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    Laurent Brochard

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    Messaggio Da Lemond Sab Giu 28, 2014 9:35 am

    Promemoria primo messaggio :

    Avec Matthieu Lambert "S'ils savaient ..."

    Da quasi vent'anni la strada è il mio luogo di lavoro, il mio ufficio a cielo aperto e non penso di lasciarlo a breve; ho 39 anni e un morale di ragazzino, il mio corpo funziona bene e non penso quasi mai alla mia età. E allora? Ho sempre fame di vittoria, anche se in questa stagione (anno 2007) non sono riuscito a trovare l'apertura e, per la prima volta in vita mia, non sono stato selezionato per il Tour; ma questo fatto, anziché scoraggiarmi, mi spinge a voler dimostrare ai miei dirigenti ((La Bouygues Telecom) che un posto in squadra me lo sarei meritato. Perché non far questo al Giro di Polonia che ho già vinto una volta? Nella tappa che arriva a Poznan tenterò qualcosa di sicuro, ma intanto cerchiamo di economizzare le forze, perché mancano ancora sessanta km. all'arrivo. Sono in piena riflessione quando si verifica un grosso rallentamento, devo frenare bruscamente, la mia ruota anteriore scoppia e capisco che non potrò evitare la caduta. Un po' sonato mi rialzo comunque alla svelta e, anche se sento un dolore vivo, ci fo poco caso. Il meccanico, che ha sostituito la ruota, mi spinge e dopo poco, approfittando delle ammiraglie al seguito, rientro in gruppo. Il dolore tuttavia persiste e capisco che quel giorno lì non potrò far niente!  Crying or Very sad

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    Messaggio Da Lemond Mer Ago 27, 2014 11:42 am

    Il giorno dopo, fra Istres e Vitrolles, sotto una pioggia notevole non lascio mai le prime posizioni e nel finale riesco ad essere in un gruppetto che sta inseguendo F. Pineau e a 10 Km dall'arrivo siamo in cinque (Olaf Ludwig, Steve Bauer e Stefano Zanatta sono gli altri tre). Il gruppo è vicino e cerco di imprimere un ritmo sostenuto alla fuga e poi, quando siamo su una piccola collina, mi alzo sui pedali e accelero, senza preoccuparmi dei miei compagni. In quei momenti non penso a niente, però riesco a sentire uno spettatore che mi urla: "Vai, tu li hai lasciati" e infatti mi volto e non vedo più Ludwing e Bauer, mentre Zanatta tenta, ma invano, di rilanciare. Se li ho lasciati senza nemmeno pensare di farlo, tanto vale tentare il tutto per tutto e mi getto in discesa "a corpo morto". Wink Vedo la "fiamma rossa" e poi l'arrivo e alzo le braccia parecchio incredulo; in foto sembra che sia arrivato di notte, a causa della pioggia che non era mai cessata. Sul podio realizzo appena la portata della mia prima vittoria: dopo appena otto giorni nella categoria pro, ho saputo staccare dei corridori esperti ed agguerriti e resistito altresì alla muta lanciata al mio inseguimento. Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Ven Ago 29, 2014 10:27 am

    Dal 1987 progredivo regolarmente e quindi questa vittoria era una prova che mi trovavo al posto giusto fra i pro, come del resto mi ero accorto anche negli "stages" fatti in precedenza. Durante le ripetute in "cote" avevo battuto diverse volte L. Leblanc e naturalmente lui non aveva preso bene la cosa, anche se io non avevo nessuna intenzione di contestare la sua supremazia. Certuni apprezzano il carattere dei giovani, altri meno. Ora, siccome Leblanc non faceva l'unanimità nella squadra, molti sono estasiati del fatto che io sia riuscito a batterlo a più riprese. Wink Con il passare delle settimane si sono formati due clan: partigiani di Rue e quelli di Leblanc e la loro rivalità esploderà a fine giugno, durante il campionato di Francia. A due giri dal termine Gérard è partito da solo e avrebbe (in teoria) corsa vinta, se non si pensasse all'atteggiamento di Leblanc che, contro ogni regola di squadra, va all'inseguimento dell'uomo in testa lo raggiunge, lo stacca e si mette indosso la maglia tricolore. La sera vi lascio immaginare l'ambiente; anche se nessuno passa a "vie di fatto" l'atmosfera è insopportabile e il dialogo è chiuso per sempre. Ancora oggi Gérard, che mi è restato amico, non ha digerito quell'atto e, naturalmente quell'anno fu l'ultimo suo con Castorama.
    Fra i corridori previsti per il Tour della settimana successiva l'inquietudine è palese: come può funzionare un squadra in simili condizioni? Guimard ne era stato il principale responsabile, insieme naturalmente a Leblanc, tuttavia, le cose per lui si aggiustarono, perchè il campione di Francia fu eliminato all'Alpe d'Huez e quel giorno Rue (nota mia e Fignon con lui, perché non poteva vedere Leblanc) dovette esultare, ma la disfatta dell'altro non gli rendeva il titolo e me ne sarei accorto anch'io qualche anno dopo. Sad
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    Messaggio Da Lemond Mar Set 02, 2014 10:28 am

    In questo inizio d'estate, rattristato dalla morosità ambientale, sono contento di non essere stato selezionato per la Gran Messa di luglio e, lontano dal tumulto, torniamo a Le Mans. Ho parlato al plurale, perché Veronica divide la sua vita con la mia; ci eravamo incontrati poco prima del mio accordo con Anthony: veniva a incoraggiare i fratelli a qualche corsa ed è in una di quelle che ci siamo incontrati. Dopo il contratto pro ci siamo potuti installare in un piccolo appartamento a Le Mans. Sarà là che nascerà la nostra prima figlia: Lolita, mentre Bianca arriverà cinque anni dopo. Veronica è sempre stata al mio fianco, dividendo i momenti di gioia e quelli più brutti della mia carriera: un sostegno sincero e sicuro per "sempre". Guimard, sapendo che amo poco allenarmi, mi spedisce a disputare alcune ciclo-turistiche, fra le quali "La Marmotte" che vinco, e mi dice di contare su di me per la fine della stagione, in specie la Paris-Tours. In quella corsa, nove uomini si sono staccati e io sono fra quelli, mentre filiamo di buon accordo verso il traguardo. Una fuga reale, degna di una classica della Coppa del Mondo, composta da Ludwig, Jalabert, Tchmil, Anderson, Maassen, Dekker, Redant, Henn e ...
    La bagarre è intensa, ma ho delle buone sensazioni, a tal punto che comincio a intravedere la possibilità di salire sul podio o ... Però, preso dalla tensione, dimentico completamente di alimentarmi e "la fringale" mi cade addosso a dieci Km. dall'arrivo. Totalmente prosciugato non mi girano più le gambe e riesco a mala pena a salvare un settimo posto. Deluso di sicuro, mi dicono però che sono stato notato e C. Guimard, intervistato da J.R. Godard, dichiara che: "Bisognerà contare su di lui i prossimi anni, soprattutto nelle grandi classiche. E' un futuro grande, parola d'esperto". Sono molto contento dei complimenti e posso felicitarmi per la stagione conclusa, anche se mi restano moltissime corse da scoprire, fra le quali, prima fra tutte, il Tour. Wink
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    Messaggio Da Lemond Ven Set 05, 2014 9:46 am

