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    Laurent Brochard

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    Laurent Brochard - Pagina 3 Empty Laurent Brochard

    Messaggio Da Lemond Sab Giu 28, 2014 9:35 am

    Promemoria primo messaggio :

    Avec Matthieu Lambert "S'ils savaient ..."

    Da quasi vent'anni la strada è il mio luogo di lavoro, il mio ufficio a cielo aperto e non penso di lasciarlo a breve; ho 39 anni e un morale di ragazzino, il mio corpo funziona bene e non penso quasi mai alla mia età. E allora? Ho sempre fame di vittoria, anche se in questa stagione (anno 2007) non sono riuscito a trovare l'apertura e, per la prima volta in vita mia, non sono stato selezionato per il Tour; ma questo fatto, anziché scoraggiarmi, mi spinge a voler dimostrare ai miei dirigenti ((La Bouygues Telecom) che un posto in squadra me lo sarei meritato. Perché non far questo al Giro di Polonia che ho già vinto una volta? Nella tappa che arriva a Poznan tenterò qualcosa di sicuro, ma intanto cerchiamo di economizzare le forze, perché mancano ancora sessanta km. all'arrivo. Sono in piena riflessione quando si verifica un grosso rallentamento, devo frenare bruscamente, la mia ruota anteriore scoppia e capisco che non potrò evitare la caduta. Un po' sonato mi rialzo comunque alla svelta e, anche se sento un dolore vivo, ci fo poco caso. Il meccanico, che ha sostituito la ruota, mi spinge e dopo poco, approfittando delle ammiraglie al seguito, rientro in gruppo. Il dolore tuttavia persiste e capisco che quel giorno lì non potrò far niente!  Crying or Very sad

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    Messaggio Da Lemond Dom Gen 18, 2015 9:25 am

    Jaja ha rivestito la sua maglia di campione del mondo della crono, insieme a Jeannie Longo, anche lei vincitrice della stessa prova. La Francia non era mai stata a una simile festa! C. Mottet è partecipe, chiaramente della gioia collettiva e Virenque, scatenato, vuole in maniera assoluta che il selezionatore si infili la maglia dei cinque cerchi (falsamente chiamata iridata); anche se Charly si fa un po' pregare, alla fine cede. In pochi giorni il nostro c.t. ha saputo creare una coesione perfetta fra individualisti che erano stati anche avversari tutto l'anno. Questo ambiente e questo spirito di gruppo ci aveva fatto difetto a Duitama e Lugano, quando ancora C. Mottet non c'era! Richard reclama un'altera bottiglia e promette di rivoltare tutta Biarritz. Io disperdo ogni mia forza nella notte basca, prima di finire all'alba al bancone di un bar, affiancato da un compagno incontrato per l'occasione: un "povero cristo" che cerca di farmi conoscere l'inventario delle sue pene. Ambiente surrealista. Wink Non ho ancora chiuso occhio, quando mi presento alla porta d'imbarco dell'aeroporto di Biarritz-Parme. Ho avuto l'accortezza di radermi, pensando ai giornalisti che mi attendono allo sbarco, però, nello stato in cui ero, mi sono tagliato profondamente la guancia sinistra e cerco di tamponare l'emorragia con qualche fazzoletto di carta. Lo staff ha fatto l'appello della truppa e non si deplora alcuna assenza; meglio così, ma che notte! Nell'aereo ripenso alla profezia di Richard e se davvero questo stitolo cambierà veramente la mia vita?
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    Messaggio Da Lemond Lun Gen 26, 2015 10:00 am

    Ne plus s'appartenir

    La Torpedo del 1929 si apre difficilmente una via per le strade di Le Mans e quando si arresta, mani sconosciute si allungano per toccarmi; cerco di firmare qualche pezzetto di carta prima di avviarmi all'incontro con il sindaco e con il prefetto, dove sono state invitate più di duemila persone. E non è che l'inizio, perché non so dove mettere tutti i messaggi di congratulazioni ricevuti in quei giorni, fra cui anche quello del Presidente della Repubblica, J. Chirac che saluta "una medaglia d'oro, che conclude in modo magistrale una settimana fantastica per il ciclismo tricolore e per l'insieme dello sport francese". Sono richiesto da tutte le parti ... taglio.
    Un anno più tardi, messo all'indice da una certa stampa, durante un riflusso dell'affare Festina, rimpiangerò di essere stato così simpatico con loro, ma per fortuna questo passaggio sotto i riflettori, non mi ha cambiato e la mia famiglia mi ha molto aiutato nel farmi rimanere con i piedi per terra. Sul piano finanziario avrei potuto far fruttare di più la maglia, ma allora non giudicai utile servirmi di un manager e ho rinegoziato il mio salario con l'aiuto soltanto di mia moglie. Pensavo soprattutto ai risultati sportivi e poi il mio contratto sarebbe scaduto l'anno successivo, pertanto mi accontentai di un piccolo aumento. Se mi fossi trovato in fine di contratto mi avrebbero dato un salario ben maggiore; certo io avrei potuto romperlo e far pagare la penale alla squadra che mi avrebbe ingaggiato, ma sono un tipo tranquillo e fedele e mi sentivo bene nella Festina, in più, venendo la mia famiglia dal settore operaio, mi contentavo, e molto, di 150.000 franchi al mese, concessi dalla mia squadra. Solo più tardi, quando ho saputo quello che incassavano altri corridori, ho compreso che mi sono fatto "prendere in giro" durante tutta la mia carriera. Sad Ma va bene lo stesso, non sono infelice per questo ed è con una maglia "fiammeggiante" che comincio la stagione 1998, ben deciso a fare onore al mio nuovo "status".
    Prima del Tour non ho avuto risultati particolarmente brillanti, ho vinto solo una tappa al Midi-Libre, ma alla vigilia della mia quinta "Grande Boucle" sono sereno e fiducioso. Il giovedì precedente la partenza da Dublino, vedo Bruno Roussel andare in su e giù con un'aria molto preoccupata: un uomo manca all'appello. Sad
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    Messaggio Da Lemond Mar Feb 03, 2015 2:13 pm

