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Grazie per esserci, anche se poco per i miei gusti. Riguardo a quanto scrivi, avrei da eccepire sui "pochi secondi" che non saprei quantificare in maniera precisa, ma che non mi sembrano tanto pochi. E' solo una precisazione, perché la quantità in questo caso non può diventare qualità: da dietro non avevano i mezzi per andare a riprenderli. E qui si torna alla "vexata quaestio" delle squadre. Nessuno aveva compagni per inseguire e se si vuole, come dice Laurent Fignon un ciclismo vero e quindi d'attacco, occorrere che le squadre troppo forti (e qui la quantità diventa qualità) non esistano.Morris l'originale ha scritto:La tappa delle polemiche è stata bellissima. Soprattutto ha messo in evidenza che rischio corra l’ambiente del ciclismo di oggil…… quando accarezza le pagine più intense della sua storia e della sua essenza. Che non sia finita in un aggiustamento Ainglesco, è una fortuna, se vogliamo un punto di forza per ripartire. Anche se la vendetta, con questi mefisti, è sempre possibile.
Poche certezze.
La Safety Car non esiste nei regolamenti ciclistici. Punto. Un direttore sportivo lo deve sapere e si doveva perlomeno tutelare di fronte al contorto comunicato di quell’esponente UCI in “prestito” all’Organizzazione, con una banalissima richiesta di chiarimenti. In ogni caso, il vantaggio ricavato dalla supposta furbata di Quintana, Rolland ed Hesjedal, era di pochi secondi. Quindi, se dietro c’era verve, si poteva rimediare. Se ciò non è avvenuto, onore a quelli davanti e sconfitti gli altri, in primis e radiotrasmettitori da ciclismo decadente e devastante.
L’organizzazione è stata brava, non era facile fare tappa uguale, in mezzo alle sempre presenti Cassandre che dimenticano …..il ciclismo. Semmai, i fischi vanno a colei che ha fatto quel comunicato, ma la responsabilità dell’errore, o del vento opportunistico a dir si voglia, va tutta nella direzione di quegli appannati nocchieri.
Meglio voltafrittata (ammesso e non concesso che lo sia) che voltagabbana.BenoixRoberti ha scritto:Lemond sei un perfido volpone
Sono religiosamente ammirato dalla tua capacità di voltare la frittata
Lemond ha scritto:Grazie per esserci, anche se poco per i miei gusti. Riguardo a quanto scrivi, avrei da eccepire sui "pochi secondi" che non saprei quantificare in maniera precisa, ma che non mi sembrano tanto pochi. E' solo una precisazione, perché la quantità in questo caso non può diventare qualità: da dietro non avevano i mezzi per andare a riprenderli. E qui si torna alla "vexata quaestio" delle squadre. Nessuno aveva compagni per inseguire e se si vuole, come dice Laurent Fignon un ciclismo vero e quindi d'attacco, occorrere che le squadre troppo forti (e qui la quantità diventa qualità) non esistano.Morris l'originale ha scritto:La tappa delle polemiche è stata bellissima. Soprattutto ha messo in evidenza che rischio corra l’ambiente del ciclismo di oggil…… quando accarezza le pagine più intense della sua storia e della sua essenza. Che non sia finita in un aggiustamento Ainglesco, è una fortuna, se vogliamo un punto di forza per ripartire. Anche se la vendetta, con questi mefisti, è sempre possibile.
Poche certezze.
La Safety Car non esiste nei regolamenti ciclistici. Punto. Un direttore sportivo lo deve sapere e si doveva perlomeno tutelare di fronte al contorto comunicato di quell’esponente UCI in “prestito” all’Organizzazione, con una banalissima richiesta di chiarimenti. In ogni caso, il vantaggio ricavato dalla supposta furbata di Quintana, Rolland ed Hesjedal, era di pochi secondi. Quindi, se dietro c’era verve, si poteva rimediare. Se ciò non è avvenuto, onore a quelli davanti e sconfitti gli altri, in primis e radiotrasmettitori da ciclismo decadente e devastante.
