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    David Moncoutié

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    David Moncoutié - Pagina 4 Empty David Moncoutié

    Messaggio Da Lemond Mer Giu 04, 2014 9:05 am

    Promemoria primo messaggio :

    "Ma liberté de rouler"

    Prefazione

    Che emozione! Quante gioie e quante vittorie dobbiamo a lui! Ma soprattutto soddisfazioni di ogni genere, che vanno oltre una corsa ciclistica. Io non voglio ripercorrere qui la carriera di D.M. , corridore ciclista, professionista per sedici anni, di questo si occupa lui stesso, e con vero talento, in questo libro. Voglio semplicemente rammentare che questi sedici anni sono stati vissuti tutti con la maglia bianco-rossa della Cofidis.  Smile  David è arrivato da noi nel 1997, l'anno della nascita della squadra diretta (allora) da C. Guimard ed è rimasto fino al 2012. In uno sport dove l'individualismo e la caccia ai grossi contratti sono spesso la regola, una simile fedeltà stupisce. Ma essa non è dovuta al caso e richiama alla mente l'esempio di un certo R. Poulidor e la sua Mercier. Non è neppure un caso se David è stato un corridore (come Poupou) molto popolare.  Very Happy
    Ciò detto, in un mondo dove non si passa facilmente da una cosa all'altra, ci si potrà stupire di vedere di nuovo Cofidis, impresa specializzata nel credito "online" e telefonico, cooperare con lui allorché il Nostro, timido di natura, si impegna a raccontarci i suoi ricordi ... Ma da noi la fedeltà è un valore condiviso e poiché David si è molto speso per noi, siamo particolarmente lieti di aiutarlo a far capire oggi, specialmente ai giovani, ciò che lui ha sempre cercato di dimostrare durante la sua carriera: lo sport aiuta a crescere e il ciclismo in particolare, se ben praticato, è un formidabile "ascensore sociale" e non impone in nessun modo il ricorso al doping! (continua)

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    Messaggio Da Lemond Mar Feb 24, 2015 8:33 am

    Mi rendo conto che le ripercussioni positive sono enormi e naturalmente la sera non riesco a dormire; assaporo, minuto per minuto, il presente e ripenso alla vittoria. Avevo una possibilità su duecento e l'ò saputa cogliere, ormai, anche se in avvenire non accadrà più niente, nessuno potrà dire che non ho avuto ragione di seguire la mia stella: la libertà di scegliere e la mia libertà di correre... Very Happy
    L'indomani, alla partenza il pubblico scandisce il mio nome e devo firmare numerosissimi autografi e anche in gruppo i gesti di simpatia e i complimenti vengono da ogni parte, sembra che il mio successo abbia fatto piacere a tanti e io sono ... "su una nuvola".
    Quel giorno la tappa arriva alla Mongie e in tempi normali mi sarei comportato piuttosto bene, mentre perdo le ruote subito, perché le gambe sono vuote: una specie di decompressione, che è ancora un modo per gustare la sbornia della vittoria.
    Però a un certo punto bisognerà ricominciare a correre sul serio e infatti nel mio taccuino ho segnato con un circoletto rosso la cronoscalata dell'Alpe d'Huez e quindi i giorni precedenti sono stato sempre in fondo al gruppo e il giorno *g* spero in una nuova grande prestazione. E infatti, incoraggiato dagli spettatori durante tutto il percorso, termino nono, ma addirittura terzo nella seconda parte (quella più dura), dietro ArmStrong e Ullrich. Arrivo addirittura a riprendere e superare Roberto Heras!
    Dopo il Tour non ho molta più voglia di correre e riesco solo in qualche piazzamento marginale al G.P. di Zurigo (XIX) e a Plouay (XII); ormai la mia vita è cambiata e non solo in senso agonistico. Ho incontrato Lucie, che diventerà la mia donna e la madre dei nostri tre figli. E' studente di biologia a Toulouse e, per la prima volta nella mia vita il ciclismo non è più la priorità: ho voglia di altre cose e soprattutto di farmi una famiglia. Per questo motivo, confido a Lucie, di aver pensato di prendermi un "anno sabbatico", però questa risoluzione dura poco, perché la voglia di correre mi riprende pochi mesi dopo e il 2005, che volevo saltare, sarà la mia migliore stagione. Wink
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    Messaggio Da Lemond Dom Mar 08, 2015 9:20 am

    Le gambe girano a meraviglia e sono felice, sia come uomo che in quanto corridore e, dopo aver coronato un sogno, il mio solo desiderio è quello di farmi piacere. Smile Il primo appuntamento e il Giro del Mediterraneo, dove sono secondo sul Mont Faron, ma niente da fare per la vittoria, in questo inizio di stagione J. Voigt vola troppo alto. E questo colle lo ritrovo alla Parigi Nizza e arrivo terzo dietro Simoni, che stacca tutti e Cadel Evans, che mi batte allo sprint, mentre è distanziata gente come Valverde, Piepoli, Rebellin, Contador e F. Schleck. Posso essere ben contento e fiducioso per i Paesi baschi. In quell'anno è nato il Pro Tour e nei luoghi della "Chanson de Roland" riesco ad impormi (a La Lejana) al termine di un'ascesa tirata tutta con un grande rapporto. Non ho nessuna flessione e riesco ad essere il primo francese vincitore in una prova di questo nuovo circùito. Wink La squadra apprezza molto. In classifica arrivo solo XVIII, ma questo è dovuto a una rottura del gruppo nel primo giorno, Invece (senza imprevisti) sono terzo al Giro di Catalogna, un'altra bella prova internazionale. Lì, nella cronoscalata di Andorra riesco a doppiare un certo Rebellin, però non ad aggiudicarmi la tappa, dove ai primi posti ci sono due atleti della Saunier Duval: Cuesta e Piepoli. Anche se mi ero ripromesso di non occuparmi più della classifica, mi rendo conto che invece posso ben farlo in una corsa di una settimana, segno che a trent'anni sono maturato come atleta. Inoltre il recupero conta meno che nei G.G. e quindi ho l'impressione di poter lottare ad armi pari anche con chi ...
    Tale impressione mi permette mi andare al Delfinato con il morale di un "leader", la qual cosa mi mi era mai accaduta.
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    Messaggio Da Lemond Dom Mar 15, 2015 8:30 am