    Tour d'enfer

    Ci sono dei ricordi funesti che uno preferisce scacciare dalla propria memoria per sempre e a questo riguardo non riesco proprio a rammentarmi in quali precise circostanze ho saputo dell'arresto di Willy Voet l'otto luglio del 1998 in un piccolo paesino, vicino alla frontiera belga. Nel bagagliaio della sua vettura, i doganieri rinvennero 400 flaconi che, dopo analisi, si scoprì che contenevano anabolizzanti, ormoni della crescita e E.P.O.
    Mi sembra che Bruno e lo staff ci abbiano informati poco prima che i media rendessero noto a tutti quello che sarà, di lì a poco, conosciuto come "il caso Festina". Però non conoscevamo i dettagli.
    Quando la notizia esce sui giornali, poco prima del prologo del Tour, a Dublino, il D.S. ci consiglia di pensare solo alla corsa, di essere sereni e parlare il meno possibile. Subito, ho un cattivo presentimento e mi domando che cosa è successo e perché proprio Festina? E che ci faceva Willy alla frontiera con quel carico? I capi ci avevano detto che. comunque, tutto era in ordine, anche perché tutti sanno che Willy lavora da venti anni nel ciclismo, senza che nessuno abbia avuto mai da ridire su di lui. Nella squadra si pensa a ogni ipotesi, ma l'avviso quasi generale è che qualcuno abbia indirizzato i doganieri su quell'auto. Sad Festina ha sempre suscitato parecchie gelosie e chissacchì si è in certo qual modo preso la rivincita e un panico sordo si impadronisce di me, perché mi pare difficile uscirne "illesi". A questa incertezza, si aggiunge la paura di dover rispondere alle legittime domande di mia moglie, del tutto all'oscuro delle mie pratiche dopanti. Non avevo fatto nessuna confidenza a Véronique sul "protocollo" vigente nella nostra squadra, soprattutto per proteggerla e non immischiarla con il mio lavoro. I miei compagni invece non erano mai stati del mio avviso e addirittura alcune di loro sono state, più o meno, còmplici. Quando si arriva al *dunque*, cerco di minimizzare, come avevo sempre fatto quando i casi di doping colpivano gli altri, ma sono proprio nel panico, anche se cerco di sussurrargli che i prodotti trovati nell'auto di Willy sono più o meno legali, però poi mi sento dire con un filo di voce: "Ci sono due o tre ... in casa, cerca di farli sparire, perché anche se non sarebbe troppo grave se li trovassero, è comunque meglio di no". Mi sono messo in un situazione "di ..." di fronte a lei, ma in ogni modo farò tutto quanto perché Véronique e la mia famiglia resti fuori da tutto, la cosa concerne soltanto me! Sad Certo il mio comportamento nei sui confronti è pieno di mezze verità e sono cosciente che il nostro rapporto poteva anche non sopravvivere.
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    Messaggio Da Lemond Mer Feb 11, 2015 5:44 pm

    A mano amano che i giorni del Tour passano, la pressione va crescendo e molto spesso le telecamere sono su di me, perché ho la maglia "iridata" e viene fuori, da parte dei giornalisti, la vecchia storia del controllo "positivo" da dilettante. Anche se ne ero uscito con tutti gli onori, la riesumazione di quel tristo episodio al circùito franco-belga 1991 non fa un buon effetto. Sad Si porta a conoscenza,i però, anche un episodio più recente: poco prima dei campionati del mondo avevo utilizzato un prodotto a base di corticoidi, per curare un'ernia al disco, senza aver avvertito l'U.C.I, come era d'uso. F. Jimenez, il dottore spagnolo della mia squadra, aveva fornito la giustificazione terapeutica (anche se a posteriori) e ciò aveva soddisfatto l'ente di controllo che aveva dichiarato l'archiviazione del caso. Certificato *bidone* potrebbe dire qualcuno, ma io lo riaffermo qui e ora, nella maniera più esplicita: avevo bisogno di quel prodotto per la mia ernia e non certo per mascherare altri medicamenti, ben più dopanti. Willy intanto ha riconosciuto di essere al corrente delle sostanze che trasportava.
    La sera, a tavola, tutti i membri della Festina si scambiano opinioni sul come poter amministrare la situazione, per parte mia non apro bocca. Pensavo che eravamo in torto, ma che non servisse troppo parlarne; bene o male il Tour continuava e noi siamo dei corridori, non degli avvocati e, a dispetto delle notti bianche, mi sforzavo di fare il mio lavoro e tiravo le volate al GPM per Pascal Hervé, che si era impadronito della maglia "a pois".
    Intanto un'inchiesta è stata aperta, anche se noi lo ignoriamo del tutto, ma ben presto impareremo a nostre spese che, quando si mette in moto il meccanismo, poi non si arresta.
    Il 15 luglio, dopo la tappa di Cholet, Bruno Roussel è arrestato dalla polizia, senza neppure dargli il tempo di dirci ... ciao. La "partenza" del nostro capo mi getta nell'abbattimento più totale, tanto più che egli si appresta a dire tutta la verità sul sistema di doping organizzato dalla squadra. Le cose prendono delle proporzioni gigantesche. Arresto e reclusione sono parole che non sono mai rientrate nel mio lessico, per me sono arabo! "Non siamo mica dei gangsters!" mi dico, quando lo spirito di rivolta supera il senso di colpa. I d.s. che sono rimasti ci spingono a continuare la corsa, ma io non ci credo più e sono convinto che andremo poco lontano. Un'altra cosa molto difficile da accettare e la mancanza di solidarietà di tutti gli altri corridori, anzi ci indicano "a dito" come nel film "Metti il mostro in prima pagina" e certi addirittura dànno l'impressione di esser contenti. L'atteggiamento generale è comunque, a dir poco, per niente elegante, specie se si considera che, tutto considerato, il 99%, anzi no, il 100% dei ciclisti che erano partiti nel Tour 1998, avevano fatto ricorso a prodotti dopanti. Le cose, all'epoca, andavano così e non dico che fosse "buono e giusto", però era un fatto.
    Come altre volte che sono stato in una situazione difficile, mi rifugio in me stesso, come se fossi dentro una gabbia di vetro e sto in silenzio, sia con i media che con i miei colleghi e quelli che mi conoscono, mi lasciano in pace, perché sanno che da me non otterranno nessuna informazione.
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    Messaggio Da Lemond Gio Feb 19, 2015 10:09 am