    Grandeurs et misères du Tour de France

    In seguito a un primo anno molto ricco di insegnamenti, comincio la stagione 1993 con molte ambizioni. Penso che sarò un attore e non solo spettatore di avvenimenti che si svolgono senza di me. Wink Confesso, al riguardo, di non comprendere l'atteggiamento dei neo-pro attuali: la loro prima stagione è sovente "bianca" e non si fanno quasi mai notare. Certo i dirigenti dicono loro che hanno tempo, che non devono bruciare le tappe e che pensino soprattutto a imparare. Ma l'apprendimento può passare anche per qualche vittoria no? Per quel che mi concerne non dimentico mai di provare a vincere e l'aperture mi si presenta subito, nella prima tappa del T. del Mediterraneo, dove riesco a uscire dal gruppo compatto a un Km. e vado a prendere il bouquet di fiori dalla miss. Wink Il programma stabilito da Guimard passa per tutte le classiche, però il vero appuntamento l'ò con il Giro d'Italia.
    Ho 25 anni, quando parto dall'isola d'Elba e gli ordini sono chiari: essere al servizio di Luc Leblanc. Però il campione di Francia (rubato a Rue) non è in grado di confermare il suo rango e poi una caduta lo costringerà all'abbandono a quattro giorni dalla fine. Durante la corsa rosa i rapporti fra Luc e Cyrille erano diventati molto tesi e alla fine, il patron, irritato per la mancanza assoluta di rendimento del suo presunto "leader" dichiara che non solamente non lo selezionerà per il Tour, ma altresì che l'anno dopo dovrà trovarsi una nuova squadra. Al termine il mio piazzamento in classifica è 27°, ma, se fossi stato libero di muovermi, avrei potuto ottenere un risultato migliore. Ciò malgrado, la selezione per il Tour non è per me acquisita, perché Castorama è ricca di corridori di buona qualità e Guimard emetterà il suo verdetto al termine dei Campionati di Francia. Noi non sappiamo niente di chi saranno i prescelti e io non ho mai compreso questa politica, tuttora in vigore nelle squadre francesi. Secondo me sarebbe bene che i probabili lo sapessero almeno un mese prima, per evitare le inevitabili tensioni date dall'incertezza. Quel giorno mi sono limitato a controllare, perché il mio compagno J. Durand era andato in fuga la mattina e dopo alcuni giri, si ritrovava solo in testa. A pochi Km dal traguardo sono (passivo) con altri due inseguitori: G. Rue e F. Teyssier, quasi sicuro del secondo posto, dietro Jacky, quando Guimard si porta alla mia altezza e mi grida di attaccare. Cosa fatta, perché in quel momento mi sento nel pieno delle mie capacità, a tal punto che il vantaggio di J.D. si sgretola immediatamente e, infatti, dopo poco lo vedo. Ma Guimard abbassa di nuovo il vetro dell'auto e mi dice che non devo andare a prenderlo: "Ha fatto un gran numero e merita di vincere, tu contentati del secondo posto". Obbedisco e, levando il piede, termino a una cinquantina di metri dal nuovo campione di Francia. Wink
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    Messaggio Da Lemond Lun Set 08, 2014 9:57 am

    Non appena arrivato, il nuovo campione di Francia mi ringraziò e Guimard era molto sodisfatto, ma più tardi ho realizzato che ho perso l'occasione di impadronirmi delle maglia blu, bianca e rossa. Certo Durand meritava il titolo, ma quel campionato mi ha lasciato un gusto amaro in bocca! D'altra parte il mio "fair play" ha fatto sì che non diventerò mai campione tricolore, mentre Jacky reitererà proprio l'anno seguente. E, detto per inciso, questo è solo il primo dei fatti negativi che mi accadranno in questa corsa.
    La consolazione è che Cyrille mi seleziona per il Tour e addirittura con uno stato di corridore protetto, anche Perché Leblanc non c'è e Delion è fuori forma. Io potrò esprimermi in tutta libertà, senza peraltro avere troppa pressione e quindi decido di non guardare neppure il profilo complessivo del Tour, prenderò le tappe una per una, come ho sempre fatto, del resto. Wink Quando uno è pro, disputare il Tour è un sogno, perché si tratta di una corsa a parte: tutto è gigantesco, moltiplicato per ... Durante le prime tappe, resto soggiogato dall'affluenza incredibile che s'incontra per le strade dei Paesi della Loira e in Bretagna. Ogni giorno il mio amico Fernand Legeard, accompagnato da un piccolo gruppo di tifosi, si piazza in un posto giudicato propizio e spiega un grande striscione intitolato a me. Smile In corsa, malgrado un ritmo molto sostenuto e un grande nervosismo, non mi trovo per niente male e passo senza inconvenienti il test della cronosquadre, per la quale non avevo alcuna esperienza. Dopo la crono individuale, mi metto in testa di poter far qualcosa in alta montagna, ma nella tappa che finisce alla Serre Chevalier mi sento male ai piedi del Glandon e termino a un quarto d'ora dal vincitore Tony Rominger.
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 13, 2014 8:57 am

    L'indomani, vittima di un passaggio a vuoto sui colli d'Izoard e Vars, arrivo con 23 minuti di ritardo, ma tutto ciò non basta a scoraggiarmi: una volta terminate le Alpi, cercherò di mettere il naso alla finestra e, infatti, nella tappa fra Isola 2000 e Marsiglia (287,5 km) riesco ad inserirmi in una fuga di 24 corridori. Sulle "cote" di Gattières e Chateauneuf, poco prima di Grasse, cerco di lasciare la compagnia a più riprese, ma tutte le volte i corridori francesi fanno un bello sforzo per ritornare su di me. "Tu sei pazzo a lanciarti in una simile avventura, la strada è ancora molto lunga". Cinque Km. dopo l'italiano Roscioli piazza un attacco, ma allora, stranamente, tutti questi miei "amici" si astengono dall'inseguire. Bizzarro assai! Comunque Roscioli si imporrà sulla Canebière e noi saremo invece tutti ripresi. Sto ancora interrogandomi sul comportamento tenuto dai miei compagni di fuga, quando sento R. Pensec alla Tv (e poi dalle colonnne del giornale "Liberation") accusarmi di non rispettare il codice del gruppo. Io, secondo lui, avrei lasciato indietro il "gruppetto" durante la discesa del Galibier, cosa che di solito non si fa, quando si chiama il "gruppetto" poi si lavora tutti insieme per non arrivare f.t.m. Ma ciò è falso, solo che, conoscendo la discesa, ho fatto il buco per distrazione, non certo per arrivare fino in fondo da solo. Ma evidentemente ho urtato la suscettibilità di qualcuno e sulla strada per Marsiglia qualcuno mi ha voluto insegnare qualcosa, per ritorsione. Sad Quel che è stato è stato e l'indomani, verso Montpellier, moltiplico gli assalti, anche se però sono sempre ripreso e la tappa termina con uno sprint massivo, però mi sembra di aver dimostrato qual è la materia di cui sono fatto. Wink Termino la G.B. al 44° posto e, anche se appassionati e dirigenti si attendevano un po' più da me, già terminare il Tour alla prima presenza è motivo di sodisfazione e spero di migliorare l'anno successivo. In quel momento ignoro che le cose stanno cambiando velocemente e che l'avvenire per Castorama sta bruscamente cambiando verso il brutto! Sad
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    Messaggio Da Lemond Mer Set 17, 2014 10:35 am

