia della morte di JoJo il suo più grande amico di sempre e affranto come mai, prende il primo volo per arrivare in tempo ai funerali in Bretagna. Due giorni dopo si sposa la figlia maggiore (Chantal) e questi due fatti ci dànno la riprova che Jacques è sempre stato un amico modello, ma non un padre talentuoso. "À mon avis, la paternité n'existe pas. C'est une vue de l'esprit. La maternité, elle, existe et la tendresse de la mère est indispensable. Par contre, il est presque impossible pour un père d'établir un dialogue véritable avec ses enfants". E infatti non assisterà al matrimonio e ritornerà subito alle Azzorre per riprendere il mare in direzione della Canarie.
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    Messaggio Da Lemond Mer Ott 30, 2013 11:19 am

    Le lunghe settimane ad Anversa, di preparazione alla navigazione e le giornate pericolose di traversata marittima senza pilota automatico hanno lasciato tracce nel suo fisico, oltre alla sofferenza per la morte di JoJo. Senza quasi più forze, si concede una settimana in un albergo di Tenerife, ma mentre si riposa, un giorno sente un dolore violento al petto e crede di essere stato colpito da un infarto. Ma, a seguito, degli esami eseguiti in un centro medico, gli dicono che ha un cancro al polmone sinistro. Vola allora a Bruxelles, dove il 16 novembre 1974 è operato dal prof. Nemry. Non ci sono metastasi e quindi il chirurgo è ottimista, ma occorrerà che il paziente si comporti bene. Una volta rimesso in piedi, ritorna alle Canarie e parte per le Antille, dove sbarca il 30 dicembre. In quella traversata il rapporto con la figlia France si è molto deteriorato, a tal punto che lei decide di andarsene. Jacques e Maddly sono rimasti soli con il mare. Brel vorreste restare in Guadalupa, ma i giornalisti lo "braccano" di continuo e la coppia decide di andarsene verso il Pacifico e il 22 settembre 1975 partono per una lunga traversata che li avrebbe condotti alle isole Marchesi, una tappa, sembrerebbe, come le altre. (continua)
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    Messaggio Da Lemond Gio Ott 31, 2013 7:59 am

    Per oggi interrompo la storia di Jacques, per inviare un articolo apparso ieri sulle repubblica e che fa riferimento al rapporto fra lui e Juliette Greco (vedere messaggio n. 1)

    http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2013/10/30/news/juliette_grco_jacques_brel_amore_musica_star_francese_album_cantautore_belga_nel_35_anniversario_della_morte_parigi_nel_19-69821261/
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    Messaggio Da Lemond Lun Nov 04, 2013 9:13 am

    Arrivano in quelle isole dopo cinquantanove giorni di navigazione, particolarmente duri: hanno affrontato venti forti e poi invece bonacce che non riuscivano a spingere le vele. Accostano il 19 novembre nella baia di Tahauku dopo, ripeto, una traversata davvero penibile, tanto che Brel maledice il battello! Ormai aspira soltanto a trovare un posto dove stare "raggomitolato" insieme alla sua compagna. Qualche tempo dopo si reca a Papeete, dove si sottopone a certi esami e, per il momento, sembra che il cancro sia sotto controllo. Si decide di stabilirsi nell'isola di Hiva Oa, senza però sapere che il clima delle Marchesi, noto per l'alta umidità, non si addice per niente ad un uomo che soffre di un tumore polmonare. Sad Ma Jacques, incantato dall'isola, prende in locazione una casa nei pressi del villaggio di Atuona, molto vicina al cimitero dove è interrato anche il pittore Paul Gauguin.
    [*]Così installato, vende il battello e lo rimpiazza con un aereo bimotore, con il quale potrà rendere anche qualche servizio alla popolazione indigena: qualcuno impossibilitato a utilizzare i voli regolari, un malato o una partoriente e, naturalmente, senza farsi mai pagare un centesimo. Il piacere di volare è per lui il massimo dei pagamenti. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mer Nov 06, 2013 8:24 am

    Brel si occupa anche di arricchire la vita culturale del luogo, organizzando ad es. la proiezione di film a Atuona, ma nonostante le sue molteplici occupazioni, sente di nuovo il desiderio di canzoni: una fonte sotterranea che ritorna in superficie e nel marzo 1977 i suoi amici più prossimi apprendono che in settembre inciderà il suo ultimo album. Nulla e nessuno lo abbligherebbe a ripercorrere il commino degli "studios", perché i diritti di autore gli assicurano un sicurezza finanziaria invidiabile, ma egli ha deciso, anche se i motivi veri non si conoscono. Forse è un gesto in favore del suo amico Barclay, che è di nuovo vicino al fallimento? O forse perché è un eterno insodisfatto e in preda alla depressione e sente il bisogno di rompere la monotonia di un'esistenza troppo facile, nel silenzio di quelle isole?
    Quest'album che dovrebbe terminare il 17 novembre beneficerà di un'operazione di "marketing" molto particolare: coloro che hanno prenotato un milione di copie riceveranno dei contenitori bloccati con un codice cifrato e la combinazione sarà data loro il giorno "J" alle ore 12 e 51, ossia qualche minuto prima del telegiornale, che presenterà al pubblico l'ultima registrazione di Brel, diffondendo anche un estratto della canzone "Les marquises". Questa promozione minimalista, senza alcun video del cantante, sembrerà quasi un'orazione funebre.
    In tutti i modi la pubblicazione dell'ultimo Brel provocherà un terremoto discografico tale che non ha avuto mai più l'eguale in Francia.
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    Messaggio Da Lemond Sab Nov 09, 2013 9:11 am