    Il pubblico, per fortuna, non manifestava nessuna ostilità, penso che ciò fosse dovuto al fatto che la gente viene a vedere il Tour per lo spettacolo e non per quanto è sotteso. Credo altresì che gli appassionati non abbiano grandi dubbi e sappiano che le prestazioni dei campioni non sono realizzate solo con le vitamine. Sad
    In qualche modo continuiamo fino alla cronometro, determinante per la classifica (Brive-la-Gaillarde), ma mentre sono in camera, a cercare di riposarmi un po', l'avvocato di Bruno Roussel rende nota una dichiarazione, a nome del suo cliente: "... la gestione dei prodotti dopanti era organizzata dalla direzione, i medici, i massaggiatori e approvata dai corridori". La reazione dei dirigenti del Tour non si fa certo attendere: J.M. Le Blanc annuncia l'esclusione della Festina dalla corsa. Saputa la notizia, R. Viranque è furioso, pensando che ciò sia inammissibile e cerca di convincerci a continuare. Lo "chouchou" dei francesi crede nella sua storia. Wink E quest'anno dovrebbe essere il suo anno.
    "Noi ci presenteremo domani alla partenza della crono e vedremo se avranno il coraggio di impedirci di partire!" Io sospiro profondamente, con la testa fra le mani, perché so che il nostro "forcing" sarà vano; Le Blanc dovrà cedere, se pur a malincuore, alle pressioni politiche, di cui è oggetto. In quel tempo c'era il governo di grande coalizione e il ministro (comunista) della gioventù e dello sport è fermamente convinto di poter sradicare il fenomeno del doping e allo stesso tempo portare un gran colpo contro J. Chirac nelle sue terre. Egli infatti è atteso quel giorno per officiare la partenza. Richard ha sostenuto il P.d.R. durante la campagna elettorale del 1995 e la nostra squadra era stata ospite di sua moglie un mese prima, durante la ricognizione della tappa di oggi. La prima signora di Francia, consigliere generale del cantone, ci ricevette in pompa magna e ho ben conservata la registrazione dell'intervista e anche parecchie foto. Il luogo della nostra disgrazia non è forse dovuto al caso, perché, dal punto di vista mediatico, non poteva accadere in modo più opportuno di quel giorno per la sinistra anti-Chirac. E' a causa del ministro che la Festina è caduta dal suo piedistallo sabato 18 luglio e il rappresentante del governo sarà, senza dubbio, stato sincero, ma allora non ho potuto non pensare che i politici non agiscono *mai* per caso e che l'orgoglio e l'ambizione del signor Marie-George Buffet avevano bisogno di essere valorizzati!
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    Messaggio Da Lemond Ven Feb 27, 2015 2:57 pm

    Come temevo il tentativo di Viranque fu vano e, dopo un colloquio con il direttore del Tour, il favorito dell'edizione 1998 accetta di lasciare la prova, dopo aver concesso una conferenza stampa e di essa tutti ricordano le immagini molto forti: Richard scoppia in un pianto e lancia il suo famoso " ... vi do appuntamento allo prossimo!" Durante quella terribile mattina mi sono sentito come un sonnambulo, come se il Tour non mi riguardasse più ... e infatti era così. Sad Malgrado le difficoltà, sono contento di ritornare al più presto a casa in modo da poter cercare di avere un colloquio chiarificatore con mia moglie e soprattutto di scusarmi. Però, anche se ci organizzammo per andarcene prima possibile, alla fine ci accorgemmo di non avere tutti i veicoli necessari. Inoltre un alto dirigente della Festina voleva incontrarci per parlare, se i ricordi son giusti, della nostra prossima convocazione al Commissariato di Lyon, come testimoni. E allora non ci rimaneva che attendere, con il nostro stato d'animo tendente al basso e come unica consolazione bere un bicchiere dietro l'altro. Infine, il 19 luglio, ciascuno se ne andò per suo conto; per parte mia mi sentivo come un pugile uscito "sonato" dal ring e non ignoravo che mi attendevano diversi terribili momenti.
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    Messaggio Da Lemond Mar Mar 10, 2015 11:00 am

    Quattro stagioni in acque tempestose

    Il posto di polizia di Lione è un grande palazzo, in un quartiere piuttosto tranquillo della città e, lo saprò più tardi, i poliziotti hanno soprannominato il loro luogo di lavoro "Forte Alamo", il che significa che pensano di combattere guerre perdute in partenza. Ufficialmente siamo convocati il 23 luglio 1998 come testimoni ed è stato scelto Lione, come competenza, per la vicinanza con il servizio corse della Festina, che si trovava a Meyzieu.
    Con i miei compagni, ritirati dal Tour, ci siamo messi d'accordo nel presentare ai funzionari la stessa versione, rivelando il meno possibile e, in quanto testimoni, pensiamo di non rischiare niente. Ma, appena ci siamo presentati, il commissario R. Muller prende la parola per dirci che saremo *trattenuti*. Ci guardiamo increduli e interdetti! Credevamo di dover raccontare ciò che "sapevamo" e invece dobbiamo consegnare quello che abbiamo, subire una perquisizione e tutto ciò che di altro è previsto dalla procedura. Il pomeriggio è appena cominciato e ne avremo per 48 ore: un paio di tappe di montagna, senza conoscerne prima il profilo!Sad
    Sono condotto in uno stanzino con due poliziotti che mi devono interrogare e si daranno il cambio (come in una Sei Giorni) con altri colleghi. Sento che la nostra strategia non resisterà a un interrogatorio spinto, ma tento comunque di recitare quanto avevamo concordato: non capisco perché Willy sia stato arrestato e ignoro la natura e la provenienza dei prodotti. Il calore della stanza si aggiunge alla mia angoscia e sudo in abbondanza, per cui chiedo da bere. Le domande si fanno sempre più precise e serrate e I "flics" cominciano ad alzare il tono: "Ci ascolti e non ci prenda per scemi, sappiamo mote cose; Willy Voet e Bruno Roussel ce le hanno raccontate, quindi lei farà meglio a dire la verità". Dopo cinque ore, ne ho abbastanza, capisco che non reggerò molto in queste condizioni. In certi momenti sei a un bivio: o continui con le tue stupidaggini o dici tutto e svuoti la coscienza. Alla fine la scelta è semplice, devo smettere di mentire e alle 20, la deposizione è registrata e posso lasciare Forte Alamo, libero. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Mar 17, 2015 8:58 am

