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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da vallelvo Ven Apr 18, 2014 4:59 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Domenica si corre la Amstel Gold Race, non più con arrivo sul Cauberg, che peccato. Il via verrà dato da Maastricht, a pochi km da Valkenburg dove sarà posto il traguardo. Una trentina le cote.

    Dopo lo scollinamento del Cauberg (800 mt con punta massima del 12%, 1200 mt pianeggianti dove sarà posto lo striscione dell'arrivo.
    Già lo scorso anno era stato modificato. L'arrivo è quello del mondiale 2012 con la vittoria di Gilbert, che pare tornato con la gamba buona.

    Tanti i nomi di prestigio che vorranno onorare questa classica del  Nord, corsa molto importante che precede La Freccia Vallone e la Liegi Bastogne Liegi.

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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Re: Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da vallelvo Dom Apr 20, 2014 4:18 pm

    Finalmente ho visto in gruppo Rui e DC.
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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Re: Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da flatMatt Dom Apr 20, 2014 4:46 pm

    valverde è fuori come un balcone....perchè continua a fare così?!?!?!?
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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Re: Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da vallelvo Dom Apr 20, 2014 4:50 pm

    C'è chi ha qualcosa in più di lui, gambe, testa, sa leggere meglio la corsa.

    Nibali, dà appuntamento per domenica alla LBL, non vorrei che anche lui, facesse un altro buco nell'acqua.

    Philip........
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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Re: Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da Lemond Dom Apr 20, 2014 5:18 pm

    Per il Bamboccio, cara Vallevo, è già cominciato il "girone di ritorno". La sua forma, per me, è durata anche troppo: Strade bianche - Paesi baschi. Grande oggi, come, sempre Van Avermaet (s.s.s.c.), ma se Gilbert è in forma sul Causberg credo che non lo possa seguire nessuno; forse Purito, ma lui non c'era.

    P.s.

    a Riblon chapeau
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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Re: Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da meazza Dom Apr 20, 2014 6:20 pm

    Che disastro Cunego , non mi aspettavo la vittoria , ma una top 10..
    Su Ulissi , solita conferma

    Applausi a Voeckler e poi a Van Avermaet
    non agli altri pecoroni

    Gilbert ha una marcia in piu'
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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Re: Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da vallelvo Dom Apr 20, 2014 6:58 pm

    Purtroppo il "girone di  ritorno" per noi è iniziato da tempo, caro Lemond Smile. Vuoi che non inizi per uno sportivo che comunque ci ha onorati con i suoi exploit.

    Gilbert ha una marcia in più, quale mi chiedo....la sesta forse.
    Che disastro Cunego e gli altri, non parliamo solo di Ulissi, per stare in Italia.

    DC è stato un campione che piaccia o no, c'è da farsene una ragione.

    Il tempo passa per tutti (anche per quelli come me senza arte né parte), prendiamo quello che è ancora in grado di dare al ciclismo italiano.

    Purtroppo al momento non ci sono talenti nel nostro paese, sui quali porre la nostra attenzione. Godiamoci quelli che ci rimangono. Nibali, non mi convince per domenica, come vorrei essere smentita alla LBL. a tutta birra


    Non capisco perché Damiano Cunego sollevi sempre tanta polvere. E' indigesto a qualcuno, pazienza.


    Con simpatia. Val
     chi va piano va sano 
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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Re: Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da Lemond Dom Apr 20, 2014 7:28 pm

    A me sembra semplice il motivo del “polverone” che alza il Bamboccio e non, ad es. Gasparotto, che oggi è il primo degli italiani e l’ultimo vincitore del nostro paese, così come Rebellin (tredicesimo a 42 anni). Questi due  nessuno li considerava per una vittoria, mentre in molti, dopo il grande undicesimo posto ai paesi baschi, consideravano il Nostro fra i favoriti.  Basta ascoltare le domande e le risposte su Eurosport e presumo che anche alla Rai non si siano discostati da ciò. Già in Euskadi avevo scritto che lui non aveva le accelerazioni e, se arrivava nel primo gruppetto, ciò era dovuto alla sua voglia di recupero, non certo perché fosse alla pari con i migliori e per questa ragione, facendo 2+2, credo che non possa più vincere una corsa W.T. (salvo circostanze davvero particolari, come una fuga o che i grandi non partecipino e sbaglino strada). Il fatto che le mie previsioni si siano avverate, mi fa piacere.

