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UribeZubia
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    Fausto Coppi

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    Fausto Coppi - Pagina 2 Empty Fausto Coppi

    Messaggio Da Lemond Ven Lug 04, 2014 8:11 am

    Promemoria primo messaggio :

    di Mario Fossati


    Introduzione di Enrico Currò

    In questo libro c'è un altro fuoriclasse, oltre a Fausto (detto Fostò [l'accento però dovrebbe essere acuto Mad ] dai francesi, i quali, pur intrisi di sciovinismo (Nicolas Chauvin, se è esistito, era appunto francese), lo riconobbero come campionissimo e re di Francia. L'altro, dicevo, è l'autore, scomparso nel dicembre 2013 a 91 anni e che è sempre stato un giornalista "invisibile", poco incline alle apparizioni in TV e alle pontificazioni chiassose. L'approdo al giornalismo fu casuale: la Gazzetta dello Sport ne accettò l'offerta di collaborazione, perché abitava vicino a Magni e ivi conobbe Brera, con il quale stabilì un'amicizia fraterna e mai interessata. Essa fu decisiva per entrambi: Mario era la parte riflessiva dell'esuberante Gianni e l'altro rappresentò sempre il riferimento professionale di Fossati, che imparava molto in tutti gli aspetti del giornalismo. Ha continuato a scrivere di ciclismo e di altri sport, fino alla morte dell'amico e poi smise con la cronaca e si dedicò maggiormente ad articoli di costume sociale, su fondo sportivo. Nel 1977 aveva scritto questo libro, su pressione di Sergio Neri, perché del capolavoro agonistico di Coppi lui era stato autorevolissimo testimone quotidiano, in qualità di inviato della Gazzetta a frugare fra le pieghe delle corse e in quelle occasioni era diventato intimo del Campionissimo. Wink
    Le pagine restituiscono l'atmosfera di quei tempi e il merito è tutto del "giornalista invisibile". Wink

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    Fausto Coppi - Pagina 2 Empty Re: Fausto Coppi

    Messaggio Da Lemond Ven Ago 22, 2014 8:52 am

    "Ho assistito a grandi numeri di Géminiani nella mia vita" aveva commentato Bidot, ma questo di Namur è stato un pezzo da antologia! Raphael apre la porta della sala da bagno e scorge Robic, il viso insaponato, piccolo, magro e rigido. Robic ha paura dinanzi a "Le Grand Fusil" "Ah! Bastardo! tuona Gem , non potevi correre, avevi male alle gambe quando noi, con gli italiani scatenati, si lavorava sodo. Ma non avevi male alle gambe per scapparci di sotto il muso. Ebbene io non sono un ingrato, ti do una mano a sbarbarti." Così detto, gli immerge la testa nell'acqua, facendolo bere. Una bevuta che gli resterà sul cuore. Ormai, dice Bidot, il malessere è entrato nella squadra, ma la colpa è intieramente di Robic, perché ha avuto il grave torto di voler dimostrare la sua superiorità di fronte a un compagno e di correre da solo, quando la coesione era indispensabile! Géminiani invece è stato al gioco e la sua abnegazione gli è costata la bagatella di undici minuti, si può capire la sua furia. Un collega francese disse che Biquet (Robic) in nazionale è un non senso, non lo convertiranno mai alla disciplina di squadra. Insomma un modo garbato per mandarlo al diavolo. Wink
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    Messaggio Da Lemond Lun Ago 25, 2014 10:04 am

    30 giugno, il Tour puntava su Metz, gioia sul viso di tutti, tranne dei belgi che abbandonavano il loto paese. Chi stava peggio di tutti era R. Van Stembergen, che aveva il viso di chi aveva passato la notte con gli occhi sbarrati, forse per una indigestione di birra, che tutti gli offrivano. Probabilmente non raggiungerà Metz. I nostri (Coppi, Bartali e Magni) erano freschi e vispi, mentre l'afa sbiadiva la Lorena e il paesaggio sembrava diluito dalla calura, il grande Rik si era disteso su un prato ad aspettare la vettura scopa, circondato da un gruppo di francesi. Mi chiedevo se la tappa si sarebbe arricchita di nuove e più vivaci scene, quando dal plotone si staccò in avanti una sagoma forte e nota: lo spadaccino del Tour, Fiorenzo Magni. Mancavano 50 km. di mangia e bevi per raggiungere Metz e il solo che l'aveva seguito (Keibali) forava e Fiorenzo era restato solo. Il vento gli gonfiava la maglia di campione d'Italia e gli emigrati nostri esplodevano ai bordi della strada. Wink Dall'ammiraglia Binda guardava Coppi e bartali che frenavano il gruppo e Magni aveva 3 minuti di vantaggio, mentre si entrava nel dipartimento della Mosella. Il plotone era scosso un poco da qualche reazione della maglia gialla che invitava i compagni di squadra e gettava loro occhiate furiose!. A Metz Magni era accolto da un'ovazione clamorosa e insieme alla vittoria di tappa, poco dopo arrivava l'annuncio che Fiorenzo Magni era la nuova maglia gialla del Tour. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mer Ago 27, 2014 12:00 pm