    Jeu de dupes

    No, non firmerò il contratto e respingo il foglio che mi ha teso C. Guimard. Attenzione Laurent, se tu non firmi, mi riservo il diritto di lasciarti a casa durante il Tour. Il braccio di ferro è cominciato, ma con voce ferma non posso che ripetere quanto avevo già detto. Guimard, con un sospiro, lascia la stanza. Siamo nel giugno 1994, durante uno "stage" a Font-Romeu, le mogli sono state autorizzate a raggiungere gli stagisti, preselezionati per il Tour. Il posto di montagna è bello, ma non così l'ambiente umano. Durante gli esercizi e le uscite di allenamento si sono create numerose rivalità fra noi. E' ovvio che tutti vogliono partecipare al prossimo Tour e, ancora una volta, non si sa chi. Questo è il secondo anno con Castorama e il mio primo contratto da professionista arriverà a scadenza alla fine della stagione e in quei giorni Guimard mi ha proposto quel contratto a cui ho risposto no all'inizio. I termini sono: se firmo il prolungamento di un anno ho la sicurezza di disputare il Tour, altrimenti niente Tour e dovrò cercare una nuova squadra. Se Guimard è così pressante/ato nel voler farmi prolungare subito è perché conosce il valore del Tour per un corridore: una vittoria di tappa equivale a un notevole aumento di stipendio. Cyrille deve fare i conti con il "budget" (pronuncia biugé, essendo una parola francese, prestata poi all'inglese), tuttavia ci sono rimasto male per quella che mi è sembrata una mancanza di considerazione; pensavo che avesse maggiore stima di me. C'è da aggiungere che non sono un caso isolato, perché, anche per molti altri componenti la squadra, ha usato lo stesso tipo di "ricatto" e ad es. L. Desbiens ha ceduto subito e farà il Tour, anche se abbandonerà piuttosto alla svelta. A me invece il coltello sotto la gola non fa paura e un'idea mi passa per il cervello: se riuscissi a vincere il campionato di Francia, Guimard sarà obbligato a ricominciare tutto da capo! Smile
    La domenina le cose cominciano bene, perché al nono giro sono in fuga con P. Lino e T. Gouvenou e, in poco tempo, abbiamo ottenuto un buon vantaggio: sette minuti; d'altra parte le tre grandi squadre sono rappresentate nella fuga e non hanno interesse a inseguire. La situazione è ideale, perché noi tre possiamo andare in fondo e ho buonissime sensazioni, in più, nell'eventuale volata, non avrei difficoltà a impormi. Un colpo di scena, però, si verifica nel plotone: nel 12° giro tutta la squadra Jolly si mette in caccia. Sono solo in quattro e l'unica loro possibilità sarebbe sfruttare il lavoro degli altri, ma invece il loro atteggiamento è ... A quattro giri dal termine il nostro vantaggio è sceso a tre minuti, anche se poi nel finale è certo che nessun rappresentate dei Jolly potrà contare qualcosa. Non ci capisco niente, o meglio forse comprendo troppo: Guimard è abbastanza ... da pagare qualche corridore di altre squadre affinché facciano rientrare il gruppo su un suo corridore?
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    Messaggio Da Lemond Dom Set 21, 2014 9:29 am

    Anche se il distacco fonde, credo ancora nelle mie possibilità, anche se siamo rimasti solo in due, perché Lino si è staccato. Però nel penultimo giro dobbiamo arrenderci, perché anche qualche mio compagno di squadra si è unito ai Jolly nel compito di inseguire! Mi rialzo disgustato. disgusted Ma ancora una volta Guimard salva la faccia, perché J. Durand ai 1500 metri piazza un'accelerazione che lo porta a conquistare il secondo titolo consecutivo. Vittoria per Castorama e quindi tanto meglio per la squadra e tanto peggio per me. Sad I Jolly hanno, naturalmente, tutti abbandonato, tranne Bolay arrivato 50° su 58. All'arrivo il manager si complimenta con Jacky e, al contempo, annuncia la lista dei nove per il Tour, dove io (è ovvio) non figuro e, come me, sono esclusi tutti quelli che non hanno voluto rinnovare il contratto, anche se naturalmente C.G. si rifiuta di ammetterlo con la stampa.
    Senza Tour e senza squadra per l'anno 1995, mi devo dare molto da fare; oggi è più facile trovare una squadra, ma allora in Francia non mancavano corridori di talento e, da parte mia, ho ottenuto buoni risultati all'inizio di stagione, ma con una sola vittoria e il mio avvenire mi preoccupa. E poi non mi riesce ascoltare i "rumours"; così il morale è basso quando, in Agosto, vado a disputare il Regio Tour, una corsa a tappe in Germania. Per "fortuna" oltre Reno, non mi perdo in dettagli e mi aggiudico una tappa e la classifica finale, poi a settembre arrivo settimo al G.P. di Plouay, proprio a tempo per farmi notare da B. Thévenet, nuovo selezionatore della squadra nazionale. E quando lui mi annuncia che sono fra i partenti al campionato del mondo, vivo con grande entusiasmo il mio primo "cap" in blu, bianco e rosso. Wink Questa convocazione ha altresì un gusto di rivincita nei confronti di L. Bailly, predecessore di Thévenet, che mi aveva ignorato nel 1993! Rammento che a causa della mancata convocazione, che pensavo di meritare, mi ero lasciato andare a delle frasi infelici, arrivando fino a qualificare di incompetente il selezionatore nazionale. Sad
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    Messaggio Da Lemond Ven Set 26, 2014 10:06 am

    Ad Agrigento, Thévenet mi ha assegnato il compito di gregario e nel quadro maestoso della città dei templi ho cercato di compiere il mio dovere con zelo, perché mi è parso un grande onore far parte della selezione e rappresentava anche un valore aggiunto per me. Il mondiale si svolge nel migliore dei modi: su di un circùito molto difficile L. Leblanc conquista la maglia iridata (che poi iridata non è Wink ) e R. Viranque la medaglia di bronzo. Sono ancora sul percorso quando mi arriva la notizia e insieme a P. Lino e S. Heulot ci lasciamo staccare dal gruppetto per poter tagliare la linea insieme: la mano nella mano. Ricordo indelebile. Wink A titolo personale, non sono venuto per niente in Sicilia, perché nell'aereo di ritorno Bruno Roussel, direttore sportivo della Festina, sta sondando il terreno per rinforzare la squadra nel 1995 e, dato che Leblanc e Lino approderanno ad altri lidi ...
    Come ho detto in precedenza, sono libero da ogni impegno e, senza esitare, firmo un contratto di due anni con gli orologiai di Andorra. Wink A 10.000 metri di altitudine prendo definitivamente congedo da C. Guimard e penso che, ormai a 26 anni, sono in grado di volare con le mie ali. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mer Ott 01, 2014 2:54 pm

    Si près du maillot jaune ...