L’organizzazione è stata brava, non era facile fare tappa uguale, in mezzo alle sempre presenti Cassandre che dimenticano …..il ciclismo. Semmai, i fischi vanno a colei che ha fatto quel comunicato, ma la responsabilità dell’errore, o del vento opportunistico a dir si voglia, va tutta nella direzione di quegli appannati nocchieri.
Grazie, meglio così.galliano ha scritto:dalle riprese tv il vantaggio acquisito dovrebbe esser stato 40 secondi al massimo. A quel punto della discesa le moto con la bandierina rossa erano scomparse, di conseguenza la situazione emergenziale si poteva considerare conclusa. Quindi un distacco non proprio traumatico.
Identità di vedute con Galliano (del quale non ricordo il prenome ) e in questo caso bastano (e avanzano) due indizi per fare una prova. Grazie e a presto (spero).Morris l'originale ha scritto:Caro Carlo, come sempre il mitico Laurent ha ragione. Anzi, va letto, grazie soprattutto a te, anche per chi ha il dovere di riformare uno sport, come il ciclismo, che è individuale, ma che possiede naturalmente punte di squadra come fosse….. proprio di squadra. Abusare di questa realtà, soprattutto in epoche come questa dove non coi sono fuoriclasse e solo pochissimi campioni, rappresenta un danno per l’intera disciplina. Nella riforma del pedale che ho in testa, e che un tempo avrei scritto per intero (dal proselitismo fino al professionismo d’elite), vorrei vedere, e Ben lo sa, un ciclismo fatto di team al massimo di 15 corridori tesserati, con soli 6 da schierare in un GT. Lo spettacolo si deprime con le lunghe file degli squadroni, tanto più telecomandati, ed un minor spettacolo, oltre ad allontanare la gente, allontana anche gli sponsor, checché se ne dica. Ho fatto ricerche, certo empiriche, ma sociologicamente corrette a tal proposito….
Nel ciclismo, da sempre, ci sono alleanze che gli atti di corsa impongono, prima ancora di furbizie o esigenze tattiche. Restiamo ai fatti di questa tappa.
Da quel che ho potuto notare, guardando a spezzoni la TV, causa telefonate, il vantaggio di nascita (definiamolo così) di Quintana, Rolland ed Hesjedal, sui cosiddetti tanti “fregati”, era al massimo di 40-45 secondi. Diversi sportivi coi quali ho parlato, mi han confermato quella sensazione. Di fronte ai girini, dunque, in quella fase e prima del colle finale, chilometri e chilometri di discesa e pianura.
I tre big, anche di classifica perbacco, erano lepri con pochissimi desaparecido o compagni in aiuto: robetta di fronte agli altri big di classifica, nel ruolo imposto di cacciatori, che avevano a disposizione, oltre alla somma delle loro forze, anche un bel gruppo di gregari o possibili alleati. Quindi, se i vari Uran, Majka, Kelderman, Aru, Evans e compagnia, non sono stati capaci di allearsi e di rimontare, il loro demerito è stato evidente. O meglio: sono andati più piano di quelli davanti, perché martedì, erano decisamente inferiori ai tre, senza se e senza ma. Tra l’altro, hanno grattato solo una manciata di secondi a chi fino alla salita conclusiva era la lepre assoluta e solitaria: Dario Cataldo. Sono dati raggelanti, ripeto, per loro e rispettivi radiocomandanti. E poi, quando vince il più forte, è sempre un gran bel vedere.
Ciao!
Provate a spiegarlo anche a quella mente inarrivabile di Bonarrigo allora.angelo francini ha scritto:Morris
Mi fai morire quando parli del Commissario prestato all'organizzazione: hai capito il vero problema del casino!
Lo confesso, mi ha chiamato un suo collega giornalista tutto divertito per le stronzate che ha scritto, soprattutto su twitter. E' lui che mi ha detto di andare a leggere. Prima avevo letto solo il suo post iniziale e non i commenti.angelo francini ha scritto:Mentre scrivevo il precedente post il buon Benoix ha pubblicato qualcosa che mi tocca.
Molto probabilmente quando qualcuno leggerà quanto da lui scritto ed andrà a vedere il blog, che il Ben ha citato, non troverà la replica che ho mandato al signor Bonarrigo.