    Appena arrivato, cerco Magni, ma lui se l'è filata "all'inglese". Il Tour
    nel 1952 non era oppresso da una rigida etichetta e Fiorenzo era andato via,
    perché non pensava di aver conquistato la maglia e, quando se ne accorse,
    era ormai tardi per arrivare in tempo sul palco, perché la folla spazientita
    aveva abbandonato il parco di Metz e fu Goddet da solo a consegnare
    l'insegna a Magni e in quel momento vidi che la mente del toscano era
    tornata indietro di due anni ...
    Saint Gaudens 1950, arrivo del tappone pirenaico e F.M. riprende in salita
    gli scalatori e tira la volata a Bartali sulla lunga rampa finale. Gino
    vince la tappa e Fiorenzo indossa la maglia. La sera è tempestosa: piove e
    lampeggia, così come la giornata al Tour. Sull'Aspin ci sono stati incidenti
    gravi, con aggressione ai corridori italiani e all'arrivo Bartali decide di
    abbandonare e consiglia Binda di ritirare la squadra. Senza Bartali, Alfredo
    sa che l'Italia non può vincere il Tour, perché Magni ha bisogno del
    radiofaro Gino in squadra e allora quella maglia gialla resterà lì in
    valigia, perché il giorno dopo non ci sarà corsa per lui. Gli è rimasto il
    rimpianto per due anni.
    Quella sera Fiorenzo mi volle a cena ed io potei ascoltare i complimenti di
    Coppi e Bartali, sinceramente ammirati.
    I parigini dicono che l'atmosfera di Metz e della Lorena è pigra,
    sonnolenta, ma per noi quel giorno fra le vie di Metz regnava la gioia e
    l'atmosfera era due volte festosa. Wink
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    Messaggio Da Lemond Sab Ago 30, 2014 9:48 am

    Intanto Binda meditava sul Tour: un fuoriclasse, Van Stembergen, se n'è
    andato a casa, i regionali anziché attaccare si sono limitati a vivacchiare,
    mentre i nazionali non hanno saputo difendere la loro maglia gialla, poi il
    discorso scivolava su Magni e Alfredo indugiava volentieri sul campione di
    Prato che aveva detto che, se proprio dovrò cedere la maglia, lo farò con un
    altro italiano. (nota mia, come tutti i fascisti Fiorenzo teneva in ben alta
    considerazione il concetto di nazionalità).
    L'indomani c'era la cronometro da Metz a Nancy  e Binda era preoccupato per
    quel che aveva detto Coppi all'Equipe: "Temo di non saper dosare bene lo
    sforzo, non sento questa corsa e penso che ci possa essere qualche sorpresa,
    proveniente da di giovani sconosciuti." La crono passa per la corsa della
    verità, ma qualche bugia la dice anche lei, ad es. per le condizioni
    ambientali che variano nel tempo e Binda scrutava appunto il cielo per
    scoprire eventuali nuvole, che però non c'erano. Wink Le ore meno calde
    (quelle del mattino) non sarebbero state riservate ai favoriti, che
    sarebbero partiti per ultimi e la previsione del C.T. è che avrebbe prevalso
    Coppi, ma non senza qualche avventura, perché l'asfalto, ridotto dal sole a
    pece nera, avrebbe squarciato i tubolari sottili dei grandi e soprattutto
    (pensava lui) di Fausto. Sad
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    Messaggio Da Lemond Mer Set 03, 2014 12:45 pm

    La media in quei 60 km. sarà molto elevata e anche una bava di vento alla fine è molto fastidiosa; Cantoni ed io andiamo ad "assaggiare il percorso, che è ondulato, ma molto meno severo di quanto lasci intendere la cartina. Il sole promette una cucinatura "a modo". La mattino partono gli "scudieri" con l'unico obiettivo di risparmiare le forze per la tappa del giorno dopo, tenendo ben presente, però, il tempo massimo, nel pomeriggio tocca ai grandi e ai presunti tali. Ambrosini è d'accordo con Binda che questa tappa non è stata concepita con logica tecnica e opportunità sportiva: la distanza è livellatrice delle forze e quindi non esalta i meriti dei grandi passisti, lo sforzo si farà sentire comunque, ma in seguito. Primo terzo di gara e Ambrosini mi afferra il braccio, come in una morsa, è il modo che ha di complimentarsi con sé stesso e infatti Coppi, su suo consiglio e nel timore di non distribuire bene le forze, è andato con estrema prudenza e Magni e Bartali non figurano addirittura nei primi venti. Fiorenzo è dietro 30" da Lauredi che quindi gli ha sfilato la maglia virtuale. Coppi ha anche dovuto cambiare un tubolare, bruciato dall'asfalto, però sta recuperando e Ambrosini ci ordina di seguirlo nell'ultimo terzo di gara. Fausto avanza con quella sua pedalata elegante, anche se un po' troppo dura. All'occhio esperto in quegli ultimi km. tutto ad un tratto non era sfuggita una sua vibrazione: un altra gomma stava partendo! Il cambio di ruota fu fulmineo e da quella seconda foratura non vennero conseguenze negative, perché Coppi si stava sempre avvantaggiando; la dimostrazione di superiorità non poteva essere più chiara. Wink Attendemmo Magni che generosamente ingolfava il suo motore, intuimmo subito che Coppi aveva vinto e che il suo passo avanti in classifica sarebbe stato netto. Il trotto di Bartali si era fatto ritmico, sicuro nell'estremo finale e poteva essere sodisfatto. La classifica generale vedeva sì Lauredi ritornato al comando, ma poi Magni secondo, Coppi terzo, Carrea sesto e Bartali ottavo. La piazza Stanilav, la migliore illustrazione del Settecento e del Rococò francese, era diventata il nostro salotto. Very Happy
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    Fausto Coppi - Pagina 2 Empty foto coppi

    Messaggio Da mauri57 Ven Set 05, 2014 6:18 pm

    UribeZubia ha scritto:Fausto Coppi - Pagina 2 12859111
    che ne dici di questa foto?