    Sull'isola il Nostro è furioso, perché aveva richiesto espressamente che ci si limitasse a 300.000 copie del disco, cifra che è stata più che triplicata! Ma che si può rimproverare a Barclay se non il fatto di aver ben esercitato il suo mestiere? Però Brel non sopporta un tale clamore. Sad
    Contrariamente a quello che si è dichiarato talvolta, l'ultimo album contiene alcune fra le sue migliori registrazioni. che naturalmente si incentrano sui temi consueti: amore, morte, rivolta contro la stupidità etc, ma trattati con una maturità e uno spirito poetico che ne fanno un'opera magistrale. E ciò malgrado la malattia stia guadagnando terreno. Sad
    La prima canzone è "Jaurès" di tendenze socialiste, ispiratagli dal ricordo degli operai nella fabbrica di suo padre, il cui avvenire rimava con finire. Di fronte a queste persone che, invece di potersi esprimere attraverso il lavoro, possono invece sperare soltanto di sopravvivere, J.B. prova un'enorme compassione.

    http://www.jukebox.fr/jacques-brel/clip,jaures,vz38x.html


    Jaurès
    by Jacques Brel
    Ils étaient usés à quinze ans
    Ils finissaient en débutant
    Les douze mois s´appelaient décembre
    Quelle vie ont eu nos grand-parents
    Entre l´absinthe et les grand-messes
    Ils étaient vieux avant que d´être
    Quinze heures par jour le corps en laisse
    Laissent au visage un teint de cendres
    Oui notre Monsieur, oui notre bon Maître

    Pourquoi ont-ils tué Jaurès?
    Pourquoi ont-ils tué Jaurès?

    On ne peut pas dire qu´ils furent esclaves
    De là à dire qu´ils ont vécu
    Lorsque l´on part aussi vaincu
    C´est dur de sortir de l´enclave
    Et pourtant l´espoir fleurissait
    Dans les rêves qui montaient aux cieux
    Des quelques ceux qui refusaient
    De ramper jusqu´à la vieillesse
    Oui notre bon Maître, oui notre Monsieur

    Pourquoi ont-ils tué Jaurès?
    Pourquoi ont-ils tué Jaurès?

    Si par malheur ils survivaient
    C´était pour partir à la guerre
    C´était pour finir à la guerre
    Aux ordres de quelque sabreur
    Qui exigeait du bout des lèvres
    Qu´ils aillent ouvrir au champ d´horreur
    Leurs vingt ans qui n´avaient pu naître
    Et ils mouraient à pleine peur
    Tout miséreux oui notre bon Maître
    Couverts de prèles oui notre Monsieur
    Demandez-vous belle jeunesse
    Le temps de l´ombre d´un souvenir
    Le temps de souffle d´un soupir

    Pourquoi ont-ils tué Jaurès?
    Pourquoi ont-ils tué Jaurès?
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 10, 2013 9:13 am

    Si prosegue con "La ville s'endormait" un'opera audio-pittorica, oltre che affatto poetica, senza dubbio ispirata dall'ambiente in cui vive. Attraverso questo quadro di una città anonima, illuminata da un sole crepuscolare, ultimo fuoco d'artificio di una vita in declino, Brel evoca, in punta di ... parole, la fatica che comporta il suo compito faticoso di "sovrano" delle Marquises e anche la morte che si intravede all'orizzonte. Per meglio far capire all'ascoltatore le emozioni, l'autore non esita ad usare alcune ripetizioni, così come delle forme "je veux dire ..." Alla fine, si fa prendere dall'umore del momento e attacca brutalmente il genere femminile, presentato come l'affossatore dei sogni, in questo quadro del tutto onirico. Sad



    La ville s´endormait
    Et j´en oublie le nom
    Sur le fleuve en amont
    Un coin de ciel brûlait
    La ville s´endormait
    Et j´en oublie le nom
    Et la nuit peu à peu
    Et le temps arrêté
    Et mon cheval boueux
    Et mon corps fatigué
    Et la nuit bleu à bleu
    Et l´eau d´une fontaine
    Et quelques cris de haine
    Versés par quelques vieux
    Sur de plus vieilles qu´eux
    Dont le corps s´ensommeille