    P.S.

    Dove ho completamente sbagliato è con il Bagnino che pensavo seguisse la china dell’anno scorso, mentre è ritornato quasi ai livelli migliori, compreso il cronometro

    P.P.S.

    Prosegue la tendenza negativa della Cannondale dove il campione del mondo under 23 del 2013 è stato il primo a perdere le ruote nel gruppetto in fuga.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Apr 20, 2014 10:57 pm

    Sono rimasto tanto impressionato dalla potenza espressa da Gilbert quanto deluso, anzi amareggiato da alcune prestazioni (e parlo dei nostri italiani). Credo che il vialone che porta dal Cauberg al traguardo possa tranquillamente essere rinominato PhilippeGilbertStraat o Promenade de Gilbert.
    L'Amstel ha trovato un ottimo equilibrio con questo complesso e misuratissimo percorso.
    Non c'è che dire, questa corsa è cresciuta tantissimo e il pubblico ha dato prova di apprezzare questo percorso con l'arrivo non più strozzato sul Cauberg. Per la verità lo ha apprezzato tutto cheers
    Gilbert ha vinto da strafavorito e per lui si annuncia una settimana di fuoco. Li avrà tutti contro, ma questo Gilbert il Triplete delle Côtes lo potrebbe ripetere, dopo un 2013 a zeru tituli.

    Parlando di zeru tituli continua la tristezza per le prestazioni italiane. Ci sono troppi ritiri tra gli italiani oltre agli scarsi risultati nei primi. Tenuto in considerazione che davanti abbiamo tanti anziani il quadro è ancor più triste in prospettiva.

    Dopo il Gilbert stellare è bello rivedere un corridore che sembrava evaporato. Jelle Vanendert è ritornato e si spera di rivederlo ancora protagonista. Ha fatto troppo gruppettò (il bus) in questi ultimi due anni. Si è messo dietro due dei tre pronosticati per la vittoria. Ottimo per lui.
    Preoccupante (vorrei dire: ma anche no) la prestazione di Nibali. La speranza è che il siciliano non si sia scoperto e che tenga le cartucce per il miraggio Liegi. Vincenzino ci proverà, comunque. Lui è una certezza. Un giorno dovrà pure imbroccare un attacco buono dopo alcune cocenti delusioni.
    Adesso andiamo a goderci le Ardenne, con il più bel percorso possibile per la Liegi (davvero disegnato coi fiocchi, senza l'insulso Theux e col ritorno della mitica Forge dopo la Redoute e lo Sprimont) ed una migliorata Freccia Vallone che ruberà Bastogne alla Liegi per la partenza. La parte iniziale della Freccia è più impegnativa della prova del 2013 e si spera questo possa ispirare una corsa più aperta e garibaldina. Lo spauracchio mostruoso del Gilbert post Amstel incentiverà forse il coraggio.
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    Messaggio Da vallelvo Lun Apr 21, 2014 9:19 am

    Ho letto la comunicazione sul  sito della Lampre-Merida. 
     
    Ulissi esordisce dicendo che non stava bene e non trovava il giusto ritmo già dal mattino.

    Rui ha avuto buone sensazioni nel corso della gara e già mercoledì potrà fare meglio. L'obiettivo sarà la LBL.
     
    Cunego pensava di fare una buona gara, poca la selezione e difficile tenere la testa del gruppo. Il dispendio delle forze è stato notevole e molto stressante.

    Ho l'impressione, forse sbaglio, che la squadra non abbia designato un capitano (come avvenuto negli ultimi anni) lasciando liberi i corridori, chi più ne ha faccia la corsa: risultato naufragio.
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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Re: Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da Lemond Lun Apr 21, 2014 10:10 am

    Credo che la Lampre c'entri poco con il "naufragio" dei suo corridori "senza gambe". Fra l'altro nella corsa d'ieri il gregariato ai Lampre lo hanno fatto le altre squadre, che hanno portato i tre ai piedi dell'ultimo Cauberg (s.s.s.c.) senza che avessero dovuto dare una pedalata di troppo. A quel punto anche Valverde, che non è troppo lesto ad interpretare le corse, aveva capito che, per giocarsela, doveva stare dietro a Gilbert e Gerrans, anche se poi non ce l'à fatta. La scusa del Bamboccio è, a dir poco, ridicola, ma siamo proprio sicuri che l'abbia detto lui quelle stupidaggini che fanno venire in mente un suo "tifoso"  confused
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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Re: Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da vallelvo Lun Apr 21, 2014 11:36 am