    Fausto Coppi - Pagina 2 234_0010
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 06, 2014 2:20 pm

    Il 2 luglio, al ritrovo, i cancelli di ferro battuti della piazza Stanislav
    ci parevano illuminati d'oro, mentre i corridori si preparavano alla tappa
    con sei salite. La Francia più estrosa, sorta qui grazie a un re polacco, in
    una terra di indole più germanica (ma d'altra parte i Franchi erano
    tedeschi) , deve aver ispirato a Géminiani la fuga più avventurosa della
    carriera. La nazionale di Francia non può battersi per il secondo posto,
    aveva detto, con orgoglio, Marcel Bidot, a rischio di fracassarsi le ossa! E
    "Le Grand Fusil" era della stessa idea, lui, fra parentesi era figlio di un
    romagnolo, accanitissimo repubblicano e mangiapreti, emigrato in Francia e
    vincitore del G.P.M. in un Giro d'Italia con i colori della Bianchi. Sul
    primo colle autentico (l'Oléron), Raphaèl attacca come sa fare e arriva a
    Mulhouse con un vantaggio che supera i cinque minuti. Un exploit che però
    può impensierire solo Robic, perché al traguardo Magni era secondo e aveva
    ripreso la maglia gialla. I nostri avevano percorso l'intiera tappa in
    controllo, tanto che avevano indotto Alippi (il mio autista) e me a guardare
    il paesaggio. Smile I sei colli erano diventati, per noi osservatori, solo
    piccole ondulazioni, mentre in albergo Binda mi diceva che per noi erano
    stati tre, i fatti degni di nota: la riconquista della maglia, grazie ai 30"
    di abbuono del secondo posto; il gesto simpatico di Magni che quando i
    gregari erano rimasti indietro, si è fermato a una fontana per portare
    l'acqua a Fausto e Gino e infine la caduta di Bartali, peraltro senza
    conseguenze, quando però si era avvantaggiato di una cinquantina di metri
    sul gruppo. Un po' di merito sembrava in tutto questo ce l'avessi anch'io,
    perché mi sono portato all'altezza del gruppo per raccomandare ai nostri di
    tirare la volata a Magni: il distacco da Lauredì di Fiorenzo era minimo. Ma
    il mio intervento non era necessario, perché i ragazzi mi avevano preceduto
    e si erano messi d'accordo per la stessa tattica. A un km e mezzo Gino era
    in testa e ha costretto tutti a stare in fila per 1000 metri, poi ha ceduto
    il posto a Coppi; Fiorenzo è uscito ai 200 finali quasi l'avesse strattonato
    un elastico. Very Happy
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    Messaggio Da mauri57 Sab Set 06, 2014 4:39 pm

    Tappa indimenticabile
    ti sei scordato che per un piccolo tratto la pioggia rallentò la corsa e Magni
    ebbe il tempo di scendere dalla bici e fare la c...ca

    A parte gli scherzi..
    è evidente che la foto in bn è ritoccata rispetto a quella a colori
    anche solo il fatto che l'auto gregaria non ha più le ruote...
    a presto
    Mauri57
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    Messaggio Da Lemond Mer Set 10, 2014 10:07 am

    L'indomani avremmo varcato il confine svizzero e in quell'anno gli assi svizzeri (i due K.) avevano disertato e quindi il Tour sarebbe entrato in territorio elvetico orbato delle sue glorie. Infatti il decano del giornalismo svizzero scriveva: "Siamo un'anima senza materia". Una tappa stranissima: un pugno di uomini, fra cui l'amico di Koblet, Diggelmann, prende il largo, mentre il gruppo si rompe e si ricuce più volte e fra i rimasti staccati c'è la maglia gialla Fiorenzo Magni. Su i fuggitivi irrompe Carrea e fila con loro verso il traguardo. Lo sprint lo vince Diggelmann, davanti a Marinelli e Nolten, mentre la maglia gialla non è più Magni, ma Carrea, che è stato ricondotto, con sua sorpresa, dall'albergo sul palco per la premiazione. Carrea poi esplose in lacrime e dovette intervenire il commissario tecnico per convincerlo che non aveva sbagliato un bel nulla e che anzi, fra pochi minuti, Fausto e Fiorenzo gli avrebbero fatto i più vivi complimenti. "Che tu fossi così facile al pianto (l'abbracciò Coppi) non lo sapevo, ma la tua maglia porta buono per le tappe di domani e dopo domani, sulle Alpi". La nazionale di Francia era acquartierata in un albergo vicino  e un massaggiatore aveva informato i transalpini del cambio della guardia: "L'italien Carrea, sorrideva il massaggiatore, s'empare du maillot jaune et  fond en larmes, parce que il craint d'avoir contrarié Coppi". Da un capo della lunga tavola, risponde Géminiani: "Pauvre Carrea, il a bien tort de se faire du mauvais sang pour si peu! Demain Fausto remet les choses au point". Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Dom Set 14, 2014 9:46 am