    I poliziotti sapevano già tutto, da me volevano solo delle conferme e le hanno ottenute. Poi mi hanno rassicurato sulla mia paura di una condanna penale, perché il consumo di prodotti dopanti non era reato. Questo però non me l'avevano detto all'inizio dell'interrogatorio, il che mi ha comportato diverse ore di angoscia!
    Ero arrivato al professionismo senza bisogno di niente e ho preso le mie prime iniezioni quando ero alla Castorama e solo per assumere vitamine e magnesio, mentre i miei primo corticoidi li ho avuti per curare una tendinite.
    Nel 93-94 si assisteva a dei profondi cambiamenti nella gerarchia e la famosa tripletta dei Gewiss (Argentin, Furlan, Berzin) nella Freccia aveva suscitato parecchi commenti, perché la differenza fra coloro che "si preparavano" (come si diceva nel gergo) e gli altri stavano diventando molto accentuate! Il fossato sarà colmato solo quando anche i corridori francesi, che erano rimasti fuori nei primi anni novanta, faranno il passo e passeranno (come tutti) all'Epo. E quando ormai esso sarà generalizzato i risultati saranno più conformi alle qualità vere di ciascuno. Io ho scoperto il prodotto dopo che sono arrivato alla Festina, dove mi si diceva che doparsi è una atto di professionalità, perché senza assumere l'Epo non si può continuare con quel mestiere e, dato che lo fanno tutti, non si alterano i rapporti di forza, si va solo più veloci, punto e a capo.
    Non sono fiero di quel che ho fatto, perché avrei potuto nuocere alla mia salute e rischiare la vita, ma se anche tornassi indietro scoprirei che ero arrivato a un certo punto dove "hic Rhodus, hic salta" e se volevo continuare, dovevo dimostrare di saper "saltare". Sad
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    Messaggio Da Lemond Mar Mar 24, 2015 9:06 am

    Per fortuna, alla Festina, eravamo strettamente seguiti dal medico (E. Rijckaert) e da B. Roussel: i due avevano organizzato un sistema che evitava l'approvvigionamento selvaggio da parte dei corridori. L'avvenire ce lo saprà dire meglio, ma credo di poter affermare che il futuro non si prospetta oscuro per la mia salute, nonostante i miei quattro anni di doping. Una cosa da aggiungere è che non è assolutamente vero che sono stato uno dei più grossi consumatori della squadra, anzi, talvolta il mio organismo reagiva male ai prodotti iniettati e allora mi è capitato di cedere una parte della mia quota ai compagni. Devo confessare invece che ho usato in qualche festino, il famoso "miscuglio belga" composto di cocaina, anfetamine, eroina, caffeina e vasodilatatori, una grossa bestialità, ma tant'è! Sad All'epoca non ne conoscevo la pericolosità e quel miscuglio era preso da tanti che ... era quasi automatico assumerlo. E alcuni, proprio per questo, sono diventati tossicomani!
    Mi dispiace ammetterlo, pensando al passato, ma devo dire che l'affare Festina per me e per il ciclismo è stato un bene, perché il nostro mestiere si era indirizzato in una strada molto incerta; senza di esso quando e come si sarebbe fermata la deriva? Per me lo scandalo è servito a risanare, almeno in parte, il nostro sport e oggi il ciclismo presenta una faccia più rassicurante, anche se tutto non è certo finito. Quando guardo la TV mi accorgo che ci sono grosse differenze fra certe squadre e anche fra i diversi paesi, come all'epoca precedente il doping generalizzato, quando alcune scuderia sbaragliavano le altre. Il rinnovamento non va troppo veloce, però oggi i giovani possono pretendere di esercitare il loro mestiere senza dover ricorrere al doping, mentre i corridori della mia gernerazione questa scelta non l'avevano.
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    Messaggio Da Lemond Mar Mar 31, 2015 9:07 am

    Giorni strani

    La solitudine e la onta, il disgusto di sé: l'inverno 98-99 sembra non aver fine. In seguito alla mia confessione, sono stato sospeso per sei mesi dalla F.F.C. così come i miei compagni D. Roux e C. Moreau. Potrei ricominciare a correre il 1° Maggio, ma questa prospettiva mi sembra troppo lontana e pertanto trascino ogni giorno la mia amarezza, come un'anima in pena. Non chiamo e non rispondo al telefono: nessuno può/deve turbare quelle mie lunghe giornate di reclusione volontaria. Mia moglie ha reagito molto male, quando le ho confessato di aver fatto ricorso al doping, perché le sembra un tradimento e io ho proprio paura di perderla, ma non trovo le parole per comunicarle la sofferenza e il rimorso che provo. La nostra coppia vacilla e la lettura del libro di W. Voet, dove si parla anche di orge sessuali di certi corridori, rischia di accentuare i suoi risentimenti. Cerco di convincerla che non ho mai partecipato, ma il dubbio è difficile da estirpare, quando si è instaurato nell'animo! E oggi, cioè quindici anni dopo, la ferita non si è ancora chiusa! Anche mia figlia soffre della situazione, perché a scuola è oggetto delle "frecciate/scherno" dei compagni: i ragazzi sono cattivi e lei si è trovata all'improvviso a cambiare un padre, di cui andava fiero osannato e adulato da tutti come campione sportivo, in ... Cerco in ogni modo di rassicurare Lolita, senza entrare nei dettagli, tenuto conto della giovane età; ogni cosa gliela rivelerò alcuni anni dopo. Durante questo periodo terribile il solo conforto che ho avuto sono state le numerose lettere di solidarietà ricevute dai miei tifosi e dagli amanti del ciclismo, un po' di sole in questo lungo momento di gelo.
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    Messaggio Da Lemond Gio Apr 09, 2015 9:44 am