    In quel Delfinato sono forte come non mai e, al termine di buoni piazzamenti, sono sesto in classifica generale. Il mio solo rammarico è di essermi fatto staccare da Botero nella tappa regina di Avoriaz, proprio quando stavamo per scollinare il Joux-Plane! E. Boyer, il nuovo manager della squadra pensa che potrei lottare con i migliori anche al Tour, ma io so che la cosa non è fattibile: gli altri andranno più forte che al Delfinato, recupereranno meglio e, nella terza settimana, mi spazzolerebbero via!
    La solo possibilità è cercare le tappe, anche se le occasioni sono rare. Nei primi giorni il gruppo è sempre compatto e nervoso e io, per precauzione, sto nelle ultime file, ben disposto a subire tute le rotture che ci saranno e a perdere qualche minuto. I giornalisti che non sanno il mio disinteresse per la classifica si domandano perché e si autorispondono con la solita "mancanza di ambizione". Queste osservazioni, devo confessare, mi pesano perché significa non voler vedere quello che è sotto i nostri occhi e cioè che il doping è ben lontano dall'essere scomparso. Tuttavia, mantengo la mia ambizione di vincere una tappa, perché so che in una giornata è possibile stare a livello dei migliori, se mi sono risparmiato nelle tappe precedenti.
    Quando il Tour arriva sui Vosges il terreno è adatto alle mi caratteristiche e tento spesso di andare in fuga, ma sono troppo nervoso e non riesco a trovare quella buona.
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    Messaggio Da Lemond Dom Mar 22, 2015 8:37 am

    Arriva il 14 luglio e il percorso fra Briançon e Digne-les Bains rientrerebbe nelle mie corde, se non fosse che mi sto domandando se non pago il mio eccellente inizio di stagione. E allora, come mia abitudine, sto in fondo al gruppo con il morale piuttosto basso, però mi ripeto che sarebbe un percorso per me. E allora, durante la seconda ora di corsa, approfitto dei "mangia e bevi" per rimontare diverse posizioni. Poi intravedo una salitella e mi sforzo per risalire nelle prime posizioni, proprio quando si forma una fuga, con dentro S. Casar e P. Halgand e capisco che devo andare con loro. Restano poco più di 100 Km. da percorrere e siamo in 13, con poche squadre escluse. Thor Hushovd è con noi e questo complica le cose, perché è un pretendente alla maglia verde, ma i Lotto di McEwen rinunciano presto ad inseguirci e il nostro vantaggio sfiora i dieci minuti. Fra un turno e l'altro in cui devo andare al comando penso in continuazione. Nel caso peggiore, mi dico, arrivo XIII e poi interrogo il mio compagno alla Cofidis, S. O' Grady, su quali siano le sue condizioni, ma lui non si sbilancia. Sul foglio della tappa leggo che il colle del Corobin è a trenta km. dall'arrivo ed è, secondo me, l'unico posto in cui si può attaccare, se non si vuole arrivare in tredici. Anche Stuart lo sa e propone di partire prima, in modo da darmi la possibilità di contrattaccare se lui sarà ripreso e io avrò delle buone gambe. Rispondo che va bene, perché tanto non ho nulla da perdere. Il suo è il primo di numerosi scatti e all'inizio della salita si trova in testa Axel Mercks e solo due sono gli inseguitori: P. Halgand e J.M. Garrate, con i quali riesco a ricongiungermi e lascio che i due mi riportino sul belga. Subito dopo, metto il grosso rapporto e faccio il buco immediatamente e, anche se il più duro resta da fare, mi sembra di essere sulla buona strada. Scollino con 45" di vantaggio e in discesa non perdo niente, ma non guadagno neppure e mi restano 25 Km. di un percorso vallonato con un leggero vento in faccia! I primi inseguitori sono sette e, nonostante gli incoraggiamenti di F. Van Londersele, vedo che sulla lavagna c'è scritto 25" e 15 km. e sto per crollare psicologicamente. Mi rialzo, dico a Francis, ma lui risponde di no, perché fra poco ci sarà un'altra asperità e posso riprendere vantaggio. Mi rimetto a sperare, tanto più che il mio D.S. mi dice che dietro "si stanno guardando". Non so se sia vero, ma continuo a pedalare con tutte le mie forze.
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    Messaggio Da Lemond Dom Mar 29, 2015 8:54 am