    La ville s´endormait
    Et j´en oublie le nom
    Sur le fleuve en amont
    Un coin de ciel brûlait
    La ville s´endormait
    Et j´en oublie le nom
    Et mon cheval qui boit
    Et moi qui le regarde
    Et ma soif qui prend garde
    Qu´elle ne se voit pas
    Et la fontaine chante
    Et la fatigue plante
    Son couteau dans mes reins
    Et je fais celui-là
    Qui est son souverain
    On m´attend quelque part
    Comme on attend le roi
    Mais on ne m´attend point
    Je sais, depuis déjà
    Que l´on meurt de hasard
    En allongeant le pas

    La ville s´endormait
    Et j´en oublie le nom
    Sur le fleuve en amont
    Un coin de ciel brûlait
    La ville s´endormait
    Et j´en oublie le nom
    Il est vrai que parfois près du soir
    Les oiseaux ressemblent à des vagues
    Et les vagues aux oiseaux
    Et les hommes aux rires
    Et les rires aux sanglots
    Il est vrai que souvent
    La mer se désenchante
    Je veux dire en cela
    Qu´elle chante
    D´autres chants
    Que ceux que la mer chante
    Dans les livres d´enfants
    Mais les femmes toujours
    Ne ressemblent qu´aux femmes
    Et d´entre elles les connes
    Ne ressemblent qu´aux connes
    Et je ne suis pas bien sûr
    Comme chante un certain
    Qu´elles soient l´avenir de l´homme

    La ville s´endormait
    Et j´en oublie le nom
    Sur le fleuve en amont
    Un coin de ciel brûlait
    La ville s´endormait
    Et j´en oublie le nom
    Et vous êtes passée
    Demoiselle inconnue
    A deux doigts d´être nue
    Sous le lin qui dansait
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Mer Nov 13, 2013 10:24 am

    Il disco prosegue con "Veillir" una canzone che, come "Les Vieux" dipinge la vecchiaia in modo austero. E la maniera per Brel di lottare contro il destino che non gli lascerà il tempo di conoscerla. Al riguardo Jacques non si è mostrato sempre negativo, soprattutto con il trascorrere degli anni: " Gradirei molto diventare un bravo vecchio che va a prendere il sole davanti alla porta" "Bisogna invecchiare, ma farlo in un certo modo, cioè vivendo, perché la morte invece è fermarsi. Certo quando si invecchia le emozioni sono diverse e si cercano più conferme che rivelazioni, ma penso che sia comunque bello. E poi ciò che ci dà il sentimento di vivere in primo luogo è il pericolo che dobbiamo affrontare e quando non si ha più paura, siamo già morti".



    Mourir en rougissant
    Suivant la guerre qu´il fait
    Du fait des Allemands
    A cause des Anglais

    Mourir baiseur intègre
    Entre les seins d´une grosse
    Contre les os d´une maigre
    Dans un cul de basse-fosse

    Mourir de frissonner
    Mourir de se dissoudre
    De se racrapoter
    Mourir de se découdre

    Ou terminer sa course
    La nuit de ses cent ans
    Vieillard tonitruant
    Soulevé pas quelques femmes
    Cloué à la Grande Ourse
    Cracher sa dernière dent
    En chantant "Amsterdam"

    Mourir, cela n´est rien
    Mourir, la belle affaire!
    Mais vieillir… Oh! vieillir


    Mourir, mourir de rire
    C´est possiblement vrai
    D´ailleurs la preuve en est
    Qu´ils n´osent plus trop rire

    Mourir de faire le pitre
    Pour dérider l´ désert
    Mourir face au cancer
    Par arrêt de l´arbitre

    Mourir sous le manteau
    Tellement anonyme
    Tellement incognito
    Que meurt un synonyme

    Ou terminer sa course
    La nuit de ses cent ans
    Vieillard tonitruant
    Soulevé par quelques femmes
    Cloué à la Grande Ourse
    Cracher sa dernière dent
    En chantant "Amsterdam"

    Mourir, cela n´est rien
    Mourir, la belle affaire!
    Mais vieillir… Oh! vieillir


    Mourir couvert d´honneur
    Et ruisselant d´argent
    Asphyxié sous les fleurs
    Mourir en monument

    Mourir au bout d´une blonde
    Là où rien ne se passe
    Où le temps nous dépasse
    Où le lit tombe en tombe

    Mourir insignifiant
    Au fond d´une tisane
    Entre un médicament
    Et un fruit qui se fane

    Ou terminer sa course
    La nuit de ses mille ans
    Vieillard tonitruant
    Soulevé par quelques femmes
    Cloué à la Grande Ourse
    Cracher sa dernière dent
    En chantant "Amsterdam"

    Mourir, cela n´est rien
    Mourir, la belle affaire!
    Mais vieillir… Oh! vieillir
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    Messaggio Da Lemond Lun Nov 18, 2013 12:24 pm

    In questo disco figura anche Orly, che è una delle più potenti canzoni d'amore in lingua francese. Brel fa la figura del narratore, cioè si mette all'interno di ciascun personaggio, del quale conosce lo stato d'animo e il destino. Al centro della folla dell'aeroporto ci sono due amanti che "recitano" con lentezza la loro ultima scena e l'autore ne approfitta per evocare, con una metafora poetica, la malattia che lo separa ogni giorno di più dalla donna amata.