    Nuova maglia (Festina) e nuova vita, perché sento che evolverò all'interno della struttura degli orologiai di Andorra. Wink Durante lo "stage" di pre-stagione fo conoscenza con i miei compagni. Nel 1993 erano arrivati i rinforzi da squadre che avevano cessato l'attività: PDM e RMO, per cui contava diversi "clan", ma quando arrivai io, la tribù olandese era scomparsa e anche gli spagnoli erano molto diminuiti e quindi si può dire che l'ossatura era diventata francese. Conoscevo solo B. Roussel come D.S, un personaggio agli antipodi di C. Guimard, perché Bruno non è per niente un dittatore e ama ascoltare i suoi uomini, cercando di conoscere quali sono le preferenze di ciascuno. All'inizio noi discutevamo molto intorno alle mie ambizioni e di quali erano le corse che più, secondo me, mi si adattavano. E Bruno s'impone ben presto ai miei occhi come un eccellente conduttore della squadra, ma anche come un bravo tattico, anche se non aveva l'esperienza tecnica del boss della Casto. Very Happy Dal 1995 Festina disponeva di un buon gruppo di corridori, ma forse, proprio con quelli bravi è difficile comporre "un'orchestra" ben affiatata. E lui ci riesce, nonostante un difetto che mi pare di vedere subito nei suoi atteggiamenti: la tendenza al lassismo. Bruno non sa battere i pugni sulla tavola e questo qualità forse sarebbe stata necessaria se si vuol dirigere ad es. un tipo come R. Virenque. Sad
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    Messaggio Da Lemond Gio Ott 09, 2014 9:20 am

    Dal mio arrivo alla Festina ho visto quale aura emana Richard da tutta la sua persona: volubile, esuberante, fantastico, "le chouchou" del pubblico vuole mostrare che è presente ed esercitare il suo "imprimatur" su tutto quanto lo circonda. Virenque dispone di qualità fisiche innegabili e non lascia molto posto agli altri. Fra il meridionale espansivo e il sarthois taciturrno che io sono, la coabitazione trascorre senza ingombri, tanto più che lui non è presente in molte delle corse alle quali prendo parte. Per lui l'obiettivo quasi unico è il Tour, specie dopo che nel 1992, al suo debutto fra i pro, ha portato la maglia gialla. A parte il Tour, solo i campionati di Francia e del mondo trovano grazia ai suoi occhi. Purtroppo, per lui, la strategia non è il suo forte in questi appuntamenti e, pur avendo le gambe per vincere, fallirà sempre questi obiettivi di un giorno. Sad Comunque sia, di una cosa in squadra siamo sicuri: in luglio non sarà questione di Brochard, Hervé o Robin, ma solo e soltanto Richard Virenque. Per me va bene, tanto più che Bruno mi ha promesso una grande libertà sulle altre prove del calendario. Ironia della sorte, però è proprio nella Grande Boucle che riesco a dare il meglio di me, perché all'inizio di stagione ho avuto diversi acciacchi, specie al Delfinato dove, dopo essere passato in seconda posizione sul Galibier, sono stato vittima di una caduta in discesa. A causa del vento, l'impermeabile che stavo tentando di infilarmi, si è impigliato nei raggi. Una disavventura presto dimenticata e arrivo a Saint Brieuc ottimista, pronto a partire nel prologo del Tour. Sono andato bene nella crono della "Route du Sud" e quindi nutro buone ambizioni per questo antipasto iniziale. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Ott 14, 2014 9:43 am

    Alla partenza dei primi c'è un bel sole, poi il cielo si sta oscurando ed è diventato alquanto minaccioso, allorché vado alla partenza, come 80° concorrente (circa). I tenori hanno previsto di partire in serata. Al termine del riscaldamento mi comunicano che il nostro compagno svizzero Bruno Boscardin ha avuto parecchie difficoltà con l' unica asperità prevista dal prologo e quindi mi consigliano di non dare tutto prima. Messaggio ricevuto e così riesco a frenare il mio temperamento e a superare "in souplesse" la salita, però poi questo fatto mi farà "mordere le dita!" All'arrivo ho il quarto tempo, con 4 secondi di ritardo da J. Durand, mentre una specie di diluvio si abbatte sulla città bretone, il che rende il percorso molto pericoloso. I favoriti possono fare una croce sopra le loro speranze di vittoria, se non vogliono correre rischi enormi e infatti C. Boardman, grande specialista, finisce contro un muretto, mentre Indurain, Rominger, Zulle preferiscono saggiamente andar piano, terminando fra gli ultimi in classifica. In quel momento comprendo che ho fatto veramente una stupidaggine colossale non impegnandomi a fondo nella prima parte! In questo modo mi sono "autocastrato" impedendomi di conquistare tappa e maglia gialla !!! Ho realizzato il miglior percorso fra quelli che hanno corso sotto la pioggia, anche se essa era molto più lieve, mentre J. Durand, partito a e arrivato sotto il sole, risplende di giallo sul podio. Questo corridore non può dire di essere perseguitato dalla sfortuna, perché ad es. qualche settimana prima ha vinto una tappa del Midi-Libre perché un passaggio a livello si è chiuso poco prima dell'arrivo del gruppo. Certo anche questi sono gli "alea" del ciclismo. Wink
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    Messaggio Da Lemond Dom Ott 19, 2014 9:58 am

    Ma la delusione di Saint-Brieuc è dimenticata presto e d'altra parte nessuno avrebbe potuto prevedere un simile scenario. E poi che sono quattro secondi se si guarda agli abbuoni che dànno gli sprint-bonification (e ce ne sono molti in queste prime tappe in pianura)? Ho deciso, andrò alla caccia di questi abbuoni per colmare il mio ritardo. Il giorno dopo, fra Dinan e Lannion, mi impegno nell'ultimo sprint a Pleumer-Bodou e incasso due secondi. All'arrivo, in leggera salita, cerco in tutti i modi di stare a contatto con i migliori, terminando terzo del gruppo. Jacky era invece in difficoltà a seguire e si è ritrovato indietro, l'unica cosa da sapere è se c'era o no iato fra le due parti del gruppo. Se i giudici decidessero per il sì la tunica d'oro sarebbe mia. Attesa febbrile. Dopo lunghe consultazioni, i commissari decidono di accreditare a tutto il gruppo lo stesso tempo e la maglia non sarà per oggi, né per domani, perché Laurent Jalabert è molto in forma in questo periodo e sembra che abbia la mia stessa idea. E' arrivato a soli sei secondi di ritardo e la sua velocità gli permette di conquistare abbuoni anche negli sprint di gruppo. E infatti, al termine della tappa seguente, prende la maglia di leader, mentre io sono secondo; ma ormai ho perso ogni possibilità e non potrò correre la cronosquadre con il simbolo del primato. Mi dispiace perché quella tappa è sulla mie terre, fra Mayenne e Alençon. Un vero peccato per i miei tifosi e per Veronica, così come per la mia piccola Lolita, venute quel giorno a trovarmi. Non avrò più, nella mia carriera, l'opportunità di vestirmi di giallo e per un certo tempo ho nutrito una certa amarezza, ma oggi non ho più rimpianti, perché non si può concretare ogni proprio sogno. Wink
    Nei giorni successivi mi dedico al mio ruolo di "équipier" al servizio di R. Virenque, vincitore di una tappa nei Pirenei e miglior scalatore (con maglia "à pois" a Parigi); per me c'è un 28° posto sui Campi Elisi, per cui ho riempito pienamente il mio contratto. Wink Interrogato su di me, B. Roussel si espresse così: "Si ha l'impressione che corra solo perché ha classe, se si riuscisse a sgrossarlo dai difetti che lo riguardano, principalmente alimentazione e dettagli tecnici, potrebbe riservarci grosse sorprese". Sorprese sì, ma niente vittorie, perché alla fine del Tour il mio contatore è a zero., io che invece avevo preso l'abitudine di vincere presto nella stagione. Sad
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    Messaggio Da Lemond Dom Ott 26, 2014 7:58 am