    Il 4 luglio, con Carrea maglia gialla, il Tour affrontava l'Alpe d'Huez, l'arrampicata bruta. Lassù si arriva e non c'è possibilità di recupero in una successiva, disperata, discesa. Quel monte prometteva un finale eccezionalmente severo: pochi gli eletti, molti i dannati. La tattica quel giorno era semplice: controllare la gara fino a Bourg d'Oisan e poi Coppi, Bartali e Magni avrebbero dovuto cavare fuori quello che avevano in pancia. La campagna era di un verde opaco e d'un tratto, dal plotone, un corridore nord-africano (Kebaili) tirava via senza pentimenti, alla testa di una pattuglia di audaci rompiscatole, ma Coppi, con quattro pedalate, era piombato su di loro; Fausto aveva fatto capire che il gioco era durato anche troppo. La rassegnazione afferrò i fuggitivi e tutto restò calmo fino ai piedi della montagna. A Bourg, Robic cominciò a vedere rosso e partì, con dietro il suo nemico più naturale, l'altro gallo della rappresentativa francese: Géminiani. Vicino a una casa, incastrata in un roccione, apparve Fausto Coppi, che andava in progressione, con il plotone nella sua scia, che si stirava, prima di spezzarsi. Robic intanto si era liberato di Géminiani, mentre, in un tornante che risaliva un crinale, Coppi scattava, creando subito il vuoto. Fausto superò Raphael, sfiorandolo, com'era solito fare in fase di sorpasso. Ancora vedo la mezza manica della maglia italiana tocccare quella francese. Poco dopo anche Robic è agguantato e Fausto prende subito il comando, perché non voleva subire la corsa epilettica di "Testa di vetro". Per un km. assaggiò la tenuta del bretone, infine, dopo aver premuto a lungo, lo prese di petto. Fausto aveva scelto il tornante più facile, là dove Robic probabilmente contava di riprendere fiato e invece il suo volto si dovette torcere in un'orribile maschera: lo sforzo lo stava scavando e Robic sentiva le farfalle nello stomaco. Fausto era bellissimo e, da solo, si distendeva ancora di più, riuscendo a schiacciare la montagna con il grosso rapporto. Un tecnico rese noto che se la corsa fosse partita da Bour d'Oisan i rivali di Fausto (dal diciassettesimo arrivato) avrebbero dovuto far ritorno a casa per essere giunti fuori tempo massimo. Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Gio Set 18, 2014 9:11 am

    Coppi era ormai maglia gialla e Noi sapevamo che non c'era in quel Tour un uomo che potesse nemmeno sognare di batterlo e la squadra italiana era in forza nella scia di Fausto: Carrea aveva respinto un attacco di Dotto con azione brillante, Magni veniva su egregiamente, anche se era stato scavalcato da Bartali. Il vecchio Gino però ci aveva dato un brivido di paura: la bianca jeep degli spagnoli aveva frenato proprio davanti a Magni e Bartali appaiati. Con eccezionale prontezza, Fiorenzo aveva scartato sulla sinistra, passando sull'unico filo di asfalto possibile, mentre Bartali era andato ad impigliarsi con la maglia nella ruota di scorta ed era caduto. Fu il solo punto passivo, imposto dall'idiozia spagnola, che dovemmo registrare. L'arrivo non fu un episodio di giornata, bensì il quadro tematico del Tour: Coppi, Robic (il bretone duro), Ockers, Gelabert, Dotto, Carrea, Molineris, Nolten, Magni, Close. Noi, inviati più giovani, dicevamo che il Tour era finito, mentre G. Ambrosini ci invitava a non essere tanto perentori e frettolosi. Nel ciclismo esiste l'imponderabile, sosteneva, ma si capiva anche che gli spiaceva darci torto. L'indomani c'era la prima giornata di riposo: una vacanza, al termine di dieci giorni, riempiti da 2089 km. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Set 23, 2014 10:29 am

    Dall'albergo dei nostri si vedeva un bosco e avevamo l'impressione della villeggiatura piccolo borghese, propria della Savoia. I bimbetti aspettavano in cortile i campioni, mentre i "suivers" italiani erano felici, quasi entusiasti. E Coppi? Coppi, rispondeva Binda, "ha ripiegato la maglia gialla sotto il cuscino e dorme, se facesse lo stesso in corsa, gli avversari si sentirebbero in un paradiso terrestre". Wink Arrivò Ambrosini, che subito cominciò a esaminare la corsa e "hai diretto la squadra benissimo" diceva ad Alfredo e penso che belgi e francesi non possano più nutrire speranze di rompere il cerchio di ferro che gli abbiamo costruito intorno. Ad una finestra s'era affacciato Carrea e Binda disse a voce alta che a Carrea, dato il suo comportamento, la maglia gialla non stava poi male e l'à ceduta soltanto al maestro; il possesso mi sembra definitivo. Coppi uscì per una sgroppatina sui pendii e ricevette alcuni amici e noi tutti aspettavamo con ansia quelle poche ore che ci separavano dall'arrivo in Italia; perché il traguardo della tappa dell'indomani, sarebbe stato il Sestriere. I meccanici bollivano in attesa della scelta dei rapporti per quei pochi km (132), ma con sei colli. Quella scelta è determinante, perché si sa che un rapporto sbagliato diventa presto uno strumento di tortura!
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 27, 2014 9:34 am