    Ils sont plus de deux mille
    Et je ne vois qu´eux deux
    La pluie les a soudés,
    Semble-t-il, l´un à l´autre
    Ils sont plus de deux mille
    Et je ne vois qu´eux deux
    Et je les sais qui parlent
    Il doit lui dire « Je t´aime! »
    Elle doit lui dire « Je t´aime! »
    Je crois qu´ils sont en train
    De ne rien se promettre
    Ces deux-là sont trop maigres
    Pour être malhonnêtes

    Ils sont plus de deux mille
    Et je ne vois qu´eux deux
    Et brusquement, il pleure
    Il pleure à gros bouillons
    Tout entourés qu´ils sont
    D´adipeux en sueur
    Et de bouffeurs d´espoir
    Qui les montrent du nez
    Mais ces deux déchirés
    Superbes de chagrin
    Abandonnent aux chiens
    L´exploit de les juger

    La vie ne fait pas de cadeau
    Et nom de Dieu c’est triste
    Orly, le dimanche,
    Avec ou sans Bécaud!

    Et maintenant, ils pleurent
    Je veux dire tous les deux
    Tout à l´heure c´était lui
    Lorsque je disais "il"
    Tout encastrés qu´ils sont
    Ils n´entendent plus rien
    Que les sanglots de l´autre
    Et puis
    Et puis infiniment
    Comme deux corps qui prient
    Infiniment, lentement,
    Ces deux corps se séparent
    Et en se séparant
    Ces deux corps se déchirent
    Et je vous jure qu´ils crient
    Et puis, ils se reprennent
    Redeviennent un seul
    Redeviennent le feu
    Et puis, se redéchirent
    Se tiennent par les yeux
    Et puis, en reculant
    Comme la mer se retire,
    Il consomme l´adieu
    Il bave quelques mots
    Agite une vague main
    Et brusquement, il fuit
    Fuit sans se retourner
    Et puis, il disparaît
    Bouffé par l´escalier

    La vie ne fait pas de cadeau
    Et nom de Dieu c´est triste
    Orly, le dimanche,
    Avec ou sans Bécaud!

    Et puis, il disparaît
    Bouffé par l´escalier
    Et elle, elle reste là
    Cœur en croix, bouche ouverte
    Sans un cri, sans un mot
    Elle connaît sa mort
    Elle vient de la croiser
    Voilà qu´elle se retourne
    Et se retourne encore
    Ses bras vont jusqu´à terre
    Ça y est! Elle a mille ans
    La porte est refermée
    La voilà sans lumière
    Elle tourne sur elle-même
    Et déjà elle sait
    Qu´elle tournera toujours
    Elle a perdu des hommes
    Mais là, elle perd l´amour
    L´amour le lui a dit
    Revoilà l´inutile
    Elle vivra de projets
    Qui ne feront qu´attendre
    La revoilà fragile
    Avant que d´être à vendre

    Je suis là, je la suis
    Je n´ose rien pour elle
    Que la foule grignote
    Comme un quelconque fruit
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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 19, 2013 8:43 am

    Sullo stesso registro si trova "Les marquises" una sublime evocazione dell'isola nella quale Brel ha ancorato per sempre il suo naviglio. Le corde di F. Rauber dànno il "la" a questa canzone di sogno, grave e leggera allo stesso tempo. L'autore indirizza un commosso omaggio agli insulari che, grazie alla loro spiritualità, hanno un rapporto naturale con la morte. E poi guardando la terra, il fuoco, il mare per lui tutto ricomincia e tutto sembra fermo e immobile in un presente gradevole e eterno. Wink



    Ils parlent de la mort comme tu parles d´un fruit
    Ils regardent la mer comme tu regardes un puits
    Les femmes sont lascives au soleil redouté
    Et s´il n´y a pas d´hiver, cela n´est pas l´été
    La pluie est traversière, elle bat de grain en grain
    Quelques vieux chevaux blancs qui fredonnent Gauguin
    Et par manque de brise, le temps s´immobilise
    Aux Marquises

    Du soir, montent des feux et des points de silence
    Qui vont s´élargissant, et la lune s´avance
    Et la mer se déchire, infiniment brisée
    Par des rochers qui prirent des prénoms affolés
    Et puis, plus loin, des chiens, des chants de repentance
    Et quelques pas de deux et quelques pas de danse
    Et la nuit est soumise et l´alizé se brise
    Aux Marquises