    Non capisco 'che fanno venire in mente un suo "tifoso". Ce l'hai con me. Question   Rolling Eyes
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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Re: Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da apache Lun Apr 21, 2014 12:11 pm

    Lemond ha scritto:
    Prosegue la tendenza negativa della Cannondale dove il campione del mondo under 23 del 2013 è stato il primo a perdere le ruote nel gruppetto in fuga.
    Secondo me sei stato un po' ingeneroso col ragazzino.
    E' stato nella fuga fino al km 200 o poco più.
    Avrà mai fatto fino ad ora una gara di oltre 200km?
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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Re: Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da Lemond Lun Apr 21, 2014 1:12 pm

    vallelvo ha scritto:Non capisco 'che fanno venire in mente un suo "tifoso" '. Ce l'hai con me. Question   Rolling Eyes

    Noddavvero  Very Happy  Pensaci bene e vedrai a chi mi riferisco.  Smile
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    Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile) - Pagina 2 Empty Re: Amstel Gold Race 2014 (20 Aprile)

    Messaggio Da Lemond Lun Apr 21, 2014 1:18 pm

    apache ha scritto:
    Lemond ha scritto:
    Prosegue la tendenza negativa della Cannondale dove il campione del mondo under 23 del 2013 è stato il primo a perdere le ruote nel gruppetto in fuga.
    Secondo me sei stato un po' ingeneroso col ragazzino.
    E' stato nella fuga fino al km 200 o poco più.
    Avrà mai fatto fino ad ora una gara di oltre 200km?

    Io di chilometraggi non me ne intendo, però ai mondiali "stracciò" il francese, che ora corre nelle Q.S. e che ha già vinto quest'anno e sta correndo molto bene nella corse del Nord, ultima la Freccia del Brabante. Di lui invece non si aveva nessuna notizia, prima di ieri quest'anno. Un po' come Moreno Moser.  Mad
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    Messaggio Da vallelvo Lun Apr 21, 2014 2:11 pm

    Ciò pensato Lemond, non so a chi ti riferisci. Dimmi il nome, mi va bene anche il soprannome. 

    Forse ti riferisci a qualcuno che bazzicava i forum, prima del mio arrivo. Smile
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    Messaggio Da Lemond Lun Apr 21, 2014 3:02 pm

    No, mi riferisco all'*imbecille* per antonomasia e che anche nel forum di Cunego attuale (al quale non so peraltro se è iscritto) è considerato uno più che estremista.  Laughing 

    P.S.

    Credo che sia ancora su cicloveb.
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    Messaggio Da vallelvo Lun Apr 21, 2014 3:16 pm

    Forse quello che dice di vivere attualmente in un altro paese. Di fatto pare "svernare" a Roma.

    L'analisi della corsa Lampre di ieri c'è anche su Spazio.

    Ora pensiamo alla Flèche, corsa di 199 km, adatta al tuo "pupillo".
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Apr 21, 2014 4:07 pm

    apache ha scritto:
    Lemond ha scritto:
    Prosegue la tendenza negativa della Cannondale dove il campione del mondo under 23 del 2013 è stato il primo a perdere le ruote nel gruppetto in fuga.
    Secondo me sei stato un po' ingeneroso col ragazzino.
    E' stato nella fuga fino al km 200 o poco più.
    Avrà mai fatto fino ad ora una gara di oltre 200km?
    Mi sento di condividere in toto l'opinione di Apache. Sinceramente mi auguro che anche in Italia, come talvolta in Francia si cominci a sforare il chilometraggio e fare corse dure di 210 km. C'è una insensata voragine fra le prove di 200 km e le prove WT, dove le squadre professional hanno difficoltà portare corridori con esperienza di chilometraggio.
    E' lo stesso problema che, a mio avviso, manifestano alcuni giovani delle WT come Mohoric.
    Se guardiamo l'elenco dei ritirati troviamo troppi dei nostri che non conoscono i 250 km.
    Il cambio di ritmo oltre i 200 km non lo può insegnare nessun allenamento.
    E' allenamento più esperienza in gara.