    Dopo il sisma, nessun squadra mi ha contattato per un eventuale ingaggio, il campione del mondo non interessa più nessuno! Richard invece ha trovato "rifugio" alla Polti e Alex Zulle alla Banesto. Prima di rimanere senza lavoro ho dovuto accettare il contratto che i dirigenti della Festina mi hanno fatto sottoscrivere, con il salario ridotto del 70%. Considero il loro atteggiamento ingiusto, ipocrita e indegno, considerato anche che lo sponsor ha beneficiato, tutto sommato, di una pubblicità enorme, ancorché negativa, ma in questo settore, mi dicono che il segno non è tanto importante. Sad Intanto il mondo del ciclismo continua senza particolari emozioni riguardo a noi *banditi*. Quasi tutti continuano, dopo un periodo di incertezza, come prima e il mio scoramento/risentimento è facilmente comprensibile. Ai giornalisti non rivolgo più la parola e, pur rispettando il loro dovere di informare, non mi è piaciuto per niente il modo come lo hanno fatto in tale occasione! Sad Mi hanno descritto come un megalomane pro Virenque e anti Zulle, il che non è assolutamente vero, perché io sono sempre stato pronto a lavorare per lo svizzero, che ho sempre considerato un potenziale vincitore del Tour, molto più di Virenque. Ma in quel periodo i malintesi e le sintesi facili si sono accumulate e mi hanno spinto vieppiù sulla difensiva.
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    Messaggio Da Lemond Gio Apr 16, 2015 10:13 am

    Bisogna comunque rientrare nel "mondo" ed affrontare ogni ostilità e quindi riprendo la bici per delle uscite solitarie, sempre più lunghe, nella campagna della Sarthe. Ed è là, scalando quelle "piccole alpi" che, piano piano, ritrovo il gusto di quella sana fatica che il corridore sente dopo qualche ora e anche la voglia di "farmi male". Inoltre queste "sedute" sono propizie all'introspezione e scopro che proprio non voglio abbandonare il mio mestiere, come più volte mi ero ripromesso nel periodo più acuto della depressione. So che un giorno potrò ritrovare l'ebrezza della vittoria, anche se mi riprometto di ricominciare tutto da zero e affrontare il ciclismo in maniera affatto diversa. La determinazione è così radicale che sfioro l'eccesso inverso: non prendo più neppure le vitamine o il magnesio, il che non è bene, perché uno "sportivo" di alto livello di questi prodotti ha bisogno. Il ritorno in gruppo è migliore del previsto, perché quasi nessuno si accorge di me, a parte i miei compagni, di ritorno anch'essi dalla sospensione e fra essi Pascal Hervé, che non ha confessato niente, ma che ha deciso "sua sponte" di sospendersi per solidarietà con la squadra e con i compagni. Mi accorgo con piacere che i legami fra noi sono rimasti e che l'intesa è cordiale, come prima. A quell'epoca, solo Richard, ha preso le distanze da noi, anche perché è partito in Italia e, pian piano, finiremo per perderci completamente di vista; con gli altri invece sono restato in contatto per tutta la durata della carriera. Le strade invece si sono separate subito con i dirigenti della Festina: li ritroverò solo al processo. E, a proposito, della Festina, il mio "ridicolo contratto" scadrà alla fine di quella stagione (1999) e quindi ho solo sei mesi per convincere un nuovo datore di lavoro. Sad
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    Messaggio Da Lemond Sab Apr 25, 2015 9:45 am

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    La situazione era affatto nuova per me: incapacità a staccare gli altri, dover stare spesso insieme con il gruppetto degli attardati e il sentimento di correre dietro ad una forma perduta, forse per sempre! Nel Tour 1999 non sono io: mi manca il ritmo e sono costretto a battermi ogni giorno per sopravvivere e arrivo 77° a Parigi, nel giorno del settimo sigillo di Lance Armstrong, ma voglio credere ancora a un mio possibile ritorno, perché questa corsa di sofferenza continua è stata comunque benefica: ho visto che la muscolatura sta ritornando, a poco a poco, quella di un tempo e, con essa, la motivazione. Certo, se voglio lasciare la Festina e trovare una nuova squadra, devo farmi vedere entro la fine della stagione e, secondo me, mi rimane solo la Vuelta. In quest'ottica vado ad uno "stage" in Sierra Nevada, durante il quale mi sembra di essere sulla buona via e mi presento alla partenza mursiana con eccellenti disposizioni mentali, perché sento che è ritornato dentro quello spirito combattivo che non mi aveva lasciato mai, prima del marasma del Tour 1998. Ma durante le prime tappe sono vittima di un'intossicazione alimentare e, senza forze, mi trascino in coda del gruppo e mi stacco ad ogni "cavalcavia" ! Didier Roux è nello stesso mio stato. 
    Per tre o quattro giorni penso di abbandonare, perché nonostante le cure restiamo senza appetito e senza forze e Didier in effetti lascia la compagnia, ma io decido di raschiare il fondo del barile, per poter ancora ... sperare.
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    Messaggio Da Lemond Lun Mag 04, 2015 9:44 am