    Le rire est dans le cœur, le mot dans le regard
    Le cœur est voyageur, l´avenir est au hasard
    Et passent des cocotiers qui écrivent des chants d´amour
    Que les sœurs d´alentour ignorent d´ignorer
    Les pirogues s´en vont, les pirogues s´en viennent
    Et mes souvenirs deviennent ce que les vieux en font
    Veux-tu que je te dise : gémir n´est pas de mise
    Aux Marquises
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Mer Nov 20, 2013 9:33 am

    Non si può certo omettere di citare due canzoni impressionanti per sentimento e tristezza e infatti la poesia è piena di lacrime e compassione. La prima è "Jojo", dedicata  a Georges Pasquier l'amico più caro che abbia mai avuto Jacques e insieme al quale ha consumato numerose notti bianche, accompagnate dalle immancabili tirate di sigarette. E proprio ad esse fa riferimento, mentre tenta di rivolgersi a lui attraverso la frontiera della morte.

    "Voici donc quelques rires
    Quelques vins, quelques blondes
    J´ai plaisir à te dire
    Que la nuit sera longue
    A devenir demain"

    Poi finge di poetr tornare indietro nel tempo per poter condividere un pensiero comune, che rappresenta una vera e propria filosofia di vita

    "Nous savons tous les deux
    Que le monde sommeille
    Par manque d´imprudence"

    Infine Brel esprime l'ultimo desidero, che è quello di raggiungere l'amico.

    http://www.jukebox.fr/jacques-brel/clip,jojo,r88vu.html


    Jojo
    Voici donc quelques rires
    Quelques vins, quelques blondes
    J´ai plaisir à te dire
    Que la nuit sera longue
    A devenir demain
    Jojo
    Moi je t´entends rugir
    Quelques chansons marines
    Où des Bretons devinent
    Que Saint-Cast doit dormir
    Tout au fond du brouillard

    Six pieds sous terre
    Jojo
    Tu chantes encore
    Six pieds sous terre
    Tu n’es pas mort

    Jojo
    Ce soir comme chaque soir
    Nous refaisons nos guerres
    Tu reprends Saint-Nazaire
    Je refais l´Olympia
    Au fond du cimetière
    Jojo
    Nous parlons en silence
    D´une jeunesse vieille
    Nous savons tous les deux
    Que le monde sommeille
    Par manque d´imprudence

    Six pieds sous terre
    Jojo
    Tu chantes encore
    Six pieds sous terre
    Tu n’es pas mort

    Jojo
    Tu me donnes en riant
    Des nouvelles d´en bas
    Je te dis : "Mort aux cons!"
    Bien plus cons que toi
    Mais qui sont mieux portants
    Jojo
    Tu sais le nom des fleurs
    Tu vois que mes mains tremblent
    Et je te sais qui pleure
    Pour noyer de pudeur
    Mes pauvres lieux communs

    Six pieds sous terre
    Jojo
    Tu chantes encore
    Six pieds sous terre
    Tu n’es pas mort

    Jojo.
    Je te quitte au matin
    Pour de vagues besognes
    Parmi quelques ivrognes
    Des amputés du cœur
    Qui ont trop ouvert les mains
    Jojo
    Je ne rentre plus nulle part
    Je m´habille de nos rêves
    Orphelin jusqu´aux lèvres
    Mais heureux de savoir
    Que je te viens déjà

    Six pieds sous terre
    Jojo
    Tu n´es pas mort
    Six pieds sous terre
    Jojo
    Je t´aime encore
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Gio Nov 21, 2013 10:43 am

    In "Voir un ami pleurer"  il Nostro prosegue nella medesima ispirazione, seppure in modo universale. Dietro la maschera tragica dell'amico anonimo si possono vedere i drammi sociali, evidenziati, per una volta, perché non è mai stato suo costume farlo, da esempi. Si noterà comunque che questa canzone, illustrata da immagini forti, mette l'accetto sulla tematica breliana (per eccellenza): la società si disgrega, perché diretta da "adulti" che, non essendo riusciti a esaudire i propri sogni di ragazzi, si trovano nell'impossibilità di instaurare con gli altri dei rapporti di amicizia fraterna.



    Bien sûr il y a les guerres d'Irlande
    Et les peuplades sans musique
    Bien sûr tout ce manque de tendres
    Il n'y a plus d'Amérique
    Bien sûr l'argent n'a pas d'odeur
    Mais pas d'odeur me monte au nez
    Bien sûr on marche sur les fleurs
    Mais voir un ami pleurer!

    Bien sûr il y a nos défaites
    Et puis la mort qui est tout au bout
    Nos corps inclinent déjà la tête
    Étonnés d'être encore debout
    Bien sûr les femmes infidèles
    Et les oiseaux assassinés
    Bien sûr nos cœurs perdent leurs ailes
    Mais mais voir un ami pleurer!