    Lemond ha scritto:Io di chilometraggi non me ne intendo, però ai mondiali "stracciò" il francese, che ora corre nella Q.S. e che ha già vinto quest'anno e sta correndo molto bene nelle corse del Nord, ultima la Freccia del Brabante. Di lui invece non si aveva nessuna notizia, prima di ieri quest'anno. Un po' come Moreno Moser.  Mad
    Di chilometraggi non te ne intendi? Embeh, hai però fatto un confronto fra il calendario svolto dai due che è azzeccatissimo.
    Alaphilippe ha fatto una gavetta enorme in questi primi tre mesi correndo soprattutto, e da protagonista, la Volta a Catalunya. Però ti sbagli sulla vittoria. Non ha ancora vinto quest'anno. Ha fatto secondo ed altri piazzamenti notevoli proprio al Catalunya.

    Se guardi il loro calendario ti accorgi che a Mohoric hanno dato altri appuntamenti (da qua in poi) e che la sua stagione inizia ora.
    Ironia della sorte, però, Mohoric è arrivato cortissimo a Valkenburg prendendo, se non erro una decina di minuti, mentre Alaphilippe si è ritirato.

    Ps. Lemond, Vall non richiamate fantasmi, per fortuna assenti. Altrimenti ... 'un se esce Smile
    Detto questo, il comunicato Lampre lascia basiti. Peccato per Rui che ha certamente pagato la caduta al Nizza. Per il resto, credo che a volte sia meglio anche evitare di fare comunicati stampa.
    La comunicazione va fatta quando serve e non fatta stancamente per forza.
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    Messaggio Da Lemond Lun Apr 21, 2014 5:35 pm

    vallelvo ha scritto:Forse quello che dice di vivere attualmente in un altro paese. Di fatto pare "svernare" a Roma.

    L'analisi della corsa Lampre di ieri c'è anche su Spazio.

    Ora pensiamo alla Flèche, corsa di 199 km, adatta al tuo "pupillo".

    Sì e sì, sia per il "cinese" che per il Sardino, però quest'ultimo attraversa un momento non troppo buono e quindi non sono fiducioso in un piazzamento nei primi tre, che è quanto dovrebbe fare per salire un gradino. Il primo posto mi pare acquisito, il secondo forse di Moreno, anche se non so in che stato di forma sia e il terzo ... boh.
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    Messaggio Da Morris l'originale Lun Apr 21, 2014 5:58 pm

    La vittoria di Philippe Gilbert ha reso brillante una corsa grigia, di una pochezza tecnica evidente ed allarmante, alla quale ha contribuito non poco il cambio di percorso, con quei 20 chilometri finali assurdi e la conseguente mortificazione dello stesso Cauberg. L’Amstel di oggi è Gilbert, un tenore, il migliore degli ultimi 15 anni nelle corse di un giorno, per completezza, efficacia e spettacolarità. Averlo nel proprio albo d’oro, è segno di qualità, di dono, di inno ad un ciclismo che non perde occasione di testimoniarsi in crisi, atto solo a tenersi il consolidato degli appassionati, senza pensare a quei nuovi che posson dargli futuro o, se vogliamo, continuità.
    Ha ragione il mio amico Roger De Vlaeminck: Pippo, il vallone, è un grande; uno che merita la storia perché ha vinto dalla veloce “Tours” a quel Giro di Lombardia che, a parere del “Gitano di Eecklo”, è la corsa più bella ed impegnativa del mondo, nonostante l’appannamento costruitole da organizzatori e quella tremenda UCI, così vergognosamente lanciata a sostenere le specializzazioni, ovvero un uomo fra i supremi della bruttezza del ciclismo attuale. Gilbert ha saputo poi piazzarsi sulle pietre, facendo meglio di quanto non abbiano fatto, i tanto decantati Cancellara e Boonen, là dove costoro non paiono, e non lo sono alla luce dei fatti tracciati, dei predestinati.
     