    Riesco ad arrivare fino a Salamanca e allorché si profila il terribile Alto di Angliru, una mulattiera e vero spaventapasseri di questa Vuelta, Sad  mi rendo conto che il peggio è passato e che dovrò cercare di mettere il "naso fuori della finestra". Riesco ad andare in fuga nella nona tappa, insieme ad altri dieci corridori, fra cui Camenzind, Sorensen e Zanini e, siccome il tempo è brutto, in tale compagnia ho l'impressione di essere al Giro delle Fiandre. Nel finale è tutto un susseguirsi di scatti e, a pochi km. dall'arrivo, si avvantaggiano in quattro, ma nell'ultima discesa li vedo bene davanti a me e alla "flamme rouge" riesco a raggiungerli e riparto immediatamente. Non mi giro mai a vedere che succede e metto tutte le mie forze nel tentativo e, solo dopo aver tagliato il traguardo, mi accorgo di aver dato tre secondi a Camenzind. Wink Questa vittoria mette fine al periodo più brutto della mia vita e rappresenta una vera resurrezione, dopo mesi di sacrifici ad allenarmi senza sapere se sarei mai tornato ad alto livello. E poi c'è ormai la sicurezza che l'anno prossimo non resterò senza lavoro. Wink Infatti, pochi giorni dopo, M. Gros viene a trovarmi per dire che ha trovato un nuovo sponsor per la stagione 2000 e vorrebbe fare di me l'uomo faro della nuova squadra: Jean Delatour.
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    Messaggio Da Lemond Dom Mag 10, 2015 9:56 am

    Nella nuova squadra sono il "patron" e così devo forzare la mia natura e trasformarmi nel capo-branco, per insegnare ai giovani che non siamo in corsa solo per figura.  J.P. Fréty, il PDG della Jean Delatour, ha investito 15 milioni di franchi in una squadra ciclistica che in vetrina ha Laurent Brochard, un'équipe molto ambiziosa, ma che non è sicura di poter partecipare alle grandi corse, perché senza buoni risultati gli inviti non arriveranno.  A 32 anni mi sento di poter assumere una simile responsabilità e questa nuova sfida viene proprio a proposito, per farmi dimenticare i fantasmi della Festina.  Durante l'inverno mi sono preoccupato di mantenere una buona condizione attraverso l'uso del V.T.T. (vélo tout terrain) e voglio dimostrare al mondo che non sono finito e provare che posso correre ai più alti livelli, senza bisogno di ...

    Nel ritrovo di inizio stagione fo male alle gambe dei compagni, per mostrare l'esempio e, come già detto, la nostra squadra deve mostrarsi subito, perché non fa parte del "pro Tour" e quindi deve sperare nelle "will card". Desidererei fare un gran colpo già alla Parigi-Nizza, per dimostrare che non siamo "piccoli e neri" Wink  Durante il prologo ritrovo Fignon, che è diventato il direttore della "corsa al sole". Sempre imprevedibile l'ex vincitore di due Tour ha concepito un tracciato propizio agli attaccanti ed io mi rammento di dieci anni prima, quando ci conoscemmo e dovetti prendere il "coraggio a due mani" per riuscire a varcare la soglia della camera del "leader" della Castorama. Laurent è sempre stato gentile con me e con piacere mi ha invitato alla sua corsa, sta a me non deluderlo. Mi getto a corpo morto nel prologo, come ci si butta in mare, con la volontà di riguadagnare il tempo perduto e impiego 9'32" a percorrere i 7,9 Km. Un lungo sprint, che si rivelerà vittorioso, con mia grande sorpresa: fo meglio di C. Boardman e, per 84 centesimi di secondo, indosso la maglia di leader. Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Lun Mag 18, 2015 2:06 pm

    Sul podio assaporo pienamente il gusto del ritorno alla vittoria e un'idea folle s'impossessa di me: questa maglia di "leader" voglio conservarla fino a Nizza. Wink Quale miglior regalo potrei fare allo Sponsor? All'interno della squadra sono tutti entusiasti e pronti a collaborare con quelle mie intenzioni. Le tappe verso il sud sono movimentate, ma i compagni rispondono presente e, anche se poco esperti, riescono a frenare l'attacco che F. Mancebo organizza a S. Etiènne. Rimangono però molti altri avversari,fra cui un giovane tedesco che si dice molto talentuoso e che risponde al nome di Andreas Kloden. Tento di sorprendere tutti nei finali di tappa, cercando di inserirmi anche negli sprint di gruppo, ma il guadagno è scarso. Alla vigilia della crono con il col d'Eze faccio il punto con il D.S, ma il tecnico mi sembra piuttosto pessimista, perché conosce le capacità di passista scalatore di A. K, tanto più che lui si è risparmiato per tutta la settimana, mentre io ho sparato parecchie frecce dal mio arco. Sad Il vantaggio nei suoi confronti è di dieci secondi, che dovrò difendere su quel colle, rivelatosi molto spesso decisivo per la vittoria finale. Sin dai primi Km. mi rendo conto che la battaglia sarà rude e la maglia resta attaccata a un filo; ma mi getto con tutte le forze sul mezzo meccanico, come se fosse l'ultimo dei mie giorni. In quei momenti ogni parte del tuo corpo sembra gridare "pietà", ma non si può ascoltare; solo tirar dritto! Siamo all'ultimo Km. che ha una pendenza meno forte, il che mi permette di rilanciare l'andatura e di terminare in gran pompa. Peccato, per me, che il tedesco ha chiuso ancora più forte e il mio tempo è il secondo a 17" dal migliore. Perdo così la Parigi Nizza per 7" e Laurent Fignon, che sa qualcosa al riguardo, viene a consolarmi. 
    Sono privato del trionfo che pensavo di meritare, ma non c'è da scoraggiarsi, perché ho solo perso da uno più forte di me e devo considerare gli aspetti positivi della corsa, senza rimuginare sui se e i ma che avrebbero potuto far pendere la bilancia in mio favore. 
    Quindici giorni dopo confermo il mio stato di grazia, vincendo la crono del Criterium International e la settimana dopo metto il mio nome nell'albo d'oro di una prova della Coppa di Francia. Alla fine di maggio la Jean Delatour presenta un bilancio molto sodisfacente, perché anche P. Halgand, l'altra punta, ha due bersagli centrati e quindi tutti sono molto fiduciosi in prospettiva della partecipazione alla Grande Boucle. Wink Ma hanno torto. Sad
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    Messaggio Da Lemond Gio Mag 28, 2015 8:26 am

    Infatti il 31 maggio, quando J.M. Leblanc annuncia i nomi delle squadre "professional" invitate al Tour, la Jean Delatour non c'è!  calcinculo