    Arriva la "famosa" salitella finale, mancano 10 km. al traguardo e, dietro di me, Francis urla quando gli sembra che abbia anche un minimo cedimento. "Se tu scollini in testa, hai vinto ... dopo la discesa è molto sinuosa e quindi favorisce un uomo solo". Do tutto quel che mi rimane in corpo e riesco a passare in testa con trenta secondi e comincio proprio a crederci e infatti ai due km. il mio vantaggio è aumentato a 40". Ormai soltanto la sfortuna può impedirmi ... anche se sono cotto, quando vedo la "flamme rouge", un solo km. attorniato dal rumore assordante della folla e ormai sono sicuro di aver vinto, anche se riesco male a realizzare che per la seconda volta in due anni sono riuscito a mettere le mani su una tappa del Tour. Wink La battaglia è stata dura, ma il piacere è immenso: levo le braccia e gusto la mia discesa dalla bici, perché ormai non devo più pedalare. Wink Attorno a me la confusione è indescrivibile e i giornalisti pongono l'accento sulla vittoria ottenuta il 14 luglio e naturalmente mi domandano quale delle due è stata per me la migliore. Non ho voglia di scegliere, però se ci penso questa è diversa, perché è stata acquisita al prezzo di uno sforzo totale, che non avevo mai conosciuto prima. Quando fo il bilancio della carriera, sono sicuro di non essere mai più andato così a fondo nella sofferenza e devo rendere omaggio, anni dopo, al mio direttore sportivo: senza di lui non avrei mai trovato il coraggio di continuare quello sforzo.
    "Giorno di gloria" titola l'indomani l'Equipe e, dato che siamo in clima di festa nazionale, la formula è ben appropriata, ma, a parte ciò, non ho mai pedalato per essere conosciuto e osannato, non mi piace essere al centro dei proiettori, perché il mio carattere mi ha fatto sempre preferire la calma e la tranquillità. In ogni modo assaporo questi istanti, importanti per me , ma anche per lo sponsor, che lo merita più di ogni altro. E infatti, passando la linea a Digne, ho proprio indicato la maglia Cofidis, un modo di sottolineare la fedeltà al gruppo, dove sono ormai da nove anni. Ho il sentimento del dovere assolto verso di loro, fiero di aver saputo accettare la sfida che mi avevano posto, pur lasciandomi libero e sono anche fiero di non essermi montato la testa, dopo il sesto posto in classifica del Delfinato e di non aver ascoltato coloro che mi criticavano per la mancanza di ambizioni. Altra sodisfazione mi è venuta dal nuovo soprannome che mi ha dato lo speaker del Tour: il vincitore del 14 luglio; una pubblicità enorme, che si aggiunge al fatto che sono il primo francese a vincere in quel Tour. Quell'anno vivo sopra una nube fino a Parigi e termino la stagione, dopo essere stato sesto a San Sebastian, al 30° posto nella classifica U.C.I. Wink
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    Messaggio Da Lemond Lun Apr 06, 2015 9:14 am

    Progredire ancora è l'idea che ho sempre avuto in testa, perché non c'è maggior sodisfazione di riuscire a superare i propri limiti e in questo inizio 2006 provo ad immaginare qualche nuova sfida. La principale? Aggiudicarmi la maglia "à pois" al Tour. Miglior scalatore della G.B, io ci credo e, per dimostrare che non si tratta solo di castelli in aria, comincio la stagione con l'aggiudicarmi il G.P.M. alla Parigi Nizza. Una prima maglia a pallini, aspettando e preparando quella più prestigiosa. Intanto, subito dopo la P.N. nasce Matteo, il nostro primo figlio e mi concedo 15 giorni di ferie per vivere pienamente questo evento. Riprendo il 25 marzo al Criterium I, corsa dove sono spesso andato bene, ma piove e mi accorgo che, invecchiando, amo sempre meno le strade bagnate: purtroppo non posso farci niente e devo stare in gruppo quando andiamo in picchiata nella discesa verso Revin. Rammento perfettamente quella lunga linea retta, strada larga, ma ... davanti a me alcuni cadono e, istintivamente, tiro i freni e finisco a terra, insieme a due miei compagni: A. Moinard e B. Fernandez. Scivolo per almeno 100 metri e, quando mi arresto, mi accorgo che il ginocchio è completamente aperto: si vedono i tendini! Sono sul punto di svenire. Il dottor Porte arriva e constata la rottura parziale, ma importante, del tendine della rotula: occorre operare. E' la prima grossa caduta della carriera e mi sento un po' perso e l'unica cosa che mi tira su è quella di poter uscire al più presto dall'ospedale e andare in famiglia, dove, almeno, Matteo potrà approfittare della vicinanza di suo padre. Il medico della squadra mi dice che potrò rimontare in sella dopo due mesi e che, quindi, potrei essere pronto per il Tour. Stampelle e rieducazione sono il pane quotidiano e prima del previsto posso riprendere la bici, anche se si tratta della "cyclette". Non appena ricomincio a pedalare su strada sento però che qualcosa non va al tendine! Il dottore mi rassicura, perché sostiene che il dolore è normale nei primi tempi, ma che finirà con lo scomparire e intanto mi prescrive degli anti-infiammatori e una borsa di ghiaccio per dormire. Seguo i suoi consigli, ma il dolore non sparisce, mentre la Cofidis continua ad aspettarmi in forma per il Tour.
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    Messaggio Da Lemond Mar Apr 14, 2015 9:36 am

