Nato a Dirinon (Fra) il 19 luglio 1929, deceduto a Landerneau (Fra) il 24 settembre 2000. Scalatore. Professionista dal 1950 al 1958 con 9 vittorie.
Corridore tenace, ma non dotato di mezzi eccezionali. Scalatore di buon livello, ma non certo vicino ai grandissimi che suggellarono gli anni ’50. Mallejac passò professionista nel 1950, all’interno di una squadra transalpina che pareva costruita per lanciare i giovani: la Stella-Dunlop. Fu un esordio felice, poiché fece presto ad assaporare la gioia dei successi, anche se in gare non di prestigio. Vinse infatti ben 5 corse: il Circuit de l’Argoat, il Criterium di Callac, il GP Dinard, ed ancora i Criterium di Ploubalay e di Cleder e si piazzò subito in una corsa a tappe a quei tempi abbastanza importante come il Tour de l’Ouest, dove chiuse 10°. L’anno successivo dimostrò le sue caratteristiche di buon regolarista, giungendo 4° sempre al “Ouest” e 6° nella Parigi-Nizza, allora chiamata Parigo-Costa Azzurra. Vinse poi il Circuito dell’Isola a Scaer ed ottenne un buon 2° posto nella Nantes-Angers-Nantes. Dopo un incolore ‘52, dove affrontò per la prima volta il Tour de France, chiuso al 33° posto, uscì dall’anonimato nella Grande Boucle del 1953 quando, partito come modesto comprimario regionale, si trovò improvvisamente, dopo la vittoria nella tappa Dieppe-Caen, in Maglia Gialla. Per Mallejac, che non sognava l'impossibile, fu un successo che egli cercò di mantenere il più a lungo possibile, resistendo per 5 tappe ai furiosi assalti degli avversari. Poi dovette cedere la prestigiosa maglia ad un grande campione che portava il nome di Louis “Louison” Bobet. Stando alla norma, dopo lo sforzo sostenuto, Mallejac, che era un ottimo ciclista, ma che tuttavia non aveva la stoffa del campione, avrebbe dovuto cedere di schianto, ma egli non mollò e resistette tenacemente difendendo “con le unghie e coi denti” quel favoloso posto d’onore fino a Parigi. Nell’anno vinse anche il Circuit de Monts d’Arrée. Anche l'anno successivo disputò un buon Tour, ottenendo alla fine la quinta piazza.
Nella edizione della Grande Boucle ’55, nel corso dell’11a tappa, la Marsiglia-Avignone, sul Mont Ventoux, andò in crisi nera e cadde al suolo. Soccorso con ossigeno e anticoagulanti, dopo diversi minuti si riprese, ma fu portato all’Ospedale di Avignone, dove si verificò un uso massiccio di anfetamine. Fu il primo caso di doping accertato (allora non c’era il cosiddetto “antidoping”) del ciclismo, forse il “milionesimo reale” da quando è nato lo sport. Ripresosi completamente, ritornò alle gare e nel ’56 vinse la Riom-es-Montagne e finì 34° al Tour. L’anno dopo, vinse la Ronde du Vigenal e provò la Vuelta di Spagna: chiusa 19°, col 3° posto nella 9a tappa. Nel ’58 venne al Giro, che finì 48° ed abbandonò il Tour alla 15° tappa. A fine anno appese la bici al chiodo.
Maurizio Ricci detto Morris