    6 luglio, la Bourg d'Oisans-Sestriere è sui pedali e questa tappa era, alla partenza da Brest, il primo obiettivo di Fausto; lo aveva detto a Binda. E Coppi va su, in testa a quella strana cordata che, dal Glandon, sale alla Croix de fer; passa sotto lo striscione del GPM e si lava la faccia con la spugna, si mette il casco, si slaccia i fermapiedi e si tuffa in discesa; ma senza forzare e infatti a fondo valle sono tutti insieme. Sul Télégraphe il solo torna a bruciare il Tour e, come una lucertola, si sveglia il nordafricano Zerlasco e gli va dietro e lo riacchiappa Le Gully, un pedalatore armonioso, ma tascabile. Coppi ha definito questo corridore "malin" e 'l'astuto conquista il colle, si affretta in discesa e affronta il Galibier con un vantaggio di tre minuti. Il Galibier ha le pienezza del monte e il Tour entra in mischia: allunga Gelabert, con Ruiz, Geminiani, Dotto, Robic e Lauredi. Coppi li controlla con facilità, mentre Bartali sembra l'ombra rimpicciolita di Fausto; Magni è più giù, anche perché aveva ceduto una ruota a Coppi sul Télégraphe. Il mio motocilista (Alippi) trepida e mi trasmette la sua impazienza, ma ecco che Coppi ha un lampo, balza in testa e va da solo a rincorrere le Gully, il leprotto, che ha ormai accorciato l'azione. Goddet ha abbandonato l'ammiraglia per vedere in moto la corsa e lo spettacolo che Coppi offre sul Galibier lo merita. I giornalisti francesi scriveranno la sera che si può trasformare "le velo" questo gingillo d'acciaio, alluminio e caucciù in qualcosa di ... artistico. Fausto riprende il fuggitivo a tre km. dalla vetta e anche Binda, la sfinge, trasuda entusiasmo. Di li a poco il Tour ritrova la folla italiana e i cartelloni fanno ricorso al linguaggio enfatico che ci distingue, mentre il vantaggio aumenta. Alle sue spalle si è formato un quartetto: Bartali, Ockers, Ruiz e Le Guilly, mentre Robic è un po' più dietro. La rampa, che conduce al Sestriere è dura, ma per Coppi non c'è più corsa, mentre in seconda linea Robic riesce a raggiungere i quattro e sogna il secondo posto, ma una foratura lo blocca e così il secondo è Ruiz. Coppi deve essere difeso dall'entusiasmo italiano fino all'albergo. Se dovessimo sfogliare il Tour come un album illustrato, questa sarebbe la pagina più festosa. Wink
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    Messaggio Da Lemond Ven Ott 03, 2014 11:27 am

    La sera a me e a E. Violanti toccò il solito giro degli alberghi. A cena magni (tre forature) raccontava pacatamente a Binda della sua corsa: " Dunque cavaliere, lei ha veduto che sul Télegraphe do la ruota a Fausto e Carrea, ovviamente, mi supera. Nella discesa riprendo Carrea e, mentre sono con lui, Zambrini si affaccia dalla vettura e ordina a Carrea di non tirare. A Briançon, dopo un'altra foratura e Carrea nuovamente davanti, il commendatore (Zambrini) mi comunica che fra Coppi e me ci sono più di venti minuti". Osservavo Binda e il suo viso mi sembrava emanasse una luce tipica di una rabbia contenuta a fatica. "Fiorenzo non darti pena, interverrò subito, perché la cosa è molto grave. Zambrini non avrebbe dovuto approfittare dell'ospitalità offerta dal sig. Goddet per dare ordini ai corridori della sua casa e soprattutto non ti doveva dare indicazioni (forse nemmeno vere) che potevano stroncare il tuo morale, quando c'erano ancora due colli da scalare". Evil or Very Mad
    Magni non aveva avuto nemmeno il tempo di ringraziare che Binda era al tavolo di Zambrini che si profuse in scuse, dopo aver visto la cera di Binda, che doveva averlo molto impressionato. Wink
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    Messaggio Da Lemond Ven Ott 10, 2014 8:59 am

    I francesi sedevano su un terrazzo e Bidot meditava che dopo il nuovo festival Coppi ormai vinto il Tour, tuttavia Robic si è ripreso molto bene nel finale ed è passato secondo sul Monginevro. le circostanze della corsa mi hanno posto davanti ad una difficoltà insormontabile, dopo che la mia auto è caduta "in panne". Rimontando verso la testa ho incontrato il mio "leader" Lauredi e ho dovuto seguirlo, mentre davanti Robic forava a cinque Km. dall'arrivo e a Sestriere arriva settimo! Sad Sceso dalla bici, Robic grida allo scandalo e al tradimento e cita le cifre: ottavo sul Galibier, e secondo sul Monginevro. Solo, si dimentica di aggiungere, che sul Galibier era a 45", mentre sul Monginevro a 4' e 27". Il suo recupero è stato sugli altri, ma non certo su Coppi. Inoltre il suo ritardo in classifica generale si aggira sui 14 minuti, io avevo, lo ripeto, il dovere di assicurare la protezione di Lauredi. Sull'ascensore incontrammo Geminiani il quale riferendosi a Robic, disse a Bidot: "Quando non si è il più forte si diventa più ciarlieri". Wink
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    Messaggio Da Lemond Gio Ott 16, 2014 9:14 am