    È un Pippo al 70%, che s’avvia al vero tramonto col fare del comunque vincente, perché le doti non sono acqua e perché attorno ha dei figuri di facili menzioni, fra i quali anche gente disoccupata o mai professionista, nel pedale di 40 anni fa. Perciò potrà vincere anche Freccia e Liegi, ma sarà sempre al 70% di quello del 2011. Per il ciclismo però, sarebbe sempre meglio un secondo poker del vallone sulle Ardenne, piuttosto che le vittorie di carneadi reali, anche se torniti di leccornie mediatiche, come quelli a cui ci siamo abituati a vedere e sentire, sull’ex monumento “Sanremo”.
     
    È un Gilbert che devo ringraziare, aldilà dell’ammirazione e della simpatia che provo per lui da sempre, perché è uno che s’aggiunge ai filmati su Pantani, per appassionare un mio nipote trentunenne, scelto dal personale taccuino di ricercatore nella divulgazione dello sport, come cavia importante al fine di confermare il valore degli autoctoni studi su questa strana forma artistica. Uno che segue tante discipline, che ha cultura media, sportiva e non, ed una particolare predisposizione verso la passione. In altre parole, uno stereotipo per verificare la salute e l’immagine di uno sport, nonché le sue potenzialità diffusive, al netto della confondente e miope entità dei consolidati appassionati, così capaci di digerire anche i sassi e così involontariamente vistosi accettatori di un pedale votato a far vedere antichità vincente, solo in quei  pedalatori, per impatto sociale e derivazioni sulla salute, imperiosamente più dopati degli agonisti, impegnati ogni week end nelle granfondo. Sì, proprio quelle manifestazioni che sono la vita dell’industria legata alla bicicletta, ma che non aggiungono nulla al valore dell’eccellenza del pedale e della sua storia.
    Per questo mio nipote, Gilbert è un valore aggiunto per porsi di fronte alla TV: non lo sono altri suoi colleghi e, tanto meno, lo sono quelle corse che le radioline e gli ineffabili (eufemismo) diesse, hanno ridotto a parate di squadre al servizio di capitani monchi e noiosi. Esattamente come le risultanze della mia ricerca empiristica nei bar di fronte al Giro d’Italia di un paio d’anni fa. Per chi mi legge da tempo, non sono novità e, personalmente, codeste considerazioni rappresentano l’effige d’una vita da divulgatore, ovviamente e decisamente più apprezzato in altre discipline, piuttosto che nel mondo ciclistico.
     
