Ci sono aspetti del ciclismo attuale che sono delle effettive innovazioni rispetto ad alcune lacune del passato.
Però sono in tanti ad intravvedere la "politica degli annunci" (e del nulla) anche tra le pieghe di questo ciclismo pompato ed alla ricerca dei grandi capitali.
Fa riflettere al riguardo l'intervista di Davide Boifava concessa a Tuttobici.
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=67247
L'articolo è tutto da leggere, anche fra le righe. Ma una parte la voglio mettere qua.
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Poi divenne direttore sportivo, tanti corridori. Uno su tutti: Visentini.
«Talento purissimo, ma anche complicato. Il più complicato di tutti. Poteva vincere molto di più, forse tutto, ma aveva una testa e un carattere particolare».
E Giovanni Battaglin...
«Grande, grandissimo, solo troppo fragile. Ma che classe».
Poi arrivò Roche…
«E vinse tanto, tutto, in una sola volta. Durò come le rose».
Poi venne Chiappucci…
«E ottenne tutto quello che poteva ottenere: Claudio ha sempre dato il massimo»
E infine Pantani.
«Il più grande. Poteva anche non allenarsi e andava più forte degli altri. Altro che balle».
A proposito di balle: cose le dà più fastidio?
«Passare, io e quelli come me, per quelli che hanno fatto grande il ciclismo degli anni Ottanta e Novanta come dei dilettanti allo sbaraglio, Non è così. Noi questo sport l’abbiamo fatto grande con piccole squadre molto ben organizzate. Piccoli team e grandi corridori per grandi platee e grandi sponsor. Oggi mi sembra che si sia grande solo all’apparenza. Più che grande mi sembra un movimento gonfio. Tutto è polverizzato: troppe gare, troppi corridori, pochi campioni. Nessun personaggio».
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Incornicio le parole su Pantani, alla faccia delle mille menzogne e delle mille offese a cui lui non potrà mai replicare.
Ma soprattutto sottolineo le seguenti:
"Più che grande mi sembra un movimento gonfio. Tutto è polverizzato: troppe gare, troppi corridori, pochi campioni. Nessun personaggio"