    Collera e delusione si mescolano fra noi, mentre lo sponsor reagisce in modo vivace, denunciando un sistema simile a quello mafioso!  capa sul muro 
    A pensarci bene ci si può interrogare sui criteri di selezione e vedere se si è tenuto conto del valore sportivo delle squadre? La nostra è forse inferiore, come risultati, alla formazione danese "Memory card"? Forse quella squadra ha avuto il merito di mostrarsi nei quindici giorni precedenti la scelta, imponendosi alla Quattro giorni di Dunkerque e al Tour de l'Oise. Di essa si dice che B. Riis è pronto a diventare il direttore sportivo e si sussurra che Leblanc debba dei favori al vincitore del Tour 1996, per il comportamento tenuto nella "tormenta" del 1998. Riis in effetti quell'anno era stato determinante nel convincere i colleghi a non abbandonare la corsa dopo la tappa di Aix-les-Bains.
    Da parte mia, ascolto quello che si dice, ma non prendo parte attiva perché non dispongo di tutti gli elementi per dare un giudizio, ma soprattutto perché l'esclusione non mi tocca più di tanto: il Tour non mi fa più sognare, per me ormai il mito si è sgonfiato, è diventata una corsa come tante e quindi mi dispiace solamente per i miei compagni e lo sponsor. 
    Senza il Tour, concludo la stagione con una vittoria alla Paris-Bourges e quindi posso dire di aver cominciato e finito l'anno 2000 "en fanfare", ma la cosa che mi rende felice è che ho ripreso fiducia in me stesso e di questo ringrazierò sempre la mia squadra del cuore: Jean Delatour. Wink
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    Messaggio Da Lemond Dom Giu 07, 2015 11:22 am

    Un Homme Heureux (felice)

    Un parentesi magica, il sentimento di toccare il cielo dopo la più grande depressione e soprattutto la convinzione di aver trovato un porto d'attracco ideale per la mia vita professionale. Ed è con questi colori che riprendo gusto alle corse e che ritrovo una parte d'incoscienza, simile a quella degli inizi. Wink Il ciclismo ritorna ad essere uno sport, lontano da ogni pressione o considerazione extra. L'uomo distrutto ha lasciato il posto a chi, invece, è sicuro di sé e può essere di esempio agli altri e prendo questo ruolo molto sul serio. Sono rispettato dai miei giovani compagni, che possono approfittare dell'esperienza che può tornare utile anche a loro; pure Eddy Lembo, ragazzo impetuoso e difficile a indirizzare, riesce ad accettare i consigli. C. Dessel, allora neo-pro si rammenta ancora della Vuelta 2000, allorché, vittima di una caduta e privato per questo della maglia di leader, sono restato sereno, davanti a tutti, la sera in albergo. In quei tre anni ho vissuto un periodo irripetibile e che mai dimenticherò. Wink Dal lato allenamento non mi "ammazzavo" e infatti ho cominciato la stagione con 25000 km, ma ho compensato con una presenza continua da febbraio a ottobre.
    In Jean Delatour ho ritrovato una vecchia conoscenza, l'ex Festina, C. Bassons; e la cosa non è gradevole, perché lui, dopo "l'affare" ha cominciato una crociata antidoping assordante, che ha "il dono" di farmi arrabbiare. Nella sua autobiografia, Bassons non è stato tenero con me, rimproverandomi un'ostilità nei suoi confronti e il rifiuto di accettare le borracce che mi passava (invano) in corsa e devo dire che ciò che scrive è vero. D'altra parte l'avevo avvertito. Certo non sono stato gentile con lui, ma tutti commettiamo errori e, d'altra parte non credo che Christophe ne sia stato esente e, in più, penso che abbia approfittato del sistema. Sad
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    Messaggio Da Lemond Mar Giu 23, 2015 9:06 am

    Questo personaggio ha guadagnato attraverso il doping e mi spiego: alla Festina, come in tutte le squadre, i premi vinti nell'anno sono equamente ripartiti fra tutti i corridori alla fine della stagione. Ora a questi soldi, secondo lui acquisiti con inganno, grazie ai prodotti dopanti, C. Bassons non ha mai rinunciato e si è preso tranquillamente quello che gli spettava del "bottino". Wink Se fosse stato fedele alla sua linea di condotta ... Per questo suo comportamento illogico o in malafede, non gli ho certo manifestato simpatia durante il suo anno alla Delatour. Poi non ho avuto bisogno di incontrarlo, perché lascerà la squadra e il ciclismo. Buon per lui. 
    A parte Bassons fra tutti gli altri c'è un buon rapporto e comincio a schiudere il mio guscio, anche con i media, Avrei voglia di dare un'immagine giusta di me, nonostante uno scontro con G, Holtz. Il giornalista non aveva rispettato il riposo che sono in diritto di aspettarmi alla fine di una tappa, sollecitandomi invece troppo (secondo me) per la sua rubrica del dopo Tour. Gérard è simpatico, ma il suo entusiasmo debordante e le richieste insistenti non sono sempre di mio gusto. In ogni modo accetto di vederlo il giorno dopo in diretta, perché non voglio proprio subire alcun taglio nel montaggio. Sad In quell'occasione riesco a sbarazzarmi del soprannome "La Brosche" che ho sempre detestato e che mi sono dovuto portar dietro per troppi anni. A forza di ripetere in trasmissione: "Chiamatemi Laurent Brochard", ho visto che i frutti sperati sono arrivati. Smile 
    La carriera prosegue con regolarità e nel 2001 riesco a essere primo nella classifica della coppa di Francia e, anche se P. Halgand acquista sempre più importanza in seno al nostro gruppo, ho il sentimento di restare il capitano indiscusso e ciò mi inorgoglisce molto. Se il nome di Virenque sarà per sempre associato a quello della Festina, il mio lo sarà a Jean Delatour, il che non è una sodisfazione da poco. Smile  In quell'anno penso proprio di terminare la mia carriera in questa squadra, ma, spesso nella vita, le cose vanno a prendere una direzione propria. Sad
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Giu 23, 2015 2:33 pm

    Fantastica questa parte! Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Sab Lug 04, 2015 10:02 am

    "Les histoires d'amour finissent mal"