    L'estate termina  senza che possa trovare l'apertura, ma essa si presenta al Tour dell'Ain, fine agosto, Il primo giorno non riesco ad entrare in una fuga vincente di venti corridori e allora, frustrato, ci provo l'indomani con altri due, che lascio a una dozzina di Km. dal traguardo, per alzare finalmente le braccia a Oyonnax. Wink Del tutto rasserenato, decido di riprovarci nella terza tappa e restano ancora 100 km. da percorrere quando mi alzo sui pedali e c'è anche il colle de Faucille, che mi dicono terribile. Dopo aver contato più di due minuti di vantaggio, riesco a conservare, in cima, soltanto 14 secondi, ma mi bastano, perché in discesa riesco a fare un numero, di cui ho il segreto, e riesco a fare il bis in quella corsa. Wink Wink Non c'è mai due, senza tre, sostiene un vecchio adagio e io lo confermo, vincendo anche l'indomani la cronometro individuale. Quella superba tripletta mi frutta la selezione per i campionati del mondo di Duitama (in Colombia). Ma lì, malgrado la buona preparazione sulle montagne del Colarado, pago la stagione parecchio intensa, senza pause e poi quel giorno l'altitudine mi gioca un brutto scherzo e sono costretto ad abbandonare, come gli altri tricolori, ad eccezione di R. Virenque che arriva sesto, ma senza mai poter mettere in discussione il dominio spagnolo. Nella squadra tutti sono comunque soddisfatti e mi si rivolgono spesso elogi, salutandomi come un "super-équipier". Ma forse, mi dico, sarebbe meglio dimenticare più spesso la servitù e pensare di più a me stesso. Wink
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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 02, 2014 10:14 am

    Le Troisièmme homme

    Grammont e il suo famoso muro è il punto decisivo del Giro dell Fiandre e siamo in nove in questa domenica di aprile su questa erta collina lastricata in pavé, mentre Vasseur, che era stato il primo a provocare la selezione a 40 km. dall'arrivo, è un po' staccato. Nel punto più duro (al 20%) Michele Bartoli scatta in maniera imperiosa, nel suo stile caratteristico, con i gomiti aperti. L'italiano prende qualche metro di vantaggio, mentre il nostro gruppetto esplode. Mi alzo sui pedali e insieme a Tchmil passiamo in seconda e terza posizione in cima. Musseuw, il grandissimo favorito, forse un incidente meccanico o ... non è più con noi. Sul piano Bartoli continua il suo sforzo, pur avendo sei uomini alle spalle e solo 7 secondi di vantaggio. I cambi sono secchi e nervosi e nessuno di noi ha rinunciato a inscrivere il suo nome in questo monumento della classiche primaverili e io in particolare. Sono arrivato nono alla sanremo 15 giorni prima e godo di una grande libertà di azione in questa campagna delle classiche del Nord, però temo che il nostro gruppetto tenda a tergiversare mentre ci si avvicina all'arrivo. In vista del Bosberg decido di uscire da solo e vedo Bartoli cento metri davanti, però non sono in grado di colmare il distacco. Poco dopo Ekimov e Tchmil mi raggiungono in cima e ormai siamo solo in quattro a lottare per la vittoria. E invece a 3 km. dall'arrivo non vi dico quale sorpresa sia nel vedere rivenire sui di noi Musseuw, arcibattuto durante l'ascensione al Grammont. Il peggio è che con lui ci sono anche altri corridori! Sad Poi penso che da un certo tempo ho visto uno strano vai e vieni di automobili al seguito e comincio a nutrire dei seri dubbi sulla regolarità della corsa. Forse Musseeuw ha approfittato dell'aspirazione delle vetture per rientrare sul nostro gruppo? All'arrivo parecchi testimoni avvalorano i miei sospetti, ma purtroppo spesso le cose vanno così in Belgio. Sad
    All'arrivo Musseeuw è terzo e io settimo e sono molto deluso. A distanza posso dire che quel Fiandre 1996 rappresenta una buona sintesi del mio comportamento nelle classiche durante tutta la mia carriera: mi mancherà sempre qualcosa per far pendere la bilancia in mio favore. Avrei dovuto dimostrare un maggior opportunismo in certe circostanze, perché un uomo da classiche è soprattutto un maestro di tattica e io non sono stato tale, per lo meno non al punto di poter iscrivere il mio nome in una di queste grandi prove, compresa la Paris-Roubaix fino a quando ho potuto parteciparvi, cioè prima dell'ernia al disco.
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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 09, 2014 9:21 am

    Ma anche se non ho vinto grandi corse, mi sono illustrato su vari fronti in questo 1996, ad es. due tappe e la classifica finale al Tour du Limousin e poi II al campionato di Francia, al G.P. di Plouay e al Midi Libre, V alla Parigi Nizza e al Trofeo dei Grimpeurs, VII al Fiandre e al Delfinato etc. Finisco anche il Tour al XVIII posto, dopo aver lavorato anche per il mio leader: R. Virenque. In conseguenza di simile regolarità, alla fine della stagione, sono XXI nella classifoca UCI: terzo francese, dopo Jalabert e Virenque. L.J. è il secondo anno che è in testa e cristallizza l'attenzione dei media ed è anche giusto che non si soffermino troppo sul terzo francese. Wink Ja.Ja. e Virenque sono molto a loro agio quando hanno un microfono davanti, per me la cosa è difficile, perché il ragazzo timido che non voleva salire sul podio è sempre presente in me. Ma anche se il carattere mi diminuisce in termini d'immagine, non sono invece un segreto per nessuno le mie qualità fisiche e il C.T. mi seleziona per le Olimpiadi di Atlanta sia nella corsa in linea che nella crono. Le Olimpiadi erano state da sempre riservate ai "dilettanti" e quindi non avevo mai pensato di poter partecipare, ma da quell'anno sono aperte e tutti e un vecchio sogno d'infanzia (quando disputavo i cross) diventa realtà. A parte i risultati, che non sono granché, perché il circùito non si presta molto ai miei mezzi, cerco di approfittare pienamente di una manifestazione sportiva di tale ampiezza. Purtroppo i ciclisti non sono alloggiati al villaggio olimpico e poi la durata del nostro soggiorno è troppo corta! Sad Cerco di approfittare comunque dello spettacolo grandioso e in particolare della cerimonia di chiusura. Ho partecipato ad altre due edizioni dei giochi ed ho sempre cercato di assistere alle prove diverse dalla mia, in specie gli sport di combattimento e, ad Atene ho potuto seguire l'atletica leggera, dallo stadio olimpico. Wink Prima di salire sull'aereo del ritorno, devo parlare un po' del villaggio olimpico, dove ho scoperto un clima molto conviviale che unisce gli sportivi di ogni disciplina e di tutte le nazioni e, siccome prima di essere un ciclista, sono un amoroso dello sport in generale, durante i giochi ritrovo l'animo di adolescente, quando seguivo gli exploit di Sebastian Coe, re dei 1.500 m. Al mio ritorno mi dico che, al termine della carriera, ritornerò a correre a piedi per diletto, ma non siamo ancora là, perché prima devo pensare al 1997 che mi permetterà di scrivere le più belle pagine del mio libro d'atleta. Wink
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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 16, 2014 9:23 am