    Il discorso che mi fanno in squadra è che presto ritornerà tutto a posto, ma io comincio a dubitare che la guarigione non vada come previsto. Rientro al Delfinato, ma sono inesistente, mentre alla Route du Sud mi sento un po' meglio e riesco addirittura ad arrivare decimo nella cronometro di 28 Km. con alla fine il Port de Bale. Ma la mia gamba destra mi fa sempre male e mi impedisce di forzare, il che significa che, nonostante le assicurazione del medico Cofidis, il tendine è ben lontano dall'essere guarito. Esito a confermare la partecipazione al Tour in queste condizioni, perché nonostante il ghiaccio tutte le sere, in corsa soffro ad ogni accelerazione e durante il Tour eventuale le cose andranno solo a peggiorare, ma ciò nonostante decido di partecipare e di arrivare ai Campi Elisi. La cosa accade, ma senza mai farmi vedere, perché l'unica cosa che ho in mente è di riposarmi per un certo tempo e prima possibile. Ma, quando riprendo al Tour du Limousin, per controllare le condizioni, il dolore è sempre presente e allora mi ritiro, per andare alla ricerca di uno specialista. Dopo gli accertamenti del caso, costui non pesa per niente le parole: "Il tendine sta per rompersi di nuovo e se lei non si ferma di nuovo per almeno tre mesi, rischia il peggio. In queste condizioni è da folli aver disputato il Tour!" In tutto il resto della mia carriera sono rimasto andicappato da questo tendine e, anche ora che non corro più, continua a farmi male in certi casi e anche "a occhio" si capisce bene che intorno al mio ginocchio (gonfio) le cose non vanno bene. Sad
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    Messaggio Da Lemond Mer Apr 22, 2015 10:07 am

    Basta con le corse nel 2006, riposo e sedute di kinesiterapia per riacquistare la forza muscolare (ho perso il 30% della potenza nella gamba destra). Riprendo in aprile 2007, con grande sollievo, perché, se anche non riesco a seguire i più forti, il mio tendine non mi fa più male. Ci sono altre corsette, prima del Giro di Romandia, dove spero di rilanciarmi. Purtroppo, come molto spesso, questa corsa si disputa sotto la pioggia. Non mi sento a mio agio sulle strade bagnate e quindi per me l'unica possibilità è partire in fuga sul primo colle nella tappa regina, così potrò fare le discese al mio ritmo. E così faccio e passo in testa da solo, mentre in discesa mi riprendono cinque corridori, con i quali riesco a restare fino in fondo. La seconda salita è il colle del Pillon e nella discesa entro a circa 20 kmh in una curva senza particolari difficoltà, ma sono troppo teso e, alla fine, perdo aderenza e mi sdraio piano piano sull'anca destra. Mi dico che non è nulla è devo ripartire, ma stranamente, non riesco più a sollevare la gamba! Sono molto inquieto, mentre aspetto che arrivi il dottore della squadra e ho ragione, perché in realtà le radiografie rivelano che mi sono procurato una frattura al femore! Sad E' il momento più difficile della mia vita professionale, nel mio spirito è chiaro che la carriera è finita; chiamo mia moglie per dirle che non voglio più sentir parlare di bicicletta e confermo questa decisione a Eric Boyer: " Ho troppo sofferto con la rieducazione del tendine, non posso/voglio ricominciare da capo, smetto!" Lui mi consiglia soltanto di ripensarci e che se, cambiassi idea, Cofidis per me ci sarà sempre.
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    Messaggio Da Lemond Sab Mag 02, 2015 10:13 am

    Ritornato a Toulouse, penso solo a guarire e tre volte la settimana mi sottopongo a delle sedute di rieducazione con il mio Kineterapeuta. Per tre mesi mi devo muovere con le stampelle e in questo tempo ricevo continue telefonate da E. Boyer. Le sue parole cominciano a fare un certo effetto, perché non sono più così "categorico" sulla decisione di smettere, anche perché intravedo la possibilità di guarire davvero. Wink Anche il mio amico J. Rougié, presidente del club intitolato a me, mi consiglia di ripensarci, perché sarebbe davvero brutto terminare dopo una caduta! E poi, più il tempo passa e più sento il desiderio di rimontare in sella e dentro di me si insinua la voglia di accettare la sfida del destino. Alla fine decido di ripartire per almeno un anno, tempo nel quale saprò se sono capace ancora di correre con profitto. Di ciò, naturalmente, avverto Boyer e con grande mia sorpresa la Cofidis mi lascia il salario del 2005, senza nessuno sconto. Wink 
    Oltre al rientro, c'è una grossa novità in casa: mia moglie ha trovato un lavoro a Lyon e dovremo trasferirci a settembre, il che significa che per la stagione 2008 dovrò trovare delle nuove strade per allenarmi. Il lionese offre un terreno molto vallonato e la cosa è di mio gradimento, anche se ho l'impressione di ripartire da zero, perché mi pare proprio di non avere forza per mandare avanti la bici. Sad Peraltro continuo le sedute di kinesiterapia e, per la prima volta in vita mia, lavoro sul potenziamento muscolare. Sento che la gamba sinistra (quella del femore) aumenta celermente la tonicità, mentre la destra continua a darmi parecchie preoccupazioni e comincio a temere che dovrò conviverci in permanenza. Sad Ma non mi scoraggio e mi applico con costanza al lavoro specifico, per ottenere almeno una buona massa muscolare anche lì. Per combattere l'apprensione che mi prende nelle discese umide, esco in allenamento anche quando piove, cosa che non avevo mai fatto prima. Altra cosa nuova per me è che voglio alla mia bici degli pneumatici speciali per la pioggia; sono di colore verde e, durante un servizio su Eurosport, J. Durand mi darà il soprannome di *rana* Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Ven Mag 08, 2015 9:52 am