    Monaco e la Costa azzurra, il Tour abbandonava le Alpi, ma gli sforzi che ci prometteva il 7 luglio erano comunque massacranti, tanto più che il gruppo era fitto di corridori che la "cura Coppi" aveva stremato. Oltre che i vari colli senza nome quel giorno bisognava scalare il C. de Brouis, il C. de Castillon e la Turbie. Il Tour è una "brutta bestia" e, dopo dieci Km. la sete aveva già afferrato alla gola il plotone e la caccia alle fontane era aperta, anche se i nostri gregari avevano altro da fare: Carrea aveva forato sotto il buio tunnel del C. di Tenda e il recupero non era stato facile. Un certo fermento scuoteva il gruppo dalla testa alla coda e il più irrequieto era Nolten , un mezzofondista bellissimo e, dopo alcuni suoi scatti, dei nostri solo i Tre Grandi si trovavano davanti quando si sente uno strillo, si vede una mano che si leva alta e uno scarto all'infuori: Coppi aveva forato e Magni in un lampo si era fermato per passargli la ruota, così che Coppi riuscì a restare con i primi, anche se non con Nolten che, intanto se ne era andato. Immediatamente dopo il Brouis, Binda soppesava la pedalata di Fausto e di Gino e si chiedeva, se mi fora di nuovo Coppi, che accade? Però, per superstizione cercava di cacciare via questo brutto pensiero. Di lì a poco, colpi di clacson e la vettura di Goddet innalza la bandierina rossa per avvertire che Coppi era ancora giù di sella. Sad Accelerazione violenta dell'auto di Binda e tutti pronti ad aiutare il campionissimo, se non che, fermo ai bordi della strada c'era il solo Ginettaccio, che aveva passato "sua sponte" la ruota a Fausto. Alfredo lo avrebbe abbracciato. Wink Coppi era dunque rimasto con la testa del gruppo, cercando in ogni modo di frenarne l'azione, in modo da favorire la rincorsa di Bartali e Magni. Alfredo Binda cercò lo sguardo del suo pilota per dirgli, con gli occhi che gli tremavano un poco, come per vertigine: "Abbiamo vinto il Tour". Wink
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    Messaggio Da Lemond Ven Ott 17, 2014 9:14 am

    La mia amica, che scrive il diario, vorrebbe conoscere qualcosa sulla cronaca della tappa Cannes-Briancon del 1948 (?), vinta dal
    grande Gino Bartali?
    Roberto ed io vorremmo pedalare lungo i 275 km della famosa tappa.
    Grazie in anticipo
    Beatrice
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    Messaggio Da BenoixRoberti Ven Ott 17, 2014 10:07 am

    Tu lo sai chi potrebbe esserci d'aiuto ...
    Mando una email a re Morris, sperando che si siano attenuati suoi problemi di vista.
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    Messaggio Da Lemond Ven Ott 17, 2014 10:12 am

    BenoixRoberti ha scritto:Tu lo sai chi potrebbe esserci d'aiuto ...
    Mando una email a re Morris, sperando che si siano attenuati i suoi problemi di vista.

    Certo che lo so, però magari ci poteva/può essere anche qualcun altro. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Ott 21, 2014 9:10 am

    Eccoci alla Turbie e al mare, che a Binda doveva apparire di raso, mentre agli altri direttori sportivi faceva l'effetto di una disgustosa crema verde. Nolten frattanto era fuori dalla portata degli inseguitori, mentre i monegaschi attendevano Dotto e Molinéris, che avevano cominciato quella fuga, che l'olandese aveva concluso da solo. Il contrasto fra il Tour e Monaco era ruvido. Avevamo attraversato paesaggi riservati, giravamo la sera fra gente "chic" e donne bellissime. Quei cittadini non hanno mai assaggiato la fame, sono di Monaco e non pagano le tasse, ce lo spiegò un italiano che tifava per Coppi. L'indomani il nostro uomo sventolava l'Equipe con la documentazione fotografica del cambio di ruota fra Gino e Fausto e forse in quel preciso istante era nata l'amicizia fra i due uomini. A Montecarlo, dove la compagnia degli snob era fortemente rappresentata, si faceva dello spirito sulla nazionale di Francia e sul fatto che, come diceva anche Binda, ormai i francesi avevano cambiato obiettivo e puntavano alla classifica a squadre! Sad
    L'indomani, alla partenza, non c'era gran mondo, ma solo maitre d'hotel e camerieri, oltre a due sorelle sudafricane che offrirono a Fausto lo stick del rossetto perché facesse l'autografo sulle loro cosce. Quell'otto luglio non filò tutto liscio, perché nella traversata di Cannes era caduto Coppi, sbucciandosi un braccio, meno male che Milano fu velocissimo a soccorrerlo e a passargli la sua bici. I francesi andarono all'attacco, ma solo con i gregari per la classifica a squadre, la fuga andò in porto con sette minuti e l'Italia aveva perso il primato in quella speciale competizione. Binda non era proprio di buon umore, come mi confermò Cavanna. E quando lo trovai (gli atleti erano già a letto) mi disse che aveva trovato un sistema pratico per spiegare la grande dabbenaggine di quel giorno: basta fare i conti di quanto comporta in termini di franchi la perdita del primato nella classifica a squadre!
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    Messaggio Da Lemond Mar Ott 28, 2014 3:14 pm