    L’Amstel di ieri ha poi messo un’altra pietra (ma chi ha il coraggio di dirlo fra gli addetti ai lavori?) sul muro della modestia tecnica di Damiano Cunego. Mai sognerei di mettermi a fare delle disamine su di lui - le facevo in passato, quando la pazienza e la voglia erano migliori, o il masochismo giungeva all’entità fallosa di chi lo deve fare per mestiere, con relativo spesso stupido politically corrrect - ma oggi è tempo di passare….. allo stupore. Quale? L’averlo visto come un atteso, un papabile al successo, non già dai suoi tifosi, a cui va perdonato l’appannamento o la forte miopia, ma da gente che dovrebbe avere ben altre lucidità, anche di fronte al sempre non positivo nazionalismo sulle forme artistiche come, appunto, lo sport. Davvero potevano bastare le buone prove con relativo massimo piazzamento per le qualità possedute, nelle varie corse di questo scorcio di stagione, per mettere uno come Cunego nei titoli?  È pur vero che oggi gli addetti ai lavori sono, torto collo, costretti ad usare superlativi su corridori che negli anni settanta non avrebbero visto il professionismo, ed è pur vero che le benzine attuali scorrenti nei corpi, le conoscenze alimentari e tutto quel maestoso corredo d’assistenza, esaltano la rivoluzione in avanti su un mezzo che, in proporzione ad altri spinti a motore, rappresentano il top dei top, ma è pur vero che qui, in fondo, l’azione si volge su quella bicicletta che usa il propulsore insistente nel corpo umano. Ed allora, scansando atti fortuiti ed ovvie circostanze che mostrano l’involuzione dei talenti atletici presenti nel ciclismo, o il ricordo che qui, nel 2008, Damiano fece l’unica corsa da super della sua vita, poteva davvero il motorino del veronese, da anni fissato sul limatore incapace di sbalzi esplosivi con conseguenti cambi di ritmo, sgretolare un Gilbert che ha una cilindrata perlomeno tripla a quella di Cuneghino, anche quando è al 70%? Suvvia, siamo seri, ed anche se giornalisti, proviamo ogni tanto a fare i logici, i conoscenti, i lettori delle realtà, lasciando alle eccezioni che confermano le regole, quel corso storico che ne han fatto la legge dei grandi numeri. Oltre tutto, anche uno scolaro somaro di ciclismo, sa che Cuneghino, può far meglio ad una Freccia che si ferma sul culmine dell’ascesa di Huy, piuttosto che ad una Amstel che, alla cima del più tenue Cauberg (conseguentemente più da potenti per fare differenze), aggiunge quelle centinaia di metri di mezzo falsopiano, dove il motore umano conta tantissimo. Ed è mai possibile che un simile corridore, in un ciclismo dove i soldi vengono solo dalle sponsorizzazioni, che non vince una corsetta da non so quanto tempo, che non sa fare il capitano e tanto meno il gregario, debba passare indenne alle disamine e non trovare mai, un addetto che abbia il coraggio dell’intelligenza, pronto a dire che quell’ingaggio, il Cuneghino, lo meriterebbe ad uno zero in meno e non in più? Possibile che il ciclismo si possa permettere questi continui insulti alle realtà? Quello italiano poi, che vede morire delle corse storiche e che gli sponsor se li gioca sulle inutili e/o sibilline sirene granfondistiche, è ora che cerchi qualche Giuntini, o Paramatti, o Perissinotto, più bravi e meritevoli, al fine di costruirsi un’immagine! Basta con questi trapassati dal parco valore! Si investa sulla ricerca di atleti, per farne poi dei corridori, altrimenti per vincere bisogna aspettare quel fattore “c” che fa sempre parte del gioco, ma sul quale solo gli stupidi posson pensare di partorire progetti proiettati  in avanti. A tenere a galla un Cunego e un Pozzato, guarda caso finiti nel medesimo team, sono fattori che non hanno nulla a che vedere col valore sportivo. Poi si scopre che l’unica ragione plausibile delle fortune economiche di uno come il Cuneghino, sta nella “vistosa” presenza dei suoi tifosi internettiani e, memori, da italiani, che pure un clown nel migliore dei propri epigoni possibili, ha usato questo nuovo e comunque applaudibile mezzo per le sue fortune politiche, non ci resta che rimbalzare sullo sconforto. Povera Italia!
     
    ……Alla prossima sui team e sui costi esagerati, fuori mercato, del ciclismo attuale…
     

    Morris
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Apr 21, 2014 6:13 pm

    Morris hai ragione ed effettivamente Gilbert è un testimonial attuale della battaglia contro l'esasperata specializzazione, senza per forza scomodare il gitano di Eecklo ed i suoi coetanei e subire le solite accuse di "passatismo".

    Ti chiedo una cosa sul percorso della Amstel. Tu avresti preferito lasciarlo in cima al Cauberg?
    Te lo chiedo perchè tu parli di svilimento di questa salita, ma in fondo la sensazione la mia sensazione è che il Cauberg come trampolino di lancio (è il secondo con il mondiale per Gilbert, a parte la vittoria all'Amstel proprio sul Cauberg) lo renda ancor più importante. Però è forse una mia sensazione.
    O tu intendi proprio il tracciato che non è più proprio in linea come una volta?
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Apr 21, 2014 7:30 pm

    Morris ho riletto il tuo post e credo di avere capito. Tu intendevi proprio l'aggiunta dell'ultimo giro come una cosa insulsa.
    In effetti è vero, potrebbero lasciare tre passaggi dal traguardo, per le solite esigenze di pubblico (e per evitare i tagli di massa in auto per vedere la corsa in più punti), e lasciare il vecchio finale con il Keutenberg (grande e spettacolare salita) più decisiva e più vicina al traguardo.
    Se questo era il tuo pensiero, allora sottoscrivo.
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    Messaggio Da Lemond Lun Apr 21, 2014 8:11 pm

    Io penso che sia più decisivo, per la monotonia della corsa, le direttive impartite dalle ammiraglie, perché altrimenti la fuga di Voeckler (se tutti avessero tirato come lui) avrebbe preso ben altra consistenza e la selezione si sarebbe avuta ben prima degli ultimi km.
    Per diversi Km. dietro tirava solo uno della katusha (s.s.s.c.) e i contrattaccanti non guadagnavano niente!