    All'inizio del 2008 ritrovo la squadra per il tradizionale "stage" del debutto di stagione, una scampagnata collettiva che serve per familiarizzare; però quel giorno ... cado.  Sad Tutti trattengono il respiro, specie E. Boyer e io mi rammento di averlo rassicurato così: "Vedi, sto migliorando ... sono capace anche di cadere, senza rompermi niente". Smile Per evitare ogni tipo di pressione Eric decide di farmi riprendere le competizioni in Australia e questo viaggio agli antipodi si rivela benefico: tutti i giorni siamo sotto il sole, dei bei paesaggi e strade larghe e rassicuranti, ideali per riprendere gusto alla competizione; ne approfitto per testarmi. Nella quinta tappa, durante la salita di Willunga, parto in compagnia di L.L. Sanchez e P. Gilbert e passo in testa in vetta e la cosa è molto sodisfacente. Al Giro del Mediterraneo cerco una conferma e non resto deluso, perché arrivo secondo nella tappa del Mont Pharon, preceduto da A. Botcharov. Se mi avessero detto che sarei andato così forte subito, non ci avrei creduto; non mi restava che vincere una corsa. Wink Segretamente spero che il sogno si possa realizzare alla Parigi Nizza, ma in questo primo grande appuntamento internazionale, mi accorgo che non sono più al livello dei migliori; non che mi senta del tutto incapace, ma non *peso* sulla corsa come prima. Riesco solo a seguire e a ottenere dei piccoli piazzamenti e il mio posto ormai è fra le seconde schiere. Sad 
    Nelle terza settimana del Tour, il secondo giorno di riposo, i compagni mi dicono che Eric Boyer ha parlato di me sull'Equipe e in maniera per niente simpatica, il che si vede anche dal titolo dell'articolo: "Moncutié rien ne va plus".
    All'interno c'è scritto che sono passivo, non mi batto abbastanza etc. Sad Come si può pensare di me una cosa simile, se mi alleno come non mai, oltre che continuare con le sedute di kinesiterapia? Sono molto in collera, quando ripiego il giornale, ma decido di non rispondere "a caldo" ai giornalisti che mi chiamano per conoscere la mia reazione. Intanto rimugino sul perché Eric, invece che andare a "piangere" colà, non sia venuto da me, per parlare faccia a faccia? Certo che non ho avuto grandi risultati, dopo il Mediterraneo, ma si dimentica il D.S. che ritorno dopo due gravi cadute? La sera ci vediamo e con calma gli fo presente la grande delusione che ho provato, ma lui risponde che l'intervista non era per ferirmi, ma solo per cercare di darmi una spinta e farmi reagire, ma secondo me, non è quello il modo, perché sono abbastanza maturo da sapermi motivare da solo. Insomma un bel dialogo fra sordi. Wink
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    Messaggio Da Lemond Ven Mag 15, 2015 9:46 am

    Siamo nell'ultima settimana di corsa e finisco XIV all'Alpe d'Huez, il giorno che Carlos Sastre prende la maglia gialla. In quel contesto mi sembra un buon piazzamento, ma non cambia il mio stato d'animo e penso di cambiare aria, anche se dovessi rinunciare ad una parte importante del mio stipendio: sono pronto a qualsiasi sacrificio finanziario, pur di dimostrare a chi lo crede che non sono finito! Ma F. Migraine mi viene a trovare all'arrivo sui Campi Elisi per dirmi che non è affatto d'accordo con l'articolo dell'Equipe e che non vuole che io me ne vada dalla Cofidis. Gli rispondo che sono in collera e che ho molti dubbi se rimanere o no (pensate un po' a che cosa significherebbe se, come moltissimi fanno, avessi scritto *meno*?  Twisted Evil bounce Twisted Evil) Il patron mi chiede di andare a trovarlo nella sua casa di campagna per discutere e quel giorno trova dei buoni argomenti per convincermi e cioè mi rassicura che ho sempre il sostegno e la fiducia di tutta la squadra e allora firmo per un nuovo anno. Per concludere questo capitolo devo aggiungere che anche con E. Boyer le cose si normalizzano, perché lui riconosce di aver sbagliato modo, anche se poi aggiunge che era in buona fede (e ne sono convinto anch'io). Wink 
    Alla Clasica di San Sebastian sono sereno e sfioro "l'exploit", perché sono ripreso a 500 metri dal traguardo!  porcapupazza Tento di consolarmi al Tour dell'Ain, dove realizzo la crono della vita: terzo, a più di 50kmh, battuto per 18" da Tony Martin e precedendo Andreas Kloden.  Very Happy Termino secondo nella classifica generale e qualcuno può pensare che abbia reagito alle critiche, ma non è vero: raccolgo solo i frutti di un lungo lavoro di ricostruzione. Ero stato troppo tempo senza correre e il mio corpo aveva bisogno di una importante lavoro, che proprio il Tour mi aveva permesso, sbloccandomi per le corse successive. Wink Sono pronto per altre e nuove sfide e così decido di andare per la prima volta a correre la ... Vuelta.
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    Messaggio Da Lemond Ven Mag 22, 2015 2:00 pm