    8 luglio, si parla ogni notte del Tour (in questi alberghi della provincia francese) e molto spesso anche di quelli passati. E' anche giusto che gli inviati francesi rammentino la prodigiosa fuga solitaria di R. Vietto, sotto un sole torrido e il trionfale ingresso a Bruxelles. E la battaglia in montagna contro di lui, promossa da Brambilla e Ronconi, ma soprattutto il colpo di audacia di Robic che vinse quel Tour 1947 sul col di Bonsecours, a pochi km. da Parigi. E nel '49 ti ricordi di Coppi, ma soprattutto di Robic, perché è ad Aix che il piccolo bretone deve una buona parte della popolarità e della sua reputazione di eterno sfortunato. Ma torniamo a domani, 9 luglio, allorché si dovrà scollinare il Ventoux, una specie di Moloch che in futuro esigerà anche sacrifici umani. Sad Sulla cima non cresce un filo d'erba e neppure un lichene e oltre c'è Avignone, che aspetta i corridori. Sotto il sole verticale il gruppo è compatto e la calura è tale che pare che i cerchi delle ruote crepitino a contatto con l'asfalto. Il pan di sale si avvicina e l'imboscata la tenderà Robic e la gente smette di mangiare per applaudirlo, mentre scuote il testone, ghignando davanti al plotone. In una parte con pendio leggero, Coppi mette piedi a terra e Robic si scatena vieppiù. Gino vorrebbe passare la ruota, ma c'è Carrea nei pressi e Fausto allora gli urla di restare con i primi. Robic è solo sotto il riverbero del sole e in cima passa 2' e 15" prima di Gelabert e Bartali e 2' e 30 su Coppi e su altri (Dotto, Geminiani, Ockers e Wagtmans). Tutti si buttano giù in discesa a capofitto, ma il gruppetto non riesce a guadagnare molto e infatti Robic, se pur sfinito, riesce a conservare 1' e 36" di vantaggio, mentre per il secondo posto, Bartali infilza Geminiani e risale al terzo posto in classifica. Binda fa osservare che nella classifica a squadre abbiamo perso ancora terreno.
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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 04, 2014 9:21 am

    Ad Avignone l'albergo era settecentesco, ma noi eravamo giovani e in camera ci stavamo molto poco. Ambrosini ci rimproverava per questo e anche Giardini disapprovava, però se vuoi capire un paese, mi hanno insegnato, devi vederlo di notte. Ma notte o giorno il discorso planava sempre sul Tour, anche se mai in maniera sgraziata e banale: i francesi hanno una buona inclinazione per la cucina e per il Tour. Wink Al café dell'hotel il sottoprefetto parlava del Tour con un antiquario (ce lo disse il portiere) e io raccolsi quella conversazione. "Robic non è radin, diceva l'antiquario e i suoi avversari sono Coppi, Bartali e ... pure Geminiani. E anche sé stesso, lo interruppe il sottoprefetto". Radin, che significa radin? La traduzione ce la dette il portiere: tirchio, uomo da poco e, anche secondo noi Robic era uno scialacquatore delle proprie energie. Ritornando dai due, scoprimmo che amavano Coppi, perché era un campione moderno, ma rispettoso dell "ancien régime", piaceva la sua nobiltà di razza, l'istinto da signore e che a Lui piacesse il Tour. Wink Fausto era il capitano di una squadra dove Binda aveva oliato tutti i meccanismi, ma la corsa del campionissimo non aveva comunque eliminato il rischio e il fattore umano, come nel '49, che piaceva tanto alla folla. In questo 1952 aveva aggiunto quello che i francesi adorano: *le panache*. (Nota mia, chi segue il Tour non può non conoscere questo sostantivo, che in italiano si tradurrebbe con pennacchio, ma tale termine non rende assolutamente l'idea).
    Il Tour è anche un melodramma che esige dei personaggi cartolineschi: il musulmano Zaaf, che dimentico di tutti i comandamenti del profeta, ingurgita buon vino rosso, che i contadini gli porgono sulla strada o Apo Lazaridès, che il dio del ciclismo abbandonava a intermittenza, per cui le gambe gli si ammollavano di un colpo. Alla fine i due cambiarono discorso e cominciarono invece a lamentarsi del declino del cittadino francese.
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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 11, 2014 9:31 am

    10 luglio, arrivo è a Perpignan, mentre alla partenza Coppi dichiara alla radio francese che gli idoli nel Tour vanno a scuola di saggezza. Il mattino uno infila una maglia color dell'oro e lo mitragliano di scatti fotografici, lo ricoprono di fiori e i giornalisti gli chiedono di tutto. Alla sera invece, se ha perso la maglia, il tipo si ritrova solo, perfettamente snobbato, un corridore come cento altri. "Non è il suo caso", ha osservato un cronista e Fausto, mentendo: "Chissà?"
    Verso la città catalano/francese la corsa non sembra progredire molto, poi ecco le "titi parisien" (un regionale dell'ile de France, di cognome Decaux), che viene raggiunto da Giovanni Corrieri. L'attacco è interpretato come un episodio poetico, ma poi ci si accorge che il vantaggio ha raggiunto i trenta minuti! Corrieri non può esser seguito da nessuna vettura, perché entrambe le nostre sono al servizio di Coppi e degli altri "capitani" e allora il Pin De Grandi , eccezionale meccanico, consegna a Corrieri il "gonfleur" una pompa automatica che, in caso di foratura, gli permetterebbe un recupero sufficientemente rapido, anche da solo. Ma Giovanni la rifiuta, perché la sua è più leggera e servira comunque alla bisogna. La coppia è entrata nella fase finale della tappa, Perpignan quasi si intravede e proprio lì avviene il patatrac: foratura dell'italiano! Corrieri, nella fretta di applicare la pompa alla valvola, ne rompe l'attacco, mentre Decaux è ormai scomparso e a lui non restano che "gli occhi per piangere". Il cerchio delle "pie donne", sempre presente al seguito, inveisce contro l'eccessiva prudenza di Binda, mentre sul prato all'arrivo, Corrieri piange. Binda rigetta ogni accusa, perché, se ci fosse stata corsa nella corsa e gli uomini di classifica fossero stati vittime di incidenti o se non gli fossero bastati i gregari, quale reazione lor signori avrebbero avuto nei miei confronti? Quanto a Decaux, famoso per le sue battute, questa volta sta zitto, perché non gli va di ironizzare sulla disavventura di un collega.
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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 18, 2014 9:28 am