    P.S.

    Non sono convinto che per Cuneghin (Il bamboccio) sia più favorevole la Freccia, perché lui ha perso ormai da anni lo scatto e quindi, per me, lui è capace di seguire un discreto ritmo su una salita lunga, ma non può aumentare il ritmo oltre un cerrto limite nemmeno per pochi metri, per cui credo che un piazzamento nella Amstel nei primi dieci, ci poteva stare, se fosse stato al massimo delle sue possibilità, come alle Strade Bianche o nella prima tappa dei Paesi baschi, perché poteva seguire le seconde linee, mentre nella Freccia no, al massimo può stare con le terze.
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    Messaggio Da apache Lun Apr 21, 2014 9:28 pm

    Leggevo la disanima di Morris, con cui non si può non concordare.
    Due idee.
    Perché il ciclismo cresca mediaticamente, e allarghi la base di appassionati, servono i campioni.
    Gilbert è uno di questi.
    In questo contesto io capisco anche la De Stefano, che è stata tanto criticata su Internet per la (effettivamente brutta) intervista a Gasparotto, in cui parla di Nibali.
    La De Stefano nel 90% dei casi parla sempre di quei 4-5 "pupilli".
    Ora, considerando che vive di ciclismo, e che sembra anche discretamente appassionata, io posso pensare che quel comportamento sia volto proprio a piacere ad un pubblico generalista.
    Uno spettatore casuale di Rai3 si aspetta che un Fiandre sia vinto da Cancellara, o da Boonen. Se vince un Nuyens qualsiasi, pensa "chi cazz è?"
    L'ideale sarebbe che la De Stefano riesca a "modificare" il suo stile e i suoi interventi tra i periodi di collegamento su Rai3 e quelli su RS2 (seguita praticamente da appassionati).
    Secondo pensiero, ispirato dalle considerazioni di Morris.
    Se in Italia avessimo corridori che potessero vincere gare sulle pietre o ardennesi, si parlerebbe ancora di Cunego e di Pozzato?
    Campano di rendita, semplicemente perché dopo di loro c'è comunque il vuoto.
    E' normale parlare di Rebellin (con tutto l'enorme rispetto per l'atleta, di diversa caratura e probabilmente professionalità rispetto agli altri due) come "speranza" per l'Amstel?
    Il movimento italiano è ridotto quasi ad un nulla (qualitativamente), come dimostra la classifica UCI per nazioni.
    Io spero che a Cassani (che mi sembra molto più manager di Bettini, forse il vero erede di Martini) venga dato il tempo per creare qualcosa. Ma probabilmente è necessaria una rifondazione completa, e quindi diversi anni di lavoro. Purtroppo entra in scena nel periodo più nero.
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    Messaggio Da Morris l'originale Lun Apr 21, 2014 10:16 pm

    BenoixRoberti ha scritto:Morris hai ragione ed effettivamente Gilbert è un testimonial attuale della battaglia contro l'esasperata specializzazione, senza per forza scomodare il gitano di Eecklo ed i suoi coetanei e subire le solite accuse di "passatismo".

    Ti chiedo una cosa sul percorso della Amstel. Tu avresti preferito lasciarlo in cima al Cauberg?
    Te lo chiedo perchè tu parli di svilimento di questa salita, ma in fondo la sensazione la mia sensazione è che il Cauberg come trampolino di lancio (è il secondo con il mondiale per Gilbert, a parte la vittoria all'Amstel proprio sul Cauberg) lo renda ancor più importante. Però è forse una mia sensazione.
    O tu intendi proprio il tracciato che non è più proprio in linea come una volta?

    Caro Benoix, se ti accusano di passatismo, vanne fiero….. perché il passatismo è il…..ciclismo. Il passatismo non è rinnegare il progresso, ma un inno alle essenze. Quando il presente sarà degno, allora potremmo dare al passato tutto un altro significato. Purtroppo, la realtà parte da una formula di lettura base che recita: se il ciclismo non avesse quel popò di roba alle spalle, sarebbe……. misero. Lo capissero i cosiddetti dirigenti….Cookson con loro, ed in primis!
     