    Andiamo in Spagna con una bella squadra, capitanata da S. Chavanel, che è in splendida forma e riesce addirittura a prendere la maglia di "leader" la sera della crono di Ciudad Real. Anch'io non mi sono mai sentito così bene, sia nel fisico che nel morale, la Spagna mi piace: corriamo tutti i giorni sotto il sole, le strade sono larghe e con numerose asperità, ma soprattutto la pressione non è paragonabile a quella del Tour. Il giorno dopo la presa del potere mi inserisco in una fuga, ma il D.S. mi fa rialzare per aiutare S.C. a conservare la maglia. Fatica sprecata, perché all'arrivo a Andorra, A. Ballan è il nuovo detentore dell'insegna del primato. Sad A questo punto ho, di nuovo, la mia libertà e ne approfitto per inserirmi in tutte le fughe, compresa, quindi, quella buona. Sull'ultimo colle, mi dicono che dietro i Grandi (Valverde, Contador e Anton) si sono messi al nostro inseguimento e mi getto a corpo morto sul quelle rampe, per mantenere quella trentina secondi di vantaggio. Sulla linea del traguardo è l'euforia totale, perché sono riuscito a vincere la scommessa: ritrovare la via della vittoria nonostante le due cadute. Però non voglio rilassarmi come al Tour, dopo luna tappa, perché possiedo uno stato di forma che penso mi possa permettere di aggiudicarmi la maglia "a pois" del GPM e quindi, dall'indomani, mi metto a sprintare su tutti i colli. Wink  E non è finita, perché a forza di battermi in ogni tappa, mi accorgo di essere ben piazzato in classifica e allora decido di stare con i primi in gruppo, anziché, come d'abitudine, in fondo. A Madrid finisco miglior scalatore e ottavo nella generale, il che equivale al miglior piazzamento in un G.G. 
    Sinceramente non credevo di poter arrivare a un simile livello, il che non significa che, come dicono alcuni, potrei lottare per la classifica al Tour, ma le mie ambizioni sono comunque in rialzo. Wink 
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    Messaggio Da Lemond Sab Giu 06, 2015 9:43 am

    Avevo quasi 34 anni quando cominciai la stagione 2009, ma un morale d'acciaio e la voglia di gareggiare simile a quella di un cadetto. Wink Quasi l'impressione di cominciare una seconda carriera, come se il corpo fosse stato rigenerato, dopo i due lunghi periodi di arresto dalle competizioni. In Australia riesco a ben rifinire la preparazione e al Mediterraneo, il giorno del Mont Faron, annuncio ai miei compagni che sarò primo al traguardo, posto in vetta. Wink Ma, nelle mie previsioni, non ho tenuto conto della sfortuna, perché, in un momento cruciale dell'ascensione, un corridore cade proprio davanti a me, il che mi obbliga ad arrestarmi e, prima che sia di nuovo lanciato, mi ritrovo staccato, nell'ultimo gruppo e con la corsa, in teoria, persa. Sad Ma non mi scoraggio e comincio una vera e propria cronoscalata. Non ho mai percorso il Mont Faron così forte e, dopo due km. di rincorsa, sono riuscito a rientrare nel primo gruppetto, ma lì mi comunicano che un colombiano (M. Soler) è solo in testa. E allora, dopo un corto recupero per rifiatare, riparto di nuovo all'attacco, con un solo uomo alla mia ruota, un certo C. Froome, che non collabora, perché fa parte della stessa squadra di Soler, la Barloword. Ma non ho scelta e continuo, riuscendo a riprendere Soler ai cinquecento metri finali e, preso dalla disperazione, lancio subito lo sprint: uno contro due. Ma Soler non ce la fa più e Froome ... cede,  confused e io mi regalo una delle più belle vittorie della mia vita.  cheers
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    Messaggio Da Lemond Dom Giu 21, 2015 10:12 am

    La settimana successiva vado al Tour dell'Haut-Var (due tappe in fine settimana) e la domenica, dopo aver fatto il buco, penso di arrivare al secondo successo dell'anno, quando T. Voeckler mi raggiunge a 300 metri dal traguardo e sono solo piazzato, sia nella tappa che nella classifica finale. Mi comporto bene, ma senza acuti, sia alla Parigi Nizza che ai Paesi Baschi e arrivo al Delfinato in forma come non mai: ogni volta che la strada sale, sto facilmente con i primi e al "briefing" manifesto l'intenzione di attaccare nella tappa-regina. Nell'ascensione del Galibier vado in una fuga, con tre compagni di squadra, che tirano anche per me. In particolare C. Kern si impegna all'estremo per accrescere il vantaggio e sul colle della Madeleine riesco a staccare tutti, con Jurgen van de Broeck ultimo a cedere. All'arrivo precedo Gesink, Evans e Valverde di 41 secondi. Le cose belle non arrivano mai sole e quel giorno mi annunciano la nascita di Esteban, il secondo figlio e, proprio per questo, rinuncio a correre il campionato di Francia a Saint-Briec, ma facevo bene a rinunciare anche al Tour, perché per me quell'anno la G.B. fu catastrofica!  Evil or Very Mad Troppa pressione, troppi giornalisti e troppo stress e proprio io, che sono contro ogni medicina, sono costretto a prendere un sonnifero ogni sera! Ho capito (solo alla fine) che il Tour non è più una corsa per me: è troppo importante e con aspetti che non mi corrispondono per niente e decido di non ritornarci più! Preferisco guadagnare di meno, ma poter scegliere le mie corse. Wink
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    Messaggio Da Lemond Gio Lug 02, 2015 9:52 am