    Bien sûr ces villes épuisées
    Par ces enfants de cinquante ans
    Notre impuissance à les aider
    Et nos amours qui ont mal aux dents
    Bien sûr le temps qui va trop vite
    Ces métro remplis de noyés
    La vérité qui nous évite
    Mais voir un ami pleurer!

    Bien sûr nos miroirs sont intègres
    Ni le courage d'être juifs
    Ni l'élégance d'être nègres
    On se croit mèche on n'est que suif
    Et tous ces hommes qui sont nos frères
    Tellement qu'on n'est plus étonnés
    Que par amour ils nous lacèrent
    Mais voir un ami pleurer!
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    Messaggio Da Lemond Ven Nov 22, 2013 9:21 am

    Finita la registrazione, Brel resta nella sua "tana" insulare al riparo dei riflettori mediatici, ma nei mesi seguenti la sua salute si degrada e si deve servire di una canna per muoversi, Nel luglio 1978 ha un parossismo polmonare e si accorge che ormai non potrà più neppure pilotare ed è quasi una morte anticipata! Il prof. L. Israel, che passa da Tahiti per tenere alcune conferenze, va a visitarlo e lo consiglia di recarsi subito a Parigi per alcune terapie. Jacques il 27 luglio parte per la Francia  dove sarà ospitalizzato nel reparto del professore sotto un nome falso, per poter "sfuggire" alla folla di giornalisti e fotografi che altrimenti ... Israel è ottimista, perché il trattamento potrebbe prolungare la vita addirittura di qualche anno, ma un'embolia polmonare imprevedibile mette fine ai giorni di
    Jacques Romain George Brel il 9 ottobre 1978 alle 4 e 30, dopo essersi battutto con una determinazione fantastica, confesserà il cancerologo. Due mesi più tardi il corpo sarà inumato nel piccolo cimitero di Atuona, a due passi dalla tomba di Gauguin.

    FINE



    P.S.



    Nel febbraio 1990, Barbara, la gemella di cuore, scriverà "Gauguin" una canzone che arriva a fare il ritratto di un uomo che nel corso della sua breve vita, si è sempre "accanito" a raggiungere la ... stella inaccessibile.


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    Messaggio Da Lemond Gio Mar 20, 2014 8:29 am

    Anno 1957, dopo Juliette Greco e Dalida, ecco un altro grande della canzone francese che "si innamora" delle canzoni di Jacques e ne sceglie una per il suo reportorio "Voir". Montand, il rosso, canta dunque "l'abate Brel". E quando lo si interroga, Yves non rinuncia ad essere diretto: "Jacques vede la vita con gli occhi di un cristiano e "Voir" è un poema meraviglioso, un poema che recita l'amore nel senso più largo del termine."

    https://www.youtube.com/watch?v=GCFLaRPb23Q


    VOIR



    Voir la rivière gelée
    Vouloir être un printemps
    Voir la terre brûlée
    Et semer en chantant
    Voir que l'on a vingt ans
    Vouloir les consumer
    Voir passer un croquant
    Et tenter de l'aimer
    Voir une barricade
    Et la vouloir défendre
    Voir périr l'embuscade
    Et puis ne pas se rendre
    Voir le gris des faubourgs
    Vouloir être Renoir
    Voir l'ennemi de toujours
    Et fermer sa mémoire

    Voir que l'on va vieillir
    Et vouloir commencer
    Voir un amour fleurir
    Et s'y vouloir brûler
    Voir la peur inutile
    La laisser aux crapauds
    Voir que l'on est fragile
    Et chanter à nouveau
    Voilà ce que je vois
    Voilà ce que je veux
    Depuis que je te vois
    Depuis que je te veux
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    Messaggio Da Lemond Ven Mar 21, 2014 8:23 am

    Joan Baez e Jacques Brel

    http://www.lyricsone.com/videos/joan-baez/167079-la-colombe-the-dove (versione inglese di J.B. "The dove")



     
    https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=LvDHbOvscfs (originale)


    Pourquoi cette fanfare, quand les soldats par quatre
    Attendent les massacres sur le quai d'une gare?
    Pourquoi ce train ventru qui ronronne et soupire
    Avant de nous conduire jusqu'au malentendu?
    Pourquoi les chants les cris des foules venues fleurir
    Ceux qui ont le droit d'partir au nom de leurs conneries?

    Nous n'irons plus au bois, la colombe est blessée.
    Nous n'allons pas au bois, nous allons la tuer.

    Pourquoi l'heure que voilа, ou finit notre enfance
    Ou finit notre chance, ou notre train s'en va?
    Pourquoi ce lourd convoi, chargé d'hommes en gris
    Repeints en une nuit pour partir en soldats?
    Pourquoi ce train de pluie, pourquoi ce train de guerre?
    Pourquoi ce cimetière en marche vers la nuit?