    "Laudenvielle"

    Oggi all'hotel di Luchon c'è un'aria strana ed io riempio le coppe di champagne per l'allegra combriccola e sono il re della festa. Al tavolo vicino Bruno Roussel si alza in piedi per dire: "Fino a questo momento mi domandavo qual era la più bella giornata vissuta da direttore sportivo ed ora vi voglio dire che è quella di oggi. Voi mi avete fatto felice e siete proprio dei signori. E con una tale squadra, mi domando come potremo non vincere il Tour? Salute". Io lascio liberi i miei pensieri e mi domando se tutto ciò è reale, perché non realizzo ancora l'ampiezza dell'exploit compiuto poche ore prima. Di solito le luci della ribalta sono puntate su Richard, ma quel giorno erano state tutte per me, compreso il telegiornale delle ore 20. Ora, in la camera, mi soffermo sulla bella maglia "a pois" del miglior scalatore, che porto dalla seconda tappa e rammento che il primo giorno ho dormito con quella addosso e mi accorgo che per me sarà difficile prendere sonno e allora mi faccio scorrere in mente tutte le scene vissute in quel giorno, durante la tappa che da Pau, portava a Laudenvielle.
    La mattina le consegne erano state precise: dovevamo cercare di mettere in difficoltà i due "leader" della Telekom, B. Rijs e J. Ullrich e quindi scattare in continuazione, a cominciare dal colle del Soulor, la prima difficoltà di questo Tour. E infatti su questa asperità P. Hervé, mio amico e luogotenente di Virenque, è partito. Nella discesa del col d'Aspin mi getto a capofitto e, in compagnia di D. Rous e O. Camenzind ci riportiamo su Pascal, ormai provato dalla fuga e, infatti, sulle prime rampe del Val-Louron-Azet restiamo soltanto Camenzind e io, ma per poco, perché quando aumento il ritmo, anche lo svizzero cede. In quel momento ho solo in testa l'idea di lavorare per un contropiede di L.V. e quindi cerco di far durare la mia fuga il più a lungo possibile.
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    Messaggio Da Lemond Sab Nov 22, 2014 1:31 pm

    Mi dicono che la bagarre fra i favoriti è cominciata e si sono avvantaggiati in sei, al mio inseguimento: oltre a Richard, Ullrich, Pantani, Rijs, Jimenez ed Escartin e sto aspettando che mi raggiungano, sperando di non essere poi troppo facilmente staccato, quandomi prende una grossa crisi di fame. Sad Anche alla TV si vede che ho una faccia livida e poi non vo più avanti e questo è un sintomo che non inganna! Virenque è scattato con violenza in vista della vetta e, insieme ad Ullrich e Pantani mi prendono anche dieci secondi di vantaggio. Grossa delusione, perché non sono stato per niente di aiuto alla squadra, non sono riuscito a dare a R.V. neppure un cambio. Sad In discesa la crisi di fame si fa sentire meno e tento di riprendere i tre davanti, ma quando mi accodo siamo ormai alla fine della pendenza favorevole e prima del traguardo ci attende ancora una piccola salita, che mi sarà, di sicuro, fatale. Allora, mi dico, perso per perso, tanto vale provare in pianura, approfittando dello slancio dato dal rientro. Richard ha ben compreso le mie intenzioni e fa "il buco". Come avevo previsto la "cote" è terribile e, senza forze, salgo come posso, ma arrivo in cima senza essere ripreso e manca solo un km. all'arrivo. Wink I miei inseguitori hanno una sola alternativa: a) possono attaccarsi fra loro b) guardarsi. Fortuna per me che scelgono il ramo b e io vinco una tappa del Tour. In più siamo al 14 luglio e naturalmente ho anche mantenuto la maglia "a pois". Smile A 29 anni, dopo molti anni di gregariato, realizzo di aver ottenuto in un solo colpo quello che non avrei mai sperato; non molto strano in questo condizioni di non aver mai dormito quella notte. Però in qualche modo devo recuperare, perché il Tour continua. Wink
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    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Nov 22, 2014 2:32 pm

    Come "novellista" però è bravo! Mai crisi di fame dal volto livido. :bobbymarley: :grrrrrrrr:
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    Messaggio Da Lemond Ven Nov 28, 2014 9:07 am

    La mattina della Luchon-Andorra-Arcalis ho "la bocca storta": la mia camera era prospiciente al ritrovo di partenza e per tutta la notte ho sentito il rumore di gente che martellava, lo stridore delle barriere che erano spostate e le invettive degli operai che dovevano montare il podium per le firme di partenza, era stato difficile dormire in quelle condizioni. Sad A colazione siamo tutti preoccupati, perché il menu della giornata si annuncia "pantagruelico", non meno di sei colli. Dai primi colpi di pedali sento la fatica del giorno prima, per fortuna l'andatura è moderata nella prima parte della tappa e quindi non ho difficoltà a incrementare i punti per la maglia "à pois". Quando il Tour entra nel principato di Andorra il gruppo è compatto e comincia una salita di 32 km per arrivare a 2409 m. di altitudine. Il ritmo si accelera progressivamente e la cosa non mi conviene proprio e ecco, che in più, foro la ruota posteriore. Sad La sostituzione prende poco tempo, ma davanti la cadenza è in continuo aumento e non riesco a riprendere il mio posto fra i primi del gruppo. Bruno Roussel si avvicina e mi dice di lasciar perdere per il momento e di provare a rientrare quando ci saranno le pendenze più aspre, sempre che le gambe comincino a girare. Ma io non sono disposto a sentire simili discorsi: ho una maglia e un decimo posto in classifica da difendere e quindi proseguo nel mio sforzo ... inutile! Qualche minuto più tardi Bruno ritorna, ma questa volta ha un tono più fermo: "No, Lolo. Tu non continuerai la tua cronometro individuale per altri 70 km. il Tour è ancora lungo e la squadra avrà ancora bisogno di te." Con la morte nel cuore eseguo gli ordini e mi metto a ritmo di crociera, mentre davanti il treno dei "leaders" è partito senza di me e l'unica cosa gradevole è che Pascal Hervé viene a farmi compagnia. Wink All'arrivo noi due accusiamo un ritardo di 28'55" da Jan Ullrich, vincitore della tappa. Durante il trasferimento in albergo non apro bocca, perché tutto il mio temperamento rifiuta quello che ho fatto e so che ormai non sono più un uomo da proteggere, ma un semplice gregario e il tutto (o quasi) è dovuto a una foratura!!! Da oggi non dovrò scrivere niente altro su di me per questo Tour 1997 e mi limiterò a seguire le gesta di R. Virenque.
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    Messaggio Da Lemond Dom Dic 07, 2014 9:13 am

