eliacodogno ha scritto: BenoixRoberti ha scritto:Bisogna tornare alle origini, senza fare 350 Km, ma valorizzando le specificità del territorio, anche quello di pianura e gli sterrati. Le tappe di trasferimento sono assurde, inutili e nemiche dello spettacolo.
Per me in questo disegno ci saranno rispetto alla media di quanto offrono i GT poche tappe noiose (nel novero metto tappe non per forza pianeggianti, ma dall'esito scontato o comunque piatte sino al finale).
Sugli sterrati invece mi viene in mente un aneddoto, di cui forse sei al corrente. In un libro su Bartali si ricorda che al Giro del 47 i corridori si erano pesantemente lamentati con l'organizzatore (al limite di fermarsi credo) che prevedeva di affrontare una tappa con tratti di strada sterrata quando le sedi di partenza e arrivo erano collegate
anche da strade asfaltate. Sarebbe quindi una vera rivoluzione (necessaria per combattere la noia di certe tappe) ma certamente non mancherebbero le polemiche se già in epoche remote e con meno asfalto c'erano mugugni.
Comunque guardare un pochino al passato è necessario per uno sport che tanto il sapore di antico non se lo toglierà mai. E nemmeno dovrebbe toglierselo questo gusto, visto che fa parte del suo fascino.
Quando hai scritto questo post avrei voluto girare la discussione sulle riforme necessarie al ciclismo, ma poi avevo poco tempo e mi ero scordato la replica.
Bellissima la citazione, e sono sempre più sorpreso (e invidioso
) della tua ormai sconfinata conoscenza aneddotica.
Partiamo dalla fine:
"Comunque guardare un pochino al passato è necessario per uno sport che tanto il sapore di antico non se lo toglierà mai. E nemmeno dovrebbe toglierselo questo gusto, visto che fa parte del suo fascino."Io ci ho messo più di 40 anni per capire questa verità.
Per anni, come molti altri, ho sentito il complesso di inferiorità del "ciclismo da svecchiare". Mi sbagliavo, perché oggi il ciclismo non piace più perché è troppo "inutilmente" moderno.
Oggi le giornate gara sono tantissime e si parte da gennaio per finire (alcuni) ad ottobre.
Glisso sulle esigenze dell'Uci di riempire un calendario in modo confuso per semplicemente fare cassa.
Fatto sta che i Grandi Giri sono stati gioco forza limati ad un massimo di 3500 Km.
Questo fa arricciare il naso a Prof, ma tutto è ormai parte di un preciso regolamento, che volenti o nolenti va rispettato.
Con i limiti di media lunghezza massima per tappa, col limite massimo di chilometraggio, io penso che la formula del Giro debba cambiare. I tanto vituperati spostamenti non sono più ormai un grande problema, tanto da prevedere un dispendioso terzo trasferimento dall'Olanda alla Calabria per fare cassa all'estero e dare più spazio al sud ... e che spazio! Vista la bellezza della tappa calabrese.
Come cambiare?
Non sacrificherei neppure un km del Giro per trasferimenti in bici.
Non intendo dire che si debba infarcire di dentoni, dentelli e dentiere il tracciato. Intendo dire che in alcune tappe c'è un qualche spreco di chilometri. Io tenterei di dare il massimo spettacolo disponibile in ogni tracciato.
Immodestamente, non disegnerei mai una tappa come la Noale-Bibione, ma non perché andrebbe messa per forza una salita. Semplicemente avrei cercato dei tratti di sterrato in pianura, magari anche da ripetere nel circuito.
Per adesso al Giro si è pensato agli sterrati solo per le tappe collinari o di salita, come quella splendida di domani (Arezzo, Praia e Cividale sono i gioielli disegnati in questo Giro).
Io credo che anche la pianura padana meriti di presentare i suoi tratturi erbosi, che non hanno nulla da invidiare in primavera ad altri paesaggi.
Il ciclismo deve sposare il territorio, perché in quello non ha alcun rivale. Oggi poi, che le mandrie cicloturistiche europee sono eserciti veri e propri fare ciò è ancora più importante.
In verità avrei anche tagliato il chilometraggio della Modena-Asolo disegnandola, rinviando ad altra occasione la giusta celebrazione ciclistica della pianura e prima collina modenese.
Perché dicevo "non sprecare neppure un chilometro"?
Perché nel miscuglio di prove di un grande Giro ci deve essere un vero tappone di montagna da 230-240 Km, possibilmente dolomitico. Quindi non avrei problemi anche ad accettare una kermesse in circuito di 10 Km con qualche difficoltà per un totale anche di soli 100 Km in pre-serale dopo una tappa difficile (per consentire il giusto recupero) pur di avere il grande tappone. Le tappe per i velocisti restano tutte, ma per lo meno sarebbero dei signori velocisti.
Non vorrei dirlo perché sembrerebbe accanimento personale, ma Kittel rientrato in Italia è sparito (e forse la sfiga lo ha aiutato o ci ha visto giusto).
Lungi da me tramutare i ciclisti in "Bestie da Vittoria", ma sono certo che la rivalutazione dell'antico ridarà il giusto lustro a questo sport. E se fra grandi eventi e eventi minori si introdurrà un bello scalino di chilometraggio (come vuole prof) forse potremmo anche rivedere i campioni in pianura e non solo al Teide.