    Non mi sono accorto che le cose stavano cambiando, come se, in una scena di teatro, avessero messo una nuova scenografia e, per di più un "tromp-l'oeil" senza avvertire l'attore principale. Nella stagione 2002 penso di non aver tradito le attese. Durante il G.P. del Midi libre mi sono imposto brillantemente sul Mont Saint-Clair, una salita breve, ma ripida. Era la terza volta che mi imponevo in questa corsa. Dettaglio divertente: i giornalisti mi chiamarono nel 2012, allorché il Tour percorse quelle strade, per conoscere l'avviso di uno specialista. Wink All'inizio dell'anno però avevamo saputo che i dirigenti di Jean Delatour desideravano diminuire i propri impegni, il che lasciava poche speranze al fatto che le due punte sarebbero rimaste. Mi riferisco a me stesso e a P. Halgand, che in quell'anno vinse anche una tappa al Tour, mentre io ci provai, ma non riuscii a trovare la fuga buona. Alla vigilia del G.P. di Plouay, il 25 agosto apprendo, per vie traverse, che a Patrice è stato rinnovato il contratto, mentre nessuno si è fatto vivo con me. Molto deluso, vado comunque ad incontrarmi con il vice direttore sportivo, per ... ma non ottengo nessuna risposta, anche se ormai il mio licenziamento è nelle cose! Sad  E' tanto più spiacevole perché era stato M. Gros (il capo) a venire a cercare me, per montare la sua squadra e allora era entusiasta di come ero riuscito a dare un'identità alla sua formazione. Questo lavorare alle mie spalle, come dovevo prenderlo, se non come un tradimento? La storia non darà ragione al mio ex direttore sportivo, perché P.H. non otterrà più risultati probanti, come attesta il suo palmarès 2003 del tutto vergine di vittorie. Smile E Delatour non sopravviverà: nel 2004 cesserà di esistere e credo che Michel si sia reso conto del suo errore. Da parte mia non gli ho tenuto rancore ed è con piacere che ci salutiamo, quando ci incontriamo per caso.
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    Messaggio Da Lemond Gio Ago 20, 2015 11:55 am

    Ma nell'agosto 2002 il mio rancore verso di lui era immenso e non fu certo la convocazione per il Tour di Polonia che migliorò i nostri rapporti. Che dire di quel Giro? Non so se fu un'avventura, una punizione o che altro. All'inizio di settembre la squadra inviò colà i corridori in fine di contratto o quelli che non avevano dato soddisfazione. Insomma solo gente venuta per "fare numero". Mai, in tre anni d'esistenza, Jean Delatour aveva allineato una squadra così poco competitiva e da parte mia avvertii P. Perret di non contare su di me per fare qualcosa d'importante! La prime tappe terminarono con sprint di gruppo e, con mia grande sorpresa mi accorsi che non avevo nessuna difficoltà a seguire il ritmo e, con il passare dei giorni, mi sentivo sempre meglio. Wink L'inattività mi aveva evidentemente permesso di ricaricare la batterie e quando si abbordarono le strade accidentate dei Carpazi decisi di provare un colpo nel circùito finale di Szklarska Pore, riuscendo a terminare secondo, dietro a Pellizotti e davanti a Richard Virenque. Il giorno dopo arrivo quinto, sotto una pioggia incessante e la mattina dell'ultimo giorno, frazione divisa in due, sono pronto a tentare il tutto per tutto. Sono solo sessanta km. in circuito nella prima semitappa e riesco ad uscire dal gruppo in compagnia del mio compagno Grabovski, che tira con tutte le sue energie e quando non ne ha più devo fare poco per concludere vittoriosamente. Ho conquistato la maglia e non mi resta che confermarmi il pomeriggio nella crono di 19 km. cosa che fo con facilità. Niente male per un "morto". Very Happy In questo modo sono di nuovo in posizione di forza per avere un contratto per la stagione successiva. Wink
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    Messaggio Da meazza Gio Ago 20, 2015 6:38 pm

    Carlo hai visto che sono usciti due nuovi libri , uno su Hinault e l'altro su Marc Madiot ? li Hai gia' acquistati ? se si come sono ? (penso li prendero' a breve)
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    Messaggio Da Lemond Ven Ago 21, 2015 8:35 am

    meazza ha scritto:Carlo hai visto che sono usciti due nuovi libri , uno su Hinault e l'altro su Marc Madiot ? li Hai gia' acquistati ? se si come sono ? (penso li prendero' a breve)
    No, io sono ancora in attesa di ricevere dalla libreria francese quello su Riccò. Ciao e grazie.

    P.S.

    Hinault è un bugiardo, mentre Marc Madiot non mi attira granché.
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    Messaggio Da Lemond Mer Set 16, 2015 9:25 am

    Le respect du champion

    V. Lavenu mi teneva d'occhio da tempo e quando seppe dei contrasti con J. Delatour venne a parlare e ben presto trovammo l'accordo AG2R e il sottoscritto, perché entrambe le parti pensavano di fare una buona scelta. Io lasciavo una squadra che non mi voleva più e V.L. prendeva il primo corridore francese nella classifica U.C.I. Dopo la recente uscita di scena di L. Jalabert il ciclismo francese non ha altre punte. io accordavo ai punti U.C.I. una certa valenza, però, non certo la parte più importante, che rimane la voglia di dare il massimo si sé ogni giorno, che sia di allenamento o di corsa. Vincent invece ai punti ci pensava parecchio e sarà molto felice quando, alla fine di marzo, mi vedrà in XIII posizione. Wink 
    Entro nella formazione savoiarda da solo, perché non ho mai imposto nessuno a chicchessia e quindi mi dovrò integrare in un gruppo già formato, dentro in quale non so che tipo di ruolo mi sarà assegnato. AG2R è la mia quarta formazione professionistica e devo confessare che ho cambiato molto, ma non sempre ho avuto scelta e d'altra parte penso che non avrei potuto restare in un'unica squadra, perché, presto o tardi, avrei avuto voglia di cambiare aria e alla fine, mettermi al servizio di un grande campione con il quale avrei forse potuto vincere il Tour ... per procura. Wink Purtroppo quest'occasione non l'ò mai avuta. Sad

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