    Quando organizzi una gara per portarla ai vertici delle classiche, come nel caso di quell’Amstel, che è la classica dalla storia più corta (lasciamo stare la mai realmente decollata San Sebastian….) e trovi finalmente il percorso che meglio la garantisce, non cambi. L’Olanda non ha la ricchezza di una vasta morfologia di percorsi e la tradizione e la vocazione della terra di religione ciclistica di quel Belgio, che può permettersi di imbruttire enormemente il finale del Fiandre e mantenerne inalterato il credo. Lì ci pensano pubblico e positive tensioni dell’evento, a cancellare l’assassinio del Grammont e del Bosberg,….. Nella terra dei tulipani, si era trovato un percorso che attutiva la complessiva decadenza degli interpreti, esaltando la ricerca tecnica. Ed allora perché impoverire il Cauberg (che non è il muro di Huy!) tgliendo negli ultimi 20 km, le determinanti fautrici di lattico, ovvero Eyserbosweg, Fromberg e Keutenberg, per far posto ai nemmeno cavalcavia Geulhemmerberg e Bemelerberg? Al loro cospetto mi viene in mente, sempre, l’insignificante Kerpen Trat dei Mondiali di Heerlen ’67, un’erta che chiamarla salita, era un vero e proprio esercizio di fantasia, ma allora c’erano i Merckx, gli Janssen, i Motta…. persino i Saez….. Perché togliersi soprattutto la Salita delle Antenne, ovvero l’ascesa tecnicamente più dura e spacca gambe, vista la carreggiata, dell’intera Amstel?
     
    Lasciare il Cauberg al………solo Cauberg, significa svilirlo, tanto più se la linea del traguardo la poni a 1500 metri dalla cima. Poi, se hai la fortuna di trovare un super come Gilbert allora tutto si pone al meglio e le crepe si sciolgono tutte o quasi. Diciamo che Pippo, pur al 70%, ha salvato gli organizzatori dalla cazzata e pure  lo scorso anno, dove era al 40-45%, scattando all’inseguimento pressoché impossibile del bravo e furbo Kreuziger di giornata, salvò il finale dall’Amstel dalla monotonia. Quando si organizza, non si può pensare ai super, ma a come rendere una corsa degna, pur col parco gruppo di talenti oggi presenti. Altrimenti, si corre il rischio di finire nell’insignificanza tecnica della Sanremo, che sono anni che non partorisce nulla per rendere gli ultimi 20 chilometri più pesanti. A volte, come nel caso di questa ex grande italiana, il lavoro, nell’impossibilità ambientale di un cospicuo cambiamento del finale, le difficoltà per una tangibilità da classica, le si stende prima, e lo si deve fare. A meno che non ci si accontenti dei carneadi……
     
    A proposito di Milano-Sanremo, un plauso stellare va al nostro Gigi, che ha impattato il valore di un Merckx, scrivendo quello che qui ho letto tempo fa, ma che ora non trovo. Mai mi era capitato di emozionarmi nell’intelligenza romantica e nella disamina migliore possibile in difesa della “fu Classicissima”, proiettando il tutto in un fervido invito alla visione dell’evento. Meriterebbe un premio della Gazzetta dello Sport, ed il ruolo di consulente d’organizzazione. Un grande Gigi-Maino, un onore poterlo leggere!  Chapeau! Altro che Kristoff, Ciolek, Gerrans e Goss! La Sanremo 2014 è stata Gigi! 
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    Messaggio Da Morris l'originale Lun Apr 21, 2014 10:19 pm

    BenoixRoberti ha scritto:Morris ho riletto il tuo post e credo di avere capito. Tu intendevi proprio l'aggiunta dell'ultimo giro come una cosa insulsa.
    In effetti è vero, potrebbero lasciare tre passaggi dal traguardo, per le solite esigenze di pubblico (e per evitare i tagli di massa in auto per vedere la corsa in più punti), e lasciare il vecchio finale con il Keutenberg (grande e spettacolare salita) più decisiva e più vicina al traguardo.
    Se questo era il tuo pensiero, allora sottoscrivo.

    Cosi imparo a leggere tutto... anche gli interventi successivi..... Very Happy  winner 
    Tutto okay grande Benoix! Very Happy

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