    Nous n'irons plus au bois, la colombe est blessée.
    Nous n'allons pas au bois, nous allons la tuer.

    Pourquoi les monuments qu'offriront les défaites
    Les phrases déjа faites qui suivront l'enterrement?
    Pourquoi l'enfant mort-né, que sera la victoire
    Pourquoi les jours de gloire, que d'autres auront payés?
    Pourquoi ces coins de terre que l'on va peindre en gris
    Puisque c'est au fusil qu'on éteint la lumière?

    Nous n'irons plus au bois, la colombe est blessée.
    Nous n'allons pas au bois, nous allons la tuer.

    Pourquoi ton cher visage, dégrafé par les larmes
    Qui me rendait les armes aux sources du voyage?
    Pourquoi ton corps qui sombre, ton corps qui disparait
    Et n'est plus sur le quai, qu'une fleur sur une tombe?
    Pourquoi ces prochains jours ou je devrais penser
    А ne plus m'habiller que d'une moitié d'amour?

    Nous n'irons plus au bois, la colombe est blessée.
    Nous n'allons pas au bois, nous allons la tuer.
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Sab Mar 22, 2014 7:31 am

    https://www.youtube.com/watch?v=2bCtYcr9t1g


    Edith Piaf e Jacques Brel
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    Messaggio Da Lemond Dom Mar 23, 2014 9:08 am

    Alcuni appunti sulla vita, ovvero il romanzo di Jacques.
     
    Una cosa è scrivere una canzone come "I borghesi", altra è portarsela dietro nella vita di tutti i giorni e infatti gli è capitato diverse volte situazioni come quella di Rennes (testimone il giornalista P. Berruer). Sei studenti desinavano ad un tavolo vicino e uno di essi, un po' per scherzo, ma anche perché lo pensava ha affermato a voce alta: "Facile eh, fustigare i borghesi e poi pasteggiare a champagne e whisky!" Jacques non rispose direttamente, ma prima che gli studenti uscissero, mentre lui se n'era andato, il proprietario del locale si reca al loro tavolo con una bottiglia di scotch e gliela regala ... da parte di Brel. Very Happy Altro argomento di attacco sono i prezzi che pratica un uno "di sinistra" (dopo la conversione all'ateismo dell'abate Brel). Ma qui la sua risposta è diretta "Amo molto di più uno spettacolo caro, ma ben fatto, che uno a buon mercato, ma raffozzonato e mal montato. Sì, da uomo di sinistra sono contro ogni cosa falsamente comunitaria.  Mad 

    https://www.youtube.com/watch?v=Qn4AoiPrJhs
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    Messaggio Da Lemond Lun Mar 24, 2014 10:14 am

    Alcuni appunti sulla vita, ovvero il romanzo di Jacques. II

    Il cantante una volta ha spiegato com'è nata una delle canzoni "belgo-belge" : il tram 33 della sua adolescenza a Bruxelles. L'idea motrice di "Madeleine" è molto lontana da quanto si potrebbe immaginare. "Un giorno, passando davanti a una caserma e vedendo dei ragazzi "occupati" ad attendere, mi è venuto in mente di poter scrivere una canzone ... sull'attesa.  Smile 
    Madeleine non è una donna, ma solo la situazione di ciò che poco si ama (l'attesa), perché si attende, sapendo che nessuno arriverà. Può essere Dio, la fortuna o qualsiasi altra cosa, ma quel che è sicuro è che si continuerà ad aspettare, come quei politici che dopo una guerra parlano sempre di una pace futura giusta e durevole.  drinking-wine 

    https://www.youtube.com/watch?v=bRCBpMmhrgg
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    Messaggio Da Lemond Mar Mar 25, 2014 9:10 am

    Jacques dà spesso, delle sue canzoni, letture piuttosto complesse. vediamone alcune: "Au suivant" *mi indigno contro la diminuzione progressiva della libertà individuale (quindi non solo contro la guerra); "Le vieux" *non è un fatto solo di età, ma riguarda la solitudine morale in cui si trova la maggior parte del genere umano*. La questione è di sapere se avesse già tali concezioni al momento della scrittura o se questi pensieri li ha elaborati dopo, nelle notti insonni passate a cercare di "rifare il mondo".

    https://www.youtube.com/watch?v=zXBPeQiYxeI


    https://www.youtube.com/watch?v=M-nyLvIuHDU
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    Messaggio Da Lemond Lun Apr 07, 2014 9:18 am