    Ritorno in sella al Tour de l'Ain all'inizio di agosto; è una corsa che piace a me e alla mia squadra e M. Buffaz, uno dei nostri, s'impone nelle prima tappa. In seguito, nella prima tappa di montagna, passo all'attacco in compagnia di Taramaee; con noi ci sono anche Horner e Turpin e quest'ultimo ci batte allo sprint. Ricominciamo due giorni dopo sul Grand Colombier e questa volta è Rein Taramaee a vincere e io secondo e così anche nella classifica finale e mi sento molto pronto per la Vuelta. Ho dei buoni ricordi dell'edizione precedente e anche in questa mi trovo molto a mio agio: distensione totale, tanto che faccio anche qualche bagno in piscina. Very Happy In Spagna non vedo la bici come un mestiere, ma solo come un piacere.
    Mi sembra di non aver nulla da perdere e parto subito all'attacco nella tappa che arriva all'Alto de Aitana; riesco quasi ad arrivare da solo, ma nell'ultimo Km. Damiano Cunego rinviene come una bomba e mi lascia immediatamente, mentre riesco a conservare il secondo posto a trentaquattro secondi, tuttavia indosso di già la maglia di miglior "grimpeur" che ho in programma di difendere per la seconda volta consecutiva. E, come dice un proverbio "la miglior difesa è l'attacco" passo all'offensiva nella tredicesima tappa, quella che termina in vetta alla Sierra Nevada. Siamo in venti in fuga e c'è anche il mio compagno Rein Taramaee, il quale intende ringraziarmi per il Tour dell'Ain. Il meno che possa dire e che  mi rende cento volte il piacere e, siccome dopo un po' si accorge che è quasi l'unico a tirare, mi consiglia di provare un attacco per rimanere in pochi. Alla fine restiamo in tre a 100 km. dall'arrivo: Rein e Koss Moerenhout. Wink E l'estone ricomincia e in breve, sotto le sue enormi tirate, il gruppo accumula un ritardo di dodici minuti. Devo soltanto terminare il lavoro e parto da solo, non appena siamo ai piedi della Sierra, per vivere un momento magico, con la maglia "a pois" su di me. Wink Penso a Lucho Herrera che ammiravo quando ero un ragazzo e termino a braccia levate con una felicità assoluta. Se dovessi rivivere una giornata trascorsa della mia vita, sarebbe quella.  champion
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    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Lug 02, 2015 10:12 am

    Lemond ha scritto:Damiano Cunego rinviene come una bomba e mi lascia immediatamente ... champion
    Laughing Razz
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    Messaggio Da Lemond Gio Lug 02, 2015 12:11 pm

    BenoixRoberti ha scritto:
    Lemond ha scritto:Damiano Cunego rinviene come una bomba e mi lascia immediatamente ... champion
    Laughing Razz
    Infatti l'ò spedita anche al forum di Cunego, che, senza ormai più il nOSTRO, è frequentato da tutte persone intelligenti e competenti. Wink
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    Messaggio Da Lemond Gio Ago 13, 2015 9:10 am

    Seconda vittoria di tappa alla vuelta e una nuova maglia del miglior scalatore finale e tutto ciò al termine di una stagione contraddistinta da tre bei successi e molti piazzamenti, non sarebbe un buon momento di porre fine alla mia carriera? Confesso che a Madrid e nei giorni successivi ci ho pensato molto, perché ho sempre sognato di smettere dopo una vittoria, anziché a causa di una caduta. 
    Ma poi che andrò a fare? Amo ancora correre e mi pare di aver ancora qualcosa da provare a me stesso e, alla fine, decido per correre ancora un anno e nel 2010 non farò il Tour, ma solo la Vuelta. 
    La Cofidis intanto perderà la licenza Pro-tour, ma la cosa non mi turba molto, perché anzi mi permette di scoprire un nuovo programma di corse, a cominciare dalla Tropicale Amissa Bongo, organizzata in Gabon dal 19 al 24 gennaio. Non conosco l'Africa nera e quindi ... 
    Corsa senza pressione, dove arrivo secondo in una tappa dietro J. Lubet dell'AG2R e la sola contrarietà  è una caduta che mi causa un gomito sanguinante; il medico mi applica un fascetta bianca, quanto al disinfettante, lo attendo ancora. Wink 
    Per essere un veterano, mi accorgo che le gambe girano bene e arrivo quinto in cima al colle dell'Ospedale, dove termina ormai ogni anno il Critérium Intenational e poi sono terzo nella classifica generale del Giro di Turchia. 
    Francis Van Londersele mi iscrive al Giro d'Italia e la notizia non mi piace per nulla e glielo dico subito, oltre a spedire una mail" anche a E. Boyer, ma non c'è niente da fare, perché dicono loro occorre onorare l'invito fatto dagli organizzatori. Non ho mai amato correre in Italia, dove le discese sono troppo pericolose e poi ... quando non ho voglia, non ho voglia e la mia carriera ha dimostrato che non sono capace di esprimermi a comando! Sad
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    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Ago 13, 2015 9:23 am

    Lemond ha scritto:La Cofidis intanto perderà la licenza Pro-tour, ma la cosa non mi turba molto, perché anzi mi permette di scoprire un nuovo programma di corse, a cominciare dalla Tropicale Amissa Bongo, organizzata in Gabon dal 19 al 24 gennaio. Non conosco l'Africa nera e quindi ... 
    Corsa senza pressione, dove arrivo secondo in una tappa dietro J. Lubet dell'AG2R e la sola contrarietà  è una caduta che mi causa un gomito sanguinante; il medico mi applica un fascetta bianca, quanto al disinfettante, lo attendo ancora. Wink
    Dove sta l'Uci. Quando si parla di tutela della salute ... Questo è uno dei vari casi che dimostra l'ipocrisia dei nostri dirigenti.