    Al ritrovo di partenza a Perpignan due capi del protocollo sono venuti a pregare Coppi di essere presentato a una rappresentante del bel mondo locale e noi chiediamo a Fausto, di ottimo umore, il nome di quella bellissima signora in tailleur giallo, intonatissimo alla maglia del Nostro? Ma neppure lui lo sa e ci fa solo l'imitazione dei due francesi "Le Tour est mondain. Obligations de l'haute societé". Wink
    Il traguardo di Toulouse è a 200 km. e il percorso profuma di incenso e tutti insieme fino al rifornimento, che diventa lo spunto per la prima "bagarre". E' partito Van Est e Baroni con lui. La coppia vola via. Quando mancano 35 km. al traguardo nel gruppo fora Carrea (che è pur sempre in classifica) e Bresci gli passa la ruota, ma un nazionale di Francia non lo vede fermo e lo investe; nasce un gran mucchio. Sad I capitombolati italiani sono Bartali e Corrieri, mentre i belgi scattano immediatamente all'offensiva (nota mia, il "gentilonismo" allora non esisteva). La corsa precipita e Bindi si fa nella mente la situazione della corsa per sapere se deve seguire Coppi in gruppo o Bartali attardato e decide di abbandonare Baroni in fuga, per stare accanto a Bartali. I belgi dànno enormi "strattonate e si forma un gruppetto nelle vicinanze dello stadio-velodromo di Toulouse. Per noi la cattiva stella continua, perché Van Est entra in pista e cade, come un mattone, su Baroni, che riesce a restare comunque in sella, però il cambio non funziona più. Rosseel ne approfitta per andarsene, seguito a distanza, da Baroni che un po' recupera, ma arriva solo secondo (come Corrieri il giorno prima).
    Nel tunnel che porta allo spogliatoio un gregario, che pare una nave che abbia raggiunto il bacino di carenaggio, dice: "Domani riposo". Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Lun Nov 24, 2014 9:32 am

    Siamo alla giornata di riposo e poi il Massiccio centrale, i Pirenei e una lunga cronometro; infine Parigi. Gli antiquati pensano che quella mancanza di corsa possa essere pericolosissima, ma per Binda sono frasi fatte, perché, secondo lui, difficilmente può avere effetti nefasti su un concorrente. D'altra parte non si tratta di un riposo autentico e, infatti, oltre ai massaggi e l'alimentazione particolare, c'è anche l'allenamento su strada: da percorrere almeno 50 km. per mantenere il ritmo della corsa. ieri sere il medico di Coppi, dottor Coda, ha visitato Bartali, dolorante per le forti contusioni al braccio e alla spalla in conseguenza della caduta di gruppo, ma Binda ha voluto consultare anche uno specialista di Toulouse, raccomandato dagli organizzatori del Tour. Domani ci saranno i Pirenei, con il traguardo a Bagnères-de-Bigorre, con l'Aspin come salita finale e Binda è felice che Coppi e Magni abbiano abbandonato il progetto di trascorrere la notte in un alberghetto in campagna, per sfuggire alla calura di Toulouse.
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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 30, 2014 10:44 am

    I Pirenei. I corridori hanno letto, stamani alla sveglia, che la montagna viene in soccorso del Tour, perché un quotidiano di qui vorrebbe una corsa al plastico. La nostra squadra è stata perfetta, però i francesi vedono e amano solo Coppi, anche se in cuor loro sognano che Robic ce la faccia a spezzare la preziosa "macchina" italiana. Ma Jean rappresenta il passato, mentre Fausto l'avvenire.
    Il plotone fila veloce verso il Peyresourde, e la nazionale di Francia è in stato di allerta, quando al km. 40 cade Magni, mentre era in coda. Gli scudieri era posizionati in testa e quindi ..., ma Fiorenzo è sempre stato di quelli che consolano i soccorritori e le disavventure provocano rabbia e mai rassegnazione e ha subito inarcato le reni. Il solo Pezzi si è accorto che manca il toscano e ha fatto dietro-front e un km. "a rovescio" per consegnare la ruota al capitano. Fiorenzo non si preoccupa delle spellature e nemmeno di una ferita profonda all'avambraccio. Binda invece, appena accortosi, sollecita l'intervento di un'ambulanza per l'opportuna medicazione. Sui primi tornanti del Peyresourde i francesi vanno all'attacco, perché hanno visto gli infortunati Bartali e Magni scivolare nelle ultime posizioni. Coppi invece sembra andare a ruota libera e ciò frena gli ardori dei transalpini e in cima il distacco dei due toscani è recuperabile e infatti nella discesa il plotoncino dei migliori si è ricomposto. Ma Magni, prima dell'Aspin, è di nuovo piedi a terra, a causa di una foratura e non rivedrà più la prima linea. Intanto se l'era filata Geminiani, con Carrea a ruota. Raphael vince la tappa con un minuto di vantaggio sui primi inseguitori, controllati da Coppi e Bartali, mentre Magni arrivava con cinque minuti di ritardo a Bagnères de Bigorre. Quella prima tappa pirenaica sembrava essere stata un antipasto di quella dell'indomani con i grandi colli, perché appunto da B.d.B si vede poco lontano il Tourmalet. Wink

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