    Se qualcuno volesse scrivere sulla lapide alle Marchesi, che si trova a circa 100 metri da quella di Paul Gauguin, un epitaffio che lo potesse descrivere, credo che il migliore potrebbe essere questo: "J'veux qu'on rie, j'veux qu'on danse
    J'veux qu'on s'amuse comme des fous."
    Proprio perché la vita è una cosa seria e alquanto seriosa lui aveva in sé proprio il desiderio insaziabile di far ridere gli altri, forse per togliersi di dosso, in parte, le proprie angoscie e interrogazioni esistenziali. Così facendo rispondeva anche al desiderio di essere amabile/amato dalla gente e così cercava di dir loro che si devono amare e amare meglio. "Nous aurons dans nos main/Amis le monde entier". Alle Marchesi, come in ogni momento della vita, dovunque si trovasse, ha sempre cercato di costituirsi un clan, un gruppo di gente che lo amasse, perché sentiva di aver bisogno del suo pubblico, verso il quale si prodigava, come mai nessuno prima. Ciascun momento diventava una sorta di spettacolo: andavi da lui a desinare? Ti si presentava davanti in "smoking" anche alla Marchesi  Very Happy e ti riservava un'accoglienza principesca e il caviale e lo champagne non mancavano mai. Egli amava trasformare tutto in una festa, così era Jacques Brel e il suo testamento è costituito soprattutto da quelle parole che ho scritto all'inizio e che si trovano qui. https://www.youtube.com/watch?v=MB58PuNYO8o
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    Messaggio Da Lemond Gio Set 11, 2014 10:30 am

    Riprendendo a parlare di lui e delle poliedrica personalità, occorre dire che è un interprete prodigioso, prima che poeta e infine musicista autodidatta. Non si può comprendere la formidabile presenza e il successo, se non si è mai visto in scena o in qualche programma televisivo (youtube). Nessun interprete lotta come lui sul palco, se non Edith Piaf, ma lei non scrive. Sorpassarsi è il suo motto e anche lui ad un certo punto si rende conto che la cosa più importante non è, come aveva sempre detto, scrivere, bensì ... cantare. Wink La voce acquisisce negli anni ampiezza e potenza e diviene calda e convincente (il massimo sarà nei primi anni sessanta). Non è molto importante, ma, lavorandoci su, è riuscito a perdere del tutto l'accento belga e infine, sul fatto che non può scrivere troppo, perché è in "tournée" circa trecento giorni all'anno, dichiara agli amici: "Se avessi il tempo o la capacità di scrivere un romanzo, potrei essere più "nuancé" (termine che uso anche in italiano e che quindi non so tradurre), ma in tre/quattro minuti non si ha il tempo per esserlo, se tu vuoi che alla gente resti una tua idea, occorre colpire forte!"

    https://www.youtube.com/watch?v=11rUeC6jkZk#
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    Messaggio Da Lemond Lun Set 15, 2014 10:11 am

    Prima di entrare in scena, anche se scherzava con JoJo (vedi allegato youtube, purtroppo fino ad una certa data) e davanti a lui c'era una sala gremita e la critica entusiasta "a priori", Jacques ha paura, ogni sera si presenta a un combattimento nuovo e alla fine riesce, come ogni combattente coraggioso a domare quella sua paura! Egli si riscalda, prima di entrare, come uno sportivo e, avanti di superare quei pochi metri, gesticola salta sul posto e molto spesso vomita addirittura. Ad un certo momento, che lui solo conosce, inspira un'ultima volta e corre verso il palco. Quando il telone si apre, la tensione è al suo acme e Brel soffre ancora del suo fisico, perché si trova brutto. Non ha compreso che invece il pubblico ama, negli attori, la faccia dai tratti irregolari: grandi denti e grosse labbra hanno la meglio sui tratti fini. Wink E poi le Grand Jacques possiede la bellezza del suo "charme" veemente e parossistico, che si può chiamare anche *carisma*. Wink

    https://www.youtube.com/watch?v=tDi5TyWG-9o
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    Messaggio Da Lemond Ven Set 19, 2014 10:40 am

    Dopo il 1959 è diventato il faro dove si esibisce (mentre gli altri fanno da
    contorno) e agisce come una carica di cavalleria: mette in scena i suoi
    testi, cattura gli spettatori con le sue reti, con il modo drammatico di
    recitare e il senso della parola e ... riesce a trasformare le sue canzoni
    in quadri musicali.
    https://www.youtube.com/watch?v=lnRDZQdCzEg


    La sua canzone-teatro si indirizza a tutti coloro che hanno vissuto o
    vogliono vivere un'esperienza intensa. Brel abbandona la chitarra e si
    serve di tutto il suo corpo: la fronte s'increspa, le vene scolpiscono le
    tempie, apre le mani e poi le chiude a pugno, gioca con le braccia e le
    gambe, sempre controllando la mimica, salvo quando interpreta "Le Bombons" ,
    dove si trasforma in un personaggio piuttosto greve e l'interpretazione deve
    per forza essere "sopra le righe". Wink

    https://www.youtube.com/watch?v=LWPl5hDjhoo

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