    Lemond ha scritto:Francis Van Londersele mi iscrive al Giro d'Italia e la notizia non mi piace per nulla e glielo dico subito, oltre a spedire una mail" anche a E. Boyer, ma non c'è niente da fare, perché dicono loro occorre onorare l'invito fatto dagli organizzatori. Non ho mai amato correre in Italia, dove le discese sono troppo pericolose e poi ... quando non ho voglia, non ho voglia e la mia carriera ha dimostrato che non sono capace di esprimermi a comando! Sad
    Che "fighetta" parigino!
    Concordo sul "quando non ho voglia, non ho voglia e la mia carriera ha dimostrato che non sono capace di esprimermi a comando!" perché è anche la mia filosofia di vita, ma un professionista lo deve essere sino in fondo.
    Questa tendenza a vedere nel Giro un rischio troppo grosso per il suo effettivo controvalore sta prendendo sempre più piede, ed è allarmante per noi ciclofili italiani. E ciò succede nonostante che, rispetto ai Giri di Zomegnan, i pericoli siano stati ridotti.
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 12, 2015 9:40 am

    Per colmo di sfortuna piove tutti i giorni e passo il tempo in ultima posizione, con le mani sui freni e con molte depressione addosso! A un certo punto, non so in quale tappa, mi ritrovo il primo degli staccati, mentre la pioggia aumenta la sua intensità! Restano 180 km. da percorrere e mi dicono che il ritardo è già di 4 minuti, mentre qualche spettatore attraversa la strada davanti a me, come se non esistessi! Sono seguito da D. Leproux, direttore sportivo aggiunto, che indovina subito che penso all'abbandono: sarebbe il primo in un grande Tour. Poi, all'improvviso, Denis mi dice che davanti si sono fermati per sodisfare "bisogni fisiologici" e allora ritrovo la voglia e qualche km. dopo riesco a riprendere il gruppo. La sera cerco di rimotivarmi, pensando che se riuscissi a vincere una tappa nell'ultima settimana, sarei uno dei rarissimi francesi ad aver ottenuto successi nei tre G.G. Smile 
    Ma non ci sarà nessuna tappa per me in questo Giro, però un ricordo memorabile me lo terrò stretto: aver vissuto la corsa più difficile di tutta la mia carriera: era quella che portava da Lucera a l'Aquila di 246 km. Si era formata una fuga già dalla partenza e, pensate un po', era composta da 56 corridori e io ero fra questi. Passiamo un tunnel e quando ne usciamo il nostro gruppo è investito in pieno da una "doccia scozzese", composta da pioggia gelida e vento. Un tempo infame che non ci lascerà fino all'arrivo e meno male che sono fra gli uomini di testa, altrimenti avrei rischiato il f.t.m. dato che lì davanti arriviamo ad avere più di 40 minuti di vantaggio. Una tappa mai vista e infatti la sera la classifica generale sarà completamente sconvolta: Vinokourov perde la maglia rosa a favore di Richie Porte e io termino distrutto dalla fatica, dopo il mio XVII posto e alla fine sono contento, perché così posso davvero dire: "Io c'ero!" Wink
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 19, 2015 9:38 am

    Altro vantaggio del Giro è che mi aveva "messo in forma" il che mi permise di vincere la Route du Sud. Ottengo il primato in classifica con la mia prima vittoria in una crono ed è la seconda vittoria in una corsa a tappe. Poi, come previsto, stacco e guardo il Tour in televisione con la mia famiglia e ... senza alcun dispiacere. Wink Ai primi di agosto vado al Tour dell'Ain per preparare la Vuelta. La vittoria finale in questo piccolo Tour mi sfugge per poco: termino al terzo posto a 5 secondi da Zubeldia e Poels, primo e secondo a pari tempo. Arrivo a Siviglia tranquillo e beato, pronto a conquistare la mia terza maglia consecutiva di miglior scalatore e, perché no, cercare di vincere una tappa. Ho segnato l'ottava e ci arrivo già lontano in classifica, in modo da poter entrare nella fuga di giornata e infatti siamo in cinque a "prendere il largo" e il gruppo ci rivedrà solo dopo il traguardo. Very Happy  Il tempo è magnifico quel giorno e mi sento sicuro come non mai, perché so che l'arrivo è fatto per me: una rampa che sale anche al 22% ed è uno scherzo staccare i miei compagni ed alzare le braccia al cielo. La prima parte del contratto è rispettata; e l'indomani mi impossesso anche della maglia "a pois" nella tappa che arriva ad Alcoy. Tutta la squadra si metterà al mio servizio per conservarla ed io resto ben vigile, perché non accada niente di strano: mi inserisco in tutte le fughe nelle tappe di montagna, riuscendo così ad ottenere anche buoni piazzamenti e così pure la seconda parte del programma si avvera. Very Happy

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