    E il lavoro non manca, perché il "Varois" (non so come si chiamano in italiano gli abitanti del Var) che mi ha preso, intanto, la maglia "a pois" è convinto di avere i mezzi per piegare la maglia gialla Jan Ulltich e quindi tutti i giorni, sotto la ferula di re Richard, ci mettiamo a ... Talvolta fino all'assurdo! La testa rincalcata sul manubrio, non mi rendo conto di niente, ma c'è qualcosa che non va nella nostra squadra: insidiosamente il nostro "leader" ha preso il posto di Bruno Roussel al comando. Il D.S, vittima del carattere conciliante, dà prova di un eccessivo rispetto nei confronti del nuovo idolo dei francesi che, in questo Tour 1997 sembra proprio una "rock-star" e naturalmente Richard gode a dismisura di siffatta popolarità, che oltrepassa il ciclismo. Da ragazzo il suo desiderio era proprio quello di diventare come M. Jackson e si trova troppo bene sul palcoscenico, tanto da perdere il senso della realtà! Bruno non ha più nessun ascendente sul suo corridore, che sceglie da solo la tattica, talvolta ci indovina anche, ma tal altra, no, perché le sue strategie non sono per niente calcolate, arrivano così per istinto. Durante la tappa Courchevel-Morzine ci ordina di andare dietro a L. Jalabert, quando Ja.Ja è in fondo alla classifica generale e come unica ambizione ha quella di salvare il suo Tour, con una vittoria di tappa e quindi l'ordine di raggiungerlo non è dato da motivi logici, ma solo dal fatto che R.V. ha paura che l'altro ritrovi in parte la sua popolarità e questa non è strategia, ma solo show-businnes! Sad Naturalmente la nostra rincorsa farà nascere delle inamicizie, che non sono mai fruttifere nel ciclismo! L.J. è ripreso sulla Colombière, ma la tappa la vince Pantani e molti di noi arrivano al limite del tempo massimo, mentre Richard non ha potuto fare niente sul Joux Plane, l'ultima difficoltà della giornata.
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    Messaggio Da Lemond Dom Dic 14, 2014 9:15 am

    Un episodio che non ho proprio capito riguarda la tappa Colmar-Montbélliard, allorché Richard, dopo aver fatto il più duro staccando Jan Ullrich sui colli dei Vosges, decide poi di attendere la maglia gialla, lasciando D. Roux da solo, che vincerà la tappa. Se la vittoria di Didier apporta sodisfazione alla squadra, ha anche, però, un gusto di ...
    Se avesse ascoltato i consigli di Bruno, Virenque, molto in forma quel mese, avrebbe potuto realizzare grandi cose, mentre con la sua testa non arriverà mai primo nella corsa dei suoi sogni. Sad A pensarci bene, però non sono certo che ne avesse i mezzi, perché i limiti nelle tappe a cronometro erano troppo elevati, ma al momento ci avevamo creduto: eravamo come ciechi e non ci rendevamo conto della situazione durante quel periodo. Poi mi sono reso conto che eravamo tutti sotto l'influenza carismatica del nostro capitano. Richard non si separa mai dalla sua sicurezza e non esita a guardare tutti i suoi avversari dall'alto, anche i più grandi. Noi non ci accorgevamo che quella, più che sicurezza, era temerarietà, mentre ad es. mia moglie, che aveva un po' più di stacco dalla cose, me l'aveva detto che ... A mia scusa devo dire che ero preso dal vortice della corsa e la squadra andava comunque forte e avevo già vinto una tappa, pertanto l'introspezione era l'ultima cosa a cui avrei voluto pensare. Scrivendo questo righe, la mia intenzione non è certo quella di trattar male Virenque, perché se aveva il torto di lasciarsi trasportare dalla popolarità, era tuttavia capace di essere sensibile e generoso e alcuni gesti sono stati sia toccanti che inaspettati. Se rifletto bene su quell'anno 1997, mi pare di poter vedere le premesse della caduta della nostra squadra (Festina). L'annuncio, in pieno Tour, dell'arrivo di Alez Zùlle l'anno successivo, ha molto irritato R.V. che ha visto in questa decisione la messa in questione della sua "leadership". M. Rodriguez, il patron della grande marca d'orologi, cerca di rassicurare il francese che Zùlle si concentrerà su Giro e Vuelta, lasciando a lui il Tour, ma Richard crede poco a simile precisazione. Inoltre la Festina si è fatta molti nemici in gruppo, perché i nostri attacchi a ripetizione non erano fatti per piacere agli altri, quindi in quell'anno che abbiamo raggiunto i più alti fasti della nostra gloria, le nuvole si accumulano, come se un temporale si preparasse, anche se io non mi accorgevo per niente dei segnali di male-augurio.
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    Messaggio Da Lemond Lun Dic 22, 2014 8:29 am

    Sto per chiudere la valigia quando Lolita mi tira la manica per tendermi un foglio di carte: "Tieni papa, è per te". E' un disegno infantile che rappresenta un corridore che alza le braccia ed ha la maglia verde, perché forse il blu è finito, "Sei tu domenica, aggiunge". Molto toccato, abbraccio mia figlia, consapevole che si parla poco fra noi. Questa incapacità a comunicare fa parte della mia personalità, il che certo non mi impedisce di amare la mia famiglia che, ai miei occhi è la cosa più importante che ho. Mi sento in colpa anche perché dovrò partire di nuovo per l'esigenze del mio mestiere e non potrò essere accanto a mia figlia per i suoi cinque anni. Però le prometto che porterò addosso a me il suo disegno e farò una bella corsa in suo onore e potrà vedermi in televisione. Il cuore un po' più leggero, posso partire per il paese basco, dove C. Mottet, il nuovo selezionatore della squadra nazionale, mi aspetta con impazienza. Il mercoledì L. Jalabert ha vinto la prova a cronometro e indosserà la maglia iridata della specialità, per cui la spedizione francese in terra basca è già un successo, ma la prova regina deve ancora corrersi. Il circuito è più difficile di quello che sembrava sulla carta e Charly sa che può contare su ben due carte importanti: Jalabert e Virenque. Tutti e dodici i corridori scelti siamo in grande forma e sappiamo perfettamente quale sarà il nostro compito la domenica. Mottet teme particolarmente l'Italia e la Svizzera e ha previsto una tattica semplice: se qualche atleta di una delle due squadre va in fuga, un tricolore dovrà sempre seguirlo, inoltre un nostro rappresentante deve essere presente anche nelle fughe con almeno cinque alementi. La gerarchia, come già detto, è ben stabilita con i due capitani, mentre io sono stato designato come terzo uomo, libero di muovermi. Charly non ha fatto la sua scelta per caso e mi spega: "Laurent, tu lo sai come me che, dopo il suo titolo nella crono, Jaja sarà marcato a vista da tutti e del pari anche Richard è un uomo troppo in vista. Mentre tu, in quanto "outsider", avrai una certa libertà e te lo dico chiaramente, hai una discreta possibilità di vestire la maglia iridata domani". L'indomani le condizioni climatiche sono molto difficili: la pioggia e il freddo si sono riuniti sulla baia di Concha, mentre dal punto di vista politico, in questa terra di indipendentisti, la situazione è piuttosto calda: alla vigilia una bomba è esplosa nei dintorni e ha provocato numerosi feriti fra la Guardia Civile e, al terzo giro dobbiamo fermarci perché ci troviamo davanti una trentina di manifestanti; la sosta è di un solo minuto, ma questo tipo di incidenti sono del tutto nuovi per una corsa mondiale. In ogni modo la mia concentrazione non ne esce diminuita.
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    Messaggio Da Lemond Mar Dic 30, 2014 9:28 am

    Al settimo giro prende forma una fuga di un certo interesse, con due dei nostri. Gli italiani hanno solo Scinto e quindi devono impegnarsi per inseguire durante i successivi tre giri e la situazione è molto buona per noi. Però i francesi in testa durano meno del previsto e quindi devo anticipare la mia entrata in servizio. Ma quasi subito dopo che il gruppo si è compattato, partono in 14, fra cui Zulle, Riis, Mercks, Bartoli e Bugno e Virenque e Vasseur. Un fuga "royale" e molto pericolosa, soprattutto per la presenza del duo italiano, contro i quali Virenque e Vasseur non avrebbero molte possibilità, in un eventuale finale. Mottet non esista e mette i nostri a inseguire "pancia a terra" e io cerco di dare il mio contributo per riprendere i fuggitivi, però sento le gambe pesanti e penso che il finale sarà complicato per me, così come per Jalabert che, tutte le volte che prova qualcosa, ha tutto il gruppo dietro di lui! Sad Ma a due giri dalla fine si verifica il fatto determinante: Tafi cade, trascinando con sé Bartoli, il che crea il panico nella formazione d'oltralpe. Allora i cisalpini si mettono tutti in testa e provocano una scrematura definitiva: rimangono 22 atleti con tre francesi e fra essi ci sarà il nuovo campione del mondo. I tre sono Jalabert, Vasseur e moi meme. Nell'ultima ascesa d'Oriamendi parto, seguito da Musseuw e Hamburger e, dopo lo scollinamento, anche dallo spagnolo Mauri, che subito tenta il colpo in discesa, ma riesco a controllarlo bene, insieme a Van Bon, Bolts e agli svizzeri Gianetti e Dufauux, quest'ultimo mio compagno alla Festina. Mottet mi annuncia che dietro si osservano e che Jalabert non potrà più far niente, quindi tutta "l'équipe" è sulle mie spalle. Purtroppo, però, ho speso troppo fino allora, mentre i miei avversari mi sembrano ancora "freschi", essendo stati al coperto per tutta la giornata. Decido di stare in ultima posizione, cercando di conservare le energie residue e posso così anche rendermi conto che da dietro nessuno arriverà più. Solo una "fagianata" mi può salvare, perché allo sprint sarei battuto, come nella tappa della Vuelta, da Van Bon. Prima dell'ultimo km. attacco, prendo un certo vantaggio, ma mi fo riprendere e proprio Van Bon è il primo che mi salta e che lancia lo sprint, un po' troppo presto e, avendo avuto ben cura di prendergli la ruota, ai cento metri lo passo e do tutto me stesso, assolutamente tutto, anche di più. Hamburger sta rinvenendo, ma è troppo tardi e io alzo le braccia, senza neppure comprendere ciò che mi sta accadendo. Wink
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    Messaggio Da Lemond Gio Gen 08, 2015 7:43 am

    Laurent Dufaux mi abbraccia e tutti i quadri della squadra saltano come matti, mentre si forma un gruppo intorno a me, ma io ancora non riesco a realizzare la portata del mio "exploit". J.P. Ollivier, di France 2, spinto dai suoi colleghi, mi mette il microfono davanti: " Laurent, Laurent, ci avevi creduto? " - Bah, Van Bon mi aveva già battuto una volta, occorreva proprio che prendessi la rivincita - Wink Insomma, a caldo, ho risposto come se avessi vinto una tappa del Circùito della Sarthe. In effetti, nella mia mente sono altrove: ci vorrà la cerimonia di premiazione e la consegna della maglia iridata, oltre che la Marsigliese, per comprendere infine ... tutto. Diciassette anni dopo B. Hinault, sono diventato l'ottavo francese campione del mondo e sul podio, alla mia sinistra c'è Van Bon a cui dico che non serve a niente arrabbiarsi, le cose nel ciclismo vanno così, anche se tu pensavi di essere il più veloce. Qualche minuto prima Virenque, davanti a "reporter" ha avuto una reazione che mi ha molto sorpreso e ammutolito. Il mio leader alla Festina, si è messo a piangere, prima di cadermi fra le braccia. Bruno Roussel infine mi ha sussurrato all'orecchio che "Tu sei un gran corridore, una grande vittoria doveva arrivare un giorno".
    Mentre scendo dal podio il mio pensiero va a Veronica, incinta del nostro secondo figlio e a Lolita che mi dato il disegno che conservo ben stretto nel taschino e che diverse volte avevo estratto durante la corsa, per osservarlo. Mia figlia si ricorderà a lungo del giorno dei suoi cinque anni, così come me. Wink
    La sera in albergo tutti sono pronti con lo "champagne" e intonano il famoso canto - è proprio fenomenale, meriterebbe di essere sul giornale ... - I tappi saltano e e tutti mi spruzzano.
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    Messaggio Da Lemond Dom Gen 18, 2015 9:25 am

    Jaja ha rivestito la sua maglia di campione del mondo della crono, insieme a Jeannie Longo, anche lei vincitrice della stessa prova. La Francia non era mai stata a una simile festa! C. Mottet è partecipe, chiaramente della gioia collettiva e Virenque, scatenato, vuole in maniera assoluta che il selezionatore si infili la maglia dei cinque cerchi (falsamente chiamata iridata); anche se Charly si fa un po' pregare, alla fine cede. In pochi giorni il nostro c.t. ha saputo creare una coesione perfetta fra individualisti che erano stati anche avversari tutto l'anno. Questo ambiente e questo spirito di gruppo ci aveva fatto difetto a Duitama e Lugano, quando ancora C. Mottet non c'era! Richard reclama un'altera bottiglia e promette di rivoltare tutta Biarritz. Io disperdo ogni mia forza nella notte basca, prima di finire all'alba al bancone di un bar, affiancato da un compagno incontrato per l'occasione: un "povero cristo" che cerca di farmi conoscere l'inventario delle sue pene. Ambiente surrealista. Wink Non ho ancora chiuso occhio, quando mi presento alla porta d'imbarco dell'aeroporto di Biarritz-Parme. Ho avuto l'accortezza di radermi, pensando ai giornalisti che mi attendono allo sbarco, però, nello stato in cui ero, mi sono tagliato profondamente la guancia sinistra e cerco di tamponare l'emorragia con qualche fazzoletto di carta. Lo staff ha fatto l'appello della truppa e non si deplora alcuna assenza; meglio così, ma che notte! Nell'aereo ripenso alla profezia di Richard e se davvero questo stitolo cambierà veramente la mia vita?

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